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CONSIGLIO REGIONALE DELLA LOMBARDIA COMITATO PARITETICO DI CONTROLLO E VALUTAZIONE. Seduta del 14 aprile 2021 Verbale n. 13/2021

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CONSIGLIO REGIONALE DELLA LOMBARDIA XI Legislatura COMITATO PARITETICO DI CONTROLLO E VALUTAZIONE

Seduta del 14 aprile 2021 Verbale n. 13/2021

Il giorno 14 aprile 2021, alle ore 10,30, ai sensi della Deliberazione dell’Ufficio di Presidenza n. 77 del 6 aprile 2020, è convocato in videoconferenza il Comitato Paritetico di Controllo e Valutazione, previsto dall’art. 45 dello Statuto e istituito con Deliberazione del Consiglio regionale XI/17 del 22 maggio 2018, in seduta congiunta con la III Commissione consiliare

“Sanità e politiche sociali” per la trattazione degli argomenti di cui al seguente ordine del giorno:

1. Presentazione dei risultati della Missione Valutativa “Politiche per la famiglia”.

Presiedono la seduta la Presidente del Comitato Paritetico Barbara Mazzali e il Presidente della III Commissione consiliare Emanuele Monti. Alle ore 10,30 la Presidente Barbara Mazzali, accertata per il Comitato la presenza del numero legale con appello nominale, apre la seduta. Per il Comitato sono presenti il Vice Presidente Marco Degli Angeli e i Consiglieri Angelo Orsenigo, Gabriele Barucco, Carlo Borghetti, Consolato Gregorio Mammì, Manfredi Palmeri, Simona Pedrazzi.

Assistono alla seduta la dott.ssa Elvira Carola - dirigente dell’Ufficio Studi, Analisi Leggi e Politiche regionali e la dott.ssa Michela Rocca, responsabile dell’Unità Operativa Analisi Leggi e Valutazione Politiche regionali e il dott. Giorgio Campilongo - istruttore direttivo verbalizzante.

Sono presenti l’Assessore regionale alla Famiglia, solidarietà sociale, disabilità e pari opportunità, Alessandra Locatelli, il Vice Presidente della I Commissione consiliare

“Programmazione e Bilancio”, Cons. Marco Colombo, la dott.ssa Valentina Battiloro, il dott.

Gianluca Strada, la dott.ssa Gaia Testore e il dott. Francesco Tarantino - direttrice e ricercatori di ASVASPP, il dott. Nino Sutera e il dott. Giovanni Gianbattista del Forum delle associazioni familiari della Lombardia e la dott.ssa Marta Corradini - dirigente della Struttura Inclusione sociale, contrasto alla povertà e marginalità della Direzione generale Famiglia, solidarietà sociale, disabilità e pari opportunità di Regione Lombardia.

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Il Presidente della III Commissione chiede alla Presidente Barbara Mazzali di introdurre la presentazione della missione valutativa. La seduta si svolge come riportato nella trascrizione allegata.

La Presidente Barbara Mazzali alle 11,30, accertata con appello nominale la presenza del Vice Presidente del Comitato Paritetico Marco Degli Angeli e i Consiglieri Angelo Orsenigo, Gabriele Barucco, Carlo Borghetti, Consolato Gregorio Mammì, Manfredi Palmeri, Simona Pedrazzi, dichiara chiusa la seduta

f.to LA PRESIDENTE

Barbara Mazzali

f.to LA DIRIGENTE f.to IL VERBALIZZANTE Ufficio Studi, Analisi Leggi e Politiche Regionali

Elvira Carola Giorgio Campilongo

Copia informatica di documento analogico

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Allegato al Verbale n. 13/2021

Trascrizione della seduta del 14 aprile 2021

Presidente MAZZALI

Direi che possiamo aprire i nostri lavori, visto che c’è il numero legale per poter iniziare.

Faccio una breve introduzione di quello che oggi sarà la nostra congiunta con la Commissione III. Ringraziamo il Presidente Monti per la sensibilità con la quale accoglie sempre i nostri spunti. Oggi noi siamo in congiunta con la Terza presentare quelli che sono i risultati della nostra missione valutativa sulle politiche per la famiglia in Lombardia.

Abbiamo ricevuto i risultati di questa valutazione, una valutazione peraltro che per noi, contestualizzata in questo momento storico, ha veramente un grande significato, quindi la attendevamo. Nasce anche da un’intesa che abbiamo raggiunto moltissimi mesi fa tra il Comitato e la III Commissione, attraverso il Presidente Monti.

L’idea di approfondire le conoscenze delle politiche a sostegno delle famiglie è nata ed è stata anche dettata da una sensibilità politica che abbiamo condiviso all’interno del Comitato e anche da una sollecitazione che ci è pervenuta da una consultazione pubblica che abbiamo fatto nel 2019. Come molti di voi ricordano, ogni anno il Comitato promuove una consultazione pubblica. Nel 2019 Confcooperative, Federsolidarietà Lombardia e il Forum delle Associazioni familiari della Lombardia ci avevano proposto di valutare gli interventi a sostegno delle famiglie.

Oggi abbiamo ricevuto il risultato di questa missione valutativa e, come vi dicevo, lo abbiamo ricevuto in un contesto in cui la sensibilità e l’attenzione a questo tema chiaramente sono molto amplificati dalla situazione di crisi economica e dalla situazione connessa alla pandemia in atto nella nostra regione.

