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Academic year: 2021

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Riqualificazioni strutturali di pavimentazioni aeroportuali mediante tecniche di riciclaggio a freddo. Il caso della taxiway Alfa dell’aeroporto “G.B. Pastine” di Ciampino (Roma).

Prefazione.

La presente tesi nasce come ultimo passo di uno studio sviluppato dal 2007 al 2010 che ha avuto inizialmente l’obbiettivo di classificare lo stato di portanza della pavimentazione aeroportuale della pista taxiway Alfa sita sull’aeroporto di Ciampino (Roma). Inizialmente si eseguirono analisi in SITU e di laboratorio consistenti in prove deflettometriche e classificazione dei materiali; a conclusione di questa fase risultò necessario procedere ad un intervento strutturale straordinario poiché risultava evidente che la pavimentazione esistente non avrebbe sostenuto ancora per lungo tempo l’intenso traffico secondo quei parametri di regolarità della superficie della sovrastruttura richiesti da norme internazionali.

Rispetto a tutte le possibili alternative di riqualificazione strutturale si giudicò più opportuna quella di realizzare una sovrastruttura composta da tre strati principali: conglomerato bituminoso, sottobase riciclata a freddo, legata con bitume schiumato e cemento, ed uno spessore di 45 cm di sottofondo stabilizzato con calce.

Tale scelta ha costituito un’indubbia opportunità economica visto che due strati non richiedevano apporto di inerti vergini da cava o da deposito. Una porzione di sottofondo è stata giudicata idonea alla stabilizzazione a calce e come vedremo in seguito tale lavorazione ha avuto un effetto proficuo; reimpiegando il materiale di sottofondo, apportando soltanto del legante idraulico, si è realizzato lo strato di “fondazione”.

La sottobase riciclata a freddo, legata con bitume schiumato e cemento, è stata invece una scelta profondamente innovativa poiché l’impiego di tale tecnica era, in ambito aeroportuale, ancora inesplorata benchè nel settore stradale sia ormai pienamente affermata e considerata come soluzione tecnicamente efficace per il ripristino della adeguata portanza delle pavimentazioni.

Tale tecnica di riciclaggio, dal punto di vista economico e ambientale, è sicuramente un’opzione conveniente perché consente il completo riutilizzo degli inerti provenienti da demolizioni di pavimentazioni esistenti e quindi offre rilevanti vantaggi di logistica, inoltre il “rifiuto” diventa il materiale base per la nuova struttura senza che debba essere smaltito e che del nuovo inerte vergine sia richiesto da cave. In quest’ occasione tale scelta è stata studiata approfonditamente per determinare se il materiale di demolizione della pavimentazione esistente sarebbe stato idoneo (caratteristiche chimico-fisiche e granulometria), quindi ulteriori indagini hanno stabilito quale miscela inerti-leganti fosse la più opportuna (mix design).

Tale lavoro ha avuto quindi lo scopo di portare a conclusione questo lungo processo di sperimentazione studiando il comportamento dei materiali direttamente in SITU.

In ambito aeroportuale le applicazioni con materiali stabilizzati a freddo con bitume sono ancora molto limitate pertanto indicazioni tecnico scientifiche dettagliate non sono ancora reperibili; si è allora realizzato un cantiere su una ristretta porzione della taxiway Alfa che porta il nome di “campo prove”, ovvero un’area dove riprodurre in scala reale la nuova pavimentazione progettata e seguire passo dopo passo tutte le fasi di lavorazione ed effettuare, in un ampio arco di tempo (9 mesi), prove di portanza.

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Riqualificazioni strutturali di pavimentazioni aeroportuali mediante tecniche di riciclaggio a freddo. Il caso della taxiway Alfa dell’aeroporto “G.B. Pastine” di Ciampino (Roma).

Il primo obbiettivo è stato quello di seguire da vicino i processi di lavoro e produzione dei conglomerati, in particolare di quello legato con bitume schiumato e cemento il quale veniva confezionato impiegando il fresato proveniente dalla demolizione della pavimentazione esistente ed inviato in impianto carrabile (Wirtgen KMA 200) nelle immediate vicinanze del cantiere ; grande attenzione è stata data alle condizioni ambientali per ampliare il database di informazioni utili ad interpretare i risultati delle prove deflettometriche.

Sono state effettuate anche prove deflettometriche sui singoli strati (sottofondo stabilizzato a calce e sottobase) per studiare i valori di modulo elastico nelle ore immediatamente successive alla costipazione ( entro 4 ore). Le indagini più significative sulla pavimentazione sono state invece realizzate a pavimentazione ultimata, dopo l’apertura al traffico, svolgendo prove deflettometriche con strumento FWD per la determinazione dell’evoluzione dei moduli elastici dinamice dei singoli strati quindi dell’intera pavimentazione.

Gran parte del lavoro che si presenta di seguito riporta infatti tutti i risultati determinati durante le 4 sessioni di prove deflettometriche svolte a partire dal 3 dicembre 2009 e conclusesi il 27 agosto 2010 con lo scopo, di studiare attentamente in SITU, il comportamento dei materiali, in particolare della sottobase riguardo alla quale sono emerse interessanti valutazioni finali che, come in qualsiasi studio sperimentale, innescano ulteriori risvolti di ricerca.

Correlando infatti i dati climatici ai moduli elastici dinamici trovati per i singoli strati è stato possibile acquisire importanti risultati che saranno da tener presente in successive realizzazioni di pavimentazioni di questo tipo; un esempio su tutti è la temperature dependency della rigidezza della sottobase che inizialmente era giudicata trascurabile ma proprio in questo studio si è invece osservato che così non è.

Rielaborati i dati delle prove deflettometriche si è calcolata anche la vita utile residua della pavimentazione per verificare la congruenza tra la progettazione eseguita e l’effettiva realizzazione andando ad analizzare inoltre gli stati tensionali calcolati all’interfaccia tra i differenti strati; in ultimo tra gli atri studi completati sono da menzionare l’analisi di criticità dei layers per determinare quale strato collasssera per primo a fatica .

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