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FARMACIA CLINICA E DERMATOLOGIA
PSORIASI
Francesco Cattel Arturo Cavaliere Giampiero Girolomoni Silvia Manfrè Adriano Vercellone
SOMMARIO
Capitolo 1 La malattia
5 11
15
20
Capitolo 2
Le terapie per la psoriasi moderata-grave
Capitolo 3
Criteri di scelta, limiti e opportunità dei farmaci biologici
Capitolo 4
Il farmacista clinico e il suo ruolo nella gestione del paziente con psoriasi
Premessa
Le malattie dermatologiche gravi e croniche rappresen- tano un problema sanitario di grande rilevanza per diffusio- ne ed esercitano un forte im- patto sulla qualità di vita dei pazienti. Le conseguenze so- cioeconomiche di tali patolo- gie sono importanti, così come sono rilevanti le conseguenze a carico dei sistemi sanitari.
La sfida sanitaria posta dalle patologie dermatologiche cro- niche non rimane confinata all’ambito clinico, ma si allarga alle componenti professionali che possono garantire l’effi- cienza dell’intero percorso di cura, farmacista SSN in primis.
La disponibilità di nuove classi di farmaci (biotecnologici) ha radicalmente modificato il ba- gaglio di strumenti che sono oggi a disposizione del clinico per garantire risposte efficaci.
Va evidenziato inoltre che que- sti nuovi strumenti, proprio a causa della loro complessità (e del relativo costo), costitui-
scono spesso una necessaria e fortunata occasione di con- divisione con le altre figure del percorso assistenziale.
Fra questi profili professionali è in primo piano il farmacista del SSN: per i compiti e le re- sponsabilità dei quali si fa ca- rico nei processi di valutazione all’accesso, di approvvigiona- mento e di gestione del flusso del trattamento (dall’acquisto all’erogazione), il farmacista rappresenta un protagonista indiscusso, che affianca il cli- nico nella gestione e ottimiz- zazione dei percorsi di tratta- mento.
Il contenuto del presente docu- mento è volutamente sempli- ficato perché non ha obiettivo scientifico, ma divulgativo. Pre- vede una breve panoramica, senza ambizioni di esaustività, sui principali modelli di gestio- ne della psoriasi, rispetto ai quali si evidenzia il ruolo del farmacista SSN nell’ottimizza- zione dei percorsi di cura.
La malattia
Le malattie della pelle sono più comuni di quanto si potrebbe credere: s’inseriscono al quar- to posto nella classifica delle patologie più diffuse. Lo rive- la uno studio di L. Tizek et al.
pubblicato sul Journal of the European Academy of Derma- tology and Venereology1, se- condo il quale in molti casi la cura di queste malattie sarebbe inoltre trascurata, perché co- loro che ne sono affetti non si rivolgerebbero al medico. Tale fenomeno viene riportato an- che nella psoriasi, una malattia infiammatoria cronica e multi- fattoriale, che può presentarsi in forme estese e per la quale non esiste ancora un’omoge- neità ben definita del percorso di cura perché troppo spesso la problematica è sottovalutata.
Nel mondo, la psoriasi colpisce tra lo 0,6 e il 4,8% della popola- zione2. In Italia l’incidenza della psoriasi è di 2,3 – 3,2 casi per 1000 persone all’anno3.
La psoriasi (dal greco “pso- ra”: squama) è conosciuta fin dall’antichità ma il primo a descriverla fu Robert Willan, dermatologo inglese, ai primi dell’Ottocento.
Si tratta di una dermatosi ca- ratterizzata da lesioni cutanee
toria della pelle ad andamento cronico-recidivante che, nella sua forma più comune, si ma- nifesta con placche eritema- to-squamose localizzate sulle superfici estensorie del corpo.6 L’eziologia della psoriasi non è completamente chiarita. La patologia risulta condizionata da fattori genetici, ambienta- li e immunologici. Il sistema immunitario sembra causare l’iperproliferazione accelerata dei cheratinociti epidermici e in questo meccanismo le cel- lule T rivestirebbero un ruolo centrale, rilasciando citochine proinfiammatorie, quali IFN-γ, TNF-α e IL-17, che stimolano la proliferazione cutanea dei cheratinociti.17,18 Si ipotizza che fattori genetici e fatto- ri ambientali potenzialmente scatenanti (trigger) concor- rano a innescare l’anomalia immunitaria e la conseguente risposta infiammatoria. Infatti, nella psoriasi è stata osser- vata frequentemente familia- rità (particolarmente associa- ta all’insorgenza precoce e a maggiore gravità7); inoltre ri- sultano associate alla malattia diverse combinazioni di alcuni geni e alcuni antigeni leuco- citari umani (Cw6, B13, B17).
squamose bianco-argentee su cute arrossata e infiammata, con un andamento cronico e/o recidivante. Classicamente le lesioni si concentrano nelle zone del cuoio capelluto, dei gomiti, delle ginocchia e del tronco.
La psoriasi può essere talora difficile da diagnosticare, per- ché i segni e i sintomi più fre- quenti sono comuni a numero- se altre malattie della pelle.
Si tratta di una condizione cro- nica: questo significa che il paziente dovrà convivere con questa patologia per tutta la vita (andando incontro a pe- riodi di peggioramento, spesso alternati a fasi con la completa remissione).
Un paziente su quattro affetto da psoriasi viene colpito da ar- trite psoriasica4, patologia che interessa in ugual modo uomini e donne5.
EZIOLOGIA DELLA PSORIASI La psoriasi consiste nell’iper- proliferazione dei cheratinoci- ti associata all’infiammazione dell’epidermide e del derma.
È tradizionalmente definita come una malattia infiamma-
ACE-inibitori, terbinafina, in- dometacina e interferone-alfa sono associati all’attivazione o al peggioramento della pso- riasi.
Altre sostanze
Il fumo di tabacco e l’alcol pos- sono determinare forme gravi.
Inoltre, i forti bevitori hanno un rischio più elevato, special- mente gli uomini più giovani.
L’alcol può anche rendere i trattamenti meno efficaci.
Obesità e alterazioni del metabolismo
Sovrappeso, obesità e alto BMI, come pure cambiamenti ormo- nali (in particolare nelle donne durante la pubertà e la meno- pausa) e le alterazioni dei pro- cessi metabolici sono fattori di rischio per la psoriasi.
Alimentazione
Un’alimentazione povera di calcio è in alcuni casi respon- sabile della comparsa della psoriasi, mentre si ritiene che l’alto contenuto di grassi polin- saturi nella dieta e bassi livelli plasmatici di acido arachidoni- co contribuiscano alla ridotta prevalenza di malattie infiam- matorie compresa la psoriasi.
L’analisi di associazione trami- te genomewide ha individua- to loci che determinerebbero suscettibilità alla psoriasi. Tra questi, il più importante sareb- be il locus PSORS1 sul cromo- soma 6p21.
