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Scafati. DOSSIER: I furbetti del cartellino. Tutti i particolari dell inchiesta Mal Comune

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Academic year: 2022

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Scafati. DOSSIER: I furbetti del cartellino. Tutti i particolari dell’inchiesta

“Mal Comune”

Di Adriano Falanga

Ufficialmente a lavoro, di fatto altrove. Nei guai dieci dipendenti comunali. C’è chi andava regolarmente a Pompei, a spendere una preghiera al Santuario mariano, chi invece coltivava carciofi nel proprio orticello, chi faceva la spesa, chi invece incontrava l’amica “intima”. Blitz contro i furbetti del cartellino a Scafati. L’operazione, denominata

“Mal Comune” e coordinata dalla Procura di Nocera Inferiore guidata dal procuratore Amedeo Sessa, ha visto l’epilogo ieri mattina, quando dalle ore 8 i militari della Guardia di Finanza di Scafati agli ordini del comandante Nunzio Napolitano, hanno notificato le ordinanze presso gli uffici della Scafati Solidale. Dieci le misure cautelari di interdizione dai pubblici uffici emessi dal Gip Paolo Valiante nei confronti di altrettanti dipendenti comunali assenteisti, tra staffisti, fiduciari del sindaco ed altri ruoli operativi.

Tra i ”pizzicati” ci sono anche due vigili urbani e l’autista del sindaco. Al termine di 5 mesi di indagini sono state ricostruite le condotte illecite dei pubblici dipendenti che, in orario di servizio, dopo aver registrato la propria presenza, si allontanavano in modo sistematico e pressochè quotidiano dal posto di lavoro. Centinaia di ore lavorative sono state falsamente attestate dai dipendenti come effettuate e quindi pagate dall’Ente pubblico per prestazioni in realtà mai svolte. Alcuni agivano anche in accordo tra loro, scambiandosi reciprocamente il “favore” della timbratura del cartellino, consentendo così ai colleghi di arrivare in ritardo in ufficio ovvero, in alcuni casi, di non presentarsi

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proprio per nulla sul posto di lavoro. A seguito di pedinamenti, videoregistrazioni e grazie a telecamere nascoste sono stati rilevati gli spostamenti e le attività dei pubblici dipendenti nonché le false timbrature dei cartellini di presenza. Ci sarebbero ancora altri nomi coinvolti, in via di definizione. Per i dieci furbetti l’accusa è di truffa ai danni dello Stato e false attestazioni. Le sospensioni dal lavoro vanno da uno a sei mesi. Caso assurdo: le furbate sono state fatte con la Commissione di accesso prefettizia in loco, e sarebbero stati proprio i commissari a segnalare le condotte sospette, avviando di fatto le indagini. Una ostentata sicurezza che rischia di costare caro agli accusati.

I PROTAGONISTI

La Guardia di Finanza ha notificato le misure cautelari di interdizione nei confronti di tre dipendenti c o m u n a l i d e l c a m p o s p o r t i v o : Salvatore Guida, Vincenzo Picardi (sospesi per tre mesi) e Bruno G i o r d a n o ( s o s p e s o s e i m e s i ) a z z e r a n d o d i f a t t o l ’ i n t e r a guardianeria del centro sportivo intitolato al 28 settembre 1943. Nei guai anche due dipendenti di Palazzo Mayer: Vincenzo Alfano (tre mesi) e Gerardo Aquino (due mesi); un dipendente dell’istituzione Scafati Solidale, Franco Avino (tre mesi); i collaboratori diretti del primo cittadino Pasquale Aliberti, l’autista Gaetano Marino (anche presidente del Forum delle Associazioni locale) e l’oramai noto Giovanni Cozzolino, assunto come staffista, e indagato con il sindaco e gli altri accusati, nell’inchiesta dell’antimafia di Salerno (sei mesi per entrambi) Due i vigili urbani, Salvatore Vitiello (un mese) e il tenente Antonio Cavallaro (due mesi). Quest’ultimo recentemente nominato comandante dal primo cittadino, in rotazione quindicinale con gli altri due ufficiali di pari grado Pasquale Cataldo (comandante in carica) e Ferdinando

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Raiola (che dovrebbe assumere il comando dopo Cavallaro).

L’elenco però potrebbe espandersi già nei prossimi giorni.

LA SECONDA INDAGINE

L’operazione Mal Comune non è l’unica indagine sui furbetti del cartellino che coinvolge il Comune di Scafati. A spingere la Procura a indagare è stata la Commissione d’Accesso agli atti, che ha lavorato a Scafati dal 22 marzo al 22 settembre.

I commissari, guidati dal vice prefetto Vincenzo Amendola, hanno però segnalato alla Prefettura di Salerno altri 19 comunali, tra cui un paio di dirigenti. I funzionari hanno verificato le attività e i turni di lavoro espletati durante il periodo elettorale per le elezioni regionali 2015. Dai controlli sarebbe emerso che gli impiegati, con il consenso dei dirigenti, non erano al proprio posto di lavoro, diversamente da quanto stabilito. Sul loro operato pendono le valutazioni della Prefettura, che potrebbe contestare la violazione della legge Brunetta oltre alla scure della Corte dei Conti per il danno erariale. Se fosse accertato quanto segnalato dai commissari, i dipendenti e funzionari rischiano la sospensione immediata dal lavoro, fino al licenziamento.

