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INCONCRETO n.147

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Academic year: 2021

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#147.

2017

“Alcuni, bontà loro, mi includono tra coloro che rappresentano la memoria storica del calcestruzzo preconfezio-nato in Italia. In realtà, quando giovane diplomato, nel 1966, iniziai ad occupar-mi di calcestruzzo preconfezionato, il settore aveva mosso i suoi primi passi quasi quattro anni prima. Non pochi, quindi, furono gli uomini del preconfe-zionato che mi hanno preceduto. Alcu-ni di loro, e molti altri poi sopravvenuti, hanno lasciato il loro segno.

Tutti con la loro memoria storica.” Con queste poche parole Gianni, come lo chiamo io affettuosamente, essendo stato il mio primo datore di lavoro nei primi anni novanta, ci presenta un libro che è molto più di un testo di memo-rie. Ricordo che dopo aver letto la pri-ma bozza di questo libro, ho chiapri-mato Gianni Zanco per ringraziarlo per aver scelto la mia casa editrice per pubblicarlo, ma soprattutto per evidenziargli che que-sto racconto sulla que-storia del calcestruzzo in Italia, oltre ad avermi riscaldato il cuore riportandomi i ricordi di tante persone conosciute e vicende vissute, mi aveva d’un tratto spiegato il perchè di tante cose, anzi, gli ho rimproverato di non avermi detto prima tutto questo, che se avessi saputo prima … quante cazzate in meno avrei fatto e quante cose in più avrei potuto fare. E con questo spirito che pubblico questo libro, perchè lo ritengo utile, per ognuno di noi che vive e ha vissuto il settore del calcestruzzo in Italia.

Vorrei aggiungere una nota personale sull’autore. Gianni Zanco, è stato il mio primo datore di lavoro, dopo il master il primo a darmi fiducia (e uno stipendio).

#Editoriale

IL CALCESTRUZZO PRECONFEZIONATO

IN ITALIA 1962 - 2015

fatti, personaggi, ricordi, riflessioni, prospettive

di Piero Giovanni Zanco

Andrea Dari

20 %

di riduzione del peso dovuto all’acciaio *

21 %

di riduzione del potenziale di riscaldamento globale (GWP) *

10 %

di aumento dell’effi cienza del processo produttivo *

VOGLIO RIDURRE LA

QUANTITÀ DI ACCIAIO

MasterFiber: L’armatura di rinforzo

del calcestruzzo, leggera e resistente

QUANTIFIED SUSTAINABLE BENEFITS –

REDUCE YOUR FOOTPRINT AND BOOST YOUR BOTTOM LINE

Uniblok, produttore di prefabbricati di Toledo, Spagna, appartenente al gruppo Velatia, ha aumentato signifi cativamente l’effi cienza del proprio processo di produzione di strutture prefabbricate. In che modo? Sostituendo parte dell’armatura di rinforzo in acciaio con le fi bre sintetiche MasterFiber. L’inserimento di queste fi bre polimeriche fornite da Master Builders Solutions permette di ridurre la quantità di acciaio, facendo risparmiare tempo ed energia nel processo produttivo.

Scoprite più da vicino questa storia di successo:

sustainability.master-builders-solutions.basf.com

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#147.

2017

#Primo_Piano

Prodotti da costruzione:

dal 9 agosto progettista responsabile penalmente

Redazione Ingenio

Il decreto legislativo 106/2017, pubblicato in Gazzetta, adegua la normativa nazio-nale alle disposizioni del regolamento (UE) n.305/2011 che fissa condizioni armo-nizzate per la commercializzazione dei prodotti da costruzione e che abroga la di-rettiva 89/106/CEE. Prevista responsabilità penale diretta per costruttore, Direttore Lavori, Direttore dell’Esecuzione, progettista o Collaudatore che utilizzano prodotti non conformi

Entreranno in vigore a partire dal 9 agosto 2017, le nuove ‘regole’ sulla commer-cializzazione e l’utilizzo dei prodotti da costruzione previste dal decreto legislativo 106/2017 del 16 giugno, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale 159 del 10 luglio.

Le novità riguardano non solo il fronte adempimenti del fabbricante dei prodotti, ma anche la responsabilità di tutti gli operatori coinvolti, ovverosia costruttore, direttore lavori, direttore esecuzione, progettista e collaboratori, in caso di utilizzo di prodotti non conformi.

Come peraltro già ampiamente approfondito su Ingenio, il regolamento UE recepito ha inteso semplificare il quadro delle misure per l’immissione sul mercato del pro-dotti da costruzione, nonché migliorare la trasparenza, l’efficacia e l’armonizzazione delle misure esistenti. Le principali novità che apporta il decreto sono di due tipi, fra loro connesse:

1. Istituzione di un “Comitato nazionale di Coordinamento” e di un “Organismo Na-zionale per la Valutazione Tecnica Europea”;

2. Organica definizione del Sistema di Vigilanza ed introduzione di un nuovo im-pianto sanzionatorio.

Adempimenti del fabbricante

Il decreto, dunque disciplina in primis gli adempimenti ai quali è sottoposto il fabbri-cante, sia nel caso in cui il prodotto rientri nell’ambito di una norma armonizzata, sia nel caso di prodotto conforme ad una valutazione tecnica europea (ETA), e quindi non disciplinato da una norma armonizzata (perché per esempio nuovo e pertanto originale). Per garantire l’armonizzazione delle norme è istituito il Comitato naziona-le di coordinamento dei prodotti, con costituzione di un Organismo nazionanaziona-le per la valutazione tecnica europea (ITAB) che assicura la piena integrazione delle funzioni

Responsabilità dei professionisti tecnici

Il decreto contiene la previsione di sanzioni penali o amministrative efficaci, dis-suasive e proporzionate alla gravità delle violazioni degli obblighi derivanti dal re-golamento (UE) n. 305/2011 - conformemente alle previsioni dell’art. 32, comma 1, lettera d), e dell’art.33, commi 2 e 3, della legge 234/2012 -, tenendo in adeguata considerazione le attività rispettivamente svolte dagli operatori economici nelle di-verse fasi della filiera e, in particolare, la loro effettiva capacità di incidere sugli aspetti relativi alle caratteristiche, alla qualità e alla sicurezza del prodotto, indivi-duando infine delle procedure per la vigilanza sul mercato dei prodotti da costruzio-ne ai sensi del capo VIII del regolamento (UE) n. 305/2011.

Il quadro delle sanzioni per le violazioni delle disposizioni fin qui illustrate è discipli-nato dagli articoli 19, 20, 21, 22 e 23 del decreto. Nello specifico:

• le sanzioni a carico del fabbricante che viola l’obbligo di redigere la dichiarazione di prestazione sono l’arresto fino a sei mesi e un’ammenda di importo variabile tra 4.000 e 24.000 euro (art. 19);

• il progettista dell’opera che prescrive prodotti non conformi a quanto previsto all’articolo 5, comma 5, del decreto o in violazione di una delle disposizioni in materia di dichiarazione di prestazione e marcatura CE di cui agli articoli 4, 5, 6, 7, 8, 9 e 10 del regolamento (UE) n. 305/2011, è punito con l’ammenda da 2.000

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#147.

2017

#Primo_Piano

Cassazione: obbligo del POS

anche per chi fornisce il calcestruzzo

Redazione inCONCRETO

La Corte di Cassazione decide in merito a un ricorso presentato per un infortunio per folgorazione di un lavoratore avvenuto in un cantiere edile, nel quale erano in corso delle operazioni di getto del calcestruzzo mediante un autobetonpompa, a causa del contatto di una parte dell’attrezzatura stessa con una linea elettrica che attraversava il cantiere medesimo, ha avuto modo di esprimersi in merito all’obbligo o meno della redazione del piano operativo di sicurezza (POS) da parte delle impre-se che provvedono alla fornitura del calcestruzzo.

La suprema Corte ha sostenuto che le imprese esecutrici sono assoggettate agli

obblighi di redigere il POS, e quindi anche le imprese che effettuano la fornitura

e posa in opera di materiali nei cantieri edili quali sono la fornitura e il getto di calcestruzzo con l’autobetonpompa. Mettere a disposizione dell’impresa richie-dente la fornitura, ha inoltre aggiunto la Corte di Cassazione, anche dei lavoratori, come è avvenuto nel caso in esame, con l’incarico di azionare la macchina e di comandare a distanza il braccio snodabile comporta un contributo tecnico ed ese-cutivo da parte del personale della ditta fornitrice certamente eccedente la fornitura dei materiali e delle attrezzature.

