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Università degli Studi dell Aquila. biotecnologiche. Tesi di Laurea in Scienze motorie. Titolo

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Academic year: 2022

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Università degli Studi dell’Aquila

Dipartimento di Scienze cliniche applicate e biotecnologiche

Corso di Laurea Magistrale in Scienza e tecnica dello sport

Tesi di Laurea in Scienze motorie

Titolo

Coordinazione e mobilità articolare nella ginnastica ritmica

Relatore Laureanda

Maria Giulia Vinciguerra Mara Iapadre

Anno Accademico 2019/2020

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INTRODUZIONE

Il tema della mia tesi è la ginnastica ritmica, sport da me praticato per molti anni a livello agonistico e che oggi ho la fortuna di insegnare.

Farò una panoramica generale di questo sport, illustrandone le caratteristiche principali, le origini e alcuni aspetti che si sono modificati nel corso degli anni.

Metterò in luce l’importanza di alcuni requisiti fondamentali della ginnastica ritmica, quali la coordinazione e la mobilità articolare.

Si tratta di uno sport dalle mille sfaccettature, negli esercizi di gara si utilizzano i piccoli attrezzi e la musica, che la ginnasta deve interpretare, deve essere in perfetta armonia con l’esercizio, è uno sport estremamente elegante perché c’è molta danza oltre che lavoro fisico.

Nei pochissimi minuti in pedana, la ginnasta deve dare il meglio di sé, ore ed ore di allenamento per pochi istanti in gara, in due minuti ci si gioca il lavoro di un anno.

In foto: Alexandra Agiurgiuculese individualista della nazionale italiana

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PARTE 1 - LA GINNASTICA RITMICA

Attraverso il movimento la persona cresce, si evolve e si forma.

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Il ritmo, la musica, i piccoli attrezzi sono elementi essenziali della ginnastica ritmica, indispensabili alla naturalezza dell’approccio motorio, all’attivazione della coordinazione ed espressività.

1.1 LA GINNASTICA RITMICA MODERNA

La ginnastica ritmica moderna viene presentata ufficialmente per la prima volta nel 1913 in occasione del Primo Congresso Internazionale di Educazione Fisica dove sono presenti le scuole più famose. I gruppi presenti hanno in comune la fluidità dei movimenti frutto di un educata armonizzazione di forze muscolari tendenti ad eliminare le contrazioni superflue.

Andreina Sacco Gotta, personaggio molto importante nell’ambito della ginnastica, protagonista della rinascita dell’Educazione Fisica dopo l’ultima guerra, nasce a Torino e per molti anni pratica un’intensa attività ginnastica e sportiva che la porteranno ad ottenere numerosi risultati sia in Italia che all’ estero. In qualità di atleta e successivamente di tecnica della federazione ginnastica d’Italia, ha modo di frequentare alcune scuole di indirizzo europeo e confrontare le diverse metodologie per riuscire ad elaborare le proprie idee personali. Partecipa alla seconda Lingiade di Stoccolma, un perfetto Festival Internazionale dell’educazione fisica. In tale evento la Sacco ha modo di osservare le più importanti scuole di ginnastica del mondo, un aspetto fondamentale riscontrato in questa grande manifestazione è l’importanza del ritmo considerato la base costante dell’esecuzione ginnastica. Sia nella prima che nella seconda Lingiade è assente l’aspetto competitivo, lo scopo del Festival è quello di mostrare le proprie realizzazioni. Andreina Sacco Gotta rileva e sottolinea l’alternanza di movimenti a scatti e posizioni statiche a movimenti continui lenti e rapidi. Negli anni 50 prende contatti con la scuola di Ginevra dalla quale trae ispirazione e dà vita al suo metodo di GINNASTICA FEMMINILE MODERNA e nell’ anno accademico 1951-1952 inaugura il corso di ginnastica ritmica rivolto alle allieve del Primo Corso per insegnanti di educazione fisica presso l’I.S.E.F. statale di Roma. Ad Andreina Sacco Gotta va il merito di aver elaborato, per la prima volta in Italia, una nuova forma di espressione motoria femminile e di avere elaborato un nuovo metodo approvato in maniera ufficiale dal Ministero della Pubblica Istruzione il 12 Giugno 1953. Alla base del suo metodo c’è l’affinamento del senso del ritmo, la percezione e riproduzione degli accenti musicali, inoltre risulta essere fondamentale l’aspetto creativo del movimento quindi gli allievi

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non devono limitarsi a riprodurre in maniera meccanica il movimento ma devono essere in grado di trovare modelli espressivi propri, da qui l’importanza dell’espressione corporea e coinvolgimento emotivo. La Gotta partecipa a numerosi eventi e manifestazioni come ad esempio il CONGRESSO INTERNAZIONALE DI PARIGI dove ribadisce che la ginnastica ritmica è una branca della ginnastica educativa che ha per scopo quello di conferire agilità al corpo, educare al ritmo ma anche di contribuire all’ educazione delle qualità morali. Nel 1970 la Ginnastica Ritmica rientra tra le attività agonistiche e da questo momento si apre un nuovo capitolo, quello della GINNASTICA RITMICO SPORTIVA. Un importante evento è la Manifestazione della GYMNAESTRADA, nasce in seno alla Federazione Internazionale di Ginnastica (F.G.I.). L’Italia è presente con due squadre femminili. Il primo esercizio di squadra nel 1970 obbligatorio a corpo libero, viene eseguito da 5 componenti in uno spazio di 8 metri per 8. L’esercizio è ricco di spostamenti, cambi di direzioni, di ritmo, di coordinazione degli arti superiori con gli arti inferiori, in questo esercizio si evidenzia, inoltre, la collaborazione tra le ginnaste, il cui lavoro è in stretta dipendenza reciproca ed in funzione della presenza e dell’azione dell’altra. Nella storia dell’evoluzione della ginnastica ritmica, la partecipazione ai Giochi della Gioventù, è storica sia perché si tratta della prima competizione e sia perché mette in evidenza i principi del lavoro di squadra. Non si tratta quindi di semplice ripetizione arida dei movimenti ma di consapevole coscienza di partecipare con la propria personalità ad una costruzione CORALE. A dare un grande contributo alla crescita di questa disciplina sportiva sono state due allieve della professoressa Gotta, Maria Rosa Rosato ed Enza Aparo, quest’ultima è stata scelta come dimostratrice per il primo esercizio obbligatorio alla fune che la Federazione Internazionale ha chiesto alla Gotta di comporre a metà degli anni Sessanta. Diventerà poi prima Tecnica della Nazionale responsabile del settore Individualiste, ruolo successivamente ricoperto da Marina Piazza.

1.2 LA GINNASTICA RITMICA SPORTIVA

Le prime dimostrazioni di ginnastica collettiva a corpo libero e con i piccoli attrezzi mediante l’utilizzo della musica, compaiono nell’ ambito della ginnastica artistica femminile. La ginnastica artistica viene inserita per la prima volta nei giochi olimpici di

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Amsterdam nel 1928, il programma di gara prevedeva un esercizio collettivo di dodici ginnaste oltre agli esercizi ai grandi attrezzi tipici della disciplina sportiva. Nel 1970 in Italia si sente l’esigenza di codificare a livello agonistico la Ginnastica femminile moderna pronta per essere delineata come un’attività con caratteristiche proprie diverse dall’ artistica, pertanto richiede spazio ed autonomia. In Europa, l’esigenza di rendere questa disciplina autonoma, nasce già qualche anno prima. I primi a fare della ginnastica moderna una disciplina agonistica sono i paesi dell’est e le prime prove sono individuali. Le prime nazioni che hanno attivato gare nazionali di Ginnastica Moderna sono l’Unione Sovietica, Bulgaria, Cecoslovacchia e nel 1958 Germania dell’est. Nel 1951 a Firenze avvengono incontri tra le rappresentanti austriache e quelle di altri paesi per stabilire e concordare programmi sulla nuova disciplina andando a salvaguardare i suoi requisiti e caratteristiche fondamentali quali: Naturalezza, accentuazione dei movimenti, gli assecondamenti, il rispetto dell’aderenza della musica, raffinato maneggio degli attrezzi. Si costituisce una “LEGA INTERNAZIONALE DI GINNASTICA MODERNA “che sarà ufficialmente fondata il 9 Febbraio a Francoforte.

