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CITTADINI e AMMINISTRAZIONI per lo SVILUPPO dei TERRITORI

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Academic year: 2022

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Scuola di Partecipazione

CITTADINI e AMMINISTRAZIONI per lo SVILUPPO dei TERRITORI

REPORT LAVORI SCUOLA CAST Giornata del 7 ottobre 2010

Titolo della giornata: Ana lisi dei contesti e te cniche di visua lizzazione .

Obiettivo: a ttivazione di un processo pa rte cipa tivo pe r la stesura di proge tto: ana lisi di contesto a ttra ve rso il

Metaplan

®.

Docenti/Facilitatori: Mike la Esciana , Elisa Ca rboni.

Metodologia utilizzata: diba ttito – confronto e discussione in piccoli gruppi - confronto e discussione colle ttiva in plena ria .

Materiali utilizzati/Consegnati: la vagna a fogli mobili; ca rtellone, ca rtoncini e pe nna re lli.

Supporti tecnologici: Proie ttore e notebook .

Descrizione lavori I^ parte

Plenaria

La giorna ta inizia con la distribuzione di un de ttaglia to programma dell’incontro e una bre ve pre sentazione e condivisione de llo stesso.

L’a vvio ve ro e proprio coincide con la formulazione di una domanda che vie ne rivolta a tutti i pa rte cipa nti:

QUALI CRITICITA’ RILEVIAMO NEI MOMENTI DI LAVORO “TRADIZIO NALI” IN GR UPPO?

su di una la vagna a fogli posta di fronte ai pa rte cipanti sono sta te segna te le va rie risposte/contributi forniti. Il foglio e ra sta to diviso in due pa rti da una linea ve rtica le pe rta nto a lcune risposte sono sta te segna te sul la to sinistro e a ltre su que llo destro come si e vince da lla seguente tabe lla .

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Output/risultati Processo

• Difficoltà di com unicazione

• Diffe renze di opinione

• Malintesi

• Dive rsi obbie ttivi

• Pregiudizi

• Mantenimento di ruolo

• Formazione (culturale)

• Diffe renze culturali

• Sintesi

• Sce lta del metodo pe r raggiunge re l’obbie ttivo

• Conflitto d’inte ressi

• Difficoltà di negoziare

• Mancanza corresponsabilità

• Leade rship

• Arrivare ad una de cisione

• Non chiarezza nella suddivisione de lle a ttività

• Non chiarezza de i compiti

• Gestione dei tempi

• Me todo

• Sce lta parametri

Me ntre nella prima colonna sono sta te inse rite le criticità rileva te e che si rife riscono a l risulta to, nell’altra troviamo le criticità lega te al proce sso. Come risulta e vide nte da lla tabe lla sopra riportata le risposte fornite sono anda te in modo più de ciso ad individua re le criticità che si rifle ttono sui risulta ti piuttosto che sul processo, solo quando (ne llo svolgimento del “Brainstorm ing”) le docenti hanno fa tto nota re questa te ndenza sono eme rse criticità di processo.

C iò che eme rso in manie ra chia ra è di sicuro la difficoltà insita ne l la vora re insieme; fa rlo richiede una sforzo ed un investimento di risorse che possono esse re giustifica te solo pe r a ve re :- De cisioni m igliori

- Re lazioni m igliori

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Esistono metodi che consentono di pote r la vora re meglio sull’uno o sull’a ltro a spe tto e quindi pe rme ttono di fa re passi in a va nti sul piano delle de cisioni e /o delle re lazioni.

Si fa ce nno quindi a d alcune espe rienze concre te (proge ttazione inte gra ta in Sa rdegna pe r e sempio) che hanno consentito di ottene re evide nti m iglioramenti se non di risulta to a lmeno nelle re lazioni e le compe tenze.

