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Introduzione
La storia del pensiero sociologico insegna che ogni autore offre una molteplicità di spunti di riflessione, i quali costituiscono spesso dei mezzi imprescindibili per approcciarsi alla materia.
Il sapere ha infatti un carattere cumulativo-dialogico e la scienza, coma ha dimostrato K. R. Popper, procede per “congetture e confutazioni”: anche gli errori ed i limiti delle riflessioni degli studiosi succedutisi nel tempo hanno mostrato di avere un notevole valore scientifico.
Ciononostante alcuni autori, il cui prestigio è in vero indubitabile, sono stati dimenticati e per particolari motivi e contigenze storiche di loro si è oggi persa traccia nell’ambito della critica accademica e della manualistica.
Tra costoro figura per certo il nome del sociologo Pitirim Aleksandrovich Sorokin, la cui opera rappresenta una tappa importante per la teoria sociale ed è ricca di riflessioni che ancora oggi risultano essere molto attuali.
Sorokin è infatti, nelle parole di Carlo Marletti, «un autore chiave» e con l’oblio nel quale questi è caduto nell’ambito della critica accademica «la sociologia rischia di perdere un’importante occasione di riflessione su se stessa»
1.
Seguendo l’avvertimento di Marletti, l’obiettivo generale sarà quello di mostrare come il sociologo russo costituisca in realtà una figura importante nell’ambito della storia e della teoria sociologica, cercando di rilevare gli elementi teorici e gli spunti di analisi ancora oggi attuali, senza dimenticare gli inevitabili limiti e le aporie della sua riflessione.
Il primo capitolo propone una ricostruzione della particolare esperienza biografica di Sorokin, che ha esercitato un’influenza decisiva sulle sue principali teorie, analizzata in base alla periodizzazione proposta dallo stesso studioso russo: fase cristiano- pietistica, fase positivista e fase integralista.
1 C. MARLETTI, Introduzione, in P. A. SOROKIN, La dinamica sociale e culturale, Utet, Torino, 1975, p.
14.
2 Tenendo soprattutto presente l’intuizione di A. Gouldner
2, si è cercato in particolare di contestualizzare la figura di Sorokin a livello storico-sociale, focalizzando l’attenzione sulla rivoluzione russa e sul contesto statunitense dagli anni ’20 agli anni
’60, che risultarono decisivi nel determinare le sue alterne fortune.
Di seguito si traccia un profilo intellettuale di Sorokin, mediante l’analisi di alcune delle sue maggiori opere, mettendone in rilievo le principali argomentazioni e ponendo in evidenza il mutamento di prospettiva nel passaggio dalla fase positivista a quella integralista.
Il secondo capitolo prende in esame la produzione di stampo positivista del sociologo russo, che gli valsero la chiamata ad Harvard: dagli studi di teoria sociologica pura a quelli di sociologia urbana e rurale, con particolare attenzione a La mobilità sociale.
Il terzo capitolo sottopone ad analisi La dinamica sociale e culturale, che rappresenta il vero punto di svolta intellettuale ed esistenziale di Sorokin, in quanto segna il passaggio ad una prospettiva integralista e l’inizio dell’isolamento accademico dell’autore.
Nel quarto capitolo si evidenziano i principi dell’integralismo sorokiniano dal punto di vista filosofico e sociologico e la loro applicazione nei presupposti e negli obiettivi dell’Harvard Research Center in Creative Altruism.
Il quinto capitolo è dedicato a Il potere dell’amore, un’opera che nel suo oggetto di studio e nei suoi principi generali ben sintetizza il pensiero ed il metodo integralista di Sorokin.
Il sesto ed ultimo capitolo approfondisce l’idea di sociologia accademica che Sorokin ha maturato nella sua esperienza: l’analisi comparativa cui egli sottopone la sociologia statunitense e quella europea, l’aspra critica delle tendenze recenti contenuta in Mode e utopie nella sociologia moderna e scienze collegate ed infine le sue considerazioni sul futuro della scienza sociale accademica.
2 A. GOULDNER, La crisi della sociologia, Il Mulino, Bologna, 1980.