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COOPERATIVA SOCIALE PAIM 4.

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Academic year: 2021

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4.

PAIM

COOPERATIVA

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4 PAIM COOPERATIVA SOCIALE

4.1

Introduzione

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4.2

Paim Cooperativa Sociale Onlus

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4.3

Cooperativa sociale

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4.4

La solidità dell’azienda

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4.5

Cooperlavoro

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4.6

Più assicurazione per tutti

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4.7

INAIL

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4.8

L’oggetto dell’assicurazione INAIL: gli eventi tutelati

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4.9

Obblighi del datore di lavoro

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4.1 Introduzione

Questo capitolo ha lo scopo di collegare i tre precedenti, in cui sono stati affrontati gli argomenti delle cooperative, dei fondi pensione, e dell’inail quale forma di assicurazione pubblica.

Affronterò, pertanto, in questa sede, l’analisi e la descrizione di una grande e solida realtà presente sul nostro territorio, ovvero la Cooperativa sociale Paim, per la quale mi onoro di lavorare.

Circa due anni fa, una volta conseguita la mia laurea triennale in Economia e Commercio, sono entrata nella Cooperativa per sostenere, insieme ai miei colleghi, un validissimo progetto di ampliamento sul territorio, fortemente voluto dal nostro Presidente, Sig. Giancarlo Freggia. Infatti egli ha creato un consorzio, nel quale sono entrate a far parte diverse cooperative e aziende, operanti in settori diversi ma complementari tra di loro, in modo da perseguire una finalità di integrazione tra più aree operanti nel territorio pisano. Il progetto ha coinvolto e sta tuttora coinvolgendo il settore socio-sanitario, quello del turismo, delle manutenzioni e cura del verde, il tutto coordinato e gestito da un’amministrazione centrale. Non mancano collaborazioni con gli enti locali per il sostegno di questo progetto di crescita, che riescono sempre a produrre ottimi risultati in termini di utilità e soddisfazione della clientela del territorio.

Come detto, sono stata inserita in questo contesto, rivestendo un ruolo amministrativo di fondamentale importanza, inerente l’elaborazione mensile delle buste paga per tutti i dipendenti delle aziende facenti parte il consorzio, la gestione dei rapporti con gli enti assicurativi e previdenziali per conto degli stessi dipendenti, oltre a altri svariati lavori accessori, che hanno a che fare con la gestione del personale.

Ma tornando all’argomento principale, nei paragrafi che seguono proverò a descrivere il valore della Cooperativa Sociale Paim.

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4.2 Paim Cooperativa Sociale Onlus

La PAIM cooperativa sociale nasce nel 1992, come Impresa Sociale non profit di tipo A: allora una piccola realtà locale, che nel corso degli anni ha subìto una grande trasformazione, fino ad arrivare a vantare, ad oggi, un organico di circa 500 persone, tra soci lavoratori e dipendenti, tutti altamente qualificati e specializzati.

Per la forza della sua storia e delle sue capacità imprenditoriali racchiuse nel modello valoriale offerto dalla cooperazione, Paim è in grado di rappresentare al meglio istanze ed interessi omogenei finalizzati all’organizzazione di una rete del territorio che risponda ai bisogni dell’intera comunità: svolge infatti attività di progettazione e gestione dei servizi socio-sanitari ed educativi, perseguendo l’interesse generale della comunità alla promozione umana e all’integrazione sociale del cittadino.

Il patrimonio di esperienza e professionalità, la capacità progettuale ed organizzativa, le risorse umane e finanziarie della Paim, hanno reso possibile la costituzione di sinergie e di reti di promozione e protezione sociale, conservando la messa a punto e l’avvio di importanti progetti, che vedono interagire la cooperativa stessa anche attraverso la collaborazione con Consorzi, Comuni, Aziende Sanitarie Locali, Scuole, IPAB, Associazioni di volontariato, Università.

I valori fondamentali di Paim sono la territorialità, la centralità della persona e l’attenzione ai bisogni e alle aspettative degli interlocutori, interni ed esterni: infatti Paim persegue un dialogo sistematico e continuo con i propri stakeholders, al fine di consolidare il loro coinvolgimento, il grado di soddisfazione, e la valorizzazione del proprio scopo sociale.

Dotata di risorse fondamentali per un’impresa sociale (la centralità della persona, la solidarietà tra i membri dell’impresa, l’etica, il rispetto dell’ambiente, ecc.), è in grado di gestire al meglio la qualità di processo e

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di prodotto per diventare promotrice del passaggio della qualità totale alla qualità sociale.

Paim è portatrice di una forte carica valoriale, un grande consenso sociale dovuto alla qualità e all’impatto occupazionale, la capacità di relazione con le persone, territorialità e qualità del servizio: questi sono i principali punti di forza della cooperativa, che è divenuta di fatto punto di riferimento per la progettazione e l’attuazione di politiche sociali, inserendosi in forma continuativa e capillare tra le reti istituzionali e sociali presenti sul territorio.

Paim offre dunque sul territorio una vasta gamma di servizi, facendo particolare attenzione alla prima infanzia, agli anziani, ai soggetti diversamente abili e alla salute mentale: attualmente ha sede a Cascina, ma le sue strutture si trovano dislocate in tutto il territorio pisano, a dimostrazione della forte presenza radicata nella zona. Dal 2008 inoltre la Paim si è dotata di un Comitato Scientifico a sostegno della progettualità e qualità dei propri servizi: formato dai più illustri professionisti in campo universitario e medico, eccellenti Leader che affiancano la direzione della Paim nella formazione, nello studio, nella progettazione e nell’elaborazione di servizi ed iniziative volte all’integrazione socio-sanitaria, attraverso interventi innovativi nel campo della prevenzione, della riabilitazione, della formazione e dell’educazione. Il Comitato Scientifico realizza un costante e sistematico monitoraggio delle necessità e dei bisogni sia degli operatori sia dell’utenza della Paim, con l’obiettivo di definire interventi che da una parte rispondano alle esigenze dichiarate e dall’altra facciano emergere bisogni inespressi. Un miglioramento qualitativo quindi, voluto dalla direzione della Paim, nella consapevolezza che la salute della singola persona è il centro della propria mission.

Nel prossimo futuro la Cooperativa intende sviluppare le sue attività in due direzioni: dal punto di vista delle modalità di gestione, vuole sviluppare e consolidare nel tempo, in progetti a medio-lungo termine, la collaborazione con i diversi soggetti (istituzionali, formali e informali) della rete sociale, in quanto portatori di risorse e competenze in grado di fornire un sostanziale valore aggiunto al servizio; dal punto di

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vista del servizio, l’obiettivo è quello di migliorare continuamente la qualità e la varietà dei servizi offerti, a seguito di una progettazione e di un’analisi dei bisogni più attenta, capace di sperimentare e rispondere efficacemente ai bisogni del target di riferimento.

La Cooperativa Paim è una realtà attiva, che persegue la strada della mutualità e della solidarietà, progettando servizi per gli altri, puntando al soddisfacimento dei loro bisogni attraverso la realizzazione di servizi di alta qualità.

La persona è al centro del progettare, del creare benessere, del condividere: per questo l’esperienza di Paim è orientata alla costruzione di un progetto di vita fondato sui bisogni, sulle aspettative e sui diritti del singolo cittadino, sempre condivisa con le figure parentali e professionali di riferimento.

Con costante attenzione all’aggiornamento metodologico ed alla ricerca, effettuata dal suddetto Comitato scientifico, la Cooperativa copre una fascia di interventi rivolti alla persona, per diverse fasce di età e di condizioni di bisogno.

L’impegno di Paim nel soddisfare le esigenze dei clienti e degli utenti si concretizza attraverso la verifica costante dei servizi offerti, attraverso un aggiornamento professionale continuo, il mantenimento di una struttura organizzativa motivante e coinvolgente per tutto il personale, la gestione dei reclami e l’attuazione delle opportune azioni di miglioramento, la misurazione della qualità dei servizi erogati, tramite la raccolta degli indicatori.

I servizi offerti

Paim offre una vasta tipologia di servizi alla persona, gestiti con diverse modalità, ovvero sia in piena autonomia, sia in associazione temporanea di impresa, sia in global service attraverso gare di appalto o convenzioni.

