• Non ci sono risultati.

2. IL TERRORISTA TRA COSTRUZIONE MEDIATICA E SUO SUPERAMENTO NELL‟OPERA DI F.C. DELIUS

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2021

Condividi "2. IL TERRORISTA TRA COSTRUZIONE MEDIATICA E SUO SUPERAMENTO NELL‟OPERA DI F.C. DELIUS "

Copied!
200
0
0

Testo completo

(1)

I

INDICE

0. INTRODUZIONE ... IV 0.1. Presentazione dell‟elaborato ... IV 0.2. Cenni storici ... X 0.2.1. Il movimento studentesco e i primi gruppi armati ... X 0.2.2. Breve storia della RAF dalla fondazione allo scioglimento ... XV 1. ASSENZA FISICA E PRESENZA MEDIATICA DEL TERRORISTA ... XXIII

1.1. Il terrorista: un prodotto mediatico? – Heinrich Böll, Die verlorene Ehre der Katahrina Blum ... XXIV 1.1.1. “Un articolo e le sue conseguenze”... XXIV 1.1.2. Katharina Blum e il suo onore perduto ... XXVIII 1.1.3. Esclusione del terrorista e rifiuto del modo di parlarne ... XXXV 1.2. L‟introiezione paranoide del discorso mediatico – F.C. Delius, Ein Held

der inneren Sicherheit ... XXXVIII 1.2.1. Il principio di prestazione e la messa in discussione del mito della

Stunde Null ... XXXIX 1.2.2. L‟ossessiva trattazione mediatica del sequestro ... XLII 2. IL TERRORISTA TRA COSTRUZIONE MEDIATICA E SUO

SUPERAMENTO NELL‟OPERA DI F.C. DELIUS ... XLVIII 2.1. Il tentativo di superamento del discorso mediatico in Mogadischu

Fensterplatz ... XLVIII 2.1.1. La vittima ... LI 2.1.2. Il terrorista ... LVI

(2)

II

2.1.2.1. La presentazione dei quattro dirottatori ... LVI 2.1.2.2. Le motivazioni del terrorista ... LXIII 2.2. Himmelfahrt eines Staatsfeindes: pluralità di voci e di prese di

posizione ... LXVI 2.2.1. I funerali dei terroristi: evento mediatico e festa della nazione . LXVIII 2.2.2. La voce ironica di Sigurd Nagel ... LXXII 2.2.3. Cornelia Handschuch, Maurizio Serratta e l‟assenza della “storia

vera” del terrorismo ... LXXVII

3. IL PERCORSO DEL SINGOLO VERSO LA CLANDESTINITÀ ... LXXXIII 3.1. La scelta del terrorismo come reazione alla minaccia di un ritorno al

fascismo. Peter Schneider, ...schon bist du ein Verfassungsfeind .. LXXXIII 3.1.1. Il legame tra RFT e dittatura nazista e il ritorno del fascismo LXXXVI 3.1.2. Terrorismo e diritto alla resistenza ... LXXXVIII 3.2. Oltre l‟etichetta di “terrorista”: la scrittura biografica di Ulrike

Edschmid ... XCII 3.2.1. Frau mit Waffe ... XCIV 3.2.1.1. La stessa etichetta per due donne diverse ... XCV 3.2.1.2. Il tema della violenza e la difficoltà di narrarlo ... XCVIII 3.2.2. Das Verschwinden des Philip S. - Roman ... CII 3.2.2.1. La centralità del figlio nella separazione dei protagonisti ... CV 3.2.2.2. “Scomparire”, una forma di esistenza ... CVIII 3.2.2.3. Il personaggio di Philip S. e il tema della violenza ... CX 4. BAADER, MEINHOF E ENSSLIN: I TRE VOLTI DEL TERRORISMO

VISTI DALLA GENERAZIONE POST-‟68 ... CXIV 4.1. Leviathan di Dea Loher ... CXVII 4.1.1. La contrapposizione dei personaggi ... CXIX 4.1.2. Il principio antitetico del dramma ... CXXI 4.1.3. Alla ricerca della felicità ... CXXIX 4.1.4. La violenza ... CXXXVI 4.2. La parodia del terrorismo nelle opere di John von Düffel ... CXLI 4.2.1. Rinderwahnsinn ... CXLI

(3)

III

4.2.1.1. Il ‟68 e i suoi figli ... CXLII 4.2.1.2. Il terrorismo: questione di famiglia ... CXLVII 4.2.2. Born in the R.A.F. ... CL 4.2.2.1. Il terrorista (di nuovo) assente ... CLI 4.2.2.2. Il fascino della clandestinità ... CLVII 5. COMMENTO ALLA TRADUZIONE ... CLXI 5.1. Elementi fonetici ... CLXI 5.2. Strutture sintattiche ... CLXVII 5.3. Lessico ... CLXX 5.4. Livello grafico ... CLXXV 6. CONCLUSIONI ... CLXXXI 7. BIBLIOGRAFIA ... CXC 7.1. Letteratura primaria ... CXC 7.2. Letteratura secondaria ... CXCI 8. FILMOGRAFIA ... CXCVIII 9. SITOGRAFIA ... CXCIX

DEALOHER

LEVIATANO 1

(Leviathan)

(4)

IV

0. INTRODUZIONE

0.1. Presentazione dell‟elaborato

Il presente lavoro consiste nell‟analisi di alcune opere di letteratura tedesca contemporanea che hanno elaborato il tema del terrorismo1 di sinistra degli anni

‟70. Il titolo, RAFfigurazioni, vuole essere un gioco di parole tra l‟acronimo del gruppo su cui maggiormente si concentra la produzione letteraria presa qui in considerazione (RAF - Rote Armee Fraktion) e le diverse “immagini”, le diverse prospettive che emergono dalle opere analizzate: l‟immagine della RAF presentata dai media, alla quale le opere spesso si oppongono, l‟immagine della RAF vista da posizioni ideologicamente vicine, sebbene non identiche, a quelle del gruppo armato e quella di coloro che si pongono in maniera critica sia nei confronti della RAF sia nei confronti dello stato, l‟immagine della RAF delineata da chi è del tutto indifferente alle questioni sollevate dal gruppo armato ma che si vede costretto a confrontarsi con esse, e infine l‟immagine che costruiscono di sé quei

1 Nonostante il termine “terrorismo” sia profondamente connotato, al punto tale da divenire, come scrive Daniele Giglioli, una sorta di «anatema di grande impatto emotivo da rinfacciarsi vicendevolmente, un modalizzatore discorsivo che denota solo la posizione del parlante e dell‟interlocutore, e nessun oggetto reale» (GIGLIOLI Daniele, All'ordine del giorno è il terrore, Bompiani, Milano 2007, p. 8), nel presente lavoro si utilizzerà, tra gli altri, anche questo termine, così come il termine “terrorista”, poiché, come sostiene Raffaele Donnarumma, definizioni quali ad esempio “violenza politica” «rischia[no] di cancellare quei tratti di angoscia, minaccia e morte che sono nello stesso termine „terrorismo‟, e che nella rappresentazione e nell‟immaginario tornano come centrali.» (DONNARUMMA Raffaele, Storia, immaginario, letteratura: il terrorismo nella narrativa italiana (1969-2010), in CATALDI Pietro (a cura di), Per Romano Luperini, Palermo, Palumbo 2010, pp. 441-442).

(5)

V

personaggi che, nella finzione letteraria, sono membri della RAF o di altri gruppi di lotta armata. Il complesso di tali raffigurazioni è analizzato nelle opere, in ordine di pubblicazione, Die verlorene Ehre der Katharina Blum di Heinrich Böll (1974), ...schon bist du ein Verfassungsfeind di Peter Schneider (1975), Ein Held der inneren Sicherheit (1981), Mogadischu Fensterplatz (1987) e Himmelfahrt eines Staatsfeindes (1992) di Friedrich Christian Delius, Leviathan di Dea Loher (1993), Frau mit Waffe di Ulrike Edschmid (1996), Rinderwahnsinn e Born in the R.A.F. di John von Düffel (entrambe 1999), Das Verschwinden des Philip S. di Ulrike Edschmid (2013). Nell‟indagare i diversi punti di vista e le diverse presentazioni che emergono dalle opere, particolare attenzione verrà riservata alla figura del terrorista che, inizialmente esclusa dalla narrazione, diviene in seguito il personaggio principale di racconti, romanzi e opere teatrali.

