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Academic year: 2021

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Glossario

‘Ibadat: letteralmente “obblighi di culto”; gli altri quattro sono: l’haji (ossia il pellegrinaggio alla Mecca), l’unicità di Dio (o tawhid, riassunta nella formula la ilah illa Allah wa Muhammad rasùl Allah, ovvero “non c’è altro Dio all’infuori Allah e Maometto è il suo Profeta”, il digiuno nel mese di Ramadan e la preghiera (Ṣalāt) cinque volte al giorno.

‘Urf wa ‘ādat: “usanze preislamiche”. Hanno influenzato molto la pratica sufica e l’Islam cinese che è pacificamente ritenuto poco rigido.

’adab dambulazione attorno alla Kaʿba

Ah lin: “conoscenza”. o per spessore etico e spirituale (yimani doti del baba o taiye maestro Ahong: o hajji: “maestro”

akhund (o beg)= nobile. Termine usato per indicare i discendenti dei Moghul. al-Haqq (il Reale), Huwa (Egli è), al-Havy (il Vivo)

Altishahr, =“sei città”. Si tratta dei centri uiguri più importanti. amban t’uan-lien (milizie locali)

anniversario nascita di Maometto il 570 cade dodicesimo giorno mese di rabi al awwal cioè terzo mese calendario islamico e si chiama Mawlid al-nabiy

Ataliq Ghazi: guerrieri che combattono la guerra santa. attività religiose normali (zhengchang

Aul: “tenda”. Insieme all’ uru (genericamente traducibile come clan) sono i due pilastri della struttura sociale dello Xinjiang, ovvero la famiglia “nucleare” e il gruppo clanico di appartenenza. Bai’a: iniziazione mistica sufica che si svolge per gradi (maqamat) e che cambia da ordine a ordine, sebbene ci siano dei valori comuni che ogni ṭarīqa sufica ritiene irrinunciabili. Ogni viaggio interiore deve passare, infatti, per il pentimento (tawba), per la rassegnazione (sabr), per la distrazione dalla materialità (gaiba), come pure dall’annichilimento della coscienza (shath) . Percorrendo questo cammino condotto dalla mano del baba , il novizio (murid o ganduz) sarà portato alla scoperta di Allah, evolvendo la sua condizione da quella di servo (‘abid) a quella di amante (muhibb) o perfino di figura divina (lahut). Il viaggio mistico si conclude nella comunione con la divinità che può assumere la forma dell’ittsal (l’unione ) o della hulul (Dio va a dimorare nell’anima del mistico) oppure ancora quella estrema dell’ittihad (il contemplante diventa egli stesso Dio). Il percorso mistico è un’esperienza profonda di dolore e prostrazione detta sar dar khak tira kashida and.

Băihuà qífàng, băijiā zhēngmíng: “che fioriscano cento fiori, che contendano cento scuole”. Fu il nome della campagna di educazione al socialismo che Mao Zhedong inaugurò nel 1956.

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bakka’un: primi asceti sufi detti “piagnoni”.

Banū: plurale di “ibn” (“figlio”). In generale indica l’appartenenza a una precisa tribù islamica. La filiazione (nasab) nel mondo islamico si esprime attraverso le declinazioni ibn/bint ( figlio/a di) e abu/umm usate nella costruzione dei cognomi. Abu, “padre”, si trova legato ai nomi dei figli maschi; “umm”, madre, a quelli delle figlie femmine.

Baraka: (nel sufismo) influsso spirituale o benedizione che da Maometto discende sui “maestri” sufi attraverso le silsila ( sing. Salāsil) le “catene” genealogiche che risalgono fino al Profeta, del quale sono i discendenti.

Bhikshu-danapati: sacerdoti mecenati.

Bingtuan: corpi di produzione e costruzione creati per lo sviluppo dello Xinjiang.

Buke fenli: (in cinese) secessione. E’ vietata dalla Costituzione della PRC e rappresenta uno dei tre mali temuti da Pechino insieme a terrorismo e separatismo.

Buman qingxu: “dissenso”. In Cina non esiste differenza tra questo e il separatismo (fenlie sixiang zaoyao, usato nel codice penale per riferirsi alla fattispecie del sovvertimento politico contro il sistema socialista).

