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2. Il Documento preliminare all’avvio della progettazione del caso di studio: l’Istituto Professionale di Castelnuovo Garfagnana

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2. Il Documento preliminare all’avvio della

progettazione del caso di studio: l’Istituto

Professionale di Castelnuovo Garfagnana

“Il Documento preliminare all’avvio della progettazione, contiene le esigenze del committente/utilizzatore ed i requisiti per l’ottenimento di un prodotto che le soddisfi in rapporto alle risorse economiche del committente, per quanto attiene la produzione, e dell’utilizzatore, per quanto riguarda la gestione nel ciclo di vita ipotizzato per il prodotto stesso.” (Pier Luigi Maffei).

Il metodo con cui si opera è quello del’Analisi del Valore (AV), che consente di raggiungere gli obiettivi della Qualità intesa come l’insieme delle proprietà e delle caratteristiche che conferiscono all’entità presa in considerazione la capacità di soddisfare esigenze espresse o implicite. Il ricorso all’AV è previsto anche dalla legge quadro in materia di lavori pubblici n° 109/1994 e nelle successive modifiche come “collaudo in corso d’opera del progetto”.

Si definisce Analisi del Valore (AV) l’attività organizzata di gruppo, svolta per conto del committente/utente, da esperti di varie discipline e da non esperti. Tale attività si svolge sotto la guida di un coordinatore esperto di tecniche dell’Analisi del Valore ed ha come scopo, attraverso l’individuazione del coefficiente o indice di valore, quello di trovare delle soluzioni al più basso costo globale possibile, compatibili con i requisiti di cui al Dpp e ai richiesti livelli prestazionali.

Dobbiamo all’Ingegnere Statunitense Lawrence D. Miles, la prima applicazione dell’AV. La messa a punto del metodo rappresenta il risultato di diversi anni di lavoro di un gruppo di tecnici della General Electric Company, guidata appunto da Miles.

Durante la seconda guerra mondiale, quando un materiale o un prodotto era sparito dal mercato, si doveva cercare altrove elementi che svolgessero la funzione di quelli originali. L’ingegnere statunitense avvalendosi di un gruppo di ricerca interdisciplinare sviluppò tecniche di analisi diverse, combinandole in vario modo fra loro e confrontando i risultati ottenuti. Nacque una tecnica di analisi che consente di fare delle distinzioni fra funzioni necessarie e funzioni accessorie e di attribuirvi un valore monetario. Usata per la prima volta

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33 nel 1943, questa tecnica fu esposta a partire dal 1952 in una serie di seminari interni alla General Electric, raggiungendo immediatamente un grande successo. Se in alcuni casi le riduzioni di costo furono del 5-10%, in altri si arrivò anche al 60-80%. Fu subito chiaro che tale tecnica funzionava permettendo di ridurre i costi pur mantenendo inalterata la qualità dei prodotti.

L’Analisi del valore inizio ad essere applicata in America negli anni ’50 (dapprima nell’industria manifatturiera) e in Europa un decennio più tardi. Fu usata negli ambiti più svariati, ed a partire dagli anni ’60 negli Stati Uniti venne estesa al campo edilizio. Negli anni ’70 tutte le più grandi stazioni appaltanti statunitensi, gran parte delle giapponesi e il Plan Construction francese adottarono tale tecnica. In Italia è stata applicata fin dagli inizi degli anni ’80 prevalentemente nel settore meccanico, trovando poi ampi consensi in tutte le fasi del processo dei lavori pubblici e edilizio.

Il concetto di Valore ci rimanda alle tre componenti vitruviane. Marco Vitruvio Pollione, architetto romano del periodo augusteo ci lascia, infatti, un insegnamento che possiamo dire ancora attuale per descrivere le caratteristiche e la completezza di un’opera: ”In ogni costruzione si deve tener conto della solidità (firmitas), dell’utilità (utilitas), della venustà (venustas) ”.

L’AV è uno strumento metodologico operativo che si articola in cinque fasi:

- Fase informativa e analisi funzionale: prende in esame un progetto di un’opera “in itinere”

o definito, individuando le parti da sottoporre a giudizio di valore, una volta note le esigenze degli utilizzatori e gli obiettivi del progetto.

- Fase creativa: al fine di soddisfare o migliorare le funzioni, si suggeriscono soluzioni

alternative.

- Fase di valutazione e selezione: si fa una selezione delle alternative determinandone i costi e

facendo un confronto con quelli della soluzione esaminata.

- Fase di sviluppo delle soluzioni: le soluzioni alternative che si sono rivelate migliori,

vengono sviluppate.

- Fase di presentazione delle soluzioni: si evidenziano i vantaggi che si avrebbero adottando

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34 L’Analisi del Valore si avvale di un parametro detto Indice di Valore Iv (value) per confrontare le soluzioni proposte per uno stesso progetto. V è per definizione il rapporto fra l’utilità W (worth) ed il costo C (cost) del componente che esplica quella funzione. Per utilità si intende il minimo prezzo stimato che si è disposti a pagare per ottenere la funzione in esame, in un dato luogo ed in determinate condizioni ambientali. Scrivendo l’indice di valore con la formula:

Iv = U/C

Ci appare subito evidente che Iv può essere aumentato:

- migliorando l’utilità a parità di costo - mantenendo l’utilità ad un costo più basso - intervenendo sull’utilità e sul costo

Il lavoro del gruppo è proprio quello di attribuire un indice di valore, attraverso utilità e costo, concentrandosi sulle funzioni svolte da un determinato componente, su quelle che potrebbe svolgere e sul costo, interrogandosi poi se è possibile trovare alternative alla scelta fatta con la stessa funzione e a quale costo. Tutto questo lavoro terminerà con una presentazione delle varie soluzioni affinché coloro che devono fare delle scelte siano supportati adeguatamente.

“L’Analisi del Valore, offre in definitiva l’occasione di ricondurre l’indeterminata definizione di Qualità a quella di Valore, indicando pesi e punteggi delle funzioni necessarie e richieste, determinati, in base a considerazioni statistico-sperimentali, secondo i criteri introdotti da Miles”. (Pier Luigi Maffei).

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2.1 Finalità e obiettivi della ricerca

Finalità del progetto

Lo studio affrontato si propone di cercare una soluzione progettuale che possa servire sia per fornire nuove aule agli Istituti già presenti (Liceo Scientifico “G. Galilei”, Istituto Tecnico Statale Commerciale e per Geometri “L. Campedelli”) sia per raccogliere in un unico edificio tutti gli alunni dell’attuale Istituto Professionale al Servizio dell’Industria e dell’Artigianato “S. Simoni”, attualmente dislocati in due edifici separati.

Obiettivi specifici del progetto

Ubicati in località “La Saiona” in Castelnuovo Garfagnana, l’Istituto Tecnico Statale Commerciale e per Geometri “Luigi Campedelli” ed il Liceo Scientifico “Galileo Galilei”, devono avvalersi da diversi anni di 3-4 aule esterne distanti circa 300 metri dall’edificio principale, per poter ospitare tutti gli alunni attualmente iscritti in numero di circa seicento.

L’Istituto Professionale al Servizio dell’Industria e dell’Artigianato “Simone Simoni” la cui sede principale risiede in località “Carbonaia”, si trova invece a dovere fare i conti con ben altri tipi di esigenze: oltre al numero di aule insufficienti (alcune delle quali hanno trovato ospitalità in costruzioni prefabbricate adiacenti all’edificio principale), non può contare neppure su molte aule-laboratorio.

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36 Nell’attuale edificio, infatti, mancano: un laboratorio per misure elettriche ed elettroniche, un laboratorio tecnologico, un laboratorio di automazione e robotica, un’aula per lezioni audio-visive

Inoltre, risultano insufficienti l’aula di impianti elettrici, l’aula di impianti elettrici ed automazione, il laboratorio di fisica, il laboratorio macchine utensili, il laboratorio di saldatura, il magazzino. Le prime due aule, hanno posti disponibili solo per venti alunni (e non venticinque persone come sarebbe richiesto), così, possono utilizzare gli impianti solo una parte di essi, con evidente spreco di tempo da poter impiegare in altro modo.

Per quanto riguarda il laboratorio macchine utensili, questo non ha dimensioni tali da permettere agli alunni di poterne usufruire in sicurezza, inoltre, quest’aula non è provvista di accessi particolari per un facile trasporto delle macchine all’esterno (per la manutenzione) e di altro materiale.

Il magazzino che dovrebbe essere al servizio per lo più di tale aula, è stato ricavato in una stanza sotterranea, cosicché risulta particolarmente complicato e laborioso lo scarico ed il trattamento (taglio e trasporto) dei pezzi di metallo che vengono utilizzati in tale laboratorio.