Il terrorismo che interessò la Germania Ovest negli anni ‟70 e che è alla base della produzione letteraria qui analizzata è un terrorismo di matrice social- rivoluzionaria intenzionato a minare l‟ordinamento della nazione tedesca, portare le masse alla rivoluzione e, secondo il punto di vista dei membri dei gruppi attivi in quegli anni, mettere le basi per una società più giusta ed equa. La violenza di cui fecero uso i gruppi terroristici, le reazioni dello stato e la grande attenzione mediatica di cui godettero le attività dei vari gruppi armati fecero sì che l‟attenzione dell‟opinione pubblica rimase spesso e per lunghi periodi catalizzata su questo tema.

Sebbene l‟ultimo omicidio della Rote Armee Fraktion sia stato compiuto il 1 aprile 1991,2 il periodo di massima visibilità del gruppo si colloca tra la sua fondazione (14 maggio 1970) e l‟autunno 1977, quando i membri ancora in libertà organizzarono varie azioni nel tentativo di liberare i cosiddetti quadri del gruppo detenuti nel carcere di Stammheim, Stoccarda (v. § 0.2.2.). Come dimostrano le opere analizzate nel presente lavoro, questo periodo (1970-1977)

2 La persona a essere uccisa fu Detlev Karsten Rohwedder, membro del partito socialista tedesco (SPD) e presidente del consiglio direttivo della Treuhandanstalt, l‟istituzione incaricata della privatizzazione delle industrie di stato della ex Germania Est.

(6)

VI

corrisponde anche al periodo maggiormente trattato dalla letteratura che si confronta con il tema del terrorismo tedesco di sinistra. Mentre, tra le opere analizzate nell‟elaborato, quelle scritte durante il periodo 1970-1977 non menzionano alcun evento legato alla storia della RAF o di altri gruppi terroristici attivi all‟epoca, quelle pubblicate successivamente al 1977 rimandano o mettono al centro degli eventi narrati uno o più fatti avvenuti storicamente tra il 1970 e il 1977 e non ne menzionano alcuno avvenuto dopo la fine del cosiddetto Deutscher Herbst (autunno tedesco), così chiamato a seguito dell‟uscita del film Deutschland im Herbst (Germania in autunno).3 Ciò vale sia per le opere più prossime agli eventi dell‟autunno 1977 sia per quelle scritte a più di trent‟anni di distanza dagli stessi.

I criteri alla base della selezione delle opere sopra elencate sono tre. In primo luogo la decisione di analizzare non solo quelle opere considerate “canoniche” per quanto riguarda lo studio del tema trattato nel presente lavoro, come lo sono il racconto di Böll e i tre romanzi di Delius, ma anche opere meno indagate dagli studiosi di letteratura, come il racconto di Schneider e le opere teatrali di Dea Loher e John von Düffel, o del tutto ignorate, come le due opere di Ulrike Edschmid. In secondo luogo il periodo di pubblicazione, che copre un ampio lasso di tempo andando da opere scritte durante il periodo di maggiore visibilità della RAF, primo fra tutti il racconto di Heinrich Böll, ai giorni nostri, con il romanzo di Ulrike Edschmid. In terzo luogo gli anni di nascita degli autori in base ai quali gli scrittori possono essere divisi in tre gruppi rappresentativi delle tre diverse

3 Cfr. GALLI Matteo, „Mit dem Einkaufswagen durch den Geschichts-Supermarkt“? Zu einigen Bestandteilen des so genannten Mythos RAF in den Künsten: Entstehung, Entwicklung und Neukontexttualisierung, in GALLI Matteo – PREUßER Heinz-Peter, Mythos Terrorismus. Von Deutschen Herbst zum 11. September, Universitätsverlag Winter Heidelberg, Heidelberg 2006, Jahrbuch „Literatur und Politik“ Vol. 1, p. 115. Oltre a questo esempio Matteo Galli segnala altri due titoli di film che si sono affermati nel linguaggio comune legato al terrorismo: Die dritte Generation di Rainer Werner Fassbinder, a seguito del quale si è parlato di una “terza generazione” della RAF, e Die bleierne Zeit Margarethe von Trotta, dal cui titolo è stata coniata l‟espressione “anni di piombo” usata per gli anni ‟70 italiani caratterizzati dall‟attività delle Brigate Rosse.

(7)

VII

“generazioni”4 che si sono confrontate letterariamente con il tema del terrorismo di sinistra: la prima rappresentata da Heinrich Böll (1917), la seconda da Peter Schneider, Ulrike Edschmid (entrambi 1940) e F.C. Delius (1943), la terza da Dea Loher (1964) e John von Düffel (1966).

L‟unione del secondo e del terzo criterio porta a prendere in analisi una produzione letteraria eterogenea dal punto di vista temporale, soprattutto se si considera il periodo di pubblicazione della seconda “generazione”: mentre Peter Schneider pubblica il suo racconto solo un anno dopo l‟opera di Heinrich Böll, la produzione di Ulrike Edschmid sul terrorismo di sinistra degli anni ‟70 è molto più tarda, tanto da coincidere (nel caso di Frau mit Waffe) con gli anni d‟inizio della produzione letteraria della generazione successiva e, con la pubblicazione del suo ultimo romanzo Das Verschwinden des Philip S., giungere fino ai giorni nostri. Ciò permette di prendere in esame non solo i punti di vista di tre

“generazioni” diverse sul tema del terrorismo di sinistra degli anni ‟70, ma anche, per quanto riguarda la seconda generazione, vedere come cambia la raffigurazione del terrorismo e del terrorista man mano che ci si allontana dagli eventi narrati.

Oltre a uno studio delle opere sopra elencate, il mio lavoro propone una traduzione integrale di Leviathan di Dea Loher, opera teatrale analizzata da un punto di vista critico-letterario nel capitolo 4 e da un punto di vista traduttologico nel capitolo 5. La traduzione, con testo a fronte, è riportata nella seconda parte dell‟elaborato.

Alla presente introduzione segue un paragrafo dedicato ai principali eventi che segnarono la storia del movimento studentesco tedesco e dei primi gruppi terroristici prima (§ 0.2.1.) e della RAF poi (§ 0.2.2.) e che vengono in parte ripresi e rielaborati dalle opere letterarie di cui si parlerà nei capitoli successivi. Il paragrafo, oltre a presentare una breve panoramica sulla situazione storica e sociale in cui la RAF venne fondata, propone la cronologia delle più importanti azioni del gruppo armato.

4 Il termine generazione è qui inteso come periodo di tempo di circa 25 anni che trascorre mediamente prima che un individuo ne generi un altro.

(8)

VIII

Nel primo capitolo vengono analizzate le opere Die verlorene Ehre der Katharina Blum di Heinrich Böll (§ 1.1.) e Ein Held der inneren Sicherheit di F.C. Delius (§ 1.2.), caratterizzate dall‟assenza della figura del terrorista dalla narrazione. Entrambe le opere, pur nella loro diversità, focalizzano la loro attenzione su personaggi del tutto indifferenti alle questioni sollevate dal terrorismo, ma costretti a fare i conti con le conseguenze, dirette o indirette, che esso ha sulle loro vite: mentre Böll si concentra sull‟accanimento mediatico di un giornale sulle vicende di una giovane donna, la Katharina Blum del titolo, sospettata di avere legami con ambienti criminali di sinistra, Delius presenta la storia di Roland Diehl, sottoposto del sequestrato Alfred Büttinger (alias Hanns Martin Schleyer; v. § 0.2.2.), e la sua crisi personale dovuta all‟assenza del suo capo. In entrambe le opere il terrorista non compare “fisicamente” all‟interno della narrazione, ma solo come prodotto di un giornalismo sensazionalistico (in Böll) o di visioni paranoidi (in Delius).

Nel capitolo successivo vengono trattati i romanzi Mogadischu Fensterplatz (§ 2.1.) e Himmelfahrt eines Staatsfeindes (§ 2.2.) sempre di F.C. Delius. In queste due opere l‟autore prende spunto da due eventi del Deutscher Herbst, rispettivamente dal sequestro di un aereo della Lufthansa e dal suicidio in carcere di tre membri di spicco della RAF (v. § 0.2.2.). Nelle sue opere Delius porta avanti, tra l‟altro, un processo di decostruzione della presentazione mediatica del terrorista e della vittima. Per questo motivo nell‟analisi delle due opere l‟attenzione è posta in particolar modo sulla raffigurazione che viene fatta del terrorista e su punti in comune e punti di contrasto che tale raffigurazione ha con il discorso mediatico, inteso qui come insieme di dichiarazioni giornalistiche sul tema.

