Albumina contro Covid-19: avviata con successo la sperimentazione clinica Monitoraggio dal 09/01/2021 al 21/01/2021
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Roma, 9 gennaio 2021
COMUNICATO STAMPA
Albumina contro Covid-19: avviata con successo la sperimentazione clinica
In attesa dello sviluppo di un vaccino per sconfiggere la malattia, il gruppo di ricerca coordinato da Francesco Violi della Sapienza ha iniziato la sperimentazione dell’uso di albumina come supporto alla tradizionale terapia anticoagulante nel trattamento delle complicanze trombotiche. I risultati dello studio sono stati pubblicati sulla rivista Thrombosis and Haemostasis
Nei pazienti con infezione da SARS-CoV-2 è ormai accertato l’elevato rischio legato alla formazione di trombi che possono determinare conseguenze devastanti come ostruzioni polmonari (embolie), infarto cardiaco e ictus con una frequenza più elevata di quella
riscontrata nella polmonite comunitaria. Per tale ragione la comunità scientifica ha cercato di identificare una terapia mirata, a supporto di quelle tradizionali, per far fronte alle
complicanze dovute alla formazione di trombi riducendo il ricorso alla terapia intensiva.
Un nuovo studio coordinato da Francesco Violi del Dipartimento di Scienze cliniche internistiche, anestesiologiche e cardiovascolari, ha indagato se l’impiego di albumina in pazienti Covid-19 con concomitante ipoalbuminemia, inibisse la coagulazione del sangue.
Per una settimana, a 10 pazienti Covid-19, già in trattamento con anticoagulanti, è stata somministrata albumina endovena e si è osservata una ridotta coagulazione rispetto a quella di 20 pazienti in terapia con il solo anticoagulante. Allo studio, pubblicato sulla rivista Thrombosis and Haemostasis, hanno collaborato anche Francesco Pugliese del Reparto di Terapia intensiva, Claudio Maria Mastroianni e Mario Venditti del Reparto di Malattie Infettive del Policlinico Umberto I e Francesco Cipollone dell’Università degli studi
“Gabriele Annunzio” di Chieti.
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In un precedente lavoro il gruppo di Violi, aveva osservato che i pazienti Covid-19 presentano livelli ridotti di albumina, proteina che viene prodotta dal nostro organismo e che è tra i più potenti antinfiammatori oltre a svolgere anche un’azione anticoagulante.
“Questa osservazione − dichiara Violi− ha fatto supporre che i bassi livelli di albumina potessero facilitare la coagulazione e dunque contrastare anche l’efficacia della terapia anticoagulante”.
Partendo da queste basi, il team di ricerca è passato alla osservazione clinica degli effetti dell’infusione di albumina, ottenendo risultati incoraggianti.
“Oggi, dai primi dati preliminari, sembrerebbe che il trattamento determina una minor comparsa di eventi vascolari – conclude Violi – Seppure sia necessario un numero maggiore di pazienti per confermare questo dato preliminare, lo studio apre la strada all’uso
dell’albumina in pazienti Covid-19 per valutare se la sua infusione, associata alla terapia anticoagulante classica, riduca il rischio trombotico e quindi la mortalità”.
Riferimenti:
Albumin Supplementation Dampens Hypercoagulability in COVID-19: A Preliminary Report - Francesco Violi, Giancarlo Ceccarelli, Lorenzo Loffredo, Francesco Alessandri, Francesco Cipollone, Damiano D'ardes, Gabriella D'Ettorre, Pasquale Pignatelli, Mario Venditti, Claudio Maria Mastroianni, Francesco Pugliese -Thromb Haemost 2020. DOI:
10.1055/s-0040-1721486
Info:
professor Francesco Violi
Dipartimento di Scienze cliniche internistiche, anestesiologiche e cardiovascolari, Sapienza Università di Roma
francesco.violi@uniroma1.it
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09 gennaio 2021 | 05.50 LETTURA: 2 minuti
Covid, studio italiano: speranze da infusioni di albumina
(Afp)
Roma, 9 gen. (Adnkronos Salute)
L'uso di albumina come supporto alla tradizionale terapia anticoagulante nel trattamento delle complicanze trombotiche da Covid-19 potrebbe ridurre il rischio trombotico e la mortalità. Uno studio italiano, coordinato da Francesco Violi del dipartimento di Scienze cliniche internistiche, anestesiologiche e cardiovascolari dell'Università La Sapienza di Roma, ha iniziato la
sperimentazione dell’uso di albumina nei pazienti Covid. "Nei pazienti con infezione da Sars- Cov-2 è ormai accertato l’elevato rischio legato alla formazione di trombi che possono
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Salvini: "Se Cina avesse evitato determinare conseguenze devastanti come ostruzioni polmonari (embolie), infarto cardiaco e ictus con una frequenza più elevata di quella riscontrata nella polmonite comunitaria. Per tale ragione - sottolinea Violi - la comunità scientifica ha cercato di identificare una terapia mirata, a supporto di quelle tradizionali, per far fronte alle complicanze dovute alla formazione di trombi riducendo il ricorso alla terapia intensiva".
