• Non ci sono risultati.

Cassa di risparmio in Padova : Notizie e documenti dal 1822 al 1897 Vol. II

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2021

Condividi "Cassa di risparmio in Padova : Notizie e documenti dal 1822 al 1897 Vol. II"

Copied!
134
0
0

Testo completo

(1)
(2)
(3)
(4)
(5)

NOTIZIE E DOCUMENTI

SULLA

CASSA

DI RISPARMIO

DI PADOVA

del 1

22

21,1

1897

VOLUME SECONDO

PADOVA

R. Stabilimento P. Prosperini 1898

(6)
(7)

(1 \.~.

l EI{1 DO ùal 1 70 al

letH)

01

nuovo

'tatuto,

che fu approvato, come abbiamo veeluto, nel

l

ovembre

del

1869, veniva sancito il distacco della

a'i'a eli Risparmio dal :'lonte di Pietà

di diritto e di fatto, ma il di tacco non si conseguì subito.

Il ConsIglio Comunale e la Camera di ommercio chiamati a costituire il

Con-siglio el'Amministrazione nominarono al principiare dell' anno

1870 Consig-lieri, il

primo i Signori Bellini Teobaldo, Forti Eugenio, Romanin Andriotti Al ssanclro,

Ing. Giacomo

~Iagarotto

e :'liari Felice; la seconda i 'ignori Vincenzo Zatta

e

Trieste Giacobbe.

La prima seduta del Consiglio, previét una conferenza dei Consig-lieri nel

Pa-lazzo Municipale col Sindaco, ebbe luolYo il

20

Aprile

1870

con l'intervento di

sol! quattro Consiglieri.

Furono anzitutto esaminate le condizioni della Cas a risultanti dal Bilancio

al 3 I

Dicembre

1869, che erano le seguenti:

Credito wrso il ~Ionte di Pietà :\Iutui a privati c Comuni Fonùo di Ca'isa

Conti Correnti colle Banche Crediti di,'cri .

DebitI) ,'erso i depositanti Debiti di\'ersi . Patrimonio

.\ T T I V O

Totale

P A

~~.

I V

Totale L. l) l) L. L.

"

L. )00,000.-996 ,).p.86 68,6b6.QI 3°,000.-22,4 82.83 1,617,i 12.60 I ,5·Fì.2 J 7·33 J 1,2)2.06 .'it',223·21

(8)

6

i

determino, stante la riluttanza di alcuni Con iglieri

ad

accettare 1'ufficio,

di non procedere

alla

nomina del Pre idente, ma di

rimandarla

ad

altra epoca,

di

incaricare il

Rag. del :\Ionte Sig. Carraro

ad

a sumere provvisoriamente

1'uf-ficio di Direttore della Cassa,

invitandolo

a rice\'ere

in con eo-na

1'ufficio

te

dal

Direttore

ig.

Gio

.

Batta Fogaroli

già collocato

a ripo

o, di

dar

cor

o

agli

affari piu urgenti

per

impedire

un

arenamento

nelle

operazioni, ed i

danni della

giacenza del danaro in cassa, giacenza che ammontava, come ri '

ulta

dal

yerbal

di consegna effettuato

dal

ig. Fogaroli,

alla co

picua

'

oml11a di

L.

q6 6:n.2

5.

Le

sedute, specialmente per effetto della incertezza di alcuni Con

'

igliel'i ad

accettare l'incarico, si seguirono frequenti,

ma

svogliate;

la lotta

degli impiegati

del

Monte contro

la

separalione,

iniziata

dal 1866

quantunque

latente,

era em·

pre

assidua; i

nuovi Consiglieri d'Amministrazione

irresoluti

ul modo

li

se-guire le disposizioni

dello Statuto,

incerti sull' interpretazione di alcuni articoli,

specialmente dell' art. 56, il quale

disponendo

in via

tran

itoria

che 9[' impieyati

del

jl10nle conrinuerebbel'o a fungeTe

e~iandio

pel'

la

Crissa fino a che il

COJ/-siglio Comunale non avesse

delibel'ato l'attua:::ione

della nuolJa pi(1nta, aveva

indotto

qualche Consigliere

d'Amministrazione

ad

osservare, ulla

propo

ta del

Direttore

provvisorio Sig

.

Carraro di

chiamare

un Ragioniere per

disimpegnarne

le mansioni

presso

la sola Cassa di Risparmio,

che

la

separazione delle

incom-benze

del Ragionier'e sarebbe in contraddizione all' al't.

succitato dello Statuto

ed alle intenzioni

dell'

autol"ità tutoda,

la

quale non pOl1"ebbe l"iconosceda, pel"chè

z'l

Ragioniere

del

l

l[onte

dovelJa essere il

Ragioniere

della Cassa.

Frattanto nel 16 Luglio 1870 venne

sclolta

l' Ammini ·trazione del Monte e l

affidata ad

un Commissario

Governativo, che fu

il

Sig.

Avv. A. De Pieri. Il

Con-siglio, che era

incerto

s

ul

da fare, non

seppe approffittare

di una

occasione co

ì

favorevole

come quella

dello

scioglimento

dell'Amministrazione del Monte

per

se-parare la

Cassa, ed

affidò pure

al

Commissario Governativo la

Direzione

provvi-soria

della Cassa.

Così

lo

stesso

Commissario

Governa

tivo

al Sindaco preoccupato

per

lo

scio-glimento dell' Amministrazione

del 1Ionte,

che

poteva influire

inistramente

sulla

Cassa

eli

Ri

parmio, gi

us

tamente

rispondeva

che

la

crisi del il![onte non aveva

esercitato, nè poteva esercitare nessuna

influenza

(I)

.

i\Ia

se

nes una

influenza aveva esercitato

la

cri

i del i\Ionte,

il funzionamento

della Cassa

non

era

regolare; la mancanza d'un Ragioniere speciale

per la Cassa

pel cui

ufficio

già

il Sig.

Rag. Carraro aveva desiderato una per 'ona che

cono-scesse

almeno

z'l

sistema della doppia

scrittura,

rendeva

complicata

la

contabi-lità in modo

che

non si potè

compilare

la

situazione

mensile voluta

dal nuovo

Statuto

che

nel mese di Giugno; la Deputazione Provinciale

come autorità

tutoria

si era giustamente

rifiutata di prendere in

esame

i mutui

che ad essa

veni-vano

inviati secondo l'antico sistema

della Ca

sa

riconoscendone

ormai

la piena

autonomia;

il Consiglio incerto

se,

ed

in

quali

limiti potesse accogliere le domande

(9)

7

-di nuovi mutui; i rapporti col Monte amichevoli ma non molto espansivi; alcune questioni come quella sul rialzo dell' interesse sulle somme sovvenutegli, sul pa-gamento di alcune tasse, sul modo di valutare i danni risentiti dalla Cassa per effetto delI'accettazione di depositi

in

effettivo,

li

rendevano sempre più freddi: gli impiegati che prestavano servizio tanto al Monte come alla Cassa erano inquieti e domandavano che la loro condizione fosse regolata di fronte alle disposizioni dell' art. 56 del nuovo Statuto, quantunque, per dire il vero, nessun cambiamento fosse derivato ad essi da quell' articolo.

Tutti questi fatti mossero il Consiglio a chiedere al Commissario Governa-tivo per l'Amministrazione del Monte, e Direttore provvisorio della Cassa, un piano di ordinamento degli uffici.

Il progetto fu presentato il 23 Dicembre 1870 con la seguente:

REGIO D'ITALIA

DIREZIONE

DEL MONTE DI PIETÀ

Padova h" 2J Dicembre I870'

E DELLA

CASSA RISPARMIO

N.

471

Monte

~

All' Onorevole Consiglio d'Amministrazione

DELLA CASSA DI RISPARMIO DI PADOVA

In forza dell'Articolo I.n dello Statuto 22 Maggio 1869 approvato dal Decreto Reale 18 Dic.: d. a., la Cassa di Risparmio che da lungo tempo era annessa al Monte di Pietà, venne staccata da esso, e sino dal 20 Aprile dell'anno spirante funziona come una istituzione speciale e con una propria sfera d'azione, sotto l'Amministrazione di cod.o Onorevole Consiglio.

L'origine e lo scopo della detta Cassa di Risparmio, 1'intimo legame onde per lungo volgere d'anni rimase unita al Monte di Pietà, diedero naturalmente occasione a rap-porti sÌ di fatto che di diritto tra l'una e l'altra istituzione, che avrebbero dovuto de fi-nirsi e liquidarsi al momento in cui avvenne la loro separazione, e se fatto lo si avesse fino d'allora, la rispettiva Amministrazione avrebbe avuta una base più precisa e de-term inata, avrebbe potuto fin dalle prime camminare più liberamente verso il proprio scopo.