L’Atecap sostiene da sempre che l’obbligo di redigere il POS (Piano Operativo di Sicurezza) nelle forniture di calcestruzzo debba nascere solamente nei casi in cui vi sia un effettivo servizio di posa in opera del materiale che si aggiunge alla fornitura, eseguito quindi da lavoratori adeguatamente formati per tali attività. In tutti gli altri casi si applica l’articolo 26 del Testo unico per la sicurezza, il quale prevede uno scambio di informazioni reciproco fra impresa fornitrice e impresa esecutrice anche più dettagliato del POS, perché adeguato al tipo di attività svolte.

La posizione dell’Associazione è allineata a quella che il Ministero del Lavoro ha espresso in diverse circolari esplicative, fra cui in particolare la lettera circolare del 10 febbraio 2011 che ha chiarito quando si verifica la fornitura di calcestruzzo e quando invece ci sia fornitura e posa in opera del materiale con obbligo pertanto di redigere il POS. Nel caso specifico del pompaggio, oggetto della recente sentenza della Cassazione, la posa in opera avviene quando il dipendente dell’impresa for-nitrice tiene il terminale della pompa ovvero la parte finale in gomma e non quando manovra il braccio, che è invece una semplice operazione facente parte delle fasi di consegna del calcestruzzo mediante pompa.

Oltre 10 anni di

AETERNUM CAL

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2017

#Architettura_e_Design

Una scultura monolitica in cemento per la memoria:

il Mausoleo del martirio dei villaggi polacchi,

Michniów

Dalila Cuoghi

Esistono dei luoghi, distanti dagli occhi dei passanti e dei viaggiatori, che corrono il rischio di essere dimenticati se a ricordare il dramma vissuto restano dei comuni elementi commemorativi.

Una lapide a ricordo delle vittime di un massacro posta sui resti di una fossa comu-ne eretta comu-nel 1945, una Pietà scultorea e un piccolo centro di documentaziocomu-ne de-dicato al martirio della popolazione polacca non sono sufficienti a tramandare nella memoria collettiva il dramma vissuto a Michniów, un villaggio rurale tra i boschi e le colline del centro sud della Polonia.

Duecento persone (103 uomini, 53 donne e 47 bambini) furono giustiziate, la mag-gioranza di esse arse vive all’interno delle abitazioni e dei fabbricati rurali comple-tamente dati alle fiamme. Un atto punitivo compiuto dalle Unità di Polizia Tedesche, che in due sole giornate, il 12 e il 13 luglio 1943, annientò un’intera comunità. La borgata di Michniów è divenuta nel Postguerra un simbolo di pace per tutti quei villaggi rurali che, dal 1939 al 1945 sotto l’occupazione tedesca della Polonia, subi-rono le atrocità e le barbarie della repressione perché centri attivi o strategici della Resistenza polacca (Armia Krajowa). Repressioni passate alla storia sotto il nome

“The Michniów Museum project is a specific catalyst of the past and future gene-rations’ memory.?An element combines remembrance and reconciliation.” (Nizio Design International – nizio.com.pl)

Quando si tratta di commemorare un tragico avvenimento come questo d’importan-za nazionale, una visione utilitaria e funzionale di un architettura che ospiti e narri alle future generazioni le vicende del passato diventa una prerogativa di rilievo per la memoria stessa. L’architettura diventa il mezzo di comunicazione ideale per au-mentare il grado di riconoscibilità e di fruizione di un luogo. È capace di tramutare il luogo stesso in un luogo della memoria.

Miros?aw Nizio, fondatore dello studio Nizio Design International Arkitekci di Var-savia, si aggiudicò il concorso bandito nel 2009 dal Museo della Regione di Kielce per l’ideazione e la realizzazione del Mausoleo del Martirio dei villaggi polacchi. Un primo premio conferito per la concezione architettonica.

Nel 2011 il progetto vinse l’European Property Award nella categoria Public Service Architecture.

“ This form is the resultant of the sculptural inspiration and thinking of the architectu-re’s consistency with the historical narrative.” (Nizio Design International – deezen. com)

Il profilo longitudinale della “casa-capanna” tradizionale che si deforma e si frantuma progressivamente, fino a ridursi in sabbia e ghiaia, è alla base del concetto architettonico del complesso.

La struttura è stata ripetutamente interrotta dalla fondazione alla sommità, con l’in-tento imprimere all’architettura un chiaro e simbolico segno scultoreo che rievocas-se nel visitatore la memoria della tragedia di Michniów.

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2017

#Architettura_e_Design

Lungo tutta la facciata del Mausoleo si riflette la storia della pacificazione. A ciascun segmento/blocco corrisponde una sezione espositiva dedicata a un singolo capitolo della storia della repressione polacca durante la Seconda guerra mondiale.

Visitare il Mausoleo è principalmente un percorso emozionale. Questa imponen-te “zolla” in cemento dà l’impressione di svanire man mano che si procede verso Ovest. Lungo tutto il percorso una profonda sensazione di disagio attanaglia il vi-sitatore. Tutta la costruzione sembra progressivamente in precario equilibrio, tutto sembra crollare da un momento all’altro.

L’idea della decostruzione continua anche fuori dall’edificio, lungo i percorsi pedonali. Le scale che conducono alla fossa comune sono state realizzate con alzate diffe-renti e hanno una pluralità di fessurazioni.

Anche il terreno subisce delle variazioni in altezza, dislivelli creati appositamente per separare il luoghi di culto dal resto dell’edificio.

Nelle tenebre il Mausoleo appare completamente trafitto dalla luce e un bagliore dif-fuso risale da terra mettendo in evidenza la sua forma scultorea. Soltanto di notte la massa rivela il disegno di molteplici croci che come un edera avvolgono la struttura in tutta la sua lunghezza. Il simbolo della croce è rimarcato anche nell’illuminazione dei percorsi pedonali dove il sistema illuminotecnico ha trovato alloggio nelle fessu-razioni della pavimentazione.

La visita al complesso architettonico ha inizio percorrendo le scalinate di accesso che conducono alla tomba collettiva sulla quale sorge la lapide commemorativa di Michniów. Il percorso non segue un andamento lineare. La scalinata è interrotta da una serie di piattaforme dove è possibile sostare per raccogliersi in un minuto di silenzio in memoria delle vittime.

Proseguendo si raggiunge uno spazio che serve da cortile all’edificio. Qui l’atten-zione del visitatore ricade su un monumento scultoreo, la Pietà di Michniów,

carat-madre, il simbolo per eccellenza della morte immeritata. L’ingresso del Mausoleo è situato sul fronte contraddistinto della tradizionale facciata a capanna.

Attraversando il monumentale portone si accede al primo segmento/blocco della struttura, la Casa della Memoria. Si tratta di un ambiente tranquillo, dedicato alla commemorazione, dove il visitatore riceve le prime informazioni riguardo i fatti av-venuti. Opposto all’ingresso si trova un altare. L’altare, le nicchie laterali e i banchi, questi ultimi disposti in modo irregolare, identificano lo spazio architettonico in una cappella dove solo occasionalmente vengono celebrate funzioni religiose. All’inter-no si respira il caratteristico odore catramoso del legAll’inter-no bruciato per via dei banchi realizzati utilizzando le traversine lignee della ferrovia.

La ferrovia ha un significato importante per il luogo in quanto fu la causa scatenante che determinò la rappresaglia nei confronti del villaggio. Nella notte precedente ai fatti i partigiani assalirono un treno tedesco che transitava nella Regione.

Oltrepassata la casa della memoria, lungo delle ripide rampe che “martirizzano” la camminata attraverso l’evento storico di riferimento che si sta per mostrare, il visita-tore entra appieno nella “decostruzione” dell’edificio e procede con angoscia lungo le varie sezioni della mostra espositiva multimediale permanente.

È possibile interrompere l’affanno emotivo che si prova durante la visita attraversan-do le fessurazioni create nella struttura. Una deviazione momentanea al percorso educativo che conduce ai luoghi della memoria che circondano esternamente l’edi-ficio e dove è possibile deporre una candela o dei fiori.

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#147.

2017

#Architettura_e_Design

Il nuovo museo V&A firmato Kengo Kuma

sta prendendo forma a Dundee

Roberta Valli

Il nuovo Victoria & Albert Musem di Dundee - V&A Dundee - ha pubblicato un

filmato, realizzato da un drone, e una serie di immagini che mostrano lo stato di avanzamento lavori di quello che diventerà il primo museo di design della Scozia, attualmente in costruzione sulle rive del fiume Tay.