Allo studio, pubblicato sulla rivista 'Thrombosis and Haemostasis', hanno collaborato anche Francesco Pugliese del reparto di Terapia intensiva, Claudio Maria Mastroianni e Mario Venditti, del reparto di Malattie infettive del Policlinico Umberto I, e Francesco Cipollone, dell’Università degli studi D'Annunzio di Chieti. La ricerca ha indagato se l’impiego di albumina in pazienti Covid-19 con concomitante ipoalbuminemia inibisse la coagulazione del sangue.
Per una settimana, a 10 pazienti Covid-19, già in trattamento con anticoagulanti, è stata somministrata albumina endovena e si è osservata una ridotta coagulazione rispetto a quella di 20 pazienti in terapia con il solo anticoagulante.
In un precedente lavoro, il gruppo di Violi aveva osservato che i pazienti Covid-19 presentano livelli ridotti di albumina, proteina che viene prodotta dal nostro organismo e che è tra i più potenti antinfiammatori oltre a svolgere anche un’azione anticoagulante. "Questa osservazione - afferma Violi - ha fatto supporre che i bassi livelli di albumina potessero facilitare la coagulazione e dunque contrastare anche l’efficacia della terapia anticoagulante".
Partendo da queste basi, il team di ricerca è passato alla osservazione clinica degli effetti dell’infusione di albumina, ottenendo risultati incoraggianti.
"Oggi, dai primi dati preliminari, sembrerebbe che il trattamento determina una minor
comparsa di eventi vascolari – conclude Violi – Seppure sia necessario un numero maggiore di pazienti per confermare questo dato preliminare, lo studio apre la strada all’uso dell’albumina in pazienti Covid-19 per valutare se la sua infusione, associata alla terapia anticoagulante classica, riduca il rischio trombotico e quindi la mortalità".
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Covid. Avviata con successo sperimentazione clinica su utilizzo dell’albumina
Il gruppo di ricerca coordinato da Francesco Violi dell'Università La Sapienza ha iniziato la sperimentazione dell’uso di albumina come supporto alla tradizionale terapia anticoagulante nel trattamento delle complicanze trombotiche. I risultati dello studio sono stati pubblicati sulla rivista Thrombosis and Haemostasis.
11 GEN - Nei pazienti con infezione da Sars-CoV-2 è ormai accertato l’elevato rischio legato alla formazione di trombi che possono determinare conseguenze devastanti come ostruzioni polmonari (embolie), infarto cardiaco e ictus con una frequenza più elevata di quella riscontrata nella polmonite comunitaria. Per tale ragione la comunità scientifica ha cercato di identificare una terapia mirata, a supporto di quelle tradizionali, per far fronte alle complicanze dovute alla formazione di trombi riducendo il ricorso alla terapia intensiva.
Un nuovo studio coordinato da Francesco Violi del Dipartimento di Scienze cliniche internistiche, anestesiologiche e cardiovascolari, ha indagato se l’impiego di albumina in pazienti Covid-19 con concomitante ipoalbuminemia, inibisse la coagulazione del sangue. Per una settimana, a 10 pazienti Covid-19, già in trattamento con anticoagulanti, è stata somministrata albumina endovena e si è osservata una ridotta coagulazione rispetto a quella di 20 pazienti in terapia con il solo anticoagulante.
Allo studio, pubblicato sulla rivista Thrombosis and Haemostasis, hanno collaborato anche Francesco Pugliese del Reparto di Terapia intensiva, Claudio Maria Mastroianni e Mario Venditti del Reparto di Malattie Infettive del Policlinico Umberto I e Francesco Cipollone dell’Università degli studi “Gabriele Annunzio” di Chieti.
In un precedente lavoro il gruppo di Violi, aveva osservato che i pazienti Covid-19 presentano livelli ridotti di albumina, proteina che viene prodotta dal nostro organismo e che è tra i più potenti antinfiammatori oltre a svolgere anche un’azione anticoagulante. “Questa osservazione − dichiara Violi− ha fatto supporre che i bassi livelli di albumina potessero facilitare la
coagulazione e dunque contrastare anche l’efficacia della terapia anticoagulante”.
Partendo da queste basi, il team di ricerca è passato alla osservazione clinica degli effetti dell’infusione di albumina, ottenendo risultati incoraggianti.