Invece la posizione dei due Istituti è equivoca, e sussistendo tuttavia indefiniti e non liquidati i reciproci rapporti creati dal legame anteriore, sussistono necessariamente, nè possono togliersi, le anormalità che ne sono la conseguenza, e che nuocono grande-mente al libero sviluppo di entrambi.

(10)

e liquidazione dei detti rapporti, non ne ha for e valutata a dovere l' importanza; non ne ha forse prevedute le conseguenze; e'sa quindi di tutta buona fede ha riportato al domani ciò che era se non urgente certo prudenziale eseguire nell'o i.

Essa ha creduto certamente che col dilazionare l'esercizio di un diritto non lo si pregiudica, quando si sa di doverlo esercitare ver'o chi non ha, nè può a,-er a norma che la giu tizia e la equità.

Nè in questo può dir i ch'es a s'abbia ingannata, perchè anche la Direzion attuaI facendo egual calcolo sulla equità e giustizia di cod. Onore,-ole Con iglio di Ammini, strazione, quantunque sia convinta che definire e liqui.dare i rapporti tra i due istituti creati dalla passata loro unione, sia una inevitabile neces ità, quantunque ne valuti tutta la importanza, e creda di poterne precedere le conseguenze probabili, pure non di-sente da una nuova dilazione.

E tanto meno vi dissente, perchè nel frattempo avrà potuto raccogliere tutti gli estremi, atti a far sì che la soluzione della pendenza, po -a poi ott ner'i pr cisa e sol-lecita. :Ma se è possibile il protrarre senza grave pregiudizio la definizi n e liquida-zione dei rapporti creati dalla lunga unione della Cas a di Ri parmio col 1Ionte di Pietà, non è egualmente possibile dilazionare davvantaggio la regolazione e liquidazion dei nuovi rapporti che nacquero dopo la eparazione dei due istituti in forza della c n-tinuata loro convivenza nello stesso stabile, della promiscuità di alcuni usi e servlgl, e del sussidio che la. Cassa di Risparmio intende di accordare al 1Ionte nei ca i in cui questi ne po sa abbisognare.

L'indole di questi nuovi rapporti è tale da rendere assolutamente condizionata alla loro regolazione e liquidazione la convivenza di un istituto accanto all'altro. Senza di iò detta convivenza diventerebbe moralmente impossibile perchè sorgerebbero delle incom-patibilità e delle collisioni, le quali senza uno scopo che valesse a giu'itificarle,

dareb-bero causa a gravi inconvenienti ed a danni reciproci.

Anche u di ciò la cessata Direzione del Monte di Pietà ha creduto di adottar il partito dilatorio, forse calcolando che la via agli accordi potesse rendersi meno cabrosa; in questo però la Direzione attuale non può imitarne l'esempio, s endo convinta che ogni ulteriore dilazione può difficultare di molto la definizione della pend nza, e quel ch' è peggio causare all' istituto affidato alle sue cure dei danni non indifferenti eel irre-parabili, dei quali non intende di sopportare la responsabilità.

Egli è perciò ch'essa si dirige a code to Onorevole Consiglio d'Amministrazion per interessarlo a voler dar opera affinchè colla maggior pos ibile sollecitudine pos a aver luogo tra la Cassa di Ri parmio ed il Monte di Pietà la regolazione e liquidazione dei rapporti causati dalla loro continuata convivenza nel medesimo locale, dalla promiscuità d'usi e di servigi, e dai sussidj che l'uno si propone di dare all'altro, affinchè ciascuna a.elle due amministrazioni, nelle reciproche loro relazioni, conosca positivament la somma dei diritti e dei doveri rispettivi.

La Direzione del Monte di Pietà non esita a pronunciarsi per la prima in argo-mento, ubordinando alla saggezza di codesto Onorevole Consiglio le seguenti conside-razioni e proposte.

Non si dee dimenticare che lo Statuto 22 Maggio r869 obbligatorio per la Cassa di Risparmio in tutto e per tutto, non lo è pel Monte di Pietà in veruna part , nemmeno in quelle che e plicitamente lo contemplano.

Le disposizioni degli articoli 21. 56. e 57., che sono i oli che appunto lo riguar-dano, non costituiscono nè possono costituire obblighi pel ~10nte, ma semplici proposte, ch'esso è libero di accettare o meno e di subordinare anche a condizioni.

(11)

Rispar 9 Rispar

-mio, a preferenza d'ogni altro, perchè coll'assoggettarlo alle condizionz' /{enerali degiz" altri sovvenutt", il privilegio gli diventerebbe sommamente dannoso.

Diffatti la Cassa di Risparmio esige di regola dai mutuatarj l'interesse nella ragione annua del 6. p. 010. Se il Monte di Pietà dovesse corrisponderle un eguale interesse che ne deriverebbe? ch'esso non esigendo dai pignoratarj che il solo sei per cento, do-vrebbe rinunciare ad ogni utile sulle sovvenzioni avute dalla Cassa di Risparmio. far fronte a tutte le passività colla sola tassa del taglio boletta, abbandonare ogni speranza di aumento di patrimonio ed avventurarsi anzi al pericolo di doverlo intaccarE'

La Direzione del Monte di Pietà non può certamente compromettere a questo segno la gestione affidatale, e tanto meno lo può in quantochè non le tornerebbe difficile trovare sovvenzioni dai privati alle stesse condizioni, sotto cui la Cassa di Risparmio riceve i depositi, potendo anche il Monte offrire larghe e solide garanzie. Ma se il Monte d~ Pietà fosse costretto di ricorr~re a questo mezzo, è evidente ch'esso in so-stanza andrebbe a reistituire nel proprio seno una nuova Cassa di Risparmio, eguale a quella che lo Statuto 22 Maggio 1869 gli ha tolta, e questa nuova Cassa di Risparmio potrebbe fare una concorrenza, atta forse a paralizzare in tutto od in parte lo scopo che il Comune si è prefisso nell'addottare lo Statuto 22 Maggio 1869.

È evidente che è interesse della stessa Cassa di Risparmio attuale l'impedire che ciò avvenga, nè altrimenti si può impedirlo che coll'accordare al Monte di Pietà le sov-venzioni ad un interesse minore in confronto degli altri sovvenuti. .

D'altronde che sulle somme sovvenutegli dopo l'attivazione del nuovo Statuto, il Monte pagar debba l'interesse del 6. p. 010 può trovarsi anche giusto; se non voleva adattarsi alle prescrizioni dello Statuto, non dovea profìttarne.

Non credesi però giusto nè equo che debba pagare lo stesso interesse anche per le somme che già deteneva a quell'epoca, perchè le deteneva all' interesse del 5 Ilz p. % in base alle regole precedenti, le quali costituivano un patto, che una sola delle parti non è competente di modificare, e che quindi dee ritenersi tuttora operativo, perchè il Monte non è mai stato diffidato a restituire le .somme sovvenu tegli, nè si potrebbe equa-mente diffìdarnelo, senza dargli un termine conveniente e proporzionato all'entità delle somme ed all' impiego che .notoriamente ne ha fatto.

In ogni peggiore ipotesi adunque, ove la Cassa di Risparmio non volesse recedere dalla rigorosa applicazione dell'Art. 21. del suo Statuto, per ciò che si riferisce alle sov-venzioni posteriori all'attivazione dello Statuto medesimo, dovrebbe indubbiamente farvi eccezione riguardo alle sovvenzioni anteriori, parificandole ai Contratti di mutuo con privati già in corso, che pure ha dovuto e deve tuttavia rispettare, e limitandosi ad esigere sulle dette sovvenzioni ·il solo interesse del 5 112, p. % ' ch'era quello che il Monte conteggiava in addietro.

È

però naturale che in ogni caso, il Monte di Pietà si riservi espressamente la piena libertà di ricercare ed ottenere sovvenzioni da altra fonte, le quante volte il suo interesse glielo consigli e lo esiga.

1\Ia non è questo il tutto che debbasi regolare tra i due istituti. La convivenza loro nel medesimo Stabile, l'uso comune dei locali e mobili, il servizio comune di varj impiegati", e la impossibilità di tener separate certe spese, creano la necessità che venga determinata la rispettiva quota di concorrenza nelle passività relative, onde l'uno degli i'itituti non rechi danno all'altro.

Anche quando essi erano uniti, la quota di concorrenza nelle passività comuni era determinata, ma con criterj che non aveano certamente per base una scrupolosa esat-tezza, che d'altronde non si era creduto di dover ricercare trattandosi di due enti così intimamente legati tra loro.

(12)

- 1 0

-sabile, perchè sarebbe ingiu to che l'uno utilizzasse a capito dell'altro, e yiceyersa; d'altronde e endo e enzialmente mutate le circostanze, non può piiI reggere un calcolo che E'rasi fatto in circo tanze diverse.

