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CITTADINI e AMMINISTRAZIONI per lo SVILUPPO dei TERRITORI

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Academic year: 2022

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Scuola di Partecipazione

CITTADINI e AMMINISTRAZIONI per lo SVILUPPO dei TERRITORI

REPORT LAVORI SCUOLA CAST Giornate del 20 - 21 ottobre 2010

Titolo della giornata: Progettando e riprogettando – Il PCM Project Cycle Management.

Obiettivo: Conosce re e impa ra re ad utilizza re il metodo PC M.

Docenti/Facilitatori: Se rene lla Pa ci, C ristia na Ve rde .

Metodologia utilizzata: presenta zione e discussione in plena ria – confronto, discussione e simulazione in piccoli gruppi.

Materiali utilizzati/Consegnati: la vagna a fogli mobili; ca rtellone, ca rtoncini e pe nna re lli.

Supporti tecnologici:Ne ssuno.

20 ottobre I^ Parte Plenaria

L’inte ro pome riggio è de dica to alla presentazione de l metodo PCM (Proje ct C ycle Ma nagement). Il primo lim ite è da to da l nume ro dei pa rte cipanti che non conse nte a lle fa cilita trici di presenta re il me todo simulandolo come sa rebbe meglio ma semplicemente illustrandolo. Il me todo vie ne comunque spiega to in manie ra molto de ttaglia ta e pre cisa e la simula zione ve ra e propria è solo rimanda ta .

Il PCM nasce negli anni 90 da un gruppo di espe rti de lla Commissione e uropea che a ve va l’obie ttivo d’inna lza re la qua lità de i proge tti, in modo pa rticola ri que lli rela tivi a lla coope razione allo sviluppo.

Questi espe rti rile va vano a lcune criticità nei proge tti prese nta ti:

• obie ttivi spesso confusi e irrea lizzabili;

• sca rsa a tte nzione a l contesto di rife rimento;

• sca rsa a tte nzione a i bisogni de i be neficia ri del proge tto;

• sca rsa a tte nzione a lla sostenibilità de l proge tto;

• nulla o sca rsa a ttenzione al monitoraggio e a lla valuta zione.

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Pe rta nto il PCM è figlio di questa ana lisi critica de lla proge ttazione e a ttua lmente è un approccio utilizza to moltissimo. Esso si ba sa su 6 principi:

1. il ciclo di vita del progetto;

2. orientamento al beneficiario;

3. struttura logica del progetto;

4. sostenibilità del progetto;

5. standardizzazione del format di progetto;

6. struttura sistematica per il monitoraggio e la valutazione.

Il ciclo d i vita del progetto

Il proge tto ha un ciclo di vita di 6 fasi:

a ) Programmazione: in questa fase ci sono gli indirizzi strategici, i bandi, le linee guida, e cc.

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b) Identificazione: è la fase nella quale avviene l’analisi di contesto, l’analisi degli stakeholde r, l’a nalisi SWOT, l’ana lisi de i problem i e quindi degli obie ttivi.

c) Progettazione: in questa fase si ha la definizione della progettazione, del quadro logico, de lla va luta zione ex -ante .

d) Finanziamento: a questo punto viene presentata la proposta, viene formalizzata la convenzione .

e) Attuazione: è la fase della realizzazione di azioni, pianificazione attività, monitoraggio.

f) Valutazione: la valutazione avviene ex-ante, in itinere ed ex-post.

Orientamento al Beneficiario

In passa to si proge tta va te nendo in conside razione quasi esclusivamente i portatori di va lori (i politici), ora si tengono più in conto i te cnici, gli espe rti, l’a uspicio è che si ra ggiunga un punto di e quilibrio in modo che si tenga conto de i tre ve rtici a llo stesso modo (Politici, Espe rti e Bene ficia ri); la sfida ve ra e propria è que lla di fa r cresce re l’importa nza dei bene ficia ri nella proge ttazione.