Da gongbei: grandi tombe sufiche. Consistono in dei mausolei venerati dagli appartenenti a una determinata menhuan ( o ordine sufita) a livello generale. Si distinguono dalle tu gongbei che invece sono le tombe di “santi” sufi riconosciuti da una comunità a livello locale. Altro termine con cui ci si può riferire a questi mausolei è qubba. Attorno alle tombe si compiono dei giri detti tawaf setet che ricordano la deambulazione intorno alla Kaaba. La tradizione vuole che queste vengano costruite al centro di terreni coltivabili (pratica che in cinese è detta fengshui e che ha creato motivi di contrasto tra le minoranze musulmane e il governo centrale comunista.

Da’wa: in arabo letteralmente “appello”. In senso lato indica l’azione di proselitismo islamico. Dao xibei lai: nome della campagna avviata dai nazionalisti cinesi negli anni Trenta con l’intento di indebolire il PCC nelle regioni più povere. Si può rendere in inglese come “Come to the North West”.

Dār al-ḥarb: “Terra degli infedeli”. Nel mondo islamico è opposta alla dār al-Islām (“terra dei fedeli”).

Dashi: è una traslitterazione cinese, probabilmente fonetica, del termine “Tazi” che i persiani usavano per indicare gli arabi.

Dazibao: manifesti murari su cui il popolo cinese esprimeva le proprie opinioni politiche e giudicava l’operato del governo comunista.

Dhikr: ripetizione del nome di Allah. Può essere jahr (forte, cioè a voce alta) o khafi (ossia silenziosa e in solitudine). Da questi aggettivi deriva il nome di molte turuq sufiche per le quali costituisce il rituale centrale. Per esempio il dhikr-i chahar zarb si recita tenendo gli occhi chiusi, la bocca ferma, la lingua ben salda sul palato, i denti stretti e il respiro controllato. La jadhba (“attrazione divina”) è l’obiettivo finale del percorso spirituale del sufita (detto suluk), cioè l’estasi in Allah.

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Difang minzu zhuyi: si può rendere in italiano con l’espressione “settarismo”.

Difang: località in cui abitano le minoranze etniche cinesi. Esse godono di autonomia del territorio (diyu).

Dongbei Shigang e Shiji : rispettivamente “Bozza della storia della Manciuria” e “Resoconti storici”. Manuali di storia cinese.

Dungans: nelle repubbliche ex sovietiche indica i musulmani cinesi.

Falun gong: disciplina spirituale buddista nata probabilmente nel Nordest cinese nel 1992 e basata sulla meditazione e sul miglioramento dei comportamenti virtuosi guidati dai principi della verità, della compassione e della tolleranza. Dal 1996 il Partito Comunista e le agenzie di sicurezza hanno cominciato a percepirlo come una minaccia per lo stato. La campagna repressiva più nota è quella avviata il 20 luglio 1999 da Jiang Zemin, allora leader del Partito Comunista Cinese, a livello nazionale.

Fangbao zhihuibu: “insurrezione”.

Fanyou douzheng: indica la “campagna contro la destra” seguita a quella dei Cento Fiori. Fenshuizhi=sistema fiscale delle aree costiere applicato allo Xinjiang negli anni Novanta.

Fenzhi: stirpi derivanti da un progenitore comune. Termine usato per la costruzione dell’idea di nazione cinese.

Fuþar: scrittura runica, base della lingua turki uigura.

Gaige kaifang: “apertura e riforme”. Così è nota la politica di apertura al libero mercato inaugurata nel “decennio delle riforme” da Deng Xiaoping.

Gedimu. (dall’arabo) qadim (“vecchio”). Individua le prime forme di società islamiche cinesi. Lemma più cinese è laojiao, che significa “vecchia disciplina”, in contrapposizione a xinjiao, cioè “nuova disciplina” dell’Islam in Cina.

Ghayr dīn: “invasore non musulmano” della “Terra dei fedeli”.

Gonghe: per gli storici nazionalisti definiva la repubblica delle cinque razze risalente agli imperatori Han e comprendente hui, han, manchu, mongoli e tibetani.

Gulbagh: “giardino di rose” in cui Beq, eroe nazionalista uiguro, intorno alla metà dell’Ottocento amava ricevere gli emissari accompagnati da assistenti rigorosamente di seta vestiti e salutati con cerimoniali presi a prestito tanto da sovrani asiatici che europei.

Guojia: in cinese, stato.