Lo te so Statuto riconosce la nece sità che i rapporti fra i due i tituti pei titoli suaccennati Yengano liquidati e regolati, tanto è yero che all 'art. -7 ne demanda

espres-amente l'incarico al Consiglio d'Amministrazione.

Xel detto Art. 57 dello Statuto si contemplano i fitti, i salarj, le pensioni ed altri oneri eyentuali.

Parlando dei fitti, non trattasi che dell'uso promiscuo che fa la C~ a di Risparmio di alcuni locali del Monte di Pietà, di quelli cioè nei quali ta11l10 gli ufficj della

Di-rezione, della I~ agioneria e della Cassa. In passato la Cassa di Risparmio corrispondeya per l'uso dei detti locali al ".:\Ionte di Pietà annue It. L. 50 ; ma fatto rifi s o clw in generale le mercedi di pigione sono sensibilmente aumentate, che di molto aumentata è la imposta sui fabbricati, e che coll'u o dei locali la Cas a di Ri l armio ha pure quello dei mobili esistenti in e si, ritiensi che il detto correspettivo debba eleyarsi ad annue It. L. 700.

Quanto ai salarj, deesi primieramente determinare quali fra i molti impiegati del Monte di Pietà, è necessario che abbiano a disimpegnare anche il en-igio della as. a eli Risparmio.

Per l'addietro furono co tantemente addetti alla Cassa di Ri parmio, con soldo pe-ciale a carico della stessa, oltre quello corrisposto dal ilIonte, il Direttore, il Ragioni re, l'Assistente Controllore ed il Cassiere. Ma iccome nel di impegno di ciò che si riferiva alla Cassa di Risparmio prestavasi qualche altro impiegato, e cioè il Cancellista della Direzione, il Portiere della stessa e quello della Cas 'a, co ì dal 1868 in poi, si è tro-vato giusto dall'Autorità tutoria di determinare che pei detti impiegati la Cassa di Ri-sparmio abbia a corrispondere al Monte di Pietà l'annua omma di It. L. 700.

La pianta contemplata dallo Statuto 22 Maggio 1869 cont mplerebbe un Direttor', un Ragioni re, un Cassiere, uno Scrittore Contabile, ed un Portiere. All'art. .15 però è data facoltà al Consiglio d'Amministrazione di accrescere la detta pianta a seconda delle esigenze dell' Istituto, con che venne fatto palese il dubbio che la pianta fi sata

non possa esser sufficiente.

Sarebbe fuor di luogo l'esaminare se quella pianta possa o meno bastare, ave la Cassa di Risparmio avesse a separarsi del tutto dal ':--10nte di Pietà; non è però fuor eli luogo l'asseverare ch'essa è certo insufficiente, dovendosi valere d'impiegati comuni ad un altro istituto, perchè è evidente che il duplice servigio sottrae necessariamente una gran part" dell'opera, e che tale sottrazione non può esser compensata che dall'au-mento del numero degli operaj.

Perchè adunque uno ste so personale possa ad un tempo esaurire le incombenze proprie del Monte di Pietà, e quelle della Cassa di Risparmio, occorre che si rit ngano impiegati comuni ai due istituti, tutti quelli che tali erano in addi tra, e cioè il Dir t-tore, il suo Cancellista, il suo Portiere, il Ragioniere, l'Aggiunto Controllore, il Cassiere, ed il Portiere di Cassa; e siccome avvenuta la separazione tra l'uno e l'altro istituto, il Monte non potrebbe pitI consentire che verun altro dei proprj impiegati prendesse in-gerenza nelle cose della Cassa di Risparmio in sussidio a quelli che le sono sp cial-mente addetti, come uccedeva in passato, così è necessario per assicurare la regolarità, e attezza e peditezza del servigio, che al personale comune . udd. si aggiungano: uno Scrittore Contabile ed un Scrittore di Cassa a carico esclusivo della Cassa di Risparmio, ed alle dipendenze esclusive della stessa.

(13)

affari, e nella tenuta delle contabilità, che ha accresciuto il lavoro, e che quindi esige aumento di mano d'opera.

Quanto poi agli stipendj dee premettersi una osservazione.

Finchè i due istituti erano uniti non si ebbe riguardo che agli impiegati ed al du-plice servigio che in fatto prestavano, e quindi si assegnarono ad essi speciali assegni a carico della Cassa di Risparmio, distinti da quelli che percepivano dal Monte di Pietà.

Non si ebbe nessun riguardo al danno che risentiva il Monte, nel permettere che i proprj impiegati durante lo stesso orario d'ufficio si occupassero di cose relative ad una di versa gestione.

I legami che sussistevano allora fra le due istituzioni, ed i vantaggi che l'una a n-dava a ritrarre dall'altra, permettevano che si sorpassasse sull' inconveniente suacce n-nato. Ma ora la cosa è ben diversa: ora que' legami sono sciolti, nè v'ha più motivo alcuno, per cui uno degli istituti abbia a fare un sagrificio a favore dell'altro.

Nella gestione degli impiegati comuni occorre adunque che si abbia in mira e di compensare gli impiegati pel servizio che in fatto vanno a prestare alla Cassa di Ri-sparmi, ed al quale, come impiegati del Monte, non sarebbero in veruna guisa o bbli-gati, e di compensare in pari tempo il Monte di ciò che perde colla sottrazione in di lui danno di parte dell'opera giornaliera degli impiegati.

Quanto agli impiegati deesi avvertire che per qualcuno pitl che questione d' inte -resse la è anche questione di decoro, e che per questi pitl che soddisfare le loro es i-genze economiche, deesi cercare di rendere soddisfatto il loro naturale amor proprio. Per gli altri deesi far calcolo che importanti sono le mansioni a ciascheduno attribuite, che molti sono soggetti a seria responsabilità pella quale dànno già una cauzione, e che in generale le esigenze economiche di ciascuno sono di molto accresciute, e per l'au -mento dei prezzi dei generi di prima necessità, e delle pigioni, e per le deduzioni non indifferenti causate dall' imposta di ricchezza mobile.

Sulla base di queste cOl1siderazioni parre~be conveniente che gli onorarj a favore degli impiegati dovessero stabilirsi come segue:

Pel Direttare Pel Cancellista Pel Portiere Pel Ragioniere Per l'Assistente Contabile Per lo Scrittore Contabile. Pel Cassiere

Per lo Scrittore di Cassa Pel Portiere di Cassa Totale It. L. 15 00: -400:

-"

15 0: -900: -)) 600: -)) 1200: -)) 800: -)) 900:

-"

100: -L. 655 0 :

--

---.,

---Parrebbe inoltre conveniente che la Cassa di Risparmio corrispondesse a titolo di compenso al Monte di Pietà per l'uso che vien fatto da essa dei suoi impiegati annue It. L. 1400.

Così essa coll'annua spesa complessiva di It. L. 7950 avrebbe assicurato quel se r-vigio pel quale lo Statuto con una Pianta evidentemente insufficiente avrebbe preve n-ti vata la somma di annue It. L. 8800.

(14)

- 1 2

-Quanto alle pensioni ciascun i tituto de,-e o tenere la propria quota in proporzione allo stipendio che corri pondeya al pen ionato nell'epoca in cui pao: ò allo 'tato di ripo,o. Quanto finalmente agli altri oneri eventuali, per ora non po,sono averi in contem-plazione che le spese d'1Jfficio, ossia quelle pe e che i fanno in comune, e delle quali è impossibile tener un conto separato come p. e . carta, penne, inchio tro, lumi, le l'n a ecc. Per queste spese in addietro la Cassa di Risparmio corrispondeva al Mont annue 1t. L. 300. Se nonchè coll'attivazione dello Statuto, e col diyer o modo di trattare gli affari introdotti in forza del medesimo, maggiore consumo di quegli articoli yien fatto dalla Cassa di Risparmio, sicchè troverebbesi giusto, che essa dO"esse elevare il om-penso ad annue It. L. -1-00.

Regolati e liquidati nei modi suaccennati i rapporti tra il n[onte eli Piptà e la as. a di Risparmio, ya ad e ser tolto per sempre l'adito a que' conflitti, ed a quelle incompa-tibilità che turberebbero nece ariamente il regolare andam nto delle due ge ti ni e renderebbero inevitabile la sollecita completa separazione dei due i tituti.

La Direzione del :\[onte nel subordinare le sue propo te a cod. Onoreyole Con iglio d'Amministrazione è animata dal desiderio di contribuire per quanto stà in essa a che il buon accordo tra le due istituzioni si renda sempre più olido, onde abbiano

yicen-devolmente a sostener i, e cooperare allo scopo che ciascuno i propone.