Le due aule di saldatura sono inadeguate. Oltre ad essere insufficienti per le dimensioni, non sono neanche dotate di stanze-magazzino opportune per la conservazione dei gas tecnici utilizzati (ossigeno ed acetilene). Tali gas dovrebbero per legge essere conservati, prima dell’utilizzo, in appositi contenitori distanziati almeno 8 metri. Tale problema potrebbe essere facilmente risolvibile con un ampio magazzino o con stanze di conservazione distanti.

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37 Attualmente nel “Simoni “si contano circa trecento iscritti, ma tale numero è destinato a crescere perché tale scuola ospiterà anche il triennio dell’Istituto Tecnico Industriale. Finora, infatti, gli alunni che terminavano il biennio dell’I.P.S.I.A. a Castelnuovo Garfagnana, potevano conseguire nella stessa sede solo i diplomi di perito elettrico o meccanico. Chi voleva terminare l’I.T.I. doveva recarsi altrove (sedi più vicine Lucca, Borgo a Mozzano, Viareggio).

Fig. 2.1.3: Elettronica ed informatica nelle aule dell’Ipsia S. Simoni

Analisi della popolazione scolastica degli istituti di secondo grado a

Castelnuovo Garfagnana

In Italia, l’attuale ordinamento scolastico, prevede due cicli di istruzione:

- Il primo ciclo costituito dalla scuola primaria, della durata di cinque anni, (ex scuole elementari), e dalle scuole di istruzione secondaria di primo grado (ex medie inferiori) della durata di tre anni.

- Il secondo ciclo costituito dalla scuola di secondo grado (ex scuole medie superiori).

Le scuole secondarie di secondo grado, possono essere suddivise in tre macro aree di appartenenza o ordini:

- Ordine liceale

- Ordini tecnici

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38 Il sistema scolastico provinciale è articolato in ambiti territoriali che fanno riferimento alle zone sanitarie a sua vola organizzate con L. R. 5/’05, nelle Conferenze zonali per l’Istruzione. Nella provincia di Lucca esse sono suddivise in tre aree : Piana di Lucca, Valle del Serchio e Versilia.

Gli istituti scolastici sono 228. Di questi, 26 sono scuole secondarie di 2° grado.

L’intera popolazione scolastica si aggira intorno alle 39.000 unità. Negli ultimi cinque anni, la media degli alunni delle sole scuole secondarie di secondo grado è di circa 14.000 iscritti. Di questi, circa l’86% hanno frequentato istituti nella Versilia e nella Piana di Lucca, e i rimanenti 14% circa sono stati accolti nella Valle del Serchio, dividendosi fra Barga e la Garfagnana. 600 700 800 900 1000 1100 1200 1300 1989 - 19 90 1990 - 19 91 1991 - 19 92 1992 - 19 93 1993 - 19 94 1994 - 19 95 1995 - 19 96 1996 - 19 97 1997 - 19 98 1998 - 19 99 1999 - 20 00 2000 -200 1 2001 - 20 02 2002 - 20 03 2003 - 20 04 2004 - 20 05 2005 - 20 06 2006 - 20 07 2007 - 20 08 Alunni

Tabella. 2.1.1: Serie storica alunni iscritti alle scuole secondarie di Castelnuovo Garfagnana

Analizzando i dati disponibili relativi agli ultimi venti anni, si nota come la popolazione scolastica di Castelnuovo abbia subito notevoli variazioni: si passa dai quasi 1200 iscritti della prima metà degli anni ’90, ai neanche 800 dei primi anni del nuovo millennio, per poi tornare all’attuale migliaio di alunni di questi ultimi anni.

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39 Complessivamente, gli alunni tendono a concentrarsi presso gli ordini tecnici, a discapito di quelli professionale e liceale, anche se negli ultimi anni il divario fra il numero di iscritti delle tre scuole secondarie di Castelnuovo, si è notevolmente ridotto.

0 100 200 300 400 500 600 700 800 1989 - 19 90 1990 - 19 91 1991 - 19 92 1992 - 19 93 1993 - 19 94 1994 - 19 95 1995 - 19 96 1996 - 19 97 1997 - 19 98 1998 - 19 99 1999 - 20 00 2000 -200 1 2001 - 20 02 2002 - 20 03 2003 - 20 04 2004 - 20 05 2005 - 20 06 2006 - 20 07 2007 - 20 08

I.P.S.I.A. "S. Simoni" Liceo Scientifico "G. Galilei" I.T.C.G. "L. Campedelli"

Tabella. 2.1.2: Serie storica alunni frequentanti le tre scuole secondarie di Castelnuovo Garfagnana E’ importante rilevare come nelle scuole secondarie della provincia vi sia una sostanziale permanenza degli alunni negli istituti di appartenenza dell’area di residenza.

Per gli studenti della Valle del Serchio, l’analisi effettuata indica una mobilità contenuta. Questo è dovuto probabilmente alla non trascurabile distanza fra la Garfagnana e Lucca o la Versilia. Per raggiungere la provincia, solo da Castelnuovo, sono necessari 60 minuti di treno, per raggiungere Viareggio circa venti in più.

Non da ultimo, infine, è bene ricordare che la popolazione scolastica dei tre Istituti non è equamente divisa fra maschi e femmine. Liceo Scientifico e Istituto Tecnico Campedelli insieme, hanno percentuali quasi uguali di iscritti di entrambi i sessi, mentre l’Istituto Professionale nei suoi circa 300 iscritti, annovera la presenza di poche donne (3-4, a seconda degli anni, comunque mai più di dieci).

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2.2 Situazione iniziale e stato di fatto

Il luogo: Castelnuovo e la Garfagnana. Cenni storico - geografici

La Garfagnana è una regione della provincia di Lucca situata nell’angolo nord-occidentale della Toscana, occupa l’alta Valle del fiume Serchio e separa le Alpi Apuane dall’Appennino Tosco Emiliano.

I recenti studi dovuti ai numerosi ritrovamenti che si sono avuti in molte zone della vallata, fanno risalire i primi insediamenti al settimo millennio avanti Cristo, ma per avere notizie che abbiano veramente valore storico, bisogna saltare vari secoli fino ad arrivare al tempo in cui Roma si preparava ad avere gran parte della penisola sotto il suo controllo. Poche notizie si hanno per quanto riguarda gli Umbri, cui si deve la toponomastica locale, e gli Etruschi. Si sa invece che proprio la Garfagnana fu teatro di una delle battaglie decisive fra i Romani e i Liguri Apuani, popolazione che proveniente dall’Emilia, si era spinta fino ad occupare Lucca. Siamo nel secondo secolo avanti Cristo.

La guerra per la conquista della valle, fu lunga e difficile, e, pur celebrata con tre giorni di festa da parte dei Romani, questa vittoria non fu mai del tutto definitiva perché gli Apuani pur sconfitti, continuarono a costituire un serio pericolo anche negli anni successivi. In seguito, alcuni di loro furono deportati nel Sannio, mentre gli altri rimasti, furono assorbiti dalla colonizzazione romana, dando origine alla fiera gente garfagnina che ha conservato fino ad oggi un’integrità etnica ben marcata.

Recenti ricerche filologiche, hanno dimostrato che il dialetto locale è classificabile fra le parlate di derivazioni "gallo-romanze" più che "neolatine".

Fino al periodo delle invasioni dei barbari, tutta la regione, rimase sotto il controllo dei Romani che ebbero sempre un occhio di riguardo per questa vallata, sia per la sana e forte popolazione che la abitava, sia perché essa costituiva uno dei più agevoli passaggi dei loro eserciti fra il Nord e il Sud. Ne è la prova la via Clodia che da Lucca, attraverso la Garfagnana, si collega con l’Italia settentrionale. Stranamente, la presenza romana non ha lasciato testimonianze monumentali, ma traspare soprattutto attraverso una ricca toponomastica di origine latina. Risalgono a questo periodo le costruzioni di fortezze

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41 “Castra”, castelli, che erano terre munite di fortificazioni, nei punti che parevano più bisognosi di difese.

Se mancano notizie attinenti al primo medioevo e al passaggio di Unni e Goti e varie orde barbariche, possiamo invece affermare di conoscere molto sui Longobardi. La “colonia Lucensis” cioè Lucca, divenne un loro ducato. Il loro Duca contribuì alla ripopolazione di queste terre ed alla valorizzazione dell’agricoltura. Si deve soprattutto a loro, la definitiva supremazia del Cristianesimo sul Paganesimo in tutta Italia e, di conseguenza, l’affermarsi dell’unica autorità valida in quei tempi: i Vescovi. Il sistema feudale che essi avevano, riorganizzò l’intera valle per vari secoli.