GIOVANNI COZZOLINO, la strada il suo ufficio

Ultimamente lo si vedeva, più del solito, nei corridoi di Palazzo Mayer, presso l’ufficio della responsabile dello staff del sindaco, Maria Antonietta De Nicola.

Generalmente, raccontano i muri della casa comunale, Cozzolino era in giro per la città. Ed è proprio quel “generalmente”

che le fiamme gialle hanno verificato. E’

lui infatti il dipendente che dopo aver timbrato, con una certa costanza, si recava a piedi al santuario di Pompei, non prima però di aver consumato la colazione in un noto bar della città mariana, assieme ad esponenti politici e conoscenti

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vari. Per lui e per il collega autista Gaetano Marino la sospensione di 6 mesi dal lavoro. Cozzolino è l’unico staffista attualmente al servizio di Pasquale Aliberti, ma sarebbe riduttivo definirlo un collaboratore, perché il fedele Giovanni è IL collaboratore. Gli addetti ai lavori lo sanno bene, la sua funziona di fatto è stata quella di emissario fidato, Cozzolino era la bocca, l’orecchio e gli occhi di Pasquale Aliberti tra il popolo, colui che “sondava” il territorio, verificando gli umori. Era sempre lui a fare da mediatore durante le frequenti liti politiche in seno alla maggioranza. Un rapporto non certamente limitato alla sola attività amministrativa anzi, la sua era una funzione dal carattere politico. Un ruolo che gli è costato un avviso di garanzia nell’inchiesta condotta dal pm Vincenzo Montemurro della Procura Antimafia di Salerno, che sta scuotendo ogni gradino dell’amministrazione comunale e dove sono coinvolti anche il sindaco con il fratello Nello Aliberti, la moglie Monica Paolino, la segretaria Immacolata Di Saia, il consigliere comunale Roberto Barchiesi, la dimissionaria dirigente ai Lavori Pubblici Maria Gabriella Camera, l’ex vicepresidente Acse Ciro Petrucci e l’ex consigliere provinciale e comunale Raffaele Lupo. Tutti accusati, a vario titolo, di voto di scambio politico mafioso, associazione a delinquere, corruzione, concussione, abuso di ufficio. Figura discreta, mai in primo piano ma puntualmente presente in ogni questione sia politica che amministrativa, Cozzolino è sicuramente il più stretto collaboratore di Aliberti.

“Giovanni non era un guru, non era un laureato, non era un politico: era semplicemente un operaio in cassa integrazione da un decennio; lavorava la mattina presto, si svegliava alle 5 per costruire gabbie per topi e avere il resto della giornata da spendere davanti al bar – scrive di lui il sindaco, nel suo libro Passione e Tradimenti – era colui che insieme a me si occupava della composizione delle liste.

Proprio così, Giovanni era capace di darmi ottimi consigli, di suggerirmi strategie”. Le liste elettorali, racconta Aliberti, le facevano loro due. “Se qualche abbinamento mi sembrava

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particolarmente riuscito, non esitavo a fotografarlo e inviare la foto a Giovanni, via mms – si parla di simboli di lista – Subito Giovanni lanciava uno dei suoi mitici sondaggi sul marciapiede e davanti al bar, i cui risultati erano quasi scientifici: riusciva ad indicare le preferenze e l’opinione della gente rispetto ad un fatto, o, come in questo caso, rispetto al nome che bisognava dare ad una lista, con un margine di errore bassissimo”. Insomma, l’ufficio di Cozzolino era proprio la strada, a quanto pare.

ALIBERTI: azione a tutela dell’ente

E ’ a r r i v a t o a n c h e l u i , u n a mezz’oretta dopo la Guardia di Finanza, presso gli uffici della Scafati Solidale, in piazza Madre T e r e s a D i C a l c u t t a . P a s q u a l e A l i b e r t i , c o m e s e m p r e , n o n s i scompone e mostra serenità. “L’azione d e l l a G u a r d i a d i F i n a n z a relativamente all’uso improprio del badge comunale e alla gestione delle presenze sul luogo di lavoro, riteniamo sia a tutela del Comune e delle regole che bisogna rispettare sempre – così il primo cittadino – I controlli effettuati, in questi mesi, dalla Magistratura, in ogni caso, sono la dimostrazione che la stragrande maggioranza dei nostri dipendenti, è attenta, rispettosa e ligia al dovere. Rispetto ai dieci dipendenti sui quali pende la misura interdittiva, riteniamo, nell’immediato di adottare i provvedimenti che la norma prevede. Il nostro auspicio è che, i suddetti dipendenti, nel frattempo, riescano a dimostrare la loro estraneità ai fatti contestati. In caso contrario, è g i u s t o c h e l ’ E n t e s i c o s t i t u i s c a p a r t e o f f e s a n e l procedimento”. Non entra nei particolari Aliberti, non cita ad esempio la condotta reiterata dei suoi stretti collaboratori Giovanni Cozzolino e Gaetano Marino, nonché del neo comandante

“a tempo” dei vigili urbani, il tenente Antonio Cavallaro, da

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tempo alla guida del delicato settore dei caschi bianchi Urbanistica.

