HOEPLI
Angelo Infussi Andrea Chini Carmelo Cammarata
LEZIONI DI
TECNOLOGIE E TECNICHE DI RAPPRESENTAZIONE GRAFICA
Per il primo biennio
LEZIONI DI
TECNOLOGIE E TECNICHE DI
RAPPRESENTAZIONE GRAFICA
EDITORE ULRICO HOEPLI MILANO
Angelo Infussi Andrea Chini Carmelo Cammarata
LEZIONI DI
TECNOLOGIE E TECNICHE DI RAPPRESENTAZIONE GRAFICA
Per il primo biennio
UN TESTO PIÙ RICCO E SEMPRE AGGIORNATO Nel sito www.hoepliscuola.it sono disponibili:
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• eventuali aggiornamenti dei contenuti del testo.
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Ai giorni che abbiamo vissuto con quanti ci hanno voluto bene e nei posti a noi cari, perché sono stati i nostri sogni nel passato,
tenacia nel presente, e saranno speranza nel futuro.
Indice
Presentazione XIII
Struttura del testo XV
Utilizzo del CD-ROM XVI
Modulo A
IMPARIAMO A DISEGNARE Unità didattica 1
Nomenclatura e costruzioni geometriche 2
Lezione 0 • Strumenti da disegno 2
Fogli – Matite – Matite – Squadre- Compasso
Lezione 1 • Introduzione al disegno 6 Le scale di rappresentazione – Le unità di misura – Le tecniche di disegno a mano libera
Lezione 2 • Le tecniche del disegno a mano
libera 10
Dignità artistica – Omotetia – Metodo della quadrettatura
Lezione 3 • Il disegno tecnico: curve, piani,
rette 14
Il punto – La retta – La linea spezzata poligonale – La curva
Lezione 4 • Gli angoli 18
L’angolo e i vari tipi di angoli – Angoli complementari e supplementari – Bisettrice di un angolo
Lezione 5 • Il triangolo 20
I vari tipi di triangoli – L’ortocentro – Il baricentro – Costruzione di alcuni tipi di triangolo
Lezione 6 • I quadrilateri e i poligoni regolari 22 Il quadrilatero – I vari tipi di quadrilatero
(quadrato, rettangolo, rombo, trapezio) Lezione 7 • Tipiche costruzioni di poligoni
regolari 24
Triangolo equilatero – Quadrato – Pentagono regolare – Esagono regolare
Lezione 8 • Procedimento generale
per la costruzione di poligoni regolari 26 Decagono – Poligono regolare di un numeo
qualsiasi di lati
Lezione 9 • La circonferenza 28
La circonferenza per tre punti – Divisione della circonferenza in parti uguali – Regola generale della divisione di una circonferenza in un numero qualsiasi di parti uguali
Lezione 10 • Le tangenti e i raccordi 30 La tangente – Conduzione di una tangente
a una circonferenza
Lezione 11 • Gli angoli e il numero π 32 Il numero π – Gradi sessagesimali e radianti
Lezione 12 • L’evolvente di cerchio 34 Definizione e tracciatura
Lezione 13 • La cicloide 36
Definizione e tracciatura
Lezione 14 • Tracciatura del dente
di una ruota dentata 38
Definizione e tracciatura – Glossario minimo
Verifica 40
Unità didattica 2
Tecniche di rappresentazioni grafiche 44 Lezione 15 • Il foglio e il cartiglio 44 Squadratura di un foglio – Preparazione
e compilazione di un cartiglio
Lezione 16 • Le proiezioni ortogonali 46 Proiezione di un punto – Proiezione di una
retta – Proiezione di un trapezio
Lezione 17 • Le proiezioni di solidi (1) 48 Proiezione ortogonale di un parallelepipedo – Proiezione ortogonale di una piramide
VII
Indice
VIII
Lezione 18 • Le proiezioni di solidi (2) 50 Proiezione ortogonale di un prisma retto
Lezione 19 • Esercizi sulle proiezioni
di solidi 52
Proiezione ortogonale di un tronco di piramide Lezione 20 • I gruppi di solidi 54 Proiezione di una piramide quadrata
e di un parallelepipedo
Verifica 58
Unità didattica 3
Sviluppi, sezioni e compenetrazioni
di solidi 60
Lezione 21 • Sviluppi di solidi regolari 60 Cubo – Tetraedro – Prisma a base quadrangolare Lezione 22 • Sviluppo di piramide a base
quadrata e di cono retto 62
Definizione di piramide – Solidi di rotazione e di rivoluzione – La sfera
Lezione 23 • Sviluppo di un tronco di cono
e dell’elica cilindrica 66
Definizione di tronco di cono – Procedura dello sviluppo – Definizione di elica cilindrica e procedure dello sviluppo
Lezione 24 • Sezione di un parallelepipedo 68 Definizione di sezione – Sezione di un solido
generico – Come sezionare un parallelepipedo Lezione 25 • Sezione di due piramidi 70 Piramide a base esagonale – Piramide a base
rettangolare – Sviluppo di una piramide retta a base rettangolare
Lezione 26 • Intersezioni e compenetrazioni
di solidi 72
Le linee di intersezione – Rappresentazioni
Verifica 74
Unità didattica 4
Le proiezioni assonometriche 76
Lezione 27 • Le proiezioni assonometriche
ortogonali e cavaliere 76
Definizione – Vari tipi di assonometrie
Lezione 28 • I vari tipi di assonometrie 78 Assonometria ortogonale – Assonometria cavaliera
Lezione 29 • Le prospettive 86
Definizioni – Tecniche
Lezione 30 • Il metodo dei punti
di distanza 88
Fase preparatoria sul piano di terra – Fase di esecuzione sul quadro
Lezione 31 • Il metodo dei punti di fuga 92 Fase di preparazione – Fase di costruzione
Lezione 32 • Il metodo dei punti misuratori 96 Fase preparatoria – Fase di costruzione
Lezione 33 • Il metodo dei raggi visuali 98 Caso del rettangolo – Prospettiva accidentale
Lezione 34 • La teoria delle ombre 100 Definizioni e spiegazione
Verifica 108
Unità didattica 5
Cenni di disegno meccanico 110
Lezione 35 • Nozioni di base del disegno
di macchine 110
Definizione – Glossario essenziale – I vari passaggi
Lezione 36 • Le viste in sezione 114 Campitura – Classificazione delle sezioni
Lezione 37 • La quotatura 120
Quota nominale – Quote di grandezza e di posizione – Quote funzionali, non funzionali, ausiliarie
Lezione 38 • Alberi di trasmissione 122 Alberi ad asse rettilineo – Alberi a gomito –
Alberi a camme – Mozzo e organi correlati Lezione 39 • Collegamenti per trasmissione di potenza: chiavette, linguette, alberi
scanalati 124
Definizioni – Introduzione del concetto di vettore Lezione 40 • Conicità e collegamenti
con spine coniche e cilindriche 128 Definizioni – Normative
Lezione 41 • Organi filettati 130
Accoppiamento filettato – Filettatura – Normativa
Indice
Lezione 42 • Guida del moto 136
Guida alla rotazione e alla traslazione – Cuscinetti e attrito
Lezione 43 • Trasmissione del moto 140 Ingranaggi – Assi – Cinghie e catene
Lezione 44 • Le tolleranze dimensionali
e le rugosità 146
