CASCHI BIANCHI: INTERVENTI UMANITARI IN AREE DI CRISI – Kenya 2016 SCHEDA KENYA - OSVIC
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SEDE DI REALIZZAZIONE DEL PROGETTO: NANYUKI INTRODUZIONE
FOCSIV è la più grande Federazione italiana di ONG che da oltre 40 anni lavora nei sud del mondo realizzando progetti di cooperazione internazionale. Punto fermo di tutti gli interventi è stato ed è quello di contribuire, attraverso il lavoro di partenariato e la promozione dell’autosviluppo al superamento di quelle condizioni di ingiustizia che potenzialmente sarebbero potute essere, sono o sono state fonte di conflitti e di maggiori ingiustizie, costruendo percorsi di pace. Per dare continuità al lavoro di prevenzione dei conflitti (intesi nel senso sopra descritto), volendo offrire la possibilità ai giovani italiani di sperimentarsi come operatori privilegiati della solidarietà internazionale, FOCSIV in collaborazione con l’Associazione Papa Giovanni XXIII, la Caritas Italiana e il GAVCI ha ripresentato nel febbraio del 2007, all’UNSC il progetto madre “Caschi Bianchi” che intende collocare la progettualità relativa al servizio civile all’estero come intervento di costruzione di processi pace nelle aree di crisi e di conflitto (armato, sociale, economico, religioso, culturale, etnico..) con mezzi e metodi non armati e nonviolenti attraverso l’implementazione di progetti di sviluppo tenendo presente che i conflitti trovano terreno fertile dove la povertà è di casa, i diritti umani non sono tutelati, i processi decisionali non sono democratici e partecipati ed alcune comunità sono emarginate. Il presente progetto di servizio civile vuole essere un ulteriore testimonianza dell’impegno della Federazione nella costruzione della pace nel mondo e vuol far sperimentare concretamente ai giovani in servizio civile che la migliore terapia per la costruzione di una società pacificata è lottare contro la povertà, la fame, l’esclusione sociale, il degrado ambientale; che le conflittualità possono essere dipanate attraverso percorsi di negoziazione, mediazione, di riconoscimento della positività dell’altro.
DESCRIZIONE DEL CONTESTO SOCIO POLITICO ED ECONOMICO DEL PAESE DOVE SI REALIZZA IL PROGETTO:
KENYA
A partire dal 1963, anno di conquista dell’indipendenza dalla Gran Bretagna, il Kenya ha promosso importanti riforme economiche sotto la guida di Jomo Keniatta, dotandosi di un sistema politico- amministrativo simile al sistema britannico. Nel 1982 Arap Moi, successore di Keniatta, ha instaurato un regime autoritario ed antidemocratico, introdotto provocando un rallentamento del processo di crescita e sviluppo del Paese. Su pressioni della comunità internazionale, a causa del suo dilagante malgoverno, agli inizi degli anni ’90 Arap Moi è stato costretto a ripristinare il sistema democratico dichiarando legale il multipartitismo e decretando così la fine dell’egemonia del KANU, unico partito esistente nel Paese. Sia nelle elezioni del 1993 che in quelle del 1997 Arap Moi è stato confermato alla presidenza, a causa di una opposizione politica non ancora sufficientemente organizzata. Solo nel 2002, anche come conseguenza della crisi economica che ha investito il Paese alla fine degli anni ’90, le elezioni sono state vinte dal partito di opposizione NARC capeggiato da Mwai Kibaki. Quest’ultimo ha assunto il potere in un periodo particolarmente critico per il Paese, tanto che nel dicembre 2007, quando si sono tenute nuove elezioni in cui Kibaki ha concorso con il rappresentante dell’Orange Democratic Movement, Raila Odinga, si è aperto un periodo di violenze e disordini durato due mesi, durante i quali hanno perso la vita 1.500 persone. Solo nel febbraio 2008, sotto l’egida delle Nazioni Unite, si è giunti ad un compromesso, istituendo e assegnando ad Ondiga la carica di primo ministro. Attualmente il Presidente del Paese è Uhuru Kenyatta, figlio del primo presidente del Kenya libero, Jomo Kenyatta.