E’ decisamente contrariato Marco Cucurachi, del Partito Democratico. “Una dichiarazione di facciata, strumentale e demagogica del sindaco, ancora per poco, di Scafati. Le regole, se e’ vero che esistono e che non sono state ancora abrogate dal codice Di Saia, si applicano sempre e comunque senza distinzione tra fattispecie di reato e responsabilità. Io, invece, sono fiducioso come sempre nel lavoro degli inquirenti e garantista soprattutto ora nei confronti dei dipendenti comunali, costretti a lavorare in un clima surreale di diffusa illegittimità, che sapranno dimostrare la loro estraneità ai fatti. Distinguiamo però i lavoratori – continua l’esponente democratico – da chi aveva ed ha, per nomina diretta, compiti strategici di fiducia e responsabilità”. Seppur non direttamente citato, è chiaro il riferimento a Giovanni Cozzolino. “Già indagato per camorra e scambio di voti, che non si sa che lavoro svolge e davanti a quale bar lo svolge – prosegue Cucurachi – dimenticavo, c’è una strategia anche a scegliere caffè”.

Scafati. Vigili Urbani, tre comandanti a rotazione

Di Adriano Falanga

Polizia Municipale, alla fine Pasquale Aliberti sceglie di non scegliere, applicando il vecchio detto “tutti per uno e uno

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per tutti”. Alla guida del comando della Polizia Municipale sarà infatti staffetta tra i tre tenenti in organico, che si alterneranno a cadenza quindicinale sulla poltrona lasciata in anticipo dal dimissionario Alfredo D’Ambruoso, prossimo alla meritata pensione. Nelle more dell’espletamento della manifestazione di interesse avviata dal primo cittadino per la scelta del nuovo comandante, un incarico della durata di anni uno, saranno quindi gli attuali tenenti Antonio Cavallaro, Ferdinando Raiola e Pasquale Cataldo ad alternarsi, quindici giorni ciascuno, sulla poltrona che fu del maggiore D’Ambruoso. Non è stato semplice per Aliberti decidere, soprattutto in un momento molto delicato per l’amministrazione scafatese, vicina allo scioglimento per infiltrazioni mafiose, come chiesto dalla Commissione D’Accesso prefettizia. Un incarico temporaneo, legato al mandato sindacale, le cui trattative erano state avviate già nella primavera, quando in giunta era Diego Chirico ad essere assessore alla Polizia Municipale. Una delega passata poi al giovane Nicola Acanfora, più vicino al primo cittadino. Chirico sponsorizzava infatti la candidatura di Cataldo, mentre il sindaco era propenso ad affidare l’incarico a Cavallaro, da anni responsabile del settore Urbanistica. Poi il cambio di deleghe in giunta, e l’acuirsi delle difficoltà amministrative per la morsa delle indagini della Procura ordinaria e dell’antimafia. Da qui la decisione di non sollevare ulteriori polemiche, considerato anche che Pasquale Cataldo aveva mostrato qualche perplessità sulla scelta di Aliberti, poi rientrate con la firma al decreto. E sarà proprio quest’ultimo ad inaugurare la staffetta al comando, secondo questo schema: Cataldo, Cavallaro, Raiola.

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E Galdi nei guai con Passa per la nomina del capo dei vigili urbani

CAVA DE’ TIRRENI. Omissione atti di ufficio. Questa l’ipotesi di reato che la Procura della Repubblica ipotizza per l’ex sindaco Marco Galdi, per l’ex assessore comunale delegato alla viabilità Vincenzo Passa e per il dirigente comunale Antonino Attanasio. A quanto pare sarebbe stato già depositato da parte del pm titolare dell’inchiesta l’avviso di conclusione indagine nei confronti dei tre indagati. I fatti risalgono naturalmente al mandato sindacale Galdi e riguardano un procedimento di nomina per il comandante dei vigili urbani metelliani.

A far scattare la denuncia nei confronti del sindaco, dell’assessore e del dirigente sarebbe stato Saverio Vario, assunto nel 2010 con un contratto a tempo indeterminato all’esito di una procedura di mobilità. Nel 2014 a Vario, inoltre, venne attribuito anche il grado di tenente colonnello presso il comando di polizia locale, proprio con un atto firmato dal dirigente dell’area sicurezza e protezione civile Antonino Attanasio.

