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e sviluppato attraverso la serie di Fourier. I coefficienti di tale sviluppo

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Academic year: 2021

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Conclusioni

L’analisi dei principi fisici dalla Risonanza Magnetica Nucleare e delle bobine a radiofrequenza (RF coils) sono state necessarie per capire quali fossero i meccanismi che regolano la tecnica di Magnetic Resonance Imaging (MRI) e quale fosse lo stato dell’arte a riguardo; ciò ha inoltre consentito di capire in che direzione è orientata la ricerca su tale argomento. La tendenza odierna è quella di cercare di ottenere bobine sempre più piccole, progettate per lo studio di specifiche parti anatomiche, possibilmente aperte (per eliminare, o quantomeno ridurre, il senso di claustrofobia nel paziente); esse, inoltre, devono essere in grado di operare con campi magnetostatici sempre più elevati.

Lo studio effettuato in questo lavoro di tesi sulle bobine a radiofrequenza ha cercato, pertanto, di ricondursi ad un metodo che garantisse una grande flessibilità per la loro progettazione, in modo da potersi adattare alle esigenze sopra specificate. In particolare, si è utilizzato un metodo che prevede la descrizione geometrica del pattern di conduttori, appartenenti ad una superficie qualsiasi, a partire dalla formulazione analitica della relativa forma su di un piano, utilizzando un’apposita legge di trasformazione. Su tale piano l’antenna filare (che costituisce un loop) viene vista come descritta, a partire da un punto centrale, dalla rotazione del vettore posizione rappresentativo dei punti che lo costituiscono; tale andamento, in funzione dell’angolo, viene interpretato come funzione periodica di periodo

e sviluppato attraverso la serie di Fourier. I coefficienti di tale sviluppo

in serie, troncato ad un certo numero M di armoniche, rappresentano i

parametri con cui viene descritto il problema, che sarà ottimizzato tramite

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l’utilizzo di un’algoritmo genetico e del solver elettromagnetico nec2, basato sul metodo dei momenti.

Per testare la validità del metodo utilizzato si sono prese in considerazione

struttura filari differenti, relative a bobine di volume di forma cilindrica

operanti a una frequenza di lavoro di

190MHz

. Per tali bobine ci si è posti

come obiettivo il raggiungimento di una buona omogeneità di campo

magnetico a radiofrequenza all’interno di una prefissata regione di

interesse. In una prima fase si sono considerate bobine dotate di simmetria

rispetto al piano longitudinale x-z (dove z rappresenta l’asse del cilindro). I

risultati ottenuti sono stati, già in questa prima analisi, particolarmente

positivi; si è ottenuta, infatti, una struttura risonante in grado di fornire una

buona omogeneità di campo, anche se caratterizzata da una geometria

abbastanza complessa. In una fase successiva si è invece fatto riferimento a

bobine che avessero simmetria rispetto al piano trasverso (x-y), oltre che

rispetto al piano x-z. In tal caso si è ottenuta ancora una struttura risonante,

più semplicemente realizzabile che, però, non forniva una buona

omogeneità di campo. A tal punto si sono introdotte due alimentazioni

identiche, disposte simmetricamente rispetto al piano x-y, sullo stesso loop,

anziché una sola come fatto nei casi proposti in precedenza. Tale nuova

configurazione ha fornito una bobina dotata di una maggiore uniformità di

campo magnetico rispetto a quelle analizzate in precedenza, ma che non

risuona alla frequenza di progetto. A questo inconveniente si è ovviato

introducendo nella struttura (che ha comportamento induttivo in frequenza)

dei condensatori in grado di farla risuonare alla frequenza di lavoro. La

posizione e la capacità dei condensatori è stata ottimizzata sempre

mediante un algoritmo genetico. Il risultato finale è stato l’ottenimento di

una bobina risonante che garantisce un’omogeneità di campo nettamente

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125 superiore ai casi precedenti ed avente un valor medio relativamente più alto.

Tali risultati mettono in evidenza la capacità del modello proposto di

adattarsi a diverse forme dell’antenna riuscendo comunque a fornire dei

buoni risultati in termini di omogeneità di campo. Per di più, esso consente

di ottenere una buona omogeneità del campo magnetico su un volume,

all’interno della bobina a radiofrequenza, a differenza dei risultati proposti

in letteratura relativamente alle bobine più utilizzate (birdcage), che fanno

riferimento alla omogeneità solo sul piano trasverso della bobina.

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