ḥadīth: ovvero detti e comportamenti del Profeta Maometto. E’ una delle quattro fonti del diritto islamico (fiqh). Le altre sono il qiyas (ossia il “ragionamento per analogia”) e l’ijma’( ovvero il consenso della comunità espresso attraverso gli ulema).

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Hange laomu: la Vera Madre Fatima”(figlia di Maometto e Khadīja) è venerata da alcune turuq sufi.

Hanyu pinyi: pronuncia latinizzata della lingua cinese. Hanzu: “popolo cinese”.

haram: nell’Islām sunnita, atto proibito

Haw: nel Sudest asiatico erano così chiamati i carovanieri.

Heping jiefang: “liberazione pacifica”. Fu questa l’espressione usata dal PCC quando entrò nello Xinjiang conquistandolo.

Hui jiao: “religione”.

Hui min: “popolo hui”. Una delle minoranze islamiche dello Xinjiang cinese insieme agli uiguri. Hui-hu (o Hui-he): uno dei tanti termini con cui ci si riferisce agli uiguri.

Hukou: pratica politica in cui è lo stato a decidere un numero massimo di abitanti per città o per le campagne.

Ijmā‘: consenso della comunità musulmana generalmente espresso attraverso gli ‘ulema, ovvero i dottori dlla legge.

Imām: significa “colui che sta davanti” e che quindi guida la preghiera.

Ishanat: sistema politico che non può essere ricondotto alla categoria classica dello stato in nessuno degli elementi che lo caratterizzano, dal territorio, alla sua identità politico-religiosa, alla doppia funzione temporale e spirituale che questa istituzione assume, dove il dargah (convento-palazzo; genericamente “mausoleo” di origine persiana) è il centro dell’amministrazione sia politica che religiosa.

Jadidismo: da usul i jadid, ovvero nuovo metodo. Dottrina propugnata dal sovietico Gansprinski, filosofo del panturchismo, teoria che espose sul giornale Terdjuman, invocando l’unione dei popoli turchi che vivono in Russia sotto la guida dell’Impero ottomano e l’innovazione della cultura islamica attraverso il modello turco e russo.

Jihād: “sforzo”(sulla via di Dio), sia a livello spirituale che politico. Dalla stessa radice viene la parola ijtihad usata per indicare l’impegno intellettuale, l’elaborazione dottrinale.

Jingtang Jiaoyu: metodo scolastico che si basa esclusivamente sull’applicazione fonetica dei caratteri cinesi all’arabo. Questo metodo ha creato una discordanza tra la capacità di pronunciare tale lingua e quella di saperla effettivamente capire.

Jingtian: sistema di redistribuzione della terra.

Jituan gongsi (“ente autonomo”). Questo status è stato attribuito al corpo dei bingtuan dalla riforma del 2004.

Jituan gongsi: in cinese significa ente associativo autonomo. Un esempio è il corpo dei Bingtuan, citato nel testo.

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Jumhuriyiti: “repubblica”. Gli uiguri usarono la parola per identificare la forma di stato delle due ETR indipendenti istituite negli anni tra le due Guerre mondiali.

Junxian: significa “provincializzazione”: allude alla politica degli ultimi imperatori Qing, i quali nel 1884 fecero dello Xinjiang una provincia del loro impero. La data è speculare a quella del 1955, quando la PRC istituì la provincia autonoma dello XUAR.

Kaaba: è ’il centro della geografia islamica; verso di essa deve essere rivolta la preghiera (salat) del fedele. Consiste in un cubo di pietra (Ka’b in arabo vuol dire cubo) che sorge al centro della Sacra Moschea della Mecca, protetto da un tessuto di broccato in seta nera, con incisioni in oro che riproducono le sure coraniche (il kiswa). Durante il pellegrinaggio i fedeli devono deambulare attorno a essa compiendo sette giri completi (si consideri che ha due lati di 12 metri e due di 10, per un'altezza di 13/15 metri). Per i sufi, espressione maggioritaria dell’Islam cinese, essa è il simbolo dell’Essenza divina.

Kejia: gruppo emigrato dal nord nel IV secolo.

Khagan: titolo che in turco e in mongolo serviva a designare gli imperatori. Khalk: in lingua uigura significa “popolo”.

Khitay: titolo di uno slogan della fine degli anni Ottanta contro la Cina. Letteralmente vuol dire “infedeli cinesi”.