Concepito dall’architetto Kengo Kuma come un “living room” per la città l’edificio,

ora volumetricamente completato, si estende sopra il fiume ricollegando Dundee con il suo waterfront.

I diversi corpi del museo sono realizzati con lastre prefabbricate in cemento sul-le quali verrà fissato un rivestimento costituito da esul-lementi in pietra ricomposta. L’architettura del museo sarà quindi caratterizzata dalla sovrapposizione delle linee orizzontali del rivestimento che seguono i piani inclinati del calcestruzzo prefabbri-cato rimandando ai profili delle scogliere della Scozia.

Un grande vuoto creato al centro dell’edificio mette in relazione Union Street, che attraversa il centro di Dundee, con il bellissimo scenario naturale del fiume.

Il filmato mostra gli enormi elementi in pietra ricomposta fissati alle pareti inclinate del museo. Una volta ultimato l’edificio sarà completamente avvolto da un totale

Comunica Smart, l’innovazione Unical

Un nuovo modo di progettare il calcestruzzo

Noi di Unical conosciamo bene il nostro prodotto e sappiamo guidare con precisione i nostri clienti nella scelta delle proprietà più adatte alla realizzazione delle strutture progettate.

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un sinonimo di garanzia per i nostri clienti.

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2017

#Architettura_e_Design

di 2.466 elementi ognuno con un peso compreso tra 1,5 e 2,5 tonnellate e fissato individualmente alle pareti per mezzo di due staffe appositamente progettate.

Poiché nessuna delle pareti dell’edificio è verticale, il processo di realizzazione e installazione degli elementi in pietra ha dovuto essere minuziosamente pianificato. La modellazione 3D è stata utilizzata per progettare in anticipo la forma di ciascun elemento prima di essere gettato nell’apposito stampo.

Il rivestimento a fasce orizzontali è stato posato a partire dalla parete lungo il fiume in modo da consentire la rimozione delle paratie stagne entro la fine dell’anno. Ogni elemento viene movimentato utilizzando un elevatore a forche che, tramite due staffe appositamente progettate, mantiene il rivestimento nella giusta posizio-ne, infine viene fissato dai tecnici disposti su piattaforme idrauliche.

In base all’attuale stato di avanzamento lavori si prevede l’apertura al pubblico del V&A Dundee nel 2018.

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#147.

2017

#Architettura_e_Design

Con un costo complessivo di poco più di 80 milioni di sterline, il V&A dundee è il primo edificio britannico di Kengo Kuma sarà il luogo deputato alla pro-mozione per il design scozzese del ventesimo e ventunesimo secolo e, contestualmente, accoglierà le grandi mostre internazionali itineranti, facen-do di Dundee una delle nuove mete del turismo culturale europeo. Accanto alle gallerie espositive ci sarà uno spa-zio importante dedicato al “design in action”, dove i visitatori potranno fare esperienza diretta degli strumenti della progettazione e della creatività.

guarda il filmato

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#147.

2017

Colombes è un comune francese situa-to nel dipartimensitua-to dell’Hauts-de-Sei-ne dell’Hauts-de-Sei-nella regiodell’Hauts-de-Sei-ne dell’Île-de-France, a Nord-Ovest di Parigi che è stato di recente oggetto di un interessante pro-getto di localizzazione di un gruppo di scuole dedicate a Simone Veil, politica francese di religione ebraica che du-rante l’occupazione nazista ha subito persecuzioni, è stata deportata al cam-po di concentramento di Auschwitz e

ne è sopravvissuta. Progettato dal francese Dominique Coulon & Associés, il

nuovo complesso scolastico è strettamente integrato nel tessuto urbano e relazio-nato con il parco antistante e vicino alla futura nuova linea del tram.

Il lotto dove sorge il nuovo edificio è di dimensioni ridotte, motivo per il quale il

com-#Architettura_e_Design

Cemento Cromatico, un complesso scolastico

in Francia

Federica Calò

plesso si sviluppa su tre livelli comprendendo, oltre alle aule della scuola elementa-re anche i giardini didattici, una palestra, una mensa, una biblioteca e delle struttuelementa-re all’aperto per l’infanzia.

L’architettura, distribuita su 7600 mq, si presenta come un volume compatto con delle cavità ricavate lungo i prospetti che fungono da cortili e allo stesso tempo arti-colano il ritmo dell’edificio lungo le varie facciate.

La struttura del complesso è in elementi in prefabbricato in cemento armato che

in alcune punti, in particolare negli interni, si è scelto di lasciare con effetto grezzo a vista, mentre per il resto delle superfici è stato verniciato di tinte accese e calde che donano una forte impronta a tutto l’edificio.

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2017

#Architettura_e_Design

dai colori vivaci, che trasformano lo spazio in un luogo per la stimolazione educativa. Questo prospetto in listelli di legno, in particolare, si alterna ad ampie vetrate a tutta al-tezza restituendo una composizione che sembra quasi casuale per quanto irregolare. Avendo l’edificio una forma piuttosto compatta, di conseguenza i corpi di fabbri-ca sono molto profondi e per portarvi all’interno la luce naturale sono stati ricreati numerosi patii e cortili interni dotati di superfici vetrate che arricchiscono di viste e illuminazione gli spazi interni.

Questo dinamicità visiva e compositiva rientra all’interno di un obiettivo ben preciso di evitare ogni forma di ripetizione e di utilizzare la luce, i materiali e gli spazi, ricre-ando dei percorsi e micro-eventi in grado di stimolare la percezione degli utenti. L’espressività di questo nuovo complesso è data certamente dalle finiture che sono state usate e dalla divisione articolata dei volumi, oltre che dalla scelta di nominare e contraddistinguere gli spazi con delle grandi scritte facilmente riconoscibili anche dai più piccoli, provocando ulteriori stimoli durante la fruizione di questi ambienti.

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2017

#Architettura_e_Design

DRAINBETON di BETONROSSI

per la riqualificazione viaria del Centro Storico

di GRAZZANO VISCONTI

Redazione inCONCRETO

Il progetto, commissionato dal Comune di Vigolzone, in Provincia di Piacenza, pre-vedeva la riqualificazione della pavimentazione di una delle principali strade comu-nali dello storico borgo medievale di Grazzano Visconti e più precisamente Strada della Cà Matta.

La sfida da affrontare consisteva nel rispettare le esigenze della committenza, pre-vedendo un intervento efficiente dal punto di vista tecnico (la Strada della Cà Matta è una delle vie più trafficate da macchine e pullman in quanto a servizio dei parcheg-gi del borgo), che rispettasse l’ambiente e che fosse cromaticamente adattabile al paesaggio e all’atmosfera tipica del rinomato borgo medievale.

L’impiego dell’innovativo DrainBeton® di Betonrossi, calcestruzzo drenante e fono-assorbente ad elevate prestazioni, unico ad essere brevettato in Italia nell’ambito

delle applicazioni stradali, ha permesso la realizzazione di una pavimentazione in grado di valorizzare l’ambiente senza deturparlo, rendendo possibile così una reale integrazione della strada nel paesaggio e garantendo un efficace deflusso delle acque piovane.

Infatti DrainBeton® è un prodotto rispettoso dell’ambiente per più di una ragione: in primo luogo perché la stesa del prodotto avviene “a freddo”, quindi senza emissione di fumi nell’ambiente, né rischi per la sicurezza degli operatori, oltreché con note-vole risparmio energetico. Inoltre abbassa sensibilmente, rispetto alle stese bitumi-nose ordinarie, la percezione del calore, rendendo migliore la percorribilità da parte dell’utente. Può essere realizzato nella colorazione naturale, oppure pigmentato in qualunque tonalità cromatica; una proprietà molto importante, che lo rende ideale in tutti i casi in cui vi sia la necessità di una perfetta integrazione nell’ambiente, ma anche per la realizzazione di manti stradali con colorazioni differenti in relazione alla tipologia di utenza (ad es. pedonale o veicolare).

Inoltre la miscela di DrainBeton® è stata appositamente studiata per essere stesa mediante finitrice stradale, consentendo una maggiore rapidità di stesa e garanten-do il pieno controllo delle caratteristiche planoaltimetriche e di regolarità superficiale della pavimentazione, che già dopo 3-4 giorni dalla stesa raggiunge valori di resi-stenza sufficienti a consentire l’apertura della strada al traffico veicolare, compreso l’eventuale passaggio dei mezzi di cantiere.

