TEORIE E TECNICHE DEL LINGUAGGIO
AUDIOVISIVO
Prof.ssa Caterina Martino
Università del Salento a.a. 2019/2020
EFFETTI SPECIALI
2001 - OSCAR AI MIGLIORI EFFETTI SPECIALI 1969
Il pubblico in quegli anni non sa ancora cosa sono gli effetti speciali, si parla piuttosto di trucchi. Neppure tra gli appassionati di fantascienza c’è ancora una certa cultura degli effetti speciali.
I limiti tecnici dell’epoca hanno certamente condizionato il carattere troppo rigido di certe inquadrature nelle quali mentre i corpi spaziali si muovono la mdp resta immobile. Ma è sbagliato pensare che questi limiti siano la causa delle scelte fatte da SK. L’importante è l’universo che è riuscito a creare, dandogli un significato che va oltre la conseguenza tecnica.
La preoccupazione per la credibilità visiva e per il rigore scientifico (riprodurre l’aspetto esatto della Luna e di Giove sulla base delle immagini disponibili all’epoca) è stato il percorso molto semplice che ha seguito.
M. Chion, Stanley Kubrick. L’umano, né più né meno, Lindau, Torino 2006, p. 216.
2001 – I CONSULENTI SCIENTIFICI
205 effetti speciali costruiti con un budget di circa 6 milioni e mezzo di dollari.
Si avvale di supervisori, tra cui: Marvin Minsky (direttore del laboratorio di intelligenza artificiale del MIT interpellato per capire come potrebbero funzionare i computer del Duemila); Con Pederson (un pioniere degli effetti speciali); Harry Large (già consulente NASA); l’italiano Antonio Margheriti alias Anthony Dawson (uno dei primi e dei pochi registi italiani a occuparsi di cinema di fantascienza). Li invita a esprimere il massimo della creatività, ciascuno nel proprio settore.
M.W. Bruno, Il cinema di Stanley Kubrick, Gremese Editore, Roma 2017, p. 29.
2001 – FRONT PROJECTION
Tom Howard (già premio oscar) ricostruisce in studio l’ambiente della savana preistorica facendo proiettare in front projection (quindi frontalmente sugli attori) su uno schermo altro 12 m e lungo 28 diapositive formato 20x25 cm (8 by 10 inch Ektachrome transparencies) con foto scattate in Africa.
2001 – I PIANETI
The Jupiter machine
2001 – I PIANETI
The Jupiter machine
2001 - SLIT-SCAN
Douglas Trumbull inventa di sana pianta una stampatrice ottica battezzata slit-scan – basata sulla tecnica della streak photography (quella che permette di avere l’effetto strisciato delle luci automobilistiche nelle riprese notturne) per ottenere i piani di fuga luminosi (ricavati filmando, attraverso una fessura in una maschera opaca, una stampa illuminata) che costituiranno il finale psichedelico del film. Cfr. M.W. Bruno, Il cinema di Stanley Kubrick, Gremese Editore, Roma 2017, p. 30.
Per creare le immagini astratte del trip, SK utilizza svariati mezzi, conserva gelosamente il segreto di certi trucchi e pone orgogliosamente nei titoli ‘Effetti fotografici speciali di SK’. Per altre immagini si affida al sistema slit-scan che consente un effetto corridoio. Le fonti iconografiche sono varie: dipinti op- art, progetti architettonici, circuiti stampati, immagini prese dal microscopio elettronico, ecc. Vengono persino create reazioni chimiche, filmate con un obiettivo macrofotografico. Cfr. M. Chion, Stanley Kubrick. L’umano, né più né meno, Lindau, Torino 2006, p. 217.