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I servizi si suddividono in socio-sanitari ed educativi, attraverso quattro macro-aree: 1. AREA INFANZIA

Le relazioni sociali, come risulta dalle più recenti ricerche di psicologia dell’età evolutiva, sono alla base dello sviluppo complessivo della personalità dei bambini perché favoriscono processi di socializzazione ed individualizzazione. Il bambino del nostro tempo è un soggetto attivo e competente, frutto dell’interazione del suo patrimonio biologico individuale e delle esperienze che vive fin dalla nascita nel suo ambiente socio-culturale e familiare. E’ tenendo presente ciò che pensiamo e progettiamo servizi per l’infanzia con un'intenzionalità educativa, una coscienza per l'infanzia, e uno stile pedagogico che incontra il bambino partendo dall'esperienza che vive, dalle emozioni che sente, dalle infinite possibilità che può maturare se gli ambienti e le attività programmate sono ricche di stimoli espressivi, logici, ludici ed esplorativi. Da qui la consapevolezza che le strutture educative possono e devono essere luoghi non solo di cura, ma opportunità di apprendimento diffuso e capillare con i sistemi di appartenenza dei bambini (famiglia, territorio, rete formativa e scolastica..ecc).

Il servizio si realizza attraverso: - Centro di Pronta accoglienza - Asili Nido

- Scuole Materne

- Assistenza non educativa e sorveglianza nelle scuole materne (servizio territoriale) - Assistenza e sorveglianza Scuolabus (servizio territoriale).

2. AREA DISABILITA'

Nell'approccio sistemico-relazionale, l'attenzione alla soggettività, all'unicità del singolo implica l'attenzione alla sua rete di relazioni. Il cambiamento non è visto unicamente come un fattore soggettivo, disconnesso dalla rete di relazioni in cui la persona è inserita, ma qualcosa di dipendente da una molteplicità di fattori interattivi, quali ad esempio lo scopo intrinseco del sistema, le funzioni dei singoli componenti in relazione allo scopo stesso del sistema, le diverse interazioni del sistema con altri

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sistemi adiacenti, in una complessità crescente e molto articolata. Alla luce di quanto appena descritto riteniamo che l’approccio sistemico-relazionale sia il più efficiente per comprendere e risolvere i problemi posti dalla disabilità. Nell'ottica sistemica-relazionale non vengono affrontati solo l'istanza della riabilitazione, l'impegno dell'assistenza al soggetto disabile e alla sua famiglia, e l'inserimento socio-lavorativo mirato, ma viene colto un aspetto molto più importante e significativo per la persona disabile, ovvero il riconoscimento di una sua specifica identità, basata non tanto sulle abilità o disabilità bensì sull'essere profondo, comune a tutti, al di là della categoria della normalizzazione.

Le strutture che ospitano questo tipo di servizio sono: -Case Famiglia

- RSD Assistenza Socio Riabilitativa - Centri Diurni per disabili

- Assistenza specialistica in ambito scolastico (servizio territoriale) - Sostegno alla scuola materna e al nido di infanzia (servizio territoriale) - Servizio di aiuto alla persona (servizio territoriale).

3. AREA PSICHIATRIA

Da sempre la persona affetta da malattia mentale è vittima di emarginazione sociale a causa di pregiudizi. Non condividendo assolutamente questo stigma, il centro del nostro obiettivo è la persona con le proprie esigenze e i propri bisogni: per questo il percorso riabilitativo personalizzato è una ricerca continua per rispondere a quel singolo che è unico ed irripetibile. Il nostro intento è promuovere percorsi riabilitativi individualizzati intesi come progetti in itinere tesi al raggiungimento di una risposta che è data dalla domanda dell'utente, investendo e collaborando unitamente e fattivamente con tutte le realtà (associazioni sportive, circoli ricreativi, parrocchia, etc.) della comunità locale, comunità che assume a tutti gli effetti un ruolo attivo e partecipato nella vita dei nostri utenti.

Le strutture che ospitano il servizio sono: - Case Famiglia

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- Centri Diurni

- Centri per disturbi comportamenti alimentari 4. AREA ANZIANI

Le analisi più avvalorate in tema di anzianità parlano della necessità di adottare un approccio ‘ciclico’ allo studio dell’invecchiamento, evitando di rapportarsi alla terza e alla quarta età in termini dicotomici, come ultima fase di vita separata dall' antecedente vissuto. Questa fase della vita invece è il risultato delle fasi precedenti, a loro volta espressione di vissuti educativi, professionali, culturali che incidono sul modo in cui la vecchiaia sarà vissuta. Attraverso le varie risorse formali ed informali presenti sul territorio, il nostro intento è lo sviluppo di progetti comuni e condivisi proprio per garantire alle persone anziane di ottenere risposte in grado di migliorare la loro qualità di vita e in un'ottica di prevenzione, offrire interventi necessari per rispondere in modo concreto, adeguato e immediato al loro bisogno di quotidianità. Questi servizi si articolano attraverso:

- Residenze sanitaria assistite per anziani non autosufficienti - Residenze per anziani autosufficienti

- Centri Diurni per anziani non autosufficienti - Assistenza domiciliare (servizio territoriale).

Oltre ai quattro ambiti di attività principali, la Cooperativa sta aderendo a numerosi progetti promossi dagli enti locali, uno tra i più importanti è il cosiddetto progetto di “accoglienza profughi”.

I numeri che sentiamo ogni giorno alla televisione sono preoccupanti, e raccontano non più di un’invasione, ma di un fenomeno che ormai è diventato strutturale: è per questo che Paim, su richiesta della Società della Salute di Pisa, nel 2013 ha avviato questo progetto, accogliendo un numero variabile di profughi, che va da 17 a 40. Dapprima Paim ha messo a disposizione le proprie strutture per l’accoglienza, successivamente ha sistemato queste persone a gruppi, in appartamenti che loro stessi devono imparare a gestire e mantenere. Inizialmente l’accoglienza era rivolta soltanto

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agli uomini fuggitivi (per puro caso), poi piano piano si è estesa anche a famiglie, donne in gravidanza, bambini; in questo modo potrà avvenire con il tempo una vera e propria integrazione.

La gestione di questo servizio richiede competenza e professionalità, per poter intrattenere buoni rapporti con la Regione Toscana, e con Questura e Prefettura, con cui i contatti sono continui. Inoltre è necessario che le persone che si interfacciano con i ragazzi ospitati siano dotate di flessibilità e spirito di adattamento, perché non sempre è facile relazionarsi con persone con una diversa cultura, che hanno avuto un passato difficoltoso, e che di fronte al cambiamento che li sta attraversando risultano essere diffidenti e talvolta violenti. Inoltre tutte le persone ospitate non possono andare al di fuori della nazione di approdo, pur avendo magari altri legami nel resto di Europa, e questo spesso e volentieri provoca fughe non regolari e non controllabili, perché le nostre strutture sono luoghi di accoglienza e non di reclusione.

La temporaneità del permesso di soggiorno regola la permanenza legittima sul territorio italiano di queste persone accolte, ma non sappiamo se e fino a quando andrà avanti questo servizio di accoglienza, perché dopo tanto tempo il nostro paese sta ancora aspettando una soluzione definitiva sul come una persona possa essere accolta o meno come richiedente asilo.

Nel frattempo i migranti si stanno dando da fare attraverso lavori socialmente utili, necessari affinchè possano integrarsi nel nostro paese. Ultimo tra tutti il progetto in collaborazione con il Pisa Calcio, che prevede da parte dei ragazzi accolti la manutenzione e la cura dello stadio di Pisa.

4.3 Cooperativa sociale

In una società cooperativa la funzione sociale costituisce il connotato imprescindibile della cooperazione in generale, e si realizza attraverso lo scopo mutualistico.

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La Paim appartiene al settore delle cooperative di lavoro, le quali si prefiggono il compito di conferire lavoro ai propri soci, garantendo la continuità lavorativa ed un’equa retribuzione. Il socio apporterà le proprie capacità ed abilità lavorative in cambio di una retribuzione almeno in linea a quelle di mercato; nel caso di avanzo di gestione positivo, la cooperativa potrà decidere in un’integrazione retributiva ulteriore.