La metodologia di proge ttazione pa rte cipa ta è il GOPP e pe r le fa se di Identificazione, di Progettazione, di Attuazione e di Valutazione è pre visto un work shop.

Il workshop di identificazione pre vede a nch’esso dive rse fasi di la voro: la definizione de l Tema; l’analisi degli attori chiave; l’analisi dei problemi; l’analisi degli obiettivi;

l’individuazione degli ambiti inte rvento (cluste ring) e quindi delle possibili stra tegie . Sce lto uno di questi ambiti si pa rtirà pe r costruire il Quadro logico (Logical Frame work ).

PRIMA

Politici

Beneficiari Esperti

IN FUTURO

ADESSO

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La ma trice di un quadro logico è struttura ta pe r live lli di inte rve nto:

LIVELLI D’INTERVENTO DEFINIZIONE SIGNIFICA TO

OBIETTIVO GENERA LE Benefici sociali economici di lungo periodo ai quali il progetto contribuisce

Spiega perché il progetto è importante per la

società

OBIETTIVO SPECIFICO Indica i vantaggi che i beneficiari avranno da questo progetto

Spiega perché il progetto è utile per i beneficiari

RISULTA TI Indica i servizi che i beneficiari riceveranno dal progetto

Che cosa il progetto si propone di fornire

A TTIVITÁ Indica ciò che viene realizzato dal progetto per fornire i servizi previsti

Che cosa concretamente sarà fatto

Questa ma trice si dovrà le gge re se condo una logica da l basso ve rso l’a lto e comprende a ltri e lementi che sono: Indicatori, Fonti di verifica e Fattori esterni (ciò che ha influenza sul proge tto va pre visto e gestito).

La Sostenibilità del progetto è fondamenta le e ci sono fa ttori che sembrano sconta ti ma che spesso ne lla proge ttazione non vengono conside ra ti:

o sostegno politico

o adeguatezza delle tecnologie o tutela ambientale

o aspetti socio-culturali, pari opportunità

o capacità istituzionale e gestionale (pubblico e privato) o aspetti economico finanziari

É ne cessa ria inoltre la standardizzazione del Format del progetto che de ve esse re im pronta to a crite ri di qua lità e de ve inoltre da re ga ranzie di traspa re nza .

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Il PC M fornisce un indice di tutte le pra tiche che de vono esse re inse rite ne l proge tto.

O ccorre che vi sia no strutture sistematiche per il monitoraggio e la valutazione con indica tori ogge ttivamente ve rificabili; tutti gli indicatori infa tti si compongono di 4 componenti: una va ria bile ; un gruppo di rife rimento; un tempo di osse rvazione ; un va lore di rife rimento.

Workshop di Ide ntificazione

Definizione del tema: l’individuazione di un tema troppo va sto richiede rebbe di coinvolge re un nume ro troppo a lto di a ttori, il la voro di proge ttazione sa rebbe complesso, si proge tte rebbe ad un live llo troppo alto e le risorse ne cessa rie sa rebbe ro e le va te. L’individuazione di un tema troppo ristre tto a l contra rio limite rebbe di molto la portata de l proge tto e coinvolge rebbe gli inte resse di pochi a ttori.

Analisi degli attori chiave: si costruisce una matrice a ttra ve rso la quale si evincono i be nefici che ciascuno a ttore può apporta re e che tipo di a ffidamento si può riporre negli a ttori.

Analisi dei problemi: individua re la situazione attuale nega tiva, il problema deve esse re : rea le , ogge ttivo, e spresso in te rm ini nega tivi, chia ro, spe cifico. Spesso si comme tte l’e rrore di esprime re i problem i in forma positiva , come mancanza di una soluzione , in manie ra gene rica e astra tta, come giudizi pe rsona li.