Alle difficoltà già esistenti per le famiglie italiane precedentemente a questa tragica pagina della nostra regione e comunque di tutto il mondo legata alla pandemia, si sono aggiunte quelle che direttamente sono connesse ai problemi delle famiglie, ovverosia la perdita del lavoro, la diminuzione per tante famiglie del loro reddito e l’incertezza che, ormai da più di un anno, sembra caratterizzare in tutti settori della nostra vita le famiglie italiane. I risultati di questa missione, in questo momento, sono importantissimi perché ci aiutano a comprendere tutti questi aspetti, ma soprattutto saranno di ausilio per valutare e per orientarsi fra i numerosi interventi che Regione Lombardia mette in atto da sempre, indicando la strada migliore, cioè quali sono le misure più necessarie a sostegno delle famiglie. Le missioni valutative hanno proprio questo scopo, ossia quello di comprendere meglio le logiche e gli strumenti con i quali Regione Lombardia, ma non solo, interviene a sostegno, in questo caso a sostegno delle famiglie.

Da queste conoscenze potranno scaturire indicazioni che per noi Consiglieri saranno sicuramente importanti per potenziare quelle che sono le nostre azioni politiche e serviranno soprattutto per migliorarle e indirizzarle meglio. In seno a questa valutazione, a questa missione, ho condiviso le funzioni di Relatore con il collega Angelo Orsenigo, che voglio ringraziare. Con lui e con tutto il Comitato abbiamo fatto, io credo, un eccellente lavoro.

Come di consueto, riportato i risultati del Comitato nelle Commissioni referenti. Insieme al

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collega Orsenigo, successivamente a questo incontro di oggi, formuleremo delle proposte al Comitato che poi trasmetteremo alla Commissione, quindi al Presidente Monti.

Mi piace sottolineare che questa ricerca è stata realizzata dall’Associazione per lo sviluppo delle valutazioni delle politiche pubbliche di Torino, un’associazione con la quale noi collaboriamo moltissimo, attraverso una gara che è stata indetta dal Consiglio regionale.

Questa è un’associazione che collabora con tutti i Consigli regionali e con la Conferenza dei Presidenti delle Assemblee legislative da moltissimi anni, poiché è promotrice di un’iniziativa chiamata “Progetto CAPIRE”, che fin dal 2002 accompagna tutti i Consigli regionali del nostro Paese. Qui voglio cogliere l’occasione per ringraziare i ricercatori che ci presenteranno, fra qualche minuto, i risultati degli studi, in particolare la dottoressa Battiloro che è il direttore di questa Associazione, ma nondimeno tutti i componenti del gruppo di ricerca, passando dal dottor Strada alla dottoressa Testore, al dottor Tarantino, che in questi anni ci hanno accompagnato e ci hanno anche illuminato su tantissime tematiche riguardanti le misure da mettere in atto.

Prima di lasciare la parola alla dottoressa Battiloro, vorrei ringraziare anche la dottoressa Moneta e la dottoressa Sabatini, che sono le funzionarie della Direzione generale Famiglia, Solidarietà sociale, Disabilità e Pari opportunità di Regione Lombardia, proprio perché grazie alla loro collaborazione ci è stato assicurato il massimo dei dati per poter realizzare questo studio. Non mancherà di dare atto di questo ottimo esempio di collaborazione fra Giunta e Consiglio personalmente l’Assessore Locatelli, che si collegherà con noi nel corso della seduta per portarci non solo i suoi saluti, ma anche l’attenzione particolare che ha dimostrato in questi pochissimi mesi, da quando è entrato nella Giunta regionale, rispetto a una grande sensibilità e operatività nel Terzo settore. La voglio ringraziare e voglio ringraziare la Direzione generale, perché sono stati veramente un grande esempio di collaborazione.

Spero che sia già collegato il Presidente della I Commissione, il collega Marco Colombo, il Presidente del Forum delle Associazioni familiari della Lombardia Giovanni Giambattista, insieme al suo collega Nino Sutera, sempre del Forum delle Associazioni. Anche loro sono stati fondamentali per darci degli spunti e per farci capire, perché sono coloro che sul territorio effettivamente rappresentano il primo step, diciamo così, di ascolto. Il loro contributo è stato fondamentale per indirizzare la missione valutativa, considerato che quest’ultima è una misura che ha un senso quando nasce da un tavolo e da una collaborazione soprattutto degli stakeholder, perché sono quelli che ogni giorno ascoltano i problemi direttamente dalle famiglie lombarde. Li ringrazio per tutta la collaborazione che ci hanno offerto e per gli ottimi spunti che ci hanno dato. Il risultato di questa missione valutativa è il risultato di una collaborazione di tantissime associazioni, le quali oggi ritengono di dover dare un contributo importante per far sì che le misure di Regione Lombardia siano le più efficienti ed efficaci possibili e si possano realizzare. Grazie a tutti per il grande lavoro.

Insieme a loro, voglio ringraziare anche i componenti dell’Osservatorio sul Fattore famiglia lombardo, i colleghi Patrizia Baffi, Barucco e Luca Del Gobbo, Riccardo Visentin, ANCI Lombardia, l’Assessore per la centralità delle persone del Comune di Cinisello Balsamo.

Tutti hanno collaborato nel lavoro. Dopo aver fatto i ringraziamenti a tutti voi, lascio la parola ai ricercatori che ci illustreranno lo studio che abbiamo realizzato.

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Mi fa piacere la vostra presenza perché credo che questa sia una missione valutativa molto importante per capire successivamente, sia all’interno della III Commissione che delle Commissioni che ricomprenderanno tantissimi di questi aspetti, come e dove indirizzare il nostro lavoro all’interno del Consiglio regionale. Passo la parola alla dottoressa, in modo che ci possa rappresentare quelli che sono oggi gli sviluppi di questa missione valutativa a favore e a sostegno delle famiglie lombarde. A lei la parola.