I trigger sono ben identificati e comprendono:8,9
Traumi
Lesioni cutanee di qualunque tipo, comprese le ustioni solari e le punture d’insetto, posso- no determinare il fenomeno di Koebner con la comparsa di chiazze psoriasiche nella stes- sa sede del trauma.
Stress
Si ritiene che il sistema immu- nitario risponda alle pressioni mentali ed emotive con moda- lità analoghe a quelle adottate in risposta a eventi fisici.
Infezioni
Può manifestarsi psoriasi in seguito a infezioni come quella da HIV e da streptococco be- ta-emolitico che porta a psori- asi guttata.
Farmaci
Alcuni medicinali come be- ta-bloccanti, litio, clorochina,
cuoio capelluto, sulle ginocchia, sui gomiti e sulle mani, ma nelle forme gravi si estendono a vaste aree della cute.
È importante una corretta valu- tazione dell’estensione, proces- so che ovviamente è di compe- tenza del dermatologo, perché da questa dipendono in genere le opzioni di trattamento.
La valutazione tiene in ogni caso conto anche dell’impatto che la malattia ha sulla vita del pazien- te, che può essere severo anche se limitato a una piccola area come, ad esempio, i palmi delle mani o le piante dei piedi.
La classificazione della severità della psoriasi secondo la seve- rità (estensione e impatto sulla vita) rimane la tecnica più comu- ne ed è usata spesso nella prati- ca clinica per orientare il tratta- mento e la gestione appropriata del paziente. Tuttavia, questo cri- terio, largamente adottato nella pratica clinica, non è il solo a essere impiegato per classifica- re la malattia. Faremo qui rife- rimento alla classificazione per tipo (morfologica), alla classifi- cazione causale (patogenetica) e parleremo infine dell’indice dermatologico PASI, la misura di sintesi frequentemente usata per descrivere la patologia.
CLASSIFICAZIONE DELLA PSORIASI
Classificazione per severità La severità con cui si manifesta la psoriasi varia notevolmente da persona a persona: alcuni pazienti ne sono colpiti in modo lieve e i sintomi si limitano a una piccola irritazione, altri ne sono affetti in forma grave e l’impatto sulla qualità della loro vita è si- gnificativo. Questa notazione de- finisce sin dalla diagnosi come sia importante agire secondo un modello di cura personalizzato.
La psoriasi può essere classifi- cata in base alle manifestazioni cutanee come:
lieve (è interessata meno del 3% della superficie del corpo);
moderata (superficie corpo- rea interessata compresa tra il 3 e il 10%);
grave (è interessato più del 10% del corpo).
Nel 10-20% dei pazienti, la pso- riasi si presenta in forma grave, tale da interferire pesantemente sulla qualità della loro vita, sul- le loro capacità professionali (o di studio) e sulle loro relazioni sociali. Le lesioni si sviluppa- no con maggiore frequenza sul
e plantare. In questo caso com- paiono piccole vescicole sotto- cornee, che si superficializzano desquamando. Nelle forme più violente compaiono segni di eri- tema, ipercheratosi, fissurazioni.
La forma seborroica
Questo tipo di psoriasi molto co- mune viene denominata anche sebopsoriasi o seboriasi ed è caratterizzata da lesioni molto simili alla dermatite seborroica, ma può coinvolgere aree nor- malmente non interessate dalla dermatite seborroica, come le unghie o le zone periauricolari.
Classificazione da causa patogenetica
Anche se non può essere consi- derata una malattia genetica nel senso più “comune” del termine (ovvero per la quale una muta- zione o alterazione in un singolo gene è responsabile dell’insor- genza), i fattori genetici giocano un ruolo non trascurabile. Ciò è evidenziato dal fatto che la pre- valenza della psoriasi è netta- mente maggiore in soggetti con familiarità per questa malattia.
Una persona che ha un parente di primo grado (genitore) affetto da psoriasi ha infatti una proba- bilità maggiore di poter svilup- Classificazione morfologica
Psoriasi a placche
È la più comune manifestazione clinica della psoriasi. La lesione tipica è una placca ben demar- cata, eritematosa e coperta con scaglie desquamanti argentee, di aspetto simile alla mica.
Le singole placche possono ave- re diametro diverso e possono confluire tra loro fino a coprire intere aree corporee. Dal grado di eritema e di desquamazione si può giudicare l’attività della psoriasi.
Psoriasi guttata
Questa forma si presenta, nei soggetti giovani, dopo un’infe- zione streptococcica, di solito tonsillare. Sulla cute compaiono papule da 1 mm a 1 cm di dia- metro, disseminate soprattutto sul tronco, con aspetto a goccia di pioggia. A conferma della re- lazione tra streptococco e pso- riasi, dopo una bonifica con an- tibiotico o con tonsillectomia, si assiste alla regressione sponta- nea di questa forma di psoriasi.
Psoriasi pustolosa
Questa forma può essere loca- lizzata o generalizzata. La forma localizzata si manifesta prefe- renzialmente in sede palmare
Il PASI è un indice che correla i segni e sintomi locali della psoriasi con l’estensione della malattia. Si tratta di una valutazione della presenza, in quattro zone del corpo (testa, arti superiori, tronco, arti inferiori), di 3 segni clinici (eritema, infiltrazione e desquamazione), su una scala da 0 a 4 (dove 0= assente e 4= presenza molto marcata). Questi segni vengono poi valutati in base all’area cutanea coinvolta, su una scala da 1 a 6, dove 1 = <10% e 6 = 90-100% di superficie coinvolta.16
PASI = 0,1 x (ET+IT+DT) x AT + 0,2 x (EAS+IAS+DAS) x AAS + 0,3 x (ETR+ITR+DTR) x ATR + 0,4 x (EAI+IAI+DAI) x AAI 16
Calcolo del PASI (Fredriksson T 1978)16
Testa (T) Arti superiori
(AS) Tronco (TR) Arti inferiori (AI)
Eritema (E) Infiltrazione (I) Desquamazione (D) Area (A)
Psoriasis Area Severity Index (PASI)
Per eritema, infiltrazione e desquamazione:
Per area
0 assente
1 <10%
1 leggero
2 10-29%
2 moderato
3 30-49%
6 90-100%
3 marcato
4 50-69%
4 molto marcato
5 70-89%
il rischio è del 40%.
Infine, ricordiamo che alcuni casi di psoriasi sono associati all’uso di prodotti farmaceutici (psoriasi farmaco-indotta).
pare la dermatosi rispetto a chi non l’ha. In particolare, se uno dei due genitori è affetto da pso- riasi, il bambino ha circa il 15%
di rischio di sviluppare la malat- tia; se i due genitori sono colpiti,
Le terapie per la psoriasi moderata-grave
Le opzioni terapeutiche per il trattamento della psoriasi sono oggi molteplici e la scelta è orientata da:
gravità del disturbo;
estensione delle zone col- pite;
tipo di psoriasi;
risposta positiva alla tera- pia iniziale.
