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Un Filologo-Rettore: Vittorio Puntoni (Pisa Roma ) *

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Un Filologo-Rettore: Vittorio Puntoni (Pisa 24.6.1859-Roma 21.3.1926)

*

Filologo e Rettore, nonché sospite dell’Ateneo più antico del mondo occiden- tale, Vittorio Francesco Giovanni Puntoni nacque a Pisa il 24.6.1859, il giorno di S. Martino e Solferino, quando si fece “l’Italia ma non gli Italiani”: e quel che restava da fare fu la missione, in fondo, cui egli si dedicò con l’insegnamento e con l’attività di ricerca1, e con attenzione rigorosa alle ‘cose’ come alle ‘parole’2.

A novant’anni dalla morte, non sarà inopportuno, sia pure in breve, rievocarne il profilo, ripercorrerne la formazione e le principali tappe biografiche, sintetizzarne la rilevante attività scientifica – che contribuì a svecchiare la filologia classica italiana liberandola dalle pastoie dell’antiquaria sette- e ottocentesca – e riapprezzarne la generosa e concretissima attività rettorale, con la quale, in tempi non meno difficili e grigi di quelli dell’Università contemporanea, riuscì letteralmente a salvare il secolare ateneo bolognese, giunto sull’orlo del collasso economico. Ma, soprat- tutto, non sarà inutile raccoglierne in forma finalmente completa la bibliografia, forse quantitativamente non tale da intercettare i superficiali favori delle pratiche correnti di ‘valutazione della ricerca’, ma da cui emerge a tutto tondo la figura di uno studioso attento alle esigenze della ricerca specialistica come a quelle della didattica ordinaria: un uomo, insomma, capace di svolgere con piena dignità la funzione precipua di un professore universitario.

1. Dati biografici e curriculum vitae

Di origine umile, figlio di Mariano e Angiola Meini (il nonno paterno si chia- mava Jacopo, quello materno Francesco), ebbe una sorella, Ida (nata il 28.5.1866, sposò un botanico, il Prof. Eugenio Baroni, il 5.12.1892). Il 24.10.1885 Vittorio si unì in matrimonio con Emma Ida Giacomelli (nata a Modigliana, da Ranieri ed Elisena Cristiani, il 9.12.1852) da cui ebbe tre figli maschi, Vittorio (2.1.1887),

* Documenti, accoglienza e aiuto per questa ricerca mi sono stati generosamente forniti dall’Archivio Storico dell’Università di Bologna (nelle persone di Cristina Chersoni e Chiara Cocchi, e del Direttore, Gian Paolo Brizzi), dall’Ufficio Anagrafe del Comune di Pisa (nella persona di Alessandro Corucci), dall’Archivio Storico del Comune di Calcinaia, PI (nella persona di Sarah Tiboni) e dai colleghi Eulogio Baeza Angulo (Universidad de Huelva) e Jordi Redondo (Universitat de Valencia). A tutti loro il mio più sentito ringraziamento.

1 Cf. Rostagni 1928, 70.

2 Cf. Carducci 218; Rostagni 1928, 79-82.

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Paolo (16.3.1889) e Lino (18.4.1894). Il primogenito, detto Vittorino (morì nel 1970), fu infettivologo e microbiologo all’Università di Roma e – come il padre – Accademico dei Lincei (dal 9.6.1956)3. Fu lui che, alla morte del genitore, ne donò la biblioteca – 959 opere – all’Ateneo bolognese.

Terminato il liceo, Vittorio studiò in Normale (cui ebbe accesso come studente meritevole)4 e si laureò a Pisa nel 1881, con Enea Piccolomini (1844-1910), uno dei primi rappresentanti in Italia della ‘nuova’ filologia formale di origine tedesca, con un’eccellente tesi su Le rappresentanze figurate relative al mito di Ippolito, in cui si riflettevano gli interessi e le metodiche (con la feconda contaminazione di filologia e archeologia) propri di un altro grande rappresentante italiano della wissenschaftliche Methode negli studi classici, il predecessore di Piccolomini – e lui pure normalista – Domenico Comparetti (1835-1927). Di questi due diversi ma complementari atteggiamenti scientifici, di due grandi maestri dell’antichistica ita- liana tra i due secoli, Puntoni fu in certo modo l’originale erede e la feconda sintesi.

Dopo la laurea, grazie alla presentazione di Piccolomini, usufruì di otto anni di assegno mensile presso l’Istituto di studi orientali “Gori-Feroni” di Siena5, dove imparò tra l’altro il copto, l’ebraico e l’arabo, e donde si avviò a una bril- lante carriera accademica6: libero docente a Pisa (nel 1884), dopo un periodo di insegnamento nel Ginnasio di Pontedera, ebbe l’incarico di Letteratura Greca e Storia Comparata delle Lingue Classiche e Neolatine a Messina (1888), divenne poi professore straordinario di Letteratura Greca a Palermo (1890-1892), e infine professore di Letteratura Greca (e anche di Storia Antica, per incarico) a Bologna (21.11.1892-1926), dove successe a Gaetano Pelliccioni e a Luigi Michelangeli, e dove fu Rettore per 21 anni (16.9.1896-11.4.1911 e 26.7.1917-31.10.1923)7.

Rilevanti gli incarichi politico-istituzionali: consigliere comunale di Bologna (dal 1899, primo eletto con 9333 voti su 9464 votanti) e poi senatore del Regno (16.10.1922; prestò giuramento il 20.11.1922), fu membro della Commissione Reale per la riforma della Scuola Media, del Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione (29.6.1905-1.7.1909, 11.7.1913-30.6.1917) e della Giunta del medesimo Consiglio (1.7.1907-1.7.1909, 1.7.1915-30.6.1917).