Dott.ssa BATTILORO

Buongiorno, Presidente. Buongiorno a tutti. Intanto grazie per averci ospitato e grazie anche della presentazione. Io non ruberò tanto tempo al collega Gianluca Strada, che racconterà i risultati di questa missione valutativa anche a nome dei colleghi Gaia Testore e Francesco Tarantino.

La maggior parte delle cose che avevo preparato sono già state dette dal Presidente, quindi andrò molto, molto velocemente. Io rappresento ASVAPP, che è l’Associazione per lo sviluppo della valutazione e l’analisi delle politiche pubbliche. Si tratta di un’associazione piccola come dimensioni, ma molto anziana; noi siamo nati nel 1997 con la missione di promuovere la cultura della valutazione, ispirandoci un po’ all’esperienza statunitense della program evaluation. Nasciamo in un momento in cui in realtà in Italia si parlava ancora poco di valutazione, non c’era ancora una tradizione che in questo momento si sta sviluppando sull’utilizzo dell’evidenza per supportare la decisione dei policy maker.

Nell’ambito di questa nostra missione si sono consolidate negli anni diverse partnership, sia a livello italiano che europeo. Una di queste è stata già menzionata dalla Presidente Mazzali, cioè l’esperienza del progetto CAPIRE, che nasce nel 2002 proprio con l’obiettivo di supportare le assemblee nell’esercizio della funzione di controllo. Ci tengo a dire che, prima ancora di essere coordinata dalla Conferenza dei Presidenti, quindi coinvolgere tutti i Consigli regionali italiani, l’esperienza di CAPIRE nasce con soli quattro Consigli regionali e la Lombardia era una di questi quattro Consigli promotori, quindi ha una storia molto anziana di familiarità con il progetto CAPIRE e anche con uno degli strumenti che il medesimo progetto ha sviluppato, appunto la missione valutativa, che non è nient’altro che un’iniziativa consiliare volta ad analizzare l’attuazione delle leggi regionali, valutando l’efficacia delle politiche. Anche da questo punto di vista ci teniamo sempre molto a sottolineare il fatto che la Regione Lombardia è un punto di eccellenza rispetto ai risultati in questo senso. Se non sbaglio, questa è la venticinquesima missione valutativa realizzata dalla Lombardia. È un risultato, devo dire, estremamente significa se confrontato con tutti gli altri territori italiani.

La Presidente Mazzali ha già detto che in questo caso il Comitato Paritetico di Controllo e Valutazione, d’intesa con la III Commissione consiliare, ha promosso una missione valutativa, il cui tema riguardano proprio le politiche familiari realizzate sul territorio lombardo. Oltre ad essere molto importante come tematica perché si inserisce in un momento molto sensibile sul territorio italiano, ma non solo, legato alla pandemia, questa missione è particolarmente sensibile perché appartiene a quella che è definita, come diceva la Presidente, “politiche proposte dagli stakeholder”. Questo ci dice molto di quanto questo tema sia sensibile e quindi segnalato dal territorio.

Questa missione nasce con due obiettivi precisi. Il primo obiettivo era quello di offrire supporto al processo decisionale, mettendo in relazione la domanda e l’offerta di politiche

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per la famiglia sul territorio lombardo. Noi abbiamo inteso declinare questo primo obiettivo, con tre attività estremamente puntuali tra loro, in ordine sequenziale. La prima attività che abbiamo realizzato per rispondere a questo obiettivo è stata quella di realizzare un quadro sistematizzato delle fragilità e dei bisogni sul territorio lombardo. La realizzazione di questo quadro, non semplicissima proprio per l’ampiezza delle dimensioni di questo argomento, è partita dalla declinazione di che cosa sia bisogno e di che cosa sia fragilità. Una volta realizzato questo quadro sistematizzato sul territorio, abbiamo realizzato una mappatura e una classificazione delle politiche per la famiglia sul territorio lombardo. Abbiamo dovuto quindi operare delle scelte, perché realizzare una mappatura implica, in prima battuta, decidere che cosa guardare, decidere qual è il periodo che volevamo osservazione e decidere come classificare quello che abbiamo mappato. Ci tengo a dire che tutte queste scelte sono state fatte in collaborazione con il Comitato, proprio perché questo lavoro potesse essere veramente, come diceva la Presidente Mazzali, un supporto alla decisione.

Una volta realizzata la prima fase, quindi la sistematizzazione delle fragilità e dei bisogni, la mappatura e la classifica delle politiche, è stata costruita una griglia concettuale che consente una lettura incrociata, da una parte dei bisogni, dall’altra delle politiche. Quello che speriamo di aver prodotto e che vi racconterà il collega Gianluca Strada è uno strumento operativo a vostra disposizione, affinché possiate cogliere sia la dimensione del vostro intervento, sia eventuali aree di scopertura su cui andare ad indicare nel prossimo futuro.

Il secondo obiettivo di questa missione valutativa era, sempre in accordo con il Comitato Paritetico, quello di valutare l’attuazione del Fattore famiglia lombardo, introdotto dalla legge 2017, n. 210, con l’obiettivo di identificare criticità e punti di forza di uno strumento che voleva incidere sulla modalità di accesso e sulle condizioni di accesso alle politiche territoriali.

Io non voglio rubare altro tempo. Lascio la parola a Gianluca Strada che vi racconterà le evidenze prodotte nell’ambito di questa missione. Lasceremo poi spazio per tutti i dubbi, le domande o i suggerimenti che dovessero emergere dalla presentazione. Grazie a tutti. Cedo la parola a Gianluca Strada.