Animato com'è anche codesto Onorevole Consiglio, dall'eguale desiderio, vorrà cer-tamente apprezzare le sovraesposte os ervazioni e convenendo in es e vorrà solI cita-mente adottare i propo ti provvedimenti.

Xon vorrà poi disconoscere la convenienza che i detti provvedimenti abbiano a r -trotrarsi al giorno in cui lo Statuto 22. Maggio 1869, è entrato in vigore, perchè '. ap-punto da quel giorno che venne introdotto il nuovo stato di co e da cui nacqu ro i nuovi rapporti, che i provvedimenti medesimi valgono a regolar e liquidare .

.lt COlli III issarz'o Govcr /lativo f. f. di DIRETTORE

A. DE PIER1

Al disagio in cui si trovava per tali motivi l'Amministrazione della Cassa, devesi aggiungere anche quello più grave dipendente da questioni attinenti al Con-siglio d'Amministrazione.

Nessun Consigliere nominato aveva apertamente dichiarato li accettar l'uf-ficio; pareva quasi che ognuno subisse la nomina come un grave sacrificio da compiere' nessuno poi voleva accettare la Presidenza.

Il 1Jiari che non aveva assistito ad alcuna seduta, si dimise; e fu necessario quasi tutto l'anno 1870 per trovare una persona disposta a rimpiazzarlo, perchè altri nominati non accettarono.

Finalmente nel 23 Novembre di quell' anno il Consiglio Comunale nominò il Co. A. Emo - Capodilista.

Egli ste so che aveva seguito con interessamento la riforma dello lalulo della Cassa sulle prime era titubante, e più titubante ancora era ad acc ttare 1'ufficio di Presidente. al quale fu nominato nel

14

Gennaio

187I, (I)

e nOn

(15)

cettò che quando fu sicuro di avere 1'appoggio di tutti i Consiglieri di Ammini-strazione per compiere la separazione della Cassa dal Monte.

Convocati i Consiglieri nella sua casa il 24. Gennaio 187 l, intervennero Signori Forti Eugenio, Trieste, Romanin Alessandro e Zatta.

Il Consiglio esaminò la nota 23 Dicembre 1870 N. 471 della Direzione del Monte, trovò

che

le p1'etese da

essa

accampate per istabilire

i

nuovi rapporti che

dovesse?'o regolare

la

convivenza

dei due Istituti sa?"ebbero

di un

peso

insopporta-bile

pe1' la

Cassa

di Risparmio

e

riconobbe

che

la

comunanza

degli impiegati,

e la promiscuità dei

locali potrebbero influire poco favorevolmente sult

anda-mento della Cassa e sarebbero certamente d'ostacolo a che essa potesse

rag-giunge1"e quel progressivo

incremento cui

doveva aspirare,

e perciò prese la deliberazione:

Di

presentm'e in uno

al

consuntivo

1870

un

1"apporto

al Consi,c;lio

Co-munale domandando a nor'ma

dell' art.

56

dello

Statuto

la

completa

separa-~ione,

ed attuazione

della pianta

cl'

ufficio chiedendo in pari

t

emp

o la

moclz'fi-cazione degli art.

39

e

40

nel modo che verrà proposto.

Ecco il rapporto in data 22 Marzo 187 I :

N. I Prot. Preso

~

-ALL'ONOREVOLE GIUNT A MUNICIPALE

DI

PADOVA

~ oi sottoscnttl nell' assumere in sullo scorcio d'Aprile del 1870, il mandato di dirigere l'amministrazione della Cassa di Risparmio di questa città, durante il primo periodo della trasformazione impostale dal nuovo Statuto approvato col Reale Decreto

18 Dicembre 1869, ci trovammo ben tosto di fronte ad un passato del quale la poco lieta eredità, cui era pur d'uopo accettare come fondamento e principio della rinnovata esistenza, esercitar doveva la sua non benefica influenza, almeno nei primi tempi sovra 1'impulso che noi eravamo chiamati ad imprimere ad una istituzione che assumeva ormai un carattere eminentemente municipale, perchè, mentr' è dagli eletti del Comune in principal modo amministrata, dal Comune stesso ha l'usbergo d'una guarantigia che ascende alla ragguardevole somma di L. 200000.

Che il passato fosse di poco allegri auspicii lo si dimostra dal fatto che l'ultimo dei bilanci approvati dall' Autorità tutoria prima d'ora competente, risale al 1867 ed appro-vati non erano - e noI sono pur oggi - i risultamenti della gestione negli 1868 e 1869 e che, dai dati che ci offerse la Direzione del Monte di Pietà, ch' era pur quella della Cassa di Risparmio, si manifestò che, mentre 1'ultimo dei bilanci approvati presentava un' attività depurata di Fior. 3 l 9 1.575, gli effetti della posteriore amministrazione condotta

in tempi tanto eccezionali e difficili, si erano: per il 1868 un passivo di L. 3099.87 e per il 1869 parimenti un passivo di L. 192I.93.

(16)

- q

-anni la Ca') a di Ri parmio e quanta prudenza richiedeyasi da noi. cui era affidato l'a\--viarla a vita più libera ed ardita.

Percio, quantunque e per l'e pre<>so tenore dell' art. 1, e per lo .pirito di tutt lo 'tatuto pd anco per il chiaro pemiero di chi lo dettò, quale emerge dalle discussioni che ne precedettero la sanzione, non fosse dubbio che la Cas a di Ri parmio doyes<;e es ere non solo intrinsecamente, ma anche in forma esteriore e diremmo qua i materiale staccata dal ~Ionte di Pietà in modo da fungere anche agli occhi pilI volgari e m('110 attenti, come una Istituzione speciale, pure, veggendo lo tremat patrimonio che, da L. 632.j.+.2 l, era i ridotto in due anni a L. - 223.2 l ; con iderando che una subita se-parazione avrebbe richiesto certamente un' aumento ragguardevole dell p d'am-ministrazione in confronto di quanto fino allora aveva bastato, e quand' anche i \'ole " e potesse, per qualche tempo, restringere la pianta organica portata dallo 'tatuto al-l'art. 39, sopratutto sperando che l'applicazione dell' art. 56, per il quale gli attuali im-piegati del ?lonte di Pietà dovevano provvisoriamente continuare a funger eziandi per la Cassa, potesse procedere piana mente e tranquillamente senza aggravare la con-dizione di questa e mercè il buon accordo colla Direzione del 1l'Ionte; ci parve es ere miglior consiglio il soprassedere per qualche tempo al completo materiale di tacco delle due Istituzioni e provvedere intanto ad un' assetto dell' amministrazion della Cas a in armonia allo Statuto e promettente di effetti meno tristi che non fos ero quelli d i due precedenti esercizi.

Venuti concordentemente in questo parere, fino dal giorno 2+ Aprile 1870, in cui si può dire abbia avuto luogo la prima seduta del Consiglio d'Ammini trazione, comechè incompleto, abbiamo dovuto applicare al Monte di Pietà l'art. 2 dello Statuto, per il quale noi non potevamo sussidiario con capitali d lla Cas a se non ali condizioni ge-nerali degli altri sovvenuti.

La somma in allora mutuata al Monte ascendeva a L. 555.000 u cui questo cor-ri'3pondeva il solo 5112 p. %, mentre gli altri debitori della Ca,> a pagavano il 6 p.

"lo.

A quest' ultimo tasso fu adunque elevato pure l'inter sse sulle somme dovut d·d. :Monte di Pietà.

Il Sig. Carraro, allora Reggente, non fece alcun obbietto a tale deliberazione presa in sua presenza e da lui stesso registrata nei verbali, perchè fungente anche da Direttore della Ca,>sa ed anzi egli la riconobbe conforme alla legge cui dovevamo obbedire.

Questo primo fatto ci confermò nel pen iero che una vita comune di concor Iia fosse possibile per alcun tempo col vantaggio di ambi gli Istituti.

Ma, poco stante, sorsero le difficoltà che iamo per narrare.

Si cominciò a dire cha al lavoro della Cassa di Risparmio non bastavano gli im-piegati, che intanto era necessario procedere indilatamente alla nomina di uno speciale Scrittore Contabile quale contemplasi nel 2_ capoverso dell' art. 56 dello Statuto.

Poi il Cassiere ci dichiarò che lo sviluppo della Ca'3sa di Risparmio era tale da non poter continuare nella responsabilità delle operazioni demandategli se non gli si conce-deva al più presto un' assistente speciale.

All'una ed all' altra delle richieste noi accedemmo, mo trando così uno spirito di conciliazione che costava immediatamente alla Cassa annue L. 1620; cioè L. 900 per lo Scrittore Contabile e L. 720 per l'Assistente del Cassiere.