Arriva lo street control in città: Multe per le auto in doppia fila

di Brigida Vicinanza

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E’ lotta all’inciviltà a Salerno, a partire dalle strade e dal traffico. Dal 25 luglio infatti “Street control”, il controllo delle vie appunto, arriva a Salerno, portando con sé la vera repressione per quanto riguarda auto in doppia fila, auto rubate, soste selvagge e mancata revisione. L’attività di monitoraggio sarà condotta dai vigili urbani che riceveranno in dotazione 140 palmari per il costo giornaliero di 1 euro, e due telecamere noleggiate per tre anni. Le telecamere saranno installate su due pattuglie, costeranno 12mila euro per tutti i tre anni e quando il noleggio “scadrà” saranno di proprietà del Comune di Salerno. Su palmari e tablet verrà caricata l’applicazione Street Control e i palmari saranno collegati con le telecamere per l’individuazione dei trasgressori. “Il sistema Street Control leggerà le targhe e potrà farlo anche se l’auto marcia ad una velocità di 100 kmh – annuncia Elvira Cantarella, Comandante dei Vigili Urbani, che ha continuato – verificherà se l’automobile rientra in una black list, se è rubata, assicurata, revisionata. Se l’auto in doppia fila è anche senza conducente, si procederà all’immediata convalida del verbale; se a bordo c’è il conducente, la prima pattuglia con telecamera a bordo passa, rileva e segnala alla pattuglia che sopraggiunge, quest’ultima incaricata di notificare il verbale all’automobilista indisciplinato. Sarà possibile non solo realizzare video ma anche scattare foto per dimostrare la violazione. Basta con comportamenti incivili che bloccano il traffico e inquinano la città”. Il Comune di Salerno lo a n n u n c i a e l o s c r i v e a n c h e s u i p a n n e l l i g i a l l i che sintetizzano la campagna di comunicazione e che saranno affissi negli spazi comunali destinati alla pubblicità in queste due settimane che precedono l’introduzione . “Bisogna eliminare l’inciviltà che dilaga a Salerno” chiarisce Enzo Napoli, sulla stessa lunghezza d’onda di De Luca che durante il programma a Liratv scherza sulla questione “I tangheri che parcheggiano dove vogliono dal 25 in poi non potranno più farlo”. Sono stati già individuati alcuni punti critici in cui il sistema funzionerà maggiormente: “Da piazza Monsignor Grasso, a Mercatello, fino al Teatro Verdi e ritorno. Ma anche

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in via Settimio Mobilio, via Luigi Guercio, nel quartiere Carmine. per quanto riguarda il problema di personale a l l ’ i n t e r n o d e l c o r p o d e i v i g i l i u r b a n i N a p o l i h a sottolineato: “Abbiamo problemi di limite d’età per i vigili urbani. Molta parte del personale ha prescrizioni mediche che impediscono di svolgere mansioni su strada. Stiamo ragionando con l’assessorato competente: Luci d’Artista non è poi così lontano e l’anno scorso qualche problema l’abbiamo avuto.

Intensificheremo il numero di stagionali”. “Il nuovo dispositivo entrerà in vigore il 25 luglio ma non è che in questi quindici giorni d’attesa daremo libero sfogo all’anarchia – commenta Mimmo De Maio, assessore alla mobilità – continueremo a vigilare, anzi annunciamo un intervento importante nel centro storico cittadino. E’ stato già fatto un sopralluogo la settimana scorsa. Lavoreremo anche nelle Ztl, liberandole dalle auto in esubero perché qualcuno ne approfitta”. Napoli e De Maio poi hanno annunciato importanti novità sulla questione dei parcheggi in città: “Sono in corso verifiche con il Demanio dello Stato per far rientrare nella disponibilità comunale l’area di parcheggio attigua al Genio Civile. Inoltre lunedì si terrà il Comitato Portuale. Con l’Autorità Portuale e la Capitaneria lavoriamo ad un’ipotesi di altri 140 posti auto nell’area di Piazza della Libertà“.

Mentre rimane in standby la questione Piazza Alario.

Scafati. I sindacati verso lo sciopero. E’ braccio di ferro sugli arretrati non pagati

Di Adriano Falanga

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Non basta la diffida del Prefetto, su Aliberti anche la minaccia concreta di sciopero delle maestranze comunali, Vigili Urbani compresi. Dopo lo stato di agitazione proclamato a Gennaio, che ha visto i caschi bianchi far saltare diversi eventi pubblici per il rifiuto di fare lo straordinario, le Rsu riunite ieri mattina presso la sala consiliare preannunciano il blocco delle attività, oltre a non garantire più lo straordinario. Sullo sfondo sempre la liquidazione degli arretrati 2015, e la mancata corresponsione dei buoni pasto. Centinaia di migliaia di euro di arretrati su cui ancora non ci sono garanzie, e la delicatissima crisi finanziaria in cui versa l’ente non offre segnali di speranza.

Secondo i rappresentanti delle sigle sindacali Alfonso Rianna (Cgil) Giovanni Santonicola (Cisl) e Maria Bonaria Spiga (Uil) l’ufficio finanziario ha pero pagato le indennità di posizione con relativi arretrati alle diverse Posizioni Organizzative, che pure erano sospese per gli stessi motivi. Una decisione fortemente contestata, dal sapore di un’ingiustizia sociale, che però Pasquale Aliberti ha negato. A supporto di questa tesi ha infatti fatto recapitare ai dipendenti in assemblea una sua missiva indirizzata al ragioniere capo Giacomo Cacchione, in cui si chiede contezza della decisione di liquidare i soli dirigenti, dimenticando le maestranze. “Le chiedo ragioni di questa disparità di trattamento” scrive il primo cittadino al “suo” dirigente. Un fatto decisamente grave, che non può di certo limitarsi al solo richiamo formale. Il sindaco infatti sta dichiarando, nero su bianco, di non essere a conoscenza delle motivazioni per cui il dirigente dell’ufficio finanziario avrebbe deciso (in piena autonomia quindi) di liquidare ogni spettanza alle P.O. e neanche un centesimo al personale.