La Proge tta zione Pa rte cipa ta nasce in un de te rm ina to momento storico e non è sicuramente un me ro Workshop, non può esse re solo questo. È inve ce un processo struttura to che punta a coinvolge re i va ri porta tori di inte ressi (stakeholde r) con dive rsi punti di vista; ta li processi na scono pe r via volonta ria , si de cide di prende re una de cisione insieme agli a ltri, coinvolge ndo gli a ltri. Trascura re i dive rsi punti di vista e sce glie re di tra lascia rne a lcuni o esclude rli non può non suscita re problemi come espressioni di contra rie tà e disa ccordo succe ssivi che spesso sono a nche insanabili Esempio:un Pa rco Naziona le in Sa rde gna non si è potuto rea lizza re pe rché la popola zione non è sta ta coinvolta ne l processo. A questo proposito Escia na e Ca rboni chiedono a i pa rte cipanti: voi credete che si sarebbe realizzato se li avessero coinvolti?

- Spicca una risposta su tutte secondo la quale, il coinvolgimento della popolazione a vrebbe solo allunga to i tempi e quindi sa rebbe stata controproducente .

- In risposta si dice però che questo non è vero proprio perché rinunciare al processo di pa rte cipazione spesso può vole r dire rinvia re i problemi che pur eme rgendo in una fase succe ssiva a llunghe rebbe ro comunque i tempi e in a lcuni casi non pe rme tte rebbe ro che il proge tto si rea lizzi.

- A questo proposito si registra un intervento di Maria Sasso (Dirigente Servizio Innovazione Regione Puglia) se condo la qua le la questione dell’allungamento de i tempi è assolutamente pre testuosa . Una azione politica importante , globa le si me tte in a tto in a lmeno un a nno e in tutto que sto tempo è possibilissimo me tte re in a tto Processi di pa rte cipa zione ma pe r fa rlo è ne ce ssa rio che vi sia “sensibilità politica” e volontà a d ascolta re i cittadini, se questo c’è si trovano il me todo e la possibilità pe r me tte re in a tto un Proce sso pa rte cipa tivo.

- uno dei partecipanti chiede come mai non si parla dei processi partecipativi in Puglia e sempre la Sa sso risponde che è già previsto un momento nel qua le questo aspe tto ve rrà a ffronta to.

Le docenti illustra no le va rie fa si de lla pa rte cipazione chia re ndo subito che un Processo di pa rte cipazione va a ttiva to prima possibile. (SLIDE)

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CHI?

La promozione di un processo di pa rte cipazione spe tte rebbe a lla Pubblica Amministrazione che svolge un ruolo di “Regia”. Ad a ffianca re la Pubblica Amministrazione può esse re pre vista la prese nza di fa cilita tori (inte rni o este rni).

COME?

Le me todologie esistenti sono circa 51 e tra queste a lcune sono: METAPLAN®, EASW , GOPP, O ST.

Me ntre vengono illustra ti questi aspe tti con l’ausilio di un proiettore si ha nno a lcuni inte rventi inte ressa nti:

− Se non si parte dal pre supposto che il cittadino è una risorsa non è possibile anda re a vanti in un Processo di Pa rte cipazione . L’idea che le de cisioni vanno pre se da pochi e che i citta dini non se rvono rende rebbe inutile qua lsia si me todo si voglia adotta re . Fondamenta le è dunque che vi sia la se nsibilità e si voglia no concre tamente condivide re sce lte e de cisioni.

− La questione conosce nza o meno dei cittadini (le asimmetrie informative) sono spe sso utilizza te come strumenti da i funziona ri pubblici e questo re nde la pa rte cipazione dei cittadini non consa pevole .

− La dott.ssa Esciana sottolinea che i Processi Partecipativi sono strumenti che vanno a ttiva ti se si ha un rea le inte resse a fa rlo ben sa pendo che nel corso de l processo stesso eme rge ranno (quasi sempre a vviene ) inte re ssi confliggenti. A conclusione de l processo non vi sa rà mai nessuno pienamente soddisfa tto ma tutti lo sa ra nno a lmeno un po’.

Quando un progetto è efficace? quando risolve i problem i.