Dal punto di vista economico, il Kenya risente di diversi fattori congiunturali e strutturali negativi. La produzione agricola (in particolare quella di caffè, che è uno dei principali prodotti agricoli del Paese) ha risentito fortemente del periodo di siccità avuto agli inizi del secolo, portando il Kenya a dover affrontare una forte crisi economica ed elevando notevolmente il tasso di disoccupazione, che attualmente si attesta intorno
al 40%. Negli ultimi anni comunque si registra un trend di crescita positivo, che nel 2007 ha portato il tasso di crescita del PIL al 5,1%, grazie anche ad un incremento del turismo. A questo dato deve però anche aggiungersi un elevatissimo tasso di inflazione, che nel 2014 si aggira attorno al 5,7%, che in parte è dovuto all’aumento del prezzo del petrolio.
Il Kenya è stato messo a dura prova dalla siccità, che negli anni ha eroso le risorse naturali del paese fino a renderle inadeguate per la produzione alimentare, ed è stato dilaniato dalle guerre tribali per il controllo delle risorse idriche. La siccità ha causato una serie di problemi ambientali (erosione del terreno, desertificazione, deforestazione) che lo Stato sta cercando di fronteggiare attraverso l’attuazione di programmi governativi, ma soprattutto ha provocato carenza di acqua e cibo: il tasso di popolazione sottonutrita è significativo, pari al 25,8%.
Nonostante i progressi, secondo l’ultimo rapporto UNDP 2014, l’indice di sviluppo umano nel Paese è pari a 0,535 occupando il 147° posto nella classifica mondiale. Oltre il 46% della popolazione, infatti, continua a vivere al di sotto della soglia di povertà. mentre
Il tasso di alfabetizzazione si attesta al 88,4%. Il sistema educativo in Kenya soffre per la mancanza di adeguati finanziamenti governativi e a farne le spese sono insegnanti ed allievi, spesso costretti in classi fatiscenti e sovraffollate. Nel nord-est poter studiare, per chi non ha denaro per pagare scuole private, sta diventando ora quasi impossibile. La provincia più colpita è quella di Mandera che confina anche con l’Etiopia, dove mancano 600 insegnanti qualificati. Il risultato è che solo il 10-15% degli studenti delle Secondarie di questa zona, raggiunge il punteggio che gli permette di accedere all’Università. Tuttavia, nel 2002 il governo, guidato dalla National Rainbow Coalition (Narc), ha reso gratuita la scuola primaria, portando il tasso netto di scolarizzazione dal 61% del 2002 all’84% del 2009. Il tasso relativo alla scuola secondaria registra percentuali inferiori, ma è comunque passato dal 35% al 50% nel medesimo periodo.
Proprio l’istruzione, e in generale la tutela dell’infanzia, rappresenta una sfida fondamentale per il Paese (oltre il 41% della popolazione ha tra 0 e 14 anni): 80.000 bambini ogni anno lasciano la scuola e finiscono impegnati nel lavoro minorile (nel 2000 interessava il 26% dei bambini) o nella prostituzione (negli ultimi anni il Kenya è diventato anche meta del turismo sessuale). Inoltre le mutilazioni genitali femminili, sebbene siano state dichiarate illegali nel 2008, sono ancora diffuse, in particolare nelle zone rurali.
In Kenya la criminalità è endemica e riflette i diversi problemi che interessano il sistema sociale e politico del paese. Tra questi, il principale resta quello della povertà diffusa, oltre alla larga disponibilità di armi leggere e a un apparato di sicurezza non ancora adeguato. Inoltre, il rischio terrorismo è in costantemente aumentato nel paese dagli attentati terroristici contro il Westgate Mall di Nairobi nel settembre 2013 (la continua destabilizzazione della Somalia, con livelli di criminalità dilaganti, le ritrovate energie del gruppo islamista radicale al-Shabaab e i suoi legami con i network jihadisti transnazionali rimangono le preoccupazioni principali per il governo).