Nel 1963 hanno inizio le prime gare di Ginnastica Moderna. In questo periodo si inizia a creare una spaccatura tra chi vuole che la ginnastica moderna rimanga “pura” e chi invece vuole intraprendere la via dell’agonismo. Con il passare del tempo il settore agonistico si fa sempre più strada, cresce sempre di più sotto la guida dei paesi dell’Est e non si chiamerà più né Moderna e né solo Ritmica, assumerà la denominazione di G.

R. S nel 1975 in occasione del settimo campionato mondiale a Madrid, per poi tornare ad un ripensamento nel 1979 in occasione del Campionato del Mondo di Londra e infine stabilizzarsi definitivamente con il nome di GINNASTICA RITMICA SPORTIVA nel 1981 ai Mondiali di Monaco di Baviera. Il livello tecnico e la diffusione dello Sport crescono fino a consentire l’accesso della Ginnastica ritmica sportiva ai GIOCHI OLIMPICI DI LOS ANGELES nel 1984. Lo sport viene ammesso alle Olimpiadi solo con la specialità individuale, più tardi nel 1996 arriverà l’ammissione della specialità di squadra.

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1.3 CARATTERISTICHE E REQUISITI FONDAMENTALI DELLA GINNASTICA RITMICA

La ginnastica ritmica è uno sport molto complesso che richiede e sviluppa qualità fisiche, capacità coordinative, doti psicologiche.

• QUALITÀ FISICHE E COORDINATIVE

Il codice punteggi indica con chiarezza le qualità fisiche e tecniche che una ginnasta deve dimostrare; la giuria valuterà gli elementi a corpo libero che sono.

salti, equilibri, pivot, flessibilità/onde eseguiti con le rispettive caratteristiche:

Salti (buona elevazione, forma ben definita), Pivot (forma ben fissata, rotazione completa), Equilibri (nettamente mantenuti con forma ed ampiezza), Articolarità (massima ampiezza). La struttura dell’esercizio a corpo libero e con i piccoli attrezzi richiede qualità coordinative generali quali: equilibrio, capacità di combinazione motoria, di orientamento, di differenziazione spazio-temporale, di differenziazione dinamica, di anticipazione motoria, di ritmo.

• REQUISITI PSICOLOGICI

È necessario che le ginnaste abbiano una predisposizione mentale all’

allenamento, è necessario avere autocontrollo, concentrazione, tenacia, ambizione, quindi una grande motivazione e se si lavora in squadra è fondamentale essere disponibili alla collaborazione. Le difficili combinazioni motorie richieste nei vari esercizi richiedono di possedere una buona memoria, un’intelligenza motoria che si esplica nel saper reagire nelle varie situazioni, nell’ essere padroni dello spazio che si ha a disposizione, nella risoluzione delle difficoltà. Il rapporto con la propria allenatrice risulta essere fondamentale, il dialogo è importante, confrontarsi, essere partecipe della programmazione degli allenamenti.

• REQUISITI MORFOLOGICI

Nella ginnastica Ritmica Sportiva il tipo somatico ideale sembra essere il normotipo longilineo con gli arti lunghi rispetto al tronco e con un peso di circa 10 kg al di sotto della cifra risultante dall’ altezza oltre i 100 cm.

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1.4 TECNICA CORPOREA

Con il termine TECNICA nello sport ci si riferisce ad un insieme di schemi motori utilizzati per risolvere un compito motorio/sportivo nella maniera più razionale ed economica possibile. L’allenamento della tecnica rappresenta per tutti gli sport un elemento fondamentale in quanto su di essa si va a realizzare una solida preparazione fisica, frutto di un corretto stile d’ esecuzione dei singoli movimenti. L’allenamento è efficace se la tecnica è efficace! È necessario soffermarsi sulla preparazione della tecnica nella ginnastica ritmica, è fondamentale, per cui, un allenamento sulla qualità e non sulla quantità. Per preparazione Tecnica si intende il processo di apprendimento dei gesti motori e delle capacità richieste per la riuscita di un’attività sportiva.

L’acquisizione delle conoscenze non rappresenta il fine ma il mezzo per far fronte alle diverse situazioni motorie di varia complessità. Secondo Meinel nello sviluppo dell’apprendimento tecnico, si procede attraverso tre fasi:

• FASE DELLA COORDINAZIONE GREZZA

Si basa sulla comprensione del gesto di base, il movimento risulta grezzo e goffo.

• FASE DELLA COORDINAZIONE FINE

I movimenti risultano essere automatizzati ma presentano ancora errori.

• FASE DELLA STABILIZZAZIONE DELLA TECNICA

La ginnasta ha automatizzato il gesto per cui distoglie l’attenzione dal movimento ormai assimilato per concentrarsi su altri particolari situazioni motorie ad esempio può verificarsi durante un esercizio di squadra che una compagna faccia un errore nella traiettoria di un lancio e bisogna intervenire senza compromettere la riuscita dell’esercizio; oppure concentrarsi maggiormente sull’ espressività corporea durante l’esercizio. Quando si parla di preparazione tecnica nella ginnastica ritmica, bisogna fare una distinzione tra la preparazione tecnica a corpo libero e la preparazione tecnica con i piccoli attrezzi. La preparazione tecnica a corpo libero è rivolta allo studio di:

• SALTI

• PIVOT

• EQUILIBRI

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• ONDE-ARTICOLARITA’

• ELEMENTI ACROBATICI

Lo studio della tecnica di questi “elementi” è di grande importanza, è necessario impostare fin da subito una buona tecnica di base per far si che la ginnasta poi impari e studi man mano elementi sempre più complessi.

1.4.1 SALTI

Nella Ginnastica Ritmica Sportiva i Salti sono tra gli elementi maggiormente utilizzati ed anche tra i più complessi, essi esprimono la capacità di elevazione della ginnasta, la coordinazione, l’equilibrio ed il controllo del corpo in volo. Nella valutazione in gara, per essere considerati difficoltà devono rispettare alcune caratteristiche che sono:

• Buona elevazione;

• Forma definita e ben fissata in volo;

• Buona ampiezza nella forma.

Nei salti è fondamentale la coordinazione degli arti superiori, inferiori e del busto, se si associa l’attrezzo, è necessario coordinare anch’ esso con il resto del corpo. Il salto è determinato da una successione di fasi:

• RINCORSA determinata dalle azioni che si eseguono prima del salto e che ne determinano la qualità, è generalmente costituita da 2 3 passi o balzi di corsa con una fase di caricamento sull’ ultimo passo che va a sviluppare l’energia per il salto. La rincorsa può essere costituita da un galoppo in avanti subito seguito dal passo di stacco, oppure un passo, un saltello sullo stesso piede, un altro passo e stacco. In un salto sul posto non c’è rincorsa ma c’è una fase di slancio in cui la ginnasta abbina ad uno slancio delle braccia da fuori-dietro verso avanti, un piegamento degli arti inferiori. Durante la rincorsa si sviluppa una velocità orizzontale che viene sfruttata e trasformata in direzione verticale ed obliqua grazie al passo di stacco.

• STACCO è fondamentale per lo sviluppo dell’energia del salto ed è legata alla capacità di forza-veloce della ginnasta. Nella fase di stacco avviene l’estensione del busto e degli arti inferiori sempre in contemporanea allo slancio degli arti

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superiori; in questa fase è fondamentale la velocità sia durante il caricamento che nella fase di spinta.

• FASE DI VOLO è importante fissare bene il salto, la forma, fondamentale fissare bene sia le braccia che il busto e gli arti inferiori affinché il salto sia ben visibile in volo.

• ARRIVO è la parte conclusiva del salto costituita dalle azioni che permettono un arrivo al suolo ammortizzando e proseguendo con gli altri movimenti che costituiscono l’esercizio. L’ arrivo avviene prima poggiando l’avampiede e successivamente la pianta per poi piegare gli arti inferiori chiudendo a livello dell’articolazione coxo-femorale con inclinazione del busto. La chiusura (non eccessiva) a livello dell’articolazione coxo-femorale è importante per evitare traumi.

Ci sono diversi tipi di salto, dai più semplici ai più complessi, di seguito ne sono elencati alcuni:

• SALTO SFORBICIATA FLESSA (GATTO)

• SALTO RACCOLTO in cui le ginocchia raggiungono entrambi il petto.