Il terzo capitolo è dedicato all‟analisi di ...schon bist du ein Verfassungsfeind di Peter Schneider (§ 3.1.), Frau mit Waffe (§ 3.2.1.) e Das Verschwinden des Philip S. (§ 3.2.2.) di Ulrike Edschmid. Le tre opere mettono al centro della narrazione il percorso del singolo verso la clandestinità e la lotta armata. Mentre nel racconto di Peter Schneider la narrazione dell‟ingresso in clandestinità viene

(9)

IX

interrotta poco prima che questo passo venga compiuto dal protagonista, Ulrike Edschmid, che pubblica le sue opere molto più tardi rispetto a Schneider, segue nei racconti biografici di Frau mit Waffe e nel romanzo a sfondo biografico Das Verschwinden des Philip S. le vicende delle persone di cui parla fino al loro epilogo.

Il quarto capitolo verte sull‟analisi di Leviathan di Dea Loher (§ 4.1.) e di Rinderwahnsinn (§ 4.2.1.) e Born in the R.A.F. (§ 4.2.2.) di John von Düffel. A differenza delle altre opere analizzate nel presente lavoro, nelle quali le figure dei membri fondatori della RAF, Andreas Baader, Ulrike Meinhof e Gudrun Ensslin sono completamente assenti o solo nominate (con l‟eccezione di Himmelfahrt eines Staatsfeindes di F.C. Delius), nei drammi di Dea Loher e John von Düffel i personaggi che rimandano a queste figure storiche occupano un ruolo centrale.

Entrambi gli autori assumono un punto di vista diverso rispetto a quello

“classico”, che presenta la storia della RAF da una prospettiva post-1977 e concede ampio spazio agli eventi del Deutscher Herbst: Dea Loher sposta l‟attenzione dall‟epilogo delle vicende della prima generazione della RAF all‟atto di fondazione del gruppo, avvenuta con la liberazione dell‟incarcerato Andreas Baader (v. § 0.2.2.); John von Düffel fa scomparire il dato storico della vicenda della RAF dietro una presentazione in chiave parodica dell‟esperienza del terrorismo nella società tedesca.

Il quinto e ultimo capitolo è un commento alla traduzione in italiano dell‟opera teatrale Leviathan di Dea Loher. In particolar modo verranno presi in considerazione quegli aspetti fonetici, sintattici, lessicali e grafici ai quali l‟autrice fa ricorso per rendere nella lingua scritta alcune caratteristiche tipiche del tedesco parlato e saranno messe in evidenza le difficoltà incontrate nella traduzione dell‟opera e le soluzioni adottate.

Il presente lavoro termina con un breve capitolo in cui vengono esplicitate le conclusioni emerse dall‟analisi delle opere prese in esame.

(10)

X 0.2. Cenni storici

0.2.1. Il movimento studentesco e i primi gruppi armati

Al fine di ottenere una panoramica del contesto storico e sociale all‟interno del quale si formarono i gruppi terroristici degli anni ‟70 è necessario innanzitutto trattare brevemente la storia del movimento studentesco tedesco e la formazione dei primi gruppi armati.

Secondo Rudi Dutschke, figura di spicco della rivoluzione culturale di quegli anni e leader dell‟ala antiautoritaria dello SDS (Sozialistischer Deutscher Studentenbund – lega degli studenti socialisti tedeschi), il movimento studentesco tedesco nacque nel dicembre 1964, durante le proteste contro il primo ministro congolese Moïse Tschombé in visita a Berlino Ovest, colpevole della morte del suo predecessore Patrice Lumumba.5 Il movimento studentesco, ribattezzato solo a partire dagli anni ‟80 movimento del ‟68,6 vide il suo apice tra il 1967 e il 1969 e fu costituito da una moltitudine dinamica di vari gruppi di protesta più o meno grandi e influenti.

Nel suo articolo 1968 und die RAF il politologo Wolfgang Kraushaar, uno dei massimi esperti della ricerca sul terrorismo tedesco degli anni ‟70 e sui suoi legami con il movimento studentesco della fine degli anni ‟60, sottolinea come sia praticamente impossibile classificare tutti i gruppi attivi all‟interno del movimento studentesco. Secondo Kraushaar, più importante è distinguere tra le due correnti principali esistenti all‟interno del gruppo inizialmente più influente, lo SDS: da una parte quella più tradizionalista maggiormente legata alla tradizione ortodossa comunista e dall‟altra quella antiautoritaria più legata alle teorie di Herbert

5 Cfr. KRAUSHAAR Wolfgang, Entschlossenheit: Dezisionismus als Denkfigur. Von der antiautoritären Bewegung zum bewaffneten Kampf, in KRAUSHAAR Wolfgang (a cura di), Die RAF und der linke Terrorismus, Hamburger Edition, Amburgo 2006, Vol. 1, p. 141.

6 Sulla nascita del termine “movimento del ‟68” cfr. KRAUSHAAR Wolfgang, 1968 und die RAF.

Ein umstrittenes Beziehungsgeflecht, in «Vorgänge. Zeitschrift für Bürgerrechte und Gesellschaftspolitik», Berlino 44 (2005), 3/4 (settembre/dicembre), n. 171/2 Die Zukunft der Linken, p. 212.

(11)

XI

Marcuse, alla quale apparteneva Rudi Dutschke.7 Accanto alla sigla SDS un‟altra spesso usata in relazione al movimento studentesco è APO (Außerparlamentarische Opposition - opposizione extraparlamentare) che, contrariamente alla lega degli studenti socialisti, non indicava un gruppo unico, ma vari gruppi di persone molto diversi tra loro, i cui punti in comune furono la delusione per la decisione del partito socialista tedesco (SPD) di entrare nel dicembre 1966 in coalizione con l‟unione cristiano-democratica (CDU) e il conseguente tentativo di modificare attraverso campagne extraparlamentari il corso preso dallo SPD.8

Data fondamentale per la storia del movimento studentesco fu il 2 giugno 1967, giorno passato tristemente alla storia per la morte dello studente di romanistica Benno Ohnesorg, ucciso dall‟agente in borghese Karl-Heinz Kurras con un colpo di pistola durante gli scontri scoppiati a causa della visita dello Scià di Persia a Berlino Ovest.9 La morte di Benno Ohnesorg causò un‟ondata di indignazione nelle file del movimento studentesco che il giorno seguente chiese le dimissioni del sindaco di Berlino Ovest Heinrich Albertz10 e spinse molti giovani che fino a quel momento avevano seguito le vicende da spettatori a impegnarsi attivamente nella rivoluzione culturale e politica a cui mirava il movimento.11 La morte di Benno Ohnesorg, oltre a portare a un aumento di attivisti nelle fila del movimento, lo modificò radicalmente: da Berlino Ovest il movimento si estese anche nelle altre città universitarie tedesche e da movimento studentesco sfociò in protesta giovanile. Inoltre anche le forme di protesta cambiarono e la fase di

7 Cfr. KRAUSHAAR Wolfgang, 1968 und die RAF. Ein umstrittenes Beziehungsgeflecht, in

«Vorgänge. Zeitschrift für Bürgerrechte und Gesellschaftspolitik», Berlino 44 (2005), 3/4 (settembre/dicembre), n. 171/2 Die Zukunft der Linken, p. 214.

8 Ibidem, p. 215.

9 Cfr. AUST Stefan, Der Baader-Meinhof-Komplex, Goldmann, Monaco 2010, pp. 77-86.

10 Ibidem.

11 Cfr. THEWELEIT Klaus, Bemerkungen zum RAF-Gespenst »Abstrakter Radikalismus« und Kunst, in THEWELEIT Klaus, Ghosts. Drei leicht inkorrekte Vorträge, Stroemfeld, Francoforte – Basel 1998, p. 20.

(12)

XII

petizioni e rispetto delle regole lasciò spazio prima a un periodo di limitata violazione delle leggi e poi alla propaganda a favore della “violenza sulle cose”.12

Questo cambiamento di rotta divenne evidente nel 1968, anno in cui ci fu un‟escalation dell‟uso della violenza da parte sia del movimento sia di coloro che a esso si opponevano. Per citare solo gli eventi cruciali che resero la situazione incandescente:

- 17 e 18 febbraio 1968: il congresso internazionale contro la guerra in Vietnam organizzato dallo SDS presso la Technische Universität di Berlino, durante il quale si discussero i metodi di lotta contro l‟imperialismo occidentale.