Nel settore dei servizi sociali è difficile creare un mercato del lavoro stabile e ben definito perché, essendo servizi con un elevato grado di relazionalità, è complicato organizzare il lavoro, standardizzare i servizi e definire in modo preciso i contenuti delle prestazioni lavorative, in quanto queste ultime dipendono in gran parte dalle caratteristiche specifiche delle persone che ricevono il servizio. In generale è improbabile, quindi, stabilire a priori i compiti degli operatori, e ne deriva che non è facile stabilire un salario valido per tutti e, soprattutto, coerente con la produttività. Un altro aspetto critico, si riscontra nel monitoraggio dei lavoratori: è infatti molto difficile controllare l’impegno dei lavoratori e la loro produttività, essendo questa legata maggiormente ad aspetti non quantitativi ma qualitativi, di difficile individuazione e valutazione (come ad esempio la qualità delle prestazioni e delle relazioni e la professionalità degli operatori). La conseguenza è che adottare forme di retribuzione capaci di incentivare l’impegno dei lavoratori è molto complicato.

Guardando alla Paim, si capisce immediatamente che si è in presenza di una struttura produttiva basata soprattutto sul capitale umano. I soci lavoratori che accrescono in valore della cooperativa presentano delle caratteristiche di massima: l’87% dei soci è di sesso femminile, la maggior parte di loro ha un età compresa tra i 20 e i 35 anni, e molti nuovi assunti (gran parte laureati) sono alle prese con la loro prima esperienza lavorativa, il che sta a significare grande fiducia di Paim nella persona, e continui investimenti sulla formazione del giovane, che rendono possibile avere personale qualificato e competente, in grado quindi di garantire servizi di alta qualità.

La qualifica di socio permette al dipendente di divenire parte integrante della mission e di sviluppare un forte senso di appartenenza aziendale.

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La legge 381/1991 ha regolamentato le cooperative sociali individuando le due principali tipologie: cooperative di tipo A e quelle di tipo B. La Paim ha subìto recentemente un forte cambiamento, ovvero si è trasformata da cooperativa di tipo A, a cooperativa di tipo A + B: oltre a erogare servizi sociali, sanitari ed educativi, come fa da 20 anni, adesso può offrire anche altre tipologie di servizi che si ricollegano alle cooperative di produzione e lavoro integrate, avvalendosi del contributo lavorativo di soci svantaggiati, che vengono in questo modo inseriti nel mondo del lavoro. Si tratta di un’iniziativa che permette alla Paim sia di espandere la propria attività, principalmente in favore dei suoi soci lavoratori, sia di favorire la causa sociale, impiegando persone bisognose. Attraverso tale manovra è possibile anche recuperare i concetti cardine del mondo della cooperazione, ovvero quelli di solidarietà e comunità, che sembrano essere stati accantonati dalle imprese cooperative tradizionali, le quali negli ultimi anni paiono basarsi su concezioni e valori prevalentemente centrati su aspetti economici e finanziari.

4.4 La solidità dell’azienda

Il modello gestionale utilizzato in Paim ormai da anni produce ottimi risultati, nonostante il periodo di recessione che il nostro paese sta attraversando. Attraverso un’analisi economico-finanziaria degli ultimi tre esercizi di Paim (2012-2013-2014), possiamo facilmente comprendere quanto appena detto, mediante indici di bilancio e di redditività.

L’analisi di bilancio è un’attività complessa svolta con utilizzazione di tecniche prevalentemente quantitative di elaborazione dei dati, con cui si effettuano indagini sul bilancio di esercizio (comparazione di dati nel tempo e nello spazio) per ottenere informazioni sulla gestione e sull’impresa. Attraverso l’analisi di bilancio comparata dei vari elementi a disposizione si può arrivare alla formulazione di un “giudizio”

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sulla salute dell’impresa: tale analisi si prefigge di trasformare i dati del bilancio in informazioni.

L’analisi patrimoniale, economica e finanziaria delle imprese si fonda principalmente sull’individuazione di appositi indicatori, e sulla determinazione di tali indicatori. L’analisi di bilancio per indici è uno strumento forte e potente, e permette all'imprenditore e all'analista di elaborare indici e quozienti che rappresentano l'andamento economico, la situazione patrimoniale e finanziaria dell'impresa. Quando devono essere interpretati i risultati di bilancio attraverso gli indici, si deve sempre considerare che ogni indice non ha un significato autonomo, e deve essere interpretato e valutato in una visione di insieme con gli altri indici ad esso correlati. I migliori risultati in termini interpretativi e valutativi si raggiungono analizzando una serie di bilanci e studiando l'andamento nel tempo degli indici di bilancio significativi, in modo da comprendere in quale direzione si sta muovendo l'impresa (analisi di bilancio dinamica). Se un imprenditore vuole conoscere lo stato di salute della propria azienda con un “checkup aziendale” potrebbe chiedersi quali indicazioni egli può ottenere dagli indici di bilancio, oltre quelle che si possono desumere dal confronto di due bilanci consecutivi, o dall'analisi di situazioni economiche redatte periodicamente. La risposta consiste nel fatto che ad ogni indice di bilancio si collega un riferimento alle cause che lo determinano e quindi, esaminandole con attenzione, è facile individuare i rimedi più opportuni.

Presupposto dell’analisi per indici è la riclassificazione del bilancio d'esercizio: mettere in evidenza alcuni aggregati dello stato patrimoniale e alcuni risultati intermedi del conto economico che facilitano il giudizio sull'andamento della azienda. Gli scopi della riclassificazione sono essenzialmente tre: permettere la costruzione ed evidenziazione dei parametri e delle grandezze più espressive della gestione (valore aggiunto, reddito operativo, reddito netto, ecc.); rendere omogenei i dati per consentire il loro confronto nel tempo e nello spazio, ossia per più esercizi successivi per la stessa azienda (dimensione temporale) e con aziende dello stesso settore o di

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settori diversi (dimensione spaziale); separare nettamente gli elementi attinenti la gestione caratteristica dell'impresa da quelli che si riferiscono alle gestioni cosiddette accessorie o extra-caratteritiche (finanziaria, straordinaria, ecc.) per migliorare la comprensione delle problematiche gestionali centrali

Indicatori di redditività

Gli indicatori di redditività sono indici che permettono di osservare la capacità di un'impresa di produrre reddito e di generare risorse. Tali indicatori sono utili sia per gli investitori, che possono avere una previsione circa i possibili ritorni economici del loro investimento, sia in generale per analizzare l'affidabilità di un'impresa attribuendogli un rating specifico.

 ROE: Tasso di redditività del capitale proprio ROE=

%

Esprime il tasso di rendimento, al netto delle imposte, del capitale proprio. Per poter valutare la convenienza a investire in un’impresa non è sufficiente considerare il solo risultato economico in valore assoluto, ma occorre considerare sempre il risultato economico in rapporto al capitale impiegato. Per poter dire se un dato valore di ROE è buono o cattivo bisogna metterlo a confronto con il rendimento di investimenti alternativi a basso rischio (BOT, CCT, depositi bancari, ecc.), attualmente circa 4%. Il ROE può essere considerato soddisfacente se è maggiore almeno di 3 o 4 punti % del tasso di rendimento degli investimenti a basso rischio. La differenza fra gli investimenti alternativi “sicuri” (BOT, CCT, ecc.) e il valore del ROE viene definita “premio al rischio” in quanto premia un investimento rischioso. Se il premio al rischio fosse 0 non avrebbe senso investire nell’attività rischiosa (un’impresa) in

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quanto è possibile ottenere la stessa remunerazione senza rischiare nulla.

L’analisi della Paim rileva un Roe tra i più alti del settore. Tale situazione evidenzia un ottimo andamento della gestione aziendale in quanto si è in grado di assicurare una buona remunerazione ai mezzi propri investiti in azienda; inoltre si evidenzia che gli indirizzi della gestione aziendale impartiti dalla direzione appaiono ottimi sotto il profilo dell’efficienza ed efficacia.

Il ROE di Paim è pari a 8,24%.

Pur essendo un potente indicatore di sintesi dell’economicità aziendale, il ROE non spiega a quali specifiche cause è dovuta tale redditività, perciò occorre procedere all’analisi di altri indicatori.

 ROI: Tasso di redditività del capitale investito ROI=

%

Il ROI sintetizza il rendimento della gestione tipica dell'azienda in base a tutto il capitale in essa investito (capitale proprio + capitale di terzi), al lordo degli oneri finanziari, degli oneri fiscali; è indipendente dai risultati della gestione non caratteristica e straordinaria. Tale indice evidenzia la bravura dell’impresa nel far fruttare sia il capitale dei soci (capitale proprio), sia quello dei terzi finanziatori (debiti). In definitiva il ROI prescinde completamente da ogni considerazione di natura finanziaria e fiscale, ma esprime il rendimento dell'investimento effettuato nell'attività tipica dell'azienda.

