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Dal libro Searle, J.R. (2005) La mente. Milano: Cortina Editore

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Academic year: 2022

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Intenzionalità

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Dal libro Searle, J.R. (2005) La mente. Milano: Cortina Editore

La coscienza è…una proprietà biologica pressoché allo stesso modo in cui la digestione, o la crescita lo sono.

Qualitatività: ogni stato cosciente è caratterizzato da una sensazione qualitativa

Soggettività: gli stati coscienti esistono solo in quanto c’è un soggetto umano o animale che ne ha esperienza.

Prima persona: La coscienza esiste…solo in quanto

esperienza di un soggetto umano o animale…e in questo senso esiste solo da un punto di vista di prima persona.

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Dal libro Searle, J.R. (2005) La mente. Milano: Cortina Editore

Le forme basilari, biologicamente basilari, sono la percezione e l’azione.

In che senso la percezione è una forma basilare di intenzionalità?

Perché il nostro cervello elabora attraverso la corteccia visiva una serie complessa di caratteristiche

Ma quando «VEDE» una sedia, una mela, un biberon, trasforma queste caratteristiche in qualcos’altro, basandosi su una

rappresentazione già esistente (la nostra conoscenza senso- motoria di che cos’è una mela…)

E ha esperienza di ciò che riconosce. Un’esperienza anche qualitativa

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Dal libro Searle, J.R. (2005) La mente. Milano: Cortina Editore

In che senso la sensazione è una forma basilare di intenzionalità?

Prendiamo la sensazione della sete. Avere sete è un fenomeno intenzionale… significa avere il desiderio di bere

Ma quando «DESIDERO » compiere un’azione, il cervello rappresenta un’azione che poi viene eseguita

E ha esperienza del desiderio. Un’esperienza anche qualitativa

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Dal libro Searle, J.R. (2005) La mente. Milano: Cortina Editore

Forme più complesse di intenzionalità sono i pensieri

Nel pensiero mi riferisco ad un oggetto o ad uno stato di cose, dunque c’è un contenuto a cui il pensiero si riferisce e che viene rappresentato

«piove» è un contenuto proposizionale (è il modo con cui posso descrivere un certo stato di cose)

E rispetto a questo contenuto posso avere diversi stati intenzionali:

Credere che sia vero: piove! (o «sta piovendo») Credere che sia probabile. Forse piove

Desiderare: magari piovesse ecc

(6)

Filmato bambino che beve

Filmato dal Ragazzo Selvaggio

https://www.youtube.com/watch?v=CWS 4AKq-KgE

(7)

• segnali che si basano sull’interpretazione emotiva : sorriso, pianto, espressioni del viso, posture del corpo, inclinazione della testa, sudorazione, volume della voce,

grido, sospiro….

• Attraverso segnali del corpo gli esseri umani si comunicano stati emotivi.

• E’ una comunicazione senza «contenuto»

senza referenti

(8)

Segnali convenzionali

• Hanno un «significato» che si

stabilisce attraverso abitudini, usi comuni oppure attraverso un

esplicito accordarsi dei partecipanti.

• Il segnale rimanda a un

contenuto (un’azione, un

oggetto)

(9)

• Un esempio: segnali convenzionali

• Un quartetto sta per iniziare un concerto

• La persona che ha il ruolo di primo violino muove ritmicamente il capo, tutti gli altri lo guardano e lui guarda gli altri

• Iniziano tutti a suonare nello stesso momento

• Quegli sguardi hanno funzionato come un

segnale convenzionale. Ognuno ha riconosciuto nello sguardo del primo violino il messaggio

“Adesso!”

(10)

Comunicare significa

comprendere l’uno gli stati intenzionali dell’altro

• Dicendo “Aiuto, al fuoco...” qualcuno ha

reso manifesta (pubblica) la sua intenzione di far accorrere persone, e di ricevere

l’aiuto appropriato quando c’è un incendio

• Sono consapevole che altri possono

riconoscere quest’intenzione

(11)

Macro-fasi nello sviluppo della

comunicazione

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COMPORTAMENTO DEL BAMBINO COMPORTAMENTO DELLA MADRE 1. B agisce (piange, sorride, vocalizza...).

2. Effetto comunicativo M reagisce al comportamento di B.

3. Comunicazione pre-intenzionale

I comportamenti diventano progressivamente diretti ad uno scopo: B guarda, vocalizza, si muove verso e/o cerca di afferrare un giocattolo.

4. Inferenza comunicativa M inferisce/interpreta i comportamenti di B come comunicativi ed aiuta B a raggiungere il suo scopo (il giocattolo).

5. Comunicazione intenzionale

B è in grado di attuare sequenze mezzo/scopo e riconosce gli altri come fonti autonome di causalità. Utilizza il controllo visivo e il vocalizzo per far intervenire la madre nel raggiungimento dei propri scopi.

6. M risponde appropriatamente alle Intenzioni comunicative di B ma “alza il tiro”, sollecitando la produzione di vocalizzazioni

convenzionali e parole.

7. Comunicazione linguistica

B comincia a produrre parole all’interno delle sequenze comunicative.

Sequenza evolutiva dello sviluppo comunicativo-linguistico (Camaioni, 1999)

Riferimenti

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