Le cure disponibili sono le se- guenti, e di solito vengono in- traprese proprio in quest’ordi- ne (ed è ovviamente possibile associarle tra loro):
farmaci per uso topico (ap- plicati direttamente sulla pel- le);
fototerapia (terapia me- diante raggi luminosi);
trattamenti sistemici per via orale o iniettiva convenzio- nali di sintesi (comprese le small molecules) e trattamenti sistemici biologici.7
TERAPIA SISTEMICA
Il termine sistemico indica che il farmaco agisce sull’intero organismo, garantendo quindi maggior efficacia sul controllo
te ciclosporina, metotrexato o psoralene e raggi ultravioletti di tipo A (PUVA).
Metotrexato
Categoria farmacoterapeutica:
antineoplastico e antireumati- ci. Codice ATC: L01BA01.
L’acido 4-ammino-10-me- til-pteroilglutammico è un antimetabolita e un analogo dell’acido folico. Il medicina- le penetra nelle cellule attra- verso un sistema di trasporto attivo per i folati ridotti e, tra- mite un legame relativamente irreversibile, inibisce la diidro- folato reduttasi. Questo en- zima converte l’acido diidro- folico in acido tetraidrofolico, rendendolo adatto al trasporto di unità monocarboniose nella sintesi dei nucleotidi purinici e dell’acido timidilico. Il princi- pio attivo interferisce pertanto con la replicazione cellulare, la sintesi e la riparazione del DNA. Esso si lega fortemente ma reversibilmente alla dii- drofolicoreduttasi, inibendo così la conversione enzimatica dell’acido folico a tetraidrofo- lico. Tale arresto enzimatico conduce ad una deplezione dei folati ridotti necessari per il della malattia ma, allo stesso
tempo, un rischio più elevato di effetti collaterali.
TRATTAMENTI SISTEMICI DI SINTESI
Tra i farmaci sistemici di sintesi utilizzati nel trattamento della psoriasi troviamo per esempio:
metotrexato, indicato nel con- trollo dei sintomi della pso- riasi grave, recidivante e di- sabilitante che non risponde adeguatamente ad altre forme di terapia;
ciclosporina, indicata per il in- dicato per il trattamento della psoriasi a placche da mode- rata a severa negli adulti che necessitano di terapia farma- cologica sistemica;
dimetilfumarato indicato per il trattamento della psoriasi a placche da moderata a severa negli adulti che necessitano di terapia farmacologica siste- mica;
apremilast, indicato per il trattamento della psoriasi cro- nica a placche da moderata a grave in pazienti adulti che non hanno risposto, che hanno una controindicazione o che sono intolleranti ad altra te- rapia sistemica comprenden-
di metotrexato per il controllo dei processi psorisiaci.
Ciclosporina
Categoria farmacoterapeutica:
sostanze immunosoppresso- ri, inibitore della calcineurina.
Codice ATC: L04AD01.
La ciclosporina (denominata anche ciclosporina A) è un po- lipeptide ciclico composto da 11 aminoacidi. È un potente immunosoppressore in grado di prolungare, negli animali, la sopravvivenza di trapianti allogenici di cute, cuore, rene, pancreas, midollo osseo, in- testino tenue o polmone. Gli studi hanno messo in eviden- za che la ciclosporina inibisce lo sviluppo delle reazioni im- munitarie mediate da cellule, comprendenti l’immunità da trapianto allogenico, le rea- zioni di ipersensibilità cutanea ritardata, l’encefalomielite sperimentale allergica, l’ar- trite da adiuvante di Freund, la reazione da trapianto verso ospite (GVHD) ed anche la pro- duzione di anticorpi dipenden- ti dai linfociti T. A livello cellu- lare inibisce la produzione e il rilascio di linfochine, tra cui l’interleuchina 2 (T-cell growth trasferimento di unità mono-
carboniose in molte reazioni biochimiche interessanti la biosintesi di acido timidili- co (nucleotide specifico per il DNA) e di acido inosinico pre- cursore delle purine necessa- rie alla sintesi sia di DNA che di RNA. Il medicinale sembra inoltre determinare un au- mento della deossiadenosina trifosfato intracellulare che si ritiene inibisca la ribonu- cleoside-trifosfato reduttasi e la polinucleotide ligasi, un enzima coinvolto nella sintesi e nella riparazione del DNA.
Il meccanismo di azione del farmaco è strettamente legato al ciclo cellulare, agendo so- prattutto durante la sintesi del DNA nella fase S; infatti, quei tessuti a rapida moltiplicazio- ne cellulare con alta frazione di crescita (cellule in ciclo) sono i più sensibili agli effetti citotossici del medicinale.
Nella psoriasi la velocità di produzione delle cellule epi- teliali cutanee risulta ampia- mente superiore rispetto a quanto osservato nella cute normale. Tale differenza in termini di velocità di prolife- razione è alla base dell’uso
te coinvolte nella patogenesi della psoriasi. Questa intera- zione con il glutatione porta all’inibizione della trasloca- zione all’interno del nucleo e dell’attività trascrizionale del fattore nucleare potenziante la trascrizione delle catene leggere kappa delle cellule B attivate (NF-κB).
Si ritiene che la principale attività del dimetilfumarato e del monometilfumarato sia immunomodulatoria; tale atti- vità determina una transizione delle cellule T helper (Th) dal profilo Th1 e Th17 a un feno- tipo Th2. La produzione di ci- tochine infiammatorie viene quindi ridotta con induzione di eventi proapoptotici, inibizione della proliferazione dei chera- tinociti, ridotta espressione di molecole di adesione e ridu- zione dell’infiltrato infiamma- torio all’interno delle placche psoriasiche.
Apremiplast
Categoria farmacoterapeutica:
immunosoppressori, immuno- soppressori selettivi. Codice ATC: L04AA32.
Apremilast, un inibitore orale a basso peso molecolare del- factor, TCGF).
La ciclosporina risulta bloc- care i linfociti quiescenti nella fase G0 o G1 del ciclo cellulare e inibisce il rilascio, scatenato dall’antigene, di linfochine da parte delle cellule T attivate.
Tutte le evidenze disponibili indicano che la ciclosporina agisce sui linfociti in modo specifico e reversibile. A dif- ferenza degli agenti citostatici, essa non deprime l’emopoiesi e non altera la funzione dei fa- gociti.
Gli effetti benefici della terapia con ciclosporina sono stati os- servati in una serie di malattie di origine autoimmune o che possono essere considerate tali.
DImetilfumarato
Categoria farmacoterapeutica:
Altri immunosoppressori, co- dice ATC: L04AX07.
Gli effetti antinfiammatori e immunomodulatori del dime- tilfumarato e del suo metabo- lita monometilfumarato non sono del tutto chiari, ma si ri- tiene che siano principalmen- te dovuti all’interazione con il glutatione ridotto intracellu- lare delle cellule direttamen-
FARMACI BIOLOGICI
I farmaci biologici, per le ele- vate dimensioni delle moleco- le che costituiscono i loro prin- cipi attivi, non possono essere prodotti per sintesi chimica: è necessario ottenerli a partire da materiale biologico.