L'impresa potrà confrontare il proprio indice ROI con quello dei concorrenti, allo scopo di comprendere meglio le risultanze del proprio rendimento dell'investimento nella gestione caratteristica rispetto a quello degli altri operatori. Nell'ipotesi in cui esso risulti notevolmente inferiore, anche alla media del settore, l'impresa stessa dovrà approfondire e cercare i motivi per cui essa risulti in stato di crisi.

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Il ROI è dunque la spia della capacità reddituale dell'impresa, e della redditività della gestione caratteristica: tanto più alto è questo indice quanto più efficiente ed efficace è la gestione.

In Paim il ROI è pari a 6,73%, ovvero è tra i più alti nel suo settore, ed indica dunque una gestione aziendale ottima.

 ROS : Tasso di rendimento sulle vendite. ROS=

%

Il ROS esprime la percentuale di guadagno lordo in termini di risultato operativo su 100 di vendite nette. L’indice è tanto più soddisfacente quanto più risulta elevato. Il ROS aumenta con l’aumentare dei ricavi e con il diminuire dei costi. I ricavi possono aumentare sia incrementando il volume delle vendite, sia incrementando i prezzi di vendita.

Il valore del ROS deve sempre essere analizzato assieme ad un altro indice: il tasso di rotazione degli impieghi. Analizzando un bilancio, se ad un miglioramento del ROS corrisponde un tasso di rotazione degli impieghi sostanzialmente stabile o addirittura maggiore, sicuramente, il miglioramento è dovuto ad una riduzione dei costi conseguenti ad un miglioramento dell’efficienza aziendale. Naturalmente questo indice influenza notevolmente il ROI (rendimento degli investimenti) e di conseguenza anche il ROE (redditività del capitale proprio): migliore è il ROS tanto migliore sarà il ROI

Se il ROS è maggiore di zero, significa che una parte di ricavi è ancora disponibile dopo la copertura di tutti i costi inerenti alla gestione caratteristica, e che l’azienda è in grado di produrre un congruo utile quale remunerazione del capitale proprio.

Se il ROS è uguale a zero, la capacità remunerativa del flusso di ricavi caratteristici è limitata alla sola copertura dei costi della gestione caratteristica.

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Se infine, il ROS è negativo, gestionale.

Il ROS della Paim è pari a 4,25

Questo evidenzia una gestione aziendale equilibrata: i ricavi di vendita sono in grado di coprire i costi operativi e di generare un margine destinato alla copertura dei costi promananti dalle altre aree gestionali.

Grafico – Andamento percentuale negli anni 2012-2013-2014

0 2

ROS ROI ROE

è negativo, è il sintomo di una gravissima crisi produttiva e Il ROS della Paim è pari a 4,25%, dunque positivo, e superiore alla media di settore. Questo evidenzia una gestione aziendale equilibrata: i ricavi di vendita sono in grado di coprire i costi operativi e di generare un margine destinato alla copertura dei costi

ree gestionali.

percentuale degli indici di redditività della Cooperativa Paim

4 6 8 10

è il sintomo di una gravissima crisi produttiva e %, dunque positivo, e superiore alla media di settore. Questo evidenzia una gestione aziendale equilibrata: i ricavi di vendita sono in grado di coprire i costi operativi e di generare un margine destinato alla copertura dei costi

degli indici di redditività della Cooperativa Paim 2014

2013 2012

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Analisi dello stato patrimoniale

 MS = patrimonio netto - immobilizzazioni

Il Margine di Struttura è un indicatore della solidità patrimoniale dell'impresa, cioè della sua capacità di finanziarsi con il patrimonio netto (o capitale proprio, dato dal capitale sociale, le riserve, ecc.) non soggetto quindi a rimborso. Si ottiene sottraendo al patrimonio netto (i mezzi finanziari apportati dai soci come il capitale sociale, le riserve, gli utili non distribuiti, ecc.) le immobilizzazioni (il valore degli investimenti in beni materiali, immateriali e finanziari di lunga durata al netto degli ammortamenti).

Se il valore dell'indice è positivo o tendente a zero, l'azienda è solida dal punto di vista patrimoniale, in quanto i mezzi propri sono sufficienti allo svolgimento dell'attività, ovvero le attività fisse sono finanziate dal capitale proprio.

L’azienda Paim ha un margine di struttura pari a 3.883.997.

Questa è una situazione di equilibrio in cui gli impegni a lungo termine non sono finanziati da passività correnti.

 CCN = attività correnti – passività correnti

Il Capitale Circolante Netto è l'ammontare di risorse che compongono e finanziano l'attività operativa di un’azienda, ed è un indicatore utilizzato per verificare l'equilibrio finanziario dell'impresa nel breve termine.

Deve essere maggiore o uguale a 0, ossia le attività correnti devono coprire l’intero ammontare delle passività correnti, anche se questo valore deve essere completato da un’analisi della liquidità differita per verificare che non ci siano situazioni critiche. Se positivo, questo indice ci informa se gli investimenti in attesa di realizzo nell’esercizio e le liquidità sono capienti rispetto agli impegni di pagamento a breve

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termine. L’azienda ha un capitale circolante netto pari a 5.429.532.  MT = capitale circolante netto - rimanenze

Il Margine di Tesoreria è un indicatore finanziario della liquidità dell'impresa.

In particolare indica la capacità dell'impresa di soddisfare i debiti a breve e medio termine mediante la liquidità disponibile (cassa e banche) o con i crediti a breve e medio termine. E' la differenza tra liquidità correnti più crediti a breve termine, e debiti finanziari più debiti a breve termine.

Se il suo valore è positivo siamo di fronte a una buona situazione finanziaria; se negativo, la situazione finanziaria è squilibrata.

La Paim ha un margine di tesoreria pari a 5.418.015.

Il margine di struttura di Paim è aumentato rispetto all'esercizio precedente: questo dato va messo in relazione con l'andamento del margine di struttura e del margine di tesoreria. Attraverso l’analisi si rileva che, in questo esercizio, il margine di struttura e il margine di tesoreria sono diminuiti rispetto all'esercizio precedente. La struttura finanziaria dell'azienda, dunque, è migliorata nei suoi profili di lungo andare, infatti le variazioni nell'attivo immobilizzato sono state più che compensate da quelle intervenute nel capitale proprio, ma non in quelle relative alle passività consolidate; ed è peggiorata nel breve andare.

I tre margini (MS, MT, CCN) sono tutti positivi: si tratta di una situazione di equilibrio finanziario tendenziale in quanto la copertura del fabbisogno finanziario durevole appare ampiamente sostenibile; è favorevole anche la situazione finanziaria di breve andare, infatti una parte dell’attivo circolante è coperta da mezzi propri e da fonti a lungo termine.

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Analisi dell’equilibro dello stato patrimoniale  Indice di struttura =

È un indice di lungo periodo che esprime una delle possibili correlazioni tra fonti ed impieghi. Indica quanta parte del fabbisogno finanziario generato dall'attivo fisso è coperta dal capitale proprio, ovvero il grado di solidità patrimoniale dell'azienda. Tale indice dovrebbe assumere, almeno nel lungo periodo, valori prossimi all'unità: infatti se è uguale o maggiore di 1, significa che i mezzi propri da soli, indipendentemente dalla presenza di eventuali passività consolidate, tendono a coprire per intero il fabbisogno finanziario durevole dell'azienda.

Nell’anno corrente tale indice nella Cooperativa è 3,69.  Indice di capitalizzazione =

Questo indice individua il modo in cui è composto il capitale permanente dell’azienda.

Applicato alla Paim, segnala una sottocapitalizzazione dell’azienda: questo può avere riscontro sul conto economico, poichè un forte indebitamento comporta oneri finanziari elevati, che si possono riflettere negativamente sul risultato di esercizio.