Fu altresì socio corrispondente (2.8.1920) e poi socio nazionale (29.9.1921) dell’Accademia dei Lincei di Roma, membro dell’Accademia delle Scienze dell’I- stituto di Bologna (7.1907), di cui fu vicepresidente e quindi presidente della Classe di Scienze Morali (28.1.1912), e socio della Deputazione di Storia Patria per le province di Romagna.

3 Cf. Rostagni 1928, 70; Tittoni 1926; Ciaranfi 1972.

4 Cf. Rostagni 1928, 70.

5 Cf. Rostagni 1928, 70s.; Tulli-Bertagna, CPhCL.

6 Cf. Rostagni 1928, 75s.

7 Sullo studio del greco a Bologna tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, cf.

Degani 1988, 1989a.

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Insignito di numerose onorificenze, fu Commendatore dell’Ordine della Corona d’Italia (6.4.1899; ne fu anche Grandufficiale e Gran Cordone dal 22.12.1907) e di quello dei SS. Maurizio e Lazzaro (5.2.1904), dell’Ordine Equestre di S. Marino (5.11.1907), dell’Ordine della Stella Polare di Svezia (11.12.1897) e dell’Orden Civil Alfonso XII di Spagna (dal 1902-1903). Fu anche cittadino onorario di Bo- logna (dal 5.3.1911), e un’iscrizione dedicatoria latina di G. Pascoli8, composta per essere incisa su una medaglia, ne celebrò così il primo rettorato:

ANNO MCMXI

VICTORIO PVNTONI V. E. QUONIAM SVMMA AVCTORITATE IMPETRAVIT VT IN VRBE QUAE PRIMA OPTIMAS ARTES HOS- PITIO ACCEPISSET VRBS ALTERA ET SEDES DOCTRINAS TEC- TORVM CONIVNCTIONE ET DISCIPLINARVM DISTINCTIONE

CONSTITVERETVR IDQVE TAM IMPENSA VOLVNTATE EF- FECIT VT CVM XV RECTOR ESSET RENVNTIATVS OPERA EIVS MAIOR QVAM PRO MVNERIS DIVTVRNITATE VIDE-

RETVR MAXIMAM SE DEBERE LAVDEM ET GRATIAM SODALES PROFITENTVR

La cittadinanza onoraria gli fu concessa anche da Calcinaia in provincia di Pisa (1.6.1913), che fu sua residenza estiva, come attesta una lapide posta nel 1936 sulla facciata della casa sul Corso, che lo ebbe ospite. E rapporti profondi intrattenne anche con Pontedera, e in particolare con il ‘suo’ Ginnasio, di cui fu il primo Direttore (31.5.1887-24.2.1888).

Si adoperò per ben tre volte (1902, 1903, 1906), la terza con successo, per far assegnare il Premio Nobel per la letteratura al suo collega e amico Giosue Carducci.

Morì a Roma, il 21.3.1926, per un tumore al pancreas e al fegato. Le esequie solenni si tennero a Bologna, presso la Cappella dei Bulgari dell’Archiginnasio, il 26.3.1926, con vaste manifestazioni di cordoglio a livello accademico e citta- dino, e larga eco sulla stampa nazionale9. È sepolto nella parte monumentale del cimitero bolognese della Certosa (Chiostro VI, portico est, campata V/2). Sotto il bassorilievo bronzeo che lo ritrae, compare l’epigrafe:

VITTORIO PUNTONI

GRECISTA INSIGNE DOTTISSIMO DEL MONDO ANTICO PROFESSORE ALL’UNIVERSITÀ E PER ANNI VENTUNO RETTORE

8 Su uno sgangherato epigramma greco di Pascoli per Puntoni (Εἰς Νικήτωρα Κέντρωνα [sic!]), (forse) involontariamente offensivo, si veda F. Citti (in questo volume, pp. 375-383). Il carteggio Pascoli-Puntoni – che attesta un rapporto cordiale, ma di non grande sintonia – è con- sultabile alle pagine <http://pascoli.archivi.beniculturali.it/index.php?id=67&ChiaveAlbero=63&o bjId=993&ApriNodo=1>, e <http://pascoli.archivi.beniculturali.it/index.php?id=16&page=[1-4]>.

9 Un intero faldone, presso l’Archivio Storico dell’Università di Bologna, raccoglie la rassegna-stampa delle esequie.

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DALLA CUI SAPIENTE OPERA ANIMOSA

IL GLORIOSO STUDIO EBBE NOVELLO VIGORE E MAGNIFICI AMPLIAMENTI NELLA VITA INTEGERRIMO

LUCE ALTA E AMATA DELLA FAMIGLIA

ERA NATO A PISA NEL DÍ VITTORIOSO DE’ 24 GIUGNO 1859 MORÌ IN ROMA A’ 21 MARZO 1926

SENATORE DEL REGNO

ESULTANTE DELLA NUOVA GRANDEZZA D’ITALIA

AL MERITISSIMO CITTADINO D’ONORE IL COMUNE HA DATO IL SEPOLCRO Allievi illustri di Puntoni furono Manara Valgimigli (1876-1965, professore a Messina [1922-1924], Pisa [1924-1926], Padova [1926-1965]), Alessandro Oli- vieri (1872-1950, professore a Catania dal 1899 e a Napoli [1905-1936]), Silvio Giuseppe Mercati (1877-1963, professore a Roma [1925-1949]).