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Pompei/Scafati. Vendeva posti di lavoro all’Auchan:

condannato ex tenente dei Vigili Urbani

Di Adriano Falanga

Vendeva posti di lavoro all’Auchan di Pompei, condannato per truffa ad un anno di reclusione l’ex Tenente della Polizia Municipale di Pompei Franco Bocca, classe 1940. L’uomo, già noto alle forze dell’ordine per reati simili, nel 1992 fu oggetto di un’interrogazione parlamentare perché coinvolto in un’inchiesta dove venne accusato di intascare, con alcun suoi colleghi, i proventi delle multe. Non avrebbe perso il

“vizietto” e approfittando delle sue conoscenze importanti sul territorio, ha ingannato e sottratto soldi a 4 persone, con la promessa di assunzioni all’ipermercato pompeiano. Vittime lo scafatese P.S. classe 1940, vigile urbano in servizio a Scafati e oggi in pensione. La cognata di quest’ultimo la signora C.M classe 1965, il fratello C.A classe 1982 e P.G.

classe 1964, tutti di Angri. I fatti risalgono all’ottobre 2011, quando Bocca confida al vigile scafatese, di avere la possibilità di far assumere qualcuno al centro commerciale, all’epoca in piena attività. L’interessamento però costa 4 mila euro per le “spese” di convincimento dei dirigenti della multinazionale francese. L’uomo, pur sapendo che non si pagano i posti di lavoro, crede nella proposta del collega pompeiano, consapevole delle sue amicizia importanti in città, grazie al ruolo che ha ricoperto. Ne parla con i parenti angresi, in cerca di lavoro. Sono 4 mila euro a testa, ma P.S. raccoglie in un primo momento 10.500 euro, perché la cognata non dispone di tutta la cifra. Il saldo di 1.500 euro sarà effettuato più avanti, tramite un assegno bancario che il Bocca astutamente si lascia firmare ma non intestare. Saranno poi le indagini ad

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accertare la cronologia dell’assegno, risalendo appunto al truffatore. Il tempo passa, e delle assunzioni ancora nulla.

Ad ogni richiesta di chiarimento una spiegazione diversa, fino a che i 4 si rendono conto di essere stati raggirati, e nel marzo 2012 sporgono denuncia per truffa. A difenderli l’avvocato Elvira Schioppa. “Finalmente siamo riusciti ad ottenere giustizia – spiega soddisfatta la legale di origine scafatese – e condannare un truffatore. Non si può ingannare la gente in questo modo, facendo leva sulla necessità di dover lavorare”. La sentenza è stata emessa dal Tribunale di Torre Annunziata, ufficio del giudice monocratico dottoressa Luisa Crasta. Un anno di reclusione e quattrocento euro di multa oltre al pagamento delle spese processuali e legali. “Abbiamo o t t e n u t o a n c h e i l p a g a m e n t o d i u n a p r o v v i s i o n a l e immediatamente esecutiva nei confronti delle vittime, di quattromila euro ciascuno” aggiunge la dottoressa Schioppa, preannunciando richiesta di risarcimento danni.

Scafati. Vigili Urbani, lascia il comandante d’Ambruoso. E’ corsa a tre, in pole Cataldo

Di Adriano Falanga

Il maggiore Alfredo D’Ambruoso, comandante della Polizia Municipale, conferma le dimissioni dall’incarico decidendo di andare pensione con qualche mese in anticipo. La notizia non è ancora ufficiale, ma voci attendibili vogliono il sindaco

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Pasquale Aliberti con l’assessore delegato Diego Chirico già operativi per decidere chi sarà il successore. In pole i tre tenenti: Pasquale Cataldo, Ferdinando Raiola e Antonio Cavallaro. E’ tra di loro che con ogni probabilità sarà nominato il futuro comandante dei caschi bianchi scafatesi.

D’Ambruoso, assunto al Comune di Scafati nel lontano agosto 1979 tramite concorso, è stato anche responsabile dell’ufficio casa e commercio, poi è stato a capo del settore Affari Generali e dopo aver ricoperto ruolo di responsabile in diverse posizioni organizzative, è stato nominato a capo dei vigili urbani nel luglio 2010 dall’allora sindaco di centrosinistra Francesco Bottoni, e riconfermato negli anni da Pasquale Aliberti. Si contendono l’ambita prima poltrona del comando di via Melchiade il tenente Cataldo, attualmente alla guida del settore Viabilità e Infortunistica Stradale, il collega Ferdinando Raiola, in servizio al comparto Commercio e Annona e Antonio Cavallaro, alla guida del reparto Urbanistica.

Sembra però favorito il tenente Cataldo, discendente da une delle prime famiglie storiche scafatesi.

Cataldo è il promotore del fortunato calendario della Polizia Municipale, giunto alle seconda edizione, i cui p r o v e n t i d e l l a v e n d i t a s o n o puntualmente devoluti in campagne di sensibilizzazione per la Sicurezza stradale. La città lo ricorda in particolare per essere stato colui che salvò la vita alla giornalista Maria Rosaria Vitiello, vittima di un drammatico incidente stradale nel dicembre 2014. Nonostante le gravi condizioni, Cataldo la tenne in vita praticandole massaggio cardiaco e respirazione artificiale fino all’arrivo dei soccorsi. Il comandante D’Ambruoso lascerebbe anticipatamente perché molto provato anche dal pesante clima politico degli ultimi mesi, che lo hanno coinvolto nella sua qualità di

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dirigente di settore. Le dimissioni sono state date l’8 aprile, dopo un pesante diverbio avuto con l’assessore Diego Chirico, per aver annullato la corsa ciclistica del Trofeo Nibali, a neanche 24 ore dalla partenza. D’Ambruoso è anche componente del cda della Scafati Sviluppo, la partecipata che porta avanti il progetto di reindustrializzazione dell’area Ex Copmes.