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 Grado di ammortamento =

L’indice segnala quanta parte del valore delle immobilizzazioni viene recuperato ogni anno, trasformandolo in costo di esercizio. Il tasso di ammortamento rivela implicitamente le stime sulla durata della vita utile attribuita dal management alle immobilizzazioni materiali. Questa è un’informazione preziosa per giudicare la congruità delle stime rispetto alla tipologia e al livello di obsolescenza che caratterizza gli investimenti tecnologici, anche alla luce delle scelte dei concorrenti. In Paim il grado di ammortamento delle macchine, impianti e attrezzature è pari al 34,79%, ovvero indica che la struttura aziendale non appare obsoleta.

Analisi di liquidità e solvibilità

 Current ratio: indice delle disponibilità correnti Current ratio =

Esprime la capacità di far fronte ai debiti a breve utilizzando le disponibilità a breve (magazzino, disponibilità, liquidità). E’ considerato soddisfacente un indice superiore a 1, mentre un valore inferiore a 1 segnala gravi problemi di solvibilità nel breve periodo.

L’indice di disponibilità della Paim è pari a 285,22%.

Il current ratio mette in evidenza una buona situazione se considerata sotto il profilo finanziario: infatti l'attivo corrente è superiore al passivo corrente, dunque la solvibilità della Cooperativa può ritenersi soddisfacente.

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Quick ratio = à à

Al numeratore l’attivo circolante senza le scorte; al denominatore, come nel current ratio, i debiti a breve. Esprime la capacità di far fronte ai debiti a breve utilizzando le disponibilità a breve, senza considerare le scorte di magazzino che, per quanto riguarda la scorta di sicurezza, è più immobilizzazione che attivo circolante . E’ considerato soddisfacente un indice vicino a 1. Un valore inferiore segnala problemi di solvibilità nel breve periodo. Se sono disponibili i dati riguardanti le scadenze dei debiti a breve, impossibile per un analista esterno, è possibile calcolare un indice ancora più preciso che confronta le liquidità immediate ed i debiti di prossima scadenza (entro un mese).

L’indice assume nell’azienda il valore di 284,83%, ad indicare una buona solvibilità aziendale.

Esaminando la situazione aziendale, si osserva che l’indice di disponibilità in Paim è aumentato rispetto all'esercizio precedente: tale variazione può essere meglio compresa se si tiene conto dell'andamento del quoziente di tesoreria, e della durata del capitale circolante netto operativo (durata degli investimenti effettuati nelle attività tipiche a breve termine). Il quoziente di tesoreria è aumentato rispetto all'esercizio precedente, il che sta a significare una maggiore incidenza delle liquidità immediate e differite sul passivo corrente. La durata del capitale circolante netto è diminuita, il che segnala che l'investimento in attivo corrente, a parità di volumi di attività, tende a diminuire. In conclusione, la solvibilità dell'azienda nell’esercizio 2014 sembra essere migliore rispetto a quella dell'esercizio precedente.

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Analisi finanziaria di rotazione e dilazione

 Tempo medio di giacenza scorte = x 365

In Paim il tempo medio di giacenza delle scorte è pari a 0 giorni. Il dato è ampiamente positivo, in quanto può in certi contesti risultare molto strategico da un punto di vista di ottimizzazione/pianificazione degli spazi.

La giacenza media può essere agevolmente interpretata come uno strumento per valutare la catena di approvvigionamento da una duplice prospettiva: efficacia della catena logistica, e autonomia verso i fornitori. Al crescere della giacenza media, l'efficacia della catena logistica diminuisce (si viaggia con scorte medie più elevate e conseguenti costi di gestione), ma si garantisce una certa autonomia dei fornitori. Al contrario, basse giacenze medie (quindi materiali che ruotano velocemente) sono sintomo di efficace gestione logistica, ma al contempo di una limitata autonomia verso il fornitore: un eventuale rallentamento nella fornitura potrebbe immediatamente portare alla rotture di stock.

 Giorni di dilazione media concessa ai clienti = x 365

Il tempo di dilazione concessa ai clienti in Paim è di 155 giorni. Per essere considerato buono, tale numero deve essere più basso della dilazione media ottenuta dai fornitori.

Tale indice dipende da variabili quali gli usi commerciali, la forza contrattuale delle parti, il settore, l’estensione geografica dei mercati serviti, la congiuntura economica.

 Giorni di dilazione media ottenuti dai fornitori = x 365

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Dipendono da variabili quali gli usi commerciali, la forza contrattuale delle parti, il settore, l’estensione geografica dei mercati di approvvigionamento, la c

economica. Il numero dei giorni di dilazione mediamente ottenuto dai fornitori viene determinato confrontando i debiti commerciali esistenti al momento della chiusura dei conti e gli acquisti giornalieri.

Grafico – Andamento degli indici di rotazione e dilazione della Cooperativa Paim negli anni 2012-2013-2014. 4.5 Cooperlavoro Cosa è? 0 50 Giorni dilazione fornitori Giorni dilazione clienti Giorni scorta

Dipendono da variabili quali gli usi commerciali, la forza contrattuale delle parti, il settore, l’estensione geografica dei mercati di approvvigionamento, la c

economica. Il numero dei giorni di dilazione mediamente ottenuto dai fornitori viene determinato confrontando i debiti commerciali esistenti al momento della chiusura dei conti e gli acquisti giornalieri.

Andamento degli indici di rotazione e dilazione della Cooperativa Paim 100 150 200

Dipendono da variabili quali gli usi commerciali, la forza contrattuale delle parti, il settore, l’estensione geografica dei mercati di approvvigionamento, la congiuntura economica. Il numero dei giorni di dilazione mediamente ottenuto dai fornitori viene determinato confrontando i debiti commerciali esistenti al momento della chiusura

Andamento degli indici di rotazione e dilazione della Cooperativa Paim 2014

2013 2012

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Negli anni novanta la riforma del sistema previdenziale ha introdotto nel nostro paese i "fondi pensione", in aggiunta al sistema previdenziale pubblico.

Cooperlavoro, costituito dalle centrali cooperative e dai sindacati, è il fondo pensione nazionale riservato ai lavoratori, soci e dipendenti, delle cooperative di lavoro, con lo scopo esclusivo di erogare ai lavoratori iscritti una pensione aggiuntiva rispetto alla pensione INPS. Per soci lavoratori si intendono i soci con rapporto di lavoro in forma subordinata o autonoma, o in qualsiasi altra forma, compresi i rapporti di collaborazione coordinata non occasionale, con cui contribuiscono comunque al raggiungimento degli scopi sociali; per cooperative di lavoro s’intendono, ai sensi dell’art. 1 comma 1 della Legge n. 142 del 3 aprile 2001, tutte le cooperative, comprese le cooperative sociali, nelle quali il rapporto mutualistico abbia ad oggetto la prestazione di attività lavorative da parte del socio.

Nato nel 2000, Cooperlavoro è costituito in forma di associazione senza scopo di lucro, amministrata e controllata dai rappresentanti eletti dai lavoratori iscritti e dalle loro aziende, e funziona come una cooperativa, perseguendo l’esclusivo interesse dei lavoratori associati al fine di erogare una prestazione previdenziale aggiuntiva a quella garantita dall’Inps.

Cooperlavoro è un fondo pensione negoziale, istituito sulla base di accordi tra le organizzazioni sindacali e quelle imprenditoriali dello specifico settore delle cooperative; l'adesione a questo fondo è riservata esclusivamente alla categoria di lavoratori impegnati in Cooperative.

L’adesione a Cooperlavoro è riservata a:

A. i soci lavoratori di tutte le cooperative di lavoro (come definite dall’art. 1 comma 1 della Legge n. 142 del 3 aprile 2001)

 con almeno 1 mese di iscrizione al libro soci (fatto salvo il caso di precedente loro associazione al fondo in qualità di lavoratore dipendente della medesima Cooperativa;

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 consorzi costituiti dalle Cooperative di produzione e lavoro;  società costituite o partecipate dalle Cooperative o consorzi;  Cooperative di Cooperative e società consortili;

 centrali Cooperative: Legacoop, Confcooperative, AGCI;

 OO.SS. firmatarie dell’accordo (ove previsto da delibere o accordi). C. Possono altresì aderire:

 i lavoratori in distacco presso le organizzazioni sindacali e le strutture associative cooperative ai sensi della legge 300 del 20.5.1970

 i lavoratori dipendenti a cui si applicano i contratti e gli accordi collettivi di lavoro stipulati dalle parti firmatarie dell’accordo intercategoriale del 6 maggio 1998. L’aderente a Cooperlavoro ha la possibilità aprire una posizione per i familiari a suo carico, beneficiando anche di vantaggi fiscali.