A noi stava a cuore puranco metter luce nella contabilità coll' introdurre la scrit-tura a partita doppia, qual' è usata nelle ben ordinate aziende, ed urgeva far presto ppr poter cominciare nel 2. semestre del 1870.

(17)

pro-cedere senza burrasche e ciò tanto più che nel frattempo era stato nominato Commis-sario Regio il Sig. Avv. Cav. De Pieri, con che la Direzione pareva assumere un carat-tere meno provvisorio e perciò più conforme agli interessi di ambi gli Istituti.

Se non che mal ci apponevamo.

Il Regio Commissario, mentre accettò esplicitamente l'incarico di fungere anche come Direttore della Cassa di Risparmio, assumendo così di tutelarne e promuoverne gli interessi insieme al Consiglio d'Amministrazione, veggendo poi forse come la re -sponsabilità della gestione del Monte di Pietà sovra lui solo precipuamente pesasse mentre alla difesa della Cassa di Risparmio vigilava puranco e sopratutti il Consiglio cl' Amministrazione, divenne sollecito in singolar modo della prosperità del Monte, ciò che in generale torna indubbiamente a sua lode, ma che, nei rapporti fra le due Isti-tuzioni, doveva produrre e produsse tale collisione ed attrito quale erasi ben lungi dal temere dopo la deliberazione 24 Aprile 1870, di cui facemmo parola.

Di più la questione degli impiegati, che dianzi pareva sopita mediante le conces-sioni sopra riferite, rinacque più ardente, finchè, ed i reclami e le pretese vennero ca-tegoricamente formulati nella Relazione 23 Dicembre 1870, che vi uniamo alla presente perchè sia documento del come il Regio Commissario intenderebbe regolare definitiva-mente i reciproci rapporti dei due Corpi morali finchè è la comunione di luogo e di funzionari che tuttora esiste.

In quella Relazione si dichiara che il Monte di Pietà non può accettare la dispo-sizione dello Statuto per cui i prestiti dalla Cassa di Risparmio gli verrebbero fatti alle condizioni generali degli altri sovvenuti.

Dopo la nostra deliberazione del 24 Aprile 1870, accettata dall' anteriore Reggenza, tale dichiarazione destò in noi non poca meraviglia e mentre, come semplici esecutori dello Statuto, non avremmo potuto, in veruna cosa, farne oggetto di deliberazione cre-diamo anche oggi dover nostro il non formulare sovr' essa alcuna proposta.

Poichè il danno che ne verrebbe alla Cassa sarebbe tale da toglierle a tutta prima ogni speranza di prosperità.

Il capitale oggi mutuato al l'donte sorpas~a L. 600.000, la diminuzione di un mezzo per cento d'interesse domandata dal Regio Commissario rappresenterebbe un annuo

diffalco dall' attivo di L. 3000 almeno.

Da quando si consideri che l'attività netta del 1870 quantunque apparisca di L. 5+37 ·70, pure si riduce in realtà appena a L. goo, come fu dimostrato nel Rapporto sul Consuntivo presentato testè ai Revisori Comunali, vedesi che la deficienza di L. 3000 d'interessi da percepirsi dal Monte metterebbe di già il nostro medesimo bilancio ad

un vero ammanco di L. 2100.

Noi adunque non potevamo porre per niun modo in discussione quest' argomento. Se non che la Direzione nel presentarci il Consuntivo del 1870 computava l'int e-resse del 5

1/2

p.

°/0

, anzichè del 6 p.

"lo,

sovra tutta la somma mutuatale al Monte prima del 2+ Aprile stesso calcolando in ragione del 6 p.

% l'interess

e soltanto sulla poca

parte prestata dopo la detta epoca.

Questo conteggio contrario ad una deliberazione che risale a IO mesi addietro e che fu accettata dall' anteriore Reggenza la quale vi confermò anzi il bilancio del I . semestre, non poteva da noi essere approvato e però ne facemmo noi stessi la re ttifi-cazione, senza tuttavia ottenere dal Regio Commissario l'effettivo pagamento della dif-ferenza che spetta alla Cassa, differenza che per l'epoca dal 25 Aprile a tutto Dicembre 1870, rappresenta l'importante cifra di L. 1887.23 che perciò iscrivemmo fra le restanze attive.

(18)

- 16

Cassa di Risparmio per questi titoli da L. -_po quali. ° gi sono a nientemeno che L. 9050, aggravandola così d'un balzo di L. 3630, che sarebbero anzi L. -': o, ,e si considera che il Consiglio d'amministrazione durante il l 70, a\'e\-a dO\'uto, com oià si disse, accrescere le spese per impiegati di L. 1620.

:'lodifìcando il nostro bilancio in base a queste domande ne ri ulterebbe che per diminuzioni d'interessi, per impiegati, fitto, spese di cancelleria etc., il pas i\-o s' ingros-serebbe, in confronto dell' attuale, di L. 6600, locchè equivarrebbe alla certa, pro 'T

-diente rovina dell' Istituzione affidata alla nostre cure.

L'impossibilità adunque di entrare in trattative ìntorno a pretese incompatibili colla misera situazione economica del1a Cassa di Risparmio ci ha creato una po izione tale da dover maturamente considerare se non fosse altamente opportuna una pronta sepa-razione totale del1e due Istituzioni.

E dopo lunga minuta ponderazione di tutti i particolari, noi abbiamo d nlto rico-noscere che tale pronta separazione era necessaria.

E perciò oggi unanimemente colla presente ve ne facciamo propo ta appoggiati al1 seguenti considerazioni:

l°.) Perchè, come diremmo, noi non crediamo possibile iniziare trattative sulle basi proposte dal1a Direzione del :'lonte.

2°.) Perchè siamo convinti che le spese di amministrazione dell'Ufficio parato staranno molto al disotto delle L. 9°,50, che ci richiede il Regio Commis ario, poichè il movimento attuale della Cassa di Risparmio ben lungi dall' esigere un aumento nella pianta stabilita all' art. 39, permette anzi di risparmiare per ora uno dei quattro prin-cipali impiegati in quell' articolo contemplati, mentre il Ragioniere potrebbe a sai age-yolmente fungere anche da Scrittore Contabile.

Di più gli stipendii dovrebbero per ora essere minori di quelli fissati all' art. .fo, purchè il Consiglio Comunale proceda alla scelta degl' impiegati sovra proposta della Giunta e prescindendo da publico concorso, non essendo questo imposto dallo 'tatuto.

Noi crediamo che, tenendo gl' impiegati indenni dal1a ta'iSa di riehezza mobile, con L. 2000 annue si troverebbe un buon Direttore; L. 1600 basterebbero per il Ragioni re fungente anche da Scrittore Contabile; con L. 1600 si avrebbe per certo un Cassiere, e con L. 600 un Portiere e così con complessive L. ,5800 si sopperirebbe ai necessari impiegati (I).

Quanto ai locali d'ufficio codesta onorevole Giunta potrebbe facilitare il compito dando a moderata pigione alla Cassa di Risparmio qualche locale di proprietà del Mu-nlCIPlQ, ClQ che sarebbe a'isai opportuno, trattando'ii d' l'ltituzione eminent<'men te muni-cipale. Per questo titolo calcoliamo abbastanza ponendolo in L. 600, aggiungendo inn.n le spese di cancelleria, legna, lumi etc. in L. ,500 si spenderebbe un totale di L. 61)0 , e computando anche la tassa di richezza mobile per gl' impiegati in L. .foo. si avreb-bero a carico in tutto L. 7300 per quello a cui la Direzione oggi pretende L. 90,50.

3".) Perchè, quantunque le It. L. 73élO che costerebbe co ì il nuovo aS'ietto confron-tate colle It. L. 5.f20 che figurano per gli stessi titoli nel 1870 rappresentino un'onere nuovo di It, L. 1880, che per maggiore larghezza stimiamo eS'iere di 1t. L. 2008; pure il Preventivo per il bilancio del 1871, che fin d'oggi possiamo credere fondato sulle pit.l modeste previsioni, ci fa confidare che la Cassa di Risparmio potrà agevolm nt.e sostenere questo nuovo peso.

Per dimostrarlo basterà notare soltanto le più importanti differenze che si manife-stano, a primo aspetto, fra le condizioni del 1870, e quella del 1871.

(19)

el 1870 il nuovo Statuto non fu posto in vigore che alla fine d'Aprile e perclO il :Monte di Pietà continuò legalmente· a pagare 11 .5 'h p. DIo anzichè il 6 p. % per un quadrimestre. Ora la differenza di un mezzo per cento per quattro mesi sopra circa It. L. 600.000 ammonta ad It. L. 1000 di minore entrata nel 1870 in confronto del 187 I in cui il 6 p. DIo cominciò a decorrere dal IO Gennajo.