Accoppiamenti – Imprecisioni – Alberi e fori – Tolleranze geometriche – Rugosità superficiale
Verifica 148
Modulo B
ESPRIMIAMOCI CON I GRAFICI Unità didattica 6
Grafici per la gestione dei processi 152
Lezione 45 • Definizioni 152
Schema a blocchi – Organigramma e distinta base – Diagramma di flusso – Tabelle –
Diagramma di Gantt – Diagramma cartesiano – Istogramma – Carta geografica – Carta tematica
Lezione 46 • La distinta base 154
Definizione – Importanza – Classificazione
Lezione 47 • L’organigramma 156
Definizione – Organi di line e staff – Rappresentazione
Lezione 48 • Il diagramma di flusso 160 Efficacia – Efficienza – Forma dei blocchi
Lezione 49 • Le tabelle 162
Organizzazione – Tabelle di verità – La tavola pitagorica
Lezione 50 • Il diagramma di Gantt 164 Utilizzo – Stadi – Esempi
Verifica 166
Unità didattica 7
Grafici utilizzati nelle materie scientifiche 168 Lezione 51 • Il piano cartesiano 168 Sistema di riferimento cartesiano – I quadranti
Lezione 52 • L’istogramma e la regola
di Pareto 170
Tipologie di istogrammi – Diagramma e regola di Pareto
Lezione 53 • Le carte geografiche, le carte
tematiche e i cartogrammi 172
La scala – Le operazioni del cartografo –
Rappresentazioni grafiche a interesse geografico
Verifica 174
Modulo C
IMPARIAMO A RICONOSCERE I COMPONENTI DI UN IMPIANTO Unità didattica 8
Componenti idraulici e termici 176 Lezione 54 • Gli apparati di sicurezza
idraulici 176
Vasi di espansione – Valvole di sicurezza – Valvole di intercettazione combustibile – Valvole di scarico
Lezione 55 • Gli apparati di misura
e controllo 180
Termometro – Manometro – Pressostato – Flussostato
Lezione 56 • Pompe e circolatori 182 Pompe centrifughe – Pompe volumetriche –
Portata – Impianti a vaso aperto e a vaso chiuso
Verifica 186
Unità didattica 9
Componenti pneumatici 188
Lezione 57 • Cenni di fisica per
la pneumatica 188
Impianti pneumatici – Aria – Pressione atmosferica, relativa e assoluta
Lezione 58 • L’aria compressa 192
Definizione – Centrale di compressione – Configurazioni della conduttura principale
Lezione 59 • Gli attuatori lineari e rotativi 194 Tipologie di attuatori – I pistoni –
Attuatori rotativi
IX
Indice
X
Lezione 60 • Le valvole 198
Valvole distributrici – Valvole di controllo della portata – Valvole di controllo della pressione – Valvole speciali
Lezione 61 • Semplici circuiti pneumatici 200 Circuito pneumatico – Circuito di comando
di un cilindro – Comando di direzionamento – Comando di sicurezza
Verifica 202
Unità didattica 10
Componenti elettrici 204
Lezione 62 • Nozioni fondamentali
sull’elettricità 204
Intensità di corrente – Potenziale – Tensione – Generatore di tensione
Lezione 63 • Impianti elettrici. Nozioni
fondamentali sui circuiti elettrici 206 Resistenza – Potenza – Legge di Ohm
Lezione 64 • Impianti elettrici. Conoscenze
di base di elettrotecnica 208
Sistemi di alimentazione – Cortocitrcuito – Sovraccarico – Interruttori
Lezione 65 • Impianti elettrici. Schemi elettrici e segni grafici dei principali
componenti elettrici 210
Simboli grafici e fotografie
Verifica 217
Modulo D
SISTEMI INFORMATICI Unità didattica 11
Disegno con AutoCAD 220
Lezione 66 • Le coordinate 220
Coordiante assolute – Coordinate relative – Coordinate polari
Lezione 67 • Preparare un modello 222 Definizione e procedura
Lezione 68 • Il disegno di figure piane 224 Comandi per costruire un quadrato –
Comandi per costruire un esagono – Comandi per costruire un triangolo equilatero
Lezione 69 • Il disegno di una porta
giocattolo 226
La successione dei comandi – Il comando Serie Lezione 70 • Disegnare un albero a gradini 228 La successione dei comandi – Il comando
Specchio
Lezione 71 • Disegnare un albero con conicità
e foro passante 230
Procedura ed esercitazioni guidate
Lezione 72 • La quotatura 232
Uso del menu Quotatura a seconda del tipo di quote – Esercitazioni guidate
Lezione 73 • Costruzione di un’iperbole 234 File Squadratura e successione dei comandi
Verifica 236
Unità didattica 12
Impariamo ad archiviare e ricercare dati 242 Lezione 74 • Metodi di archiviazione della
documentazione 242
Messa in forma – Faldone – P & ID – Codici – Registro dei prelievi
Lezione 75 • Archiviazione di file e cartelle 244 File e cartelle – Database – Anagrafica
Lezione 76 • Archivio dati “Tabularium” 246 Utilizzazione di un archivio in Exel per
l’archiviazione e ricerca di file
Verifica 248
Unità didattica 13
Impariamo a eseguire un rilievo 250 Lezione 77 • Le fasi di un rilievo 250 Generalità – Osservazione dell’oggetto –
Disegno – Condizione necessaria e sufficiente
Lezione 78 • Rilievo di un pezzo meccanico 254 Rilievo di un pezzo meccanico con calibro
e micrometro – Restituzione grafica a mano libera
Indice
Lezione 79 • Rilievo architettonico
tradizionale 256
Le fasi del rilievo – Rlievo diretto – Rilievo con sistema tridimensionale – Fasi del rilievo – Rilievo di una stanza di appartamento – Rilievo di una facciata
Lezione 80 • Rilievo con strumentazione
elettronica 258
Strumenti per eseguire il rilievo – GPS
Lezione 81 • Rendering di oggetti 260 Accenni – Rendering di un salvagente anulare
Verifica 262
Unità didattica 14
Impariamo a studiare un progetto 264 Lezione 82 • Fasi della progettazione 264 Analisi del problema – Dati storici e raccolta
di informazioni – Studiare la fattibilità
Lezione 83 • Rappresentazione grafica nella
progettazione meccanica 266
Diagrammi delle sollecitazioni – Principio di sovrapposizione degli effetti
Lezione 84 • Esempio di rappresentazione grafica della pressione nella progettazione
di un serbatoio 268
Legge di Stevino – Rappresentazione del serbatoio e sviluppo della lamiera
Verifica 270
XI
Presentazione
Scritto per il primo biennio degli Istituti tecnici e professionali secondo le indicazioni dell’attuale riforma, il vo- lume affronta con organicità e completezza le principali “tecniche e tecnologie di rappresentazione grafica”, le quali costituiscono un vero e proprio linguaggio di base applicabile a vari settori dello scibile umano, che alla stre- gua di materie come l’italiano e la matematica, deve possedere la nuova figura di tecnico richiesta dal mondo del lavoro.