2. Attività scientifica

Con l’arrivo di Puntoni sulla cattedra di greco a Bologna, nel 1892, «si può dire che […], pur tra mille difficoltà e ad onta delle nubi che si addensavano all’orizzonte, la filologia classica italiana si fosse ormai fatta le ossa, inserendosi a pieno diritto e con piena autonomia nel contesto europeo» (Degani 1989a, 1087)10, secondo quelli che erano stati gli auspici anche di educatori e divulgatori come Giuseppe Müller (1825-1895). Filologo puro di impronta ‘germanica’, «solido e acuto» (Degani 1989a, 1090s.), grecista e bizantinista impeccabile e aperto agli studi orientalistici11, Puntoni fu esponente di spicco del filellenismo della nuova filologia ‘pura’, contrapposta all’antiquaria fine a se stessa e alla retorica latineg- giante della stantia tradizione umanistica12. Piccolominiano e comparettiano13, studiò nel greco fenomeni e fatti spirituali in prospettiva comparativistica14 – secondo quel metodo di tradizione germanica, cioè, che mutuato dalle scienze biologiche aveva rivelato fruttuose applicazioni anche alla critica del testo e alla linguistica – e produsse pregevoli lavori di filologia e archeologia (sulla scia di Comparetti e dell’archeologo Luigi Adriano Milani)15, mitologia comparata16, mito e cultura popolare, dedicandosi soprattutto – tra il 1884 e il 1885 – a figure come Fedra,

10 Si veda già Del Grande 1967.

11 Cf. Olivieri 1926, 3s.; Rostagni 1928, 71-73.

12 Cf. Vogliano 1926, 270s.; Rostagni, SLG 440.

13 Cf. Rostagni, SLG 440; Degani 1988, 134s.; Tosi 2014, 73-79 (sulla dialettica tra Sach‑ e Sprachphilologie nell’Italia del primo Novecento).

14 Cf. Rostagni, SLG 440.

15 Cf. Degani 1989a, 1090 e 1989b, 18.

16 Cf. Rostagni 1928, 74s.; Degani 1989a, 1091.

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Ippolito, Lino (nrr. 5, 6, 11)17. Ne rappresenta una prima summa, come approdo di una ricerca iniziata nella tesi di laurea (Pisa 1881, cf. nr. 6), il denso saggio Sulla formazione del mito di Ippolito e Fedra (Pisa 1884, nr. 9), primo (e rimasto unico) volume di una programmata collana di «Studi di mitologia greca e italica».

Di particolare pregio – tra le opere ‘giovanili’, che Puntoni produsse prima dei trent’anni, mettendo altresì a frutto le proprie competenze nelle lingue vicino- orientali – lo studio della versione latina di Giovanni da Capua (Directorium humanae vitae, nrr. 1, 7) e poi di quella greco-bizantina (1081 ca.), di Simeone Antiocheno (Στεφανίτης καὶ Ἰχνηλάτης, cf. nrr. 13, 17), della tradizione araba (nota come Kalilah wa Dimnah, di Abdallah Ben Almoqaffa) di una raccolta di novelle indiane18 – in qualche modo connessa al mito di Ippolito per via della (quasi) sinonimia degli epiteti στεφανηφόρος e στεφανίτης – con un’edizione (nr. 17) che fece testo sino a quella di L.-O. Sjöberg (Stockholm-Göteborg-Uppsala 1962), il lavoro sulla versione copta (inedita) degli Atti del martirio di S. Ignazio (nr. 8), oggi sostanzialmente scomparso persino dai cataloghi delle biblioteche, e la pubblicazione di un papiraceo Gnomologii acrostici fragmentum Graece una cum metaphrasi Copto‑Sahidica (nr. 4)19, da cui emergono anche i suoi interessi per la tradizione gnomologica e proverbiale, rispecchiati non meno dall’impegnato saggio Sul primitivo significato della formula proverbiale greca ἀπὸ δρυός‑ἀπὸ πέτρης (nr. 12), a partire naturalmente da Il. XXII 126 e Od. XIX 163 e dalla citazione in Plat. Ap. 34d.

Talora definiti di «scarsa intensità» (Rostagni, SLG 441), e un po’ datati là dove troppo influenzati dalla scuola analitico-interpolazionista (o, forse meglio, ricostruttivistica) tedesca del tempo20, i lavori prettamente filologici – per lo più di ampio respiro e di rado limitati a brevi note critico-testuali – paiono sorretti da metodo, equilibrio e prudenza, lo rivelano giudice tagliente e tutt’altro che accomodante21, ne palesano «la forza del ragionamento e la sicura conoscenza del fatto grammaticale» (Vogliano 1926, 271). Oltre alla predilezione per l’e‑

pos omerico22, per la Teogonia esiodea (con un’importante edizione, sia pure modestamente definita «in usum scholarum», nel 1917: nr. 43)23 e per gli Inni

17 Cf. Rostagni, SLG 440.

18 Cf. Rostagni, SLG 440; Degani 1989, 1090.

19 Si tratta di TM 61310 = P. Copt. Pern. (P. Vat. gr. 7 = «ZPE» III, 1968, 22-45 + P.

Rainer Unterricht Kopt. [MPER N.S. 18] 269,1, VI-VII sec. d.C.).

20 Cf. Degani 1988, 135.

21 Cf. Vogliano 1926, 270.

22 Oltre al già citato nr. 12, si veda l’analisi del Sonno dei Proci nel libro II dell’Odissea (nr. 42).

23 E con otto memorie dal 1887 al 1912/1913 (nrr. 14, 16, 19, 20, 21, 22, 24, 39), dedicate al proemio, ai cataloghi delle Nereidi e degli Olimpî, all’inno a Ecate, alla nascita di Zeus, alla Titanomachia e a Tifeo, tutti altresì argomenti della sua attività didattica (cf. n. 33).