Le terapie sistemiche con farmaci biologici per il trat- tamento della psoriasi com- prendono: inibitori del fattore di necrosi tumorale α (anti TNF-α), inibitori di IL 12 e 23, inibitori di IL 23, inibitori di IL 17 e inibitori del recettore di IL 17.11
Alla scadenza brevettuale dei farmaci biologici, la commer- cializzazione dei rispettivi bio- similari, cioè medicinali biolo- gici contenenti una versione del principio attivo del medi- cinale biologico originale già autorizzato (medicinale di ri- ferimento) nello Spazio econo- mico europeo (SEE)12, dovreb- be consentire un più largo uso di queste opzioni terapeutiche con risparmio per il SSN.
Una gamma così vasta di so- luzioni efficaci e tecnologica- mente complesse necessita di esperienza e competenza (prescrizione dei biotecnolo- gici limitata ai centri regionali la fosfodiesterasi 4 (PDE4),
agisce a livello intracellulare per modulare una rete di me- diatori pro-infiammatori e an- tinfiammatori. La PDE4 è una PDE specifica per l’adenosin monofosfato ciclico (cAMP) ed è la PDE dominante nelle cellule infiammatorie. L’ini- bizione della PDE4 aumenta i livelli intracellulari di cAMP, che a sua volta provoca una sottoregolazione della rispo- sta infiammatoria modulando l’espressione di TNF-α, IL-23, IL-17 e altre citochine infiam- matorie. L’AMP ciclico modula inoltre i livelli di citochine an- tinfiammatorie, come IL-10.
Questi mediatori pro-infiam- matori e antinfiammatori sono coinvolti nell’artrite psoriasica e nella psoriasi.
Negli studi clinici in pazienti con psoriasi, apremilast ha ri- dotto lo spessore della lesione sull’epidermide, l’infiltrazio- ne di cellule infiammatorie e l’espressione dei geni pro-in- fiammatori, inclusi quelli per ossido nitrico sintasi induci- bile (iNOS), IL-12/IL-23p40, IL- 17A, IL-22 e IL-8.15
autorizzati) ai fini di un impie- go che deve mirare a criteri di efficacia e sicurezza nonché all’ottimizzazione delle risor- se economiche.
Inoltre, il cambio di terapia, per scarsa efficacia o eventi avversi, non è un fatto occa- sionale, anzi nel caso della psoriasi è piuttosto frequen- te. Ne deriva la valorizzazione dell’intera gamma di opzioni terapeutiche disponibili. Il far- macista clinico può dunque ben affiancare il clinico nell’i- dentificare specifiche cate- gorie di pazienti cui orientare l’impiego di ciascuna molecola (place in therapy).
Criteri di scelta, limiti e opportunità dei farmaci biologici
I farmaci biologici rappresenta- no uno dei maggiori progressi ottenuti dalla medicina negli ultimi anni in campo terapeuti- co. Il successo di queste nuove terapie risiede nella loro grande selettività d’azione con riduzio- ne degli effetti collaterali rispet- to alle terapie tradizionali di tipo
“chimico”. I farmaci biologici finora prodotti sono anticorpi monoclonali, citochine (interfe- roni e interleuchine), proteine di fusione e fattori di crescita tissutali.
Tali prodotti possiedono l’enor- me vantaggio di poter interferi- re in modo selettivo, a vari livelli e con modalità di azione diffe- renti, nei processi immunologici che scatenano e sostengono la psoriasi. Questo perché, come è ormai noto da anni, nello svilup- po della psoriasi sono coinvolte sia cellule proprie della cute, quali i cheratociti, sia cellule del sangue destinate alla difesa im- munitaria, come i linfociti T.
L’alterazione di un fisiologico
“dialogo” fra questi due tipi di cellule dà luogo a uno squilibrio nella sintesi dei prodotti dei lin- fociti T, con abnorme produzio- ne di una serie di molecole di interazione cellulare che porta a eritema e formazione di squa-
me.
Le molecole maggiormente disponibili e utilizzate sono:
infliximab, etanercept, adali- mumab, ustekinumab, tildra- kizumab, secukinumab, ixeki- zumab e brodalumab. Sono utilizzati per il trattamento del- la psoriasi anche guselkumab e risankizumab.
Gli inibitori del TNF-alfa come etanercept, infliximab e adali- mumab sono stati i primi far- maci biologici a essere impie- gati nella cura della psoriasi oltre 15 anni or sono, e di questi sono disponibili diversi biosimi- lari il cui costo è molto inferiore rispetto a quello degli origina- tor: fattore che permette il trat- tamento di un maggior numero di pazienti. Più recentemente sono stati introdotti gli inibi- tori della interleuchina 12/23 (ustekinumab) e gli inibitori del- la interleuchina 17 (secukinu- mab e ixekizumab).
Si riportano nel dettaglio alcu- ne informazioni su farmaci bio- logici utilizzati nel trattamento della psoriasi (categoria farma- coterapeutica, codice ATC, mec- canismo d’azione e indicazioni terapeutiche) contenute nei ri- assunti delle caratteristiche del prodotto (RCP) resi disponibili
da AIFA. Tali informazioni sono tenute in considerazione per orientare la scelta terapeutica.
Infliximab (con brevetto scadu- to)
Categoria farmacoterapeutica:
immunosoppressori, inibitori del fattore di necrosi tumora- le alfa (TNF-alfa), codice ATC:
L04AB02.
Infliximab è un anticorpo mono- clonale umano-murino chime- rico IgG1 prodotto in cellule di ibridoma murino con tecnologia DNA ricombinante, che si lega con alta affinità sia alla for- ma solubile che a quella tran- smembrana del TNFα, ma non alla linfotossina α (TNFß). In vivo, infliximab forma rapidamen- te complessi stabili con il TNFα umano, processo che porta alla perdita di attività biologica del TNFα. Nei pazienti con psoriasi, il trattamento con infliximab ha determinato una diminuzione dell’infiammazione epidermica e la normalizzazione della dif- ferenziazione dei cheratinociti nelle placche psoriasiche. È in- dicato per il trattamento della psoriasi a placche di grado da moderato a severo nei pazienti adulti che non hanno risposto o
per i quali siano controindicati o che sono risultati intolleranti ad altri trattamenti sistemici inclu- si la ciclosporina, il metotrexato o PUVA.
Etanercept (con brevetto sca- duto).
Categoria farmacoterapeutica:
immunosoppressori, inibitori del Fattore di Necrosi Tumorale α (TNFα) codice ATC: L04AB01.