In una fase molto delicata della società moderna, caratterizzata da rapidi cambiamenti che, investendo tutti i settori della vita sociale, segneranno irreversibilmente la nostra epoca, la scuola non poteva sottrarsi a ripen- sare e riorganizzare l’offerta formativa, pena il suo distacco definitivo dal mondo del lavoro.
La nuova materia, Tecnologie e tecniche di rappresentazione grafica si propone come strumento per acquisire e sviluppare abilità necessarie a soddisfare le nuove esigenze di una didattica volta alla professionalizzazione e alla preparazione tecnico-pratica dei ragazzi, in relazione allo specifico lavoro che dovranno svolgere.
Il testo consta di 4 moduli didattici:
• Modulo A – Impariamo a disegnare
A partire dagli argomenti più generali quali gli strumenti da disegno o le tecniche di rappresentazione a mano libera, approda alla trattazione di argomenti che tradizionalmente vengono insegnati in tutte le scuole supe- riori, quali le proiezioni ortogonali (o di Monge), proiezioni assonometriche, proiezioni prospettiche e teoria delle ombre. Riveste un ruolo importante anche la trattazione del disegno di macchine, materia che prece- dentemente, in via esclusiva, veniva insegnata negli Istituti professionali per l’industria e l’artigianato. Dato il tempo ridotto da dedicare al disegno di macchine, va da sé la contrazione doverosa degli argomenti e la loro esemplificazione, senza che però vengano tralasciati i concetti fondamentali alla loro comprensione. Si ri- manda a corsi specifici nel triennio successivo l’eventuale approfondimento dei concetti e lo studio rigoroso della normativa specifica.
• Modulo B – Esprimiamoci con i grafici
Questo modulo rende padrone lo studente delle principali tecniche grafiche con cui è possibile gestire dati e palesare dei riscontri. La grafica non è solo un valido strumento per presentare i dati e risultati ottenuti, ma anche per gestire i dati stessi, per impostare la risoluzione e il monitoraggio di un dato problema.
• Modulo C – Impariamo a riconoscere i componenti di un impianto
Vengono presentate le principali tecniche di rappresentazione grafica nell’ambito degli impianti idraulici, pneumatici ed elettrici corredate da spiegazioni di carattere fisico-tecnico. Queste spiegazioni sono un utile strumento con cui sarà possibile l’attuazione di un’interdisciplinarità concreta con altre materie del primo biennio quali Fisica, Matematica, Tecnologia dell’informazione e della comunicazione, Tecnologie informati- che. Lo scopo del modulo non è quello di esaurire la trattazione dei vari tipi di impianti incontrati, ma quello di presentare le principali modalità di rappresentazione degli impianti e il ruolo della tecnica grafica nella presentazione di una relazione ovvero nella risoluzione di un progetto o problema impiantistico.
• Modulo D – Sistemi informatici
Vengono presentate le principali modalità con cui la tecnologia grafica è di ausilio al mondo dell’informatica e allo sviluppo di modelli per la risoluzione di problemi nei vari settori della tecnica. Dalla trattazione dei tra- dizionali argomenti riguardanti il mondo di AutoCAD, del rilievo e del rendering, fino alla logica delle tecni- che grafiche nella gestione degli archivi aziendali, nell’ambito della progettazione, intesa in senso lato, come risoluzione di un dato problema.
XIII
Presentazione
XIV
Un testo scolastico che deve tradurre i propositi della riforma non si improvvisa. Per essere efficace non deve raccogliere la sola competenza tecnica degli autori, deve essere scritto in una forma che aiuti il docente a cam- biare i contenuti e il modo di proporre gli argomenti e contemporaneamente aiuti la comprensione e la memo- rizzazione da parte dello studente predisposto, per sua scelta, a conoscere la pratica più che la teoria delle
“situazioni”.
Il testo è strutturato con una originalissima veste editoriale perché esaurisce nelle due pagine una lezione, stile quasi da manuale tecnico; presenta la traduzione dei punti salienti di ogni spiegazione e dei concetti chiave in lingua inglese e francese data la grande attenzione dell’attuale ordinamento rivolta allo studio delle lingue e a quella per gli studenti, che pur non italiani, si trovano a frequentare i corsi tenuti nelle nostre scuole, oggi molto più numerosi che nel passato.
Il libro prevede alla fine di ogni Unità didattica un certo numero di esercizi a risposta chiusa e aperta. Essi hanno la caratteristica di non essere raggruppati in tipologie di esercizi “standard” ma di prevedere comunque una certa gradualità di difficoltà: questo per non abituare lo studente a ragionare per tipologia di esercizi ma a affrontare i problemi proposti come se fossero sempre nuovi e quindi trovando di volta in volta le impostazioni risolutive più opportune.
Il testo è corredato da un CD-ROM nel quale sono presenti numerosi esercizi proposti e molte utilities impie- gate per la sua stesura.