Foto BET

ONROSSI

Foto BET

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2017

#Architettura_e_Design

Il progetto

Grazzano Visconti, meta turistica del piacentino, ogni anno richiama migliaia di tu-risti attratti dalla straordinaria scena medioevale arricchita da manifestazioni e ri-evocazioni storiche, e dalle botteghe artigiane dove si lavorano il ferro battuto, la ceramica e il legno secondo un’antica tradizione.

Sospeso tra passato e presente, Grazzano Visconti permette di immergersi in un’at-mosfera unica, passeggiando tra le stradine, curiosando tra i negozi e scorgendo angoli nascosti. Oltre all’imponente castello, attorniato da un bellissimo parco di 10 ettari, l’edificio più rappresentativo di Grazzano Visconti è la chiesa di Santi Cosma e Damiano, il cui impianto originale risale al secolo XIII, e che è situata proprio in Strada della Cà Matta.

L’intervento, effettuato da Betonrossi, ha previsto la riqualificazione della pavimen-tazione stradale di Strada della Cà Matta, attraverso la rimozione del conglomerato bituminoso presente, che si stava degradando a causa dell’elevato stress subito, la sistemazione e regolarizzazione del sottofondo e il successivo impiego del calce-struzzo drenante DrainBeton®.

Drainbeton® infatti, è un particolare calcestruzzo drenante ad elevate prestazioni, appositamente studiato e brevettato da Betonrossi per il settore delle pavimentazio-ni stradali.

...continua

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2017

#Bim,_Digitalizzazione_e_Stampa_3D

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A.n.a.s.

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LA TRACCIABILITÀ DEI “CAMPIONI”

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con sede a Catanzaro ha riscontrato ottimi risultati nell’utilizzo del sistema

di identificazione ED.CUBE per la tracciabilità dei campioni di calcestruzzo. La tecnologia brevettata e messa a punto da Elettrondata ha contribuito alla verifica

delle caratteristiche funzionali del calcestruzzo fornito per tale opera.

Il Piano Nazionale per l’Ambiente Costruito

Digitalizzato

Angelo Luigi Camillo Ciribini

Un recente intervento di Mark Bew, lo stratega del governo britannico che ha re-centemente concepito la strategia Digital Built Britain, è apparso sulla rivista tecni-ca Building (http://www.building.co.uk/analysis/comment/comment/a-digital-revolu-tion-is-needed/5088087.article).

Sul tema è possibile vedere anche un suo eloquente speech tenutosi nei giorni scor-si a Hong Kong ( https://www.youtube.com/watch?v=leKyWvc-h38).

Si tratta di occasioni importanti in cui Mark ben spiega come il BIM non possa es-sere considerato che una delle componenti principali di quella che è definita la Ri-voluzione Digitale.

Si ponga attenzione al fatto che la digitalizzazione del settore delle costruzioni verte direttamente su public policy and social service provision.

L’argomento riguarda, dunque, l’ambiente costruito, la residenzialità, la mobilità, i temi più sensibili sul piano politico.

Naturalmente, il punto di vista è quello di chi si accinge ad affrontare le complesse negoziazioni della Brexit in condizioni difficoltose (anche alla luce dei risultati eletto-rali), ma ciò non toglie che le stesse argomentazioni valgano anche per i Paesi che, al contrario, si accingono a recitare un ruolo rifondativo della UE.

Mark parla di a new way, capace di suscitare l’ammirazione internazionale, che raccoglie Building Information Modelling, sensor technology and the Smart Cities programme, che, tuttavia, deve scontare un fisiologico ritardo di molte committenze pubbliche, rispetto alla originale tabella di marcia stabilita nel 2011.

La Post-Brexit Economy, considerata da entrambi i lati della negoziazione, si nutre di vital efficiencies, cost savings and productivity gains, ma dalla centralità delle Operations si giunge addirittura alla delivery of better social outcomes for the public. Le categorie, insomma, sono quelle atte a to predict energy, transport or water mand, to improve transport safety by automating vehicles and smoothing peak de-mands or using technology to ensure that waste is minimised, reused and recycled, cosicché, ad esempio, la spesa sanitaria si possa ridurre by reducing the number of traffic accidents or by reducing respiratory problems through improving air quality and public health.

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#Strutture

Prodotti da costruzione e responsabilità

del progettista: chiarimenti C.S.LL.PP.

Redazione Ingenio

Prodotti da costruzione e responsabilità del progettista: il CSLP ha pubblicato un comunicato che illustra le novità del d.lgs. per l’adeguamento della normativa na-zionale alle disposizioni del Regolamento (UE) n. 305/2011, che fissa condizioni armonizzate per la commercializzazione dei prodotti da costruzione e che abroga la direttiva 89/106/CEE

Dopo l’approvazione, in via definitiva, del decreto legislativo recante l’

adeguamen-to della normativa nazionale alle disposizioni del regolamenadeguamen-to (UE) n.305/2011 che fissa condizioni armonizzate per la commercializzazione dei prodotti da costruzione e che abroga la direttiva 89/106/CEE, di cui abbiamo peraltro già

pub-blicato un approfondimento completo su Ingenio, anche il Consiglio superiore dei

Lavori Pubblici pubblica un interessante comunicato stampa che illustra le novità di tale decreto.

In primis si ribadisce che il provvedimento attua pienamente il Regolamento (UE) n. 305/2011, rivedendo, ai fini si una maggiore efficacia, efficienza e credibilità, l’intero settore nazionale dei prodotti da costruzione, di importanza strategica ai fini della crescita economica del Paese, ma anche cruciale per la sicurezza e la qualità delle opere, secondo le seguenti principali linee direttrici:

Adeguamento della legislazione nazionale: in seguito all’avvenuta

evoluzio-ne della regolamentazioevoluzio-ne europea di settore, il datato DPR n. 246 del 1993, che recepiva l’abrogata Dir. 89/106//CEE, insieme al D.M. 156/03 che stabiliva i criteri per l’autorizzazione per gli Organismi di Certificazione, sono abrogati ed integralmente sostituiti dal decreto in oggetto;

Semplificazione e riordino del quadro normativo nazionale e degli

adem-pimenti per le imprese, con particolare riferimento alle medie, piccole e micro imprese;

Coordinamento delle Amministrazioni Competenti e delle procedure da esse

adottate nel settore, al fine di incrementare l’efficacia dell’azione amministrativa e ridurre gli oneri per le Imprese, per mezzo dei seguenti, principali, provvedi-menti:o Istituzione del Comitato Nazionale di Coordinamento per i Prodotti da Costruzione presieduto dal Presidente del Consiglio Superiore dei LL.PP. (art. 3);

Istituzione dell’Organismo Nazionale per la Valutazione Tecnica Europea,

ITAB (art.7), che ottimizza, raccogliendo in unico Soggetto, le attività finora indi-pendentemente svolte da tre diverse PP.AA. nel campo della valutazione euro-pea dei prodotti da costruzione innovativi o non già coperti da norme;

L’evoluzione del massetto

per l’edilizia antisismica

Stefano Salvati

Appunti intervento al I Forum Nazionale Massetti e Pavimenti Continui, Rimini, 5 maggio 2017

Il centro studi e ricerche, presso i nostri laboratori di Lenta (VC) e Saint Vincent (AO), ha avviato il progetto di valutazione del contributo alla risposta alle sollecita-zioni sismiche di una serie di componenti architettoniche.

La prima di queste campagne sperimentali ha come oggetto di studio i massetti,

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#147.

2017

#Strutture

NUOVO

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serie invasiva di interventi strutturali, ed al contrario è di semplice realizzazione e normale prassi, nelle fasi di ristruttu-razione considerare la posa di nuove pavimentazione e dei relativi massetti.

Normativa

La Normativa alla base della sperimen-tazione è stata categorizzata, in funzio-ne del contributo informativo fornito, in tre tipologie.