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omerici (con la notevole edizione dell’Inno a Demetra del 1896 [nr. 31])24, e all’occasionale interesse per la lirica25, mette conto ricordare la tuttora insuperata edizione degli scolî laurenziani alle orazioni di Gregorio Nazianzeno26, l’ottimo commento alle Elleniche senofontee (nr. 18)27 e il pregevole lavoro sul Critone platonico (nr. 45), elogiato da F. Acri28 e da G. Pasquali29. Più datati, a quasi un secolo e mezzo di distanza, ma ugualmente improntati a serietà e probità scien- tifica, paiono invece lavori come l’edizione di Erodoto, tra il 1887 e il 1895 (nr.

15), e quella – di impianto più scolastico – degli (pseudo-)isocratei Consigli a Demonico (nr. 44).

Costante, almeno sino ai gravosi impegni rettorali, l’interesse di Puntoni per la paleografia e la codicologia, dalla Collazione dell’ Ἱππόλυτος Στεφανηφόρος di Euripide sul cod. Laur. 32, 2 del 1884 (nr. 10) al Prochiron legum, pubblicato secondo il codice Vaticano greco 845, con F. Brandileone, nel 1895 (nr. 27), dal progetto, poi affidato ad A. Olivieri, di Indice dei codici greci delle biblioteche Universitaria e Comunale di Bologna (nr. 25), del 1895, al Supplementum all’Index codicum Graecorum Bononiensium di A. Olivieri (nr. 29) e all’Indice de’ codici greci della Biblioteca Estense di Modena (nr. 30), entrambi nel 1896. E forse ancor più duratura, nonché tipica della sua personalità di studioso, l’attenzione per temi secondari o meno esplorati: un’attitudine che risalta sin dal 1882, nelle Postille sopra gli Aurei Versi dei Pitagorici (nr. 3)30, in realtà motivate da una recensione

24 E con contributi sull’Inno 9 ad Artemide, sulle fonti dell’Inno ad Apollo, e sull’Inno 10 ad Afrodite (nrr. 35, 37, 40). Cf. Degani 1989a, 1091.

25 Con note di ottima fattura sul fr. 94 V. di Saffo (nr. 36) e sulla primavera di Ibyc.

PMGF 286 (nr. 41). Nel contributo al primo frammento (pubblicato da W. Schubart solo qualche anno prima, nel 1902: vd. «SPAW» 1902, 195-206 = XII. Sappho, in W. S.-U. v. Wilamowitz- Moellendorff, Lyrische und dramatische Fragmente [«Berliner Klassiker Texte», V/2], Berlin 1907, 9-18), si segnalano le puntuali osservazioni su τεθνάκην (v. 1) e la rivendicazione della prima frase a Saffo-auctrix (pp. 183-185), la lettura di un apostrofo prima di ὠς al v. 4 (p. 185), il riconoscimento del valore causativo dell’inf. aor. di ἀναμιμνῄσκω al v. 10 (pp. 189s.) e la sottolineatura del valore fortemente avversativo di αἰ δὲ μή (seguito da aposiopesi) al v. 9 (pp.  190s.); in quello al frammento ibiceo, l’interpretazione complessiva per cui la primavera sarebbe per Ibico – in contrasto con l’idilliaca, amena pace naturale – la stagione in cui l’amore si fa più tempestoso che mai (pp. 42-46), le argomentazioni a favore dell’ἅθ’ ὑπό di G. Hermann («Leipziger Jahrbuch für Literatur» II, 1817, 2233) al v. 8, e di πεδόθεν di A.F. Naeke (Choerili Samii quae supersunt, Lipsiae 1817, 107, ma con τινάσσει, dello stesso Naeke, per il tràdito φυλάσσει, forse difendibile) al v. 10, con puntuale, originale rimando a Hes. Th. 680 π ε δ ό θ ε ν δὲ τ ι ν ά σ σ ε τ ο μακρὸς Ὄλυμπος (un lucido quadro critico di insieme offre Burzacchini, in E. Degani-G. B., Lirici greci, Bologna 20052, 308s.).

26 Cf. Degani 1988, 135. Agli scolî alle Orationes di Gregorio si sta ora dedicando Jennifer Nimmo Smith.

27 Cf. Del Grande 1960, 138.

28 Cf. Vogliano 1926, 270.

29 Cf. Degani 1989a, 1091.

30 Pubblicate nel secondo fascicolo del primo volume (1882) degli «Studi di Filologia

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cristiana dei Χρυσᾶ ἔπη contenuta nel Laur. pl. 55,7 (XV sec.) e da un interesse documentario per la tradizione ‘laurenziana’ dei Versi aurei, di cui è infine offerta una collazione completa (pp. 188-192); nei Frammenti di una recensione greca in prosa del Physiologus (nr. 23) già attribuito a Epifanio, del 1895, ove si ri- percorre lucidamente la tradizione di un’opera allora mal nota e peggio edita31, si affermano principî che troveranno autorevole codifica nei decenni successivi32, e si offre la recensione degli 11 capitoli contenuti nel cod. Bonon. Univ. gr. 2702 che ha evidentemente fornito lo spunto alla ricerca; ancora, nel brevissimo contributo Per la sticometria negli scritti del Nuovo Testamento (nr. 26), in cui si tracciano con lucidità i rapporti stemmatici del cod. Bonon. Univ. gr. 2775; e infine nella distesa disamina della Favola esopica dell’aquila e della testuggine del 1911/1912 (nr. 38), un’analisi tipologica del rapporto tra fatto e nozione nel corpus esopico, con un’evidenziazione dei rapporti tra la favola e il Kitab Calilah wa Dimnah (cf.

nr. 17), a testimonianza del fatto che, alla fine del suo primo mandato rettorale, lo studioso cercava di ritessere le fila con i lavori di maggior impegno della sua precedente attività scientifica. Non a torto Vogliano (1926, 272) e Del Grande (1960, 138 e 1967, 399) si auguravano (purtroppo invano) una pubblicazione in volume dei suoi scritti ‘minori’.