Questo materiale è segnalato nelle varie lezioni con le seguenti icone
L’opera è completata da risorse online quali file in PowerPoint nei quali sono riportati gli argomenti di cia- scuna lezione e un esercizio interattivo in Visual Basic che consente di rendere più efficace il processo di sintesi e verifica dell’apprendimento.
La convinzione degli autori ricordata dall’aforisma “Chi ha un perché forte può superare qualsiasi come” per- mea ogni pagina del libro: questo vuole essere uno strumento con cui lo studente possa trovare un suo personale metodo di studio, applicabile in ogni campo in cui egli vorrà cimentarsi.
Gli autori ringraziano anticipatamente tutti coloro che vorranno far pervenire, tramite l’Editore, osservazioni, critiche e suggerimenti atti a migliorare il testo.
ANGELOINFUSSI, ANDREACHINI, CARMELOCAMMARATA
Ringraziamenti
Un senso di viva riconoscenza esprimiamo all’ingegner Stefano Frosini, per i consigli che ci ha dato durante la stesura del testo, nonché per l’incoraggiamento nei momenti di maggiore difficoltà.
Dell’aiuto fornito, nonché della fiducia dimostrata, gli autori desiderano ringraziare la professoressa Lucia Bonfigli che, con diligenza e abnegazione, ha corretto le prime bozze, migliorando decisamente la chiarezza del testo; le professoresse Nadia Nocchi, Adriana Caprai, Candida Mazzone che hanno eseguito le traduzioni in lin- gua inglese e francese riportate in ogni lezione. Gratitudine e riconoscenza a Eleonora Frosini per il supporto for- nito.
Struttura del testo Modulo
A
Impariamo a disegnar
➤ Obiettivi
e
➤ Abilità
➤ Competenze
• Gli strumenti da disegno tecnico
• Concetti fondamentali del disegno a mano libera e geometrico
• Nozioni base di geometria
• Costruzioni geometriche dibase e cur ve di rotolamento
• Proiezioni ore assonometrie, sezioni togonali e sviluppi di solidi r
egolari
• Le prospettive e le ombr
• Nozioni di disegno di e macchine, quotatura, viste e sezioni
• Concetti specifici di disegno di macchine, alberi di trasmissione, chiavette, linguette, or
gani filettati e per la trasmissione del moto
• Semplici complessivi di approfondimento
• Rappresentarscala sia a mano libera chee oggetti in con l’ausilio di str
umenti da disegno
• Risolverproblemi geometrici e graficamente elementari
• Scegliere e applicar e la tecnica più oppor
tuna per rappresentare gli oggetti in modo da dispor
re della loro visione tridimensionale
• Eseguirdei solidie lo sviluppo
• Rappresentarcon la loro ombrae gli oggetti
• Saper analizzar interpretare e ripre,
odurre oggetti di vita quotidiana
• Rappresentar e la realtà mediante str
umenti e linguaggi specifici
• Rappresentarspaziale di oggetti anchee la visione complessi
Le Unità didattiche 1. Nomenclatura e costruzioni geometriche 2. Tecniche di rappresentazioni grafiche 3. Sviluppi, sezioni e compenetrazioni
di solidi
4. Prospettiva, assonometria e ombre 5. Cenni di disegno meccanico
Una grande risorsa di materiali didattici integrativi e interattivi è disponibile registrandosi sul sito
www.hoepliscuola.it all’area dedicata al testo
Lezioni di tecnologie e tecniche di rappresentazione grafica
.
1
3
4
2
5
1.
Nella pagina di apertura del Modulo vengono indicati sia i prerequisiti sia le conoscenze necessarie perché si possano conseguire gli obiettivi prefissati.2.
Tutte le lezioni sono organizzate in modo che sulla pagina di sinistra si trovi il testo essenziale e sulla quella di destra trovino posto sia le figure richiamate sia alcuni esercizi svolti o di verifica delle conoscenze.3.
In molte lezioni le note richiamano definizioni o concetti propri di altre materie, in modo che ognuno di quei concetti abbia una sua definizione.4.
Ogni lezione è corredata da un glossario bilingue essenziale in modo che lo studente prenda familiarità con un linguaggio ormai irrinunciabile.5.
Al termine di ciascuna delle 14 Unità didattiche che scandiscono i 4 Moduli si trova una nutrita serie di esercizi che consentono una puntuale verifica delle conoscenze acquisite.Utilizzo del CD-ROM
XVI
All’interno del CD-ROM allegato al testo si trovano utili supporti didattici per lo studio e le esercitazioni di molti argomenti trattati nel testo.
Nel CD-ROM sono contenute 5 cartelle, dedicate a vari argomenti.
Nella prima Esempi vari si trovano alcuni file AutoCAD (riferiti a vari settori di attività) che consentono di stu- diare come sono impostati i disegni in formato dwg.
Nella seconda, Esercitazioni comandi AutoCAD, sono riportate alcune esercitazioni che favoriscono l’appren- dimento dei comandi fondamentali del programma AutoCAD, come Linea, Taglia, Offset, Specchio e altri. Nelle varie esercitazioni in colore bianco sono riportate le informazioni sul comando in esame, in colore giallo sono indicate le procedure da seguire per un corretto utilizzo dei vari comandi, mentre in colore rosso sono eviden- ziate le particolarità e le curiosità che è necessario conoscere sull’uso del programma.
Nella terza cartella, Esercizi di verifica UD11, si trovano le tracce in formato dwg delle tavole di verifica del- l’unità didattica 11 presenti a fine unità, utilizzabili come base di partenza per la risoluzione delle attività pro- poste.
La cartella File di Excel è dedicata ai fogli di calcolo Excel presentati nelle varie lezioni completamente fun- zionanti, in cui lo studente può interagire per verificare quanto illustrato nelle varie lezioni di riferimento.
Nella cartella Tracce CAD degli esercizi del libro sono riportati gli esercizi già iniziati ma da completare.
Nell’ultima cartella UD11 Esercitazioni guidate sono riportate, come nella precedente, le tracce in formato Au- toCAD delle esercitazioni guidate proposte nell’unità didattica 11.
Nel testo tutti i contenuti del CD sono indicati tramite il simbolo del CD-ROM, per quanto riguarda i file CAD, e con il simbolo XLS per i file Excel.
Presente nel CD è anche il Plot style, cioè lo stile da utilizzare per stampare le esercitazioni dei comandi Au- toCAD.