“Oggi, dai primi dati preliminari, sembrerebbe che il trattamento determina una minor comparsa di eventi vascolari – conclude Violi – Seppure sia necessario un numero maggiore di pazienti per confermare questo dato preliminare, lo studio apre la strada all’uso dell’albumina in pazienti Covid-19 per valutare se la sua infusione, associata alla terapia anticoagulante classica, riduca il rischio trombotico e quindi la mortalità”.
11 gennaio 2021
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QUOTIDIANOSANITA.IT Data pubblicazione: 11/01/2021 Link al Sito Web
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Martedì, 12 Gennaio 2021 Accedi
Attualità
LO STUDIO ITALIANO
Cos'è l'albumina e perché potrebbe essere d'aiuto contro il Covid 19
Secondo uno studio italiano, l'utilizzo di questa proteina come supporto nella terapia anticoagulante potrebbe ridurre il rischio trombotico e di mortalità.
Redazione 11 gennaio 2021 19:39
tilizzare l'albumina come supporto nella ormai tradizionale terapia anticoagulante nel trattamento delle complicanze trombotiche da Covid-19 potrebbe ridurre il rischio trombotico e la mortalità. A rivelarlo è uno studio italiano, coordinato da Francesco Violi del dipartimento di Scienze cliniche internistiche, anestesiologiche e cardiovascolari dell'Università Sapienza di Roma, ha iniziato la sperimentazione dell'uso di albumina nei pazienti Covid.
L'albumina contro il coronavirus: lo studio italiano
"Nei pazienti con infezione da Sars-Cov-2 è ormai accertato l'elevato rischio legato alla formazione di trombi che possono determinare conseguenze devastanti come ostruzioni polmonari (embolie), infarto cardiaco e ictus con una frequenza più elevata di quella riscontrata nella polmonite comunitaria. Per tale ragione - sottolinea Violi - la comunità scientifica ha cercato di identificare una terapia mirata, a supporto di quelle tradizionali, per far fronte alle complicanze dovute alla formazione di trombi riducendo il ricorso alla terapia intensiva".
Allo studio, pubblicato sulla rivista 'Thrombosis and Haemostasis', hanno collaborato anche Francesco Pugliese del reparto di Terapia intensiva, Claudio Maria Mastroianni e Mario Venditti, del reparto di Malattie infettive del Policlinico Umberto I, e Francesco Cipollone, dell'università degli studi D'Annunzio di Chieti. La ricerca ha indagato se l'impiego di albumina in pazienti Covid-19 con concomitante ipoalbuminemia, inibisse la coagulazione del sangue. Per una settimana, a 10 pazienti Covid-19, già in trattamento con anticoagulanti, è stata somministrata albumina endovena e si è osservata una ridotta coagulazione rispetto a quella di 20 pazienti in terapia con il solo anticoagulante.
Foto di repertorio Ansa
TODAY.IT Data pubblicazione: 11/01/2021
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Link: https://www.today.it/attualita/albumina-coronavirus.html
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Cos'è l'albumina
L'albumina è una proteina del plasma prodotta dal fegato. Il suo compito è quello di trasportare ormoni, acidi grassi, alcuni farmaci, tossine e di mantenere la pressione oncotica, ovvero la pressione delle proteine, utile per distribuire equamente i fluidi nei
compartimenti intra ed extravascolari.
Oltre ad essere una proteina umana, l'albumina può essere somministrata come farmaco, il cui principio attivo è proprio albumina umana e appartiene alla categoria degli emoderivati. L’albumina viene utilizzata nella pratica clinica per trattare diverse condizioni patologiche, anche se per anni il suo utilizzo è stato particolarmente controverso.
© Riproduzione riservata
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TODAY.IT Data pubblicazione: 11/01/2021
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C O V I D A L B U M I N A
aggiornato alle 16:19 09 gennaio 2021 S A L U T E
Contro il Covid avviata la
sperimentazione clinica con l'albumina
Il team di ricerca della Sapienza ha osservato una ridotta coagulazione rispetto a quella di 20 pazienti in terapia con il solo anticoagulante
tempo di lettura: 3 min
AGI - In attesa dello sviluppo di un vaccino per sconfiggere la malattia, il gruppo di ricerca coordinato da Francesco Violi della Sapienza ha iniziato la sperimentazione dell'uso di albumina come supporto alla tradizionale terapia anticoagulante nel trattamento delle complicanze trombotiche. I risultati dello studio sono stati
pubblicati sulla rivista Thrombosis and Haemostasis. Nei pazienti con infezione da SARS-CoV-2 è ormai accertato l'elevato rischio legato alla formazione di trombi che possono determinare conseguenze devastanti come ostruzioni polmonari (embolie), infarto cardiaco e ictus con una frequenza più elevata di quella riscontrata nella polmonite comunitaria.