Versamenti

Questo, come più in generale i fondi chiusi, è alimentato dal trattamento di fine rapporto che il lavoratore matura e, volendo, dai contributi del datore di lavoro e del lavoratore stesso.

Ma come funziona nello specifico l’adesione al fondo?

L’adesione al fondo è volontaria e deve essere preceduta dalla messa a disposizione al lavoratore di materiale informativo sulle caratteristiche del fondo, redatto secondo le indicazioni fornite dalla Commissione di Vigilanza sui Fondi Pensione (COVIP). Ogni iscritto disporrà di un conto pensionistico individuale nel quale affluiranno i contributi versati e i rendimenti: quindi una volta che il lavoratore si iscrive, è aperto a nome dell’aderente un conto pensionistico individuale, in cui affluiscono il TFR, e i

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contributi versati dall’iscritto e dall’azienda, per effetto dei vigenti accordi collettivi e contrattuali.

I versamenti minimi a Cooperlavoro sono fissati dagli accordi collettivi e/o dai contratti collettivi di lavoro: i versamenti sono costituiti da un contributo a carico della cooperativa, un contributo a carico dell'iscritto, e da una quota del TFR che matura dopo l'iscrizione.

Inoltre il lavoratore aderente può effettuare versamenti volontari aggiuntivi, anche una tantum, e può decidere di proseguire volontariamente la contribuzione al fondo anche dopo la perdita dei requisiti di partecipazione per cambio lavoro o per pensionamento.

I contributi versati nel conto pensionistico sono investiti da società specializzate scelte in base alle loro capacità, solidità e affidabilità.

L‘iscritto può scegliere tra linee d’investimento di diversa combinazione rischio/rendimento: infatti il fondo è strutturato, secondo una gestione multicomparto, in più comparti differenziati per profili di rischio e di rendimento, in modo tale da assicurare agli iscritti una adeguata possibilità di scelta.

In tutti i casi di interruzione del rapporto di lavoro, l'iscritto può mantenere la posizione oppure chiedere il riscatto integrale o il trasferimento ad altro fondo pensione.

Una volta maturati i requisiti stabiliti dalla legge, l’aderente può richiedere a Cooperlavoro la prestazione pensionistica integrativa: al momento del pensionamento il lavoratore avrà maturato il diritto a percepire una prestazione pensionistica complementare a quella pubblica; tale prestazione potrà essere erogata sotto forma di capitale fino al massimo del 50% della posizione individuale maturata presso il fondo, mentre il montante residuo verrà convertito in una rendita vitalizia.

Mentre per la pensione tradizionale è chiaro il sistema di calcolo ed è prevedibile il suo importo finale, quanto erogato da un fondo chiuso dipende da quanto versato e dai relativi rendimenti.

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Composizione

Il fondo pensione Cooperlavoro è un’associazione riconosciuta, amministrata dai seguenti organi statutari:

 Assemblea dei delegati

 Consiglio di Amministrazione  Presidente e Vice Presidente  Collegio Sindacale

Il lavoratore aderente a Cooperlavoro non è un semplice cliente, ma un socio del fondo. In questa veste partecipa attivamente alla vita del fondo eleggendo i propri rappresentanti in seno all’Assemblea dei Delegati. L’Assemblea dei Delegati, a sua volta, procede alla nomina dei componenti degli altri organi.

Tutti gli organi del fondo sono a composizione “paritetica”, vale a dire composti da uno stesso numero di rappresentanti dei lavoratori e di rappresentanti dei datori di lavoro.

Il fondo pensione è amministrato da un Consiglio di Amministrazione composto da 12 membri, di cui metà eletti dall’Assemblea in rappresentanza dei lavoratori associati e metà eletti in rappresentanza delle cooperative associate in base alla modalità stabilite nello Statuto. Il Consiglio di Amministrazione elegge nel proprio ambito il Presidente ed il Vicepresidente. Le cariche di Presidente e Vicepresidente spettano, alternativamente, ad un Consigliere in rappresentanza delle cooperative associate e ad un Consigliere in rappresentanza dei lavoratori associati. I quorum delle deliberazioni e i compiti sono indicati nello Statuto.

Il Collegio dei Sindaci è costituito da non più di 4 membri effettivi e 2 supplenti eletti dall’Assemblea in rappresentanza paritetica dei lavoratori associati e delle cooperative associate.

Per vigilare sulla regolare amministrazione di questi fondi chiusi è stata istituita una Commissione controllata dal Ministero del lavoro, perché mentre nel sistema

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pensionistico obbligatorio i contributi previdenziali sono prelevati dal reddito da lavoro e subito spesi per pagare le pensioni ed altre prestazioni previdenziali, con una sorta di solidarietà tra generazioni, quelli versati per un fondo pensione integrativo finiscono nel mercato dei capitali, dove prudenza e lungimiranza sono d'obbligo. Si richiede, quindi, trasparenza anche nelle modalità di offerta del prodotto derivante da questo risparmio.

I vantaggi

La pensione di base è destinata inevitabilmente a diminuire nel corso dei prossimi anni. Aderire a Cooperlavoro permette ai lavoratori di costruirsi, anno dopo anno, una pensione complementare che dia un supporto sia al momento del pensionamento, sia per fare fronte a spese importanti (l’acquisto della prima casa, spese sanitarie, ecc.). Dunque i vantaggi dell’adesione al fondo Cooperlavoro per i dipendenti e soci di cooperative consistono proprio nel garantirsi una pensione aggiuntiva rispetto a quella dell’INPS, investendo in modo conveniente parte del reddito e del TFR, ottenendo anche il contributo del datore di lavoro.

Inoltre l’aderente può beneficiare di un forte risparmio fiscale, infatti i contributi previdenziali versati nella fase di accumulo dal lavoratore e dall’azienda sono deducibili fiscalmente fino al massimo di € 5.164,00 con un risparmio fiscale pari all’aliquota più elevata applicabile al suo reddito.

Esempio Vantaggio Fiscale Importi A. Es. Retribuzione lorda annua 20.800 B. Retribuzione lorda mensile (13 mensilità) 1.600 C. Contributo 1% del lavoratore al fondo 16,00 D. Risparmio Fiscale aliquota marginale 27% 4,32 E. Trattenuta mensile netta in busta paga 11,68

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Aderendo a Cooperlavoro e versando il proprio contributo, il lavoratore accumula in un anno una somma pari a € 208,00. Su questa somma, deducibile dal reddito IRPEF, ha quindi un risparmio fiscale di € 56,16. Al recupero fiscale provvede la cooperativa direttamente in busta. I benefici fiscali su eventuali contributi volontari o a favore del familiare a carico, versati direttamente dall’iscritto al fondo, sono recuperati in sede di dichiarazione dei redditi.

La gestione

Le risorse finanziarie di Cooperlavoro sono affidate in gestione a più soggetti specializzati, sulla base di apposite convenzioni stipulate con il fondo.

Il Consiglio d'Amministrazione ha individuato i seguenti gestori finanziari cui affidare il patrimonio del Fondo:

o RAS SpA, che delegherà RAS Asset Management SGR nel subentro nella gestione delle risorse del Fondo;

o San Paolo IMI Istitutional Asset Management SGR;

o Compagnia Assicuratrice Unipol SpA, che ha delegato SSB CITI per l’azionario e l’obbligazionario in dollari USA.

I gestori finanziari investono le risorse del fondo secondo principi di sana e prudente gestione, nel rispetto e a tutela degli interessi dei soci al fine di garantire un trattamento pensionistico complementare. Per il primo triennio di attività, il fondo presenterà una struttura di tipo monocomparto, basata su una sola linea di gestione degli investimenti e da un unico tasso di rendimento, riconosciuto a tutti gli aderenti. Il socio lavoratore iscritto a Cooperlavoro può richiedere anticipazioni per spese sanitarie o, decorsi i limiti temporali stabiliti dalla legge, per spese inerenti la prima casa per sé o per i figli e per un’anticipazione pari al 30% della posizione maturata senza dover addurre motivazioni.

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In caso di morte del socio lavoratore prima del pensionamento, la posizione individuale dello stesso è riscattata dagli eredi ovvero dai beneficiari designati dall’iscritto secondo le disposizioni di legge vigenti pro-tempore.