Modulo A
Impariamo a disegnare
➤ Obiettivi ➤ Abilità ➤ Competenze
• Gli strumenti da disegno tecnico
• Concetti fondamentali del disegno a mano libera e geometrico
• Nozioni base di geometria
• Costruzioni geometriche di base e curve di rotolamento
• Proiezioni ortogonali e assonometrie, sezioni e sviluppi di solidi regolari
• Le prospettive e le ombre
• Nozioni di disegno di macchine, quotatura, viste e sezioni
• Concetti specifici di disegno di macchine, alberi di trasmissione, chiavette, linguette, organi filettati e per la trasmissione del moto
• Semplici complessivi di approfondimento
• Rappresentare oggetti in scala sia a mano libera che con l’ausilio di strumenti da disegno
• Risolvere graficamente problemi geometrici elementari
• Scegliere e applicare la tecnica più opportuna per rappresentare gli oggetti in modo da disporre della loro visione tridimensionale
• Eseguire lo sviluppo dei solidi
• Rappresentare gli oggetti con la loro ombra
• Saper analizzare,
interpretare e riprodurre oggetti di vita quotidiana
• Rappresentare la realtà mediante strumenti e linguaggi specifici
• Rappresentare la visione spaziale di oggetti anche complessi
Le Unità didattiche
1. Nomenclatura e costruzioni geometriche 2. Tecniche di rappresentazioni grafiche 3. Sviluppi, sezioni e compenetrazioni
di solidi
4. Prospettiva, assonometria e ombre 5. Cenni di disegno meccanico
Una grande risorsa di materiali didattici integrativi e interattivi è disponibile registrandosi sul sito www.hoepliscuola.it all’area dedicata al testo Lezioni di tecnologie e tecniche di rappresentazione grafica.
2
matita compasso
English
• The pencil is the tool which allows to draw a mark on the sheet. It consists of a wooden involucre and a core called lead.
Construction lines are performed by a lead 2H, while contour lines are drawn by a lead F.
• The compass is the tool which allows to draw arcs. It consists of two bars hinged to- gether. Many compasses have an adjustment screw opening.
✽ ✽ ✽ Français
• Le crayon est l’outil qui vous permet de dessiner une marque sur la feuille. Il est con- stitué d’une coque de bois et d’une âme appe- lée mine.
Les lignes de construction sont réalisés avec une mine 2H, tandis les lignes de contour sont dessinés avec une mine F.
• La boussole est l’outil qui vous permet de tracer des arcs. Elle se compose de deux bar- res articulées entre elles. Beaucoup des bus- soles ont une vis qui régle l’ouverture.
Il disegno tecnico, a differenza di quello artistico, interpreta la realtà in modo inequivocabile. Per evitare imperfezioni grafiche, il tecnico ricorre normalmente a strumenti quali una coppia di squadre, il compasso, il go- niometro, la gomma, la matita, il tecnigrafo (oggi quasi in disuso), fino al computer. In questa lezione introdurremo la strumentazione necessaria all’esecuzione tradizionale (con matita e foglio) di un disegno tecnico.
I fogli da disegno hanno un formato unificato secondo le regole gene- rali illustrate nella lezione 15. I disegni tracciati su questo testo hanno di- mensioni tali da poter essere adattati a un foglio UNI A4.
La matitaè lo strumento che permette di tracciare un segno sul foglio, ed è costituita da un involucro, generalmente di legno, e da un’anima detta mina, la quale è la parte che, consumandosi, determina il segno grafico.
Tanto più il foglio è ruvido e la mina tenera, tanto più la matita va tempe- rata spesso, allo scopo di mantenere il tratto delle linee costanti. La mina è ricavata da un impasto di grafite e caolino. La prima è una delle forme che il carbonio assume in natura e ha la caratteristica di essere nera, untuosa e sfaldabile. Il secondo è la base delle ceramiche e serve a tenere compatta la grafite.
Nella Tabella 1sono riportate le varie tipologie di mine con il loro uti- lizzo. In linea generale le mine di durezza compresa tra 2B e F sono adatte a eseguire disegni a mano libera, mentre per disegnare con gli strumenti oc- corrono mine comprese tra F e 2H. Generalmente le linee di costruzione (linee necessarie alla realizzazione del disegno ma del tutto immaginarie) vengono eseguite con una mina 2H mentre le linee di contorno, che vanno evidenziate, sono tracciate con la mina F. Il disegno, infatti, va prima rea- lizzato interamente con la matita 2H e solo dopo aver scelto le linee da mar- care si potrà usare una matita F, con l’accorgimento di coprire con un foglio bianco quella parte di disegno che è stata già ripassata con un tratto mar- cato, onde evitare di sporcare il foglio.
Al posto della matita è possibile utilizzare il portamine a pinza. L’affi- latura, in questo caso, è eseguita con l’aiuto di un raschietto di legno costi- tuito da un’asta rettangolare sulla quale sono incollate due strisce di carta vetrata, una a grana grossa e l’altra molto più fine.
Esistono in commercio anche le portamine automatiche (Figura 1) a mina sottile che non devono essere affilate.
La gomma serve a cancellare e deve essere morbida e non colorata.
Le squadre sono strumenti che servono a tracciare linee parallele e/o per- pendicolari tra di loro. Una di esse prevede un angolo di 90° e due di 45°
mentre l’altra uno di 90 °, uno di 60° e uno di 30° (Figura 2). Nelle Figure 3, 4, 5, 6e 7 sono illustrati i principali utilizzi di una coppia di squadre.
Prima di utilizzare le squadre occorre verificare che gli angoli retti siano veramente di 90°. Allo scopo si mette una squadra contro una riga, si trac- cia il profilo del cateto libero e si fa ruotare la squadra dalla parte opposta.
Mettendo a confronto il profilo attuale con quello precedentemente trac- ciato si vede se essi coincidono (Figura 3).