• SALTO BICHE gamba avanti flessa, gamba dietro distesa

• SALTO BICHE A BOUCLE gamba avanti flessa, gamba dietro flessa (piede alla testa), flessione posteriore del busto

• SALTO ENJAMBEE si tratta di una spaccata in volo

• SALTO ENTRALLASSE’

• SALTO FORBICE TESA

• SALTO ENJAMBEE CON FLESSIONE POSTERIORE DEL BUSTO

• SALTO CARPIATO (LATERALE O CHIUSO) Ci sono diversi tipi di lavoro utili per la preparazione ai salti:

• IMPOSTAZIONE DELLA TECNICA Si lavora sull’ esattezza tecnica già a partire dalla rincorsa andando a definire dal punto di vista tecnico e stilistico le posizioni dei vari segmenti corporei, busto, capo estensione delle gambe e movimento delle braccia. Generalmente gli arti superiori sono elevati in fuori durante il galoppo (chassè) per poi assumere posizioni diverse a seconda del salto che si esegue. Per apprendere la tecnica del salto, esso verrà scomposto in

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varie parti, ad esempio per impostare il salto Enjambee si studiano in sequenza i seguenti movimenti: slancio in avanti della gamba destra, slancio della gamba sinistra dietro. Tutti i salti richiedono doti di elevazione, rapidità, controllo del corpo, elasticità ma alcuni di essi si caratterizzano per la presenza di una grande flessibilità coxo-femorale (enjambee, entrallassè ad esempio), particolarità e flessibilità dorsale (tutti i salti a boucle), potenza e velocità arti inferiori (carpiati). È fondamentale quindi la preparazione fisica ben mirata per procedere contemporaneamente con la costruzione di una buona tecnica.

• LAVORO PER L’ELASTICITÀ DEI SALTI È fondamentale il controllo del corpo. Si lavora sulla variazione di corsa alternata a balzi e allunghi, si procede con un lavoro sulle varie tipologie di saltelli (saltelli a gambe rigide con la sola azione del piede, combinazioni di saltelli sul posto, salita e discesa da gradini di diversa altezza, corsa alternata a stacco verticale rimanendo l’altra gamba in volo e ricaduta sul piede di stacco, discese da panche o gradini per imparare ad ammortizzare l’urto)

• SVILUPPO DELLA RAPIDITÀ DI AZIONE si eseguono skeep in accelerazione, skeep a ginocchia alte alternata a corsa calciata, chassè a galoppi avanti continui sullo stesso piede.

1.4.2 PIVOT

I Giri o pivot sono delle rotazioni del corpo intorno all’ asse longitudinale eseguiti in appoggio su una gamba-perno e possono essere:

• NORMALI O “EN DEDANS “quando l’impulso per la rotazione del corpo avviene nella direzione dell’arto-perno.

• INVERSI O “EN DEHORS” quando l’impulso per la rotazione avviene nella direzione opposta all’arto-perno.

La tecnica del giro passa attraverso 4 fasi:

• FASE DI PREPARAZIONE

• FASE D’IMPULSO

• FASE DI GIRO

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Durante l’esecuzione dei giri il capo riveste un ruolo fondamentale in quanto con la sua azione, determina la direzione, contribuisce alla durata del giro, e al mantenimento dell’equilibrio. I giri possono essere eseguiti con l’attacco a gamba tesa o a gamba piegata, partendo direttamente in relevè o con ripresa d’ appoggio. Nella Ginnastica Ritmica Sportiva i giri su un avampiede di almeno 360 gradi sono denominati PIVOTS e devono rispondere alle seguenti caratteristiche:

• Devono essere eseguiti sulla mezza punta

• Devono avere una forma ben definita e fissata

• Devono avere una forma ampia

Fondamentale nell’impostazione dei pivots e giri è la tecnica della danza che non solo offre strumenti per l’esatta impostazione ma anche per le diverse posizioni di partenza.

Per la buona riuscita dei giri è necessario aver acquisito un corretto equilibrio, un buon controllo del corpo, una buona mobilità della caviglia oltre al suo potenziamento ed una buona coordinazione neuro-muscolare.

1.4.3 EQUILIBRI

L’equilibrio è un altro elemento fondamentale nella Ginnastica Ritmica Sportiva, di estrema importanza nell’impostazione di esso risulta essere la tecnica della danza. Nella ginnastica, dove le posizioni di equilibrio si configurano come situazioni in cui si deve mantenere la stazione eretta o eseguire movimenti su una base d’ appoggio ristretta (ad esempio un ginocchio, il bacino), è necessario il possesso di due fattori:

• Capacità degli elementi nervosi di lasciarsi impressionare da un minimo stimolo.

• Capacità di coordinazione e controllo motorio nei movimenti destinati a controbilanciare la perdita d’equilibrio.

La sensibilità propriocettiva è un fattore molto importante, la ginnasta percepisce le sensazioni attraverso i recettori del piede. L’equilibrio si può presentare in diverse condizioni:

• STATICO

• DINAMICO

• IN VOLO (durante i salti)

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Gli equilibri sono delle posizioni che devono avere le seguenti caratteristiche:

• Devono essere eseguiti sull’ avampiede

• Devono essere tenuti minimo un secondo

• Devono avere una forma ben definita ed ampia

Da un punto di vista tecnico, la preparazione agli Equilibri avviene attraverso la

“sensibilizzazione” dei piani d’appoggio:

• Su un solo piede

• Sui due piedi uniti, incrociati o divaricati

• Su due avampiedi (relevè)

• Su un avampiede (relevè)

• Su un ginocchio

Tutto ciò prevede prima un lavoro tramite l’aiuto della spalliera per far sentire l’appoggio sul piede o avampiede per poi gradualmente eliminare il supporto esterno e quindi rimanere in equilibrio solo con l’intervento dell’autocontrollo della ginnasta.

1.4.4 ONDE

Le onde sono dei movimenti del busto fluidi e continui che comportano scioltezza generale e grande indipendenza delle contrazioni muscolari. Richiedono forza e velocità dei muscoli coinvolti e si basano sulle azioni di contrazione e decontrazione. L’impulso parte a livello del bacino e si propaga per tutto il corpo fino al capo con un movimento molto fluido e continuo. Le onde possono essere TOTALI (coinvolgono tutto il corpo) oppure PARZIALI (coinvolgono solo un segmento corporeo), si eseguono sul piano sagittale in avanti e indietro, e sul piano laterale da destra a sinistra e viceversa. L’ onda totale può essere eseguita a piedi uniti o divaricati, inizia con un movimento di semi- piegamento degli arti inferiori e una semi-flessione del busto in avanti, successivamente, con un movimento circolare, le ginocchia avanzano trascinando il bacino in avanti, il busto asseconda il movimento propulsivo delle gambe in estensione sugli avampiedi. L’ ordine di successione è: ginocchia, bacino, dorso, spalle e capo. Le braccia accompagnano con un leggero slancio l’intera sequenza. L’onda indietro è avviata dagli elementi superiori del corpo, si comincia con le braccia in alto e busto

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eretto, si esegue una flessione del busto indietro, semi-piegamento delle gambe, richiamo del busto avanti. Nell’ onda laterale si parte da gambe divaricate, c’è un anticipo dell’anca verso destra (o sinistra), quindi il successivo piegamento degli arti inferiori e poi una lenta estensione con assecondamento del busto e del capo. Le onde parziali riguardano i singoli segmenti corporei, possono riguardare solo il busto, le braccia, le gambe.

1.4.5 ELEMENTI ACROBATICI

Gli elementi acrobatici sono dei movimenti che hanno alla base una buona preparazione fisica basata sulla forza, velocità, ampiezza e tonicità soprattutto degli arti superiori.

Vengono inseriti nell’ esercizio sempre coordinati all’ attrezzo, quindi il loro inserimento non è mai fine a sé stesso. A far parte del gruppo “Acrobatiche” sono:

• Rotolamenti in avanti e indietro senza arresto (capovolte)

• Ruote

• Rovesciamenti in avanti e indietro senza arresto in verticale

Ci sono degli elementi che non sono considerati Acrobatiche ma possono essere inseriti nell’ esercizio e sono: appoggio facciale sul petto con o senza aiuto delle mani (in gergo PESCE), appoggio dorsale sulle spalle (in gergo CANDELA), appoggio su 1 o 2 mani senza altro contatto al suolo, senza rovesciamento del corpo e senza passaggio in verticale (SALTI DI MANO). Risulta essere di fondamentale importanza, in tutti movimenti descritti, una buona mobilità articolare e una buona forza degli arti superiori.

Come già detto sopra, le Rovesciate e le Ruote devono essere accompagnate da un movimento dell’attrezzo che non deve semplicemente essere tenuto in modo decorativo.

Alla base di tutti questi elementi descritti, è necessaria una buona coordinazione in quanto oltre a dover coordinare i vari segmenti corporei, bisogna associare anche il maneggio dell’attrezzo.