Inoltre la crisi terribile che in causa della guerra, attraversammo nel 1870 fu su-perata soltanto mercè una grande prudenza negl' impieghi e mercè una riserva impor-tante sempre pronta in cassa per far fronte alle straordinarie domande di rimborsi che in qualche mese giunsero fino ad It. L. 80.000. Egli è sperabile che nel 1871 non si rinnovi pill una situazione così pericolosa che ci ha recato un danno di It. L. 1000 almeno.

Di pill; se la massa dei depositi si aumenta nel 1871 nella stessa misura del 1870; posto che la nostra amministrazione possa, com'è certo, ritrarre in media dalle sue ope-razioni l'I p. DIo d'interesse oltre quanto si paga ai depositanti, il guadagno della Cassa di Risparmio, in confronto del 1870 sarà di I p. DIo sopra It. L. 250.000 almeno e cioè It. L. 2.500 che per moderazione riduciamo ad It. L. 2000.

Aggiungasi a tutto ciò che la situazione provvisoria tra cui trovossi la gestione durante il o quadrimestre del 1870, tornò di grave detrimento, perchè il Reggente d o-vette astenersi durante quell'epoca da qualunque importante operazione, ond'è stimar poco il credere che per ciò siasi avuta una perdita di It. L. 1000.

Riassumendo; se la separazione ci costerà annue It. L. 2000 di maggiori spese; il preventivo del 187 I, in confronto del 1870, ci

as-sicura a primo aspetto l) 1000

d'aumento sugl' interessi dovuti dal :Monte 1000

di maggiori entrate che non ebbesi nel 1870 in causa della guerra 2000 di maggiori guadagni per l'aumento della massa dei depositi. Infine

la gestione P ilI regolare del l° quadrimestre porterà un

van-taggio di 1000

almeno e così complessivamente si avranno 5000

in più nell'attivo, da cui detratto il nuovo aggravio di )) 2000 come si prevede, si avrà ancora un avanzo di It. L. 3000 in confronto del 1870; dal che vedasi quanto sicuramente possa la nostra Istituzione procedere alla separazione e vivere di vita affatto indipendente.

4") Perchè saranno così tolti gli attriti e le collisioni d'interesse fra le due Istitu-zioni. L'applicazione dell'art. 2 I, che ora ci si contesta, non troverà più alcun ostacolo nelle accampate ragioni di buona convivenza. O ci si renderanno i capitali mutuati, o ci si pagherà l'interesse imposto agli altri sovvenuti.

5") Perchè lo sviluppo della Cassa sarà pill libero e pieno, l'azione del Consiglio più efficace; la sua responsabilità meglio garantita. Oggi il servizio della Cassa è in seconda linea subordinato a quello del ~Ionte. I legami che a questo l'avvincono, l'occupazione che gli recano fanno grave impedimento al Direttore di promuovere con bastevole en er-gia gl' interessi della Cassa di Risparmio. Alcuni dei modi d'impiego contemplati dallo Statuto come p. e. quello dello sconto delle cambiali richiederebbero abitudini e pra-tiche diverse da quelle che s'incontrano negli Uffici della Direzione del Monte.

6°) Perchè, finchè dura l'unione, la disciplina degli impiegati vuoI essere esclusiva-mente esercitata dalla Direzione del :Monte e noi ci troviamo ospiti in casa altrui piut-tosto che padroni.

(20)

- 1 "

-dall'art. 56 dello ::'tatuto della Ca<;sa di Risparmio intorno all'attuazione della pianta contemplata dall'art. 39.

La detta attuazione dovrebbe per ora essere ristretta a 4, anzichè a -, d '1' impi -gati menzionati al detto articolo, poichè, ripetiamolo, lo syolgimento attuale deg'1i affari permette un tale ri parmio.

Quanto alla scelta delle persone sarebbe come sopra dicemmo, opportuno pre __ cin-dere da pubblico concorso, poichè noi siamo certi che gli tipendi fis ati dallo Statut potranno per ora essere diminuiti nelle misure opra indicate.

Infine a rendere meno aspro il distacco e ad evitare di piaceri e litigi ci pare COll-yerrebbe forse dare a noi ampio mandato di transigere ~ui rapporti creati dal pas ato

in modo che la facoltà conferitaci dall'art. 57 dello Statuto i estendes e anche agli in-teressi dovuti dal ;,Ionte sui capitali mutuati fino al momento del materiale di tacco.

Solo coll'accogliere tali proposte il Con iglio Comunale ci renderà possibile il

com-piere convene\'olmente, secondo nostre forze e co cienza il mandato affidatoci.

li Presidente

ANTOi\IO Ei\IO CAPODILISTA

Il Sindaco diede affidamento che alla prima convocazione del Consiglio

0-munale

sarebbe stata

portata la proposta del Consiglio d'Ammini trazione della

Cassa di Risparmio con ]' appoggio suo

e

quello della Giunta

.

Intanto il

on-sigli o di Amministrazione predispose ogni cosa, perchè il distacco si effettuass

con tutta regolarità, la scelta cioè di un Direttore che fu il

19.

A. Sini raglia,

di nuovi

impiegati,

l'acquisto di mobili

ecc.,

in omma tutto quanto poteva

occor-rere per l'impianto del nuovo ufficio

.

La deliberazione del Consiglio Comunale

tardava

a venire, e tale rita

r

do

r

11-deva

sempre

più impacciata la condizione del Consiglio

d'Amministrazione:

quando

gli

impiegati del l\Ionte nel

24

Maggio

187 l

presentarono a mezzo del Direttore

un' istanza perchè

venga

)J?"ovveduto immediatamente alla ?"egolazione dei l'appodi

col nuovo Istituto della Cassa di Rispcmnio con dichiamzione che qualm"a ci?>

non

potessero ottenere col primo Giu.gno venturo, tutti indistintamente si

n'te-nevano

sollevati

da qualunque ingerenza nell' azienda del nuovo

Istituto.

Que t'atto

sdegnò

il Consiglio d'Amministrazione, che convocato tosto

d'ur-genza

e

riconosciuto che tutto era pronto per la separazione, che avrebbe potuto

effettuarsi immecliatamente, presi accordi colla

R.

Prefettura, e col Consiglio

Co-munale

che

riunito in quei giorni potè accordargli i più ampii poteri, determinò

senz' altro di compiere il distacco della Cassa dal Monte col

I

Giugno successivo.

Il Presidente ubito comunicava al Commissario Governativo per

l'Ammini-strazione del Monte di Pietà,

la

presa deliberazione con

la

seguente:

Prot. Presid. );. 11.

Padova li J 1 1IE aggio 1871.

Il Consiglio d'Ammini trazione della Cassa di Risparmio udita la r lazione dei suoi

(21)

e definire «( z' nuovi rapporti che nacquero dopo la separazione dei due istituti in forza

della continuata loro convivenza nello stesso stabile, della promiscuità di alcuni usi e servigi, e del sussidio che la Cassa di Ri'iparmio intende di accordare al Monte nei casi in cui questo ne possa abbisognare J). Il Consiglio pertanto prima di accingersi alla di-scussione delle singole proposte vùleva entrare in un campo più vasto di idee e vedere, se dovendo egli essere l'esecutore fedele dello Statuto 22 Maggio 1869, interpretandolo

secondo lo spirito che le dettò, l'opera sua (che non può avere altro scopo all' infuori dell' interesse della Cassa di Risparmio) dovesse essere diretta a dare piena ed intera attenzione alle disposizioni stabili dello Statuto stesso, esaminando se non fosse venuto il tempo di far cessare le disposizioni transitorie, che evidentemente vi erano state ac-colte per semplici ragioni di opportunità e per motivi di illuminata prudenza.

Lo studio attento delle funzioni che deve compiere il nostro Istituto, 1'esperienza degli ultimi IO mesi nei quali funzionò il Consiglio d'amministrazione, l'esame freddo ed imparziale del bilancio, il carattere di alcune fra le proposte del Com. R. che tro-vano piena giustificazione nel vivo interesse che prende al ben essere dell'Opera che deve proteggere e da ultimo il pensiero dei mutamenti che potrebbero per avventura essere introdotti alla riforma che si sta preparando delle Opere Pie nell' Amministra-zione dell' Istituto col quale conviviamo, ci fece persuasi che accettando il partito pitl sopra accennato facendo cioè cessare quella convivenza e quella promiscuità di usi e ser-vigi che durò fin'ora e che aveva bene a ragione preoccupato il Commissario Regio del Monte di Pietà, noi avremmo provveduto all'interesse dell'Istituto affidàto alle nostre cure. Venuto in tale proposito il Consiglio presentava fino dal 22 »Iarzo p. p. un suo progetto alla Giunta Municipale chiedendo che colla maggiore possibile sollecitudine vo-lesse presentarlo alla approvazione del Consiglio Comunale; ed era tale la convinzione in noi di adempiere con questo atto al nostro dovere, che chiaramente dichiarammo non saremmo rimasti nel nostro ufficio ove le nostre proposte non fossero accettate. Ma se in questo modo noi provvedevamo all'avvenire prossimo della Cassa di Risparmio, non avevamo però dimenticati i servigi che ci aveva resi fino allora il personale del Monte e anche per questo riguardo avevamo 'chiesto quelle facoltà che ci parvero n e-cessarie per te:minare ogni pendenza secondo quei principii di equità dai quali soltanto eravamo guidati. .