Questo congresso fu apice della carriera politica di Rudi Dutschke;13

- 21 febbraio 1968: l‟organizzazione da parte del consiglio comunale di Berlino di una manifestazione dal carattere anti-studentesco e anti-comunista durante la quale diversi giovani passanti furono pestati dai manifestanti perché scambiati per Rudi Dutschke mentre altre persone del corteo inneggiavano a linciarli e a impiccarli;14

- 2 aprile 1968: l‟incendio a un supermercato di Francoforte ad opera di Andreas Baader, Gudrun Ensslin (due dei futuri leader della RAF), Thorwald Proll e Horst Söhnlein, quattro giovani che orbitavano intorno al movimento studentesco. L‟azione, rivolta contro quello che veniva visto come uno dei simboli del capitalismo, fu concepita dai suoi ideatori come un atto di protesta contro la guerra condotta dagli Stati Uniti in Vietnam e il bombardamento della capitale del

12 Cfr. KRAUSHAAR Wolfgang, 1968 und die RAF. Ein umstrittenes Beziehungsgeflecht, in

«Vorgänge. Zeitschrift für Bürgerrechte und Gesellschaftspolitik», Berlino 44 (2005), 3/4 (settembre/dicembre), n. 171/2 Die Zukunft der Linken, p. 216.

13 Cfr. KRAUSHAAR Wolfgang, Entschlossenheit: Dezisionismus als Denkfigur. Von der antiautoritären Bewegung zum bewaffneten Kampf, in KRAUSHAAR Wolfgang (a cura di), Die RAF und der linke Terrorismus, Hamburger Edition, Amburgo 2006, Vol. 1, p. 144

14 Cfr. KRAUSHAAR Wolfgang, Kleinkrieg gegen einen Großverleger. Von der Anti-Springer- Kampagne der APO zu den Brand- und Bombenanschlägen der RAF, in KRAUSHAAR Wolfgang (a cura di), Die RAF und der linke Terrorismus, Hamburger Edition, Amburgo 2006, Vol. 2, pp. 1088-1089.

(13)

XIII

Vietnam del Nord Hanoi. Due giorni dopo l‟azione i quattro vennero catturati, processati e condannati a tre anni di carcere;15

- 11 aprile 1968: il tentato omicidio di Rudi Dutschke ad opera di un simpatizzante di estrema destra, Joseph Baumann, imbianchino di Monaco recatosi a Berlino Ovest per uccidere il leader dello SDS. Lo studente riuscì a salvarsi solo per miracolo dall‟attentato riportando però vari danni al cervello che ne causarono la morte il 24 dicembre 1979. Il movimento studentesco reagì all‟attentato assaltando la sede berlinese del giornale Bild-Zeitung, accusato di aver aizzato la popolazione contro il leader del movimento, e cercò per vari giorni di impedirne la distribuzione;16

- 4 novembre 1968: la cosiddetta battaglia presso il Tegeler Weg (Schlacht am Tegeler Weg) fuori dal tribunale sede del processo contro Horst Mahler, un avvocato di sinistra che difese molti membri del movimento che ebbero problemi con la giustizia, durante la quale i manifestanti costrinsero la polizia a ritirarsi attraverso il lancio di pietre, riportando per la prima volta meno feriti (22) rispetto alle forze dell‟ordine (130).17

Il cambiamento di rotta al quale va incontro il movimento a seguito della morte di Benno Ohnesorg e del tentato omicidio di Rudi Dutschke appare evidente se si paragonano due attentati falliti, uno precedente e l‟altro successivo alla morte e al ferimento dei due studenti. Il primo “attentato” a colpi di farina, yogurt e budino (piano divenuto noto sotto il nome di Pudding-Attentat) fu organizzato dai membri della Kommune I, una comune fondata da vari attivisti del movimento studentesco, per “salutare” la visita a Berlino del vicepresidente

15 Per quanto riguarda i fatti relativi all‟incendio al supermercato di Francoforte cfr. HAKEMI Sara – HECKEN Thomas, Die Wahrenhausbrandstifter, in KRAUSHAAR Wolfgang (a cura di), Die RAF und der linke Terrorismus, Hamburger Edition, Amburgo 2006, Vol. 1, pp. 316- 331 e AUST Stefan, Der Baader-Meinhof-Komplex, Goldmann, Monaco 2010, pp. 90-97.

16 Per informazioni sia riguardo l‟attentato che riguardo le successive reazioni del movimento studentesco cfr. AUST Stefan, Der Baader-Meinhof-Komplex, Goldmann, Monaco 2010, pp.

97-103 e KRAUSHAAR Wolfgang, Kleinkrieg gegen einen Großverleger. Von der Anti- Springer-Kampagne der APO zu den Brand- und Bombenanschlägen der RAF, in KRAUSHAAR Wolfgang (a cura di), Die RAF und der linke Terrorismus, Hamburger Edition, Amburgo 2006, Vol. 2, pp. 1088-1095.

17 Cfr. AUST Stefan, Der Baader-Meinhof-Komplex, Goldmann, Monaco 2010, pp. 118-121.

(14)

XIV

americano Hubert Humphrey (aprile 1967) ma fallì perché la polizia venne a conoscenza del piano. Il secondo attentato (febbraio 1969) fallì invece perché, a causa del freddo, la batteria non riuscì ad azionare l‟innesco della bomba disposta lungo il percorso che doveva seguire la colonna di vetture che scortava il presidente americano Richard Nixon per le strade di Berlino Ovest.18

Nel 1969 i vari gruppi del movimento studentesco cominciarono a frazionarsi e a scindersi, venendo a mancare quella comunione d‟intenti di base che lo aveva reso forte fino a quel momento, e lo SDS cominciò a perdere di influenza, arrivando fino al definitivo scioglimento nel marzo del 1970.19 L‟autunno 1969 vide la fondazione del primo duplice gruppo armato, chiamato Tupamaros München e Tupamaros West-Berlin a seconda della città dove operava, che prendeva il nome da un movimento di guerriglia urbana attivo in Uruguay dalla metà degli anni ‟60. Di questo gruppo fecero parte, insieme ad altre persone, Dieter Kunzelmann e Fritz Teufel, due membri della Kommune I.

Come sostenuto da Kraushaar, il passaggio di alcuni membri di un gruppo antiautoritario come la Kommune I alla lotta armata indica l‟esistenza di un legame tra le persone che stavano al centro del movimento studentesco e la fondazione dei primi gruppi terroristici. A questo elemento di continuità si aggiunge inoltre l‟adattamento della “teoria del focolaio” ideata da Ernesto Guevara al contesto metropolitano da parte del leader del movimento studentesco Rudi Dutschke,20 che venne in seguito rivisitata in modo più radicale e messa in

18 Cfr. KRAUSHAAR Wolfgang, 1968 und die RAF. Ein umstrittenes Beziehungsgeflecht, in

«Vorgänge. Zeitschrift für Bürgerrechte und Gesellschaftspolitik», Berlino 44 (2005), 3/4 (settembre/dicembre), n. 171/2 Die Zukunft der Linken, p. 216.

19 Cfr. THEWELEIT Klaus, Bemerkungen zum RAF-Gespenst »Abstrakter Radikalismus« und Kunst, in THEWELEIT Klaus, Ghosts. Drei leicht inkorrekte Vorträge, Stroemfeld, Francoforte – Basel 1998, p. 29.

20 La prima fonte che attesta il lavoro di Dutschke sulla “teoria del focolaio” sono gli appunti che il leader dello SDS scrive nel febbraio 1966. Questo suo adattamento viene reso pubblico per la prima volta durante la conferenza dei delegati dello SDS del settembre 1967. Nel suo intervento Dutschke sostiene la necessità di organizzare una guerriglia urbana formata da gruppi di poche persone che vivono in modo parzialmente legale e parzialmente illegale e che compiono azioni simboliche non rivolte contro persone ma esclusivamente contro cose. Rudi Dutschke non è contrario alla violenza, vista come unico mezzo per i popoli del terzo mondo di liberarsi dall‟oppressione, ma ritiene che essa sia controrivoluzionaria se rivolta contro singole persone

(15)

XV

pratica da vari gruppi armati.21 La fondazione di gruppi come i Tupamaros München e West-Berlin e la RAF non è pertanto giustificabile solamente come reazione a uno sfaldamento del movimento studentesco,22 ma mostra elementi in comune e di continuità con esso che non permettono di dividere in modo netto questi due fenomeni storici. Ciononostante, prosegue il politologo, non sarebbe nemmeno corretto unire il periodo che va dal 1967 al 1977 sotto la definizione di Rotes Jahrzehnt (decennio rosso), come fa Gerd Koenen nel titolo del suo libro di stampo autobiografico sulla scena radicale di sinistra degli anni ‟70, in quanto in primo luogo la via verso la clandestinità venne presa da una piccola minoranza di coloro che presero parte alle proteste del movimento studentesco e in secondo luogo la vasta e pubblica partecipazione che conobbe il movimento non ha nulla a che fare con il carattere elitario e isolato dei gruppi clandestini che operano negli anni ‟70.23

0.2.2. Breve storia della RAF dalla fondazione allo scioglimento

Quattro sono i principali gruppi armati fondati tra la fine degli anni ‟60 e l‟inizio degli anni ‟70. Tra questi, oltre ai già citati Tupamaros München e West-Berlin, la Rote Armee Fraktion (maggio 1970), la Bewegung 2. Juni (Movimento 2 giugno, così chiamato in memoria della morte di Benno Ohnesorg, inizio 1972) e le Revolutionäre Zellen (1972). Di questi gruppi la RAF fu quello più longevo (14 maggio 1970 – 20 aprile 1998) e che ottenne maggiore risonanza.