Khoja (Khwaja, o Khvājeh, dal persiano). Era il titolo riservato ai capi politico-religiosi.

Khokandi: nome di tribù provenienti dalla città di Khokand, in Uzbekistan, tra Tashkent e Ferghana, da cui il termine deriva.

Kona yaziq: scrittura araba usata per lo uiguro.

Ku (o negozio giuridico): nel sistema del jingtian indicava le unità produttive.

Lao ren jia: formula di cortesia che si usa nei confronti degli anziani. Usuale è trovare anche la voce jiaozhang ( in senso lato, “insegnante”).

Laogai: campi di lavoro destinati alla rieducazione dei critici del regime maoista negli anni della Rivoluzione Culturale (1966).

Liang ge jiben: “principio delle due basi. Brocardo regolatore del diritto processuale, in virtù del quale i tribunali cinesi sono autorizzati a procedere se in possesso dei seguenti due strumenti: una verità e una prova basilari, da sole considerate prove sufficienti per avviare dei processi giudiziari. Liwa al Mu’tasem Billah: “Brigata Turcomanna” attiva nella guerra siriana in cui combattono turkmeni siriani, che vivono nella Jabal al-Turkman, vicino Latakia, e uiguri

Madaris: ( italianizzato, madrase). Università di scienze religiose in cui s’insegnano il diritto, la lingua araba, la teologia islamica, il Corano e le tradizioni.

Madhahib: scuole giuridiche islamiche. Quelle ufficiali sono quattro, ossia Hanafismo, Malikismo, Shafismo e Hanbalismo.

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Mandub: nell’Islām sunnita, atto consigliato,

Mashrap: scuole di musica prettamente maschili che più o meno dal 1994 avevano cominciato a radicalizzarsi, attirando molti giovani alla religione (Islam), come metodo per eliminare la piaga sociale della droga e dell’alcol che affliggeva il corpo sociale dello Xinjiang

Maslaha: nel diritto, giudizio elaborato tenendo conto dell’interesse comunitario. Metti cartina in verticale fatta da Cina come dice articolo diLimes

Menhuan: Tarîqa o ordine sufico cinese. Più propriamente indica una “famiglia influente” o una stirpe che discende dallo stesso santo sufita. Si tratta di una istituzione che ha grande influenza sociale. La struttura comprende un centro detto Jiao Fang, i cui simboli sono la moschea, presente in ogni villaggio, e l’akhund (o imām) che ne amministra le questioni religiose. Figure di spicco delle comunità musulmane cinesi sono poi il murshid’, che assurge al ruolo di guida politica e religiosa, e il ra’is, suo fiduciario per gli affari prettamente legati alla religione.

Minbing: ( in cinese), “milizia”.

Minjian wenhua huodong: in Cina sono le manifestazioni culturali popolari. Minzu jiaoyu: principio cinese che indica la ricerca che porta alla conoscenza.

Minzu jingshen: con minzu sixiang e minzu yizhi significano spirito, pensiero e coscienza nazionale. I “tre principi del popolo”.

Minzu quyu zizhi: self-government del sistema amministrativo cinese articolato in regioni (zizhi qu), prefetture (zizhi zhou) e contee (zizhi xian o qi) autonome.

Minzu renmi: “popolo nazionale”.

Minzu tuanjie: significa “unità nazionale”. Minzu: nazione.

mubah: nell’Islām sunnita, atto indifferente.

Murji‘a: scuola religiosa la cui essenza religiosa si è raccolta nel concetto di fede (imān) che si professa attraverso il principio (asl) verso la parola (ikrār; tasdīq bi’l-qawl), senza alcun bisogno di unirvi la pratica (‘amal).

Musahaba: “contemplazione silenziosa”. Insieme alla mujahada (“ascesi”), alla hulla (“rassegnazione alla volontà di Dio che tutto sa” ) e alla haqiqa (“realtà e Sapienza divine”) sono le virtù sufiche attribuite ai cosiddetti “Quattro califfi ben guidati”, in ordine ad Abu Bakr (1° califfo),Omar, Utman e Ali (genero e nipote del Profeta e 4°califfo).

Neibu: cosmologia han che distingue i cinesi dagli “altri”(nella nostra trattazione le periferie della PRC).

Pingheng buzhu :somme di emergenza per coprire scoperti. Con i butie (sussidi), i ding e buzhu (sussidi annuali) e i daikuan (prestiti bancari) si tratta di misure di politica economica messe in atto nei confronti dello Xinjiang per avviarne lo sviluppo.