4.6 Più assicurazione per tutti

La Paim è particolarmente attenta nel suo operare a quello che rappresenta il valore della persona ed in particolare del lavoratore, infatti, in caso di lesione o menomazione psicofisica causata da infortunio, è sempre pronta ad attivare tempestivamente le pratiche per l’assicurazione pubblica obbligatoria contro gli infortuni sul lavoro.

L’ente previdenziale INAIL interviene con strumenti di tutela nei casi di infortunio lavorativo e malattia professionale a sussidio economico, secondo un meccanismo di tipo prettamente indennitario rispetto al danno economico effettivamente subìto dall’infortunato.

La previdenza sociale si occupa dei disoccupati, dei lavoratori colpiti da malattie o incidenti sul lavoro, delle donne in maternità: si distingue dall’assistenza sociale proprio perché focalizzata sulla figura del lavoratore. Il suo fine è quello di reintegrare le perdute energie di lavoro o fronteggiare situazioni di bisogno che si sono verificate a causa dei rischi professionali (infortuni, malattie professionali, disoccupazione involontarie) e non-professionali (vecchiaia e malattie) a cui era sottoposto il lavoratore.

Questi compiti spettano ad organi ed istituti predisposti dallo Stato, tra cui l’INPS e l’INAIL, enti a carattere pubblicistico.

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Il valore economico della persona per certi versi rappresenta una stima del valore della persona: nel settore della previdenza e in particolare dell’assicurazione contro gli infortuni e le malattie professionali, il valore economico è la quantificazione economica della perdita subita.

Dare un valore a ogni singolo danno e, quindi, a ogni singola perdita è la soluzione migliore che si possa operare per i cittadini-lavoratori, che grazie alle somme ricevute saranno in grado di potersi curare, sostenere economicamente, guarire e di continuare a condurre una vita dignitosa, senza che l’infortunio diventi, a sua volta, un ulteriore danno economico e morale per il lavoratore infortunato. Nei casi più gravi l’Inail eroga una vera e propria indennità mensile che si sostituisce ad una classica retribuzione da lavoro. Infatti ove a causa dell’infortunio sul lavoro una persona non possa più essere in grado di esercitare qualsivoglia attività lavorativa, l’ente eroga un assegno periodico (la periodicità varia a seconda della tipologia) che va a ristorare il lavoratore e fornire un titolo di sostentamento a fronte di un’impossibilità assoluta a svolgere attività lavorativa. Assegno che riveste le caratteristiche della impignorabilità e che non concorre a fare reddito.

4.7 INAIL

L’ente preposto alla gestione dell’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali è l’INAIL (Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro).

Il detto Ente ha compiti che si estendono all’intero ciclo di tutela integrata e globale del lavoratore: dall’assicurazione obbligatoria contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali, alla riabilitazione e reinserimento del lavoratore, fino alla tutela della salute e sicurezza sul luogo di lavoro.

Il lavoratore quindi rappresenta il valore principale, il focus dell’operato dell’INAIL. Le sue attività non sono limitate al momento dell’infortunio, ma si estendono su tutta

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la sfera lavorativa del soggetto: dalla prevenzione, alla cura della malattia, al reinserimento e nei casi più estremi nella gestione dei soggetti non più abili al lavoro. E’ del datore di lavoro l’onere di entrare in contatto con l’istituto e di instaurare il legame ente - soggetto assicurante: infatti, almeno 5 giorni prima dell’inizio dell’attività, il datore di lavoro deve presentare la denuncia di esercizio relativa alla natura dei lavori che intende svolgere. La mancata o tardiva denuncia di avvio attività all’Inail può comportare l’applicazione di sanzioni civili.

Ricevuta la denuncia e aperta la posizione assicurativa, l’INAIL classifica la lavorazione nella giusta voce della tariffa dei premi, e rilascia un certificato di assicurazione (o polizza assicurativa) entro trenta giorni dalla data di presentazione della denuncia di iscrizione. Il certificato di assicurazione contiene l’attribuzione del codice ditta, il numero di Posizione assicurativa territoriale (PAT) ed il codice Pin utile per l’accesso ai servizi Inail, telematici e telefonici; inoltre contiene tutti gli elementi utili al calcolo del premio, derivante dalle specifiche attività denunciate, dai soggetti assicurati e dalle retribuzioni indicate, nonché l’importo del premio dovuto e la relativa data di scadenza del primo acconto.

I premi assicurativi vengono versati periodicamente dal datore di lavoro all’Istituto, e variano a seconda della natura e dell’entità del rischio assicurato, che dipende dall’attività lavorativa: se un datore di lavoro è soggetto all’assicurazione obbligatoria contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali, deve pagare ogni anno il premio mediante l’autoliquidazione, il procedimento che consente di determinare e versare direttamente il premio infortuni e malattie professionali.

Entro il 16 febbraio di ogni anno, attraverso la procedura Alpi (Autoliquidazione premi Inail) online, il datore di lavoro dovrà:

• calcolare il premio anticipato per l’anno in corso (rata), sulla base delle retribuzioni effettive dell’anno precedente (rata) e il conguaglio per l’anno precedente (regolazione);

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• conteggiare il premio di autoliquidazione dato dalla somma algebrica della rata e della regolazione, al netto di eventuali riduzioni contributive;

• pagare il premio di autoliquidazione utilizzando il “Modello di pagamento unificato – F24”.

Entro il 28 febbraio l’azienda dovrà presentare la dichiarazione delle retribuzioni telematica, comprensiva dell’eventuale comunicazione del pagamento in quattro rate, utilizzando i servizi telematici "Invio dichiarazione salari" o "Alpi online". A questo punto l’Istituto invia:

• la comunicazione del tasso di premio che verrà applicato per l’anno successivo su ogni posizione assicurativa territoriale e i criteri applicati per determinarlo (Modello 20SM “Classificazione e tassazione rischio assicurato”)

• la documentazione relativa alla dichiarazione delle retribuzioni (Modello 1031 “Modulo per la dichiarazione delle retribuzioni” e relative informazioni)

• le basi di calcolo con i dati per il conteggio dei premi e degli eventuali contributi associativi per la regolazione del premio e per la rata anticipata (Modulo per la comunicazione delle Basi di calcolo premi e dei contributi associativi).

La tariffa dei premi è ordinata secondo una classificazione tecnica delle lavorazioni, suddivise in 10 gruppi con all’interno ulteriori articolazioni.

Per ciascuna lavorazione viene identificato il tasso medio nazionale, che viene calcolato sul rapporto tra gli oneri sostenuti dall’INAIL per le prestazioni, e il monte retributivo imponibile di tutti gli addetti a quella lavorazione.

Nel corso del rapporto assicurativo entra in campo anche il tasso specifico aziendale. Può accadere, infatti, che il tasso medio di tariffa vari, cioè che si riduca o aumenti nei casi in cui si verifichi un maggior rispetto delle norme in materia di sicurezza sul lavoro, o in base alla variazione dell’andamento infortunistico aziendale.

La determinazione del tasso è indirettamente correlata agli aspetti prevenzionali, essendo l’oscillazione del tasso (in aumento o in diminuzione) determinata dall’andamento degli infortuni e delle malattie professionali della singola azienda.

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La riduzione dei casi di infortunio e malattia portano ad una diminuzione del tasso, con conseguente riduzione di valore economico del premio assicurativo, riducendo così l’onere gravante sul datore di lavoro.

Principio dell’Automaticità delle Prestazioni

La costituzione del rapporto assicurativo con l’INAIL è automatico, sorge a prescindere dalla volontà delle parti. Infatti qualsiasi lavoratore che incorra in un infortunio lavorativo o contragga una malattia professionale, avrà diritto ad usufruire delle prestazioni dell’Istituto, anche se il datore di lavoro non ha assicurato il lavoratore o non ha denunciato l’infortunio.

Il soggetto leso ha la sicurezza di poter ottenere le prestazioni di legge a tutela dello stato di bisogno conseguente all’infortunio, non dovendosi preoccupare del fatto che il proprio datore di lavoro abbia onorato gli adempimenti assicurativi, come invece avviene nell’assicurazione privata.

L’Istituto con la sua struttura pubblicistica garantisce proprio questa sicurezza a tutti i lavoratori, operando senza scopo di lucro e preoccupandosi solo di dare a ogni lavoratore il suo giusto valore e ricompensandolo per i rischi di cui questo si è fatto carico.