Nel no~tro pensiero questa definitiva separazione dei due Istituti doveva compiersi in un tempo ragionevole, ma senza urti, senza attrito e con tutti quei riguardi che noi sentivamo dover avere per la natura dell'Opera dalla quale ci dividevamo, e pitl ancora per quei fratellevoli rapporti che cinquant'anni quasi di convivenza aveano stretti fra i due Istituti e che ci proponiamo anche divisi, di mantenere inalterati sotto 1'usbergo del nostro stesso Statuto. La attuazione di questo nostro desiderio credevamo non sa-rebbe fallita, perchè consigliata dall'interesse stesso del Monte di Pietà e perchè sape-vamo che i sentimenti dei quali noi eravamo avvinti avrebbero trovata cordiale acco-glienza anche nell'animo di Chi presiede a quella amministrazione.

A turbare il naturale andamento delle cose, venne l'atto firmato dalla massima parte degli impiegati del Monte che prestano servigio alla Cassa di Risparmio e da Lei comunicato alla Amministrazione che ho l'onore di presiedere.

Astenendomi in modo assoluto dal qualificare l'atto compiuto dagli impiegati del Monte di Pietà, devo limitarmi ad informare il Commissario R. del "Monte stesso delle deliberazioni prese in seguito alla spiacevole sopravenienza dal Consiglio d'Amministra-zione della Cassa di Risparmio.

(22)

- 20

• ota 2+ ;,Iaggio corrente, e co ì i medesimi i intenderanno ces are al 3 1 ~Iaggio c r-rente da qualunque ingerenza negli affari della Cassa di Risparmio.

2. Col 1. di Giugno saranno introdotti i nuovi impiegati che il Consiglio d'~

mmi-nistrazione nominerà in via pron'isoria.

3. Il trasporto della sede della Cassa di Ri parmio dai locali del :\Ionte avrà luogo non più tardi del 3 I Dicembre I 7 I. Si prega quindi il R. CommL ario a voler conce-dere fino a quell'epoca convenienti locali per l'assestamento dell'Ufficio.

+.

Fino a quell'epoca la Cassa di Risparmio continuerà a pagGre l'affitto nella

mi-sura fin'ora corrisposta .

.). La Cassa di Risparmio cesserà coli. di Giugno pro simo dal corrisponder al Monte di Pietà le L 700 annue che finora furono pagate a quella .'unmini trazion in correspettivo del servigio che prestare potessero eventualmente alcuni impiegati d l ~Ionte nOll contemplati nel bilancio della Cassa di Risparmio. Cessano pure le L. bo

mensili che si corrispondevano per l'aiuto di Cassa.

6. Il regolamento definitivo di tutte le pendenze ancora e istenti fra il Monte di Pietà e la Cassa di Ri.sparmio sarà trattato di buon accordo fra le due ammini-strazioni.

7. Gli impiegati. rinuncianti saranno trattati a norma di legge.

8. Il Presidente del Consiglio d'Amministrazione è incaricato della esecuzione dell

presenti deliberazioni con pieni poteri di accordarsi col Commissario R. del Mont di

Pietà e di convenire sugli Art. 3.

+

. e

di prendere d'urgenza quei provvedimenti he

credesse del caso.

Mentre mi pregio dare alla S. V. comunicazione delle soprad tte deliberazioni, devo

pure a nome del Consiglio d'Amministrazione dichiararle che, (se un incidente estraneo alla nostra volontà e che non potevamo prevedere ci obbligò a d liberar d'urg nza la attuazione di un piano che speravamo si potrebbe eseguire pel reciproco interesse

con maggiore tranquillità) ciònullameno i nostri buoni propositi verso la Pia Opera da Lei amministrata restano inalterati, e il Commissario R. del Monte di Pietà ci troverà

sempre disposti ad accordare al suo Istituto quei sussidi, dei quali potesse abbisognare. Colgo questa occasione per rinnovarle i sensi della perfetta mia considerazione.

Il Presidente del Conslglio d'Ammillistrazione

ANTONIO ElVIO - CAPODILISTA

Dell' avvenuto distacco, del

nuovo

Statuto che diveniva operativo

In

ogni

sua

parte il Consiglio d'Amministrazione concorde

e

soddisfatto

ne

dava

parte-cipazione al

pubblico con quest' avviso che fu

inserito in

un supplemento del

«

Giornale

di Padoca» :

LA GASSA DI

RISPARMIO IN P

ADOV A

SECONDO

IL

NUOVO STATUTO

(23)

Con-siglio d'Amministrazione di essa crede suo dovere di dar maggior notorietà alle norme che guidano oggi la gestione autonoma di quest' importantissima Istituzione cittadina, affinchè la conoscenza della nuova legge illumini la pubblica opinione intorno alla na-tura della trasformazione cominciata l'anno scorso e compiutasi il l° giugno corrente nella vita della Cassa di Risparmio.

Le Relazioni presentate al Consiglio Comunale nel 1869 dalla Commissione incari-cata di preparare il nuovo Statuto esposero ampiamente le ragioni che consigliavano la separazione della Cassa di Risparmio dal Monte di Pietà, ragioni che indussero il Con-siglio medesimo ad approvare tale Statuto sancito poi dal Regio Decreto.

Noi, cui ne venne affidata l'esecuzione, salutiamo come un'èra nuova di promet-tente miglioramento quella iniziata in sullo .scorcio d'aprile del 1870 colla sua at-tuazione.

Per esso alla Cassa di Risparmio fu data vera autonomia, ed all'Amministrazione venne preposto un Consiglio di sette cittadini, dei quali cinque eletti dal Consiglio Co-munale e due dalla Camera di Commercio.

Ma in forza di uno degli articoli transitorj era disposto che gl' impiegati del :Monte avrebbero continuato a fungere anche per la Cassa fino alla attuazione della pianta organica.

Durante questa condizione provvisoria però era ben inteso che l'Autorità a mm1l11-strativa sarebbe stata esercitata in principal modo dal Consiglio e che gl' impiegati del Monte e segnatamente il Direttore di esso dovevano, nei rapporti ·della Cassa di Ri-sparmio, essere semplici esecutori delle deliberazioni del Consiglio stesso, ed innanzi ad esso rispondere della gestione ordinaria.

Senonchè tale promiscuità d'impiegati, voluta dalle disposizioni transitorie, si mo-strò ben presto sorgente di difficoltà, e perciò l'attuale Consiglio di Amministrazione chiese ed ottenne dal Consiglio Comunale· pieni poteri per isciogliersi dai funzionarj del :Monte.

Ed infatti il l° giugno di quest'anno cessò ogni comunanza di Ufficio e da quel giorno può veramente datarsi l'inizio della vita completamente indipendente cui è chia-mata la Cassa di Risparmio, e da quel giorno potranno interamente attuarsi gli effetti dei buoni principj sanciti -nello Statuto che oggi la governa.

Perocchè, oltre al carattere eletti vo municipale dell'odierna amministrazione che già di per sè rappresenta un'altra guarentigia, la pill ampia pubblicità è penetrata nella gestione; i resoconti mensili che si producono regolarmente nel pill diffuso giornale cit-tadino, e sopratutto la revisione annua dei bilanci fatta da due censori eletti pure dal

Comune ed aiutati per la parte contabile dalla Ragioneria municipale, e finalmente

la pubblicazione definitiva dei bilanci approvati, danno il massimo possibile affidamento che le norme scritte nello Statuto saranno fedelmente seguite dagli amministratori.

Ond'è che, se la bontà assoluta di esse è riconosciuta, non v'ha dubbio che non ri-marranno lettera morta, ma saranno vivificate da quello spirito che anima sempre quei Consigli che si ritemprano sovente alla sorgente elettorale e sono di continuo sotto il vigile sguardo dei proprj concittadini.

E la città nostra in quest'argomento ha ben diritto di attentamente sorvegliare e chiedere severo rendiconto, poichè, per l'art. 3 del nuovo Statuto, la Cassa di Risparmio venne improntata di carattere eminentemente municipale, mentre il Comune guarantisce

depositi presso della stessa fino alla somma di It. L. 200,000.

(24)

de-- 22

-posru non erano dife i che da 3è mede imi cioè dalle corri pondenti im'e tite e dal pic-colo patrimonio della Cassa di Risparmio.