Le Norme definite “di Regolazione” in-quadrano l’impatto sul territorio, quelle “di Certificazione” indicano le modalità procedurale per finalizzare la certificazione del prodotto/materiale/sistema di costruzione, mentre i documenti definiti “di Speri-mentazione” supportano i ricercatori nella scelta delle prove da eseguire sul mate-riale, nella metodologia di prova e nell’analisi delle risultanze sperimentali

Norme di Regolazione

Le Norme regolatorie considerate nella trattazione hanno guidato i ricercatori nell’i-dentificazione dei parametri da considerare nella pratica costruttiva e nell’impatto sul territorio. In particolare si sono considerate Le Norme Tecniche per le Costruzio-ni MD 14/01/2008 (NTC 08) e la bozza delle NTC2017 per quanto riguarda la quan-tificazione delle azioni, Il Nuovo Codice dei contratti regolato con D.lgs. 20/2016, le linee guida per la classificazione di rischio sismico delle costruzioni nonché delle modalità per l’attestazione dell’efficacia degli interventi effettuati contenuto nel De-creto Ministero Infrastrutture e Trasporti N.58 del 28/02/2017 (correlato al “Sisma bonus”) ed infine l’ OPCM 20/03/2003.

Decreto D.lgs. 28/2/2017 N. 58

Le linee guida (allegato A) consentono di attribuire ad un edificio una specifica clas-se di rischio sismico, da A + (rischio più basso) a G (rischio più alto), mediante un unico parametro che tiene conto sia della sicurezza sia degli aspetti economici; inoltre forniscono indirizzi di massima sulla progettazione e associano ai livelli di si-curezza un costo convenzionale in base ai dati del monitoraggio della ricostruzione a seguito del terremoto del 2009 in Abruzzo.

La determinazione della classe di rischio di appartenenza di un edificio, al fine di accedere ai benefici fiscali, può essere condotta secondo i seguenti due metodi, tra loro alternativi:

• metodo convenzionale, applicabile a qualsiasi tipologia di costruzione, basato sulle attuali Norme Tecniche (D.M. 14/01/2008)

Figura 1. Composizione di elementi edilizi atti

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#147.

2017

#Strutture

Come si progetta al taglio

una Trave PREM?

Livio Izzo

Dai primi approcci degli anni sessanta alle stringenti normative odierne

Ho ritenuto utile scrivere un articolo su questo argomento per facilitare a tutti i Pro-gettisti, solitamente non specializzati sugli approcci di calcolo dei prefabbricatori, l’avvicinamento a questa materia che in passato era lasciata totalmente alla fantasia “creativa” del produttore ma che ora è soggetta a stringenti e precise regole struttu-rali e procedustruttu-rali.

Ciò permette al Progettista Generale di “misurare” la progettazione del Produttore visto anche che, per le regole attuali, “ll Progettista resta comunque responsabile dell’intera progettazione strutturale” (NTC, 10.1, c.4).

Terminologia, Categoria Strutturale, Materiali e Morfologia

Riprendiamo, innanzitutto, alcune definizioni e la classificazione strutturale di que-ste travi non note a tutti.

Sul piano terminologico le travi tralicciate sono sempre commercializzate secon-do marchi proprietari il cui uso è soggetto alla privativa del singolo produttore. Per non riferirsi ad alcuno specifico marchio è così invalso l’uso del termine, non proprietario, PREM.

Sul piano strutturale la classificazione delle Travi PREM è fornita dalle “Linee guida per l’utilizzo di travi tralicciate in acciaio conglobate nel getto di calcestruzzo collaborante e procedure per il rilascio dell’autorizzazione all’impiego”, del STC del

CSLP, secondo cui le Travi PREM rientrano o nella categoria delle strutture compo-ste acciaio-calcestruzzo, e quindi sono disciplinate dal paragrafo 4.3 delle NTC, o nella categoria delle strutture in calcestruzzo armato, e quindi sono disciplinate dal paragrafo 4.1 delle NTC, oppure non ricadono in nessuna di queste categorie e si possono definire ibride.

La prima di queste categorie strutturali viene denominata a), da tali Linee Guida, la seconda viene denominata b) e la terza viene denominata c). Solo quest’ultima categoria è soggetta all’autorizzazione prevista al punto 4.6 del D.M. 14 gennaio 2008 (NTC).

Sul piano materico le Travi PREM a) sono composte unicamente da acciaio liscio da carpenteria; le Travi PREM b) sono composte unicamente da acciaio nervato da c.a. (ormai tutto saldabile) mentre le travi c) possono essere composte da ambedue i materiali.

Sul piano morfologico le Travi PREM possono presentare un fondello in acciaio oppure un fondello in calcestruzzo o non avere alcun fondello.

Convenzionalmente, il fondello in acciaio viene individuato con l’indice 1, il fondello in cls con l’indice 2 e l’assenza di fondello con l’indice 0 (Fig.1).

La combinazione della categoria strutturale e del tipo di fondello caratterizzano il MODELLO di trave PREM per cui il MOD. PREM a2, p.e., sarà costituito da una Trave PREM di categoria a) con fondello in cls etc.

...continua

Figura 1. Morfologie di Travi PREM: 0) senza fondello, 1) con fondello in acciaio, 2) con fondello

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#147.

2017

#Strutture

Riqualificare sismicamente gli edifici industriali

senza interferire con la produzione attraverso

la tecnologia CAM

®

Mario Iovine

La riqualificazione sismica degli edifici industriali è un obbligo del datore di lavoro che diventa opportunità quando non interferisce con la produzione

“Il tema è assai rilevante sia sotto il profilo della sicurezza e la salvaguardia della vita, sia sotto il profilo sociale ed economico, per la natura e il livello tecnologico del-le numerose aziende operanti sul territorio. In altri termini, al tema della salvaguar-dia della vita, nel caso degli edifici industriali si associa il tema della salvaguarsalvaguar-dia del valore esposto – attrezzature, lavorati e semilavorati stoccati nei magazzini e, soprattutto, della continuità operativa delle aziende.”

Le parole sopra riportate ben inquadrano la problematica e del resto sono tratte dalla premessa delle “Linee di indirizzo per interventi locali e globali su edifici in-dustriali monopiano non progettati con criteri antisismici” frutto del gruppo di lavoro composto da Protezione Civile, Reluis, CNI, ASSOBETON, immediatamente a valle degli eventi sismici del 20 e 29 maggio 2012 che hanno interessato l’area produttiva della Pianura Padana.

Tale sequenza sismica ha provocato un rapido intervento del legislatore con il DL 74/2012, poi convertito nella legge 122/2012, dove: “Le disposizioni del presente decreto sono volte a disciplinare gli interventi per la ricostruzione, l’assistenza alle popolazioni e la ripresa economica nei territori dei comuni delle province di Bologna, Modena, Ferrara, Mantova, Reggio Emilia e Rovigo, interessate dagli eventi sismici dei giorni 20 e 29 maggio 2012 …”.

L’articolo 3 di detto disposto legislativo, sebbene faccia specifico riferimento alle zone colpite dall’evento sismico emiliano, inserisce esplicitamente il rischio sismico tra i rischi derivanti dall’attività lavorativa ai sensi del DL 81/2008 la cui valutazione è in capo al datore di lavoro ed individua nel DM 14 gennaio 2008 (NTC) il riferimento per ciò che concerne la valutazione di detto rischio sismico.

L’applicazione della legge 122/2012 fa sì che nelle province di Bologna, Modena, Ferrara, Mantova, Reggio Emilia e Rovigo il datore di lavoro debba considerare nel DVR (documento di valutazione dei rischi) anche il rischio derivante dal verificarsi di un evento sismico con riferimento alle componenti strutturali, ma anche non struttu-rali degli edifici ospitanti la propria attività produttiva.

sinteticamente un excursus legislativo che parte dagli articoli 1, 4, 32, 35, 42 della Costituzione Italiana, in cui viene sancito il diritto al lavoro nel rispetto della sicurez-za della libertà e della dignità umana; passa attraverso l’inossidabile articolo 2087cc

che recita: “L’imprenditore è tenuto ad adottare nell’esercizio dell’impresa le misure

che, secondo la particolarità del lavoro, l’esperienza e la tecnica, sono necessarie a

tutelare l’integrità fisica e la personalità morale dei prestatori di lavoro”; prosegue

con la legge 626/1994 dove viene introdotto il DVR come adempimento principa-le del sistema sicurezza; giunge al Testo Unico 81/2008 dove il DVR deve avere carattere di completezza, “tutti i rischi per la sicurezza e la salute”, all’interno di un contesto mutevole dove valutare significa anche riesaminare le circostanze “qualora intervengano cambiamenti significativi nel processo produttivo, nell’organizzazione del lavoro, ovvero in relazione al grado di evoluzione della tecnica, oppure a se-guito di infortuni significativi”. Inoltre, da maggio 2012, la Commissione Consultiva Permanente per la Salute e Sicurezza sul Lavoro ha approvato le “procedure stan-dardizzate per la valutazione dei rischi ai sensi dell’art. 29 D.Lgs. 81/2008” dove al modulo n. 2 – Individuazione dei pericoli presenti in azienda – sotto la voce “altre emergenze” troviamo: “Inondazioni, allagamenti, terremoti, ecc.”

