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Il territorio italiano è soggetto ad un elevato rischio sismico, come confermato dagli eventi calamitosi avvenuti nel corso degli ultimi anni.

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I NTRODUZIONE

Il territorio italiano è soggetto ad un elevato rischio sismico, come confermato dagli eventi calamitosi avvenuti nel corso degli ultimi anni.

Il Rischio sismico rappresenta la probabilità di un determinato territorio a subire una certa entità di danni, sia economici che di perdite di vite umane, a causa dei terremoti che si potranno verificare in un determinato periodo di tempo. Il rischio è determinato da tre fattori: la Vulnerabilità sismica del patrimonio edilizio, la Pericolosità sismica, ovvero la tendenza del territorio ad essere soggetto ad eventi sismici di una determinata entità, e la sua Esposizione, riferita al numero di persone potenzialmente presenti nell’edificio e al valore del patrimonio edilizio e dei beni in esso contenuti.

Fino agli anni ’90 il nostro paese non aveva attivato altra politica di prevenzione contro la minaccia dei terremoti, se non quella di emanare norme tecniche per le costruzioni in zona sismica obbligatorie per qualsiasi nuova costruzione e, solo in alcuni casi, per gli interventi sulle costruzioni esistenti.

E’ però nella vulnerabilità del sistema insediativo che bisogna ricercare l’entità delle conseguenze calamitose del fenomeno sismico.

Qualsiasi percorso di interventi sul costruito per innalzarne le prestazioni, non può che avviarsi con l’esame dello stato attuale.

In Italia, la campagna di monitoraggio della vulnerabilità sismica si è avviata con l’entrata in vigore dell’O.P.C.M. 3274 del 20 marzo 2003, “Primi elementi in materia di criteri generali per la classificazione sismica del territorio nazionale e di normative tecniche per le costruzioni in zona sismica”, che richiedeva la verifica di sicurezza degli edifici pubblici strategici e rilevanti esistenti, progettati secondo norme tecniche antecedenti al 1984 e/o situati in Comuni la cui classificazione sismica, sulla base dei moderni criteri di stima della pericolosità sismica di base, comportasse livelli dell’azione sismica superiori a quelli relativi all’epoca di costruzione.

Il 21 aprile 2010, è stata diffusa dal Dipartimento della Protezione Civile una “Circolare sullo stato delle verifiche sismiche previste dall’O.P.C.M. 3274/2003 e programmi futuri”, con la quale è stato indicato un obiettivo minimo, riassumibile nella compilazione della

“Scheda di sintesi di livello 0 di edifici strategici ai fini della protezione civile o rilevanti

in caso di collasso a seguito di evento sismico” e nella predisposizione di cronoprogrammi

di ultimazione delle verifiche di sicurezza.

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2 La Regione Toscana, alla quale la citata Ordinanza demandava l’adozione dei provvedimenti di attuazione di sua pertinenza, ha promulgato specifiche disposizioni al riguardo ed in particolare:

- D.G.R.T. n. 604 del 16/06/2003 “Indirizzi generali e prime disposizioni sulla riclassificazione sismica in applicazione dell’O.P.C.M. 3274/2003”;

- D.G.R.T. n. 1114 del 27/10/2003 “Programma regionale per l’avvio delle verifiche sismiche su edifici strategici e rilevanti ai sensi dell’O.P.C.M. 3274/2003”;

- L.R. n. 58 del 16/10/2009 “Norme in materia di prevenzione e riduzione del rischio sismico”.

Il presente lavoro di tesi si colloca nell’ambito dei rilievi di vulnerabilità sismica degli edifici strategici e rilevanti del Comune di Lucca.

Sulla base delle normative sopra elencate, nel 2010 il Comune di Lucca ha proceduto alla compilazione delle schede di livello 0 di tutti gli edifici e dei ponti di proprietà ed al successivo invio delle schede alla Regione Toscana.