In Kenya anche il sistema sanitario è allarmante. Secondo l’OMS, la malaria è un rischio che esiste in tutto il paese, tutto l’anno, e colpisce soprattutto le persone povere nelle aree rurali (che accolgono oltre il 70%
della popolazione), le quali di solito hanno solo la possibilità di trattamento presso le strutture di assistenza primaria. Inoltre, queste strutture sono spesso sotto-organico, sotto attrezzate e hanno i farmaci in quantità limitate. Di conseguenza, molti bambini non sono vaccinati a causa della mancanza di accesso ai servizi sanitari (il 30% della popolazione non ha accesso a servizi sanitari adeguati). La mortalità infantile è alta: 40 morti ogni 1000 nascite. Inoltre, il 31% della popolazione vive in zone degradate (fonte: United Nations Development Programme). Annualmente sono circa 60.000 le morti per HIV, con una percentuale di persone affette che supera il 6%. Il 26% dei bambini lavora (dato del 2000). Grande preoccupazione desta poi la diffusione del virus ebola.
La corruzione, infine, coinvolge tutti i rami dell’amministrazione pubblica e interviene nel rapporto tra pubblico e privato. Il Kenya è 136° su 177 paesi nell’Indice di corruzione percepita di Transparency International del 2013.
Ad aggravare queste situazioni di emergenza sono i di 560.000 rifugiati che ospita il Kenya (di cui almeno 500.000 dalla Somalia, gli altri arrivano da Etiopia e Sudan meridionale). Il numero è cresciuto in seguito alla carestia che ha colpito il Corno d’Africa nel 2011.
Di seguito si riportano le esperienze maturate dalle singole organizzazioni che opereranno nel Paese con il presente progetto e una breve presentazione dei rispettivi partner:
DESCRIZIONE DELLE ONG E DEI PARTNER TERRITORIALI CHE COLLABORANO CON LE ONG:
OSVIC
L’OSVIC è un Organismo di Volontariato Internazionale, nato ad Oristano nel 1981, è di ispirazione cristiana, non ha scopo di lucro e si mette a servizio delle popolazioni più bisognose. E’ una Organizzazione non Governativa, riconosciuta idonea dal 1986 dal Ministero degli affari Esteri. Ha Sede legale ad Oristano, in via Goito 25, e aderisce a FOCSIV, la Federazione degli Organismi Cristiani di Servizio Internazionale Volontario.
Le finalità principali dell’OSVIC sono: realizzare progetti di cooperazione internazionale nei Paesi in via di Sviluppo (PVS), sensibilizzare, informare, educare la cittadinanza ai problemi del sottosviluppo, della giustizia e della solidarietà tra i Popoli. A livello Internazionale l’Osvic promuove Programmi di sviluppo umano organizzando Progetti di intervento in Africa, Asia e America Latina, inviando volontari, che si impegnano con la loro opera alla crescita integrale dell’uomo.
Le attività svolte in tali Paesi mirano alla promozione di una effettiva partecipazione delle comunità di base dei Paesi in Via di Sviluppo, con progressiva assunzione di responsabilità nei vari settori.
Gli interventi si realizzano tramite Programmi multisettoriali che riguardano soprattutto il settore socio- educativo, sanitario e di risanamento ambientale. Un’attenzione particolare, inoltre, è rivolta alla promozione della donna curando l’alfabetizzazione, la protezione della maternità, la formazione e l’avviamento professionale.
Attualmente l’Organismo ha in corso progetti in Perù, Guinea Equatoriale, Marocco, Kenya e Uruguay.