L’a nalisi de i problemi è un la voro molto lungo e approfondito a nche pe rché manca l’a bitudine a la vora rci. Si costruisce un albe ro de i problemi sotto il qua le ci sono de lle ca use che de te rm ina no degli effe tti che sa ra nno cause di e ffe tti man mano che si sa le . Ne lla costruzione dell’albe ro de i problem i la prese nza di un fa cilita tore è ne cessa ria se si pa rte da ll’a lto, individua to il problema di ve rtice, ve ngono individua ti gli altri problem i che a loro volta sono ca usa de l primo e si procede quindi sce ndendo lungo l’a lbe ro. Si ana lizza l’a lbe ro e si ve rifica se i problem i risultano stre ttamente lega ti.

Fa re bene l’a nalisi de i problemi è la cosa più difficile ma ne cessa ria pe rché solo così diventa più semplice proseguire ed è inoltre ne ce ssa rio che tutti gli stake holde r sia no coinvolti pe rché l’a nalisi possa fa rsi bene .

Costruita la ma ppa si legge rà da l ba sso a ll’a lto se condo una logica di ca usa ed effetto e si tra cce ranno i rami con fre cce che si muove ranno proprio in questo ve rso (cioè l’a lto). I nessi tra i problemi de vono esse re dire tti se diviene ne cessa rio ragiona rci su significa che non lo sono. Quando eme rgono problemi che non si riescono a sistematizza re ne ll’a lbe ro

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spe sso sono fa ttori este rni che de vono comunque esse re conside ra ti a nche pe r ca pire fino a che punto ci si può spinge re con il progetto.

Analisi degli obiettivi: ne ll’individua re gli obie ttivi dobbiamo immagina re di a ve r risolto il problema sta ndo a ttenti a non pe rde re il flusso logico faticosamente costruito nell’ana lisi de i problem i. Nell’albe ro degli obiettivi avremo sotto i mezzi e sopra i fini. In questa fa se in sostanza avviene la trasformazione de ll’a lbe ro, da a lbe ro dei problem i ad a lbe ro degli obie ttivi.

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Finita a nche questa fase si passa a ll’individuazione de i cluste r (ambiti di inte rvento).

Ne ll’esempio mostra to a i pa rte cipanti si individua no 3 cluste r e fa tto que sto si chiude il work shop.

Ne l passaggio al Work shop di progetta zione si sceglie rà sempre in gruppo l’ambito d’inte rvento sul qua le agire . La sce lta de i cluste r chia ramente dipe nde rà molto dagli stakeholde r che sono seduti intorno a l ta volo e comunque ne llo sce glie re l’ambito d’inte rvento si dovrà conside ra re:

− L’inte re sse stra tegico

− La rispondenza rispe tto a l pia no de gli investimenti

− L’inge renza

− Le riso rse umane disponibili

− Le riso rse finanzia rie dispo nibili

− La fa ttibilità

A questo punto si costruisce il quadro logico con il ve rtice che sa rà occupa to da ll’obie ttivo ge ne rale che difficilmente ve rrà raggiunto da l proge tto, a l livello legge rmente più basso

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vi sa rà l’obie ttivo spe cifico e quindi ancora più giù i risulta ti. Le a ttività non le trove rò ne ll’a lbe ro rea lizza to ma dovrò proge tta rle e definirle tenendo conto degli obbie ttivi e de i risulta ti.

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21 ottobre II^ Parte

Simulazione (in grupp i)

La giorna ta pa rte con la formazione di 5 gruppi:

VA LLE D’ITRIA

GRUPPO A ECO NOMIA TURISTIC A

A REA VA STA BRINDISINA

GRUPPO B SETTOR E ENER GETICO

GRUPPO C SER VIZI SOCIO-SANITAR I

GRUPPO D ATTR ATTORI CULTUR ALI

GRUPPO E FILIER A PRO DUTTIVA AGROALIMENTAR E

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Ogni pa rte cipante sce glie il proprio gruppo di apparte nenza , all’inte rno del gruppo si individua un m ode ra tore e si procede , da ti gli a ttori a disposizione de l gruppo (cioè i componenti de llo stesso) a ll’a nalisi de i problemi, a lla costruzione de gli albe ri de i problem i e degli obie ttivi.