Le schede relative agli edifici sono state qui riprese e su queste è stata dapprima compiuta una revisione con l’aiuto dei tecnici comunali. I dati corretti sono stati poi inseriti in un database appositamente implementato, in modo da poter ricavare dati sintetici e significativi del censimento. In particolare, si è messa a punto una relazione tramite cui è stato possibile valutare, dai dati della scheda, il valore dell’esposizione di ciascun edificio.

E’ stato così possibile stilare una graduatoria degli edifici sulla base della loro esposizione.

Tale graduatoria è stata assunta come ordine di priorità per indagini più approfondite, le cosiddette indagini di livello 1 e 2; queste sono state successivamente compiute soffermando l’attenzione sull’edilizia scolastica, in particolare analizzando il primo gruppo di dieci edifici realizzati in cemento armato, classificati per indice di esposizione decrescente.

In fase di rilievo per la compilazione delle schede di livello 1 e 2 e per le successive analisi

di livello 3, si è potuto aumentare il livello di conoscenza dei fabbricati oggetto di studio, a

tal punto da verificare la presenza di strutture realizzate con metodologie diverse da quelle

inizialmente note.

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3 In particolare, analizzando i fabbricati, si è verificato che uno di essi, realizzato in epoche successive, consisteva di tre corpi strutturali distinti: un corpo principale, più datato, in muratura e due successivi ampliamenti in cemento armato.

Per le analisi di livello 1 e 2 sono state quindi impiegate le relative schede per edifici in muratura e cemento armato. In entrambi i casi, si è potuto pervenire alla valutazione di un indice di vulnerabilità, in base al quale è possibile programmare le successive indagini.

Contestualmente alla compilazione delle schede di livello 1 e 2, è parso opportuno raccogliere tutta la documentazione relativa a ciascun edificio, che è stata catalogata ed annotata nella cosiddetta “scheda di rilievo”.

Lo scopo del presente lavoro è di eseguire i rilievi di vulnerabilità, almeno per un campione ristretto fra i dieci edifici scolastici indagati a livello 1 e 2, impiegando quindi altre metodologie aventi accuratezza maggiore, per eseguire analisi dettagliate di livello 3.

Per tali analisi si è scelto di impiegare due metodologie di calcolo per poter, quindi, confrontarne i risultati: la prima prevede l’utilizzo dei programmi di calcolo semplificati VC e VM alla base della metodologia S.A.V.E. elaborata dal G.N.D.T.; la seconda prevede la modellazione delle strutture e la successiva analisi push-over tramite il programma di calcolo Sismicad.

Tali elaborazioni sono state effettuate sui seguenti edifici scolastici:

- Asilo Nido “Arcobaleno” di San Marco ;

- Scuola Primaria “Donatelli” di S. Vito (realizzata da tre corpi distinti, uno in muratura e due in c.a.).

La scelta dei due fabbricati è scaturita dalla possibilità di impiegare il metodo di calcolo S.A.V.E. solo in limitati casi, in quanto il programma stesso prevede un input massimo di 90 pilastri per strutture in c.a. e 60 maschi murari per strutture in muratura. Al fine di poter effettuare un confronto dei risultati tra diversi metodi di analisi, è stato quindi possibile adottare questa procedura solo per le due scuole suddette, essendo le altre con caratteristiche incompatibili con l’input (valori maggiori di 90 pilastri).

Questi edifici, pertanto, sono stati visionati più volte per accertare la rispondenza agli

elaborati architettonici e strutturali originali forniti dai tecnici del Comune di Lucca, ne

sono state studiate le caratteristiche meccaniche dei materiali ed è stata effettuata l’analisi

strutturale a fronte dei carichi verticali e delle azioni sismiche previste nella zona, in modo

da valutarne la sicurezza attraverso l’indice di rischio R

C,D

.

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Il presente lavoro delinea un percorso da seguire per l’effettuazione ragionata dei rilievi di

vulnerabilità sismica del costruito, che, stante l’impegno economico e temporale che

richiedono, necessitano di un’attenta programmazione ai fini di una ottimale gestione delle

risorse.

Riferimenti

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