L’attuale progetto, nasce dall’esperienza pluriennale dell’OSVIC in Kenya, sviluppata attraverso il costante impegno nei settori della formazione e dello sviluppo socio-sanitario, e consolidata dal continuo confronto con i partners, la Società Civile e gli attori istituzionali locali. Dal 1992, è presente infatti, nelle aree più depresse del Kenya (Ngaremara, Marsabit, Isiolo e Nanyuki), nel corso di questi anni ha maturato la profonda conoscenza del territorio e delle dinamiche socio-culturali locali, dimostrandosi sempre attento e sensibile alle problematiche delle fasce sociali più deboli ed emarginate, come i portatori di handicap, le donne e i bambini profughi delle guerre, i giovani orfani sieropositivi.
Dal 1992 al 1994 ha realizzato il progetto “Intervento di psico-fisioterapia nel territorio di Ngaremara”
mirato alla promozione dei processi di sviluppo per migliorare le condizioni di vita, alla riabilitazione fisica dei portatori di handicap e al reinserimento nei loro ambienti di provenienza. Dal 1994 al 1995 ha realizzato il progetto “Intervento a favore dei bambini in età scolare”. L’iniziativa ha promosso il sostegno dei bambini in età scolare per favorire la scolarizzazione dei bambini profughi presenti nelle Diocesi di Meru e Marsabit.
Dal 1996 a 1997 ha sostenuto le scuole materne e primarie ad Isiolo. Dal 2003 al 2004 ha avviato la realizzazione del progetto “Intervento psico-educativo e sanitario nel Centro per bambini orfani a Nanyuki”, risponde ad una esigenza della zona di intervento, colpita in modo particolare dalla mortalità, dovuta all’AIDS. L’intervento ha contribuito alla risoluzione dei problemi legati alla diffusione del virus da HIV/AIDS nella zona di Nanyuki e lo ha fatto affrontando i bisogni dell’infanzia, particolarmente colpita dalle conseguenze della malattia, tramite l’apertura di un Centro per minori sieropositivi e orfani di Aids, struttura di cui la zona di intervento era pressoché priva.
Negli anni 2005-2006, l’Osvic, in partenariato con il Comune di Villa Verde e l’Associazione di volontariato Il Seme, ha continuato nella realizzazione del progetto per la gestione del Centro orfani Tumaini Children’s
Home. Il Centro ha provveduto ad assistere 60 bambini orfani sieropositivi, togliendoli dalla strada e/o da condizioni di vita disumane sia dal punto di vista fisico che morale. Infatti nella città di Nanyuki solo missionari e volontari curavano il recupero di questi minori e la loro educazione perché non esistendo scuole gratuite, non potevano frequentare quelle private, e spesso diventavano “bambini di strada” a rischio di morte precoce o di sfruttamento da parte della criminalità. Accanto al recupero di minori colpiti dal virus da Hiv, il Progetto ha affrontato un’altra difficile problematica della zona che riguarda la scarsa diffusione presso la popolazione delle norme igienico- preventive dell’Aids. È così risultato necessario diffondere una cultura della prevenzione per incidere sugli alti tassi di diffusione del male. Infine l’iniziativa ha offerto servizi di formazione per operatori socio-sanitari locali per la cura e l’assistenza alle persone affette da Aids e in particolare dei bambini sieropositivi. Inoltre sostiene con una borsa di studio i bambini, sieropositivi, che hanno la possibilità di essere assistititi in casa da un genitore o da un parente affidatario. Il progetto ha previsto anche l’allargamento del Centro con la costruzione di un’ala per l’isolamento dei bambini colpiti da malattie infettive e la costruzione di una nuova Casa per i ragazzi più grandi.