Dott. STRADA

Buongiorno a tutti. Rispetto all’introduzione di Valentina che è già stata senz’altro molto dettagliata, partirei dal primo aspetto che riguarda le politiche della famiglia, cioè il fatto che coprono un vasto gruppo di azioni che si rivolgono alla famiglia sia in senso stretto, cioè alla famiglia come gruppo, sia ai suoi componenti individuali, ovvero ai membri che fanno parte della famiglia. Queste diverse dimensioni possono coprire, ad esempio, le politiche abitative, quindi la casa, le politiche per il lavoro, la scuola, la salute, ma anche tanti altri argomenti che vedremo successivamente. In questo ambito così eterogeneo è stato da noi operato un tentativo di sistematizzazione, di declinazione, di raggruppamento delle varie politiche secondo categorie predefinite, sia sul versante dei bisogni espressi dalle famiglie sul territorio, sia per quanto riguarda le politiche, quindi gli interventi posti in essere per dare risposta. Le politiche sono state mappate sia a partire dall’azione pubblica in senso stretto, quindi dalla Regione e dalle diverse istituzioni nazionali e locali, sia dalla filantropia istituzionale, cioè dalle fondazioni, in primis quelle bancarie.

Le nostre fonti per operare queste due mappature sono partite innanzitutto da un recente rapporto della Giunta, che è stato pubblicato nel 2020 e che contiene una rassegna di tutte le

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politiche promosse a livello nazionale e locale sul territorio lombardo, nel periodo che va dal 2018 al 2020 e che coincide con l’insediamento dell’attuale Giunta. Questa rassegna ha come fonti il portale istituzionale della Regione Lombardia, quindi le varie amministrazioni e direzioni tematiche, i siti istituzionali del Governo, dei Dipartimenti delle politiche per le famiglie e delle pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri e di altri Ministeri, proprio per la varietà di argomenti che le politiche familiari contengono e, infine, il sito dell’INPS, che è il principale gestore della previdenza sociale in Italia.

Accanto alle misure strettamente di matrice pubblica, negli ultimi anni è molto cresciuto il contributo offerto dalla filantropia istituzionale, soprattutto da parte delle fondazioni bancarie che dispongono di risorse proprio e che impiegano in modo indipendente, utilizzando appunto risorse private per un interesse collettivo. Queste organizzazioni sono particolari perché strutturate per scopo con vincoli di responsabilità e sottoposte a processi di rendicontazione pubblica. Per mappare le politiche poste in essere da questa categoria di soggetti abbiamo utilizzato una ricerca sul web sui vari siti delle fondazioni, sia bancarie, sia di impresa e famiglia, sia di comunità.

L’opera di ricerca ha portato alla mappatura di 138 politiche, di cui 103 promosse da soggetti pubblici e 35 da soggetti privati. Tutte queste politiche sono state classificate, in una seconda fase, per categorie di obiettivo e categorie di strumento di intervento, in modo da poter organizzare dei gruppi suddivisi per ciò che si vuole ottenere e i mezzi che si utilizzano per ottenerlo. Si può osservare che alcune politiche intervengo su più obiettivi, quindi non hanno un’unica vocazione e lo fanno con diversi strumenti, per cui all’interno della loro organizzazione hanno diversi interventi con obiettivi e strumenti particolari. Un esempio può essere il caso del programma QuBì della Fondazione Cariplo, che promuove reti territoriali e azioni specifiche di sostegno alle persone fragili, a partire dal contrasto alla povertà alimentare ed educativa. Quindi ha obiettivi che intersecano quelli tipici delle politiche educative e sanitarie, intervenendo con strumenti di facilitazione economica, consulenza, tutoraggio, infrastrutture e beni materiali.

Per ciascuna di queste politiche che abbiamo mappato sono state costruire delle schede dettagliato, che hanno le seguenti categorie illustrative, per cui offrono per ogni politica un quadro di sintesi. In particolare, abbiamo proceduto a mappare quelle che vedete evidenziate in rosso, cioè l’area di Polis, che è l’obiettivo verso cui la politica si rivolge – in questo caso sono quattro – e lo strumento con cui interviene. Questa opera è stata fatta per tutte le 138 politiche mappate.

Un altro esempio di obiettivi multipli e di strumenti di intervento diversificati è anche il reddito di cittadinanza, una misura di sostegno al reddito, ma anche di incentivazione al lavoro, che utilizza come strumento sia un contributo, quindi una facilitazione economica, sia uno strumento di attivazione in quanto la facilitazione è condizionata alla disponibilità di entrare in un percorso di ricerca del lavoro, di formazione eccetera.

Da una prima ricognizione, la prima evidenza emersa che l’azione pubblica in senso stretto, cioè quella degli enti regionali e nazionali, tende ad essere maggiormente specializzata.

Infatti, sulle 103 politiche che abbiamo mappato soltanto 15 sono quelle che si distinguono in multi-obiettivo e multi-intervento – 17, scusate, multi-intervento, sono abbastanza simili – quindi una quota minoritaria, mentre sul versante privato si osserva un maggiore grado di complessità e la gran parte delle politiche, 20 su 25, hanno obiettivi multipli e intervengono con strumenti multipli.

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Questo è il quadro d’insieme che è stato costruito organizzando le 138 politiche secondo le categorie di strumento di intervento e obiettivo che noi abbiamo individuato. Sulla colonna verticale leggete le categorie di obiettivo, “casa, devianza, genitorialità, lavoro, mobilità, reddito, salute, scuole e tempo libero”. Sulle righe orizzontali ci sono gli strumenti d’intervento, cioè “attivazione, facilitazione economica, informazione, consulenza, tutoraggio, infrastrutture” e quant’altro. Sui totali di riga potete leggere le numerosità degli interventi secondo gli obiettivi singoli, dove si nota che la facilitazione economica è uno degli strumenti più utilizzati, seguito, per esempio, da informazione, consulenza e tutoraggio. Sul totale di colonna, invece, leggete i totali riferiti agli obiettivi degli interventi, dove, per esempio, la salute e la devianza sono tra gli obiettivi più battuti. All’incrocio, nelle celle, potete leggere il totale degli interventi mappati per singola categoria, incrociata con lo strumento di intervento utilizzato per affrontarla e anche qui trovate, per esempio, che la salute, tra gli obiettivi principalmente perseguiti, utilizza in maniera preponderante strumenti di facilitazione economica.