Etanercept è una proteina di fu- sione del recettore umano p75 del fattore di necrosi tumorale con l’Fc, ottenuta tramite tecni- che di DNA ricombinante attra- verso un sistema mammifero di espressione in cellule ovariche di criceto cinese (CHO). Etaner- cept è un dimero di una protei- na chimerica geneticamente preparata tramite fusione del dominio extracellulare del re- cettore-2 del fattore di necrosi tumorale umano (TNFR2/p75) responsabile del legame con il ligando, con la frazione Fc dell’immunoglobulina umana IgG1 contenente la regione cer- niera, la regione CH2 e CH3 ma non la regione CH1 dell’IgG1.
Etanercept è un inibitore com- petitivo del legame del TNF ai propri recettori cellulari super-
ficiali e perciò inibisce l’attività biologica del TNF. Si pensa che il meccanismo d’azione di eta- nercept consista infatti in una inibizione competitiva del le- game del TNF ai recettori su- perficiali TNFR, che previene le risposte cellulari mediate dal TNF rendendo il TNF biolo- gicamente inattivo. Etanercept può anche modulare le risposte biologiche controllate da mole- cole addizionali a cascata (es.
citochine, molecole di adesione o proteinasi) che sono indotte o regolate dal TNF. La maggior parte della patologia cutanea nella psoriasi a placche è me- diata da molecole pro-infiam- matorie che sono collegate in un network controllato dal TNF.
Etanercept è indicato per il trat- tamento della psoriasi a plac- che da moderata a grave negli adulti che non hanno risposto, o presentano una controindi- cazione, o sono intolleranti ad altre terapie sistemiche, inclu- si ciclosporina, metotrexato o psoralene e luce ultravioletta A (PUVA). È indicato anche per il trattamento della psoriasi a placche cronica grave nei bam- bini ed adolescenti a partire da 6 anni di età che non sono con- trollati in maniera adeguata da
altre terapie sistemiche o foto- terapie o che sono intolleranti ad esse.
Adalimumab (con brevetto sca- duto).
Categoria farmacoterapeutica:
Immunosoppressori, inibitori del Fattore di Necrosi Tumo- rale alfa (TNF-α). Codice ATC:
L04AB04.
Adalimumab è un anticorpo monoclonale umano ricombi- nante prodotto in cellule ovari- che di criceto cinese (Chinese Hamster Ovary). Adalimumab si lega selettivamente al TNF e ne neutralizza la funzione bio- logica bloccando la sua intera- zione con i recettori del TNF di membrana cellulare, p55 e p75.
Adalimumab modula anche le risposte biologiche che sono in- dotte o regolate dal TNF, inclusi i cambiamenti dei livelli delle molecole di adesione respon- sabili della migrazione dei leu- cociti (ELAM1, VCAM-1 e ICAM-1 con un IC50 di 0,1-0,2 nM). Ada- limumab è indicato per il tratta- mento della psoriasi cronica a placche, di grado da moderato a severo, in pazienti adulti candi- dati alla terapia sistemica. Ada- limumab è indicato anche per il
trattamento della psoriasi cro- nica a placche grave in bambini e adolescenti dai 4 anni di età che abbiano avuto una risposta inadeguata, o siano candidati inappropriati alla terapia topica e alle fototerapie.
Ustekinumab
Categoria farmacoterapeutica:
Immunosoppressori, inibitori dell’interleukina, codice ATC:
L04AC05.
Ustekinumab è un anticorpo monoclonale IgG1K interamen- te umano, che lega interleuchi- na (IL)- 12/23, prodotto in una linea cellulare di mieloma muri- no, usando la tecnologia di DNA ricombinante. Ustekinumab è un anticorpo monoclonale Ig- G1K interamente umano che lega con specificità la proteina p40, subunità condivisa delle interleuchine (IL)-12 e IL-23, citochine umane. Ustekinumab inibisce l’attività biologica di IL- 12 e di IL-23 umane, impedendo il legame di p40 con la proteina recettoriale IL-12Rß1 espres- sa sulla superficie delle cellule immunitarie. Ustekinumab non può legarsi a IL-12 o a IL-23 che sono già legate ai recettori IL- 12Rß1 presenti sulla superficie
cellulare. Quindi, è improbabile che ustekinumab contribuisca alla citotossicità complemen- to-mediata o anticorpo-mediata delle cellule con i recettori di IL- 12 e/o IL-23. IL-12 e IL-23 sono citochine eterodimeri secrete da cellule attivate presentanti l’antigene, come macrofagi e cellule dendritiche ed entrambe le citochine partecipano all’atti- vità immunitaria; IL-12 stimo- la le cellule natural killer (NK) e conduce la differenziazione delle cellule T CD4+ verso il fe- notipo T helper 1 (Th1), IL-23 in- duce il pathway del T helper 17 (Th17). Tuttavia, la regolazione anomala di IL-12 e IL-23 è sta- ta associata a patologie immu- no-mediate, come la psoriasi.
Attraverso il legame alla subu- nità p40 condivisa di IL-12 e IL- 23, ustekinumab può esercitare i suoi effetti clinici nella psori- asi interrompendo i pathway citochinici di Th1 e Th17, che sono cruciali per la patologia di queste malattie. Ustekinumab è indicato per il trattamento della psoriasi a placche di grado da moderato a severo, in pazienti adulti che non hanno risposto, o che presentano controindica- zioni o che sono intolleranti ad altre terapie sistemiche, incluse
ciclosporina, metotrexato (MTX) o PUVA (psoraleni e raggi ultra- violetti A). Ustekinumab è indi- cato anche per il trattamento della psoriasi a placche nei di grado da moderato a severo in pazienti pediatrici e adolescen- ti a partire dai 6 anni di età che non sono adeguatamente con- trollati da altre terapie siste- miche o fototerapia o ne sono intolleranti.
Tildrakizumab
Categoria farmacoterapeutica:
Immunosoppressori, inibitori dell’interleuchina, codice ATC:
L04AC17.
Tildrakizumab è un anticorpo monoclonale umanizzato di tipo IgG1/k prodotto nelle cel- lule ovariche del criceto cinese (CHO) tramite la tecnologia del DNA ricombinante, che si lega specificatamente alla subunità proteica p19 della citochina 23 (IL-23) senza legarsi al recetto- re IL-12 e inibendone l’intera- zione con il recettore specifico IL-23. IL-23 è una citochina fi- siologicamente coinvolta nelle risposte infiammatorie e immu- nitarie. Tildrakizumab inibisce il rilascio di citochine e chemo- chine pro-infiammatorie. Ed è
secukinumab inibisce il rila- scio di citochine proinfiamma- torie, chemiochine e mediatori di danno tissutale e riduce il contributo mediato da IL-17A alla patogenesi delle malattie autoimmuni e infiammatorie.
Livelli clinicamente rilevanti di secukinumab sono reperibili a livello cutaneo dove riducono i marker infiammatori locali.
