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Academic year: 2021

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(1)

Energia interna

L’energia interna Eint di un sistema `e la somma delle energie cinetiche e potenziali (dovute alle interazioni) delle particelle che lo compongono.

In generale, `e una funziona complicata delle variabili di stato.

Abbiamo assunto che per un gas ideale l’energia interna sia funzione solo della temperatura. Dimostriamo ora questa affermazione con la teoria cinetica dei gas.

Nel nostro modello di gas ideale, le particelle (atomi o molecole) che compongono il gas sono cosiderate puntiformi e indipendenti: non interagiscono fra di loro (se non con urti elastici) e subiscono forze solo quando urtano le pareti. L’energia interna `e solo cinetica:

Eint = N K

dove K `e l’energia cinetica media di ognuna delle N particelle. Dimostriamo ora che K = 3

2kBT e quindi

Eint = N K = 32nRT

(2)

Gas ideale: velocit` a delle particelle e pressione (1)

Consideriamo l’urto elastico di una particella contro una parete verticale, come in figure. Avremo

vx0 = −vx; vy0 = vy; vz0 = vz; (~v 0)2 = (~v)2.

La variazione di quantit`a di moto della particella (perpendicolare alla superficie e diretta verso sinistra) `e quindi ∆P = −2mvx.

Nel tempo dt, le particelle che urtano la superficie ∆A con velocit`a ~v sono quelle che si trovano nel parallelepipedo (obliquo) di base ∆A e altezza vxdt (tratteggiato in figura) di volume ∆Avxdt. Se V `e il volume occupato dal gas e N (~v) il numero di particelle con velocit`a ~v, il numero dn di particelle che nel tempo dt urtano l’elemento di superficie ∆A `e

dn = 1

2N (~v)∆Avxdt V

(il fattore 1/2 perch´e in media solo met`a delle particelle nel volumetto si dirige verso la parete). Di conseguenza la variazione di quantit`a di moto dP~v delle particelle che urtano la superficie ∆A a velocit`a ~v `e

dP~v = dn∆P = 1

2N (~v)∆Avxdt

V · (−2mvx) = −mN (~v)

V vx2∆Adt.

(3)

Gas ideale: velocit` a delle particelle e pressione (2)

Includiamo le altre particelle con tutte le possibili velocit`a: la superficie ∆A riceve una quantit`a di moto nel tempo dt

dP = X

~v

dP~v = m∆Adt V

X

~v

N (~v)vx2.

Questa deve essere pari all’impulso della forza media risultante sulla superficie ∆A nel tempo dt, e cio`e dP = Fxdt. Quindi, sulla superficie ∆A agisce una pressione

p = Fx

∆A = 1

∆A dP

dt = m V

X

~v

N (~v)vx2 = mN V vx2, dove vx2 = N1 P

~v N (~v)vx2 `e il valore quadratico medio della componente lungo x della velocit`a delle particelle ed N `e il numero totale di particelle del gas. Ma il moto delle particelle `e isotropo: vx2 = vy2 = vz2 = 13 v2 e perci`o

p = 1

3mN

V v2 = 2 3

N V

 1

2m v2



= 2 3

N V K, dove K = 12m v2 `e l’energia cinetica media delle particelle.

(4)

Pressione e temperatura di un gas ideale

Il risultato appena ricavato pu`o essere espresso anche nella forma seguente p = 2

3 N

V K = 1 3

N m

V v2 = 1 3

M

V v2 = 1

3ρ v2

dove M = N m `e la massa complessiva del gas e ρ = M/V `e la sua densit`a.

Utilizzando la legge dei gas ideali (pV = nRT ) il risultato precedente ci permette di ricavare la velocit`a quadratica media delle particelle vqm e scrivere

vqm = p

v2 = r 3RT NAm =

r3kBT m

L’energia cinetica media di una particella di gas `e proporzionale alla temperatura:

K = 12mv2 = 1

2m v2 = 3 2

pV

N ⇒ K = 3

2kBT

In generale, la temperatura di qualsiasi corpo (anche non gassoso) `e in stretta relazione con l’energia cinetica delle particelle che lo compongono; il risultato precedente mostra che per un gas ideale T e K sono direttamente proporzionali.

(5)

Distribuzione delle velocit` a molecolari (1)

Abbiamo ricavato la velocit`a quadratica media vqm delle molecole di una gas ideale ad una data temperatura. Ma le velocit`a delle particelle sono distribuite secondo una legge che venne ricavata da Maxwell nel 1852.

Tale distribuzione `e determinata dalla seguente funzione di distribuzione di probabilit`a

P (v) = 4π

 m

2πkBT

3/2

v2e

mv2 2kBT,

P (v) per l’ossigeno a T = 300 K

dove v `e la velocit`a molecolare (in modulo), T la temperatura, m la massa delle molecole del gas e kB = 1.38 · 10−23 J/K la costante di Boltzmann.

P (v)dv `e la probabilit`a che le particelle del gas abbiano velocit`a comprese tra v e v + dv; la frazione di molecole con v1 < v < v2 `e data dall’integrale

Z v2 v1

P (v)dv.

I fattori a sinistra di v2 sono scelti in modo che la distribuzione sia normalizzata:

Z

0

P (v)dv = 1.

(6)

Distribuzione delle velocit` a molecolari (2)

La velocit`a (modulo) media delle molecole del gas si ottiene pesando i diversi valori di v con la rispettiva probabilit`a P (v)dv:

v =

Z

0

vP (v)dv da cui si ottiene v =

r8kBT πm

Allo stesso modo si pu`o valutare il valor medio della velocit`a al quadrato v2, dalla quale, ovviamente, si ritrova il risultato vqm = p3kBT /m, gi`a visto in precedenza.