Scafati. Dimissioni D’Ambruoso, il M5S: “è un complotto contro Chirico”

Di Adriano Falanga

Dimissioni del comandante dei Vigili Urbani Alfredo D’Ambruoso, dopo aver assunto i tratti di un vero giallo, la revoca delle stesse a cura del sindaco Pasquale Aliberti delineano adesso un nuovo scenario: quello del complotto.

Almeno è quanto pensa il Movimento 5 Stelle che attraverso Giuseppe Sarconio dell’associazione Scafati in Movimento, solleva questo dubbio. “Per quale motivo il comandante dei Vigili Urbani in occasione della marcia della legalità non si era posto gli stessi problemi dichiarati per la corsa? Eppure la marcia era di domenica con i dovuti straordinari mentre la corsa è stata spostata di sabato in orario di turno regolare, questo per venire incontro alle richieste dei caschi bianchi – osserva il grillino – ed evitare così il rischio astensione”.

L’organizzazione del trofeo Nibali ha richiesto non poche trattative, da un lato l’assessore Diego Chirico con il collega Raffaele Sicignano e la consigliere Daniela Ugliano, dall’altro lato il comandante D’Ambruoso a fare da mediatore

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con i suoi uomini. C’è stato anche un incontro dei dissidenti con il sindaco, i quali hanno ribadito che la questione era prettamente di ordine economico. Ed è qui che la trama si infittisce ed emergono punti poco chiari. O meglio, troppo chiari per qualcuno. “Vogliono gli straordinari, oppure l’assessore Chirico?” aggiunge Sarconio, credendo in una regia politica dietro la querelle, che vorrebbe la “testa”

dell’assessore a Sport e Sicurezza.

C h i r i c o n o n r i t o r n a sull’argomento: “ho già spiegato al sindaco il mio punto di vista” dice laconicamente, ma non ritira la polemica verso coloro che hanno boicottato l’evento, costringendo di fatto D’Ambruoso alla revoca di ogni autorizzazione, a meno di 24 ore dal via della corsa. E a chi su Facebook esprime solidarietà ai c a s c h i b i a n c h i , l ’ a s s e s s o r e ribatte: “Nell’orario di servizio è un dovere lavorare e non un piacere. I ricatti sono ignobili e chi paga sono sempre i cittadini. Ci sono cittadini operosi che meriterebbero di occupare un ruolo nella pubblica amministrazione che certamente riuscirebbe a produrre migliori risultati – poi chiosa – E’ finito il tempo del corporativismo e dei ricatti”. Chirico non vuole entrare nel merito della questione straordinario, però promette che non fermerà il parterre di eventi simili previsti per il futuro: “I vigili faranno ciò che potranno, noi chiederemo supporto alle altre forze dell’ordine, dalla Polizia Stradale a volontari”. Da Scafati in Movimento non manca una stoccata polemica: “certo per essere “Città Europea dello sport 2016” e non si riesce manco ad assicurare la realizzazione di una corsa di bicicletta già organizzata, stiamo proprio inguaiati – ironizzano gli attivisti – Invitiamo l’Assessore allo Sport a dimettersi e restituire il titolo di cui tanto si vantavano e

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su cui da sempre siamo stati scettici sia per le modalità con cui viene assegnato (se non acquistato) che per la propensione dell’amministrazione a favorire il più “sano” e “vero” sport, quello non agonistico”. Resta comunque alta la tensione tra le f o r z e d i m a g g i o r a n z a , t r a g l i o r g a n i z z a t o r i d e l l a m a n i f e s t a z i o n e a n c h e P a t r i z i a S i c i g n a n o , s o r e l l a dell’assessore al Bilancio Raffaele, che è stato sul punto di dimettersi quando il primo cittadino a gennaio scorso gli revocò la delega alla Manutenzione. Sicignano rientrò in giunta all’ultimo momento, ma i rapporti con il primo cittadino sono restati freddi. Oggi anche quest’altra tegola, che al contrario di quanto sostiene Palazzo Mayer, è ancora tutta da chiarire. Un dato è però certo, la tensione è altissima, e a contribuire in tutto questo vi sono le indagini della Dia e della commissione d’accesso prefettizia.

Scafati. Il giallo delle dimissioni di D’Ambruoso, Aliberti prima smentisce, poi rettifica

Di Adriano Falanga

Assumono i contorni di un giallo le dimissioni di Alfredo D’Ambruoso, comandante in capo alla Polizia Municipale.