Dal 2006 al 2008 ha promosso il progetto “Sostegno al centro Tumaini per bambini orfani HIV+ a Nanyuki”, con la finalità di alleviare il disagio della popolazione del Distretto di Laikipia, in particolare dei bambini orfani e siero-positivi causato dall’alta diffusione del virus HIV. Dal 2009 sta realizzando il progetto “Casa Tumaini per adolescenti Orfane Sieropositive, con l’obiettivo di contrastare la diffusione del virus da HIV- AIDS e di migliorare la qualità della vita della popolazione, in particolare delle adolescenti del Distretto di Laikipia. Con questo intervento si è completata la costruzione della nuova Casa per le adolescenti, avviate le attività e si garantisce loro un sostegno globale dal punto di vista sanitario, educativo e professionale, che non potrebbero avere in alcun altro modo, e contemporaneamente si offrono servizi di sostegno anche a tutti i minori sieropositivi della zona d’intervento, anche con l'erogazione di borse di studio.
Il progetto prevede inoltre l’aggiornamento del personale locale dal punto di vista educativo e socio-sanitario sia per operare all’interno della Casa sia per la formazione dei giovani presenti in ambiti diversi (scuola, ospedale, gruppi giovanili) perché siano in grado di prevenire e lottare contro le cause del sottosviluppo e la diffusione dell’AIDS .
Contestualmente alla progressiva e costante crescita del “Tumaini Children’s Home”, sia in termini di infrastrutture che di capacità gestionali, si è cercato di aprire il partenariato internazionale a sostegno delle iniziative legate al Centro, verso soggetti istituzionali di diverse tipologie con l’obiettivo di arricchire il bagaglio di competenze specifiche e di allargare la base sociale da coinvolgere nelle attività di informazione e sensibilizzazione in Sardegna. Da qui, l’ingresso nel Partenariato del Dipartimento di Economia e Sistemi Arborei (DESA) dell’Università degli Studi di Sassari, come centro di ricerca con esperienza nella realizzazione di progetti di cooperazione internazionale e in qualità di organo consulente nell’ambito della produzione e didattica agricola.
Nel marzo del 2013 la Diocesi ha richiesto all’Organismo di proseguire le attività e di promuovere un nuovo Progetto, vista la situazione di grande povertà e di emergenza sociale in cui ancora si trova il territorio.
Tutte le azioni realizzate e previste sono state inserite all’interno di un Programma di sviluppo umano più ampio realizzato in collaborazione con la Diocesi di Nyeri e diretto al progressivo passaggio gestionale delle azioni al partner locale.
L’Osvic ha perciò deciso di implementare una iniziativa, dal titolo “Giovani in crescita:istruzione, formazione e avviamento professionale” con attività dirette al potenziamento delle attività educativo-formative nei confronti dei ragazzi e delle adolescenti orfani e sieropositivi, convinto del fatto che una sempre maggiore specializzazione e accrescimento delle competenze siano essenziali per uno sviluppo integrale della persona umana e perché questa diventi soggetto attivo e produttivo all’interno della società. In secondo luogo, si è realizzato il rafforzamento degli attori locali nella lotta alla povertà e alle malattie endemiche e l’avvio di una nuova attività economica generatrice di reddito necessaria per il potenziamento dell’autonomia delle opere diocesane. Completano e rafforzano il quadro dei rapporti istituzionali che hanno contribuito all’origine al progetto, la fitta rete di contatti e di collaborazioni con numerose associazioni di volontariato ed istituzioni pubbliche che operano nel settore socio-sanitario, costruita dall’OSVIC e dall’Archidiocesi di Nyeri in seno alle attività del “Tumaini Children’s Home”.
Nel 2014 si è svolto il Progetto “Casa Tumaini per la promozione dello sviluppo socio-sanitario delle comunità di Laikipia”. Progetto che ha contribuito a migliorare la qualità di vita e a favorire l’inserimento sociale delle giovani e dei giovani sieropositivi delle comunità di Laikipia, mediante la loro scolarizzazione, formazione ed avviamento professionale, potenziando i centri di assistenza socio-sanitaria e promuovendo il rafforzamento istituzionale delle organizzazioni di volontariato.