Dal secolo decimo in poi, sorsero in Garfagnana piccole Signorie delle quali si attenuò il processo evolutivo dopo la morte della contessa Matilde che tanta parte ebbe negli avvenimenti della valle del Serchio. Ad essa si deve la fondazione di parecchi ospizi e chiese.

Nel secolo dodicesimo, le conseguenze delle guerre fra Pisa e Lucca, si fecero sentire pure qui. Anche Castelnuovo, costretto a schierarsi ora per l’una, ora per l’altra parte, subì assedi e gravissime devastazioni. La vittoria definitiva di Lucca contro i comuni ribelli legò questa regione ad essa fino alla Signoria di Castruccio.

Alla morte di esso (seconda metà del 1300), seguì un secolo circa di lotte e travagli, intercalati da varie dominazioni fra cui anche quella Pisana e Fiorentina specialmente negli anni delle dispute fra guelfi e ghibellini. Particolarmente stabile fu Barga, che dalla metà del '300, si diede a Firenze, e rimase con essa fino all'Unità d'Italia. Altri comuni rimasero fedeli alla Repubblica Lucchese.

Sempre in questo periodo, l’interesse mostrato per questa valle dalla casa d’Este, contribuì a portare quasi l’intera zona sotto il Ducato di Ferrara e ad attribuire a Castelnuovo quel ruolo di “capitale” della Garfagnana che ancora oggi riveste. L’organizzazione estense fece di questa valle una zona quasi del tutto indipendente, legata alla persona del Duca o del Marchese dalla presenza di un commissario che svolgeva il ruolo di rappresentante della corona. Uno dei primi commissari fu Ludovico Ariosto. Nel '500 gli Estensi persero Ferrara ed il loro stato si ridusse a Ducato di Modena.

La pace nella provincia estense, fu turbata soltanto da tre furiose guerre combattute fra il 1583 ed il 1613 tra Lucca e Modena, ma non vi furono grossi sconvolgimenti fino all’epoca

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42 napoleonica, quando i francesi occuparono il Ducato imponendosi con la forza anche nella valle del Serchio. Il principato napoleonico dei Baciocchi si protrasse fino al 1814.

La restaurazione riportò il potere nelle mani degli Estensi, che governarono quasi ininterrottamente fino ai nuovi eventi che portarono in breve all'Unità d'Italia.

Il 1859 fu l’anno dell’annessione al Piemonte.

Nello stesso anno l’intera zona fu unita alla provincia di Massa fino al 1923. Castelnuovo Garfagnana e l'intera valle del Serchio tornarono in maniera definitiva sotto la giurisdizione lucchese, chiudendo un cerchio lungo 7 secoli.

Fig. 2.2.1: La Toscana e la Garfagnana Qualcuno l’ha definita “l’isola verde della Toscana” ed in effetti mai nome fu più appropriato. Questa valle, pur vicina ad importanti centri storici come Lucca o Pisa ed alla sfavillante e mondana Versilia, è rimasta chiusa in se stessa, costruendosi una spiccata identità che tutt’oggi conserva. Neppure le storiche vie che la attraversano, come la già citata romanica Clodia, che congiungeva Lucca al nord Italia, o la settecentesca via Vandelli, che da Modena portava a Massa attraversando arditamente le Apuane, hanno contribuito a ridurre questo isolamento.

Raffaello Raffaelli nella sua “Descrizione geografica storica economica della Garfagnana” (Lucca 1879) così la descrive: "Il suo territorio è tutto messo a selve, a vigne, a prati ed a

campi, estendentisi in taluni luoghi in una bella superficie piana, come dal lato di Pieve e di Torrite. Ne formano il principale prodotto i cereali, il vino, le castagne, la canapa, i bozzoli, il bestiame (consistente in pecore e vacche, di cui fa molto commercio con i Lucchesi e cogli abitanti del Frignano), il formaggio, il burro e l'ortaglia, che si coltiva con grande intelligenza nelle vicinanze della città. Questo Comune è bagnato dalle acque della Turrite, che ha la propria sorgente nelle vette dell'Alpe Apuana, e viene a maritarsi col Serchio sotto il Ponte Nuovo, costruito dalla Principessa Elisa Baciocchi nel 1810. L'Ariosto, il Tassoni ed

il Testi resero celebri questi due fiumi." Oggi questa descrizione può andare bene solo per

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43 popolazione, che fino a pochi decenni fa era dedita all’agricoltura e alla pastorizia, si è rivolta alle industrie e ad altre attività, lasciando a pochi la lavorazione della terra. Restano i tanti boschi curati del castagno e resiste la coltivazione del farro e dei cereali.

Fig. 2.2.2: La Garfagnana

Oggi questa regione è composta di sedici comuni :Camporgiano, Careggine, Castelnuovo di Garfagnana, Castiglione di Garfagnana, Fosciandora, Gallicano, Giuncugnano, Minucciano, Molazzana, Piazza al Serchio, Pieve Fosciana, San Romano, Sillano, Vagli di Sotto, Vergemoli e Villa Collemandina. Ha una superficie di circa 533 Km2 e circa 30.000 abitanti.

Censimento 1971 1981 1991 2001

Castelnuovo G. 6316 ab. 6384 ab. 6309 ab. 6073 ab.

Garfagnana

(16 comuni) 34463 ab. 32552 ab. 31512 ab. 29764

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44 La valle negli ultimi cinquanta anni, ha subito una decrescita demografica suscettibile, come illustrato nel prospetto di tabella 2.2.1

Il centro più importante, capoluogo storico della zona, come già detto, è Castelnuovo. Si trova ad una latitudine di 44° 7′ 19′′ Nord ed una longitudine di 10° 24′ 20′′ Est, è situato in una conca alla confluenza della Turrite Secca con il Serchio. Dista da Lucca una cinquantina di chilometri.

Fig. 2.2.3: La suggestiva rocca di Castelnuovo con la torre ariostesca

Castelnuovo è raggiungibile in treno con la linea Lucca - Aulla e attraverso le Statali 445 della Garfagnana e 324 delle Radici, le Provinciali di Monteperpoli, Valdarni, Passo di Pradarena, Minucciano. Situato ad un’altezza di 277 metri s.l.m., ha un territorio comunale che si estende per circa 28,50 Km2. L’altitudine varia da un minimo di 208 metri s.l.m. fino a 1268 metri s.l.m. Castelnuovo si è assestato da qualche anno intorno alle 6100 persone, la densità della popolazione attualmente si aggira intorno ai 213 Ab./Km2. Le sue frazioni sono Antisciana, Cerretoli, Colle, Gragnanella, La Croce, Metello, Monteperpoli, Monterotondo, Palleroso, Rontano, Stazzana.

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Le scuole secondarie superiori a Castelnuovo Garfagnana

Liceo scientifico "Galileo Galilei": è la prima scuola media superiore insediata in

Garfagnana. Istituito nel 1946, ha ospitato gli studenti per vari anni in un vecchio edificio poco distante dal centro di Castelnuovo.

Fig. 2.2.4: Il complesso scolastico a”La Saiona”. In primo piano L’I.T.C.G.

Dal 1992 è collocato nella sede in località “La Saiona” e vanta locali e laboratori idonei allo svolgimento di un’attività didattica al passo con i tempi. A partire dagli anni ' 90 la scuola ha introdotto il P.N.I. (Piano Nazionale Informatica) nel proprio corso di studi e collabora con il ministero della Pubblica Istruzione e I.R.R.E. (Istituti Regionali di Ricerca Educativa, ex I.R.R.S.A.E.) ed enti locali per l'introduzione delle nuove tecnologie nella didattica. Il Liceo è stato recentemente unito alla scuola secondaria superiore I.P.S.I.A. “ S. Simoni”.

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L’Istituto Tecnico Statale Commerciale e per Geometri “Luigi Campedelli” inizia

l’attività per il corso di Ragioneria come sede staccata dell’allora Istituto tecnico Commerciale e per Geometri “Francesco Carrara” di Lucca. Coordinatore di sede, delegato del preside del “Carrara”, è in quegli anni il professor Pietro Paolo Angelini, attuale preside del Liceo Scientifico e dell’I.P.S.I.A. Il 1980/81 è il primo anno scolastico in cui l’Istituto viene riconosciuto autonomo e qualche anno dopo, verrà intitolato al matematico castelnovese Luigi Campedelli (1903 – 1078). Nell’anno 1990/91 inizia il corso per Geometri.