Dopo a ve r fa tto la vora re i gruppi in a utonomia pe r un po’ di tempo le fa cilitatrice inte rvengono pe r da re consigli e in molti casi sbroglia re situa zioni di sta llo che si sono forma te.

É sta to sottolinea to più volte quanto im portante sia l’a nalisi de i problem i, e lemento de te rm inante pe r la proge ttazione; l’ese rcizio non si doveva ridurre a sposta re ca rtoncini.

Eme rge in manie ra chia ra come i gruppi ne cessitino di un fa cilita tore che li a iuti a de finire meglio i problemi e a vvolte ana lizza rli in manie ra più approfondita.

I la vori de i gruppi sono visibili ne lle foto qui di seguito riporta te:

Gruppo A

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Gruppo B

Gruppo C

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Gruppo D

Gruppo E

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III^ Parte Plenaria

Te rm ina ti i lavori ne i singoli gruppi l’ultima pa rte vie ne dedica ta a lla prese nta zione, in plena ria de lle criticità e degli aspe tti positivi che sono sta ti rile va ti nella sim ula zione.

Un ra ppresenta nte pe r gruppo prese nta quindi positività e criticità che sono sintetizza te ne lla seguente tabe lla :

Gruppi Criticità Positività

Gruppo A  Gli stakeholder erano ra ppresenta ti in manie ra inadegua ti da qui si e vince la ne ce ssità di una individua zione ade gua ta degli stessi.

 Difficoltà

ne ll’individuazione de l problema gene ra le e quindi anche dell’obie ttivo ge ne rale .

 La necessità di un livello a lto di a ttenzione ne lle dive rse fa si.

Positività : risolve ndo tutte le criticità che abbiamo individua to il metodo funziona

Gruppo B  È emersa l’importanza di un a nalisi a degua ta de i problemi . L’e rra ta formulazione del problema rende problematica l’individuazione de ll’obie ttivo.

 L’importanza del fa cilita tore e da que sto

Compre nde re l’utilità de lla me todologia

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punto di vista la nostra espe rie nza è sta ta problematica .

 Rischi di banalizzare il problema.

Gruppo C  Difficoltà ad individuare i problemi e inse rirli ne ll’a lbe ro, ad un ce rto punto della simula zione abbiamo sinte tizza to così tanto da pe rde r la

spe cificità de l problema che a ve vamo individua to.

 Difficoltà a costruire un a lbe ro de i problemi con ca use e effe tti.

 Difficoltà a costruire il quadro logico

 Un obiettivo raggiunge comunque .

 Individuata una chiave di le ttura si procede più spe diti.

 Il superamento delle diffe re nze tra di noi.

Gruppo D L’a nalisi dei problemi è sta ta molto complica ta.

La difficoltà sca turiva da lla confusione tra ca usa ed effe tto che spesso dipende va da lla non corre tta de finizione del problema.

 Avere un metodo aiuta pe r la condivisione.

 Il passaggio dai problemi agli obie ttivi è sta to fa cile .

Gruppo E  Difficoltà procedurale.

 Scelta di attività idonee ad ottene re de te rm ina ti risulta ti.

 Attività ludica e fluida.

 La meraviglia e i risultati ottenuti.

 Relazione ed intesa tra gli stake holde r.

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Obiettivi raggiunti: i pa rte cipa nti a ttra ve rso la pre sentazione di un ca so prima e una simulazione ne i va ri gruppi, simulazione che è durata un’inte ra giorna ta , hanno utilizza to il PCM riuscendo a fa re l’a nalisi de i problemi e quindi l’a lbe ro degli stessi; l’a lbe ro degli obie ttivi e hanno abbozza to il quadro logico.

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