Partner:
Per la realizzazione del presente progetto, nella sedi di Nanyuki (codice 2058) OSVIC collabora con il partner Arcidiocesi di Nyeri.
Il partner locale, in virtù di un accordo pluriennale di collaborazione con l’Osvic, è l’Arcidiocesi di Nyeri, a cui Nanyuki e l’intero distretto di Laikipia appartengono.
L’Arcidiocesi è retta, dal 19 aprile 2008, dall’Arcivescovo Mons. Peter Kairo ed ha la propria sede amministrativa a Nyeri, che dista circa 60 km da Nanyuki.
Il territorio diocesano si estende su un’area di circa 8 mila kmq, abbraccia una popolazione di 788.797 persone ed è suddiviso in 36 parrocchie.
L’Arcidiocesi di Nyeri si caratterizza per la profonda apertura al territorio e la stretta vicinanza alle fasce sociali più disagiate, attraverso programmi ed azioni di promozione ed assistenza sociale in ambito educativo e sanitario. Conta su un’ampia rete di contatti e di collaborazioni istituzionali con le principali organizzazioni ed enti locali, nazionali ed internazionali, rappresentando, di fatto, l’istituzione di riferimento nel settore educativo e socio-sanitario del distretto di Laikipia.
Da oltre quarant’anni collabora con numerose Diocesi italiane nel settore della formazione giovanile per malati terminali. I primi contatti fra l’Arcidiocesi di Nyeri e l’Osvic risalgono al principio degli anni ’90, in virtù della collaborazione nel progetto “Centro riabilitativo di Alakara – Ngaremara, Kenya”, promosso in favore dei bambini e dei ragazzi con handicap fisici negli anni 1992-1994. Nel 2003, con la costruzione ed il funzionamento del Centro di accoglienza e assistenza per bambini orfani sieropositivi “Tumaini Children’s Home” e di altre iniziative congiunte a sostegno dell’autosufficienza economica delle famiglie dei giovani sieropositivi, la relazione di collaborazione si è consolidata assumendo le caratteristiche di un partenariato stabile, rinnovato tramite un accordo che viene firmato ogni tre anni tra le parti.
Dal 2003, infatti, in seguito ad un’iniziativa promossa dall’OSVIC, l’Arcidiocesi di Nyeri si occupa dell’assistenza socio-sanitaria dei bambini sieropositivi orfani dell’AIDS attraverso un Centro di accoglienza con sede a Nanyuki, l’attuale “Tumaini Children’s Home”.
Nel distretto di Laikipia, l’ Archidiocesi di Nyeri è, di fatto, tra la principali istituzioni che si prodigano fattivamente per risolvere l’emergenza legata all’abbandono e all’emarginazione dei bambini e degli adolescenti orfani sieropositivi, e il centro “Tumaini Children’s Home” è la più importante e riconosciuta struttura di assistenza socio-sanitaria attrezzata allo scopo. Tra le sue opere e iniziative di rilievo si annoverano come strutture essenziali per il territorio e al servizio della comunità:
- Il complesso ospedaliero “Huruma Health Care” per malati terminali di AIDS e tumore, inaugurato nel 1993;
- I centri di salute primaria diffusi nel territorio e gestiti dalle differenti parrocchie (28) facenti capo all’Archidiocesi;
- Il centro “Tumaini Children’s Home” per bambini orfani e adolescenti HIV+, fondato con l’OSVIC nel 2003 e che attualmente accoglie 100 giovani (da 0 a 18 anni) sieropositivi;
- Il “Rural Trainer Center scuola professionale agraria, frequentata da circa 200 ragazzi provenienti da varie regioni del Kenya….non è più funzionante---è invece attiva la Scuola per ceramica
- 1 scuola materna e 2 scuole elementari, con oltre 650 alunni;
- 4 scuole medie superiori con 1.130 alunni;
- 4 scuole superiori tecnico-professionali (magistero, ragioneria, informatica, gastronomia) con 400 alunni.