L’I.P.S.I.A. “Simone Simoni” di Castelnuovo di Garfagnana è stato istituito nel 1961 come

sezione distaccata dell’I.P.S.I.A. "Giorgi" di Lucca e ha acquistato la propria autonomia il primo ottobre del 1971 con decreto del presidente della Repubblica. La scuola nasce con due corsi di qualifica, Meccanico ed Elettrico, della durata di tre anni ciascuno e nel 1972 viene istituito anche il biennio sperimentale post-qualifica (classe IVa e Va) per Tecnici delle Industrie Elettriche ed Elettroniche.

Fig. 2.2.5: Ingresso principale dell’Ipsia S. Simoni e veduta dell’intero complesso

Con l’autonomia inizia un lungo e continuo lavoro per il miglioramento della funzionalità didattica e operativa dell’Istituto. Sono stati così allestiti nuovo laboratori e la scuola si è sempre aperta alle varie innovazioni culturali, tese a qualificare il futuro professionale dei propri allievi. Nell' anno scolastico 1987/88 la scuola ha accolto il Piano Nazionale dell’Informatica e successivamente, nel 1989/90, ha attivato per prima a livello provinciale un nuovo corso sperimentale Progetto '92 per portare a livello europeo la preparazione dei giovani.

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47 Dall' anno scolastico 1992/93 tale sperimentazione è divenuta "corso ordinario" articolato nei corsi di qualifica di operatore elettrico e operatore meccanico. Nell' anno scolastico 1995/96 ha attivato la classe quarta, nel corso serale, per il conseguimento del diploma di maturità in "Tecnico delle Industrie Elettriche".

Fig. 2.2.6: Immagini di Laboratori dell’Ipsia S. Simoni

Nell' anno scolastico 1996/97 è stato attivato il corso serale integrato sperimentale, in collaborazione con la Formazione professionale, per il conseguimento della qualifica: Tecnico informatico per il turismo. Infine nell’anno scolastico 1997/98 è stata attivata la classe IVa T.I.M. L’I.P.S.I.A. “Simoni” ospita, dall’anno 2006 anno, due nuove classi per un triennio ITI di meccanica ed elettromeccanica e automazione.

Nella foto aerea del paese di Castelnuovo (Fig. 2.2.7) , vengono mostrati gli edifici che hanno ospitato o ospitano gli istituti superiori, e la località de La Saiona con i nuovi edifici e la palestra.

Il Liceo Scientifico G. Galilei, che come detto è la scuola secondaria più vecchia della Garfagnana, era dislocato in un ex convento di suore, dove è rimasto dal 1946 fino al 1992. Lo stabile oggi è stato ristrutturato e vi sono stati ricavati appartamenti.

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48 Fig. 2.2.7: La zona di Castelnuovo con le indicazioni degli istituti scolastici

L’Istituto L. Campedelli ha iniziato la propria attività nel 1977 nell’ultimo piano dell’ex seminario vescovile, sulla collinetta dove sorge poco distante l’Ospedale del paese. Tali stanze, sono state col tempo impiegate per gli usi più svariati. Vi è stato fatto uno degli ultimi corsi per infermieri professionali della Toscana ed in tempi recenti ha ospitato alcuni uffici della Comunità Montana.

L’attuale sede dell’ IPSIA S. Simoni si trova invece in località Carbonaia, una zona non molto distante dal centro di Castelnuovo.

E’ nei piani della Provincia di Lucca e dell’Amministrazione di Castelnuovo Garfagnana portare nella Saiona anche questo ultimo istituto scolastico di secondo grado.

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Ubicazione del nuovo edificio

La costruzione del nuovo edificio scolastico, è localizzata in località “La Saiona” nel paese di Castelnuovo di Garfagnana. La zona suddetta, si trova in una zona vantaggiosa sotto molti punti di vista. Pur essendo non ubicata nelle immediate vicinanze del centro storico, si trova tuttavia abbastanza vicina ad esso e raggiungibile comodamente anche a piedi.

Fig. 2.2.8: Planimetria della zona oggetto di studio

Posizionata in modo da poter essere raggiunta sia in auto che in treno, ha nelle immediate vicinanze tutti gli impianti sportivi del paese (dalla piscina ai campi da tennis). “La Saiona” si trova vicina ai nuovi edifici adibiti ad abitazione e ad uso commerciale di recente sorti a Castelnuovo.

Considerando l’area già in possesso del Comune di Castelnuovo Garfagnana e le zone da espropriare, possiamo quantificare il lotto totale in 42˙235 m2, dei quali:

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50 - da destinare a parcheggio: 3186 m2

- da adibire ad attività sportiva : 5305 m2

- occupati dalla nuova palestra : 1311 m2

- impegnati dal liceo “Galileo Galilei” : 1431 m2

- occupati dall’ I.T.G.C. “Luigi Campedelli” : 2382 m2

Se poi consideriamo che le distanze da tenere sono di 5 metri dai confini e 10 metri dagli edifici esistenti, il lotto a disposizione si riduce a circa 10˙408 m2.

Fig. 2.2.8: Planimetria della zona oggetto di studio

La realizzazione del nuovo edificio scolastico, è prevista in via Puccini all’incontro con via Enrico Fermi fra la Statale n° 445 della Garfagnana e il fiume Serchio. Nella stessa area sono già presenti il Liceo Scientifico “G. Galilei”, l’Istituto Tecnico Statale Commerciale e per Geometri “L. Campedelli” e la palestra. Mentre la palestra, di recente costruzione costituisce un edificio a sé stante, il Liceo e L’I.T.C.G. fanno parte di un unico complesso edilizio.

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51 Il primo edificio fu iniziato con il primo lotto negli ani ’80. La prima scuola ad esservi ospitata è stata l’allora Istituto Tecnico Statale Commerciale. Terminato alla fine degli anni ’90, ospita attualmente anche i Geometri e gli studenti dello Scientifico. L’intero complesso ha una struttura in cemento armato. I.T.C.G. e Liceo sono separate ed entrambe disposte su due piani. I corsi di Geometri e Ragioneria sono distribuite all’interno del “Campedelli” in 19 aule e due sezioni. Oltre ai servizi (Segreteria, Presidenza, stanza Bidelli, stanza Insegnanti ecc.), il piano terra è dotato di aule per le normali lezioni (della capienza di 25 posti) e aule-laboratorio per lezioni di Chimica, Topografia, Informatica, Disegno ecc.

Al primo piano troviamo oltre che le aule per le lezioni ordinarie, anche la biblioteca, l’archivio, vari magazzini e un’aula per i rappresentanti degli studenti. I servizi igienici, servono entrambi i piani. Il Liceo Scientifico ha 11 aule, 10 delle quali al primo piano. Ad eccezione della biblioteca, tutti i servizi (Segreteria, Presidenza ecc.) nonché le aule per gli insegnamenti particolari (Chimica, Biologia, Fisica, Disegno), sono tutte al piano terra. Anche qui i servizi igienici servono entrambi i piani. Tutta la struttura è dotata da più parti di rampe per i portatori di handicap. Il Liceo è provvisto di ascensore. La copertura è realizzata a capanna con tegole di tipo canadese. L’edificio è stato recentemente dotato di un impianto fotovoltaico per la produzione di energia. E’ di recente studio la messa in sicurezza dell’intera struttura.

Viabilità

Castelnuovo è collegata alla sua provincia, Lucca, tramite la S.S. n° 445 della Garfagnana e a Modena e all’Emilia tramite la S.S. n° 324 del Passo delle Radici. La Lunigiana è raggiungibile anche percorrendo la S.P. n° 16 di San Romano in Garfagnana.

Allo stato attuale, a “La Saiona”, zona oggetto del nostro studio, vi si può arrivare (vedi Fig. 2.2.9) da due vie: via Enrico Fermi e via Valmaira. La stessa via Valmaira invertendo la sua direzione diventa poi via Giacomo Puccini e permette di arrivare brevemente agli impianti sportivi e al centro storico del paese. Un piccolo passaggio dalla piazza principale, permette questo passaggio solo a piccoli mezzi quali moto o auto.

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52 Ultimamente sono in corso vari interventi che miglioreranno tutta la viabilità di Castelnuovo e dell’intera Garfagnana, come la variante che collegherà la Statale n° 445 a quella del passo delle Radici n° 325 evitando ai mezzi il passaggio nel traffico cittadino.