Prevedibilmente ricco, in un uomo così preoccupato dell’educazione nazionale e così pervaso di spirito pratico, l’elenco dei lavori per la scuola: accanto agli

«Appunti» di Letteratura greca, raccolti da V. Vitali nel 1895 e da F.  Micheli nel 1897 (nrr. 28 e 32)33 e a un fortunato e più volte ristampato (tra il 1907 e il 1923) volumetto di Esercizi e letture per lo studio della lingua greca nel ginna‑

sio, elaborato con A. Beltrami (nr. 34), sono importanti la sua Grammatica della lingua greca (nr. 33), che vide sei successive edizioni tra il 1904 e il 1921 (e ne

Greca», la rivista fondata e diretta dal suo maestro, Enea Piccolomini, un periodico che avrà troppo breve vita (appena tre anni).

31 Se ne vedano ora l’edizione di F. Sbordone (Physiologus, Roma 1936) e i successivi contributi di D. Offermanns (Der Physiologus nach den Handschriften G und M, Meisenheim a.G.

1966) e di D. Kaimakis (Der Physiologus nach der ersten Redaktion, Meisenheim a.G. 1974).

32 Cf. p. 171: «che ormai anche le recensioni appartenenti a classe diversa [scil. rispetto a quelle che «riproducono più da vicino la forma primitiva del libro»] meritino di essere ricercate e diligentemente compulsate, nessuno vorrà porre in dubbio, se si pensi che non meno interessante della ricerca sulla struttura primitiva del testo, è l’altra sulle vicende subìte dal testo medesimo nel decorso di molti secoli; e se si avverta, per il confronto delle recensioni già conosciute, che anche le più recenti, nella generale scorrettezza dei codd. di tutte le classi, non sono talvolta di lieve momento per restituire fino nelle più antiche una lezione migliore».

33 Il primo (senza date, ma riferibile all’a.a. 1894/1895) contiene gli appunti manoscritti delle lezioni Sulla composizione della Teogonia esiodea (articolato in Storia della questione critica, Zeus e gli Olimpi, Nascita di Zeus, Titanomachia, Tartaro, Zeus e Τιφωεύς, Mogli e progenie di Zeus, Prometeo, Inno a Ecate), il secondo quelli (pure manoscritti) di lezioni sui poemi omerici ed esiodei e sugli inni omerici, anche in rapporto con la poesia popolare e con la poesia ieratica (dal 21.11.1896 all’11.5.1897, all’inizio del primo mandato rettorale!).

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conobbe altre sette, tra il 1933 e il 1953, per le cure di C. Bione), che costituiva un superamento in chiave anomalista di quella di Curtius34, e la citata Teogonia (Bologna 1917), che fu il primo volume della «Raccolta di testi greci e latini per esercitazioni filologiche»; «lavorava sempre per la sua scuola universitaria, che non abbandonò mai, ed anche per la scuola media […]. Egli non disdegnava il lavoro per la scuola media» (Vogliano 1926, 271). È significativo del suo temperamento e delle sue preoccupazioni che in una lettera del 22.10.1924 chiedesse al Rettore Pasquale Sfameni di poter tenere le lezioni «anche in giorni e ore non stabiliti nell’orario ufficiale», in quanto senatore del Regno!

3. Attività rettorale

Il 16.9.1896, Puntoni successe a Giovanni Capellini (1894/1895) e a Francesco Roncati (Pro Rettore 1895/1896) come primo Rettore dell’Università di Bologna del XX secolo, per il mandato rettorale che si protrasse sino al 191135. In questi anni, egli salvò letteralmente l’Università bolognese (la ‘grande mendica’, come la chiamava Murri), portandola a uscire dalla crisi economica – causata anche dall’ab- bandono da parte del Governo nel 187536 – e a svecchiarsi: cruciali furono gli aiuti del Comune e della Provincia37, del sindaco di Bologna Alberto Dallolio38 e del consigliere (comunale e provinciale) e deputato Giuseppe Bacchelli, e gli appoggi politici di Enrico Panzacchi (alla Camera) e di Giosue Carducci (al Senato), nonché dell’imolese ministro dell’Istruzione, il conte Giovanni Codronchi39. Si arrivò così alla prima Convenzione (4.12.1897, approvata alla Camera il 7.12.1898 e Legge dello Stato il 26.3.1899) che ridiede ossigeno e lena all’Ateneo; la seconda fu firmata ancora da Puntoni nel 1910 (con il sindaco di Bologna Giuseppe Tanari40).