Pasquale Aliberti affida a Facebook la smentita: “non ci sono mai state” poi diventata un “non ho conoscenza”, mentre il diretto interessato non commenta ufficialmente. Di contro l’assessore Diego Chirico non solo non smentisce, ma rilascia una dichiarazione pubblica dai contenuti fortemente polemici,

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e il destinatario è proprio il comandante D’Ambruoso, reo di aver revocato ogni autorizzazione agli organizzatori del III°

Trofeo Nibali, gara ciclistica di interesse interregionale, il cui padrino è per l’appunto il campione italiano Vincenzo Nibali. La revoca del permesso arriva dopo il parere favorevole, prot. 178 del 01.04.2016, rilasciato dal comando di Polizia Municipale, nonché l’ordinanza di chiusura del transito veicolare lungo il perimetro di gara, prevista per ieri pomeriggio. Ordinanza numero 30 del 7 aprile 2016. Tutto pronto quindi: organizzatori, sponsor, allestimenti, ciclisti, giornalisti. Poi il passo indietro inaspettato, la revoca firmata dal tenente dei caschi bianchi Pasquale Cataldo e dal maggiore D’Ambruoso. Revoca che porta il protocollo 2022 del comando di Polizia Locale. Sulla sua pagina in rete, Aliberti chiede scusa all’associazione The Panthers, poi fornisce una spiegazione dell’accaduto: “Abbiamo un problema di organico dei vigili e una questione irrisolta relativa allo straordinario da riconoscere agli stessi per questa annualità, impossibile far svolgere una gara ciclistica senza il supporto sufficiente del personale di polizia municipale. E’ chiaro che sarebbe stato opportuno prenderne atto qualche giorno fa”.

Poi, la strana smentita: “Resto incredulo di leggere delle dimissioni del comandante di cui non ho conoscenza e che sarebbero comunque respinte perché persona integerrima e di grande professionalità, che gode di tutta la mia stima”. Poi il primo cittadino si appella al buon senso di tutti, affinchè questa questione venga archiviata. A partire dall’assessore alo Sport ma anche della Sicurezza, Diego Chirico, che da supporter della manifestazione non ha affatto gradito il passo indietro, arrivando, raccontano voci di corridoio, ad un pesante scambio verbale con D’Ambruoso.

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Ed è stato in questo momento che il comandante ha prima rassegnato le dimissioni (prot. PM 2021) e poi revocato i permessi (prot. 2022).

Aliberti però sceglie la strada breve, a n e g a o g n i p r o t o c o l l o , f o r s e confidando nel fatto che questo non è stato ratificato in Comune. Una cosa è negare le dimissioni, un’altra non averle ufficializzate. Doveroso p r e c i s a r l o , e a t a l e p r o p o s i t o pubblichiamo la lettera. Anche Chirico porge le scuse agli organizzatori, assumendosi ogni responsabilità, poi lancia pesanti stoccate all’indirizzo di D’Ambruoso, seppur senza mai nominarlo direttamente.

“Ingenuamente e stupidamente ho creduto di potermi fidare di un settore e di uomini che attraverso un confronto quotidiano, da più di un mese aveva portato avanti l’organizzazione della manifestazione con cambio di data, orario e percorso, con pareri favorevoli, ordinanze di chiusure e la disputa della gara in orario di servizio – spiega Chirico – è l’esempio che la parola data, oltre che le autorizzazioni scritte – per qualcuno non ha valore”. Che il comandante D’Albruoso ultimamente sia sotto stress, a seguito delle verifiche della Dia e della commissione d’accesso su atti da lui prodotti, era voce note, ma l’assessore allo sport sembra quasi voler confermare: “con tutto il rispetto delle questioni umane e personali, ritengo che chi ricopra un ruolo istituzionale o una carica apicale abbia il dovere di svolgerlo la con la giusta serenità, altrimenti sarebbe opportuno farsi da parte”.

E nel mentre resta da capire l’efficacia della lettera di dimissioni, giura di portare la vicenda in commissione g a r a n z i a i l p i d d i n o M a r c o C u c u r a c h i : “ L a n o t i z i a dell’annullamento della gara ad un giorno dall’evento desta stupore e preoccupazione per lo sperpero di denaro pubblico e di risorse umane (l’evento era patrocinato anche dal Comune di Scafati, ndr) anche in relazione alle presunte dimissioni del

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comandante D’Ambruoso e alle pesantissime dichiarazioni dell’assesore Diego Chirico – spiega il presidente della commisisone – i permessi e le autorizzazioni esistevano o no?

La disponibilità dei dipendenti all’espletamento del servizio, c’era o no?”. Una vicenda che ha tanti lati oscuri da chiarire, non da smentire.

LA MINORANZA: “E’ TUTTA UNA BARAONDA”

D i m i s s i o n i r a s s e g n a t e o annunciate? Poco importa secondo le forze di opposizione. Il quadro degli ultimi giorni delinea una situazione politico e amministrativa difficile, e A l i b e r t i v i e n e c h i a m a t o a c h i a r i r e . C o s a c h e f a r à mercoledì sera, durante il consiglio comunale. “Certo è che dopo l’arrivo della commissione d’accesso prefettizia è una vera e propria fuga da Palazzo Mayer – così Margherita Rinaldi, segretaria Pd – e mentre le indagini della Dia sono in corso, le bocciature degli ispettori del Mef, Scafati non ha ancora la sua rete fognaria, il Puc, i Pip, il Polo Scolastico, il centro storico riqualificato. Ha però tanti debiti, verso l’Acse, verso i dipendenti e tributi locali altissimi. I cittadini pagano la pessima gestione di questa amministrazione”. Lancia una stoccata al primo cittadino, che ha negato le dimissioni del maggiore D’Ambruoso, il consigliere di Fdi Mario Santocchio: “quando si inizia a negare l’evidenza alla base c’è un problema patologico”.