Questo quadro vuole riassumere la quantità degli interventi che sono stati messi in atto, suddivisi per ciascuna categoria. Una tabella simile, ma interattiva, è stata fornita in allegato e permette non solo di osservare la numerosità, ma di contenere i singoli codici delle politiche e linkarli alle rispettive schede, per cui consente una lettura più informata, data la possibilità per ogni politica di andare poi ad osservare i dettagli che abbiamo visto precedentemente.

Da questa visione d’insieme emerge che le politiche per la salute, le devianze, gestione dei conflitti e scuola sono quelle che abbiamo osservato essere più numerose. Le politiche per la salute trovano una frequente attuazione attraverso strumenti economici e infrastrutturali. Le politiche per il contrasto alla devianza sono spesso attuate con servizi di consulenza, informazione e tutoraggio, mentre quelle per la scuola con strumenti economici, i bonus soprattutto e anche formativi come corsi di aggiornamento per i docenti eccetera. Sono meno frequenti le politiche per la mobilità e per il tempo libero, dove per tempo libero intendiamo fondamentalmente cultura e attività sportive.

Sull’altro versante gli strumenti di facilitazione economica risultano i più utilizzati e in seconda battuta i servizi informativi e consulenziali, seguiti poi dalla fornitura di infrastrutture e beni materiali. Meno utilizzati sono gli strumenti di attivazione, tipici delle politiche per il lavoro, rispetto ai quali abbiamo visto un esempio e le erogazioni di prestazioni sono associate generalmente alle politiche sanitarie e sociosanitarie.

Tabelle analoghe a quella precedente, ma che contengono sottogruppi, possono essere costruite a partire dai filtri che nelle tabelle che abbiamo fornito sono presenti e permettono di ridurre la stessa griglia a sottogruppi con particolari caratteristiche. Questo, per esempio, è il sottogruppo dei soli interventi strettamente pubblici, quindi promossi da Regioni e Governo nazionale fondamentalmente. La distribuzione che osserviamo per questo sottogruppo è abbastanza simile alla precedente, ma mostra una grande concentrazione di interventi pubblici che utilizzano strumenti di facilitazione economica. Come vedete, sono 60, quindi molto maggiore rispetto a tutti gli altri strumenti di intervento. Le categorie, ovvero gli obiettivi che le politiche mostrano sono coerenti con la distribuzione precedente, cioè rivolte alla salute, alla scuola e alla devianza, ma gli strumenti sono concentrati sulla facilitazione economica e sul sistema di regolamentazione, che è lo strumento tipo di intervento, se vogliamo, dell’azione pubblica.

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Un altro tipo di filtro che abbiamo provato a realizzare è quello che riduce il gruppo delle politiche a quelle che si rivolgono alla famiglia come gruppo, quindi in senso stretto. Lo abbiamo fatto raggruppando quelle politiche che tra i requisiti pongono dei vincoli che rivolgono l’attenzione soltanto ai nuclei familiari, escludendo le politiche a cui hanno accesso i singoli individui. In questo caso, raggruppando questi interventi, si nota un quadro meno eterogeneo, dove se guardiamo sia il totale degli obiettivi, sia il totale degli strumenti di intervento, vediamo che risultano più uniformi tra di loro, non vi sono concentrazioni particolari in alcuna categoria.

Un ultimo filtro che vi mostro è quello delle politiche che hanno per obiettivo qualcosa che ha a che fare con il contrasto alla pandemia attuale, il Covid-19. Chiaramente si restringe di molto il ventaglio degli interventi in quanto questi sono molto specializzati. Sono principalmente rivolti al sostegno al reddito e alla scuola e lo fanno con strumenti di facilitazione economica e con la fornitura di infrastrutture e beni materiali.

Su questa lettura incrociata cosa possiamo dire? La sua principale utilità è quella di mostrare la concentrazione degli interventi su alcuni obiettivi, quindi dare una visualizzazione di quelle che sono le aree in cui si riversa maggiore attenzione e quelle magari in cui c’è una minore incisività per quanto riguarda il numero di politiche. Questo può indicare nelle aree di concentrazione sia una maggiore integrazione, quindi più interventi che interagiscono e vanno a contrastare un singolo problema, sia una potenziale sovrapposizione degli stessi interventi che può essere eventualmente analizzata con una maggiore quantità di dati e di approfondimenti. Per esempio, un’attività che potrebbe essere organizzata sulle aree di maggiore concentrazione, ovvero quelle in cui c’è una disponibilità maggiore di dati amministrativi, è quella di raccogliere e sistematizzare la loro raccolta e analisi, in modo da verificare quante risorse sono state assegnate per singola categoria, quali sono le caratteristiche dei beneficiari che eventualmente vi hanno fruito e mettere in evidenza se vi sono state criticità. Magari, visto che si tratta di interventi che tra di loro possono essere ritenuti omogenei per obiettivo e per strumento, è possibile provare a stimare l’efficacia, quindi la capacità di questi interventi di conseguire gli obiettivi per cui erano stati pensati.

Le matrici di cui vi ho parlato che permettono di operare diverse scelte di filtro sono state da noi sviluppare su software Excel, per cui sono largamente accessibili e possono essere utilizzate per aggiungere altri filtri o magari incrociare i filtri già presenti, facendo delle selezioni di sottogruppi ulteriori rispetto a quelle mostrate.