Unità
didattica 1
Nomenclatura e costruzioni geometriche
Modulo A• Impariamo a disegnare
0
Lezione Strumenti da disegno
3
Unità didattica 1• Lezione 0 • Strumenti da disegno
6H Mina durissima – Generalmente non si utilizza nel disegno tecnico per evitare di rigare il foglio 5H Mina durissima – Generalmente non si utilizza nel disegno tecnico per evitare di rigare il foglio 4H Mina durissima – Generalmente non si utilizza nel disegno tecnico per evitare di rigare il foglio 3H Mina molto dura – Si utilizza nel disegno tecnico per l’esecuzione delle linee di costruzione 2H Mina dura – Si utilizza nel disegno tecnico per l’esecuzione delle linee di costruzione
H Mina dura – Si utilizza nel disegno tecnico per l’esecuzione delle linee di costruzione anche se meno usata della 2H F Mina media – Si utilizza per la marcatura degli spigoli del disegno e di quanto va in genere marcato
HB Mina media – Il suo utilizzo non è diffuso nell’ambito del disegno tecnico e comunque è preferibile usare la mina F B Mina media – Il suo utilizzo non è diffuso nell’ambito del disegno tecnico e comunque è preferibile usare la mina F 2B Mina morbida – Il suo utilizzo non è diffuso nell’ambito del disegno tecnico
3B Mina morbida – Il suo utilizzo non è diffuso nell’ambito del disegno tecnico
• TABELLA 1 •
Figura 1 Da sinistra: contenitori di mine, temperamatite, gomma, portamine automatiche a mina sottile che non devono essere affilate e matita.
Figura 2 Squadre: in alto con angoli di 9O°, 60°, 30°; in basso con angoli di 90° e due di 45°.
a)
b)
Figura 3
a) Verifica degli angoli retti con esito positivo.
b) Verifica degli angoli retti con esito negativo: l’angolo in rosso manifesta l'errore dell'angolo retto.
90°
30°
90°
45°
60° 45°
4
Modulo A• Impariamo a disegnare
Figura 4
Le squadre, usate in coppia, sono utilizzate per la tracciatura di linee parallele. La squadra in basso viene tenuta bene salda sul foglio con la mano sinistra, mentre l’altra, scorrendo spinta delicatamente con la mano destra, serve da direttrice per la tracciatura dei segmenti in rosso, paralleli a quelli di coilore verde.
Figura 5 Analogamente alla figura 4, le squadre possono essere usate per la tracciatura di segmenti paralleli orizzontali.
Fino a non molto tempo fa i disegnatori facevano ricorso a un tavolo che poteva assumere le più svariate posizioni e inclinazioni, muniti di tec- nigrafo il quale è uno strumento che mantiene due righe perpendicolari tra di loro qualunque fosse il punto in cui questo veniva a trovarsi nel piano.
Oggi questo strumento è abbondantemente superato dall’uso del PC con software applicativi dedicati al disegno.
Il compasso è uno strumento che ci consente di tracciare gli archi. Que- sto antichissimo strumento da disegno in uso già nell’antico Egitto è stato per molti secoli provvisto di punte metalliche fisse e con esso, quindi, oltre al riporto di misure, si potevano tracciare solchi su un supporto. Questi sol- chi che fungevano da guida per le penne si riempivano poi con l’inchiostro.
Solo dal XVI secolo cominciarono a fare la loro comparsa compassi con il portamine. Oggi il compasso è generalmente costituito da due aste incer- nierate tra loro. Molti compassi possiedono una vite di regolazione di aper- tura (Figura 8), che fornisce rigidità allo strumento impedendo la casuale oscillazione delle aste durante la tracciatura. I compassi di questo tipo pos- siedono anche un dispositivo di svincolo delle aste rispetto alla vite che con- sente l’apertura rapida del compasso. Generalmente i compassi sono dotati anche di un’asta di prolunga, con ago e mina da disporre perpendicolar- mente al piano del disegno. L’ago del compasso, infine, deve sporgere di più rispetto alla mina in quanto esso non si ferma sul foglio ma deve pene- trare nel legno sottostante.
In Figura 9è rappresentato un goniometro con il quale è possibile mi- surare gli angoli. Il centro del goniometro deve essere fatto coincidere il ver- tice dell’angolo che si vuole tracciare. Nella figura sono riportati anche alcuni curvilinei, le cui curve sono sagome che permettono di scegliere vari tipi di profili per eseguire raccordi non direttamente tracciabili con il compasso.
Esistono anche curvilinei flessibili costituiti da una striscia di gomma con anima di piombo (Figura 10), che un tempo erano ottenuti da un sottilis- simo listello di legno.
5
Unità didattica 1• Lezione 0 • Strumenti da disegno
Figura 6
Tracciatura di rette parallele a una retta data:
semplicemente una squadra fa da “binario” mentre l’altra scorre permettendo la tracciatura delle rette (rosse) parallele.
Figura 8 Compassi senza e con vite di regolazione apertura.
Figura 9 In basso a sinistra, nella figura:
un goniometro.
A destra: tre curvilinei.
Figura 10 Curvilinei flessibili.
Figura 7
In questo caso la coppia di squadre è usata per tracciare la perpendicolare a una retta per un punto dato P. Si porta la squadra grande a coincidere con la retta (verde), se ne guida lo scorrimento all’indietro per ottenerne l’appoggio al fine di tracciare la riga perpendicolare per P (linea rossa).
P P
1 Introduzione al disegno
scala di rappresentazione English
• The method by which an object with differ- ent dimensions respect to the real ones is rep- resented is called representation scale; it can be defined as the relation between the dimension the draw and the real object measures.
• These scales are of several kinds, the most common are the numerical scales and the gra- phical scales.
✽ ✽ ✽ Français
• La méthode avec la quelle on représente un objet dont les dimensions sont différentes des dimensions réelles s’appelle échelle de repré- sentation. Celle-ci représente le rapport entre les dimensions du dessin et les dimensions réelles de l’objet.
• Ces échelles peuvent être de différentes formes, les plus répandues sont les échelles numériques et les échelles graphiques.
6
Modulo A• Impariamo a disegnare
Nell’esecuzione dei disegni, in modo particolare di quelli meccanici e ar- chitettonici, gli oggetti vengono rappresentati in una misura diversa dal- l’originale, in quanto essi possono avere dimensioni:
• talmente grandi da non poter essere contenute in un foglio da disegno, pertanto l’oggetto deve essere rimpicciolito (Figura 1.1a);
• talmente piccole che i suoi particolari sarebbero indistinguibili, se rap- presentati nelle dimensioni originali: in questo caso l’oggetto dovrà es- sere ingrandito (Figura 1.1b);
• adeguate per essere contenuto in un foglio da disegno e quindi l’oggetto può essere rappresentato in misura reale (Figura 1.1c).
Il metodo con cui si riesce a rappresentare un oggetto con dimensioni di- verse da quelle reali è dettoscala di rappresentazione, definita come il rap- porto tra le dimensioni del disegno e le misure reali dell’oggetto.