Pe r fa re que sto occorre chiede re a chi i problem i li ha , li conosce , quindi prima di proge tta re occorre sape re da chi vive sul te rritorio. In passa to i proge tti e rano quasi tota lmente segna ti da l “ve rtice politico”, oggi si evide nzia uno spostamento ve rso il

“ve rtice espe rti”, è chia ro che l’obbie ttivo deve esse re que llo de ll’equilibrio che tie ne conto tanto de l ve rtice politico che di que llo degli espe rti e in egual misura de i problemi e quindi de i citta dini.

Ma perché coinvolgere i cittadini? Pe r capire meglio i problemi; pe rché coinvolge re i cittadini (anche e ssi porta tori di inte ressi – Stakeholde r) dà più ga ra nzie sulla possibilità

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che il proge tto venga rea lizza to, infa tti si crea un effe tto di appropriazione del proge tto che porte rà ognuno a sentirlo proprio e quindi a deside ra re che si rea lizzi.

II^ Parte

Simulazione (Plenaria e in gruppi)

Ne lla se conda pa rte si effe ttua una simulazione e si utilizza il me todo SWOT pe r la mappa tura e l’ana lisi degli a ttori.

Pre limina rmente viene fornito il “Tema ”: “Valorizzazione delle risorse naturali e culturali nella Provincia di Brindisi”.

Il primo passo è que llo de lla mappa tura degli stakeholde r (porta tori di inte ressi) e a questo proposito è già possibile individua re tre categorie :

- Istituzioni Pubbliche - Gruppi organizzati

- Gruppi non organizzati o singoli

Inizia lmente la lista de gli stakeholde r de ve esse re più va sta possibile e solo successivamente grazie a ll’utilizzo di una griglia che viene distribuita ai pa rte cipa nti è possibile de te rmina re la rilevanza e quindi l’e ventua le coinvolgimento.

La “rileva nza ” si stabilisce tenendo conto di due aspe tti fondamenta li pe r la mappa tura degli a ttori e cioè: influenza (alta , media, ba ssa) e interesse (alto, medio basso). Il mix di questi due e lementi ne de te rm ina la rile vanza .

Se l’inte resse è ba sso e l’influenza a lta è opportuno il coinvolgimento; se l’influenza e bassa e l’inte re sse a lto è dove roso il coinvolgimento; se inte resse e influe nza sono alti il coinvolgimento è ne cessa rio.

Ne l de te rmina re gli e lementi che portano a stabilire la rileva nza de gli a ttori occorre chiede rsi:

cosa ottiene l’attore dal coinvolgimento?

cosa portano gli attori?

ci sono conflitti tra gli attori? (se si) di che genere?

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Vengono forma ti dei piccoli gruppi in media di 7 pe rsone e , pa rtendo da l tema , ogni gruppo de ve procede re alla mappa tura degli a ttori e a ll’ana lisi degli stessi applicando lo schema de lla rile vanza .

Una volta comple ta ta la mappa tura de gli stakeholde r ci si soffe rma ad ana lizza re uno stakeholde r pe r ca tegoria.

Te rm ina ta questa fa se si passa ad introdurre il me todo SWOT che è uno strumento di le ttura che consente un’ana lisi di contesto schema tica .

S (STRENGTHS) FORZE A spetti positivi interni W (WEA KNESSES) DEBOLEZZE A spetti negativi interni O (OPPORTUNITIES) OPPORTUNITA ’ A spetti positivi esterni T (THREA TS) MINA CCE/RISCHI A spetti negativi esterni

Si provvede quindi a lla distribuzione di due ca rtoncini ogni tre pe rsone a ndando di fa tto a costutuire nuovi gruppi questa volta forma ti da tre membri. I ca rtoncini sono uno di colore a zzurro ne l qua le sa ra nno segna ti i punti di forza e uno di colore gia llo pe r i punti di debolezza . Vengono quindi fornite de lle regole di “visua lizza zione” pre cise :

° una sola idea pe r cartoncino

° le tte re maiuscole e alte 1,5 ce ntime tri

° leggibilità da 8 me tri

° non più di 3 righe di scrittura

° poche parole chiave 3/5

° parte larga de i pe nnare lli

° regola de i 30 se condi

Tene ndo conto di queste re gole gli aspe tti positivi così come le criticità de vono esse re spe cifici, chia ri, ogge ttivi e rea li.