Il 18.7.1900, Puntoni scrisse al ministro Codronchi per poter lasciare il retto- rato e tornare ai suoi studi. Ma il ministro e la città gli chiesero di restare. Ed egli restò per altri undici anni, sino al 1911. Nel 1917 (l’anno di Caporetto), venuto a mancare il Rettore Leone Pesci (1911-1917), dopo il prorettorato di Alfonso Poggi (22.1.-15.10.1917), a Puntoni fu richiesto un secondo mandato (26.7.1917-1923, con conferma anno per anno)41, nel quale seppe nuovamente dare prova di quel

«genio pratico del Rettore dello Studio, il quale ha saputo preparare, disporre, unire,

34 Cf. Degani 1989a, 1091.

35 Cf. Rostagni 1928, 77-79.

36 Cf. Carducci 214-217.

37 Cf. Carducci 214-217.

38 Fu sindaco a Bologna dal 29.10.1889 al 26.11.1889 e poi dal 1.6.1891 al 1.7.1902.

39 Cf. Carducci 217s. Codronchi fu ministro dal 18.9.1897 al 14.12.1897.

40 Fu sindaco dal 30.1.1905 al 25.7.1911 (dal 4.7.1906 al 21.11.1910, in verità, come

‘assessore anziano’).

41 Cf. Rostagni 1928, 82s.

(9)

conciliare», più volte elogiato da Carducci (213). In questa fase, «egli promosse invero i Comitati d’azione fra professori e fra studenti, contribuendo così potente- mente alla resistenza nel periodo più critico della nostra guerra. E con nobilissimo gesto pieno di bontà e di poesia volle che le aule severe del secolare antichissimo Studio bolognese fossero aperte agli umili gloriosi fanti» (Tittoni 1926). Senso del dovere e capacità di lavoro formavano del resto in lui un tutt’uno formidabile: in due lettere alla Corte d’Assise, in cui chiede di essere esonerato dal suo servizio di giurato (17 e 23.7.1908), documenta disturbi nervosi causatigli dall’iperattività.

Spirito patriottico (sviato dal quale, nel marzo 1925, aderì anch’egli al

“Manifesto degli intellettuali del fascismo”), si adoperò in opere di sostegno e beneficenza durante il Primo Conflitto Mondiale, promosse e presiedette comitati d’azione di docenti e studenti, aprì le aule in lezioni serali per i soldati iscritti alla Casa del Soldato, fu vice-presidente dell’Ufficio Centrale per le notizie alle famiglie dei militari.

Il connubio tra una rigorosa disposizione filologica e la «praticità del suo ingegno» (Carducci 218) era del resto ‘programmatico’ in Puntoni, la cui intera vita fu dedicata all’«affermazione di un grande principio, più che civile, più che patriottico, universale ed umano», come egli stesso dichiara nell’«Annuario dell’U- niversità di Bologna 1896/97» (1898) 218s.: «il principio della conciliazione tra la scienza e la vita, tra il pensiero e l’azione, tra l’intelletto e la volontà. Già da tempo l’Università non è più un chiostro, né lo scienziato un solitario che rifugga là entro per sottrarsi quasi con senso di ribrezzo agli affanni dolorosi del mondo che lo circonda […]. Solitudini sterili del pensiero puramente contemplativo […], immoralità di una scienza egoistica, aristocratica, unilaterale […]. Ciò che prima si negava, che poscia si concedeva come un di più oltre lo studio, si è convertito per noi tutti, e appunto nella nostra qualità di studiosi, in sacrosanto dovere. Anche attorno a questi secolari edifizî, che si chiamano Università, rugge la tempesta della vita». Che egli affrontò da Rettore e da Filologo, con rigore e con passione, con attenzione alle parole e con cura per le cose.

Dip. di Filologia Classica e Italianistica Ca m i l l o Ne r i Via Zamboni 32, I – 40126 Bologna camillo.neri@unibo.it

Abbreviazioni bibliografiche

Carducci = G. C., Per la convenzione universitaria, alla Deputazione provinciale [discor- so pronunciato l’11.12.1897 davanti ai rappresentanti del Consiglio Provinciale di Bologna], «Annuario della Regia Università di Bologna. Anno Scolastico 1898/99»

(1899) 75-79 (= Ceneri e faville. Serie terza e ultima, Bologna 1902 [19152, 19233], 213-218, da cui cito).

(10)

Ciaranfi 1972 = E. C., Vittorio Puntoni [figlio] [discorso commemorativo pronunciato dal Linceo E. C. nella Seduta ordinaria del 13.5.1972], Roma 1972.

Contino 1993/1994 = C. C., La filologia classica nell’Università di Palermo, Diss. Palermo 1993/1994 (in part. 90-95, con bibl. incompleta alle pp. 93-95).

Degani 1988 = E. D., Da Gaetano Pelliccioni a Vittorio Puntoni: un capitolo di storia della filologia classica nel nostro Ateneo, in AA.VV., Profili accademici e culturali di ’800 ed oltre, Bologna 1988, 117-137 (133-137).

Degani 1989a = E. D., La filologia greca nel secolo XX (Italia), in AA.VV., La filologia greca e latina nel secolo XX. «Atti del congresso internazionale. Roma, Consiglio Na- zionale delle Ricerche, 17-21 settembre 1984», I-II, Pisa 1989, II 1065-1140 (1090s.) (= FS 1046-1120: 1071s.).

Degani 1989b = E. D., Da Gaetano Pelliccioni a Goffredo Coppola: la letteratura greca a Bologna dall’unità d’Italia alla liberazione, Bologna 1989 (17-22) (= FS 1146-1186:

1159-1164).

Degani 1999 = E. D., Filologia e storia, «Eikasmós» X (1999) 279-314 (299; conferenza tenuta il 14.4.1999 all’Accademia delle Scienze di Bologna = FS 1268-1303: 1288).

Degani, FS = E. D., Filologia e storia. Scritti di Enzo Degani, I-II, Hildesheim-Zürich- New York 2004.

Del Grande 1960 = C. D.G., La filologia classica, in AA.VV., Bologna e la cultura dopo l’unità d’Italia, Bologna 1960, 127-185 (138-140).