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Sono 19.978 i nuovi casi, ma il tasso di
positività scende all'11,6%
Nelle ultime 24 ore crescono i positivi ma con 32mila tamponi in più, 483 i morti
Una ricerca analizzerà i comportamenti, le paure e le speranze degli italiani davanti alla pandemia
Lo studio è condotto dall'IRCCS Fatebenefratelli di Brescia, dall’AUSL di Modena e dall’Istituto Superiore di Sanità
e coinvolgerà un campione costituito da
© IGOR STEVANOVIC / SCIENCE PHOTO / IST / Science Photo Library via AFP -
AGI.IT Data pubblicazione: 09/01/2021
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Link: https://www.agi.it/salute/news/2021-01-09/covid-sperimentazione-albumina-10962670/
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Per tale ragione la comunità scientifica ha cercato di identificare una terapia mirata, a supporto di quelle tradizionali, per far fronte alle complicanze dovute alla formazione di trombi riducendo il ricorso alla terapia intensiva.
Lo studio
Il nuovo studio coordinato da Francesco Violi del Dipartimento di Scienze cliniche internistiche, anestesiologiche e cardiovascolari, ha indagato se l'impiego di albumina in pazienti Covid-19 con concomitante ipoalbuminemia, inibisse la
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Mastroianni e Mario Venditti del Reparto di Malattie Infettive del Policlinico Umberto I e Francesco Cipollone dell'Università degli studi "Gabriele Annunzio" di Chieti. In un precedente lavoro il gruppo di Violi, aveva osservato che i pazienti Covid-19
presentano livelli ridotti di albumina, proteina che viene prodotta dal nostro
organismo e che è tra i più potenti antinfiammatori oltre a svolgere anche un'azione anticoagulante.
"Questa osservazione - dichiara Violi - ha fatto supporre che i bassi livelli di albumina potessero facilitare la coagulazione e dunque contrastare anche l'efficacia della terapia anticoagulante". Partendo da queste basi, il team di ricerca è passato alla osservazione clinica degli effetti dell'infusione di albumina, ottenendo risultati incoraggianti.
"Oggi, dai primi dati preliminari, sembrerebbe che il trattamento determina una minor comparsa di eventi vascolari - conclude Violi - Seppure sia necessario un numero maggiore di pazienti per confermare questo dato preliminare, lo studio apre la strada all'uso dell'albumina in pazienti Covid-19 per valutare se la sua infusione, associata alla terapia anticoagulante classica, riduca il rischio trombotico e quindi la mortalità".
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AGI.IT Data pubblicazione: 09/01/2021
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Conte Lockdown Contagi Coronavirus ATTIVA LE NOTIFICHE FONDATORE E DIRETTORE: ANGELO MARIA PERRINO Home>Cronache>Coronavirus, albumina contro il covid: avviata la sperimentazione clinica
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Sabato, 9 gennaio 2021 - 14:52:00
Coronavirus, albumina contro il covid: avviata la sperimentazione clinica
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Home News Albumina contro Covid: la sperimentazione clinica della Sapienza pubblicata su Thrombosis and Haemostasis SABATO, GENNAIO 16, 2021
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Il ruolo dell’albumina dell’evoluzione del Covid: nei pazienti Covid-19 è decisamente elevato il rischio legato il rischio di formazione di trombi, che possono tra gli altri effetti determinare ostruzioni polmonari (embolie), infarto ed ictus.
Per tale ragione la comunità scienti ca ha cercato di identi care una terapia mirata, a supporto di quelle tradizionali, per far fronte alle complicanze dovute alla formazione di trombi riducendo il ricorso alla terapia intensiva.
Albumina contro il Covid: lo studio coordinato da Francesco Violi
Un nuovo studio coordinato da Francesco Violi del Dipartimento di Scienze cliniche internistiche, anestesiologiche e cardiovascolari, ha indagato se l’impiego di albumina in pazienti Covid-19 con concomitante ipoalbuminemia, inibisse la coagulazione del sangue.
Per una settimana, a 10 pazienti Covid-19, già in trattamento con anticoagulanti, è stata somministrata albumina endovena e si è osservata una ridotta coagulazione rispetto a quella di 20 pazienti in terapia con il solo
anticoagulante.
Allo studio, pubblicato sulla rivista Thrombosis and Haemostasis, hanno collaborato anche Francesco Pugliese del Reparto di Terapia intensiva, Claudio Maria Mastroianni e Mario Venditti del Reparto di Malattie Infettive del Policlinico Umberto I e Francesco Cipollone dell’Università degli studi “Gabriele Annunzio” di Chieti.
In un precedente lavoro il gruppo di Violi aveva osservato che i pazienti Covid-19 presentano livelli ridotti di albumina, proteina che viene prodotta dal nostro organismo e che è tra i più potenti antin ammatori oltre a svolgere anche un’azione anticoagulante.