Sull’altro versante, cioè dei bisogni delle famiglie, siamo partiti da una fonte completamente diversa, che è quella dell’interlocuzione con alcuni testimoni privilegiati, quindi stakeholder sull’argomento comune “famiglia”. Questi sono l’Associazione per la ricerca sociale, AUSER Lombardia, la Caritas Ambrosiana, Comuni Insieme e tutto l’elenco che vedete al primo punto. Questi interlocutori, che sono stati coinvolti sia in forma di intervista individuale, sia in forma di focus group di gruppo, hanno messo in evidenza fragilità e bisogni, in quanto portavoce delle famiglie sul territorio lombardo, nella misura in cui questi sono stati enfatizzati dall’emergenza pandemica. Si osserva, cioè, che le aree di fragilità sono molteplici, ma in ogni caso sono quelle che solitamente coinvolgono il territorio lombardo.

Sono state tutte enfatizzate dall’intervento della pandemia, ma in misura costante; nessuna di esse ha avuto un’esplosione particolare. Loro hanno anche evidenziato due aree di bisogno emerse con più enfasi e che nella loro opinione caratterizzeranno a futura evoluzione delle dinamiche familiari: da un lato il bisogno di socialità e condivisione,

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dall’altro le esigenze di digitalizzazione dei processi di vita quotidiana. Quello che è emerso dall’interlocuzione con questi soggetti è la necessità di risposte più olistiche, che rispondano non a un bisogno circoscritto, ma che offrano un mix di strumenti in grado di rispondere a bisogni diversi tra di loro. In questo senso l’azione della filantropia istituzionale, quindi delle fondazioni, appare più attrezzata rispetto a quella pubblica, proprio perché ha progettato politiche più integrate e più tendenti a mettere insieme diversi aspetti della vita familiare. Ad esempio, la strategia di Cariplo negli ultimi anni è stata più orientata a progettare e costruire interventi integrati nell’ottica di unire strumenti diversi per fronteggiare obiettivi molteplici, mentre in precedenza la strategia era più quella di replicare interventi simili a quelli pubblici, ma con alcune caratteristiche innovative. Molti tra gli stakeholder coinvolti hanno ribadito l’importanza e l’utilità di azioni di sistema e il rafforzamento di una rete locale che possa coinvolgere soggetti di diversa natura sul territorio, quindi sia istituzioni, sia gruppi più o meno organizzati.

Infine, abbiamo tentato un’operazione simile a quella fatta con le politiche, cioè una classificazione delle aree di fragilità da poter incrociare con la classificazione fatta su obiettivi e strumenti di policy. Nella tabella a destra vedete che è stata incrociata questa duplice classificazione, guidata dalle aree di fragilità che vedete nella prima colonna. Nelle altre due, nei numeri tra parentesi, trovate il numero di interventi che possono essere associati a quel tipo di area di fragilità. Senza stare a guardare il dettaglio, la prima cosa che salta all’occhio è che da questo tipo di classificazione emerge come tutte le aree di fragilità individuate ottengono una risposta variegata, ma di notevole numero su diversi obiettivi di policy, con l’impiego di svariati strumenti. Si potrebbe dire che dal punto di vista numerico molte politiche coincidono con le aree di fragilità individuate. Da questo tipo di mappatura un passo in più che potrebbe essere fatto è quello di ottenere maggiori informazioni, quindi dati più puntuali, per quanto riguarda le risorse concesse, i beneficiari serviti e le entità dei singoli contributi sulle aree di fragilità di maggiore interesse.

La seconda parte della nostra missione si è invece rivolta a una singola misura promossa dalla Regione Lombardia, ovvero il Fattore famiglia lombardo. Si tratta di uno strumento per la definizione delle condizioni economiche e patrimoniali che consentono alle famiglie in questo caso di accedere alle prestazioni pubbliche sotto forma di indicatore sintetico della situazione reddituale e patrimoniale. Questo indicatore si inserisce in un dibattito più ampio che ha coinvolto negli ultimi anni quello che esiste già a livello nazionale, vale a dire l’Indicatore di situazione economica equivalente, quelli che tutti conoscono come ISEE. Il Fattore famiglia lombardo si inserisce in questo contesto come un elemento per individuare criteri di accesso più equi per i cittadini nella contribuzione alla spesa dei servizi a cui accedono.

Il Fattore famiglia lombardo, in questo senso, ha l’obiettivo di ridurre i margini di errore ritenuti in carico all’ISEU, utilizzando un algoritmo di calcolo più sofisticato, che da un lato consente un controllo dei dati reddituali e patrimoniali più accurato e dall’altro modifica i parametri che sono contenuti nei numeri e nel peso, in modo da tener conto di alcune condizioni aggiuntive ritenute opportune nel caso delle famiglie che mostrano determinate caratteristiche. I cambiamenti attesi sono dei criteri più favorevoli di accesso per le famiglie che dovrebbero portare, da un lato, a un incremento delle domande, quindi alla necessità di risorse maggiori e, dall’altro, a un ampliamento della platea dei beneficiari e a una distribuzione più adeguata dei singoli contributi. Il risultato di fondo dovrebbe essere, nel

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breve periodo, un miglioramento del benessere delle famiglie e, nel lungo periodo, magari un aumento del tasso di natalità.

Questo sistema di calcolo aggiuntivo potrebbe portare anche delle alcune criticità, sia dal punto di vista amministrativo per chi deve effettuare in concreto il calcolo e deve gestire le istruttorie per erogare i contributi, sia sul versante dei beneficiari che, per esempio, nel caso di erogazioni possono portare a un ampliamento della platea degli aventi diritto, con il conseguente aumento del numero di domande e di risorse necessarie per rispondere e ,allo stesso tempo, una diminuzione degli introiti che è provocata dall’allargamento della platea e dei singoli contributi.