(soprattutto in società del cosiddetto primo mondo) ed è per questo motivo che in seguito attaccherà duramente la RAF e i suoi metodi. Cfr. KRAUSHAAR Wolfgang, Rudi Dutschke und der bewaffnete Kampf, in KRAUSHAAR Wolfgang (a cura di), Die RAF und der linke Terrorismus, Hamburger Edition, Amburgo 2006, Vol. 1, pp. 218-247.

21 Contrariamente a quanto sostenuto da Dutschke i gruppi terroristici degli anni ‟70 indirizzarono la violenza non solo contro cose, ma anche contro persone. Cfr. KRAUSHAAR Wolfgang, 1968 und die RAF. Ein umstrittenes Beziehungsgeflecht, in «Vorgänge. Zeitschrift für Bürgerrechte und Gesellschaftspolitik», Berlino 44 (2005), 3/4 (settembre/dicembre), n. 171/2 Die Zukunft der Linken, pp. 218-219.

22 Ibidem, p. 218.

23 Ibidem.

(16)

XVI

Evento decisivo per la successiva fondazione della RAF è l‟incendio al supermercato di Francoforte (v. § 0.2.1.). Andreas Baader e la fidanzata Gudrun Ensslin vengono condannati con gli altri due compagni a tre anni di reclusione, ma ottengono la libertà provvisoria a partire dal 13 giugno 1969 in attesa della revisione della pena prevista per il mese di novembre dello stesso anno. Nel periodo di attesa, avendo l‟obbligo di fare lavori socialmente utili, Baader, Ensslin e Thorwald Proll si avvicinano all‟ambiente dei riformatori, che nel frattempo era diventato di interesse per il movimento studentesco.

I tre si impegnano a migliorare le condizioni di reclusione e danno vita a delle comuni nelle quali ospitare i giovani che scappano dai riformatori e insegnare loro i principi base dei teorici di sinistra. La revisione della pena viene tuttavia rifiutata e, non volendo tornare in carcere, decidono di fuggire all‟estero. Si dirigono a Parigi, dove vengono raggiunti dalla sorella di Thorwald, Astrid Proll, che si era avvicinata a Baader e Ensslin tramite il fratello durante i mesi di reclusione e aveva collaborato al progetto con i giovani dei riformatori. Nella capitale francese Thorwald Proll decide però di non seguire i compagni e, dopo un periodo trascorso nel Regno Unito, si consegna alla polizia.24

Successivamente i tre fuggono in Italia, dove vengono raggiunti da Horst Mahler, l‟avvocato che li aveva rappresentati durante il processo per l‟incendio al supermercato di Francoforte, che espone loro il progetto di creare un gruppo armato del quale vorrebbe che Baader, Ensslin e Astrid Proll facciano parte. A seguito del respingimento della richiesta di grazia inviata al ministro della giustizia della regione dello Hessen, Baader e Ensslin, insieme ad Astrid Proll, decidono di accettare la proposta dell‟avvocato e tornare a Berlino Ovest.25 Qui vengono inizialmente ospitati da Ulrike Meinhof, famosa columnist del giornale di sinistra konkret, la quale da Amburgo si era trasferita a Berlino insieme alle due

24 Cfr. HAKEMI Sara – HECKEN Thomas, Die Wahrenhausbrandstifter, in KRAUSHAAR Wolfgang (a cura di), Die RAF und der linke Terrorismus, Hamburger Edition, Amburgo 2006, Vol. 1, pp. 316-331 e AUST Stefan, Der Baader-Meinhof-Komplex, Goldmann, Monaco 2010, pp. 125-145.

25 Cfr. AUST Stefan, Der Baader-Meinhof-Komplex, Goldmann, Monaco 2010, pp. 139-145.

(17)

XVII

figlie dopo la separazione dal marito e direttore del giornale per cui lavorava, Klau Rainer Röhl. Gudrun Ensslin e Ulrike Meinhof si erano conosciute durante un‟intervista che la prima aveva rilasciato alla giornalista mentre era in carcere e i rapporti tra le due donne erano proseguiti anche durante il periodo di lavoro con i giovani del riformatorio, in quanto nello stesso periodo Ulrike Meinhof, lasciato il lavoro da columnist, stava lavorando a un film basato sulla vita di tre ragazze che vivevano in riformatori femminili, dove le condizioni erano persino peggiori che in quelli maschili.26

Il 4 aprile 1970, dopo un tentativo andato a vuoto di recuperare delle armi sotterrate in un cimitero, Andreas Baader viene arrestato dalla polizia a seguito di una denuncia fatta da Peter Urbach, un agente infiltrato della polizia tedesca fornitore di droghe e armi per il movimento studentesco prima e per la guerriglia urbana poi.27 Il gruppo decide di liberare il compagno. Ulrike Meinhof, partecipa all‟azione e, sfruttando la sua professione di giornalista, finge di voler scrivere insieme ad Andreas Baader un libro sulla situazione all‟interno dei riformatori, ottenendo il permesso di lavorare con il detenuto presso un centro di documentazione specializzato sulle questioni sociali. Il 14 maggio 1970, durante l‟incontro presso l‟istituto, tre donne del gruppo e un professionista ingaggiato per compensare l‟inesperienza dei membri della banda fanno irruzione nell‟edificio e, ferendo gravemente uno degli impiegati, Georg Linke, e più lievemente i due agenti della scorta, riescono a liberare il compagno. Vista la gravità della situazione Ulrike Meinhof, che secondo il piano sarebbe dovuta rimanere nell‟edificio e fingersi ignara del piano di liberazione del detenuto, decide di unirsi agli altri nella fuga.28

La liberazione di Andreas Baader costituisce l‟atto di fondazione della RAF.

In seguito il gruppo, formato all‟incirca da venti unità, si reca in Giordania in un

26 Ibidem, pp. 145-161.

27 Cfr. BRESSAN Susanne – JANDER Martin, Gudrun Ensslin, in KRAUSHAAR Wolfgang (a cura di), Die RAF und der linke Terrorismus, Hamburger Edition, Amburgo 2006, Vol. 1, p.

414.

28 Cfr. AUST Stefan, Der Baader-Meinhof-Komplex, Goldmann, Monaco 2010, pp. 24-28.

(18)

XVIII

campo di addestramento dell‟organizzazione paramilitare palestinese al-Fatah, nel quale vengono istruiti sull‟uso delle armi e sulle tecniche di guerriglia.

Tornato in Germania nell‟agosto 1970, il gruppo cerca di stringere dei rapporti di collaborazione con la DDR. Ulrike Meinhof, divenuta membro dell‟illegale partito comunista tedesco (KPD) nel 1958, viene incaricata di recarsi a Berlino Ovest e parlare con i compagni della Repubblica Democratica Tedesca.

L‟incontro è però deludente e la DDR si rifiuta di fornire il proprio supporto al gruppo.

Il mese successivo i membri della RAF organizzano vari colpi al fine di recuperare documenti da poter falsificare e soldi per finanziare le azioni future. Di particolare impatto sull‟opinione pubblica è la rapina a tre banche realizzata il 29 settembre 1970 a Berlino. Grazie a una segnalazione rimasta anonima la polizia riesce pochi giorni dopo, l‟8 ottobre, a catturare 5 membri del gruppo, tra i quali Horst Mahler. A seguito di questo arresto il gruppo lascia Berlino Ovest e si reca in altre città della Repubblica Federale Tedesca come Francoforte, Hannover e Amburgo.29

Durante l‟anno 1971, nonostante la RAF non compia azioni degne di nota, le ricerche della polizia si fanno sempre più pressanti e si arriva spesso a scontri a fuoco tra membri del gruppo e agenti delle forze dell‟ordine; in questi scontri perdono la vita sia alcuni membri della RAF sia alcuni poliziotti.

Anno di svolta per la storia della RAF fu il 1972 durante il quale viene organizzata una serie di attacchi dinamitardi rivolti soprattutto contro sedi della polizia tedesca e basi statunitensi dalle quali partivano truppe per il Vietnam.