“Questa osservazione − dichiara Violi − ha fatto supporre che i bassi livelli di albumina potessero facilitare la coagulazione e dunque contrastare anche l’ef cacia della terapia anticoagulante”.
Partendo da queste basi, il team di ricerca è passato alla osservazione clinica degli effetti dell’infusione di albumina, ottenendo risultati incoraggianti.
“Oggi, dai primi dati preliminari, sembrerebbe che il trattamento determina una minor comparsa di eventi vascolari – conclude Violi –.
Seppure sia necessario un numero maggiore di pazienti per confermare questo dato preliminare, lo studio apre la strada all’uso dell’albumina in pazienti Covid-19 per valutare se la sua infusione, associata alla terapia anticoagulante classica, riduca il rischio trombotico e quindi la mortalità”.
Per approfondire:
Pisa, la lotta della Microbiologia al COVID-19 e alla sepsi: laboratori aperti h24 per aiutare i colleghi del Pronto soccorso
Albumina contro Covid: la sperimentazione clinica della Sapienza pubblicata su Thrombosis and Haemostasis
By Redazione On Gen 16, 2021
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Cos’è l’albumina e perché potrebbe essere d’aiuto contro il Covid 19
Redazione 11 gennaio 2021 19:39
Utilizzare l’albumina come supporto nella ormai tradizionale terapia anticoagulante nel trattamento delle complicanze trombotiche da Covid–19 potrebbe ridurre il rischio trombotico e la mortalità. A rivelarlo è uno studio italiano, coordinato da Francesco Violi del dipartimento di Scienze cliniche internistiche, anestesiologiche e cardiovascolari dell’Università Sapienza …Vai all’articolo originale
Fonte: Today.it – Cronaca
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Covid. Avviata con successo sperimentazione clinica su utilizzo dell’albumina
Il gruppo di ricerca coordinato da Francesco Violi dell'Università La Sapienza ha iniziato la sperimentazione dell’uso di albumina come supporto alla tradizionale terapia
anticoagulante nel trattamento delle complicanze trombotiche. I risultati dello studio sono stati pubblicati sulla rivista Thrombosis and Haemostasis.
11 GEN - Nei pazienti con infezione da Sars-CoV-2 è ormai accertato l’elevato rischio legato alla formazione di trombi che possono determinare conseguenze devastanti come ostruzioni polmonari (embolie), infarto cardiaco e ictus con una frequenza più elevata di quella riscontrata nella polmonite comunitaria. Per tale ragione la comunità scientifica ha cercato di identificare una terapia mirata, a supporto di quelle tradizionali, per far fronte alle complicanze dovute alla formazione di trombi riducendo il ricorso alla terapia intensiva.
Un nuovo studio coordinato da Francesco Violi del Dipartimento di Scienze cliniche internistiche, anestesiologiche e cardiovascolari, ha indagato se l’impiego di albumina in pazienti Covid-19 con concomitante ipoalbuminemia, inibisse la coagulazione del sangue. Per una settimana, a 10 pazienti Covid-19, già in trattamento con anticoagulanti, è stata somministrata albumina endovena e si è osservata una ridotta coagulazione rispetto a quella di 20 pazienti in terapia con il solo
anticoagulante.
Allo studio, pubblicato sulla rivista Thrombosis and Haemostasis, hanno collaborato
anche Francesco Pugliese del Reparto di Terapia intensiva, Claudio Maria Mastroianni e Mario Venditti del Reparto di Malattie Infettive del Policlinico Umberto I e Francesco
Cipollone dell’Università degli studi “Gabriele Annunzio” di Chieti.
In un precedente lavoro il gruppo di Violi, aveva osservato che i pazienti Covid-19 presentano livelli ridotti di albumina, proteina che viene prodotta dal nostro organismo e che è tra i più potenti antinfiammatori oltre a svolgere anche un’azione anticoagulante. “Questa osservazione − dichiara Violi− ha fatto supporre che i bassi livelli di albumina potessero facilitare la coagulazione e dunque contrastare anche l’efficacia della terapia anticoagulante”.
Partendo da queste basi, il team di ricerca è passato alla osservazione clinica degli effetti dell’infusione di albumina, ottenendo risultati incoraggianti.
“Oggi, dai primi dati preliminari, sembrerebbe che il trattamento determina una minor comparsa di eventi vascolari – conclude Violi – Seppure sia necessario un numero maggiore di pazienti per confermare questo dato preliminare, lo studio apre la strada all’uso dell’albumina in pazienti Covid-19 per valutare se la sua infusione, associata alla terapia anticoagulante classica, riduca il rischio trombotico e quindi la mortalità”.