L’orientamento normativo generale evidenzia come la novità tecnica introdotta dalla legge 122/2012, riguardi l’aver individuato nelle NTC 2008 lo strumento utile per determinare i rischi derivanti dall’attività lavorativa ai sensi del TU 81/2008.

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#147.

2017

Professore. perché Pistoia come sede delle Giornate ANIDIS 2017?

Pistoia è stata scelta, tra molte altre candidate, per essere Capitale Italiana della Cultura 2017 in virtù del suo im-portante patrimonio artistico-architetto-nico e grazie all’impegno che l’Ammi-nistrazione Comunale ha devoluto alla valorizzazione della sua identità di città d’arte e delle sue antiche tradizioni. Quale migliore cornice potevamo trova-re per l’organizzazione di un Convegno che ha come scopo la valorizzazione, la protezione e la salvaguardia del co-struito Italiano, soprattutto a fronte di quanto successo in seguito ai recenti eventi sismici?

Il convegno ANIDIS è stato volontaria-mente ‘diffuso’ nel centro storico di Pistoia, svolgendosi in alcuni dei palazzi tra i più belli e significativi della città, resi disponibili dal Comune e dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia, il cui contributo è stato significativo per la pubbli-cizzazione ed la divulgazione dell’evento sul territorio. Ricordo, a tal proposito, che il XVII Convegno ANIDIS è stato ufficialmente inserito nel programma degli eventi di Pistoia Capitale della Cultura.

Può darci uno schema di come si svolgeranno le Giornate ANIDIS?

Il convegno è organizzato in quattro giornate principali (tre e mezzo, per la precisio-ne, chiudendo la mattina del giovedì) e prevede sia sessioni plenarie, che si svol-geranno nella sede centrale del Piccolo Teatro Bolognini, ed una serie di sessioni parallele che si terranno nella Sala Maggiore del Palazzo Comunale, nella Sala Sinodale del Palazzo dei Vescovi, nelle due sale interne del Palazzo Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia in via De’ Rossi ed infine nellla Sala Gimi-gnani del Palazzo Sozzifanti - Buontalenti.

#Strutture

Walter Salvatore:

A Pistoia le giornate ANIDIS 2017, i programmi

Intervista al Professore Walter Salvatore, Presidente Comitato

Organizzatore ANIDIS 2017 e Prof. Ordinario di Tecnica delle Costruzioni,

Università di Pisa

Le sessioni plenarie prevedono relazioni scientifiche di alto livello che saranno tenu-te da emeriti Professori intenu-ternazionali e nazionali, che hanno calorosamentenu-te accolto il nostro invito a partecipare per diffondere un po’ della loro cultura non soltanto in ambito accademico ma tra tutti gli ingegneri e i tecnici che prenderanno parte al Convegno.

Come da tradizione, parallelamente alla parte strettamente ‘scientifica’ e ‘tecnica’ del Convegno, abbiamo organizzato una serie di eventi ‘sociali’ che permetteranno lo scambio tra i partecipanti, non solo a livello professionale ma anche, e non è meno rilevante, a livello personale.

Quali sono le tematiche principali?

Le tematiche principali del Convegno sono, ovviamente, legate alle problematiche degli edifici in zona sismica, considerando sia gli aspetti strettamente progettuali (nuove costruzioni) sia quelli connessi alla valutazione della sicurezza (fabbricati esistenti).

Il Convegno prevede sia sessioni scientifiche ‘generali’, in cui saranno affrontate tematiche di costante interesse nel campo dell’ingegneria civile quali la sismicità e classificazione sismica, i problemi di vulnerabilità e rischio, la progettazione di strutture in calcestruzzo armato, acciaio, composte acciaio/calcestruzzo, muratura e legno, ponti, l’organizzazione e la gestione di sistemi di monitoraggio ...

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#147.

2017

#Tecnologie

La linea guida europea La Marcatura CE

dei prodotti da costruzione passo a passo

Igor Menicatti

La linea guida della Commissione Europea “La Marcatura CE dei prodotti da costru-zione passo a passo”, è già da tempo disponibile sul sito ufficiale della Commissio-ne Europea (http://ec.europa.eu/growth/tools-databases/Commissio-newsroom/cf/itemdetail. cfm?item_id=8419 ).

La sua pubblicazione in tutte le lingue dell’Unione risale infatti alla fine del mese di maggio 2015, ovvero a quasi due anni dall’entrata in vigore (01/07/2013) del Rego-lamento Europeo Prodotti da Costruzione - CPR - UE 305/2011.

Lo scopo iniziale della sua pubblicazione era di fungere da guida per un produttore che dovesse percorrere la strada che conduce all’apposizione della marcatura CE sul proprio prodotto da costruzione, o perché obbligato a causa della pubblicazio-ne sulla Gazzetta Ufficiale Europea (OJEU) di una norma armonizzata di prodotto, oppure perché intendesse volontariamente marcare CE il prodotto tramite l’otteni-mento di un ETA (European Technical Assessment – Valutazione Tecnica Europea). Di recente, la disponibilità di questa guida è stata nuovamente sottolineata da vari portali web, alcuni dei quali presentano un link per il download diretto. Il motivo per cui l’opuscolo sta conoscendo una nuova fase di “celebrità” è che, sebbene i suoi contenuti siano indirizzati in prima istanza ai produttori, esprime con linguaggio semplice e chiaro una serie di concetti legati alla marcatura CE, che sono massi-mamente utili a coloro che devono, per esempio: qualificare fornitori, acquistare prodotti da costruzione, accettare il loro ingresso in cantiere (Direzioni Lavori), ef-fettuare verifiche sulle loro prestazioni, efef-fettuare verifiche documentali relative alla correttezza e completezza della qualifica di prodotto.

A seguito di una breve introduzione, in una sola pagina vengono efficacemente illustrati e messi a confronto i contenuti della Dichiarazione di Prestazione e della corrispondente etichetta di marcatura CE.

Vengono poi esposti in dettaglio:

• il significato ed il valore aggiunto della marcatura CE;

• le marcature CE di tipo obbligatorio (norma armonizzata pubblicata sulla Gaz-zetta Ufficiale Europea – cosiddetto “percorso CEN”), di tipo volontario (ETA – cosiddetto “percorso EOTA”), le possibili deroghe;

• il significato delle Caratteristiche Essenziali;

• le differenze tra i vari sistemi di valutazione e verifica della costanza della presta-zione (AVCP, in italiano VVCP);

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#147.

2017

Premessa

Negli ultimi anni molti studi hanno ap-profondito la questione ambientale nel settore dell’edilizia fornendo al proget-tista utili criteri progettuali applicabili al fine di ridurne l’impatto ambientale. Anche il legislatore ha fornito un’im-portante indicazione in merito intro-ducendo i Criteri Ambientali Minimi (CAM) Edilizia.

Tali criteri secondo il legislatore, intro-dotti con Decreto del Ministero dell’Am-biente e della tutela del territorio e del mare pubblicato sulla Gazzetta

Uffi-ciale n.16 del 21 gennaio 2016 e successivamente modificato con Decreto del 11 gennaio 2017, consentono alla stazione appaltante di ridurre gli impatti ambientali degli interventi di nuova costruzione, ristrutturazione e manutenzione degli edifici, considerati in un’ottica di ciclo di vita.

Il Decreto Legislativo n. 50 del 18 aprile 2016 ed in particolare gli artt. 34 e 95 prescrivono alle stazioni appaltanti l’inserimento nei documenti di gara, per l’affida-mento di servizi di progettazione e lavori per la nuova costruzione, ristrutturazione e manutenzione di edifici e per la gestione dei cantieri, tutte le specifiche tecniche e le clausole contrattuali definite dai Criteri Ambientali Minimi Edilizia per il 100% del valore a base d’asta.

Il documento CAM Edilizia riporta alcune indicazioni di carattere generale che con-sistono in richiami alla normativa di riferimento e in ulteriori indicazioni proposti alle stazioni appaltanti in relazione all’espletamento della relativa gara d’appalto e all’e-secuzione del contratto.