Questo attacco, chiamato Mai-Offensive per il mese in cui si concentra, comincia l‟11 maggio, quando tre bombe esplodono nel quartiere generale del V Corps dell‟esercito degli Stati Uniti a Francoforte (1 morto, 13 feriti). Il 12 maggio tre ordigni vengono fatti detonare nel comando di polizia di Augsburg (6 feriti) e

29 Cfr. BRESSAN Susanne – JANDER Martin, Gudrun Ensslin, in KRAUSHAAR Wolfgang (a cura di), Die RAF und der linke Terrorismus, Hamburger Edition, Amburgo 2006, Vol. 1, pp.

415-417.

(19)

XIX

un‟altro nel parcheggio dell‟ufficio della polizia di Monaco (10 feriti). Il 15 maggio viene piazzata una bomba nell‟auto del procuratore Wolfgang Buddenberg, responsabile del processo contro la RAF, che ferisce la moglie. Il 19 maggio esplodono diversi ordigni nel palazzo della casa editrice Springer, proprietaria oltre che di altri quotidiani anche della Bild-Zeitung, con sede ad Amburgo (38 feriti).30 Il 24 maggio vengono piazzate e fatte esplodere alcune bombe nel quartiere generale europeo delle forze armate statunitensi a Heidelberg (3 morti e diversi feriti). A seguito di questa “offensiva” tutti i principali membri della RAF vengono arrestati dalla polizia: Andreas Baader, Jan-Carl Raspe e Holger Meins a Francoforte (1 giugno 1972), Gudrun Ensslin ad Amburgo (7 giugno 1972) e Ulrike Meinhof a Hannover (15 giugno 1972).31

Durante la reclusione i membri della RAF denunciano spesso lo stato di applicare metodi di “tortura bianca”, ovvero tortura volta a colpire la mente del detenuto senza lasciare segni sul corpo, quali l‟isolamento prolungato o la privazione del sonno.32 La RAF organizza vari scioperi della fame contro l‟isolamento e a favore del miglioramento delle condizioni di detenzione. Ad essa si uniscono anche molti gruppi di sinistra che organizzano manifestazioni e comitati contro le torture ai prigionieri politici.33 Durante il terzo sciopero della

30 Nel comunicato di rivendicazione dell‟attentato (20 maggio 1972) la RAF sostenne di aver chiamato due volte il centralino della casa editrice Springer per avvisare dell‟imminente detonazione di varie bombe all‟interno dell‟edificio e, poiché gli avvertimenti non erano stati presi sul serio, di aver poi telefonato alla polizia affinché intervenisse. In risposta a quanto scritto nel comunicato la casa editrice Springer ribatté che la prima telefonata era giunta solo sei minuti prima dello scoppio della prima bomba, tempo insufficiente per sgomberare l‟edificio, e che la chiamata alla polizia non c‟era mai stata. Cfr. KRAUSHAAR Wolfgang, Kleinkrieg gegen einen Großverleger. Von der Anti-Springer-Kampagne der APO zu den Brand- und Bombenanschlägen der RAF, in KRAUSHAAR Wolfgang (a cura di), Die RAF und der linke Terrorismus, Hamburger Edition, Amburgo 2006, Vol. 2, pp. 1075-1078.

31 Cfr. BRESSAN Susanne – JANDER Martin, Gudrun Ensslin, in KRAUSHAAR Wolfgang (a cura di), Die RAF und der linke Terrorismus, Hamburger Edition, Amburgo 2006, Vol. 1, pp.

417-418.

32 JANDER Martin, Isolation. Zu den Haftbedingungen der RAF-Gefangenen, in KRAUSHAAR Wolfgang (a cura di), Die RAF und der linke Terrorismus, Hamburger Edition, Amburgo 2006, Vol. 2, pp. 980-982.

33 Cfr. HOFFMANN Martin (a cura di), Rote Armee Fraktion: Texte und Materialien zur Geschichte der RAF, ID-Verlag, Berlino 1997, pp. 181-182.

(20)

XX

fame uno dei membri della RAF, Holger Meins, muore di inedia il 9 novembre del 1974.34

L‟indignazione della sinistra più estremista per le pratiche operate dallo stato contro i detenuti e la morte di Meins danno la possibilità ai pochi membri ancora attivi della RAF di reclutare nuove leve intenzionate ad agire direttamente per la liberazione dei compagni in carcere.35 Questo diviene l‟obiettivo principale di quella che viene chiamata la seconda generazione della RAF. Un primo tentativo di liberazione viene attuato attraverso l‟occupazione armata dell‟ambasciata tedesca a Stoccolma (24 aprile 1975) che si rivela un completo fallimento. Il governo, guidato dall‟allora cancelliere Helmut Schmidt, si rifiuta infatti di trattare anche dopo aver visto che il commando era pronto a uccidere per i suoi scopi, avendo già sparato a un membro dell‟ambasciata per imporre alla polizia di lasciare l‟edificio. Ricevuta la risposta del governo i sequestratori uccidono un altro ostaggio e, poco prima di mezzanotte, le cariche di dinamite piazzate nell‟edificio esplodono, secondo la polizia svedese azionate inavvertitamente dai sequestratori, mentre secondo i sequestratori superstiti innescate dalle forze armate svedesi.36

Circa un anno dopo l‟attacco all‟ambasciata, 9 maggio 1976, Ulrike Meinhof viene trovata impiccata alle sbarre della sua cella nel carcere di Stammheim.

Nonostante per le autorità si tratti di suicidio, alcune ombre riguardanti la morte dell‟ex giornalista e le accuse di omicidio per mano dello stato sostenute dagli altri membri della RAF portano molte persone vicine agli ambienti di estrema sinistra a dubitare della versione ufficiale.37

Il secondo tentativo di liberazione dei prigionieri della RAF passa alla storia sotto il nome di Offensive ‟77. L‟offensiva inizia il 7 aprile 1977 con l‟uccisione del procuratore generale Siegfried Buback, assassinato perché ritenuto dalla RAF

34 Cfr. AUST Stefan, Der Baader-Meinhof-Komplex, Goldmann, Monaco 2010, pp. 415-418.

35 Ibidem, pp. 444-446.

36 Ibidem, pp. 452-458.

37 Cfr. JÜRGEN Seifert, Ulrike Meinhof, in KRAUSHAAR Wolfgang (a cura di), Die RAF und der linke Terrorismus, Hamburger Edition, Amburgo 2006, Vol. 1, pp. 370-371.

(21)

XXI

responsabile della morte di tre membri del gruppo mentre erano in carcere e per i suoi presunti legami con CIA e NATO per la lotta contro il terrorismo,38 e prosegue il 30 luglio con l‟uccisione del portavoce della Dresdener Bank Jürgen Pronto. L‟apice dell‟offensiva viene raggiunto attraverso una duplice azione, che inizia il 5 settembre 1977 con il sequestro dello Arbeitgeberpräsident (presidente dei datori di lavoro) Hanns Martin Schleyer e l‟uccisione della sua scorta. Non essendo riusciti a ottenere ciò che avevano richiesto i membri della seconda generazione della RAF decidono di aumentare la pressione sul governo della RFT e delegano ad al-Fatah il compito di sequestrare un aereo della Lufthansa.

Il dirottamento del volo Palma di Mallorca-Francoforte sul Meno ha luogo il 13 ottobre 1977 e dura fino alla notte tra il 18 e il 19 ottobre, quando l‟aereo, giunto dopo vai atterraggi e ripartenze fino alla capitale somala Mogadiscio, viene liberato da una squadra speciale delle forze armate tedesche, la GSG-9, che uccide tre dei quattro sequestratori e riesce a liberare tutti i passeggeri incolumi. Appresa la notizia grazie a degli impianti di ricetrasmissione costruiti segretamente nelle proprie celle, la stessa notte Gudrun Ensslin, Andreas Baader, Jan-Carl Raspe e Irmgard Möller tentano il suicidio. Dei quattro sopravvive solo Irmgard Möller, la quale contesta l‟ipotesi del suicidio di gruppo e accusa lo stato di omicidio. Il giorno seguente, 19 ottobre, la RAF uccide il sequestrato Hanns Martin Schleyer e attraverso un comunicato rende noto dove può essere recuperato il cadavere.

Quello stesso giorno si conclude il periodo del cosiddetto Deutscher Herbst.39 Con la morte dei membri della prima generazione della RAF viene meno lo scopo principale dell‟esistenza del gruppo. Alcuni membri decidono pertanto di lasciare la RAF e fuggire in Germania Est, dove la polizia segreta di stato fornisce loro nuove identità, altri proseguono la lotta e vengono arrestati in seguito.40

38 Cfr. RAF, Erschießung des Generalbundesanwalts Buback, in HOFFMANN Martin (a cura di), Rote Armee Fraktion: Texte und Materialien zur Geschichte der RAF, ID-Verlag, Berlino 1997, pp. 267-268.