2001 - SLIT-SCAN
2001 - LA CENTRIFUGA
ll set più particolare del film è quello dell'interno dell'astronave Discovery. Viene costruita una centrifuga in cui può essere collocata la mdp ma non la troupe, sicché viene inventato un sistema di controllo a distanza sistemando una microcamera televisiva sotto l’obiettivo. Per compensare l'assenza di gravità dello spazio esterno, l’interno della navicella era concepito come una centrifuga che simulava la gravità attraverso la forza centripeta generata dalla sua rotazione. Una vera e propria ruota panoramica da 30 tonnellate costruita dal Vickers-Armstrong Engineering Group, una compagnia aerea britannica al costo di 750.000 dollari. Poteva ruotare a una velocità massima di tre miglia all'ora. Le sedie, le scrivanie e i pannelli di controllo necessari, furono incollati alle pareti per evitare che cadessero. Gli attori fingevano di camminare, mentre il set ruotava attorno a loro. Mentre i carrelli furono realizzati montando la camera su un perno che entrava all'interno della centrifuga dal pavimento: i pannelli centrali del pavimento circolare della centrifuga potevano infatti sollevarsi per poi ricadere e tornare al loro posto, in modo da essere tranquillamente calpestati da Bowman e Frank.
2001 - LA CENTRIFUGA
2001 – I MODELLINI
In un’epoca in cui non esiste l’immagine digitale di sintesi, i razzi, i pianeti e le città facevano pensare a ciò che erano, cioè dei modelli ridotti. SK ha affrontato il problema in questo modo: ha fabbricato con estrema premura dei modelli di dimensioni assai grandi, che sono stati ripresi, animati, illuminati con enorme cura dall’obiettivo spietato della camera Panavision 65mm, con la straordinaria definizione che essa permette. Cfr. M. Chion, Stanley Kubrick. L’umano, né più né meno, Lindau, Torino 2006, p. 216.
Wally Veevers costruisce modelli di grandezza
differenziata, dai 60 cm del bus lunare ai 16 m dell’astronave
Discovery (che si muove lungo un binario di 45 m).
2001 - GLI OGGETTI SPAZIALI
Per l’evoluzione e il movimento scorrevole degli oggetti spaziali, SK sceglie la costosa soluzione di riprendere i modellini in movimento da ogni angolo di visuale in modo da avere la maggiore quantità possibile di immagini per il montaggio.
I diversi pianeti di 2001 mostrano una certa somiglianza e non sono caratterizzati in modo forte. Questo fa sì che lo spettatore non sia in grado di distinguere un pianeta dall’altro o un pianeta dal satellite. La Terra (ben diversa da come la si vedrà poi nelle immagini di osservazione metereologica, cioè globo blu ricoperto da nuvole) è una capsula uniformemente bianca e luminosa sulla quale non si distinguono in modo chiaro le forme dei continenti.
M. Chion, Stanley Kubrick. L’umano, né più né meno, Lindau, Torino 2006, p., pp. 215-219
2001 - ALTRO
Per far fluttuare una penna in un ambiente senza peso, la penna è stata fissata a vetro rotante.
L'illusione degli astronauti che fluttuano nello spazio è stata creata appendendo gli stuntman a testa in giù dal soffitto dello studio, spesso per ore.
SK ha riscoperto tecniche come il passo uno, il rotoscoped matte (sovrapposizione alle immagini di disegni fatti a mano, metodo inventato da Disney negli anni ‘30), l’esposizione multipla, la tecnica multiplane (cioè un movimento combinato di
macchina e scena sui piani usando il nero come sfondo profondo).
2001 – LA GRAVITÀ
La recitazione dell’attore che compie gesti lenti insieme, il meccanismo di sospensione in aria attraverso cavi, il sistema di movimento del set e della mdp che ruotano mentre
l’attore è fermo.