L’obiettivo principale dunque è quello di fornire a tutti gli attori del processo edilizio delle indicazioni guida per ridurre l’impatto ambientale, dal progetto alla costruzione, facilitando le attività di monitoraggio e agevolando le potenziali imprese offerenti, in quanto si rendono immediatamente evidenti le caratteristiche ambientali richieste dalla stazione appaltante.

Trascurando in questa sede le importanti indicazioni fornite dal legislatore alle

sta-#Tecnologie

CAM edilizia ed EPD: il nuovo approccio

alla progettazione ecocompatibile dell’edificio

Stefano Lamorte

Figura 1. Struttura del documento

“Criteri Ambientali Minimi Edilizia” Decreto ministeriale 11 gennaio 2017 – Allegato 2

alla luce dei CAM Edilizia. I criteri di sostenibilità contenuti nel documento, relativi alla progettazione, si riferiscono a tutti i pertinenti livelli di progettazione, da quella preliminare a quella definitiva ed esecutiva e a tutte le scale (dai gruppi di edifici fino al componente edilizio).

In particolare si forniscono specifiche tecniche utili a garantire la conservazione degli habitat presenti nell’area di intervento garantendone l’interconnessione fisi-ca ad habitat esterni all’area di intervento, indifisi-cazioni utili ad incrementare l’effi-cienza energetica per la riduzione dei consumi di energia (sulle nuove costruzioni l’indice di prestazione energetica globale EPgl,n,ren deve corrispondere almeno alla classe A3).

Particolare attenzione è stata posta nella definizione delle indicazioni progettuali per una migliore qualità ambientale interna e nello specifico si pone una maggiore attenzione al comfort termoigrometrico indoor, all’illuminazione naturale, al controllo dell’immissione nell’ambiente interno di radiazione solare diretta, ad interventi atti a ridurre il più possibile l’esposizione indoor a campi magnetici a bassa frequenza, all’utilizzo di materiali locali, eco-compatibili e riciclabili privilegiando materiali con contenuti sempre maggiori di materie prime seconde.

Dunque il progettista deve compiere scelte tecniche di progetto, specificare le in-formazioni ambientali dei prodotti scelti e fornire la documentazione tecnica che consenta di soddisfare tali criteri. Tra la documentazione probante, utile per la veri-fica del rispetto del criterio, il progettista deve fornire l’elenco dei componenti edilizi costituenti l’edificio dotati di certificazioni verificate da un organismo di valutazione della conformità come ad esempio una dichiarazione ambientale di Tipo III, confor-me alla norma UNI EN 15804 e alla norma ISO 14025.

Il limite oggettivo di questi orientamenti è sicuramente legato alla possibili-tà di incorrere nel rischio di orientare la progettazione verso soluzioni tec-niche in teoria “environment-friendly”, ma che in realtà non consentono di controllare e confrontare il parametro “impatto ambientale” da un punto di vista scientifico.

L’unico strumento oggettivo e scientifico di cui il progettista dispone per superare tale limite è la metodologia Life Cycle Assessment – LCA, che attraverso indicatori quantitativi d’impatto ambientale, codificati e definiti a livello internazionale, consen-te la valutazione della compatibilità ambientale dell’edificio.

Introduzione

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#147.

2017

#Tecnologie

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LCA di un edificio comporta, un esteso uso di materiali dotati di dichiarazione ambientale di tipo III (EPD) consente di condurre un’analisi delle prestazioni ambientali semplificata.

Dunque a partire dalle EPD raccolte per dimostrare i profili ambientali dei componenti edilizi nelle verifiche dei CAM Edilizia (documentazione pro-bante per il rispetto dei criteri), ed in particolare per le specifiche tecniche dei componenti edilizi, è possibile ar-rivare, attraverso un’opportuna aggre-gazione, alla determinazione degli im-patti ambientali.

L’EPD è uno strumento dichiarativo e non valutativo che definisce la carta di identità ambientale di un prodotto da costruzione.

Sulla base di queste premesse, es-sendo ciascun prodotto dotato di una propria dichiarazione ambientale di prodotto EPD, è possibile giungere alla dichiarazione ambientale complessiva di un edificio attraverso la somma delle

singole EPD, considerando perciò l’edificio come il risultato di un processo sofisti-cato di assemblaggio e posa in opera di prodotti.

Analogamente è possibile determinare l’EPD di un elemento tecnico attraverso la sommatoria delle EPD dei prodotti che la costituiscono e sarà possibile effettuare delle scelte in un’ottica di eco design.

Nel seguito verrà affrontato un esempio numerico di verifica dei criteri ambientali comuni e specifici applicato a tutti i componenti edilizi, un esempio di comparazione tra tre differenti soluzioni tecnologiche relative ad un medesimo elemento tecnico appartenente all’involucro edilizio (superficie verticale opaca) fino a giungere alla valutazione dell’impatto ambientale dell’interno edificio destinato ad ufficio con rife-rimento alle norme UNI EN 15804 e EN 15978. Lo studio prevede l’analisi di tutte le fasi del ciclo di vita della struttura e dunque dalla fase di produzione dei componenti edilizi passando per la costruzione dell’edificio, la fase di utilizzo fino ad arrivare alla dismissione della struttura (eventuale fine vita).

Descrizione dell’edificio analizzato

Figura 2. Rendering dell’edificio

Figura 3. Stralcio dell’APE con indicazione

della prestazione energetica globale

situato in Melfi (PZ). L’edificio ha una superficie di circa 100mq su due livelli ed è costituito da una struttura portante in cemento armato con solaio intermedio in strut-tura mista legno-calcestruzzo e tetto in legno.

A questo edificio è annessa un’area attrezzata a verde urbano.

I criteri di progettazione applicati sono quelli previsti dai CAM Edilizia con il supporto della metodologia LCA per la scelta delle soluzioni meno impattanti (confronto tra sub-sistemi tecnologici) e per la determinazione dell’impatto ambientale finale (sca-la di edificio).

Nello specifico l’edificio è stato progettato con un indice di prestazione energetica

globale EPgl,n,ren corrispondente alla classe A3 ed una capacità termica areica

inter-na periodica (Cip) pari a 40 kJ/m2K.

L’edificio è coperto, dal punto di vista dell’approvvigionamento energetico, da un impianto fotovoltaico opportunamente dimensionato sulla base dell’autoconsumo. La raccolta delle acque piovane per uso irriguo e per gli scarichi sanitari, è attuata con impianti realizzati secondo le norme UNI/TS 11445 ed UNI EN 805.

Sono previsti inoltre sistemi di riduzione di flusso, di controllo di portata, di controllo della temperatura dell’acqua, sistema di monitoraggio dei consumi idrici e l’impiego di apparecchi sanitari con cassette a doppio scarico aventi scarico completo di mas-simo 6 litri e scarico ridotto di masmas-simo 3 litri.

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#147.

2017

#Tecnologie

UNESCO, i cementi del futuro a Parigi:

dalla ricerca italiana le soluzioni per le Smart City

Redazione inCONCRETO

Cementi che si illuminano garantendo più sicurezza durante le ore notturne, cemen-ti che abbassano la temperatura al suolo rifrescando le nostre città, cemencemen-ti che si riparano da soli garantendo una maggiore durabilità degli edifici e delle opere pub-blica, cementi che si autopuliscono contribuendo ad abbattere lo smog nelle grandi città, cementi che riducono il rumore tra un piano e l’altro nelle case, cementi intelli-genti che controllano lo stato delle strade in caso di pioggia e ghiaccio, cementi tra-sparenti attraversati dalla luce, cementi che si trasformano in tessuti… Sono alcuni degli esempi di Smart Material, i cementi del futuro per le smart city, presentati da Italcementi a Parigi in occasione del Simposio “The Future of Cement” organizzato dall’Unesco, l’organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura, che si è tenuto a Parigi dal 6 all’8 giugno 2017.

“Oggi il cemento offre performance innovative che possono contribuire a migliorare la qualità della vita nelle nostre città.

...continua

Il Calcestruzzo drenante, caratteristiche green

e principali impieghi

Carmela Parisi

Premessa

Parlare di calcestruzzo in termini “green” appare, per chi lo conosce, abbastanza banale. In realtà i non “addetti ai lavori” associano spesso il concetto di calcestruzzo a qualcosa di invasivo, devastante e poco eco-compatibile. Il calcestruzzo, invece, è un materiale estremamente naturale che non ha nulla a che vedere con il petrolio o i suoi derivati. Si tratta di una miscela comprendente ingredienti naturali quali: • acqua

• aggregati lapidei • sabbia

• legante (es.: cemento)

Le materie prime per il cemento sono sostanze contenenti carbonato di calcio (cal-care o gesso) e silicati di alluminio (argilla), polverizzate e cotte in forno a 1300-1500 gradi.