Vengono da ti 10 m inuti di tempo a i gruppi quindi vengono ra ccolti i ca rtoncini (uno azzurro e uno giallo) dalle fa cilita trici.

I ca rtoncini ra ccolti ve ngono le tti; quelli di colore a zzurro vengono incolla ti nella pa rte re la tiva a gli aspe tti positivi mentre que lli gia lli ne lla pa rte degli aspe tti nega tivi. I flash sono inve ce le “contra ddizioni irrisolte ” che spesso eme rgono.

Pe r ragioni di tempo ci si soffe rma qua si e sclusivamente sulle criticità le qua li si fa pre sente che de vono esse re pensa te come problemi e non in te rm ini di soluzioni pe rché

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questo chiude rebbe di fa tto a d a ltre possibili soluzione e quindi a soluzioni anche migliori.

Si apre una breve discussione plena ria su a lcune criticità individua te (in pa rticola re : L’e ccessiva cementificazione distrugge il paesaggio; Forte stagiona lità del flusso turistico, Ce ra no inquina il te rritorio), ci si confronta e le va rie criticità ve ngono raggruppa te pe r forma re de i cluste r che andranno a costituire i punti di pa rtenza sui quali proge tta re pe r trova re de lle soluzioni.

La te cnica utilizza ta in questa simula zione è quella de lla “scrittura na scosta ”. Ta le te cnica ha il pregio di sta cca re la pe rsona dalle idee e porta a discute re di ciò che è scritto dimenticando chi lo ha scritto (la scrittura na scosta fa pa rte de l pa cche tto Metaplan®)..

III^ Parte Plenaria

Te rm ina ta la simula zione di una SWOT utilizza ndo una pa rte de lla me todologia de l Me ta pla n®, la dott.ssa Ca rboni si soffe rma sul metodo rile vando innanzi tutto gli e lementi de llo ste sso: sessione plenaria; gruppi ristretti; lavoro individuale.

Si insiste inoltre sul ruolo de te rm ina nte della visua lizzazione che fornisce un grosso aiuto a lla comunicazione . E’ molto più semplice discute re a vendo di fronte ciò di cui si pa rla , infa tti non è ne cessa rio ricorda rlo pe rché è sufficie nte legge rlo. C iò di cui si discute è e vidente a tutti.

La domanda iniziale è molto importa nte e va stabilita in anticipo. Da ta la sua importanza diviene ne cessa rio che risponda a d a lcune ca ra tte ristiche :

• deve creare interazione

• deve essere aperta

• deve provocare

• deve interessare

• non deve creare avversione o bloccare

• deve essere diretta ad uno scopo ma non deve contenere la soluzione

C i sono dive rsi tipi di doma nde: singole, doppie, multiple. Il mode ra tore può legge re la domanda e riassume rla sul ca rtoncino oppure può solo le gge rla.

Il me todo richiede un mode ra tore e una spa lla.

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Questo me todo come a ltri se rvono pe r raggiunge re un obie ttivo pe r trova re in forma pa rte cipa ta soluzioni a problemi. Utilizza re un de te rm ina to me todo vuol dire se guire una sce neggia tura . Non sempre se rve utilizza re tutti gli strumenti de l

Metaplan

®.

La giorna ta si chiude con un bre ve ce nno ad a ltri me todi come l’EASW (European Awareness Scenario Workshop).

Obiettivi raggiunti: i pa rte cipa nti a ttra ve rso una simulazione hanno spe rimentato una SWOT pa rte cipa ta utilizzando una pa rte de lla me todologia del

Metaplan

® e sono giunti a lla mappa tura degli stakeholde r e a una bre ve ana lisi di contesto.

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