39 Cfr. AUST Stefan, Der Baader-Meinhof-Komplex, Goldmann, Monaco 2010, pp. 645-850.

40 Cfr. WUNSCHIK Tobias, Aufstieg und Zerfall. Die zweite Generation der RAF, KRAUSHAAR Wolfgang (a cura di), Die RAF und der linke Terrorismus, Hamburger Edition, Amburgo 2006, Vol. 1, pp. 472-488.

(22)

XXII

Sebbene con l‟arresto dei più importanti membri della seconda generazione nel 1982 molti considerino ormai concluso il periodo di attività della RAF, una cosiddetta terza generazione, della quale ancora oggi non si sa molto, entra in scena. Varie sono le azioni che questa generazione compie a danno di rappresentanti dell‟economia e della politica, ma nessuna ottiene la risonanza delle azioni della prima e della seconda generazione.41

Un primo passo verso lo scioglimento della RAF si ha nell‟aprile 1992 con un comunicato nel quale, in risposta alla proposta di “riconciliazione” del ministro della giustizia Klaus Kinkel, dettosi pronto a liberare i membri del gruppo non idonei a sopportare la reclusione o in carcere da più tempo, il gruppo armato dichiara di rinunciare alla violenza contro rappresentanti dello stato o dell‟economia a patto che le promesse vengano mantenute.42 Lo scioglimento definitivo giunge infine il 20 aprile 1998 attraverso un comunicato nel quale i membri della RAF, nonostante gli errori commessi, sostengono di non rimpiangere di aver preso parte al tentativo di sovvertire la tendenza della società a seguire i principi capitalisti.43

41 Cfr. STRAβNER Alexander, Die dritte Generation der RAF, KRAUSHAAR Wolfgang (a cura di), Die RAF und der linke Terrorismus, Hamburger Edition, Amburgo 2006, Vol. 1, pp. 489- 510.

42 Cfr. WUNSCHIK Tobias, Aufstieg und Zerfall. Die zweite Generation der RAF, KRAUSHAAR Wolfgang (a cura di), Die RAF und der linke Terrorismus, Hamburger Edition, Amburgo 2006, Vol. 1, pp. 486.

43 RAF, RAF-Auslösungserklärung, testo completo consultabile al seguente link (ultimo accesso 16.12.2013): http://www.rafinfo.de/archiv/raf/raf-20-4-98.php.

(23)

XXIII

1. ASSENZA FISICA E PRESENZA MEDIATICA DEL TERRORISTA

Nel seguente capitolo verranno analizzati il racconto di Heinrich Böll Die verlorene Ehre der Katharina Blum oder: Wie Gewalt entstehen und wohin sie führen kann 44 (1974) e il romanzo di Friedrich Christian Delius Ein Held der inneren Sicherheit45 (1981). In entrambe le opere il terrorista non compare mai

“fisicamente” all‟interno degli eventi narrati: nel primo caso non è altro che un prodotto della stampa scandalistica, mentre nel secondo una fobia causata dall‟ossessiva trattazione mediatica di un‟azione terroristica. All‟assenza del terrorista corrisponde una focalizzazione della narrazione sulla società e sugli effetti che la situazione creatasi intorno al terrorismo ha sulle vite di due personaggi che si possono definire “apolitici”, in quanto completamente indifferenti alle questioni politico-sociali sollevate dal terrorismo e dai terroristi e incentrati solo sulla propria condizione personale.

44 BÖLL Heinrich, Die verlorene Ehre der Katharina Blum oder: Wie Gewalt entstehen und wohin sie führen kann, Kiepenheuer und Witsch, Köln 1974. Da ora in poi citato mediante la sigla: KB.

45 DELIUS Friedrich Christian, Ein Held der inneren Sicherheit, Rowohlt, Reinbek bei Hamburg 1981. Da ora in poi citato mediante la sigla: HIS.

(24)

XXIV

1.1. Il terrorista: un prodotto mediatico? – Heinrich Böll, Die verlorene Ehre der Katahrina Blum

1.1.1. “Un articolo e le sue conseguenze”46

Personen und Handlung dieser Erzählung sind frei erfunden. Sollten sich bei der Schilderung gewisser journalistischer Praktiken Ähnlichkeiten mit den Praktiken der

»Bild«-Zeitung ergeben haben, so sind diese Ähnlichkeiten weder beabsichtigt noch zufällig, sondern unvermeidlich. (KB, 7)

Le ragioni della premessa a Die verlorene Ehre der Katharina Blum qui riportata, nella quale l‟autore sostiene polemicamente che analogie tra le pratiche giornalistiche presentate nel racconto e quelle della testata Bild-Zeitung non sono né intenzionali né casuali ma inevitabili, sono da ricercarsi nel contesto storico e sociale nel quale l‟opera è stata concepita.

Il racconto di Heinrich Böll si inserisce in un clima di tensione sorto negli anni immediatamente precedenti alla sua pubblicazione e causato da un‟aspra opposizione tra testate giornalistiche e forze politiche conservatrici da una parte e movimento studentesco dall‟altra. Tale tensione raggiunse il suo apice prima nel 1968, anno che vide un‟escalation dell‟uso della violenza da parte sia del movimento sia di coloro che a esso si opponevano (v. § 0.2.1), e più avanti nel 1970, in occasione della liberazione del carcerato Andreas Baader e della successiva fondazione e attività della RAF (v. § 0.2.2.).

Negli anni seguenti l‟attenzione mediatica, guidata soprattutto da testate scandalistiche quali la Bild-Zeitung, si concentrò in particolar modo su quella che venne ribattezzata la “Banda Baader-Meinhof” (Die Baader-Meinhof Bande) e sulle sue azioni. In questo modo alcuni dei media contribuirono sensibilmente ad acutizzare il clima di tensione sociale fino al punto di creare, come denunciato dalla rivista settimanale Der Spiegel nel marzo 1972, una sorta di isteria a livello

46 Il titolo del presente paragrafo è ripreso da GRÜTZBACH Frank (a cura di), Heinrich Böll:

Freies Geleit für Ulrike Meinhof. Ein Artikel und seine Folgen, Kiepenheuer & Witsch, Köln 1972. Il volume qui indicato raccoglie una selezione dei numerosi articoli che vennero pubblicati in risposta all‟articolo Will Ulrike Meinhof Gnade oder freies Geleit? di Heinrich Böll, di cui si tratterà diffusamente nel presente paragrafo.

(25)

XXV

nazionale.47 A mettere in evidenza la divisione interna alla società e allo stesso tempo ad aumentare la percezione di un potenziale pericolo di guerra civile contribuì inoltre il risultato di due inchieste: la prima del marzo 1971 secondo la quale un intervistato su sette si diceva disposto a ospitare un terrorista per una notte, l‟altra del dicembre dello stesso anno, dalla quale emerse che rispetto alla precedente inchiesta il numero di cittadini che riconoscevano alla RAF motivazioni politiche era cresciuto del 22 percento, raggiungendo il 44 percento.48

L‟opposizione tra politici e media conservatori da una parte e terrorismo di sinistra dall‟altra condizionò fortemente anche la libertà di opinione di coloro che decisero di esprimere pubblicamente una posizione che non si schierava incondizionatamente né con lo stato né con la RAF. Tale posizione non era accettata da nessuna delle forze in campo e il non schierarsi comportava o di essere accusati dagli uni di “simpatia” nei confronti del terrorismo, e marchiati a fuoco con il nome di “simpatizzante”, Sympathisant,49 oppure di essere accusati dagli altri di idee controrivoluzionarie, riformiste, fasciste o, usando un termine diffuso tra gli esponenti della RAF, di essere dei “maiali”.50

47 A tal proposito cfr. WEINHAUER Klaus, »Staat zeigen«. Die politische Bekämpfung des Terrorismus in der Bundesrepublik bis Anfang der 1980er Jahre, in KRAUSHAAR Wolfgang (a cura di), Die RAF und der linke Terrorismus, Hamburger Edition, Amburgo 2006, Vol. 2, p.

937.

48 Cfr. HOEPS Thomas, Arbeit am Widerspruch. »Terrorismus« in deutschen Romanen und Erzählungen (1837-1992), Thelem bei w.e.b., Dresda 2001, p. 43.

49 «Konservative Politiker und Medien wiederum agierten gegen diese linksgerichteten, politisch orientierten Schriftsteller und dämonisierten sie als Unterstützer des Terrorismus, was dazu führte, dass Schriftsteller wie Heinrich Böll und Erich Fried die sensationsheischenden Angriffe der Presse sowie die repressiven Mechanismen des Staatsapparats, die sie später zum Thema ihrer Werke machten, am eigenen Leib kennen lernten.» (TREMEL Luise, Literrorisierung. Die RAF in der deutschen Belletristik zwischen 1970 und 2004, in KRAUSHAAR Wolfgang (a cura di), Die RAF und der linke Terrorismus, Hamburger Edition, Amburgo 2006, Vol. 2, p. 1121).