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Pingxi Baren xiang fangemibg wuzhuang baoluan zhihuibu. Corpi della controrivoluzione di Kashgar schierati dal PCC durante le campagne repressive.

Putonghua li: “lingua comune”. E’ l’unica lingua ammessa nelle scuole dal 1955 e quella ufficiale delle radio, della televisione, del cinema e di ogni mezzo di comunicazione all’interno della PRC. In generale, la ghua è la lingua comune cinese e i fangyan sono i “dialetti” parlati dalle minoranze. Qadi: “giudici” islamici. Insieme ai muftì formano la classe degli ulama (o ulema, che significa “colui che sa”). Mentre i primi sono giudici veri e propri avendo un ruolo esecutivo, i secondi sono meglio definibili come giureconsulti, ovvero sono esperti di diritto islamico con compiti consultivi di formulazione e parere (espresso attraverso i fatawa, cioè pareri non vincolanti) in conformità con la legge islamica. Nell’Impero Ottomano si trattava di una classe sociale molto potente che teneva il controllo anche dell’istruzione, essendo essi stessi insegnanti nelle maggiori madrase di Istanbul. Esentati dal pagamento delle tasse, gli ulama gestivano anche il patrimonio del waqf che sempre più divenne un affare ereditario molto redditizio.

Qaraqanidi: in turco significa governante nero (khagan o khan, cioè governante; kara, ossia nero). Governarono dall’840 al 1211 nella Transoxiana.

Qawwal: recitatore che intona il dhikr sufico.

Salaf: “antico”, “antenato”. Indica i primi compagni del Profeta le cui azioni devono fungere da modello per il fedele musulmano.

Shaoshu minzu: “minoranze etniche”cinesi.

Sharīʿa: letteralmente “via che conduce all’acqua”. E’ l’insieme di Corano e Sunna ( quest’ultima consiste nella raccolta degli hadith maomettani).

Sharqi Turkistan= “popolo turco”. Gli uiguri si definiscono turchi anziché cinesi. Shaykh: “guida” (anche khwaja).

Shen sheng sacri bu ken: nella Costituzione cinese del 1982 indica i diritti inviolabili. Shengyuan: in Cina sta a indicare il grado d’istruzione inferiore.

Shizu: “progenitore”. Nel testo è stato citato nel paragrafo in cui si è descritta la costruzione dello stato nazionale cinese.

Shūrā: “consultazione". Procedura sulla base della quale fu scelto il terzo califfo ‘Uthmān. Con il majlis (letteralmente “luogo dove ci si siede”, in senso lato Parlamento) è usato per indicare i Parlamenti di Stati quali Algeria, Arabia, Egitto, Indonesia. In generale il termine lo si può tradurre come “consiglio o assemblea”. Sono i due presunti pilastri che giustificherebbero la compatibilità tra democrazia e Islam.

Strike Hard: campagne repressive a cavallo degli anni Novanta-Duemila messe in atto dalla Cina contro le organizzazioni nazionalistiche uigure (per esempio ETIM) accusate di terrorismo. In cinese sono le Yanda, acronimo che sta per yanli daji yanzhong xingshi fanzui huodong che vuol dire “campagna per la repressione dei crimini.

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Tabhligi Jamaat: gruppo di missionari votati alla diffusione dell’Islam nel mondo, usata tra gli altri da Al Qaeda come mezzo di indottrinamento

Taklamakan: “se ci vai, non ne esci più”. E’ il secondo più vasto deserto per estensione. Costituisce i ¾ del territorio dello Xinjiang.

Talip: studenti delle scuole musulmane.

Taranchi, Sart -kalmuk, Turpanliq: nomi usati per riferirsi agli uiguri. Fino agli anni Trenta era diffuso l’uso di chiamarli a seconda dell’oasi di provenienza o dell’origine.

Tasawwuf: contiene la radice suf, lana, da cui deriva il nome al sufismo islamico.

Tawuz: “anguria”; è spregiativamente usato dagli uiguri per alludere agli hui, dei quali si rimarca la connivenza con il governo e l’intollerabile hanizzazione.

Tekkè, khanqah o zawiya: termini usati per riferirsi a particolari tipi di strutture societarie. Tian Ming: letteralmente “mandato celeste”; principio guida di tutte le Costituzioni cinesi.