Notare che il valore pi`u probabile della velocit`a, cio`e il valore che massimizza la funzione P (v), `e data da vP =

r2kBT

m ed `e diversa sia da vqm che da v.

Qui a lato sono riportate le distribuzioni per due diverse temperature (T = 80 K e T = 300 K). Si noti come le distribuzioni variano con la temperatura.

(7)

Gas ideale: Calore specifico molare

Il calore Q scambiato da un gas con l’ambiente pu`o essere scritto come Q = nc∆T , dove c `e il calore specifico molare, che dipende dalla trasformazione seguita!

• Trasformazione a volume costante (isocora): Q = ncV ∆T , dove cV `e il calore specifico molare a volume costante. Il lavoro fatto dal gas `e nullo: L = 0. Dalla prima legge della termodinamica segue che ∆Eint = Q, da cui 32nR∆T = ncV ∆T e infine cV = 3

2R . L’energia interna pu`o quindi essere scritta come Eint = ncV T

• Trasformazione a pressione costante: Q = ncp∆T , dove cp `e il calore specifico molare a pressione costante.

In una trasformazione isobara il lavoro fatto dal gas `e L = p∆V . Dalla prima legge della termodinamica otteniamo ∆Eint = Q − L, da cui ncV ∆T = ncp∆T − p∆V . Usiamo la legge dei gas ideali: p∆V = nR∆T e quindi ncV ∆T = ncp∆T −nR∆T , e infine: cp = cV + R = 52R

(8)

Gas poliatomici e calori specifici

Nei gas reali possiamo avere molecole a pi`u atomi. Il moto di tali molecole `e la sovrapposizione di un moto traslazionale e di uno rotazionale (escludendo i moti vibrazionali). L’energia cinetica si ripartisce tra i gradi di libert`a traslazionali e rotazionali. Per i soli gradi di libert`a traslazionali:

K = 32kBT, cV = 32R

cio`e un’energia media 12kBT per grado di libert`a traslazionale. Per particelle classiche vale il Principio di equipartizione dell’energia:

l’energia si ripartisce equamente tra i gradi di libert`a delle molecole; ad ogni grado di libert`a compete un’energia cinetica media pari a 12kBT . Se f `e il numero totale di gradi di libert`a: K = f2kBT da cui cV = f2R e cp = cV + R = f +22 R.

(9)

Trasformazione adiabatica di un gas ideale

In una trasformazione adiabatica il gas non scambia calore con l’ambiente: Q = 0.

Dalla prima legge della termodinamica in forma differenziale: dEint = −dL = −pdV . Esplicitando l’espressione dell’energia interna otteniamo ncV dT = −pdV da cui, usando la legge dei gas ideali:

ncV dT = −nRT

V dV → cV dT

T = −RdV V ,

Integrando a primo (tra Ti e Tf) e secondo membro (tra Vi e Vf), ricaviamo

log Tf

Ti = − R

cV log Vf

Vi ⇒ log Tf

Ti = log  Vi Vf

R/cV

⇒ TfVfR/cV = TiViR/cV

Infine, facendo ancora uso la legge dei gas ideali otteniamo

pfVf(cV+R)/cV = piVi(cV+R)/cV → pV γ =cost. con γ = cp/cV

Si noti che lungo un’adiabatica di un gas ideale vale anche T V γ−1 =cost.

(10)

Trasformazioni politropiche

Una trasformazione politropica di un gas ideale segue la seguente legge:

pV k = cost.

dove k `e un coefficiente costante con k 6= γ = cp/cV (l’esponente delle adiabatiche).

La somiglianza con la legge che definisce le adiabatiche potrebbe far pensare che tali trasformazioni presentino caratteristiche analoghe. Al contrario, a seconda del valore di k, le politropiche mostrano comportamenti anche molto diversi.

Per un aumento di volume dV determiniamo il calore scambiato dQ lungo una trasformazione politropica. Dalla 1a legge della termodinamica scriviamo

dQ = dEint + dL = ncVdT + pdV

Essendo p = AV −k (dato che `e pV k = A con A =cost.), allora `e pV = nRT ⇒ T = pV

nR = A

nRV 1−k ⇒ dT = A

nR(1 − k)V −kdV, (∗)

(11)

e quindi

dQ = cV

R (1 − k)AV −kdV + pdV = hcV

R (1 − k) + 1i

pdV

Si noti che la quantit`a inclusa nelle parentesi quadre `e una costante e che il suo segno (essendo dV > 0) determina il segno del calore scambiato. Si vede facilmente che `e

dQ =

 > 0 k < γ

< 0 k > γ

Si noti che in caso di k = γ la quantit`a tra le parentesi quadre `e nulla e quindi dQ = 0.

Si pu`o definire il calore specifico molare ck per una politropica come Q = nck∆T Dall’espressione (∗) della precedente slide si noti che possiamo scrivere

dV = nR

(1 − k)AV kdT ⇒ dQ = ncV dT + pdV = n



cV − R k − 1



dT.

L’espressione tra parentesi quadra `e il calore specifico menzionato.

(12)

Trasformazioni politropiche, riassunto

Calore specifico molecolare per una trasformazione politropica pV k =cost.:

ck = cV − R k − 1

Al variare di k possiamo ritrovare i quattro tipi di trasformazioni viste finora:

• k = 0: isobara. Infatti vale ck = cV + R = cp

• k → 1: isoterma. In tal caso, |ck| → ∞ data la costanza della temperatura

• k = γ: adiabatica. In tal caso, ck = 0 dato che Q = 0

• k → ∞: isocora. Infatti vale ck = cV .

Notare che per 1 < k < γ il calore specifico ck `e negativo! non c’`e nulla di strano: in tali condizioni il gas produce pi`u lavoro di quanto calore assorba, per cui la sua temperatura cala, e viceversa

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