Come diretta conseguenza il trattamento con secukinumab riduce eritema, indurimento e desquamazione presenti nelle lesioni della psoriasi a plac- che. IL-17A è una citochina di origine naturale coinvolta nelle normali risposte infiammatorie e immunitarie. IL-17A gioca un ruolo chiave nella patogenesi della psoriasi a placche ed è iperespressa nella cute lesio- nata rispetto a quella non lesio- nata nei pazienti con psoriasi a placche. È indicato per il tratta- mento della psoriasi a placche di grado da moderato a severo in adulti che sono candidati alla terapia sistemica. È indicato anche per il trattamento della psoriasi a placche di grado da moderato a severo in bambini e adolescenti a partire dai 6 anni di età che sono candidati alla terapia sistemica.
indicato per il trattamento della psoriasi a placche da moderata a severa negli adulti candidati a una terapia sistemica.
Un’analisi pubblicata sul British Journal of Dermatology ha mo- strato l’efficacia della molecola fino a cinque anni. È stata in particolare confermata la sicu- rezza della molecola per quanto riguarda l’incidenza di infezioni severe, neoplasie maligne, gravi eventi avversi cardiovascolari e nei pazienti di età superiore ai 65 anni.13
Secukinumab
Categoria farmacoterapeutica:
immunosoppressori, inibitori dell’interleuchina, codice ATC:
L04AC10.
Secukinumab è un anticorpo monoclonale IgG1/K ricom- binante interamente umano prodotto in cellule ovariche di criceto cinese (CHO) che lega selettivamente e neutralizza la citochina proinfiammatoria interleuchina IL-17A (IL-17A).
Secukinumab ha come bersa- glio l’interleuchina IL-17A e ne inibisce l’interazione con il suo recettore che è espresso su di- versi tipi di cellule compresi i cheratinociti. Di conseguenza
da 6 anni di età e con un peso corporeo di almeno 25 kg e in adolescenti che sono candidati ad una terapia sistemica.
Brodalumab
Categoria farmacoterapeutica:
immunosoppressori, inibitori dell’interleuchina, codice ATC:
L04AC12.
Brodalumab è un anticorpo monoclonale IgG2 ricombinan- te interamente umano prodotto in cellule ovariche di criceto ci- nese (CHO). Si lega con alta af- finità all’IL-17RA umana e bloc- ca le attività biologiche delle citochine pro-infiammatorie IL-17A, IL-17F, eterodimero IL- 17A/F, IL-17C e IL-17E (anche nota come IL-25), determinan- do l’inibizione dell’infiamma- zione e dei sintomi clinici as- sociati alla psoriasi. L’IL-17RA è una proteina espressa sulla superficie cellulare ed è un componente necessario dei complessi recettoriali utilizza- ti da numerose citochine della famiglia IL-17. È stato riporta- to che i livelli di citochine della famiglia IL-17 aumentano nel- la psoriasi. L’IL-17A, l’IL-17F e l’eterodimero IL-17A/F hanno attività pleiotropica, inclusa Ixekizumab
Categoria farmacoterapeutica:
Immunosoppressori, inibitori dell’interleuchina, codice ATC:
L04AC13.
Ixekizumab è prodotto in cellu- le CHO con la tecnica del DNA ricombinante. Ixekizumab è un anticorpo monoclonale IgG4 che si lega con alta affinità (<
3 pM) e specificità all’interleu- china 17A (sia IL-17A che IL- 17A/F). Elevate concentrazioni di IL-17A sono implicate nella patogenesi della psoriasi pro- muovendo la proliferazione e l’attivazione dei cheratinociti.
La neutralizzazione dell’IL-17A da parte di ixekizumab inibisce queste azioni. Ixekizumab non si lega ai ligandi IL-17B, IL-17C, IL-17D, IL-17E o IL-17F. I tests in vitro di legame hanno con- fermato che ixekizumab non si lega ai recettori umani Fcγ I, IIa e IIIa o alla componente del complemento C1q. È indicato per il trattamento della psori- asi a placche di grado da mo- derato a severo in adulti che sono candidati ad una terapia sistemica. È indicato anche per il trattamento della psoriasi a placche di grado da moderato a severo in bambini a partire
(IL-23) con alta affinità e spe- cificità. IL-23 è una citochina regolatrice che influenza la dif- ferenziazione, l’espansione e la sopravvivenza di sottogruppi di cellule T (ad es., cellule Th17 e Tc17) e di sottogruppi di cel- lule dell’immunità innata, che rappresentano le fonti delle citochine effettrici, comprese IL-17A, IL-17F e IL-22, che fa- voriscono lo sviluppo della ma- lattia infiammatoria. Negli es- seri umani, è stato dimostrato come il blocco selettivo di IL-23 sia in grado di normalizzare la produzione di queste citochi- ne. I livelli di IL-23 sono elevati nella cute dei pazienti affetti da psoriasi a placche. Nei model- li in vitro, è stato dimostrato come guselkumab inibisca la bioattività dell’IL-23 bloccando l’interazione con il suo recet- tore sulla superficie cellulare, interrompendo il segnale, l’at- tivazione e la cascata di cito- chine mediata dall’IL-23. Gu- selkumab esercita effetti clinici sulla psoriasi a placche attra- verso l’inibizione della via della citochina IL-23. È indicato per il trattamento della psoriasi a placche da moderata a severa in pazienti adulti che sono can- didati ad una terapia sistemica.
l’induzione di mediatori pro-in- fiammatori quali IL-6, GROα e G-CSF dalle cellule epiteliali, dalle cellule endoteliali e dai fi- broblasti che promuovono l’in- fiammazione tissutale. È stato dimostrato che l’IL-17C induce nei cheratinociti risposte simili all’IL-17A e all’IL-17F. Il blocco di IL-17RA inibisce le risposte indotte dalla citochina IL-17 e determina una normalizzazio- ne dell’infiammazione cutanea.
È indicato per il trattamen- to della psoriasi a placche di grado da moderato a severo in adulti che sono candidati alla terapia sistemica.
Guselkumab
Categoria farmacoterapeutica:
Immunosoppressori, inibitori dell’interleuchina, codice ATC:
L04AC16.
Guselkumab è un anticorpo monoclonale (mAb) interamen- te umano IgG1λ (costituito da una immunoglobulina lambda G1), diretto contro l’interleuchi- na (IL) -23, e prodotto nelle cel- lule ovariche di criceto cinese (Chinese Hamster Ovary, CHO) mediante la tecnologia del DNA ricombinante. Si lega seletti- vamente all’interleuchina 23
to della psoriasi, se da un lato impone un elevato grado di competenza (garantito dalla li- mitazione per i trattamenti più importanti ai centri specialistici identificati dalle regioni) e una efficienza assoluta per assicu- rare a ciascun paziente la tera- pia più indicata, senza dubbio pone anche elementi di com- plessità su cui riflettere. Oltre ai costi delle terapie biologiche, bisogna tenere conto che esi- stono ancora limitate evidenze per orientare le scelte. La linea guida 25 SNLG-ISS “Il tratta- mento della psoriasi nell’adul- to”, in risposta al quesito 4 “Nei pazienti con psoriasi esistono evidenze che un trattamento con farmaci biotecnologici sia migliore rispetto a un altro in termini di efficacia, sicurezza, accettabilità e compliance del paziente?” sottolinea che esi- stono pochi studi di confronto diretto tra i diversi farmaci bio- tecnologici e tra farmaci biotec- nologici e trattamenti sistemici convezionali e auspica la con- duzione di nuovi RCT al fine di confrontare l’efficacia e la sicu- rezza dei farmaci biotecnologici e di avere maggiori informazio- ni per poter scegliere il farma- co più appropriato in relazione Risankizumab
Categoria farmacoterapeutica:
immunosoppressori, inibitori dell’interleuchina, codice ATC:
L04AC18.