Le scale possono essere di vario tipo. Le più comuni sono le seguenti:
• Scale numeriche
Le scale numeriche si indicano nel modo seguente: 1 : 50, 1 : 100 ecc. Il primo termine individua l’unità di misura nel disegno, il secondo indica di quante volte rispetto all’unità, sono maggiori (o minori) le dimensioni dell’oggetto reale. Per l’indicazione e i campi di utilizzo di tali scale si veda la Tabella 1.1.
• Scale grafiche
Le scale grafiche si indicano mediante un segmento tracciato sulla parte inferiore della tavola; tale segmento viene suddiviso in parti uguali, ognuna delle quali corrisponde all’unità grafica utilizzata nella rappresentazione.
Per esempio, in Figura 1.1d un oggetto che sul disegno ha la stessa lun- ghezza del segmento della scala, a seconda delle indicazioni numeriche su di essa riportate, può misurare 2 km, 5 km o 100 km.
Una volta decisa la scala di rappresentazione è fondamentale scegliere l’unità di misura e la precisione con cui rappresentare il disegno.
Le unità di misura che dobbiamo utilizzare sono quelle del Sistema In- ternazionale indicato con la sigla SI, il quale, per ognuna delle grandezze fondamentali (e di alcune derivate), stabilisce le corrispondenti unità di mi- sura (Tabella 1.2) con multipli e sottomultipli (Tabella 1.3).
La precisione da adottare dipende invece dal problema che si intende affrontare, perché le “cifre significative dopo la virgola” hanno un senso solo se messe in relazione con il problema studiato.
Per esempio, se si percorre un tragitto di 340,89342 km, si sarà viaggiato per 340 km, 8 hm, 9 dam, 3 m, 4 dm, 2 cm: evidentemente per un tale per- corso la cifra decimale significativa è solo la prima.
Pertanto basterà scrivere 340,9 km, come del resto è riportato in tutti i comuni contachilometri delle automobili.
Lezione
Unità didattica 1• Lezione 1 • Introduzione al disegno
7
Figura 1.1a Prospetto nord.
Grandezza fisica Simbolo Nome unità Unità SI
Lunghezza l metro m
Massa M kilogrammo kg
Intervallo
di tempo t secondo s
Intensità
di corrente I, i ampere A
Temperatura
termodinamica T kelvin K
Quantità
di sostanza n mole mol
Intensità
luminosa Iv candela cd
Angolo piano α radiante rad
Area A metro quadrato m2
Volume V metro cubo m3
Tabella 1.2
Multipli
chilometro km 1000
metri
ettometro hm 100
metri
decametro dam 10
metri Unità
fondamentale metro m 1 metro
Sottomultipli
decimetro dm 0,1 metro
centimetro cm 0,01 metro
millimetro mm 0,001 metro
Tabella 1.3 Categoria
scale Scale più utilizzate
Ingrandi- mento
50 : 1
2 cm = 1 m 20 : 1
5 cm = 1 m 10 : 1 10 cm = 1 m 5 : 1
20 cm = 1 m 2 :1 50 cm = 1 m
Naturale 1 : 1
1 m = 1 m
Riduzione 1 : 2
1 m = 50 cm 1 : 5
1 m = 20cm 1 : 10 1 m = 10 cm 1 : 20
1 m = 5 cm 1 : 50
1 m = 2 cm 1 : 100 1 m = 1 cm 1 : 200
10 m = 5 cm 1 : 500
10 m = 2 cm 1 : 1000 10 m = 1 cm 1 : 2.000
10 m = 0,5 cm 1 : 5.000
100 m = 2 cm 1 : 10.000 100 m = 1 cm 1 : 20.000
100 m = 0,5 cm 1 : 50.000
100 m = 0,2 cm 1 : 100.000 100 m = 0,1cm
* Per ogni colore in tabella sono evidenziati i campi di utilizzo.
Tabella 1.1 Scale numeriche
Particolari Edilizia Planimetrie Topografia
EURO CENT
Figura 1.1b
Figura 1.1d Scale grafiche.
Figura 1.1c Bullone m 10.
1000 m 500 m 0 1 2 km
1000 m 0 1 2 3 1 5 km
20 km 0 20 40 60 80 100 km
1 : 50.000 1 : 25.000
1 : 1.000.000
8
Modulo A• Impariamo a disegnare
1. Prova a rappresentare in scala opportuna alcuni oggetti domestici in modo da farli rientrare nello spazio sottostante. Scegli uno o più oggetti a seconda delle loro dimensioni e della scala che intendi realizzare, in modo da distribuirli nel disegno in modo uniforme.
Esercizi
9
5 m = 50 dm; infatti da metro a dm c’è solo un posto a scendere, quindi si moltiplica per 10.
Quando si moltiplica per 10, per 100, per 1000, basta aggiungere degli zeri:
• per 10 devi aggiungere uno zero;
• per 100 devi due zeri;
• per 1000 devi aggiungere tre zeri;
• per 10.000 quattro zeri e così via.
68 dm = 6800 mm: da decimetro a millimetro ci sono due posti a scendere, quindi si moltiplica per 100.
86 m = 86.000 mm da metri a millimetro ci sono tre posti a scendere, quindi si moltiplica per 1000.
675 dm = 67, 5 m da decimetro a metro c’è un posto a salire, quindi si divide per 10.
Come avete notato basta mettere una virgola da destra verso sinistra:
• per 10 un posto;
• per 100 due posti;
• per 1000 tre posti e così via.
8456 m = 8,456 km da metro a chilometro ci sono tre posti a salire, quindi si divide per 1000.