L’Archidiocesi di Nyeri, in qualità di partner estero e di controparte locale del Progetto, sarà responsabile, assieme all’OSVIC, della realizzazione delle attività in loco del Progetto.
Con l’obiettivo di rafforzare le capacità di networking, di favorire la coordinazione interistituzionale tra gli attori locali e di arricchire e sviluppare efficacemente i contenuti tecnici della strategia d’intervento, il progetto coinvolgerà direttamente le principali istituzioni locali: Il Ministero della Pianificazione e dello Sviluppo Nazionale (Ministry of Planning and National Development), che ha assicurato la propria collaborazione attraverso l’Ufficio Distrettuale per lo Sviluppo (District Development Office Laikipia District) riconoscendo l’attinenza del Progetto con le priorità espresse nel Piano di Sviluppo Distrettuale; L’Ufficio del Vicepresidente e Ministro degli Affari Interni (Office of the Vice President and Ministry of Home Affaire), riconoscendo la bontà del Progetto, ha assicurato il proprio sostegno attraverso il Funzionario del Dipartimento per l’Infanzia (Laikipia District Children’s Officer); La Caritas di Nyeri , con cui a partire dal 2007 è iniziato un costruttivo confronto sulle politiche e sulle azioni legate allo sviluppo del distretto sfociate in una sempre più intensa collaborazione; Sant Joseph HIV/AIDS Self Help Group, ONG locale fondata nel 2001.
Opera nella lotta all’HIV/AIDS attraverso il sostegno socio-sanitario dei sieropositivi e malati di AIDS del distretto di Laikipia; Cornelius Hope HIV/AIDS Community, ONG locale impegnata nella prevenzione e lotta all’HIV/AIDS nel municipio di Nanyuki; Mont Kenya, ONG di Nanyuki fondata nel 1999 con lo scopo di promuovere lo sviluppo rurale sostenibile ed il miglioramento della qualità di vita dei piccoli produttori. Mont Kenya è l’organizzazione leader nella formazione e assistenza tecnica in agricoltura biologica nel distretto di Laikipia.
Grazie alla collaborazione continuativa il partner da alcuni anni sostiene le attività socio- educative dell’Osvic anche con la collaborazione dei giovani volontari in servizio civile.
Altri attori coinvolti nella realizzazione del Progetto sono i rappresentanti del Governo Centrale della provincia di Laikipia, addetti alla tutela dei minori: il District Children’s Officer, col quale si mantiene una stretta e fattiva collaborazione, riguardante aspetti di rilevanza istituzionale e legale dei rapporti tra la
“Tumaini Children's Home”, i suoi ospiti e le loro famiglie.
NUMERO ORE DI SERVIZIO SETTIMANALI DEI VOLONTARI: 35 GIORNI DI SERVIZIO A SETTIMANA DEI VOLONTARI: 5
MESI DI PERMANENZA ALL’ESTERO:
I volontari in servizio civile permarranno all’estero mediamente dieci (10) mesi.
EVENTUALI PARTICOLARI OBBLIGHI DEI VOLONTARI DURANTE IL PERIODO DI SERVIZIO:
Ai volontari in servizio, su tutte le sedi, si richiede:
¾ elevato spirito di adattabilità;
¾ flessibilità oraria;
¾ eventuale svolgimento del servizio anche durante alcuni fine settimana;
¾ attenersi alle disposizioni impartite dai responsabili dei propri organismi e dei partner locali di riferimento, osservando attentamente le indicazioni soprattutto in materia di prevenzione dei rischi sociali, ambientali e di tutela della salute;
¾ comunicare al proprio responsabile in loco qualsiasi tipo di spostamento al di la quelli già programmati e previsti dal progetto;
¾ partecipazione a situazioni di vita comunitaria;
¾ rispettare i termini degli accordi con le controparti locali;
¾ partecipare a incontri/eventi di sensibilizzazione e di testimonianza ai temi della solidarietà internazionale al termine della permanenza all’estero;
¾ scrivere almeno tre (3) articoli sull’esperienza di servizio e/o sull’analisi delle problematiche settoriali locali, da pubblicare sul sito “Antenne di Pace”, portale della Rete Caschi Bianchi;
¾ partecipare ad un modulo di formazione comunitaria e residenziale prima della partenza per l’estero.