Fig. 2.2.9: Planimetria della zona con le principali vie d’accesso: in rosso le strade esistenti, in giallo la nuova strada di collegamento prevista

E’ nelle previsioni del Comune, anche un’ulteriore via di accesso (segnata in verde nella Fig. 2.2.9) che permetterà più agevolmente l’accesso alle scuole secondarie sia a chi arriva dalla Lunigiana e dall’alta Garfagnana, sia a chi arriva da Lucca e dalla Media Valle.

In Fig. 2.2.9 sono state segnate in rosso le strade esistenti ed in verde la nuova strada di collegamento prevista, che porterebbe a collegare “La Saiona” con la S.S. n. 445. Nella cartina è segnata anche la Stazione delle Ferrovie dello Stato, visto che il treno costituisce il mezzo principale per molti studenti che frequentano le scuole di Castelnuovo.

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53

Dati climatici

Dal punto di vista climatico, la Garfagnana non può essere analizzata come una regione omogenea. Questo è dovuto a diversi fattori: il gradiente altimetrico è forse la componente che contribuisce di più a formare questa diversità di clima nelle varie zone (si va dai 200 ai 2000 metri s.l.m.), ma non vanno sicuramente trascurati la relativa vicinanza al mare, l’azione dei venti, la variabilità dell’esposizione e la morfologia del territorio.

Di seguito sono riportati i vari dati riguardanti:

• temperatura,

• umidità relativa,

• precipitazioni,

• regime dei venti,

• radiazione solare

• percorso del sole

raccolti dalle stazioni climatiche nelle vicinanze di Castelnuovo Garfagnana o ricavati dalle normative vigenti.

Temperatura:

La temperatura è stata registrata da due diverse stazioni climatiche situate nel comune oggetto di studio.

Mese Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic

Stazione clim.

n°1 (°C) 4,4 5,1 7,8 10,0 15,2 19,2 21,2 21,6 16,7 12,7 8,2 5,8

Stazione clim.

n°2 (°C) 4,0 5,3 8,3 11,7 15,8 19,5 22,0 21,6 18,6 14,0 9,1 5,1

Media annua: 12,6 °C

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54 I dati degli ultimi quindici anni sono stati elaborati i modo da avere una media mensile dei vari mesi dell’anno.

Il mese più freddo risulta Gennaio con 4,2 °C, mentre i più caldi sono Luglio e Agosto con 21,6 °C medi ciascuno.

Umidità relativa:

L’umidità relativa riveste un ruolo fondamentale, in quanto assieme alla temperatura, contribuisce a creare la sensazione di benessere termo-igrometrico nell’individuo. Col termine umidità relativa si indica la percentuale di vapore acqueo contenuta in un metro cubo d’aria secca.

Dalle rilevazioni in Garfagnana, essa risulta elevata in ogni mese dell’anno.

Mese Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic

% 77 65 68 73 72 74 68 66 72 79 80 74

Media annua: 72,3 %

Tabella. 2.2.3: Umidità relativa nei vari mesi dell’anno

Come si nota dalla tabella, il minimo si ha in Febbraio col 65 % mentre il massimo si raggiunge in Novembre con l’80 %.

Il valore medio dell’umidità relativa si aggira intorno al 72,3 %.

Precipitazioni:

La Garfagnana ha un modulo pluviometrico fra i più elevati su scala nazionale variabile da un minimo di 1398 mm ad un massimo di 3080 mm. In alcune aree, come le cime delle Alpi Apuane, le precipitazioni non scendono mai sotto i 2000 mm.

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55 I dati relativi alle precipitazioni del comune di Castelnuovo, sono stati ricavati grazie alle stazioni posizionate nelle località Ponte di Campia e Villa Collemandina per i rilevamenti al servizio dell’Autorità di Bacino del fiume Serchio. I due siti si trovano sui confini del comune di Castelnuovo Garfagnana. Dall’archivio è possibile ricavare i dati relativi agli ultimi sette anni. Nella tabella sottostante sono riportati i millimetri di pioggia caduta, misurati nelle due stazioni, negli anni che vanno dal 2000 al 2006.

Anno 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 Pluviometro n°1 (Villa Collemand.) 1779 mm 1208 mm 922 mm 1306 mm 1495 mm 1054 mm 1000 mm Pluviometro n°2 (Ponte di Campia) 1917 mm 1373 mm 1448 mm 1330 mm 1512 mm 1131 mm 1148 mm Media annua: 1330,2 mm

Tabella. 2.2.4: Dati relativi ai mm di acqua registrati dai pluviometri

Facendo una media dei due rilevatori si ricava un dato abbastanza attendibile per quanto riguarda il comune di Castelnuovo: la media annua di pioggia caduta relativa agli ultimi sette anni è di circa 1330 mm.

I valori di precipitazione annua sono sempre sufficienti a garantire un notevole surplus idrico ed una conseguente forte riduzione del numero dei giorni in cui il suolo raggiunge condizioni di scarsa umidità. La distribuzione delle precipitazioni risulta di tipo peninsulare con il massimo assoluto in autunno (nel mese di Novembre con circa 230 mm di pioggia) ed il minimo in estate (mese di Luglio con 35 mm) come evidenziato nella tabella sottostante:

Mese Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic

mm di pioggia 133 106 76 84 51 65 35 46 136 90 231 143

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56 I giorni piovosi durante l’anno sono circa cento.

Abbondanti in Garfagnana sono anche le precipitazioni nevose, variabili in dipendenza dell'altitudine, dell'esposizione e della temperatura con spessori del manto mediamente massimi in febbraio. La neve comincia a cadere agli inizi di dicembre e la sua permanenza al suolo si prolunga, alle quote maggiori, fino ad aprile-maggio.

Vento:

Per poter prevedere gli scambi termici tra l’edificio e l’ambiente, è importante conoscere la direzione prevalente del vento al fine di individuare le superfici maggiormente esposte.

Il vento è caratterizzato da tre parametri: velocità, direzione e frequenza. La Normativa UNI 10349 ci fornisce i dati relativi ai valori medi annuali della velocità del vento e la direzione prevalente.

Detta normativa divide l’Italia in regioni caratterizzate da una specifica riduzione o accrescimento del valore della velocità del vento rispetto ad un valore di riferimento. Tramite tabelle è possibile calcolare i valori relativi a tutte le località.

Il paese di Castelnuovo Garfagnana rientra nella zona 2, per cui ha una velocità media annuale di 3,5 m/s e la direzione prevalente è il Nord.

Dati registrati di recente da una stazione a Castelnuovo, indicano venti dominanti da Est nelle ore diurne e da Ovest nella notte.

Fig. 2.2.10: Carta con le regioni di vento

Radiazione solare

La radiazione solare è il flusso di energia emesso dal sole e assorbito dalla crosta terrestre. Anche questo parametro viene riportato nella Normativa UNI 10349. La radiazione globale a livello del suolo è data dalla somma della radiazione diretta e della radiazione diffusa.

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57 I valori medi giornalieri variano con la posizione e in base all’esposizione della superficie sulla quale vengono misurati.

Nella tabella sottostante sono riportati i valori all’irradiazione solare media mensile diretta e diffusa su un piano orizzontale , quelli relativi all’irradiazione solare globale su un piano verticale esposto secondo i punti cardinali Nord, Sud, Est ed Ovest, ed anche nelle direzioni Sud-Est, Sud-Ovest, Nord-Est e Nord-Ovest.

Mese Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic

S. Oriz. (MJ/m2) Rad. diretta 2,6 3,6 5,1 6,7 7,8 8,1 7,1 6,6 5,4 4,0 2,8 2,3 S. Oriz. (MJ/m2) Rad. diffusa 2,7 4,7 7,5 10,2 12,4 15,1 18,3 14,4 10,4 6,4 3,0 2,4 S. Verticale a Sud (MJ/m2) 9,3 11,3 12,1 10,9 9,8 9,8 10,9 11,8 13,2 13,2 9,5 8,5 S. Vert. Sud-Ovest Sud-Est (MJ/m2) 2,0 3,3 5,6 8,4 10,7 12,6 13,4 10,5 7,2 4,2 2,3 1,8

S. Vert. Ovest Est

(MJ/m2) 4,3 6,4 9,2 11,6 13,2 14,9 16,6 14,3 11,4 8,0 4,6 3,8 S. Verticale a Nord (MJ/m2) 1,8 2,6 3,8 5,5 7,7 9,5 9,4 6,6 4,3 3,0 2,0 1,6 S. Vert. Nord-Est Nord-Ovest (MJ/m2) 2,0 3,3 5,6 8,4 10,7 12,6 13,4 10,5 7,2 4,2 2,3 1,8

Tabella 2.2.6: Irradiazione solare media giornaliera

Percorso del sole

Per un corretto orientamento dell’edificio nel lotto, è opportuno verificare il percorso descritto dal sole nella volta celeste in ogni determinato momento. Questo dato è necessario per calcolare il guadagno termico solare e disporre conseguentemente l’edificio, gli spazi esterni, la disposizione interna delle stanze, le finestre, le schermature, la vegetazione ecc. Per descrivere la posizione del sole rispetto a un punto sulla superficie terrestre è sufficiente, stabilito un sistema di riferimento quale quello dei punti cardinali definire due angoli:

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58 • λ (angolo azimutale), angolo tra due piani passanti per la verticale del luogo, uno contenente il sole, l’altro passante per il Sud.