Se invece si usano unità di misura derivate come il metro quadrato o il metro cubo, bisogna fare lo stesso ragionamento e poi moltiplicare il numero di zeri da spostare per 2 nel caso del quadrato e per 3 nel caso del cubo come di seguito riportato:
• un posto a scendere si moltiplica per 100 per esempio: 45 m2= 4500 dm2
• due posti a scendere si moltiplica per 10.000, per esempio 45 m2= 450,000 cm2
• tre posti a scendere si moltiplica per 1.000.000, ad esempio 45 m2= 45.000,000 mm2
• un posto a salire si divide per 100, per esempio: 45 m2= 0,45 dam2
• due posti a salire si divide per 10.000, per esempio 45 m2= 0,0045 hm2
• tre posti a salire si divide per 1.000.000, per esempio 45 m2= 0,000045 km2 Approfondimento didattico
2. Adesso esercitati a eseguire le conversioni tra unità di misura di seguito riportate.
89,51 m = ... cm 254 mm = ... m 125 m2 = ... dm2
6,78 dam = ... dm 269 cm = ... km 300 mm2 = ... m2
76 km = ... dm 89541,236 m = ... hm 0,54 cm2= ... mm2
8,56 km = ... dm 999 dm = ... dam 254 mm3= ... hm3
20,6891 dam = ... m 368 m = ... dam 12 dm3 = ... cm3
0,891 hm = ... dam 0,54 cm = ... m 1235 cm3 = ... m3
Unità didattica 1• Lezione 1 • Introduzione al disegno
Le tecniche del disegno a mano libera
10
Modulo A• Impariamo a disegnare
omotetia
metodo della quadrettatura English
•Homotethy (non-rotating dilation) is a geo- metrical transformation which allows to en- large or reduce a figure leaving its form unalterated.
• The method of squared sheet (or modular structures) consists of tracing the drawing on the sheet not in all its complexity but piece by piece within an imaginary modular structure.
✽ ✽ ✽ Français
• On appelle homothétie la transformation géométrique qui permet d’agrandir ou réduire une figure sans changer sa forme.
• La méthode du quadrillage consiste à tracer le dessin morceau par morceau et non dans son ensemble, à l’intérieur d’une structure mo- dulaire sur une feuille.
Il disegno a mano libera è uno strumento utilissimo, perché consente al disegnatore di dare prova della sua organizzazione mentale e della sua ca- pacità di osservazione nonché di manifestare la propria personalità; è uno strumento fondamentale per visualizzare un’idea e individuare i problemi da risolvere in un possibile processo di fabbricazione, oppure, nel caso di un oggetto già esistente, per mettere in evidenza aspetti che potrebbero es- sere migliorati. Non si deve, inoltre, trascurare il fatto che agli occhi di un cliente, spesso e volentieri, uno schizzo rende l’idea di ciò che si progetta in modo più immediato di un disegno tecnico.
Se al disegno a mano libera attribuiamo la massima dignità dell’arte pit- torica, si può dire che questa non solo testimonia le peculiarità dell’artista ma è anche una documentazione delle caratteristiche culturali di un certo periodo storico. Per averne una conferma basta mettere a confronto due opere, una di Giotto (1267 ca-1337), La morte di San Francesco (Figura 2.1), e l’altra del Botticelli (1445-1510), la Nascita di Venere (Figura 2.2). L’evo- luzione nell’arte di questi due grandi artisti non è solo tecnica ma anche culturale: infatti dall’ascetismo medievale del primo si passa a una cultura umanistico-rinascimentale nel secondo. La Figura 2.1 manifesta una cul- tura in cui Dio è al centro, con le sue leggi immutabili e sconosciute al- l’uomo. In questo contesto l’essere umano è rivolto al divino e tende a manifestare nel presente la sua intelligenza e gli aspetti gioiosi della vita sacrificandoli in nome di un mondo ultraterreno in cui egli crede cieca- mente. La Figura 2.2, al contrario, è testimonianza di un contesto che mette al centro l’uomo con tutte le sue virtù e passioni. In essa ogni essere umano è considerato in tutta la sua irriducibilità e immerso in un mondo oggetto della sua curiosità.
Le regole relative al segno grafico sono le stesse che si usano per il dise- gno tecnico, tenuto conto dei limiti imposti dalla manualità e dall’attitu- dine dell’autore. È indispensabile, inoltre, prevedere un disegno in scala, onde assicurare una corretta proporzione tra le varie dimensioni del dise- gno e dare un’idea di massima della grandezza dell’oggetto. Allo scopo è utile considerare l’omotetia, cioè una trasformazione geometrica che per- mette di ingrandire o ridurre una figura lasciandone inalterata la forma: quest’ultima si realizza riportando ordinatamente i punti a distanze proporzionali, in modo da mantenere gli angoli uguali e i lati paralleli tra loro (Figura 2.3).
La rappresentazione in scala di un oggetto può essere eseguita anche col metodo della quadrettatura, tecnica conosciuta anche come delle strutture modulari, la cui esecuzione è rappresentata nell’esempio della Figura 2.4.
Questo metodo viene utilizzato per la rappresentazione di oggetti com- plessi. In questo caso è necessario tracciare il disegno non nella sua com- plessità ma pezzo per pezzo, all’interno di una struttura modulare immaginaria sul foglio.
2
Lezione
11
Figura 2.1 Morte di San Francesco di Giotto. Fa parte del ciclo La leggenda di san Francesco, che si trova nella basilica di Assisi.
Unità didattica 1• Lezione 2 • Le tecniche del disegno a mano libera
Figura 2.2 La Nascita di Venere (particolare) di Sandro Filipepi detto il Botticelli. È conservata nella Galleria degli Uffizi a Firenze.
Figura 2.3 Omotetia di centro C in rapporto 2 : 1. Ciò significa che CB = 2 CA.
Figura 2.4 Aumento e riduzione in scala con il metodo della quadrettatura.
C
A
B 56,7
113,4
scala 2 : 1
scala 1 : 1
scala 1 : 2
Applica le conoscenze
1. Esegui l’omotetia dell’esagono rispetto a C, secondo un rapporto da te scelto.
2. Esegui la riduzione in scala 1 : 2 con il metodo
modulare, aiutandoti con la griglia sotto riportata.
12
Modulo A• Impariamo a disegnare
C
A B C D E F G H I L M N O P
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
A 1
2 3 4 5 6 7 8 9 10
B C D E F G H I L M N O P
Unità didattica 1• Lezione 2 • Le tecniche del disegno a mano libera
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Esercizio
Nella fotografia è rappresentato uno scorcio di Fumone (Frosinone), in cui è presente la rocca di Papa Celestino V.
Eseguire con il metodo modulare un ingrandimento in scala 2 : 1.
Indicazione operativa. Tracciare un reticolo sulla fotografia avente un numero di quadratini preso a piacere, a seconda dell’abilità che ciascuno ritiene di possedere. Dopodiché tracciare su un foglio A3 un reticolo, avente lo stesso numero di divisioni, ma di dimensioni doppie rispetto all’originale.
Infine eseguire l’esercizio a mano libera, riportando nella nuova griglia i vari particolari del disegno.