Oggi in vece vi è una importante malleyeria comunale che ascende, come si dÌ-' e, fino ad It. L. 200,000.

Questo fatto abbiamo yoluto porre nel più grande rilie,-o per mo trare all' ,-idenza quanto vantaggio recò ai creditori della Cassa l'applicazione del nuovo 'tatuto n.nch nella parte piti materiale e tangibile, la quale però, a parer no tra, è di OTan luno' soverchiata dal miglioramento morale ed economico che lo 'tatuto mede imo ha già co-minciato a recare e recherà ben presto interamente nell'organi ma dell' I<;tituto (' nei rapporti di esso colla popolazione.

Infatti la vera indole delle Cas e di Risparmio che sono qua i il dinam metro d lln. forza morale della classe meno fortunata del paese, è rettamente determinata dall'art. _ dello Statuto in cui è detto che « lo scopo ne è quello di accogliere i ri parmi dell

« persone meno agiate e di farli fruttificare restituendoli ad ogni richiesta".

E per mettere in atto questo fondamentale concetto vien all'art.

+

fatt obbligo di ricevere depositi al limite minimo di una lira. Così lo sportello della Cassa rimane aperto a chi appena comincia ad aver possibile l'e ercizio della difficile virttl d l ri-sparmio, mettendo freno a desiderj che soverchiano di ben poco il ferreo termin del

necessario.

Venne poi imposto che niun deposito possa eccedere It. L. .5000, appunto p l' ser-bare alla Istituzione la sua fisonomia e non mutarla in uno Stabilim nto di Credito, od in un sal vadanajo pei ricchi, confondendo caratteri e funzioni che, enza es ere assolu-tamente incompatibili, sono contrarie al principio della divi ione del lavoro in materia di credito e potrebbero nella pratica creare non lievi imbarazzi, specialmente in epoche di crisi politiche e finanziarie.

Ai depositi corrispondono i libretti, che sono le fedi di credito emess dalla Cassa a favore dei depositanti. Quantunque portino un nome, pure sono, di regola, consid l'ad come titoli al portatore, secondo il costume generale delle nostre Cas e di Risparmio, e specialmente della Cassa di Risparmio di Lombardia che è la piti importante d'Eu-ropa, e ciò per facilitare la trasmissione dei libretti, risparmiando noje e brighe insepara-bili dai titoli nominati vi. È però libero a chi il de idera vincolare il libretto alla persona.

L'interesse che si corrisponde sui depositi varia secondo le condizioni del mercato finanziario, ma nOll è però repentinamente mutabile a danno dei deponenti per le somme depositate prima, nel caso di diminuzione nella misura dell' interes

Poichè, mentre degli eventuali aumenti si avvantaggiano immediatam nte tutti i de-positi, sieno dessi anteriori o posteriori all'aumento stesso, lo abbassamento dell' interesse per i depositi anteriori non ha effetto che dopo tre mesi dalla pubblicazione dell'avviso che annuncia la riduzione.

Ognull vede come sia grande questo vantaggio, al quale ove si aggiunga che gl' in-teressi si computano per decadi e non più a mesi come prima si praticava, in guisa che il massimo tempo perduto da chi confida i suoi risparmi alla Cas a arriva a IO giorni, mentre il minimo scende a

2+

ore, è forza riconoscere che al paragone rimase vinto ogni altro Istituto di credito della Città nostra.

Gl' interes i si liquidano a favore dei depositanti il 30 giugno ed il 3 I dic mbr di ogni anno, e quando non sieno domandati o riscossi vanno aggiunti al capitale e di-ventano essi medesimi fruttiferi.

Però nessun libretto può superare, col cumulo degli interessi It. L. 10,000, e se

arri va a tal somma, la decorrenza ulteriore dei frutti rimane sospesa.

(25)

Anzitutto è data preferenza ai prestiti al :Monte di Pietà.

L'indole di quest'opera pia ch'è destinata a soccorrere i più urgenti bisogni dell' in-digenza e la lunga storia d'intimi rapporti onde furono stretti questi due Corpi Morali, consigliarono i redattori dello Statuto ad accordare al Monte questa preferenza, quasi per sancire in diritto un fatto che dura ormai da mezzo secolo ed è quasi parte vitale dell'azienda del :Monte, il quale in oggi è debitore verso la Cassa di circa Italiane Lire 650,000.

Il secondo modo d'impiego portato dallo Statuto si è quello dei mutui ipotecarj. L'ipoteca dev'essere anteriore a tutte le altre che gravano 1'immobile su cui s'iscrive, e la somma che si dà a mutuo con tale assicurazione non deve superare la metà del valore, se trattisi di beni campestri, ed i due quinti se di edifizj.

CosÌ le cautele eccedono quelle imposte dal Codice Civile per i mutui pupillari. Le somme investite oggi in questa forma ascendono a circa L. 850,000.

Altri modi d'impiego sono i prestiti ai Comuni ed alla Provincia di Padova, l'ac-quisto di Buoni del Tesoro, di Cartelle fondiarie, il prestito sovra rendita pubblica con garanzie superiori a quelle usate dalla Banca Nazionale e lo sconto di cambiali però in limiti ristretti al decimo dei depositi e con formalità tali che danno la più grande si-curezza ed anzi forse porranno un qualche ostacolo allo sviluppo di questo ramo d'affari.

Scorgesi da questi cenni quanto solido terreno sia quello su cui .si esplica l'azione legittima dell' Istituto confidato alle nostre cure e come coloro che raccomandano ad esso i frutti dei loro sudori possano dormir sonni tranquilli non solo per la fidejussione del Comune, ma ben anche, e pitl per la linea severa di condotta segnata nello Statuto d'Amministrazione.

Il quale s'è posto a legge la pitl rigorosa economia ed intanto, fino a pitl grande sviluppo d'affari, ha ridotto la pianta organica da quattro a tre soli impiegati principali oltre il portiere.

Ed ha approvato un Regolamento internQ in cui si completa e si applica lo Statuto secondo il vero spirito dell' Istituzione col favorire neg1' impieghi i piccoli mutui ed i piccoli sconti, incoraggianpo cosÌ la piccola agricoltura E: la piccola industria ed ele-vando in tal modo la Cassa di Risparmio quasi alla funzione di Società Cooperativa di Credito.

La pubblicità che ora diamo alle notizie e considerazioni che precedono, mentre risponde a quello che noi crediamo nostro dovere d'ufficio, soddisfa in pari tempo al desiderio espresso dal Consiglio Comunale nella seduta del 30 maggio p. p., quantunque ciò possa forse essere stimato superfluo da taluni, poichè a moltissimi nostri concittadini è perfettamente nota l'indole della trasformazione testè compiutasi nella nostra Cassa di Risparmio ed è assai favorevolmente giudicata, come lo dimostra il fatto che nei tredici mesi dacchè è in vigore il nuovo Statuto la somma dei depositi crebbe di L. 400.000 ed al 31 maggio p. p. raggiungeva la cospicua cifra di L. 2,117,000.

Padova, giugno 1871

I. Consiglio (l'AIllUlillistt'azioue EMO CAPODILISTA conte ANTONIO Presidente FORTI dotto EUGENIO Vz'ce-Presz'dente

BELLINI nob. TEOBALDO MAGAROTrO ing. cav. GIACOMO ROMANIN ALESSANDRO

Riferimenti

Documenti correlati

a) Compensi e rimborsi spese organi statutari: la posta accoglie la ragionevole stima degli oneri inerenti gli organi amministrativi e di controllo al lordo degli oneri fiscali

Le Obbligazioni oggetto di emissione della Cassa di Risparmio di Savigliano Spa sono titoli di debito che determinano l’obbligo per l’Emittente di rimborsare all’investitore

Nel corso del 2014 l’attività della Banca è stata caratterizzata dalla necessità di coniugare, da un lato il presidio del rischio di credito visto il già descritto

1) Il Collegio sindacale è organo con funzione di controllo ed è parte integrante del complessivo sistema di controllo interno, svolgendo al riguardo tutte le

progetti Il Consiglio di Amministrazione verificherà con tutti i mezzi ritenuti necessari, eventualmente con l'ausilio di esperti, la realizzazione, anche

Il secondo gruppo comprende alcune poesie che lo stesso Monaco negli autografi aveva intito- lato “familiari”: versi “d’occasione” -ma tutt’altro che occasionali- per le

Sono proseguite anche altre attività, fra le quali citiamo l’erogazione dei finanziamenti per la ricostruzione (ricordiamo che la nostra Cassa è stata tra le

Si invita l'investitore a leggere le presenti Condizioni Definitive congiuntamente alla Nota Informativa depositata presso la CONSOB in data 17 settembre 2007 a