Le posizioni che il sole occupa nel corso di un anno possono essere rappresentate mediante grafici come quello in figura 2.2.7, validi per una data latitudine nel quale sono riportate due famiglie di curve. Una famiglia rappresenta le traiettorie del sole in sette giorni dell’anno: la curva più in alto, contrassegnata all’estremità sinistra dal numero romano VI si riferisce al solstizio d’estate, cioè al 21 giugno. Le curve sottostanti sono distinte dalle coppie di numeri romani V – VII (maggio e luglio), IV – VIII (aprile e agosto), III – IX (marzo e settembre), II – X (febbraio e ottobre), I – XI (gennaio e novembre), sempre per il giorno 21 del mese. Infine la curva più in basso, contrassegnata con il XII, si riferisce al 21 dicembre, solstizio d’inverno. Ogni curva rappresenta quindi due giorni, il 21 dei due mesi a cui si riferisce, giorni in cui il sole compie circa la stessa traiettoria nel cielo. Infatti il sole percorre circa la stessa traiettoria in ognuna delle coppie di giorni collocati simmetricamente rispetto ai solstizi. La seconda famiglia di curve è costituita dalle linee che uniscono punti con uguale ora: le 5, 6, 7, ecc. Per Castelnuovo Garfagnana ci si serve del grafico relativo ad una latitudine di 44° N.

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Aspetti ambientali

Suolo e vegetazione

Il suolo e la vegetazione hanno un’importanza rilevante per quanto riguarda il microclima. I terreni umidi inducono temperature dell’aria basse ed umidità relativa elevata, mentre i terreni aridi determinano temperature elevate e minore umidità. Per quanto riguarda la vegetazione, c’è da dire che i terreni erbosi assorbono la radiazione solare ed i processi di evaporazione abbassano la temperatura dell’aria, cosa che non accade per i terreni spogli caratterizzati da rilevanti escursioni termiche giornaliere. Va poi fatto un discorso particolare sulla riflessione della radiazione solare del terreno (albedo). Ogni tipo di suolo o vegetazione ha valori caratteristici di albedo. Nella tabella sotto sono riportati valori caratteristici di albedo per le superfici più comuni:

Superficie Albedo Superficie Albedo

Erba verde 26 Asfalto 10

Erba o foglie secche 30 Cemento 22

Terra 14 Mattoni, intonaci scuri 27

Prato con alberi 26 Intonaci chiari 6

Specchio d’acqua 7 Pietra 20

Tabella 2.2.8 : Valori percentuali medi di albedo per alcuni materiali

Le piante svolgono un’azione fondamentale per la determinazione del microclima. Inoltre la vegetazione svolge un’azione fondamentale per l’ombreggiamento, per il rinfrescamento dell’edificio nel periodo estivo, per l’effetto frangivento e per l’effetto antirumore. L’area oggetto di studio è regolata, per quanto attiene la vegetazione, dall’art. 59 delle disposizioni normative e dall’allegato 7. Tutta la zona è caratterizzata da pioppi cipressini (Populus nigra “Italica”, pioppo nero) e da altre alberature.

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60 Carpino Pioppo nero Acero campestre

Figura 2.2.11: Tre tipi di alberi presenti in zona

L’articolo e l’allegato precisano che sono da preferirsi le specie autoctone o naturalizzate fra cui: Acer campestre, Acer platanoides, Acer pseudoplatanus, Betula spp., Carpinus betulus, Castanea sativa, Fagus sylvatica, Fraxinus ornus, Platanus spp.,Populus alba, Quercus cerris, Ulmus spp., ecc.

Acqua

L’area oggetto di studio è rifornita dal servizio di erogazione delle acque potabili. Da uno studio recente dell’intera zona Garfagnana, si è potuto appurare che il comune di Castelnuovo ha a disposizione 18 sorgenti caratterizzate da 18 litri al secondo (data dalla somma delle portate minime). La portata nel giorno di massimo consumo risulta sempre inferiore alla somma delle portate minime di utilizzo delle sorgenti, con una eccedenza di 10,4 l/s.

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61 Nel comune di Castelnuovo di Garfagnana sono presenti 21 sistemi fognari a servizio delle varie frazioni e località. Di questi sistemi soltanto 7 recapitano i reflui ad un impianto di trattamento, altri 7 sono a servizio di frazioni sparse e quindi necessitano di un proprio impianto di trattamento, mentre gli altri sistemi fognari sono in realtà dei tratti di rete che gravitano nella zona del capoluogo per i quali è ipotizzabile la possibilità di allaccio al depuratore principale.

Aria

Anche se l’area si trova abbastanza vicina alla zona industriale di Castelnuovo, non sono mai stati rilevati valori superiori ai limiti normativi per quanto riguarda le caratteristiche dell’aria. Non sono state dunque trovate tracce di emissioni nocive in quantità eccessive

Lo stesso discorso è valido anche per le emissioni acustiche. La principale fonte sonora di disturbo nel caso esaminato risulta essere il traffico che percorre le strade adiacenti all’edificio (via Enrico Fermi e via Puccini).

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2.3 Vincoli

Normativa cogente

La zona oggetto dell’intervento è regolata dall’Allegato numero 1 delle Disposizioni Normative facenti parte del Regolamento Edilizio del Comune di Castelnuovo di Garfagnana e successiva Variante, adottato con delibera C.C.n°58 del 20/12/2005. L’area è soggetta a specificazioni normative e progettuali come dettato dall’art. 9 e, contrassegnata con la sigla

SP9 “Area delle attrezzature scolastiche sulla riva destra del Serchio”. Qui sono consentiti

interventi per la realizzazione di attrezzature scolastiche e relativi servizi e pertinenze. E’ consentita la realizzazione di:

- un edificio scolastico e relativi servizi, dimensionato secondo gli usi previsti dalle leggi e regolamenti vigenti;

- campi da gioco per sport polivalenti

- aree a verde alberato, conformi ai dettati di cui all’art. 59 delle disposizioni normative. - recinzioni con siepi conformi alle disposizioni di cui all’allegato 7.

- adeguata illuminazione.

- dotazione di elementi di arredo urbano (cestini porta - rifiuti, panchine, ecc.); E’ prescritta la realizzazione di:

- area a parcheggio, protetta da siepi; dimensionata secondo gli standard di legge e i regolamenti vigenti; detta superficie a parcheggio deve avere manto di finitura permeabile e rispondere ai requisiti di cui all’art. 61 delle disposizioni normative.

Gli indici urbanistici previsti dal Regolamento Edilizio sono i seguenti:

• Densità fondiaria: Iff. Non assegnato

• Rapporto di copertura: Rc. Non assegnato

• Altezza massima: Hmax Non assegnato

• Distanza dai confini e dalle strade m. 5,00

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63 Il Comune non ha previsto i primi tre indici, lasciando libertà progettuale in base alle esigenze rilevate dal progettista in coerenza con quanto espresso dal committente.

Raccomandazioni tecniche

Pericolosità idraulica

Il P.T.C. Approvato con delibera C.P. di Lucca n. 189 del 13 / 12 / 2000 classifica l’area in esame con la sigla 2i registrandola fra le aree prive di notizie storiche di precedenti inondazioni.

Fig. 2.2.15: Carta della Pericolosità Idraulica

La carta geologica del regolamento urbanistico individua la località oggetto di studio fra i depositi quaternari formati da depositi dovuti all’azione delle acque superficiali. L’area su cui è prevista la costruzione del nuovo edificio scolastico, è classificata con la sigla a1 risultando fra quelle formate da depositi alluvionali o colluviali recenti.

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64 Fig. 2.2.12: Carta Geologica

Analisi geologica

Nei mesi di Luglio – Agosto 2004 alla quota di 278 metri s.l.m., è stata fatta un’indagine geologica su richiesta della Provincia di Lucca in un sito adiacente agli edifici scolastici. Come evidenziato nella cartina sottostante, l’area scopo dell’indagine (catalogata con la sigla S6) si trova proprio in prossimità dell’istituto Campedelli.