2001 – LA GRAVITÀ
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FILM
1960
Kolossal, megaproduzione hollywoodiana
Kubrick è il terzo regista, introdotto da Douglas
È il primo film di SK in Technicolor e con delle star: è il suo ingresso nel cinema internazionale
Sceneggiatore è Dalton Trumbo. Il peplum sembra nascondere allusioni politiche: maccartismo, imperialismo americano, movimento spartachista tedesco (p. 51)
SK si dissocerà sempre dai contenuti del film. È in realtà Douglas a identificarsi con Spartaco
Analisi freudiana della guerra, cioè come forma inconscia di seduzione della patria femminile
L’amore come morte
1964
Satira grottesca politico-bellica di attualità
Guerra fredda USA/URSS
Peter Sellers improvvisatore in 3 ruoli: il presidente, il militare, lo scienziato
Fedeltà nella riproduzione delle apparecchiature belliche
Assenza di eroi positivi che possano attenuare il paralizzante pessimismo della storia
Film di guerra in cui prevale Eros: la guerra come attività connessa al sesso (sua sostituzione o sua causa)
Uso ironico delle musiche
Assenza del nemico: non si vede nessun sovietico
Il film più militante di SK: imperialismo americano = delirio di potenza
1968
Film di realismo fantascientifico
Contesto: conquista dello spazio
La collaborazione con lo scrittore Arthur C. Clarke: La sentinella Oscar per gli effetti speciali firmati dal regista
Tre anni e mezzo di lavorazione: 4 mesi di riprese con gli attori, 18 mesi per gli effetti speciali
Due ore e venti di shock audiovisivo: dalle scimmie preistoriche al trip futuristico
Non ci sono extraterrestri (ma il monolite), non ci sono star né veri protagonisti (forse il monolite?), non c’è azione, non c’è luogo dell’azione, non c’è una storia verbalmente riassumibile, non c’è un finale che chiude Kubrick come Omero e Joyce
Film come viaggio nella storia del cinema: muto, musical, parlato Il vero tema è: in cosa consiste l’umanità, l’essere umani?
1971
Film di ambientazione non americana
Contesto: l’attualità del romanzo omonimo di Anthony Burgess con la banda di hippie capitanata da Charles Manson
Sperimentazione di nuove tecnologie audiovisive
Ambienti, oggetti di scena, costumi, look degli attori estremamente pop
Ambientazione: Londra beat-pop in un futuro non precisato
Il tema: la società e le sue istituzioni (la famiglia, la polizia, la prigione, la scienza, l’arte) non educano alla non-violenza né eliminano la violenza
1975
Period movie.
Contesto: storia inattuale ma permette a SK di mettere in scena un suo interesse costante, il Settecento
Realismo: illuminazione naturale, costumi studiati, archivio iconografico dell’epoca
Il film esce nel bicentenario degli Stati Uniti
Tratti distintivi: carrellate e zoom out
L’immagine dà un punto di vista assoluto mentre la voce narrante relativizza ciò che vediamo
Ironia tragica della Storia: il protagonista è il fortunato eroe su cui cade l’occhio dell’artista ma egli è solo il protagonista della storia e non della Storia, così come altri hanno preso parte a questi eventi storici ma non sono rimasti memorabili.
Il tema del gioco
1980
Ambientato in Colorado, girato negli studi inglesi
Il set è interamente ricostruito in funzione della steadycam generando una serie di long take
Suddivisione in capitoli: imbuto temporale in cui le ellissi diminuiscono fino a raggiungere un tempo reale
Il finale mette in discussione tutto il tempo della storia
Lettura politica: l’America nasce sulle ceneri degli indiani d’America
Tempo: da un lato si restringe fino al congelamento di Jack, dall’altro di dilata rivelando che Jack è eterno.
1987
Contesto: la guerra del Vietnam si è conclusa nel 1975, SK sceglie di partire da uno dei migliori romanzi, un’autobiografia
Il set è ricostruito nella campagna inglese, lungo il Tamigi e in una città industriale abbandonata
Joker è l’elemento che ricongiunge le due parti del film e che nel finale passa da buffone a killer
Lettura freudiana
Il tema del film è il cervello/la testa (il vero campo di battaglia, il capo come metafora del corpo sociale, come metonimia del cervello, il cervello come metafora della mente, del pensiero, dell’intelligenza)
Le scritte sugli elmetti
1999
SK muore improvvisamente prima di ultimare il film
Basato su una novella di Arthur Schnitzler che esplora l’ambivalenza sessuale di un matrimonio felice equiparando l’importanza dei sogni con la realtà
Struttura ‘a stazioni’ come Day of the Fight
Alternanza di sesso o morte, o meglio una cosa implica inevitabilmente l’altra
Il ritorno all’ambientazione in NYC ma ricostruita
Il trionfo del grandangolo
La maschera: copertura dell’identità