Risankizumab è un anticorpo monoclonale umanizzato, co- stituito da una immunoglobu- lina G1 (IgG1), selettivo per la proteina interleuchina 23 (IL- 23), prodotto in cellule ovari- che di criceto cinese (Chinese Hamster Ovary, CHO) mediante la tecnologia del DNA ricombi- nante. Si lega selettivamente con elevata affinità alla subu- nità p19 della citochina umana interleuchina 23 (IL-23) senza legarsi a IL-12 e inibisce la sua interazione con il complesso del recettore IL-23. IL-23 è una citochina coinvolta nelle rispo- ste infiammatorie e immunita- rie. Bloccando il legame di IL-23 al suo recettore, risankizumab inibisce il segnale cellulare IL-23-dipendente e il rilascio di citochine proinfiammatorie. È indicato per il trattamento della psoriasi a placche da moderata a severa in pazienti adulti can- didati alla terapia sistemica.
L’ampiezza della gamma oggi disponibile per il trattamen-
riferimento ai farmaci biotec- nologici” a cura del gruppo di lavoro multidisciplinare sui Farmaci Biotecnologici in Der- matologia Regione Emilia-Ro- magna (maggio 2019)16
“Documento di indirizzo re- gionale per l’impiego dei far- maci per il trattamento della psoriasi di grado moderato se- vero” redatto dal Gruppo di La- voro per il monitoraggio dei far- maci biologici per l’area dermatologica licenziato dalla Commissione Tecnica Regiona- le nella seduta del 15.06.2017, ex DGR n. 425/2017 della Re- gione Veneto.
Il percorso di selezione e defini- zione della terapia per ciascun paziente, l’approvvigionamento e la distribuzione dei farmaci biologici resta comunque un’o- perazione complessa che può essere facilitata dalla collabo- razione tra la componente clini- ca e quella di farmacia.
al paziente da trattare. Anche sul confronto in termini di effi- cacia, sicurezza, accettabilità e compliance del paziente tra as- sociazioni tra farmaci sistemici, la linea guida evidenzia che i dati in letteratura sono di scar- sa qualità.6
Si segnala che più recente- mente sono state pubblicate le Linee guida EuroGuiDerm sul trattamento sistemico della psoriasi volgare.14, 15
Sui criteri di scelta dei tratta- menti e sugli eventuali limiti delle terapie, esistono inoltre linee guida regionali come:
“Raccomandazioni per l’uti- lizzo appropriato dei farmaci per il trattamento della Psoriasi a placche di grado da moderato a severo” redatte dal Servizio Politiche del Farmaco con il supporto tecnico scientifico della Commissione Tecnica Re- gionale Farmaci (CTRF) delle Regione Puglia (versione 1 - ot- tobre 2018)
Linee guida terapeutiche n.
1 “Trattamento sistemico della psoriasi cronica a placche mo- derata-grave con particolare
Il farmacista clinico e il suo ruolo nella gestione del paziente con psoriasi
IL “FARMACISTA DI CONTINUITÀ ASSISTENZIALE”
Il farmacista rappresenta uno snodo concreto ed efficace tra la prescrizione specialistica-o- spedaliera e la governance del- la stessa. Essendoci situazioni diverse a seconda dei contesti regionali e locali di cura, grazie alle proprie competenze il far- macista si occupa dell’approv- vigionamento e della distribu- zione dei trattamenti in base al sistema in cui opera.
Il ruolo e le competenze del farmacista del Ssn (ospeda- liero e territoriale) in relazione a pazienti con forme croniche gravi, quali la psoriasi mode- rata e severa, possono essere sintetizzate nei seguenti punti:
Nell’affiancamento alle attivi- tà cliniche, il farmacista ospeda- liero interviene nella valutazione delle nuove terapie e soprat- tutto nell’ulteriore verifica e, al momento della dispensazione, dell’opportunità prescrittiva e della compatibilità con altre te- rapie che spesso sono assunte, in particolare nei soggetti più anziani (riconciliazione).
Nella gestione eventuale della distribuzione per conto, è la farmacia di comunità a di- ventare il punto di erogazione della terapia, ma sempre sotto il controllo del settore farma- ceutico.
Per quanto riguarda le ana- lisi di farmacoutilizzazione, queste sono supportate dai si- stemi informativi gestionali e amministrativi che permettono valutazioni puntuali e su popo- lazioni circa l’aderenza del far- maco con le prescrizioni previ- ste nel piano terapeutico.
FARMACISTA DEL SSN E I PERCORSI DI CURA Il farmacista del SSN, ospe- daliero e territoriale, intervie- ne di fatto in molti “snodi” del percorso di cura delle cronici- tà.
Un moderno strumento per ri- definire i percorsi di cura allo scopo di una costante revisione e di una piena valorizzazione delle potenzialità diagnostiche e terapeutiche è rappresentato dai Percorsi diagnostici tera- peutici assistenziali (PDTA).
I PDTA sono documenti che Nella gestione della distri-
buzione diretta ha un’opportu- nità unica di interfacciarsi con i pazienti (o con i loro caregiver) motivandoli all’aderenza, soste- nendo l’attenzione ai principali eventi avversi attesi e spiegan- do le corrette modalità di con- servazione dei farmaci, visto che in buona parte dei casi si tratta di formulazioni da con- servare in frigorifero a 2-8 °C.
Per quanto riguarda la di- stribuzione periodica delle te- rapie, questa può avvenire me- diante la distribuzione diretta nei centri ospedalieri oppure decentrata presso le strutture distrettuali delle ASL. Quest’ul- timo modello è maggiormente utilizzato nelle regioni con un minor numero (geografica- mente concentrato) di centri specialistici per facilitare l’ac- cesso del paziente. In questo caso è fondamentale che tra le strutture ospedaliera e territo- riale si realizzi la massima in- tegrazione, sia documentale che attraverso un’azione con- creta sul territorio da parte del personale ospedaliero o co- munque di personale sanitario afferente alla Asl del territorio stesso.
hanno lo scopo di disegnare un piano interdisciplinare che rappresenti la visione orga- nizzativa con cui prendere in carico i malati di specifiche condizioni patologiche. Nella pratica sono principalmente rivolti alla gestione delle cro- nicità, specialmente in caso di bisogni complessi che si arti- colano in fasi specialistiche/
ospedaliere e domiciliari.