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65 Fig. 2.2.13: Indicazione del sito dove è stata eseguita l’indagine geologica

Si riporta di seguito parte dell’analisi stratigrafica ricavata da un sondaggio eseguito dall’Impresa Europali sotto la guida del Geologo Dott. Leonardo Moni e della geologa incaricata per l’assistenza Dott. Ilaria Nardi.

Come si evince dalla figura sottostante (Fig. 2.2.14), l’area oggetto di intervento, presenta caratteristiche dovute principalmente alla presenza del fiume Serchio: si tratta di un deposito alluvionale costituito da ciottoli arrotondati, di varie dimensioni, immersi in una matrice sabbioso - limosa. Scendendo nei dettagli, si nota che oltre alla presenza di materiale di riporto nello strato più esterno, costituito da asfalto e sottofondo stradale, si evidenziano due formazioni principali:

- ghiaia arrotondata e sub arrotondata di dimensioni da cm a dm, di origine prevalentemente arenacea, in matrice sabbioso – limosa.

- Ghiaia arrotondata di dimensioni da mm a cm, cementata in matrice sabbioso – limosa.

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66 Fig. 2.2.14: Analisi geologica

Pericolosità geomorfologica e geotecnica

Per quanto riguarda la pericolosità geomorfologica e geotecnica, invece, il terreno in esame è classificato fra quelli con la sigla 2i alla quale corrisponde una classe di rischio bassa. Corrisponde ad una situazione geologica - tecnica apparentemente stabile sulla quale tuttavia permangono alcuni dubbi, prevalentemente di carattere geotecnico in relazione alle opere edilizie che potranno essere realizzate nell'area stessa, che comunque potranno essere chiariti a livello di indagine geognostica di supporto alla progettazione edilizia, svolta anche in riferimento ai fenomeni di ritiro e rigonfiamento dei terreni superficiali a prevalente componente argillosa.

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Fig. 2.2.16: Carta della Pericolosità Geomorfologica

Sismicità

La Garfagnana è una zona attraversata da un complesso sistema di faglie attive che la collocano fra le zone con sismicità medio - alta. Per quanto riguarda lo studio dei terremoti, questa regione è da sempre strettamente associata alla Lunigiana.

A scopo chiarificatore, va ricordato che l’intensità dei terremoti si classifica secondo la scala Richter o la scala Mercalli. La prima fornisce una classificazione obiettiva della quantità di energia liberata (magnitudo) in una valutazione che parte da valori che vanno da 3,5 per scosse leggere fino a 8,1 e oltre per scosse di intensità straordinaria, mentre la seconda assegna un grado agli effetti sull’ambiente in questo caso si va da I fino a XII.

I dati registrati indicano che le regioni sopra menzionate sono state interessate, dal 1740 ad oggi, da sedici terremoti che hanno superato il sesto grado della Scala Mercalli. Il più

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68 devastante fu probabilmente quello del 7 Settembre1920 con epicentro Villa Collemandina, paese distante solo pochi chilometri da Castelnuovo.

L’intensità fu di magnitudo 6,5 della scala Richter corrispondente all’VIII° grado della scala Mercalli.

Il terremoto del 1920 provocò danni ingenti in tutta la parte settentrionale della regione, con crolli di vari edifici e parecchie vittime anche nel capoluogo garfagnino e nelle sue frazioni.

Uno studio più recente (vedi tabella a fianco) mette invece in luce il fatto che recentemente si sono avute solo scosse di bassa magnitudo.

La Normativa antisismica è regolata dalle Legge 2 febbraio 1974 n.64, e dalle successive leggi, integrazioni e modifiche. In base all’ordinanza n°3274 del 20/03/03 Castelnuovo Garfagnana appartiene alla zona sismica 2.

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Leggi e Norme di riferimento

• Legge 26 gennaio 1963 n.47

Norme relative all’edilizia scolastica prefabbricata.

• Circolare LLPP 22 maggio 1967 n.3150

Criteri di valutazione e collaudo dei requisiti acustici negli edifici scolastici.

• Circolare LLPP 22 maggio 1967 n.3151

Criteri di valutazione delle grandezze atte a rappresentare le proprietà termiche, igrometriche, di ventilazione e di illuminazione nelle costruzioni edilizie.

• Legge 28 luglio 1967 n.641

Nuove norme per l’edilizia scolastica e universitaria e piano finanziario dell’intervento per il quinquennio 1967-1971.

• Legge 22 dicembre 1969 n.952

Conversione in legge con modificazioni del D.L. 24 ottobre 1969, n.701, concernente norme integrative e modificative della legge 28 luglio 1967, n.641, sulla edilizia scolastica e universitaria.

• Circolare LLPP 1 settembre 1971 n.8149

Criteri di valutazione e collaudo dei requisiti acustici negli edifici scolastici.

• DM 18 dicembre 1975

Norme tecniche aggiornate relative all’edilizia scolastica, ivi compresi gli indici minimi di funzionalità didattica, edilizia e urbanistica da osservarsi nella esecuzione di opere di edilizia scolastica.

• Circolare Sanità 10 luglio 1986 n.45

Piano di interventi e misure tecniche per la individuazione ed eliminazione del rischio connesso all’impiego di materiali contenenti amianto in edifici scolastici e ospedalieri pubblici e privati.

• Legge 29 ottobre 1988 n.464

Conversione in legge con modificazioni del D.L. 5 settembre 1988, n.390 concernente disposizioni urgenti in materia di edilizia scolastica.

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70 • DM Interno 26 agosto 1992

Norme di prevenzione incendi per l’edilizia scolastica.

• DLgs 16 aprile 1994 n.297

Approvazione del TU delle disposizioni legislative vigenti in materia di istruzione, relative alle scuole di ogni ordine e grado.

• Legge 11 gennaio 1996 n.23

Norme per l’edilizia scolastica.

• DM Pubblica Istruzione 18 aprile 1996

Istituzione dell’Osservatorio per l’edilizia scolastica.

• Lettera Circolare Min. Interno 17 maggio 1996 n.P. 954/4122 Sott. 32

Norme di prevenzione incendi per l’edilizia scolastica – Chiarimenti sulla larghezza delle porte delle aule didattiche e di esercitazione.

• Legge 8 agosto 1996 n.431

Interventi urgenti per l’edilizia scolastica

• Lettera Circolare Min. Interno 30 ottobre 1996 n.P2244/4122 Sott. 32 DM Interno 17 dicembre 1996

Modalità per la definizione dei rapporti derivanti dal trasferimento dai comuni alle province, ai sensi della legge 11 gennaio 1996, n.23, di immobili di nuova costruzione o soggetti a interventi di ristrutturazione, ampliamento o adeguamento destinati a uso scolastico.

• Direttiva N.133/1996

Regolamento emesso con DPR 567/1996.

• DPCM 5 dicembre 1997

Determinazione dei requisiti acustici passivi degli edifici.

• Legge 2 ottobre 1997 n.340

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71 • DM Pubblica Istruzione 29 settembre 1998 n.382.

Regolamento recante norme per l’individuazione delle particolari esigenze negli istituti di istruzione ed educazione di ogni ordine e grado, ai fini delle norme contenute nel DLgs 19 settembre 1994, n.626, e successive modifiche e integrazioni.

Prestazioni attese

L’area di intervento si trova non molto distante dal centro storico del capoluogo garfagnino (circa 500 metri), situata in una zona che è stata oggetto di una rapida espansione soprattutto dal punto di vista commerciale. Attualmente, potremmo dire che via Puccini e via Val Maira sono uno dei punti di riferimento principali di Castelnuovo e dell’intera valle.

I vari interventi edilizi ed urbanistici sono stati mirati al fine di dare all’intero contesto funzionalità ed autonomia. Sarà quindi necessario organizzare il lavoro proseguendo in tale direzione, senza perdere mai di vista gli obiettivi principali richiesti e procedendo verso una soluzione che rispetti l’ambiente e la morfologia del luogo. Un progetto quindi in linea con gli edifici esistenti, ma di basso impatto ambientale, dotato di forme di energia pulita e costruito con materiali che rispettino la natura.

Qualità ambientale ed innovazione tecnologica costituiscono il binomio sul quale lavorare al fine di dare una risposta alla sempre più pressante necessità di ridurre le emissioni inquinanti.

Una volta analizzata la disposizione dell’area, le sue caratteristiche migliori e le sue limitazioni, il clima e la sua morfologia, si è ritenuto opportuno procedere al fine di:

- disporre l’edificio in modo da favorirne il soleggiamento e l’illuminazione naturale.