1.5 PICCOLI ATTREZZI

Gli attrezzi della Ginnastica ritmica sono:

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• Fune

• Palla

• Cerchio

• Clavette

• Nastro

Il piccolo attrezzo deve sempre essere usato in coordinazione con i vari elementi a corpo libero e l’abilità tecnica non deve essere fine a sé stessa ma un mezzo per riuscire ad ottenere la fusione tra corpo e attrezzo in un tutt’uno armonico e continuo. Per tutti i movimenti con gli attrezzi è fondamentale la giusta “presa”, si alternano sempre momenti di prese “strette” a momenti di prese “leggere”, ciò permette di passare da un movimento all’ altro senza interrompere l’azione mantenendo continuità; ad esempio:

oscillazione del cerchio sul piano sagittale in avanti e indietro e successivamente prillo dello stesso intorno alla mano, è un esempio di alternanza di “prese”.

1.5.1 FUNE

La fune è un attrezzo molto morbido e per questo difficile da gestire. È la classica

“corda” che usano i bambini con la differenza che alle estremità non sono presenti le maniglie, bensì i nodi. Con la fune si possono eseguire tutta una serie di movimenti. Per quanto riguarda le prese, essa può essere tenuta a due mani, per ogni estremità, al centro; a 1 mano all’ estremità e 1 al centro, a 1 o 2 mani piegata in 2, 3, 4; aperta o chiusa. I gruppi tipici di questo attrezzo sono:

• Salti nella fune aperta girante nelle varie direzioni

• Saltelli nella fune aperta girante nelle varie direzioni

• Echappè

I gruppi complementari comprendono:

• Oscillazioni

• Circonduzioni

• Giri

• Movimenti a 8

• Vele e controvele

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La fune stimola il senso ritmico, la precisione dei piani, l’acquisizione dello spazio e affina il dosaggio dell’energia.

1.5.2 PALLA

La palla è uno dei primi attrezzi che le bimbe in palestra utilizzano, pesa circa 400 grammi ed ha un diametro di 18-20 cm. La palla rotola, rimbalza, si libera in volo con una o due mani in varietà di direzioni ed ampiezze. I gruppi fondamentali di questo attrezzo sono:

• Palleggi

• Rotolamenti

• Figure a 8 e circonduzioni

• Lanci

La palla non va mai impugnata, va tenuta delicatamente e non bisogna tenerla poggiata sul polso altrimenti si va incontro a penalità da pare della giuria.

1.5.3 CERCHIO

Il cerchio ha un peso di circa 300 grammi ed un diametro di 80-90 cm. I gruppi fondamentali di questo attrezzo sono:

• Passaggi attraverso

• Rotolamenti sul corpo

• Rotolamenti al suolo

• Rotazioni(giri) intorno alla mano nei diversi piani (sagittale, frontale, trasversale)

• Rotazioni intorno alla mano (prillo)

• Lanci

1.5.4 CLAVETTE

Le Clavette sono attrezzi molto complessi e difficili da utilizzare, per un buon maneggio è necessaria una grande capacità coordinativa, la coordinazione è alla base in quanto

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non si tratta di coordinare ai movimenti a corpo libero un solo attrezzo, ma ben due e spesso il maneggio di una clavetta differisce dal maneggio dell’ altra; ad esempio nei movimenti asimmetrici in cui la clavetta destra compie giri sul piano trasverso e in contemporanea la sinistra esegue una circonduzione sul piano sagittale. I gruppi fondamentali sono:

• Moulinets

• Giri sui vari piani (sagittale, frontale e trasverso)

• Piccoli circoli delle clavette tenute per la testa

• Movimenti asimmetrici

• Piccoli e grandi lanci

1.5.5 NASTRO

Il nastro è un attrezzo morbido, è costituito dalla bacchetta e da un nastro di seta di larghezza tra i 4 e 6 cm e di lunghezza 5-6 metri. Si tratta di un attrezzo complesso, è fondamentale che il nastro durante l’esecuzione dell’esercizio, non si fermi mai, deve essere in continuo movimento e la coda (la parte finale della stoffa) non deve toccare terra. I gruppi fondamentali del nastro sono:

• Passaggi attraverso (ad esempio esecuzione di un salto enjambee “scavalcando”

il nastro durante una circonduzione dell’attrezzo sul piano frontale)

• Spirali

• Serpentine sui vari piani (sagittale, frontale, trasversale)

• Echappè (sul piano sagittale, frontale)

• Lanci (si possono effettuare sia con le mani che con i piedi; si può lanciare prendendo dalla bacchetta oppure dalla stoffa)

La ginnastica ritmica è divisa essenzialmente in due tipologie di esercizio:

• INDIVIDUALE di durata da1’15’’ a 1’30’’, l’ordine di esecuzione degli elementi è libero, tuttavia deve essere organizzato in maniera logica.

• SQUADRA della durata da 2’15’’ a 2’30’’, in questa tipologia di esercizio è fondamentale collaborazione tra le varie ginnaste e sincronia; dell’esercizio di squadra e della sua organizzazione si parlerà nella seconda parte della tesi

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dedicata alla “coordinazione” in quanto alla base dell’esercizio di squadra l’aspetto coordinativo si riscontra non solo tra corpo ed attrezzo, ma anche tra le ginnaste.

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PARTE 2 - LA COORDINAZIONE NELLA GINNASTICA RITMICA

Analisi e descrizione delle capacità coordinative in relazione alla Ginnastica ritmica.

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2.1 LA COORDINAZIONE

La coordinazione motoria è la capacità di eseguire l’idea mentale di un movimento, che sia esso semplice o complesso, con la massima efficacia ed il minimo dispendio energetico. Coordinare vuole dire dare un ordine, un’organizzazione alle azioni attraverso l’intervento intellettuale. Ci sono due elementi fondamentali che intervengono nella coordinazione:

• CAPACITA’ PERCETTIVE che a loro volta si distinguono in:

1)PROPRIOCETTIVE che permettono di mettere insieme gli stimoli provenienti dall’interno del nostro organismo; tale capacità ci trasmette l’informazione riguardo la posizione delle varie parti del corpo nello spazio ed il rapporto tra di esse.

2)ESTEROCETTIVE che segnalano le condizioni dell’ambiente esterno attraverso l’aiuto dei sensi della vista, udito, olfatto, gusto e tatto.

• CAPACITA’ COORDINATIVE che rappresentano l’insieme delle capacità utilizzate per apprendere, controllare ed organizzare il movimento. Sono considerate la base per tutte le azioni che l’individuo può compiere. Si parlerà successivamente, nello specifico di tali capacità.

La coordinazione motoria è una capacità molto importante perché rappresenta un prerequisito funzionale in grado di influenzare notevolmente il gesto tecnico. Serve ad eseguire movimenti con la massima precisione, ad apprendere velocemente nuovi movimenti, e riuscire ad adattare le precedenti esperienze acquisite, a nuove situazioni motorie. Risulta fondamentale lavorare su tali capacità fin da subito per un corretto sviluppo della coordinazione, il periodo favorevole all’ apprendimento risulta essere dai 7 ai 13 anni circa. Per lo sviluppo della coordinazione è necessario lavorare principalmente sul raggiungimento di piccoli obiettivi in maniera tale da rinforzare la motivazione e quindi per migliorare l’esecuzione del gesto. La coordinazione è alla base della ginnastica ritmica. La coordinazione è un insieme di conoscenze che interagiscono fra loro, che possono essere migliorate attraverso nuovi apprendimenti.

2.2 CAPACITA’ COORDINATIVE

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• GENERALI

• SPECIALI

Le capacità coordinative generali comprendono:

• CAPACITA’ DI CONTROLLO: facoltà che permette di controllare le azioni singolarmente e nel loro complesso, attraverso il confronto tra il programma stabilito in precedenza e l’effettivo risultato.

• CAPACITA’ DI ADATTAMENTO: Capacità di correggere, adattare, trasformare le azioni attraverso la percezione e la valutazione delle variabili sensoriali e motorie, che potrebbero influire sul raggiungimento del risultato.

• CAPACITA’ DI APPRENDIMENTO: Capacità che mette in evidenza la velocità nell’ assimilazione di movimenti nuovi e nella trasformazione di movimenti già appresi, adeguandoli alle circostanze e giungendo alla formazione di un nuovo programma motorio.