Da queste poche righe si capisce che parliamo di un materiale di per se naturale e quindi compatibile con l’ambiente. E allora come mai ci troviamo nel 2017 a promuo-vere un materiale come green affinché esso possa entrare nelle abitudini costruttive Italiane? Come mai il calcestruzzo è stato dimenticato in favore del conglomerato bituminoso e altri derivati del petrolio?

In Italia la soluzione con pavimentazione in calcestruzzo, scelta nei primi decenni del secolo soprattutto nelle regioni meridionali per la realizzazione delle strade in-terne agli abitati e delle prime strade statali, è stata dal secondo dopo guerra in poi poco adottata. Non è così all’estero, soprattutto negli Stati Uniti, in Germania, Belgio e in Svizzera, ove numerosi sono gli esempi di pavimentazioni in calcestruzzo per la viabilità minore. Queste realizzazioni hanno messo in evidenza che la tecnologia delle pavimentazioni in calcestruzzo ben si adatta a questo tipo di strutture, anche su percorsi tortuosi e con forti pendenze longitudinali (anche fino al 20 %) e rap-presenta un’alternativa valida ed economica soprattutto se si fa uso della tecnica costruttiva con macchine a casseforme scorrevoli.

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#147.

2017

#Tecnologie

quando la larghezza della zona pavimentata è superiore a 4,5 m. Proprio per questo tipo di applicazioni ben si presta il calcestruzzo drenante che offre un’ottima solu-zione per la viabilità minore risolvendo allo stesso tempo i problemi connessi con lo smaltimento dell’acqua fungendo esso stesso da punto di captazione.

Il calcestruzzo drenate inoltre se applicato correttamente, con un approccio sistemi-co, consente notevoli vantaggio non solo per l’ambiente ma anche di tipo funzionale ed economico.

Gli sforzi per ridurre l’afflusso superficiale dovrebbero comprendere interventi di pianificazione territoriale e razionalizzazione dell’uso del suolo, in quanto la forte an-tropizzazione ed industrializzazione sottrae aree con copertura naturale per trasfor-marle in superfici impermeabili, il calcestruzzo drenante non ostacola il processo di sviluppo di un’area ma lo potenzia, in quanto offre una superficie simile a quella delle pavimentazioni tradizionali ed in aggiunta funziona come una superficie natu-rale favorendo anche la contemporanea gestione degli spazi destinati ad aree verdi. Tutte le istituzioni sia Nazionali che Comunitarie promuovono iniziative green a sostegno e tutela dell’ambiente anche attraverso finanziamenti pubblici ed è in quest’ottica che bisogna agire in maniera congiunta con tutti gli stakeholder.

All’interno del dossiere esamineremo il calcestruzzo drenante in termini di qualità e caratteristiche, vedremo quali sono i principali benefici che promette e ne esamine-remo alcuni utilizzi canonici.

Introduzione: cos’è e come funziona

Il calcestruzzo drenante come dice la parola stessa è un calcestruzzo ad elevata po-rosità con attitudine a lasciarsi permeare dai liquidi, questa sua qualità lo rende un materiale unico ed innovativo. Le

pa-vimentazioni in calcestruzzo drenante costituiscono una soluzione molto effi-cace per risolvere i problemi connessi allo sviluppo antropico di alcune zone compatibilmente con i valori di rispetto e tutela dell’ambiente.

Intercettando l’acqua superficiale (sia essa piovana o non) e permettendo che si infiltri nel terreno, il calcestruzzo drenante offre molti vantaggi favoren-do il reintegro dell’acqua di falda e la riduzione dell’afflusso (inteso come cm di acqua sulla superficie pavimentata) della stessa sulle pavimentazioni stra-dali. Questa tipologia di materiale

eli-lo, pozzetti e di altri dispositivi per la presa e lo smaltimento dell’acqua piovana e in questo senso, qualitativamente il calcestruzzo drenante comporta una riduzione dei costi generali di progetto derivanti dall’abbattimento in tutto o in parte dei di-spositivi tradizionalmente impiegati per l’allontanamento delle acque dalle superfici pavimentate.

Il segreto dell’efficacia di questo materiale risiede proprio nella porosità a pori

in-terconnessi.

Generalmente, viene realizzata una porosità fra il 15% e il 25% del volume del cal-cestruzzo indurito con portate di acqua che lo attraversano intorno a 0.34 cm/s, o 200 L/m²/min, anche se in test di laboratorio sono state registrate portate superiori. Sia il basso contenuto di sabbia che l’alta porosità riducono la resistenza mecca-nica rispetto alle miscele cementizie convenzionali, ma, è comunque garantita una sufficiente resistenza per molte applicazioni nel campo delle pavimentazioni stradali

e pedonali. Il calcestruzzo drenante è un materiale da costruzione innovativo,

che offre molti vantaggi ambientali, economici e funzionali. Il suo impiego è

in-coraggiato e riconosciuto valido dall’ente per la salvaguardia dell’ambiente (EPA Environmental Protection Agency) degli Stati Uniti che gli ha attribuito il titolo di “best practice” nella gestione dell’acqua piovana (BMP Best Practice Management) in quanto può fornire anche un primo approccio alla lotta contro l’inquinamento oltre che per lo smaltimento dell’acqua piovana.

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#147.

2017

#Tecnologie

Pavimentazioni in calcestruzzo resistenti ad agenti

chimici aggressivi

PENETRON Italia

La tematica della durabilità e della protezione di pavimentazioni in calcestruzzo

in ambienti particolarmente aggressivi come impianti di depurazione, centrali di compostaggio, depositi di impianti biogas, strutture zootecniche come stalle e man-giatoie, è sempre oggetto di dibattito con soluzioni molteplici, alcune innovative ed interessanti.

L’utilizzo di tecnologie integrali, che coinvolgono la matrice in calcestruzzo, al posto delle tradizionali stratificazioni pellicolari in adesione, ha creato un mercato di nic-chia la cui efficacia è ormai evidente soprattutto in relazione alle problematiche dei rivestimenti resinosi rispetto alle condizioni del supporto, la presenza di umidità, lo spessore e l’eventuale abrasione.

Il Sistema PENETRON®, della omonima multinazionale statunitense leader del

mercato “della cristallizzazione integrale” per l’impermeabilizzazione e protezione del calcestruzzo, offre una soluzione specifica per le superfici orizzontali fresche di getto, da applicare come spolvero nella fase di finitura superficiale: a staggia o ad elicottero.

Il ciclo è molto semplice si tratta di applicare la polvere di PENETRON

STAN-DARD in ragione di 1 Kg. al mq sul calcestruzzo fresco di getto in fase di staggiatura oppure di miscelare il prodotto con quarzo puro e di procedere al classico spolvero per la lavorazione ad elicottero.

L’impermeabilità e protezione superficiale ottenuta ha caratteristiche di contatto chimico permanente da pH 3 a pH 11, saltuario da pH 2 a pH 12 e il rivestimento superficiale si fonde con il supporto grazie all’umidità del getto. Interessantissime anche le prove di pull-off con un aumento delle prestazioni nel tempo in stagionatura umida, anche in presenza di aggressione chimica in veicolo acquoso-umidità.

Un trattamento non in adesione con il supporto ma in fusione con esso che grazie all’effetto della “cristallizzazione secondaria” dell’elemento solubile nella matrice in calcestruzzo (trasformato in cristalli di silicato di calcio idrato: CSH) ha anche un effet-to “curing” della pavimentazione, essendo riteneffet-tore d’acqua, antievaporante ad effeteffet-to ritardante superficiale, per favorire una stagionatura delle pavimentazioni ottimale. L’applicazione di PENETRON STANDARD a spolvero quindi non patisce la presen-za di acqua-umidità in controspinta, anzi ne beneficia, in quanto veicolo di progres-sione in profondità dell’azione cristallizzante ad eventuale saturazione di tutto lo spessore del manufatto.

Per quanto riguarda poi l’eventuale azione di abrasione superficiale con mezzi mec-canici il trattamento risulta estremamente coeso con il supporto e l’impermeabilità e protezione chimica rimangono anche a rivestimento rimosso.

Miscelazione a secco del PENETRON STANDARD con quarzo puro

Riferimenti

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