11 gennaio 2021
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ILFARMACISTAONLINE.IT Data pubblicazione: 11/01/2021 Link al Sito Web
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Coronavirus, nuovo studio made in Italy: speranze da infusioni di
albumina
L’uso di albumina come supporto alla tradizionale terapia anticoagulante nel trattamento delle complicanze trombotiche da Covid-19 potrebbe ridurre il rischio trombotico e la mortalità. Uno studio italiano, coordinato da Francesco Violi del dipartimento di Scienze cliniche internistiche, anestesiologiche e cardiovascolari dell’Università Sapienza di Roma, ha iniziato la sperimentazione dell’uso di albumina nei pazienti Covid. “Nei pazienti con infezione da Sars-Cov-2 è ormai accertato l’elevato rischio legato alla formazione di trombi che possono determinare conseguenze devastanti come ostruzioni polmonari (embolie), infarto cardiaco e ictus con una frequenza più elevata di quella riscontrata nella polmonite comunitaria. Per tale ragione – sottolinea Violi – la comunità scientifica ha cercato di identificare una terapia mirata, a supporto di quelle tradizionali, per far fronte alle complicanze dovute alla formazione di trombi riducendo il ricorso alla terapia intensiva”.
Allo studio, pubblicato sulla rivista ‘Thrombosis and Haemostasis’, hanno collaborato anche Francesco Pugliese del reparto di Terapia intensiva, Claudio Maria Mastroianni e Mario Venditti, del reparto di Malattie infettive del Policlinico Umberto I, e Francesco Cipollone, dell’università degli studi D’Annunzio di Chieti. La ricerca ha indagato se l’impiego di albumina in pazienti Covid-19 con concomitante ipoalbuminemia, inibisse la coagulazione del sangue. Per una settimana, a 10 pazienti Covid-19, già in trattamento con anticoagulanti, è stata somministrata albumina endovena e si è osservata una ridotta coagulazione rispetto a quella di 20 pazienti in terapia con il solo
da ildenaro.it - 11 Gennaio 2021
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ILDENARO.IT Data pubblicazione: 11/01/2021
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In un precedente lavoro, il gruppo di Violi aveva osservato che i pazienti Covid-19 presentano livelli ridotti di albumina, proteina che viene prodotta dal nostro organismo e che è tra i più potenti antinfiammatori oltre a svolgere anche un’azione anticoagulante. “Questa osservazione – afferma Violi – ha fatto supporre che i bassi livelli di albumina potessero facilitare la coagulazione e dunque contrastare anche l’efficacia della terapia anticoagulante”. Partendo da queste basi, il team di ricerca è passato alla osservazione clinica degli effetti dell’infusione di albumina, ottenendo risultati incoraggianti. “Oggi, dai primi dati preliminari, sembrerebbe che il trattamento determina una minor comparsa di eventi vascolari – conclude Violi – Seppure sia necessario un numero maggiore di pazienti per confermare questo dato preliminare, lo studio apre la strada all’uso dell’albumina in pazienti Covid-19 per valutare se la sua infusione, associata alla terapia anticoagulante classica, riduca il rischio trombotico e quindi la mortalità”.
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Pubblicato da RIFday In Gennaio 11, 2021
Covid, studio italiano evidenzia un possibile ruolo in terapia dell’albumina
Roma, 11 gennaio – L’albumina, proteina che viene prodotta dal nostro organismo e che è tra i più potenti antinfiammatori oltre a svolgere anche un’azione anticoagulante, potrebbe ridurre il rischio trombotico e la mortalità nei pazienti Covid se impiegata come supporto alla tradizionale terapia anticoagulante nel trattamento delle complicanze trombotiche della malattia provocata da Sars CoV 2.
Questa l’ipotesi al centro di uno studio italiano, coordinato da Francesco Violi del dell’Università Sapienza di Roma (nella foto a destra), che ha appunto iniziato la sperimentazione dell’uso di albumina nei pazienti Covid.
“Nei pazienti con infezione da Sars-Cov-2 è ormai accertato l’elevato rischio legato alla formazione di trombi che possono determinare conseguenze devastanti come ostruzioni polmonari (embolie), infarto cardiaco e ictus con una frequenza più elevata di quella riscontrata nella polmonite comunitaria. Per questa ragione” sottolinea Violi “la comunità scientifica ha cercato di identificare una terapia mirata, a supporto di quelle tradizionali, per far fronte alle complicanze dovute alla formazione di trombi, riducendo il ricorso alla terapia intensiva”.