50 L‟insulto Schwein era frequentemente usato dalla RAF per indicare chi, secondo il loro punto di vista, non poteva essere definito una “persona”, Mensch. Schweine erano per la RAF i poliziotti, i membri di tutti i partiti visti come rappresentati di uno stato dal volto democratico ma dall‟animo fascista e, in breve, tutti coloro che non erano d‟accordo con le loro posizioni.

Persino membri del gruppo venivano spesso apostrofati in questo modo nel caso in cui deviassero dalla linea dettata dai cosiddetti quadri. Per un approfondimento sulla violenza contenuta nella lingua della RAF cfr. WEIKERT Sakine, „entweder schwein oder mensch“.

Sprache und Gewalt in Texten der RAF, Institut für kulturwissenschaftliche Deutschlandstudien Universität Bremen, Bremen 2012.

(26)

XXVI

Ciononostante, o forse proprio per questi motivi, Böll, che dagli anni ‟50 aveva cominciato a prendere sempre più spesso posizione riguardo temi di politica interna, quali ad esempio il riarmo della RFT e la messa al bando del partito comunista nel 1956,51 e aveva partecipato a una manifestazione a Bonn52 organizzata da vari gruppi di sinistra contro l‟introduzione delle cosiddette “leggi d‟emergenza” (Notstandgesetze),53 decise di pubblicare un articolo sullo Spiegel intitolato: Will Ulrike Meinhof Gnade oder freies Geleit?54

In questo articolo l‟autore si scaglia innanzitutto contro il tipo di giornalismo scandalistico della Bild-Zeitung e fa riferimento in particolar modo a un articolo pubblicato il 23 dicembre 1971 nel quale, mentre la polizia sta ancora indagando sulla rapina a una banca di Kaiserslauter, la Bild-Zeitung intitola il suo articolo Baader-Meinhof-Gruppe mordet weiter.55 Böll definisce le pratiche giornalistiche della Bild-Zeitung puro fascismo, aizzamento, menzogna e sudiciume56 e ne sottolinea la pericolosità all‟interno di uno stato di diritto, vista la falsità delle informazioni fornite ai numerosi lettori della testata giornalistica. Nell‟articolo l‟autore passa poi ad attaccare l‟eccessiva reazione dello Stato rispetto alla limitata minaccia a cui è sottoposto, dato che il numero di membri di cui la RAF dispone non è per nulla sufficiente a giustificare le contromisure prese. Böll

51 Cfr. KICHERER Friedhelm, Heinrich Böll. Die verlorene Ehre der Katharina Blum oder Wie Gewalt entstehen und wohin sie führen kann. Analysen und Interpretationen mit Hinweisen zur Unterrichtsgestaltung, Beyer, Hollfeld 1981, pp. 14-15.

52 Alla manifestazione partecipò, oltre a Heirich Böll, anche Erich Fried, poeta politicamente impegnato che fu a sua volta accusato dalla stampa scandalistica di essere un “simpatizzante”

del terrorismo: cfr. THEWELEIT Klaus, Bemerkungen zum RAF-Gespenst »Abstrakter Radikalismus« und Kunst, in THEWELEIT Klaus, Ghosts. Drei leicht inkorrekte Vorträge, Stroemfeld, Francoforte – Basel 1998, p. 23.

53 «Parliament passed amendments to the Grundgesetz, the basic constitutional law of West Germany, which provided the government with extraordinary powers with which to handle emergency situations. In order to provide means for legal action, several new laws were passed, such as the “Notstandgesetze” in 1968, which, among other things, legalized the tapping of telephones, and the opening of terrorist suspect‟s mail, and the so-called “Extremistenbeschluss”

in 1972, which excluded extremists from certain professions [...]». (HAAS Birgit, Modern German Political Drama 1980-2000, Camden House, Rochester NY 2003, p. 169).

54 BÖLL Heinrich, Will Ulrike Meinhof Gnade oder freies Geleit?, in «Der Spiegel», n. 3/1972, pp. 54-57.

55 “Il gruppo Baader-Meinhof uccide ancora” (traduzione mia).

56 Cfr. BÖLL Heinrich, Will Ulrike Meinhof Gnade oder freies Geleit?, in «Der Spiegel», n.

3/1972, p. 55.

(27)

XXVII

critica infine la mancanza di memoria storica dei politici: non solo essi sembrerebbero aver dimenticato cosa voglia dire essere braccati da un sistema, ma avrebbero mostrato verso molti ex nazisti grande pietà, quella pietà che negano invece alla Meinhof e al suo gruppo.

Inutile dire che le reazioni a questo articolo furono infuocate:57 Wilfried Ahrens, allora caporedattore insieme a Helmut Eilers del Quick, giornale di stampo conservatore, pubblicò un articolo dal titolo Die Bölls sind gefährlicher als Baader-Meinhof;58 Gerhard Löwenthal, moderatore della trasmissione televisiva nazionale ZDF-Magazin, accostò quelli che definì simpatizzanti di un fascismo di sinistra, come Böll, Brückner e altri intellettuali, ai precursori del pensiero nazista.59 Inoltre, a questi e ad altri numerosi attacchi da parte dei media si aggiunse persino la reazione dello stato che, a seguito della pubblicazione dell‟articolo, sottopose la casa di Heinrich Böll a continui controlli e perquisizioni in cerca di eventuali terroristi da lui ospitati.60

Tutti questi eventi sono alla base della premessa a Die verlorene Ehre der Katharina Blum e il racconto stesso è da vedersi non solo come la risposta dell‟autore ai continui attacchi dovuti alla posizione presa ed esplicitata nell‟articolo, ma come rappresentazione di quel concreto pericolo di aizzamento della popolazione causato dal giornalismo della Bild-Zeitung e dei suoi dipendenti. Nella sua opera l‟autore non vuole “vendicarsi” per le reazioni causate dal suo articolo,61 ma confrontarsi con una problema percepito come

57 Un‟ampia selezione degli articoli in risposta a Will Ulrike Meinhof Gnade oder freies Geleit? è consultabile in GRÜTZBACH Frank (a cura di), Heinrich Böll: Freies Geleit für Ulrike Meinhof. Ein Artikel und seine Folgen, Kiepenheuer & Witsch, Köln 1972.

58 “I Böll sono più pericolosi del gruppo Baader-Meinhof” (traduzione mia). Cfr. DELABAR Walter, “entweder mensch oder schwein.“ Die RAF in der Prosa der siebziger und achtziger Jahre, in DELABAR Walter – SCHÜTZ Erhard (a cura di), Deutschsprachige Literatur der 70er und 80er Jahre. Autoren, Tendenzen, Gattungen, Wissenschaftliche Buchgesellschaft, Darmstadt 1997, p. 158.

59 Cfr. HOEPS Thomas, Arbeit am Widerspruch. »Terrorismus« in deutschen Romanen und Erzählungen (1837-1992), Thelem bei w.e.b., Dresda 2001, p. 47.

60 Ibidem, p. 47-48.

61 «Diese damalige Auseinandersetzung hat mich, was den Ur-Artikel [inteso è l‟articolo Will Ulrike Meinhof Gnade oder freies Geleit?] betrifft, und der alles ausgelöst hat, überhaupt nicht sehr erstaunt und auch nicht sosehr mitgenommen; denn ich wußte ja, was ich tat, und ich wußte

Riferimenti

Documenti correlati

E infine, ancora a dimostrazione dell’autenticità della proposta di Rodari di far squadra con bambini e ragazzi e di dare significato profondo alla parola, viene riportata una

: Le variazioni dei prezzi sono contrassegnate

Il presente Protocollo entrerà in vigore il primo giorno del mese successivo alla scadenza di un periodo di tre mesi dalla data in cui tutte le Alte Parti contraenti della

Scrivi sotto il Passato Prossimo Indicativo del

•  Anna deve andarsene (fatto interpretato come necessità). •  Anna potrebbe andarsene (fatto interpretato

I miei amici sono deciso di fare una vacanza al mare.. Gli studenti hanno arrivati

che io sia amato che io sia stato amato che io fossi amato che io fossi stato amato che tu sia amato che tu sia stato amato che tu fossi amato che tu fossi stato amato che egli

In tema di confisca ambientale, peraltro, uno stimolo a rafforzare la tutela penale dell’ecosistema e dei singoli elementi dell’habitat naturale è senza dubbio