Del Grande 1967 = C. D.G., Ricordo di Vittorio Puntoni (Vittorio Puntoni. Commemorazione tenuta nell’Aula Magna […], «Annuario dell’Università di Bologna, 1959/60» [1960]

155-164 = «Vichiana» I, 1964, 309-317), in Filologia minore. Studi di poesia e storia nella Grecia antica: da Omero a Bisanzio, Milano-Napoli 19672 (19561), 395-403.

Ferratini 1992 = P. F., Tra filologia e ideologia. La cultura classica nello studio bolognese durante il ventennio, in A. Battistini (ed.), Aspetti della cultura emiliano‑romagnola nel ventennio fascista, Milano 1992, 15-60 (20).

Neri 2012 = C. N., «Il greco, ai giorni nostri», ovvero: sacrificarsi per Atene o sacrifi‑

care Atene?, in L. Canfora-U. Cardinale (edd.), Disegnare il futuro con intelligenza antica. L’insegnamento del latino e del greco antico in Italia e nel mondo. «Atti del convegno internazionale. Torino, 12-14 aprile 2012», Bologna 2012, 103-152 (114).

Olivieri 1926 = A. O., Vittorio Puntoni. Cenno commemorativo, Napoli 1926.

Pettazzoni 1926 = R. P., Vittorio Puntoni (1859‑1926), «SMSR» II (1926) 139s.

Piovano 1924 = G.A. P., Bibliografia degli scritti di Vittorio Puntoni, in Gli Studi di Greco, Roma 1924, 94s.

Rostagni 1928 = A. R., Vittorio Puntoni, «Annuario dell’Università di Bologna, 1926/27»

(1928) 67-86.

Rostagni, SLG = A. R., Gli studi di letteratura greca, in AA.VV., Cinquant’anni di vita intellettuale italiana. «Scritti in onore di Benedetto Croce per il suo ottantesimo com- pleanno», I, Bari s.d.2 (1966, 19501), 435-457 (440s.).

Tittoni 1926 = T. T., Commemorazione di Vittorio Puntoni, «Senato del Regno. Atti parlamentari. Discussioni» (18.5.1926) <http://notes9.senato.it/web/senregno.nsf/

0bfb046b74a984aec125711400599c6a/8b0fdb08a864b4a54125646f005ec994?Open Doc ument>.

Tosi 2014 = R. T., Osservazioni sui rapporti fra filologia classica italiana e cultura te‑

desca, in Ágnes Ludmann (ed.), Fonti e interpretazioni. «Atti della sezione italica

(11)

del convegno internazionale Byzanz und das Abendland – Byzance et l’Occident, II.

Budapest, 26 novembre 2013», Budapest 2014, 69-79.

Tulli-Bertagna, CPhCl = M. T.-Isabella B., Vittorio Puntoni, in Catalogus Philologorum Classicorum (CPhCl) <http://www.aristarchus.unige.it/cphcl/>.

Vogliano 1926 = A. V., Vittorio Puntoni, «RFIC» n.s. IV/2 (LIV) (1926) 270-273.

Bibliografia di Vittorio Puntoni

Bibliografie (incomplete e con dati talora erronei) sono in Piovano 1924, 94s., Rostagni 1928, 84-86, e Contino 1993/1994, 93-95. Si prescinde qui, naturalmente, dai testi delle molte conferenze e lezioni che non vennero mai pubblicate, e di cui è talora registrato il titolo, come per es. Probabile traccia di rito d’infanzia in una espressione omerica («RAIB» IX, 1915/1916, 52) e L’intervento dei Centimani nella Teogonia esiodea («RAIB»

IX, 1915/1916, 113), e dai discorsi ufficiali, talora registrati (ma non pubblicati) in forma scritta, come per es. Per la solenne apertura dell’Università. Parole del Rettore Vittorio Puntoni, «Annuario dell’Università di Bologna, 1898/99» (1899) 11, o Nella solenne commemorazione di Ulisse Aldrovandi a di 12 Giugno 1907. Parole dette dal Professore Vittorio Puntoni (1907), etc. Le sigle delle riviste sono quelle dell’«Année Philologique».

1. Alcune favole dello Στεφανίτης καὶ Ἰχνηλάτης secondo una redazione di P.

Giovanni Escammatismeno, «Studi di Filologia Greca» I/1 (1881) 29-39.

2. Scolii alle Orazioni di Gregorio Nazianzeno, «Studi di Filologia Greca» I/2 (1882) 133-180, I/3 (1884) 207-241.

3. Postille sopra gli Aurei Versi dei Pitagorici, «Studi di Filologia Greca» I/2 (1882) 181-192.

4. Gnomologii acrostici fragmentum Graece una cum metaphrasi Copto‑Sahidica, Pisa 1883.

5. De Phaedrae indole et moribus in Euripidis Hippolyto Stephanephoro, Pisa 1884.

6. Le rappresentanze figurate relative al mito di Ippolito, «ASNP» IV (1884) 1-100 (già Diss. Pisa 1881).

7. Directorium humanae vitae alias Parabola antiquorum sapientum. Accedunt prolegomena tria ad librum Στεφανίτης καὶ Ἰχνηλάτης, «ASNP» IV (1884) I-XVI, 101-454 (già tesi di abilitazione) = Pisis 1884 (come monografia au- tonoma).

8. Il martirio di S. Ignazio vescovo di Antiochia. Versione copta inedita, Pisa 1884.

9. Sulla formazione del mito di Ippolito e di Fedra («Studi di mitologia greca ed italica», 1), Pisa 1884.

10. Collazione dell’ Ἱππόλυτος Στεφανηφόρος di Euripide sul cod. Laur. 32, 2,

«Studi di Filologia Greca» I/3 (1884) 323-339.