Infine, per quanto riguarda le conseguenze sui beneficiari, in caso di selezione sulla base di una graduatoria fissa, l’applicazione del Fattore famiglia lombardo può portare a una modifica nella composizione dei beneficiari rispetto a quanto sarebbe successo utilizzando l’ISEE.

Abbiamo poi osservato l’applicazione del Fattore famiglia lombardo su tre misure attuate dalla Giunta della Lombardia. La prima è stata il bonus assistenti familiari. Vedete a destra un piccolo riepilogo della misura, classificata da noi come obiettivo salute e strumenti di policy, appunto una facilitazione economica.

Presidente MAZZALI

Scusi se la interrompo. So che è una cosa che non si dovrebbe mai fare. Tra l’altro, questa è una missione valutativa straordinariamente interessante. Noi purtroppo abbiamo dei tempi che non ci consentono un approfondimento così chiaro come lei ci sta dando e io la ringrazio veramente. Tra dieci minuti il Presidente Monti deve dare inizio alla III Commissione in seduta. Le chiedo la gentilezza di essere un pochino più sintetico. Io l’avrei ascoltata per ore, ma ci sarà occasione per presentare tutti questi dati assolutamente interessanti in una sede diversa, dove ci dedicheremo solo ed esclusivamente a questo e dove ci apriremo agli stakeholder che sono stati coinvolti e che sono interessati a leggere i dati. Purtroppo, in questa sede siamo contingentati con i tempi, quindi le chiedo, diciamo così, di darci le nozioni più interessanti che possono sollecitare l’attenzione dei nostri colleghi, per poi fare una seconda rappresentazione dei dati. Mi scuso.

Dott. STRADA

Non guardiamo ai singoli dettagli di ognuna delle tre misure. Sono il bonus assistenti familiari, la dote infanzia e il pacchetto famiglia. Il tratto comune nell’applicazione del Fattore famiglia lombardo a questo tre misure è stato quello di non modificare la graduatoria di base creata dall’ISEE, quindi è stato applicato utilizzando la graduatoria precostituita sulla base del calcolo dell’ISEE, a cui chi rispondeva a determinate caratteristiche veniva assegnata una quota aggiuntiva, calcolata con una formula particolare, che rappresenta il beneficio aggiuntivo che il Fattore famiglia lombardo vuole attribuire come premio alle famiglie che hanno determinate caratteristiche. Questo tipo di applicazione ha portato, di fatto, a non modificare le graduatorie preesistenti, quindi gli stessi beneficiari che avrebbero avuto diritto e accesso a quelle misure lo hanno avuto, con l’aggiunta di essi che, per caratteristiche, ne hanno ricevuto una parte in più, il cui monte risorse è contingentato per ciascuna misura.

Quindi si è stabilito a monte quanto assegnare in più per ogni misura e lo si è distribuito tra chi aveva diritto, non mutando le graduatorie già esistenti. Quello che si potrebbe avere in più per offrire un quadro di sintesi sui dati di attuazione del Fattore famiglia è, per esempio,

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quello che è contenuto in questa tabella dove, accanto alla dotazione finanziaria complessiva delle misure e la quota di risorse assegnate al settore famiglia, sarebbe utile conoscere il numero di beneficiari delle misure e il numero di beneficiari delle stesse misure, ma con la quota di Fattore famiglia, nonché il contributo medio per ciascuna delle due quote, cioè quella base della misura e quella aggiuntiva del Fattore famiglia lombardo. In questo modo si potrebbe avere una visione sintetica del beneficio che il contributo può aver assegnato e nello stesso tempo si può invece, nel caso ci sia bisogno di approfondimenti maggiori, avere accesso ai micro dati amministrativi in cui sono contenute le informazioni per ciascuna domanda di contributo e quindi, sulla base di queste, fare analisi più complesse sulle caratteristiche delle domande, dei beneficiari e sulla distribuzione dei singoli contenuti rapportata alle caratteristiche degli stessi beneficiari.

In conclusione, abbiamo visto che, per quanto riguarda la prima parte, cioè l’incrocio tra domanda e offerta di politiche da parte degli stakeholder, ci arrivano indicazioni che riguardano una maggiore integrazione tra attori pubblici e privati e una programmazione che sia più flessibile e in grado di adattarsi all’evoluzione delle esigenze delle famiglia per una presa in carico più ad ampio spettro sull’utenza, in particolare con un’attenzione alla prevenzione nell’intercettare preventivamente i bisogni prima che essi diventino manifesti.

Nello stesso tempo, grazie al tipo di classificazione che abbiamo tentato di offrire, si mettono in luce alcune aree che possono essere più coperte di altre. Queste aree potrebbero essere soggette ad approfondimenti maggiori, sia di tipo descrittivi, sia, nel caso possa essere ritenuto utile, facendo analisi ad hoc che riguardano l’efficacia di questi interventi nell’ottenere gli obiettivi prestabiliti.