Allo studio, pubblicato sulla rivista Thrombosis and Haemostasis, hanno collaborato anche Francesco Pugliese del reparto di Terapia intensiva, Claudio Maria Mastroianni e Mario Venditti, del reparto di Malattie infettive del Policlinico Umberto I, e Francesco Cipollone, dell’Università degli studi D’Annunzio di Chieti. La ricerca ha indagato se l’impiego di albumina in pazienti Covid-19 con concomitante ipoalbuminemia inibisse la coagulazione del sangue. Per una settimana, a 10 pazienti Covid-19, già in trattamento con anticoagulanti, è stata somministrata albumina endovena e si è osservata una ridotta coagulazione rispetto a quella di 20 pazienti in terapia con il solo anticoagulante.
In un precedente lavoro, il gruppo di Violi aveva osservato che i pazienti Covid-19 presentano livelli ridotti di albumina.
“Questa osservazione” spiega Violi “ha fatto supporre che i bassi livelli di albumina potessero facilitare la coagulazione e dunque contrastare anche l’efficacia della terapia anticoagulante”.
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Mon, 11 Jan 2021
RIFDAY.IT Data pubblicazione: 11/01/2021
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conclude Violi. “Seppure sia necessario un numero maggiore di pazienti per confermare questo dato preliminare, lo studio apre la strada all’uso dell’albumina in pazienti Covid-19 per valutare se la sua infusione, associata alla terapia anticoagulante classica, riduca il rischio trombotico e quindi la mortalità”.
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Covid. Nell’uso dell’albumina nuove speranze terapeutiche. Ecco come
Oltre alla malattia polmonare, una delle caratteristiche cliniche della SARS-CoV-2 è il danno miocardico e la malattia vascolare correlata all'ischemia, che sono associate ad uno stato ipercoagulabile, predisponente a complicanze correlate alla trombosi e infine alla morte. I Nei pazienti con SARS-CoV-2, sono rilevabili livelli di albumina sierica
<3,5 g / dL e associati a morte, aumento del D-dimero ed eventi trombotici e sono in accordo con i precedenti studi riportati, da quali emergeva un'associazione tra albumina sierica <3,5 g / dL e rischio di trombosi venosa e arteriosa.
In un nuovo studio, coordinato da Francesco Violi del Dipartimento di Scienze cliniche internistiche, anestesiologiche e cardiovascolari dell’Università la Sapienza di Roma, e pubblicato sulla rivista Thrombosis and Haemostasis, è stata testata l'ipotesi che l'integrazione di albumina potesse smorzare l'ipercoagulabilità in SARS-CoV-2 con albumina sierica <3,5 g / dL.
Si tratta di uno studio di coorte osservazionale, in cui sono stati inclusi pazienti adulti (≥18 anni), consecutivamente ospedalizzati da maggio a settembre 2020, con polmonite COVID-19 confermata in laboratorio e SARS-CoV-2, che richiedevano o meno ventilazione meccanica, con D-dimero elevato, cioè valori plasmatici> 1 µg / mL, e trattati con dosi profilattiche di eparina a basso peso molecolare (EBPM; n = 10) più integrazione di albumina (n = 10).
La supplementazione di albumina è stata somministrata per via endovenosa al dosaggio di 80 g / die nei primi 3 giorni e di 40 g / die successivamente per un massimo di 7 giorni.
Dallo studio è emerso che solo dopo il trattamento con albumina i livelli di D-dimero sono diminuiti
significativamente, alla fine del trattamento, il D-dimero è stato ridotto di> 50% nei pazienti trattati con albumina
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Sindacato ed Ordini, Insieme a favore della scienza, a difesa della salute Covid. Nell’uso dell’albumina nuove speranze terapeutiche.
Ecco come NurSind Toscana. Vaccini: esclusi operatori 118, infermieri di famiglia e USCA Situazione pronto soccorso Ravenna: l’Opi invita alla coesione sociale Infermiere aggredito da due medici. Aveva rifiutato di fare loro da segretario Infermieri libero
professionisti. Quali sono gli adempimenti previdenziali?
di
Maria Luisa Asta Pubblicato il: 11/01/2021 vai ai commenti
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INFERMIERISTICAMENTE.IT Data pubblicazione: 11/01/2021 Link al Sito Web
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mentre non sono stati rilevati cambiamenti in quelli non trattati. Al contrario, l'albumina sierica è aumentata in modo significativo nei pazienti trattati con albumina raggiungendo, in media, valori> 3,5 g / dL.
Lo studio fornisce la prima prova che la supplementazione di albumina attenua l'ipercoagulabilità nei pazienti con SARS-CoV-2. Il D-Dimero è un prodotto scisso della degradazione della fibrina da parte della plasmina ed è, pertanto, considerato un marker di ipercoagulabilità.