Queste capacità sono strettamente legate, coordinare significa APPRENDERE, CONTROLLARE, TRASFORMARE le azioni motorie. Le capacità intellettuali della persona influiscono sulla coordinazione. Risulta Fondamentale, controllare se l’obiettivo prefissato è stato raggiunto; se così non fosse, la ginnasta deve essere in grado di apportare gli aggiustamenti necessari. La ginnastica ritmica offre molte possibilità di formare e migliorare le capacità coordinative grazie all’utilizzo dei piccoli attrezzi, il lavoro di collaborazione (se si tratta di esercizi di squadra), l’esecuzione a ritmo, permettono al movimento di creare infinite variazioni; tutte queste esperienze motorie possono essere un valido contributo per la formazione di base della ginnastica ritmica. In generale, il periodo di maggiore sensibilità al miglioramento delle capacità coordinative è tra i 7-11 anni per le femmine, e gli 11-13 anni per i maschi. Per tale motivo, questo risulta essere il periodo maggiormente indicato per perfezionare sia qualitativamente che quantitativamente le capacità coordinative; nello specifico, la ginnastica ritmica è un’attività motoria particolarmente adatta in questa fase di accrescimento.

Le capacità coordinative speciali sono:

• Destrezza fine

• Equilibrio

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• Combinazione motoria

• Capacità di orientamento

• Capacità di reazione

• Capacità di ritmo

• Capacità di memorizzazione

• Capacità di anticipazione

• Fantasia motoria

Nella Ginnastica Ritmica esse vengono esercitate tutte, spesso in alcuni movimenti è difficile distinguere quale sia la predominante.

2.2.1 DESTREZZA FINE

È la capacità di svolgere in maniera adeguata e rapidamente compiti motori fini. Le caratteristiche che individualizzano questa capacità sono:

• Spazio limitato nel quale si svolge l’azione

• Impegno muscolare poco intenso

• Precisione nel gestire i rapporti spazio-temporali

• Utilizzo delle mani e piedi per l’esecuzione del gesto

Questa capacità migliora e affina la percezione delle informazioni cinestetiche e dei parametri spaziali e temporali, può essere esercitata a qualsiasi età, non richiede un eccessivo dispendio di energia, ma buon livello di concentrazione. I requisiti per questa capacità sono:

• Buona coordinazione spazio-temporale

• Buona coordinazione oculo-segmentaria

• Buona discriminazione sensoriale

Questa capacità la si può esercitare, nella ginnastica ritmica, mediante l’utilizzo dei piccoli attrezzi (fune, palla, cerchio, clavette e nastro).

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2.2.2 EQUILIBRIO

È la capacità dell’atleta di eseguire movimenti su ristrette basi di appoggio e la capacità di riacquistare e mantenere una certa stabilità ogni qual volta essa venga a mancare.

Nella ginnastica ritmica questa capacità è fondamentale in quanto gli equilibri costituiscono, come riportato in precedenza, gli elementi base corporei insieme ai salti e ai pivot.

2.2.3 COMBINAZIONE MOTORIA

La combinazione motoria è la capacità di organizzare azioni motorie differenti per durata, intensità di contrazione, in maniera fluida e armonica, allo scopo di ottenere un’azione più complessa. Nella ginnastica ritmica la combinazione motoria, insieme al ritmo, costituiscono le capacità coordinative speciali più importanti. In questo sport, ogni azione non è fine a sé stessa, ma viene combinata in altre azioni parziali già acquisite, arrivando a costruire degli insiemi estremamente vari ad esempio:

oscillazione si combina con un passo ritmico, un piegamento degli arti inferiori, un galoppo laterale. I requisiti per questa capacità sono:

• Conoscenza dei movimenti parziali

• Capacità di anticipazione

• Capacità di memorizzazione soprattutto nelle sequenze più lunghe

• Capacità di ritmo

Si possono organizzare movimenti in successione, oppure simultanei, in alternanza con segmenti del corpo diversi o azioni di spostamento che abbiano la stessa durata o durate diverse; ad esempio si possono eseguire due circonduzioni veloci degli arti superiori simultaneamente ad un passo lento. Si possono organizzare movimenti nella stessa direzione o in direzioni e piani differenti, ad esempio si possono eseguire slanci degli arti superiori sul piano sagittale simultaneamente a balzi nella stessa direzione o galoppi laterali quindi in direzione diversa rispetto al movimento degli arti superiori. Infine si possono eseguire movimenti per dissociazione cioè l’esecuzione simultanea di azioni completamente diverse tra di loro per una o alcune o tutte le varie componenti, che sono:

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• Direzione

• Ampiezza

• Piani

• Numero

• Dinamismo

• Ritmo

2.2.4 CAPACITA’ DI ORIENTAMENTO

È la capacità che permette di percepire, utilizzare e modificare i rapporti tra il corpo e lo spazio circostante. L’orientamento è strettamente correlato aspetto temporale. Tale capacità è fondamentale nella ginnastica, in quanto il corpo deve muoversi in tempi e spazi ben definiti; nella Ginnastica ritmica la pedana di gara misura 12 per 12 metri, è circoscritta da una striscia rossa che non deve essere calpestata o superata dalla ginnasta e dall’ attrezzo altrimenti si va incontro a penalità. È parte integrante dello studio di base della ritmica e viene applicata in numerose situazioni:

• Permette di controllare i rapporti spaziali tra i diversi segmenti corporei

• Permette di organizzare le relazioni dei segmenti del corpo o di tutto il corpo con l’ambiente

• Rende più efficace l’apprendimento di altre capacità

2.2.5 CAPACITA’ DI REAZIONE

È una capacità che dipende dalla possibilità di fornire una risposta adeguata ad un determinato stimolo. La reazione può essere semplice e complessa.

2.2.6 CAPACITA’ DI RITMO

Il ritmo è fondamentale nella Ginnastica Ritmica. Ogni esercizio sia individuale che di squadra, è accompagnato dalla musica. Si possono scegliere musiche lente, melodiche, più energiche e la ginnasta deve, ovviamente, andare a ritmo, deve interpretare la

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musica. È importante che l’esercizio sia in stretta relazione con l’accompagnamento musicale. È opportuno lavorare molto su questo aspetto, fare degli esercizi per insegnare alle bambine il senso del ritmo; anche durante il riscaldamento l’insegnante abitua le ginnaste a rispettare il ritmo, contando gli esercizi, con la voce ma anche con l’ausilio delle mani; solitamente si dà ritmo a tutti gli esercizi dell’allenamento battendo le mani e diversificando la velocità. Le ginnaste devono cercare di seguire il più possibile l’insegnante; Ciò nei primi anni può risultare più difficoltoso ma con il tempo e la maturità, la ginnasta lo farà con estrema naturalezza.

2.2.7 CAPACITA’ DI MEMORIZZAZIONE

È la capacità che permette di accumulare in maniera più o meno duratura, delle informazioni, di classificarle e di richiamarle anche in situazioni variate. Nella Ginnastica ritmica, questa capacità è molto importante, è il primo step, quando si costruisce un esercizio, la prima cosa da fare è memorizzarlo, in maniera tale poi da poter lavorare, sulle difficoltà sia corporee che con gli attrezzi, sulla precisione dei movimenti, sull’espressione del viso e del corpo, sulla fluidità del movimento. Per migliorare la memorizzazione il mezzo più efficace è la ripetizione e la successiva correzione dei rapporti tra la dinamica muscolare, lo spazio e il tempo. Allenare la memorizzazione vuol dire:

• Ripetere una successione di gesti nell’ ordine stabilito

• Riprodurre una successione dopo aver osservato attentamente un modello

• Ripetere una serie di azioni in situazione variata

2.2.8 CAPACITA’ DI ANTICIPAZIONE

È la capacità che consente di adattare in maniera rapida le elaborazioni sensoriali allo scopo di raggiungere e di controllare l’efficacia del gesto, attraverso un processo psichico di intuizione, di previsione, di aggiustamento. Nella Ginnastica ritmica tale capacità è sollecitata in molte situazioni:

• Nella COMBINAZIONE MOTORIA dove la successione o la simultaneità delle azioni richiedono una rappresentazione chiara del programma motorio

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• Nell’ UTILIZZO DEI PICCOLI ATTREZZI dove si possono verificare situazioni imprevedibili che richiedono capacità di previsione e rapidi aggiustamenti

• Nel LAVORO COLLETTIVO dove si possono verificare imprevisti di ogni genere sia nel lavoro tra ginnaste e sia nella coordinazione con i piccoli attrezzi L’anticipazione consente di preparare l’azione successiva, ad esempio se ad un lancio della palla si coordina un salto e una ripresa, la successione dei passi della rincorsa deve essere organizzata in modo da coordinare l’arrivo del salto con la ripresa dell’attrezzo;

nel lavoro di squadra le ginnaste, devono essere in grado di prevedere eventuali cambiamenti nel corso dell’esercizio, formulando degli adattamenti del programma motorio preesistente. È necessario lavorare su questa capacità, selezionando ed affinando le informazioni fondamentali per l’esecuzione dei movimenti. Tornando all’

esempio del lancio dell’attrezzo coordinato al salto, è necessario suddividere il movimento, studiare un gesto alla volta quindi affinare prima la giusta direzione di lancio, poi soffermarsi sul salto ed infine ricomporre l’intero gesto tecnico coordinandone le varie fasi. Bisogna allenare a cambiamenti inaspettati, variare l’ampiezza e la direzione del lancio.