Infine, sul Fattore famiglia lombardo un accesso e un utilizzo dei dati di dettaglio può essere utile per confrontare beneficiari e non beneficiari, quindi la capacità del Fattore famiglia di fare la differenza nell’assegnare contributi e benefici alle famiglie. In questo senso i due passi che potrebbero essere fatti come sviluppo di questa missione valutativa potrebbero essere, in chiave descrittiva, una raccolta sistematica dei micro dati su beneficiari e su esclusi che permettano confronti informativi su quanto viene concesso differentemente tra gli uni e gli altri, quindi dove vengono spese le risorse, su quali obiettivi sono maggiormente concentrate, quali beneficiari coinvolgono e se ci sono o possono esistere maggiori o minori sovrapposizioni. Questo tipo di raccolta di dati più capillare può essere anche utile e funzionale a realizzare valutazioni di natura controfattuale, che entrano nel merito e stimano l’efficacia dei singoli interventi, cioè la capacità di raggiungere gli obiettivi che ci si era prefissi. Direi che posso concludere qui. Vi ringrazio per l’attenzione.

Presidente MAZZALI

Gianluca, la ringrazio veramente. Purtroppo, i tempi delle Commissioni, nonostante il Presidente Monti sia sempre molto generoso nell’ampliarli, sono contingentati anche dall’utilizzo dell’aula. Mi dispiace di aver accelerato la sua descrizione.

Dott. STRADA

No, anzi, mi scuso io per non essere stato sufficientemente sintetico.

Presidente MAZZALI

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Per chi fa valutazioni di misure è impossibile essere sintetico, perché altrimenti perdono il valore effettivo. Valutare una misura vuol dire entrare nel merito e ciò significa tutta una serie di dati che, se non vengono raccontati, la missione valutativa non assume il suo senso e lo scopo per il quale viene fatta. Mi spiace non riuscire in questo momento a dare voce soprattutto agli stakeholder che, come dicevo prima, hanno contribuito e collaborato. Devo purtroppo chiudere, ma rimandandovi a una seconda occasione perché questa è stata solamente una presentazione dovuta ai colleghi della III Commissione e al Presidente Monti.

Rimandiamo a una sede più opportuna dove daremo parola, in quanto su questa missione valutativa c’è tutta una serie di aspetti e di domande che noi vorremmo farvi per entrare nel merito di alcune tematiche che avete valutato. Non so neanche se abbiamo presente l’Assessore Locatelli. Se dovesse esserci, mi scuso per non averle presentate.

Assessore LOCATELLI Sì, ci sono. Saluto tutti e basta.

Presidente MAZZALI

Rimandando poi a una seconda occasione, come dicevo, dove potremo con lei confrontarci su tutti questi dati.

Assessore LOCATELLI

Grazie, Presidente Mazzali. Sono d’accordo e ci possiamo sicuramente rivedere. Ho seguito tutto con interesse. Si tratta di un lavoro interessante. Anch’io credo nell’importanza, ma non voglio rubare tempo a nessuno. Ho capito che siamo in grande ritardo. Credo nell’importanza dell’analisi dei dati, dei tavoli tecnici e del confronto. Ritengo che dovremmo riprogrammare un momento per rivedere tutto quello che si sta sviscerando in questa importante riunione. Grazie.

Presidente MAZZALI

Perfetto. Grazie a lei. In effetti con lei poi programmeremo un’occasione di incontro dove metteremo al tavolo tutte le associazioni che con noi hanno contribuito. Ringrazio la sua Direzione generale per la grandissima collaborazione, perché il risultato delle missioni valutative partono soprattutto dalla collaborazione delle direzioni generali della nostra Giunta. Con la sua noi abbiamo avuto un’ottima collaborazione, quindi ringraziamo doppiamente. Direi che possiamo chiudere facendo l’appello, altrimenti il Presidente Monti mi cancella dall’elenco delle sue amicizie.

Presidente MONTI

No, si figuri, ci mancherebbe, Presidente Mazzali. Direi intanto ai Consiglieri della III Commissione, visto che abbiamo preso le presenze da Webex con la Segreteria, che si possono scollegare, così ci connettiamo direttamente all’altro link. Lascio a lei fare l’appello sui componenti della sua Commissione. Grazie. Buona giornata a tutti. Arrivederci.

Presidente MAZZALI

Grazie, Presidente, per la collaborazione.

Questa è una missione che ha veramente bisogno di uno spazio molto più ampio perché i dati sono importantissimi. Dobbiamo impegnarci a costruire un’occasione dove entrare nel

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merito e nel dettaglio di tutti questi dati, perché sono questi ultimi che ci serviranno nel futuro per poter prevedere le nuove misure da ampliare. Gianluca e Valentina, grazie per il grande lavoro che avete fatto.

Dott.ssa BATTILORO

Grazie a voi anche della pazienza di averci ascoltato.

Presidente MAZZALI

No, no, assolutamente. Sai benissimo che le missioni valutative hanno sempre un approccio che dovremmo avere un pochino più sintetico, ma è impossibile perché altrimenti non daremmo valore al tanto lavoro che viene svolto. Quelle non sono le sedi per poter sviscerare ed entrare nel merito. Io ogni tanto ci litigo con Elvira, le dico “troppo lunga”, ma è nella natura, giustamente, della missione valutativa. Se non entri nel merito, non serve a nessuno.

Dott.ssa BATTILORO

Siamo comunque disponibili, quando vorrete, a una seconda, terza puntata.

Presidente MAZZALI

Dobbiamo assolutamente ricostruire un’occasione del genere in tempi molto ristretti, anche perché abbiamo gli stakeholder che secondo me hanno bisogno di discutere con noi.

Grazie a voi. Non ho mancato di ringraziarvi in quanto componenti dell’Osservatorio sul Fattore famiglia lombardo, tra cui il collega Gabriele Barucco che è anche parte del Comitato, quindi ha una doppia funzione.

Consigliere BARUCCO

Mi sono sentito a casa oggi, infatti, Presidente.

Presidente MAZZALI

Lo so. La ringrazio perché su queste tematiche ha una sensibilità che è ormai nota.

Grazie, Presidente. Grazie al Consigliere Barucco. Grazie a tutti.

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