Secondo l’ex presidente del Cstp e assessore all’Urbanistica:

“Aliberti sta portando Scafati nella baraonda totale, tutto questo è segno tangibile di una mancanza di serenità nei dirigenti, vessati da indagini della commissione e della Dia.

Un clima non più sereno e per il quale il sindaco dovrebbe unicamente rassegnare le proprie dimissioni”. E’ gelo anche da Raffaele Sicignano, assessore al Bilancio, e Daniela Ugliano,

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consigliere di maggioranza, entrambi avevano curato con Chirico l’organizzazione della manifestazione, curata dall’associazione The Panthers in cui è iscritta anche Patrizia Sicignano, sorella del componente di Giunta. I S i c i g n a n o s i a f f i d a n o a l l e p a r o l e d e l p r e s i d e n t e dell’associazione, Luigi Auricchio: “abbiamo fatto il massimo, ma la burocrazia è stata più forte della passione e dell’impegno. Mi scuso con i ciclisti e gli sponsor. Sono abituato a perdere in gara lottando con gli avversari, ma perdere prima di cominciare non mi era mai capitato”.

Scafati. Si dimette Alfredo D’Ambruoso, capo della Polizia Municipale

Di Adriano Falanga

Dopo le dimissioni del presidente della Scafati Sviluppo Antonio Mariniello, arrivano anche le dimissioni del comandante della Polizia Municipale Alfredo D’Ambruoso. Le dimissioni sono “irrevocabili” e sono seguite ad un gesto di stizza che il comandante avrebbe avuto in pubblico nel pomeriggio, a seguito dell’organizzazione del noto trofeo ciclistico “Nibali” che si sarebbe dovuto tenere oggi pomeriggio. Il condizionale è d’obbligo perché, nonostante il parere favorevole rilasciato il 1 aprile e la successiva ordinanza per il divieto di transito e parcheggio sulla carreggiata interessata dal percorso dei ciclisti, a 24 ore dall’evento l’oramai ex comandante ha revocato ogni permesso, perché non sarebbe riuscito a garantire il necessario supporto logistico e operativo alla manifestazione. L’evento è

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patrocinato anche dal Comune di Scafati e il padrino è il c a m p i o n e V i n c e n z o N i b a l i . A d o r g a n i z z a r e i l t u t t o l’associazione The Panthers del presidente Luigi Auricchio con Patrizia Sicignano, sorella dell’assessore al Bilancio Raffaele. “E’ un fatto gravissimo ciò che è successo – spiega la Sicignano all’unisono con Auricchio – non è possibile revocare tutto a neanche 24 ore dall’evento, senza un motivo plausibile”. Una decisione che arreca un danno di diverse migliaia di euro, tra sponsor e partecipanti, molti arrivati in città da fuori Regione. “Ma non è solo il danno economico il problema, soprattutto quello di immagine alla nostra associazione. Cosa diremo ai tanti partecipanti, ai giornalisti di testate anche nazionali, agli sponsor, e alla città?” aggiunge l’organizzatrice, preannunciando una salata richiesta di risarcimento danni.

A monte di questa decisione ci s a r e b b e a n c h e l o s t a t o d i tensione che regna tra la giunta e i caschi bianchi, riguardo a straordinari pregressi non ancora pagati. I Vigili Urbani si sarebbero impuntati, rifiutando di prendere servizio per la gara ciclistica. Voci di corridoio parlano anche di uno scontro acceso tra il comandante e l’assessore Chirico, tanto che quest’ultimo avrebbe minacciato di precettare i vigili per garantire la manifestazione. A fine serata la voce di un probabile ritiro delle dimissioni, non confermata ufficialmente. Queste restano, per il momento, ancora protocollate presso il comando di via Melchiade, con numero 2021. Sulla lettera protocollata nel pomeriggio di ieri si adduce a motivi personali e familiari, ma la decisione del comandante, in forza ai caschi bianchi da anni e confermato sia dalle amministrazioni di centrosinistra che centrodestra, non può non essere collocata all’interno del difficile e delicato momento politico che vive la città di Scafati. Il suo nome è finito nell’occhio del ciclone per una serie di atti amministrativi, tutti passati al

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setaccio dalla commissione d’accesso e dall’antimafia. In particolare, D’Ambruoso nella sua qualità di dirigente di settore, è stato il firmatario delle ripetute proroghe all’istituto di vigilanza privata che offre il servizio di vigilanza notturna degli immobili comunali. Bando scaduto nel 2011 e proroghe concesse fino alla fine dello scorso anno, quando il caso fu portato alla ribalta. Lo stesso comandante però è anche componente del cda della Scafati Sviluppo, anche qui fortemente attenzionata dai commissari prefettizi e dagli uomini della Dia che indagano sia sul progetto Ex Copmes ma anche e soprattutto sulla vendita di un capannone su cui ci sarebbero particolari dichiarazioni di un pentito di Camorra.

Supposizioni che non trovano però riscontro, in quanto è stato inutile ricavare informazioni utili dall’assessore alla Sicurezza e Polizia Municipale Diego Chirico, e dallo stesso interessato.

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