11. Il mito e il canto di Lino specialmente considerato nei suoi rapporti col mito e col lamento di Adone, «Studi e documenti di storia del diritto» VI (1885) 25-80.

(12)

12. Sul primitivo significato della formula proverbiale greca ἀπὸ δρυός‑ἀπὸ πέτρης, «Studi e documenti di storia del diritto» VII (1886) 133-170.

13. Sopra alcune recensioni dello Stephanites kai Ichnelates, «MAL» s. 4 II/1 (1886) 113-182.

14. Sul catalogo delle Nereidi nella Teogonia esiodea, «RFIC» XV (1887) 289- 295.

15. Herodoti Historiarum libri, rec. V. P., Firenze 1887 (I), 1889 (II), 1890 (V), 1895 (VI).

16. Sulla narrazione del mito di Prometeo nella Teogonia esiodea, «MAT» s. 2 XXXVIII (1888) 443-459.

17. Στεφανίτης καὶ Ἰχνηλάτης. Quattro recensioni della versione greca del Kitàb Calìlah wa Dimnah, ed. V. P. («Pubblicazioni della Società Asiatica Italiana», 2), Firenze 1889.

18. Senofonte. Le Storie Elleniche, commentate da V. P., Torino 1890 (Libri I e II, 19222, rist. 1925, 1929), 1893 (Libri III‑V, rist. 1923, 19292), 1895 (Libri VI‑VII, rist. 1923) (rist. I-V, Torino 1947).

19. Sulla composizione del Proemio della Teogonia esiodea, «RFIC» XX (1892) 369-413.

20. Sull’inno ad Ecate nella Teogonia esiodea, «RFIC» XXI (1893) 201-219.

21. La nascita di Zeus secondo la Teogonia esiodea, «SIFC» I (1893) 41-73.

22. Sopra alcune interpolazioni nel testo della Titanomachia esiodea, «SIFC» III (1895) 35-67.

23. Frammenti di una recensione greca in prosa del Physiologus, «SIFC» III (1895) 169-191.

24. Sulla seconda parte del catalogo degli Olimpî nella Teogonia esiodea, «SIFC»

III (1895) 193-204.

25. Indice dei codici greci delle biblioteche Universitaria e Comunale di Bologna,

«SIFC» III (1895) 385s.

26. Per la sticometria negli scritti del Nuovo Testamento, «SIFC» III (1895) 495.

27. Prochiron legum, pubblicato secondo il codice Vaticano greco 845, a c. di F.  Brandileone-V. P. («Istituto Storico Italiano. Fonti per la storia d’Italia», 30), Roma 1895.

28. Letteratura greca. «[Testi raccolti] per Vito Vitale», Bologna 1895.

29. Indicis codicum Graecorum Bononiensium ab A. Oliverio compositi supple‑

mentum, «SIFC» IV (1896) 365-378.

30. Indice de’ codici greci della Biblioteca Estense di Modena, «SIFC» IV (1896) 379-536.

31. L’inno omerico a Demetra, con apparato critico scelto e un’introduzione di V.

P., Livorno 1896 [recc. C.J. Goodwin, «AJPh» XVIII, 1897, 84-88; G. Frac- caroli, «RFIC» XXV, 1897, 118-123].

32. Letteratura greca. «Appunti dalle lezioni del prof. Puntoni per Fausto Micheli», Bologna 1897.

(13)

33. Grammatica della lingua greca. Compilata per uso delle scuole classiche, I/1- 2, Palermo 1904-1905, Bologna 1905 (19072) (poi Grammatica della lingua greca, per uso delle scuole classiche, Bologna 1915 [19182, 19213, in séguito rivista da Cesare Bione: 19334, 19365, 19376, 19427, 19448, 19509, 195310]).

34. (con Arnaldo Beltrami), Esercizi e letture per lo studio della lingua greca nel ginnasio, I. Esercizi, Bologna 1907 (poi Esercizi greci: per uso dei ginnasi, Bologna 1914, 1923).

35. Sull’inno omerico IX (S.‑A.): ΕΙΣ ΑΡΤΕΜΙΝ, «ΜΑΙΒ» ΙΙ (1907/1908) 161-165.

36. Sopra un frammento di Saffo (Mus. Berlin. P. 9722, col. I), «MAIB» III (1908/1909) 183-196 [sul fr. 94 V.].

37. Sulle fonti dell’inno omerico ad Apollo, «MAIB» VI (1911/1912) 3-33.

38. La favola esopica dell’aquila e della testuggine, «MAIB» VI (1911/1912) 35-68.

39. Typhoeus nella Teogonia esiodea, «MAIB» VII (1912/1913) 137-176.

40. Sull’inno omerico X ad Afrodite, «RAIB» VIII (1914/1915) 28-34.

41. Primavera e amore in un frammento di Ibico, «RAIB» VIII (1914/1915) 36-46 [su PMGF 286].

42. Il sonno dei Proci nel libro II dell’Odissea, «RAIB» IX (1915/1916) 117-126.

43. Teogonia esiodea, ed. in usum scholarum V. P. («Raccolta di testi greci e latini per esercitazioni filologiche», 1), Bologna 1917.

44. Isocrate. Consigli a Demonico, Bologna 1917.

45. Platone. Il Critone, Bologna 1917 (rist. 1947, 1961).

Abstract

Vittorio Puntoni (Pisa 24.6.1859-Roma 21.3.1926), classical scholar and Chancellor of Alma Mater Studiorum – Università di Bologna (1896-1911, 1917-1923): life and works.

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