Livelli elevati di D-dimero sono una caratteristica frequente di SARS-CoV-2 e associati ad un aumentato rischio di trombosi e morte. Quindi il trattamento anticoagulante è diventato una terapia standard per i pazienti con SARS-CoV- 2 per ridurre il rischio di trombosi. Anche se studi osservazionali hanno dimostrato che la profilassi e il dosaggio completo di anticoagulanti hanno migliorato la sopravvivenza in una popolazione affetta da SARS-CoV-2, la mortalità era ancora elevata, suggerendo la necessità di identificare nuove strategie terapeutiche.
L'albumina è un reagente della fase acuta, che di solito si riduce in caso di infiammazione acuta e cronica, quindi in condizioni fisiologiche normali l'albumina esercita un effetto antiossidante attraverso un'abbondante fonte di tioli liberi che sono in grado di eliminare le specie ossidanti reattive. In caso di stress ossidativo, il Cys34 dell'albumina può subire un'ossidazione irreversibile, che ne altera le proprietà antiossidanti e alla fine provoca danni alle cellule e ai tessuti. È interessante, a questo proposito, che l'ossidazione dell'albumina inneschi le trappole extracellulari dei neutrofili (NET) tramite l'accumulo di ROS all'interno dei neutrofili, che alla fine si accumulano all'interno dei polmoni; [10] da notare, l'accumulo di leucociti e NET è stato rilevato nei trombi rilevati nel polmoni dei pazienti con SARS-CoV-2.
Studi precedenti riportavano che l'albumina possiede proprietà antiaggreganti e anticoagulanti attraverso un meccanismo probabilmente correlato al suo effetto antiossidante. In particolare, l'albumina inibisce la polimerizzazione della fibrina, potenzia l'effetto dell'antitrombina III e modula la sintesi epatica del fattore V, del fattore VIII e del fibrinogeno; inoltre, l'albumina altera l'aggregazione piastrinica con un meccanismo correlato alla sottoregolazione di Nox2 , un potente produttore di ROS..
Anche se questo studio preliminare è limitato da una mancanza di randomizzazione e da una dimensione del campione inadeguata - affermano gli studiosi- potrebbe suggerire un nuovo strumento terapeutico per contrastare
l'ipercoagulabilità nella SARS-CoV-2 con D-dimero elevato e albumina sierica bassa e giustifica, pertanto, ulteriori indagini da parte di studi clinici randomizzati.
Albumin Supplementation Dampens Hypercoagulability in COVID-19: A Preliminary Report
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Direttore responsabile: Donato Carrara Caporedattrice: Inf. Maria Luisa Asta
Redazione: Inf. Daniele Carbocci, Inf. Donato Carrara, Inf. Elsa Frogioni, Inf. Maria Luisa Asta, Inf. Andrea Tirotto, Inf. Giuseppe Provinzano, Inf.
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Ricerca: il ruolo dell’albumina contro il coronavirus
Di RedazioneOnLine - 11 Gennaio 2021
L’albumina, una proteina presente nel sangue e prodotta dalle cellule epatiche e che svolge una funzione antinfiammatoria e anticoagulante, migliora il trattamento dei pazienti affetti da coronavirus perchè riduce la formazione di quei coaguli – i trombi – che possono complicare il quadro clinico favorendo ostruzioni polmonari, infarto e ictus.
Questa è stata l’intuizione prima e la verifica clinica poi di un team guidato da Francesco Violi del dipartimento di scienze cliniche internistiche, anestesiologiche e cardiovascolari dell’Università La Sapienza che ha coinvolto anche Francesco Pugliese del reparto di terapia intensiva, Claudio Maria Mastroianni e Mario Venditti del reparto di malattie
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MILANO.CITYRUMORS.IT Data pubblicazione: 11/01/2021 Link al Sito Web
Link: https://milano.cityrumors.it/2021/01/11/albumina-coronavirus/
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI UNIVERSITA DEGLI STUDI DI ROMA LA SAPIENZA
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SAPIENZA SITI MINORI WEB
infettive del Policlinico Umberto I e Francesco Cipollone dell’Università degli studi Gabriele Annunzio di Chieti.
Lo studio, già pubblicato sulla rivista Thrombosis and Haemostasis è stato condotto su una decina di pazienti affetti da covid nell’intervallo di tempo di una settimana e che avevano presentato livelli molto bassi di questa proteina nel sangue.
La terapia ha visto quindi la somministrazione di anticoagulanti e albumina. Il raffronto è stato quindi fatto con altri 20 pazienti che avevano ricevuto solo gli anticoagulanti.
“Oggi, dai primi dati preliminari, sembrerebbe che il trattamento determina una minor comparsa di eventi vascolari – ha concluso Violi – Seppure sia necessario un numero maggiore di pazienti per confermare questo dato preliminare, lo studio apre la strada all’uso dell’albumina in pazienti Covid-19 per valutare se la sua infusione, associata alla terapia anticoagulante classica, riduca il rischio trombotico e quindi la mortalità”.
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