Tianchi: lago dello Xinjiang il cui nome significa “lago del Cielo”. La leggenda narra che nacque dalle lacrime di una regina che, abbandonata, attese invano il ritorno di un amore che l’aveva dimenticata.

Tianfang Jiao: in cinese vuol dire “religione degli arabi”. Hui Hui Jiao (religione degli hui, nome usato per definire “quelli di fede musulmana” senza distinzione di provenienza etnica o linguistica) ne è un sinonimo. L’usanza linguistica è ancora diffusa ai giorni nostri a Hong Kong e Taiwan . All’inizio del periodo Qing la si trovava descritta, invece, come Qingzhen Jiao, “religione vera”. Tianshan: “Montagne del Paradiso”(in cinese). Per gli uiguri il significato non cambia; sono le “Montagne del Paradiso o di Dio” ma essi le chiamano con un termine della lingua turki, ovvero Tengritagh.

Tonghua: “assimilazione”. Termine usato per riferirsi all’approccio politico predominate in epoca nazionalista nei confronti delle minoranze. Nel testo è stato citato con ronghe, “fusione”(atteggiamento distintivo dell’epoca comunista).

Tongmenghui: in cinese “lega”.

Tongyi duo minzu de guojia: Paese multietnico, con riferimento alla Cina.

Tu: “disciplina”. Insieme alla parola jiao,“insegnamento”, si usa per designare i buddisti o i daoisti, chiamati rispettivamente fojiao tu e daojiao tu.

tuanti: in cinese, associazione.

Tujue (o Tie-le): nome che raggruppa più etnie tra le quali i Gok Turk (celesti) e gli Oghuz, tribù che furono sconfitte dai rivali uiguri turchi nell’VIII sec. d.C.

Tunken (o juntun, o anche chan shazi, cioè “mescolamento di sabbia”): politica di assimilazione alla cultura han (95% dei cinesi) attraverso le migrazioni e il reinsediamento nelle province occidentali della Repubblica Popolare.

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Tuntian: colonie agricolo militari attestate nel periodo Qing.

Turuq (ṭarīqa, al singolare): vuol dire “via e indica le confraternite sufiche. Ummah: sinteticamente “comunità dei fedeli musulmani”.

wajib/fard: nell’Islām sunnita, atto obbligatorio

Walî: “saggio”. Nel linguaggio mistico sufico significa “santo”(sinonimi sono murshid' e pīr , rispettivamente termine arabo e termine persiano per indicare la “guida”, il “maestro”).

Wang: in cinese “capo”.

Weiwen: “instabilità”; è spesso associata alle periferie cinesi.

Xiongnu: termine con il quale si soleva indicare i popoli non Han nella ricostruzione genetica della storia cinese.

Yangpungchi: termine cinese (da yangpin, cioè “merci a campione”) turchizzato che si suole attribuire ai mercanti di frontiera.

Yong: “coraggio”. Insieme a zhong (fedeltà), zhi (conoscenza) e ren (benevolenza) individua le quattro virtù confuciane.

Youxing: “marciare”. E’una delle parole che, ricordando la marcia democratica di Hong Kong del 1997, sono state oscurate da internet da parte delle autorità cinesi centrali. Zheng chang=attività religiose normali, come vengono definite nell’articolo 41 dell’attuale Costituzione cinese del 1982. yung (mercenari alto funzionario mancese)

Zhipei: è il termine cinese generico per riferirsi agli affari religiosi.

Zhongguo zhi mingyun : noto come China’s Destiny è la “Bibbia”degli studenti, dei militari e la voce ufficiale di Chiang Kai-shek.

Zhongguo:“Paese di Mezzo”. Uno dei termini usati per designare lo stato che noi definiamo Cina. Gli altri sono Tanxia (“ciò che sta sotto il cielo”) o Hua Xia, la “terra fiorita degli Xia.

Zhongzu: “razza comune”.

Zhuji Jie: “strada dei maiali”. Nello Yunnan han e hui vivono in villaggi separati e in alcune città della regione, come per esempio a Kunming, è possibile percorrere strade dal nome derisorio come questo, poco rispettoso delle usanze musulmane che vi vivono.

Zou houmanr: principio del “back door” molto diffuso nella cultura cinese, dove sta a indicare la “capacità di ottenere favori”.

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