2.2.9 FANTASIA MOTORIA

La fantasia motoria è la capacità che consente alla ginnasta di trovare soluzioni originali ma allo stesso tempo, pertinenti ed adeguate al compito da risolvere. Nella Ginnastica Ritmica ci sono infinite possibilità di associare ed organizzare i vari elementi che compongono le sequenze gestuali, uno stesso gesto può presentare più configurazioni, ad esempio un palleggio può essere alto, basso, un palleggio singolo e lento durante un elemento corporeo, palleggi bassi e veloci inseriti nella combinazione di passi ritmici, può passare sotto una gamba durante un salto. La creatività è alla base di questo sport, l’esercizio non è un semplice susseguirsi di elementi corporei abbinati al maneggio dell’attrezzo, deve essere originale, deve avere anche un grande valore artistico, qui entra in gioco il ruolo dell’allenatrice che deve creare un esercizio che rispecchi la personalità della ginnasta. Ci sono ginnaste più morbide e fluide che prediligono esercizi con musiche melodiche, che lasciano spazio a movimenti ampi ed allungati, e ginnaste che sono più energiche, più forti a cui si associano musiche con carattere,

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movimenti più veloci, rapidità di contrazione e decontrazione. La ginnastica ritmica è uno sport di destrezza, necessita di un lavoro caratterizzato da un notevole impegno muscolare, con spiccata richiesta di capacità coordinative generali e speciali.

2.3 LE COMBINAZIONI NELLA GINNASTICA RITMICA

La preparazione e lo studio della tecnica con i piccoli attrezzi, è finalizzata alla costruzione di una combinazione completa o “esercizio di gara”. La costruzione di un esercizio libero è un momento molto importante in quanto i contenuti tecnici insieme all’ esecuzione, andranno a determinare il risultato finale. È un momento molto stimolante per l’istruttrice e per la ginnasta, ci sono molte cose da fare a riguardo:

scegliere la musica adatta alla singola ginnasta, impostare lo stile che si vuole mettere in evidenza, ricercare collegamenti originali, studiare le varie direzioni sulla pedana di gara. Oltre tutti questi aspetti, bisogna anche soffermarsi sull’inserimento delle difficoltà e dei movimenti complessi che faranno risaltare le qualità e la preparazione tecnica della ginnasta. Si tratta quindi di un momento fondamentale, comporre un esercizio di gara, vuol dire organizzare una coreografia, costituita da diverse parti (movimenti di collegamento tra le varie difficoltà, passi ritmici in stretto rapporto con la musica; il tutto coordinato con il lavoro con i piccoli attrezzi). La coreografia, insieme alla musica, determina il giudizio per il valore artistico dell’esercizio. L’ istruttrice, nel gestire questo progetto coreografico, deve tener conto di diversi aspetti:

• Aspetto tecnico (elementi di difficoltà di corpo e di attrezzo)

• Aspetto dinamico (musica, ritmo, intensità)

• Aspetto spaziale (occupazione della pedana e variazione negli spostamenti) Per quanto riguarda l’aspetto tecnico, le difficoltà devono essere distribuite in maniera razionale nel corso dell’esercizio, i salti, i pivot, gli equilibri devono essere equamente distribuiti all’interno della coreografia. La musica deve essere in stretta relazione con la coreografia, ci sono alcuni momenti fondamentali, i cosiddetti “accenti” della musica in cui la ginnasta esegue elementi più ampi in modo da evidenziare quella specifica parte dell’Accompagnamento musicale, ad esempio effettuando un salto abbinato al lancio dell’attrezzo. È importante, come abbiamo detto in precedenza, l’occupazione della

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pedana, la ginnasta deve toccare tutti i punti della pedana altrimenti va incontro a penalità; ci sono diverse modalità di occupazione dello spazio:

• Differenti direzioni (avanti, indietro, laterale, in circolo, in curva)

• Differenti traiettorie (alte, oblique, basse)

• Differenti modi di spostamento (a saltelli, a piccoli passi, di corsa)

La direzione che viene maggiormente utilizzata, è quella che si sviluppa sulla linea frontale della pedana dove si eseguono movimenti che possono essere visti di profilo, lungo le diagonali in genere si effettuano salti, al centro della pedana vengono eseguiti movimenti più complessi ed originali. La parte meno utilizzata della pedana risulta essere, la linea laterale. Subito dopo aver terminato il lavoro sulla combinazione, si procederà con la puntualizzazione degli elementi e sull’ eventuale eliminazione degli elementi superflui o ripetitivi.

2.4 I LANCI

Un movimento molto complesso, comune a tutti gli attrezzi, è IL LANCIO che si definisce: un momento alto di volo dell’attrezzo generato da un impulso delle braccia che effettuano l’abbandono dell’attrezzo, indicandone la direzione, sommato ad un impulso propulsivo degli arti inferiori, soprattutto per i lanci più alti. I tre momenti fondamentali del lancio sono:

• Slancio Azione propulsiva data dalla somma della spinta degli arti inferiori, delle braccia e quella impressa all’ attrezzo al momento dell’uscita dalla mano in relazione all’ elemento tecnico che origina il lancio e ne va a determinare la velocità. Il lancio può uscire da un’oscillazione, dai giri e rotazioni dell’attrezzo, dalla flesso-spinta del braccio. Il lancio può essere eseguito da ferma, durante un passo o un galoppo, o in coordinazione ad un salto, o equilibrio, inoltre si può eseguire con una parte del corpo diversa dalla mano, ad esempio con il piede, il che necessità di un’ottima coordinazione. Si parlerà di questo nel prossimo paragrafo dedicato a quelle che prima venivano denominate “maestrie” e che oggi si chiamano “difficoltà d’attrezzo”. Tornando al lancio, è fondamentale la ricerca della traiettoria ottimale, essa è determinata anche dall’ angolo di uscita.

Una volta lanciato l’attrezzo, la sua traiettoria non potrà essere modificata, è la

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ginnasta a dover adattare l’azione motoria in base alla traiettoria del lancio. Nel momento dello slancio, è importante la partecipazione di tutto il corpo, è importante non interrompere mai la combinazione di allungamento del busto e del braccio che dovrà rimanere nella posizione finale il più a lungo possibile.

• La traiettoria si caratterizza per:

1) Altezza 2) Distanza 3) Durata

• la ripresa è mentalmente organizzata già all’uscita dl lancio, ma può essere modificata in relazione ad una traiettoria non ben riuscita. La ripresa può essere effettuata ad una o due mani o con altre parti del corpo, ovviamente in relazione alle caratteristiche dell’attrezzo.

2.5 DIFFICOLTA’ D’ATTREZZO

Le difficoltà d’attrezzo sono elementi fondamentali all’ interno di un esercizio di ginnastica ritmica. Si tratta di una tecnica di coordinazione, particolarmente difficile, tra l’attrezzo ed il corpo. È costituita da minimo 1 base più 2 criteri o viceversa 1 criterio più due basi. La base d’ attrezzo è costituita essenzialmente dal gruppo tecnico dell’attrezzo (fondamentale o non-fondamentale), che ha valore di 0.20. Le basi specifiche d’attrezzo sono:

• Rotolamento su minimo due grandi segmenti corporei

• Piccolo lancio e ripresa (ad esempio piccolo lancio delle clavette non incastrate)

• Grande lancio

• Trasmissione dell’attrezzo senza l’aiuto delle mani, con due diverse parti del corpo.

• Ripresa o rimbalzo dal suolo o da una parte del corpo dopo 1 grande lancio I criteri sono:

• Senza l’aiuto delle mani

• Fuori dal controllo visivo

• Con la rotazione del corpo

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• Difficoltà corporea (BD)di salto, equilibrio, rotazione

• Ripresa diretta dell’attrezzo con un rotolamento sul corpo

La base coordinata con minimo due criteri ha un valore di 0.20-0.30-0.40

Le difficoltà d’attrezzo richiedono una buona coordinazione della ginnasta. Di seguito verranno descritte alcune difficoltà d’attrezzo:

2.5.1 PALLA

1) Grande lancio della palla e ripresa con rimbalzo della stessa sul petto durante una ruota.