4.8 L’oggetto dell’assicurazione INAIL: gli eventi tutelati

L’oggetto dell’assicurazione Inail riguarda tre categorie: infortuni, infortuni in itinere, e malattie professionali.

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L’infortunio sul lavoro

L’assicurazione obbligatoria Inail copre ogni incidente avvenuto per causa violenta in occasione di lavoro, dal quale derivi la morte, l’inabilità permanente o l’inabilità assoluta temporanea per più di tre giorni.

Per capire bene la definizione è necessario analizzarne i presupposti.

La causa violenta indica un fattore che opera dall’esterno nell’ambiente di lavoro, con azione intensa e concentrata nel tempo, e presenta le seguenti caratteristiche: efficienza, rapidità ed esteriorità. Può essere provocata da sostanze tossiche, sforzi muscolari, microrganismi, virus o parassiti e da condizioni climatiche e microclimatiche. In sintesi, una causa violenta è ogni aggressione che dall’esterno danneggia l’integrità psico-fisica del lavoratore. L’occasione di lavoro sta ad indicare tutte le situazioni, comprese quelle ambientali, nelle quali si svolge l’attività lavorativa e nelle quali è imminente il rischio per il lavoratore.

A provocare l’eventuale danno possono essere: • elementi dell’apparato produttivo

• situazioni e fattori propri del lavoratore • situazioni ricollegabili all’attività lavorativa.

Non è sufficiente, quindi, che l’evento avvenga durante il lavoro ma che si verifichi per il lavoro, così come appurato dal cosiddetto esame eziologico, ossia l’esame delle cause dell’infortunio. Deve esistere, in sostanza, un rapporto, anche indiretto di causa-effetto tra l’attività lavorativa svolta dall’infortunato e l’incidente che causa l’infortunio.

Sono esclusi dalla tutela gli infortuni conseguenti ad un comportamento estraneo al lavoro, quelli simulati dal lavoratore o le cui conseguenze siano dolosamente aggravate dal lavoratore stesso.

Sono invece tutelabili gli infortuni accaduti per colpa del lavoratore, in quanto gli aspetti soggettivi della sua condotta (imperizia, negligenza o imprudenza) nessuna rilevanza possono assumere per l’indennizzabilità dell’evento lesivo, sempre che si

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tratti di aspetti di una condotta comunque riconducibile nell’ambito delle finalità lavorative.

L’infortunio in itinere

L’Inail tutela i lavoratori nel caso di infortuni avvenuti durante il normale tragitto di andata e ritorno tra l’abitazione e il luogo di lavoro. Il cosiddetto infortunio in itinere può verificarsi, inoltre, durante il normale percorso che il lavoratore deve fare per recarsi da un luogo di lavoro a un altro, nel caso di rapporti di lavoro plurimi, oppure durante il tragitto abituale per la consumazione dei pasti, se non esiste una mensa aziendale. E' stata riconosciuta l'indennizzabilità anche per l'infortunio occorso al lavoratore durante la deviazione del tragitto casa-lavoro dovuta all'accompagnamento dei figli a scuola. Qualsiasi modalità di spostamento è ricompresa nella tutela (mezzi pubblici, a piedi, ecc.) a patto che siano verificate le finalità lavorative, la normalità del tragitto e la compatibilità degli orari.

Il rischio quindi è strettamente legato all’attività lavorativa, anche se sono necessari ulteriori elementi per poter far rientrare l’accaduto nella categoria dell’infortunio in itinere, quali: il mezzo impiegato (messo a disposizione dal datore di lavoro o utilizzato dal lavoratore per recarsi e tornare dal luogo di lavoro perché impossibilitato all’utilizzo di mezzi pubblici), e il percorso seguito (il lavoratore deve aver percorso il tragitto che conduce esclusivamente al luogo di lavoro e quindi non debbano essersi verificate deviazioni per motivi personali rispetto al percorso abituale).

Le eventuali interruzioni e deviazioni del normale percorso non rientrano nella copertura assicurativa a eccezione di alcuni casi particolari, ossia se vi siano condizioni di necessità o se siano state concordate con il datore di lavoro. Esistono, tuttavia, alcune eccezioni.

Ad esempio:

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• interruzioni/deviazioni "necessitate" ossia dovute a causa di forza maggiore (ad esempio un guasto meccanico) o per esigenze essenziali e improrogabili (ad esempio il soddisfacimento di esigenze fisiologiche) o nell'adempimento di obblighi penalmente rilevanti (esempio: prestare soccorso a vittime di incidente stradale); • interruzioni/deviazioni "necessarie" per l'accompagnamento dei figli a scuola; • brevi soste che non alterino le condizioni di rischio.

L’utilizzo dell’automobile o dello scooter può considerarsi necessario solo in alcune situazioni, ovvero quando:

• è il mezzo fornito o prescritto dal datore di lavoro per esigenze lavorative

• il luogo di lavoro è irraggiungibile con i mezzi pubblici oppure raggiungibile ma non in tempo utile rispetto al turno di lavoro

• i mezzi pubblici obbligano a attese eccessivamente lunghe

• i mezzi pubblici comportano un rilevante dispendio di tempo rispetto all’utilizzo del mezzo privato

• la distanza della più vicina fermata del mezzo pubblico deve essere percorsa a piedi ed è eccessivamente lunga.

Rimangono esclusi dall'indennizzo gli infortuni direttamente causati dall'abuso di sostanze alcoliche e di psicofarmaci, dall'uso non terapeutico di stupefacenti e allucinogeni, nonché dalla mancanza della patente di guida da parte del conducente. La malattia professionale

La malattia professionale è una patologia la cui causa agisce lentamente e progressivamente sull’organismo (causa diluita e non causa violenta e concentrata nel tempo, come nel caso di infortunio). La stessa causa deve essere diretta ed efficiente, cioè in grado di produrre l’infermità in modo esclusivo o prevalente: il Testo Unico, infatti, parla di malattie contratte nell’esercizio e a causa delle lavorazioni rischiose. È ammesso, tuttavia, il concorso di cause extraprofessionali, purché queste non interrompano il nesso causale in quanto capaci di produrre da sole l’infermità.

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Per le malattie professionali, quindi, non basta l’occasione di lavoro come per gli infortuni, cioè un rapporto anche mediato o indiretto con il rischio lavorativo, ma deve esistere un rapporto causale, o concausale, diretto tra il rischio professionale e la malattia.

Il rischio può essere provocato dalla lavorazione che l’assicurato svolge, oppure dall’ambiente in cui la lavorazione stessa si svolge (cosiddetto “rischio ambientale”). Quindi la malattia professionale, per essere considerata tale, deve trarre origine direttamente dal lavoro svolto dal lavoratore che l’ha contratta.

Le malattie professionali si distinguono in tabellate e non tabellate. Le malattie professionali sono tabellate se:

• indicate nelle due tabelle (una per l’industria e una per l’agricoltura) • provocate da lavorazioni indicate nelle stesse tabelle

• denunciate entro un determinato periodo dalla cessazione dell’attività rischiosa, fissato nelle tabelle stesse (“periodo massimo di indennizzabilità”).

Nell'ambito del cosiddetto “sistema tabellare”, il lavoratore è sollevato dall’onere di dimostrare l’origine professionale della malattia. Infatti, una volta che egli abbia provato l’adibizione a lavorazione tabellata (o comunque l’esposizione a un rischio ambientale provocato da quella lavorazione) e l’esistenza della malattia anch’essa tabellata, e abbia effettuato la denuncia nel termine massimo di indennizzabilità, si presume per legge che quella malattia sia di origine professionale.

È questa la cosiddetta “presunzione legale d’origine”, superabile soltanto con la rigorosissima prova – a carico dell’Inail – che la malattia è stata determinata da cause extraprofessionali e non dal lavoro. La Corte Costituzionale, con la sentenza 179/1988, ha introdotto nella legislazione italiana il cosiddetto “sistema misto” in base al quale il sistema tabellare resta in vigore, con il principio della “presunzione legale d’origine”, ma è affiancato dalla possibilità per l’assicurato di dimostrare che la malattia non tabellata di cui è portatore, pur non ricorrendo le tre condizioni previste nelle tabelle, è comunque di origine professionale.

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