- ottimizzare le caratteristiche tecniche e costruttive in modo da raggiungere i livelli richiesti di protezione dal rumore, dall’umidità e dal carico termico.

- favorire l’utilizzo di forme di energia rinnovabili e non inquinati.

- valorizzare il rapporto con gli altri edifici e migliorare il dialogo con le altre attività previste.

Per il soddisfacimento di tali prestazioni, si dovrà innanzi tutto procedere all’analisi delle esigenze, delle funzioni e attività di ogni singolo ambiente.

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72

2.4 Classi di esigenze e specifica delle esigenze

Le seguenti definizioni sono fornite dalla norma UNI 8289:1981. Le esigenze sono viste come esplicitazione di bisogni dell’utilizzatore del bene edilizio e tengono conto del fatto che un “ambiente costruito” è soggetto a vincoli imposti da un “ ambiente naturale” a leggi, norme e raccomandazioni tecniche.

Lo scopo, precisato dalla norma stessa, è quello di unificare l’esposizione nelle attività normative, programmatorie, progettuali, operative e di comunicazione relative al processo edilizio; definire il quadro di riferimento di quelle esigenze dell’utenza finale che, opportunamente trasposte, identificano requisiti e/o sistemi di requisiti.

Le classi di esigenze sono sette:

- Sicurezza: “Insieme delle condizioni relative all’incolumità degli utenti, nonché alla difesa e

prevenzione di danni in dipendenza di fattori accidentali, nell’esercizio del sistema edilizio”.

- Benessere: “Insieme delle condizioni relative a stati del sistema edilizio adeguati alla vita,

alla salute ed allo svolgimento delle attività degli utenti”.

- Fruibilità: “Insieme delle condizioni relative all’attitudine del sistema edilizio ad essere

adeguatamente usato dagli utenti nello svolgimento delle attività”.

- Aspetto: “Insieme delle condizioni relative alla fruizione percettiva del sistema edilizio da

parte degli utenti”.

- Gestione: “Insieme delle condizioni relative all’economia di esercizio del sistema edilizio”.

- Integrabilità: “Insieme delle condizioni relative all’attitudine delle unità e degli elementi del

sistema edilizio a connettersi funzionalmente tra loro”.

- Salvaguardia dell’ambiente: “Insieme delle condizioni relative al mantenimento e al

(42)

73 Ognuna di queste sette classi di esigenze è suddivisa in sottoclassi. La norma UNI 8290 :1983 fornisce i requisiti. I requisiti sono considerati come trasposizione a livello tecnico delle esigenze in connessione con l’approccio generale al processo edilizio.

A scopo chiarificatore nei punti successivi sono riportate delle tabelle che riportano Classi di esigenze, esigenze e requisiti. Dove è stato ritenuto necessario, sono stati approfonditi i requisiti citando le leggi e le norme che li regolano.

Sicurezza

La salvaguardia dell’utente è alla base del termine di sicurezza. Nel campo dell’architettura è riferita a pericoli specifici che possono essere crolli, incendi, terremoti ecc. La sicurezza è uno dei requisiti più studiati anche perché non solo i progettisti, ma anche la collettività è diventata sempre più esigente e attenta nei confronti dei propri bisogni.

Un qualsiasi organismo edilizio deve garantire agli utenti che lo occupano le seguenti:

• Sicurezza strutturale

• Sicurezza agli incendi

• Sicurezza dei materiali

• Sicurezza contro le cadute accidentali

• Sicurezza di elementi non strutturali

• Sicurezza in caso di emergenza

• Sicurezza contro le intrusioni esterne

• Sicurezza da agenti atmosferici e naturali

(43)

74 Di seguito vengono riportate due tabelle:

Classe di esigenze (UNI 8289:1981) Specifica di esigenze Requisiti (UNI 8290 parte 2a:1983)

Sicurezza strutturale Resistenza meccanica (azioni statiche e dinamiche) Resistenza al fuoco delle strutture REI Reazione al fuoco dei materiali REI Controllo delle dispersioni elettriche REI Sicurezza agli incendi

Controllo delle dispersioni di gas REI Utilizzo di materiali non nocivi per la salute Sicurezza dei materiali Utilizzo di materiali che abbiano caratteristiche di

qualità richieste nella progettazione Sicurezza delle scale

Sicurezza delle rampe

Sicurezza della pavimentazione

Sicurezza dei parapetti di scale e terrazze

Sicurezza

Sicurezza contro le cadute accidentali

Sicurezza degli infissi

(44)

75 Per soddisfare la gran parte dei requisiti di sicurezza sopra elencati, basta seguire le normative vigenti nei vari campi di applicazione. In particolare:

Classe di esigenze (UNI 8289:1981)

Specifica di esigenze

Requisiti

(UNI 8290 parte 2a:1983)

Tenuta all’acqua

Tenuta alla grandine, alla neve e al gelo Tenuta al vento

Isolamento termico Isolamento acustico Sicurezza di elementi

non strutturali

Resistenza ad eventi accidentali

Individuazione ed accessibilità delle vie di fuga Presenza di impianti adatti alle emergenze Accessibilità dei mezzi di soccorso Sicurezza in caso di

emergenza

Predisposizione di un Piano di Emergenza

Resistenza alle intrusioni di persone non desiderate Sicurezza contro le

intrusioni esterne

Resistenza alle intrusioni di animali o insetti Tenuta all’acqua, alla grandine, alla neve, al gelo Tenuta al vento

Isolamento termico Sicurezza da agenti

atmosferici e naturali

Resistenza ad eventi accidentali

Sicurezza

Sicurezza all’uso degli

spazi Sicurezza delle attrezzature per laboratori

(45)

76

- Sicurezza strutturale

Oltre a seguire i criteri di un’attenta progettazione, è bene ricordare che l’edificio in questione, viene progettato in zona sismica, per cui vanno seguiti i criteri di progettazione D.M. dei lavori pubblici 24 gennaio 1986 “Norme tecniche relative alle costruzioni sismiche” e successive modificazioni e integrazioni, (ora sostituito dal D. M. 16 gennaio 1996).

- Sicurezza contro gli incendi degli edifici scolastici

Le norme generali relative alla sicurezza contro il fuoco delle strutture scolastiche sono fissate dal D. M. Interno 26 agosto 1992, “Norme di prevenzione incendi per l’edilizia scolastica”, che si riporta integralmente nel seguente capitolo: “Prevenzione incendi per l’edilizia

scolastica”. Ai fini delle presenti norme si fa riferimento al D. M. del 30 novembre 1983.

Le scuole vengono suddivise, in relazione alle presenze effettive contemporanee in esse prevedibili di alunni e di personale docente e non docente, nei seguenti tipi:

• tipo 0: scuole con numero di presenze contemporanee fino a: 100 persone; • tipo 1: scuole con numero di presenze contemporanee da 101 a 300 persone; • tipo 2: scuole con numero di presenze contemporanee da 301 a 500 persone; • tipo 3: scuole con numero di presenze contemporanee da 501 a 800 persone; • tipo 4: scuole con numero di presenze contemporanee da 801 a 1200 persone; • tipo 5: scuole con numero di presenze contemporanee oltre le 1200 persone.

Alle scuole di tipo “0” si applicano le particolari norme di sicurezza di cui al successivo punto 11. Ogni edificio, facente parte di un complesso scolastico purché non comunicante con altri edifici, rientra nella categoria riferita al proprio affollamento.

- Resistenza al fuoco delle strutture: la circolare n. 91 del 14 settembre 1961 del Min. dell’interno fissa i requisiti di resistenza al fuoco degli elementi strutturali, le prescrizioni e le modalità di prova stabilite per i vari materiali. La circolare fissa gli spessori e le dimensioni da adottare per i vari tipi di materiali. Le strutture portanti di edifici alti fino a 24 metri devono essere realizzate in modo da garantire una resistenza al fuoco di almeno R 60 e le strutture separanti di almeno REI 60. Per edifici di altezza maggiore, si adotta rispettivamente R 90 e REI 90.

Le caratteristiche di resistenza al fuoco dei vani scala devono essere congrue con quanto detto finora. La larghezza minima delle scale deve essere di 1,20 m. Le rampe devono essere

Figura

Fig. 2.1.1: Alcune delle macchine usate nei laboratori dell’Ipsia S. Simoni
Fig. 2.2.1: La Toscana e la Garfagnana Qualcuno l’ha definita “l’isola verde della Toscana” ed in effetti mai nome fu più appropriato
Fig. 2.2.2: La Garfagnana
Fig. 2.2.3: La suggestiva rocca di Castelnuovo con la torre ariostesca
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