2) Rotolamento sul braccio destro, ripresa con la mano sinistra dietro la schiena durante ruota

3) Lancio e ripresa con gli arti inferiori senza l’aiuto delle mani durante capovolta indietro

2.5.2 CERCHIO

1) Grande lancio ribaltato avanti e ripresa entrando nel cerchio durante rovesciata avanti

2) Rotolamento ritornato, ripresa con il piede rilanciando l’attrezzo mentre si esegue rovesciata avanti

3) Lancio e ripresa con rotolamento sulle braccia

2.5.3 NASTRO

1) Lancio echappè ripresa in mezzo le gambe, durante capovolta indietro senza l’aiuto delle mani

2) Lancio boomerang con il piede durante tour plonge 3) Lancio con il piede durante rovesciata indietro sui gomiti

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2.5.4 CLAVETTE

1) Piccolo lancio delle due clavette su piano frontale e ripresa di una clavetta dietro la schiena fuori dal campo visivo

2) Lancio di una clavetta e ripresa in mezzo le gambe durante capovolta indietro 3) Lancio di due clavette incastrate e ripresa senza l’ausilio delle mani durante

rovesciata indietro

4) Rotolamento della clavetta lungo gli arti superiori

2.5.5 FUNE

1) Lancio della fune con il nodo sul piano frontale e ripresa facendola attorcigliare alla gamba senza l’ausilio delle mani durante rovesciata avanti

2) Eseguire echappè della fune sul paino sagittale (abbandono di un capo della fune), eseguire una ruota durante la ripresa dell’altro capo

3) Fune annodata, eseguire lancio con il piede mentre eseguo capovolta avanti Le difficoltà d’attrezzo appena illustrate sono solo alcuni esempi di maestrie da poter inserire nell’ esercizio di gara.

2.6 ELEMENTI DINAMICI CON ROTAZIONE (RISCHI)

I rischi altro non sono che grandi lanci dell’attrezzo seguiti da minimo due rotazioni del corpo, e ripresa dell’attrezzo. Il rischio sarà valido se saranno soddisfatti tutti e 3 i requisiti di base, che sono:

• Lancio grande o medio

• Due rotazioni di base complete del corpo eseguite:

1)360 gradi ciascuna rotazione 2)senza interruzione

3) intorno ad un asse

4) con o senza passaggio al suolo

5) con o senza cambiamento dell’asse di rotazione

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La prima rotazione può essere eseguita durante il lancio o sotto il volo dell’attrezzo.

• Ripresa diretta alla fine delle rotazioni

Il valore di base del rischio si può aumentare utilizzando criteri aggiuntivi che si possono eseguire durante il lancio dell’attrezzo, durante la rotazione o durante la ripresa. Tutti i rischi devono essere differenti.

Gli elementi dinamici con rotazione sono un altro esempio di quanto sia importante la coordinazione in questo sport, poiché la ginnasta deve coordinare il corpo con l’attrezzo sia durante la fase di lancio che durante la ripresa, il tutto coordinato con la musica.

2.7 LA COORDINAZIONE NELL’ ESERCIZIO DI SQUADRA

Analisi delle caratteristiche dell’esercizio collettivo, collaborazioni e scambi

Nella Ginnastica ritmica l’esercizio di squadra, rappresenta la realizzazione collettiva, di un lavoro tra 5 ginnaste, attraverso azioni coordinate tra loro, interagenti e tendenti al raggiungimento di un fine comune. Lo scopo da raggiungere nella squadra di Ginnastica Ritmica è quello di eseguire azioni in stretta relazione con le compagne, in modo da ottenere l’UNITÀ ESECUTIVA richiesta dalle esigenze di composizione stabilite dal codice di punteggio. Il confronto esecutivo e di composizione con le altre squadre determina il punteggio di merito. Ogni componente della squadra di ginnastica ritmica, agisce in funzione degli altri, in quanto, isolatamente il suo operato, non ha ragione di essere. La performance di un collettivo deve assicurare la perfezione e la sicurezza del gesto tecnico. La specialità di squadra può essere considerata come sport di COMPOSIZIONE che si pone come obiettivo quello di automatizzare e perfezionare azioni di insieme, in un confronto indiretto. Vengono valutati due aspetti importanti:

• COMPOSIZIONE si tratta del momento di costruzione dell’esercizio e rappresentala strategia di confronto con le altre squadre in gara.

• ESECUZIONE va a costituire lo strumento per farlo conoscere agli altri.

La squadra è un processo dinamico, in continua evoluzione ed è soggetto ad

“aggressioni “interne ed esterne. Ogni cambiamento tecnico, viene considerato

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un’aggressione interna e di conseguenza comporta al gruppo degli aggiustamenti; se nel gruppo sono presenti incomprensioni tra i componenti, l’intervento tecnico risulta completamente inefficace, e ciò porta ad una disgregazione e all’ insuccesso. Gioca un ruolo fondamentale l’allenatore che deve saper modificare il proprio intervento, adeguandolo alla situazione. Il gruppo può risentire anche di “aggressioni” esterne, che possono essere: insuccessi scolastici, conflitti familiari, motivi di salute riversati poi nell’ attività in palestra. La figura dell’istruttrice è molto importante, l’esito del lavoro dipende molto dal suo operato e dal suo comportamento in palestra. L’ esercizio di squadra è un esercizio di libera composizione con accompagnamento musicale, la coreografia dell’esercizio è caratterizzata da un IDEA GUIDA che si realizza attraverso un discorso motorio unitario dall’inizio alla fine. Ciò che caratterizza l’esercizio collettivo, è il rapporto continuo tra le ginnaste e tra queste e l’attrezzo. Le ginnaste che fanno parte della squadra, generalmente sono 5 e gli attrezzi utilizzati sono gli stessi della specialità individuale con la differenza che l’individualista utilizza tutti e 5 gli attrezzi, per la squadra ogni anno vengono indicati da un’apposita commissione tecnica, gli attrezzi da utilizzare. La squadra si prepara su due esercizi collettivi, possono essere utilizzati un attrezzo ciascuno della stessa qualità (5 PALLE, 5 NASTRI ETC…), oppure attrezzi combinati (AD ES 3 CERCHI E DUE NASTRI). La durata dell’esercizio varia da 2min e 15 secondi a 2min e 30 secondi. L’ esercizio di squadra si può considerare come una costruzione collettiva di azione ginnastiche, strutturate ritmicamente, rispondenti alle esigenze di composizione e di esecuzione codificate, nel rispetto del continuo rapporto tra le ginnaste tra loro e con gli attrezzi nello spazio.

2.8 COLLABORAZIONI

Il rapporto tra le ginnaste deve essere realizzato in modo omogeneo, evidenziando in ogni parte dell’esercizio, lo spirito di collaborazione. Le relazioni tra le ginnaste sono determinate da:

• Scambio dell’attrezzo

• Rapporto spaziale tra le ginnaste

• Simultaneità, successione ed alternanza di azioni uguali o disuguali

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• Contrasto di azioni uguali o disuguali

• Passaggi intorno, sottopassaggi e superamenti

• Legamenti

Un esercizio di squadra è definito dal lavoro di cooperazione dove ciascuna ginnasta entra in relazione con uno o più attrezzi e con una o più compagne. Tutte e 5 le ginnaste devono partecipare all’ azione di Collaborazione, anche se con ruoli diversi, altrimenti la collaborazione non risulta valida. Una collaborazione ha successo se c’è perfetta coordinazione tra le ginnaste, essa può essere eseguita in diverse modalità, di seguito riportate:

• Con o senza contatto diretto

• Da tutte le ginnaste insieme o da sottogruppi

• Con o senza rotazione

• Con varietà di spostamenti e direzione

• Con la possibilità di sollevamento di una o più ginnaste

2.9 LO SCAMBIO

Lo scambio è uno dei momenti più significativi dell’esercizio di squadra di Ginnastica ritmica, si può definire come il passaggio reciproco di un attrezzo da una ginnasta all’ altra. L’ azione completa dello scambio comprende tre momenti fondamentali:

• Fase di uscita dell’attrezzo

• Fase di autonomia

• Fase di rientro

Durante queste fasi le ginnaste compiono dei movimenti che uniti ad altri parametri come la distanza ed il controllo visivo, determineranno il grado di difficoltà.