Il PDTA promuove la continuità assistenziale, favorisce l’inte- grazione fra gli operatori, ridu- ce la variabilità clinica, sostie- ne la diffusione della medicina basata sulle prove, permette una migliore allocazione delle risorse.
In particolare, i PDTA rispon- dono efficacemente alla fram- mentazione organizzativa dei servizi sanitari, specie nell’in- terfaccia ospedale-territorio, riducendo i rischi connessi al passaggio del paziente dall’o- spedale ai servizi territoriali e alla medicina di base. Evitando la duplicazione delle presta- zioni sanitarie, questi percorsi permettono il contenimento della spesa sanitaria e offrono al paziente un iter clinico-as- sistenziale organizzato e sem- plificato.
RUOLO DEL FARMACISTA NELLA GESTIONE DEL PAZIENTE PSORIASICO Nella gestione del paziente psoriasico, il farmacista ospedaliero entra in campo per offrire un contributo importante nei percorsi di cura e, in particolare, nei processi di governance farmaceutica dei pazienti con le forme più gravi di malattia.
I molteplici trattamenti terapeutici oggi disponibili devono essere gestiti nel modo più corretto ed efficace possibile, attraverso processi multidisciplinari che coinvolgono in prima persona il farmacista
Una survey condotta tra febbraio e marzo 2021 nell’ambito del Progetto Elite, dermatopatie ad alto impatto medico (progetto di educazione sanitaria multidisciplinare in ambito dermatologico, realizzato con il contributo non condizionante di Almirall) su un campione di farmacisti ha permesso di descrivere l’approccio di questa figura professionale alle malattie dermatologiche gravi e in particolare alla psoriasi.
non del tutto risolto per quanto riguarda la gestione di numerose malattie croniche.
La questione trascina dietro di sé la necessità di sistemi di tracciatura, rendicontazione, analisi dei dati. E tutto questo costituisce una sfida anche per il farmacista.
Il grafico 1, risultato
dell’elaborazione dei risultati della ricerca, mostra che, secondo i farmacisti, l’elemento più complesso e critico da gestire è la “valutazione dell’aderenza”. Si tratta di fatto di un tema ricorrente, che ripropone un interrogativo
0 2 4 6 8 107,1
7,7
7,1
7,3
8,0 7,3 7,2 7,3
6,9
PIANIFICAZIONE DEGLI ACCESSI ALLA DISTRIBUZIONE
Pianificazione dei fabbisogni
Procedure di acquisto
Somministrazione
Ruolo/coinvolgimento dei care giver Valutazione
dell’aderenza Gestione delle
scorte Alternanza di situazioni
ospedale-territorio Case manager
Nella gestione della terapia e del paziente, una volta individuata la strategia farmacologica ottimale, su quali elementi si concentrano, nell’esperienza reale, le maggiori criticità/complessità nelle attività della farmacia clinica? (Si resti sempre nell’ambito delle dermopatie gravi, ad esempio la psoriasi)
Grafico 1 1
10 =elemento di estrema complessità, numerosi problemi di gestione
=elemento di scarsa complessità, pochi problemi di gestione
0 2 4 6 8 106,8
6,3 7,6
6,7
8,0 7,3 5,0 8,3
7,6 8,2
8,5
SOSTEGNO DELLE ASSOCIAZIONI DI PAZIENTI
Servizi segretariali delle aziende
Procedure informatizzate
unificate Aumento della distribuzione per conto
Procedure regionali chiare e documentate Attribuzione dei
costi della terapia Riduzione dei centri di
distribuzione Aumento dei centri
di distribuzione Modelli di teleassistenza Integrazione con specialisti del distretto
Integrazione con medici di medicina generale
Ci concentriamo ora sulla gestione del paziente con psoriasi.
Quali azioni/strumenti possono facilitare un’efficace governance farmaceutica e terapeutica?
Grafico 2
10 = azione/strumento di estrema efficacia, elevato impatto sui percorsi di cura
= azione/strumento di scarsa efficacia, basso impatto sul percorso di cura
1
Ottimizzare i centri di distribuzione delle terapie, sviluppare una maggiore integrazione con le figure professionali del territorio (medici di medicina generale e specialisti distrettuali), disporre di linee guida regionali chiare e strutturate in PDTA sono le
soluzioni a cui si guarda per un progressivo miglioramento nei processi di gestione della psoriasi (grafico 2 ).
Dopo avere valutato vari parametri, la ricerca si è, quindi, focalizzata su quello che è ormai considerato lo strumento
più utile per la programmazione, l’aggiornamento e la gestione delle patologie croniche: il Pdta.
Alla richiesta di identificare gli elementi che più caratterizzano la figura del farmacista nel Pdta del paziente con psoriasi è emersa una «uguale rilevanza per tutti gli aspetti considerati», con una leggera prevalenza (moda e media)
della «definizione di procedure off label condivise».
Ancora una volta ci si trova di fronte a situazioni spesso complesse, mai sufficientemente normate, che lasciano un grande spazio alla professionalità dei singoli e alla costruzione di un valido percorso di integrazione multidisciplinare.
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14. Linee guida EuroGuiDerm sul trattamento sistemico della psoriasi volgare - Parte 1:
raccomandazioni per Il trattamento e Il monitoraggio - Nast A Smith C et al. - Volume 34, Numero 11, novembre - 2020, pagine 2461-2498. https://www.eadv.org/clinical-guidelines
15. Linee Guida EuroGuiDerm sul trattamento sistemico della Psoriasi vulgaris - Parte 2: situazioni cliniche e comorbilità specifiche - Nast A, Smith C et al. - Volume 32, Numero 2, febbraio - 2021, Pagine 281-317. https://www.eadv.org/clinical-guidelines
16. Gruppo di lavoro multidisciplinare in dermatologia Regione Emilia-Romagna. Trattamento sistemico della psoriasi cronica a placche moderata-grave con particolare riferimento ai farmaci biotecnologici.
Linee guida terapeutiche n.1. Aggiornamento maggio 2019 Assessorato Cura della persona, Salute e Welfare Regione Emilia-Romagna.
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18. Harden Jl et al. The immunogenetics of psoriasis: a comprehensive review. J Autoimmun. 2015; 64:
66-73.
AUTORI
Francesco Cattel | Direttore struttura complessa farmacia ospedaliera, Azienda ospedaliero-universitaria - Città della salute e della scienza, Torino
Arturo Cavaliere | Direttore UOC farmacia aziendale Asl Regione Lazio, Viterbo
Giampiero Girolomoni | Direttore di unità operativa complessa di dermatologia e malattie veneree, Azienda ospedaliera universitaria integrata, Verona
Silvia Manfrè | Dirigente farmacia ospedaliera, Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata, Verona
Adriano Vercellone | Farmacista dirigente, Asl Napoli 3 sud
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