Nell’esercizio di squadra sono obbligatori minimo 4 scambi di difficoltà. Ci sono diverse modalità di scambio, che sono:

• Consegna o trasmissione

• Lancio

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• Rotolamento

Può aumentare il livello di difficoltà se aumenta la distanza tra le ginnaste (6 metri); un altro parametro da considerare per aumentare il grado di difficoltà, è l’esclusione del campo visivo sia dell’uscita dell’attrezzo che del suo arrivo. Ogni situazione di scambio si può verificare in tempi diversi: gli attrezzi possono essere scambiati simultaneamente o in successione rapida.

2.10 FORMAZIONI

Le formazioni sono un altro elemento fondamentale nell’ esercizio di squadra. Si definisce FORMAZIONE il rapporto nello spazio tra le ginnaste. Nel corso dell’esercizio di squadra sono richieste minimo 6 formazioni, le ginnaste devono dimostrare di saper stabilire delle relazioni spaziali precise e ben definite; le formazioni devono essere varie anche per ampiezza (più piccole, più grandi). Le formazioni posso essere di vario tipo:

• Circoli

• Riga

• Fila

• Diagonale

• Sottogruppi (esempio una terziglia e una coppia)

Un altro aspetto fondamentale da tenere in considerazione, è l’occupazione della pedana da parte del gruppo di ginnaste.

2.11 L’IMPORTANZA DELLE CAPACITA’ COORDINATIVE

Nel lavoro di squadra, le capacità che maggiormente coinvolgono la preparazione delle ginnaste, sono quelle COORDINATIVE intese secondo lo studioso Blume come: i presupposti della prestazione motoria determinati prevalentemente dai processi del controllo del movimento che rendono un soggetto più o meno capace di esercitare con successo attività motorie e sportive.

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Un buon sviluppo delle capacità coordinative favorisce l’apprendimento delle abilità sportive specifiche, mentre la carenza del loro sviluppo si riflette nell’ arresto del progresso delle abilità di alto livello. Ginnaste che non hanno sviluppato tali capacità, non possono raggiungere grandi risultati. Le capacità coordinative sono, ovviamente, legate alla specificità dello sport praticato, nel caso della ginnastica ritmica, il gesto tecnico è strettamente legato alla forma. Nel lavoro di squadra tutte le capacità coordinative intervengono, chiaramente esiste sempre una predominanza di alcune rispetto alle altre. Nell’esercizio di squadra di ginnastica ritmica sono fondamentali:

• La capacità di ORIENTAMENTO in quanto le ginnaste devono occupare la pedana, devono eseguire diverse formazioni, devono muoversi nelle varie direzioni.

• La capacità di ABBINAMENTO e COMBINAZIONE motoria

• La capacità di ANTICIPAZIONE

Nella squadra, per la trasmissione di più attrezzi contemporaneamente tra le ginnaste, è necessario possedere:

• CAPACITÀ DI REAZIONE

• CAPACITÀ DI TRASFORMAZIONE

• CAPACITÀ DI DIFFERENZAZIONE

• CAPACITÀ DI DISCRIMINAZIONE DI TRAIETTORIE

Fondamentale risulta possedere un elevata precisione esecutiva e determinazione. Oltre tutte queste capacità coordinative sopra citate, un’altra capacità estremamente importante è il ritmo sia nel lavoro di squadra che in quello individuale.

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PARTE 3 - LA MOBILITÀ ARTICOLARE

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3.1 CHE COS’È?

La mobilità articolare è la capacità di eseguire dei movimenti al massimo dell’escursione articolare. È stata definita “il presupposto per eseguire dei movimenti del corpo o dei singoli segmenti corporei, con la massima ampiezza di escursione consentita dalle strutture anatomiche delle articolazioni interessate. Il fattore principale di limitazione della mobilità articolare, è costituito dalla struttura dell’articolazione stessa, cioè dal rapporto di incontro e di contatto dei segmenti ossei. Numerosi sono i fattori interni ed esterni che influenzano la mobilità articolare.

• FATTORI ESTERNI: temperatura, forze esterne, grado di allenamento

• FATTORI INTERNI: costituzione, sesso, età, caratteristiche psicologiche

L’ indice di misurazione della mobilità articolare, è dato dall’ ampiezza massima di un movimento. Essa dipende da diversi fattori: strutture anatomiche e morfologiche, articolazioni con tutti i suoi componenti (capi articolari, capsula articolare, membrane sinoviali e liquido sinoviale, legamenti), velocità di movimento, condizioni ambientali.

Questa capacità è più facilmente sviluppabile nell’ infanzia e nell’adolescenza, ed è per questo che il lavoro principale deve essere svolto in questo periodo.

3.2 CENNI DI ANATOMIA

Articolazioni e ginnastica ritmica

Le articolazioni presenti nel nostro corpo, sono responsabili del movimento e hanno un ruolo primario nella trasmissione delle forze, e sono coinvolte nell’ accrescimento.

3.2.1 ARTICOLAZIONE TIBIO TARSICA

Si tratta dell’articolazione del collo del piede e si stabilisce tra la faccia inferiore dell’estremità distale della tibia, la superficie articolare del malleolo mediale, la faccetta articolare del malleolo laterale e le superfici dell’astragalo. L’ articolazione tibio-tarsica è un’articolazione a 1 asse di movimento e 1 grado di libertà. Sono presenti due gruppi di legamenti che rinforzano tale articolazione:

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• Gruppo mediale: LEGAMENTO DELTOIDEO

• Gruppo laterale: LEGAMENTO LATERALE I movimenti che compie l’articolazione sono:

• FLESSIONE PLANTARE per azione del tricipite della sura

• FLESSIONE DORSALE per azione del tibiale anteriore

L’ articolazione tibio-tarsica è importante della ginnastica ritmica, per la leggerezza degli stacchi e degli arrivi nei salti, per l’eleganza stilistica del piede. È fondamentale rinforzare ed allenare l’articolazione della caviglia in quanto è coinvolta anche nell’ esecuzione dei pivot e degli equilibri che si effettuano sull’avampiede.

3.2.2 ARTICOLAZIONE COXO-FEMORALE

L’ articolazione coxo-femorale si stabilisce tra la testa del femore e l’acetabolo dell’osso dell’anca. È una diartrosi a 3 assi di movimenti e 3 gradi di libertà. Dato che le superfici articolari non sono perfettamente congruenti, è presente un anello fibrocartilagineo detto LABBRO ACETABOLARE. La capsula articolare è molto robusta e spessa, è rinforzata da 3 legamenti:

• ILEO-FEMORALE

• PUBO-FEMORALE

• ISCHIO-FEMORALE

Oltre questi, c’è un legamento intra-articolare detto LEGAMENTO ROTONDO. Questa articolazione compie diversi movimenti, come:

• FLESSIONE

• ESTENSIONE

• ABDUZIONE

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L’articolazione coxo-femorale è importante nella ginnastica ritmica, per la massima divaricata sagittale e frontale, nella realizzazione dei salti artistici, negli equilibri, per la fluidità dei passaggi al suolo.

3.2.3 COLONNA VERTEBRALE

La colonna vertebrale è la struttura assile di sostegno del tronco, si estende dorsalmente dal cranio all’ apice del coccige; è costituita da una successione di segmenti ossei brevi sovrapposti e articolati tra loro denominati VERTEBRE. Ha la funzione di sostegno del tronco, inoltre svolge un’azione protettiva nei confronti del midollo spinale contenuto all’ interno del canale vertebrale. La colonna presenta diversi tratti:

• Tratto cervicale costituito da 7 vertebre

• Tratto toracico costituito da 12 vertebre

• Tratto lombare costituito da 5 vertebre

• Tratto sacrale costituito da 5 vertebre

• Coccige costituito da 3-5 vertebre La colonna vertebrale presenta 4 curve:

• LORDOSI CERVICALE

• CIFOSI DORSALE

• LORDOSI LOMBARE

• CIFOSI SACRO-COCCIGEA

La presenza dei dischi intervertebrali deformabili (presenti tra una vertebra e l’altra) e delle curve, rende la colonna una struttura dotata di un elevato grado di resistenza.

Nella ginnastica ritmica, la colonna è molto sollecitata, molti sono gli esercizi che la vedono coinvolta, essa risulta essere flessibile in tutti i suoi settori, esalta al massimo le possibilità espressive del busto, soprattutto nelle onde e facilita l’esecuzione degli elementi pre-acrobatici ed acrobatici.

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