¾ partecipare alla valutazione finale progettuale
Inoltre, per le sedi di attuazione di seguito riportate, si elencano i seguenti obblighi aggiuntivi:
¾ rispetto delle regole della vita comunitaria del Centro;
¾ inviare all’Organismo un report mensile sulle attività svolte;
¾ rientrare in Italia al termine del servizio;
PARTICOLARI CONDIZIONI DI RISCHIO PER I VOLONTARI CONNESSE ALLA REALIZZAZIONE DEL PROGETTO:
NANYUKI
Rischi politici e di ordine pubblico:
A seguito degli attacchi terroristici degli ultimi mesi avvenuti sia a Nairobi che a Mombasa, e da ultimo quelli che nelle recenti settimane hanno interessato centri urbani nell’area prospiciente il confine con la Somalia nelle vicinanze della zona costiera di Lamu, si segnala il progressivo aumento del rischio dovuto al crescente attivismo di Al Shabaab e di gruppi locali particolarmente attivi nella Contea di Lamu. Alla luce di tale situazione non si può inoltre escludere l’eventualità di atti ostili anche negli altri centri urbani lungo il litorale keniota. E’ inoltre necessario innalzare il livello di allerta in particolare nella capitale dove è sconsigliato recarsi nei quartieri a nord est della città (Eastleigh, Pangani, etc.) e, in generale, nei quartieri marginali.
Alla luce della perdurante minaccia terroristica che pone seri rischi alla sicurezza con particolare riferimento all’area della città di Mombasa, in quella di Malindi, e nelle regioni di Ijara, di Garsen, di Garissa, Wajir e Mandera, si raccomanda ai volontari e ai responsabili di progetto di elevare la soglia di attenzione e di mantenere comportamenti di massima prudenza.
MICROCRIMINALITA’: Nei maggiori centri urbani del Paese (Nairobi e Mombasa) il livello della criminalità comune è particolarmente elevato; si verificano sovente aggressioni a mano armata senza discriminazione tra cittadini keniani benestanti e stranieri. Si raccomanda di non ostentare oggetti di valore, di evitare spostamenti nelle ore notturne, in zone isolate o nei quartieri poveri (“slums”) e nei locali mal frequentati delle città. Più in generale, è possibile ritrovarsi in territori caratterizzati da forti contrapposizioni politiche e/o etniche, e/o religiose, soprattutto nelle regioni aride e remote del Centro Nord del Paese, teatro di episodi di violenza di carattere tribale o legata all’attività’ di pastorizia. Inoltre, trafficanti di diversa natura operano attraverso il confine. Ne risultano talvolta scontri a fuoco tra bande rivali o con la polizia keniana.
Per quanto riguarda la sede di Nanyuki si segnala la possibilità di: a) ritrovarsi in contesti territoriali, soprattutto urbani, con una presenza di microcriminalità; b) ritrovarsi, in alcuni momenti particolari, in territori caratterizzati da contrapposizioni politiche e/o etniche, e/o religiose; Rischio di atti ostili da parte di gruppi terroristici.
Rischi sanitari:
PATOLOGIE ENDEMICHE: Le principali malattie endemiche presenti in Kenya sono: amebiasi, giardia, parassitosi intestinale, tifo, epatite A, schigellosi, HIV, malaria e colera.
Le malattie endemiche più rare sono la bilarzia e la tripanosomiasi (malattia del sonno).
La malaria è presente nella zona costiera, nelle aree prossime al Lago Vittoria e in alcuni parchi, soprattutto durante la stagione delle piogge (marzo-giugno, ottobre-novembre) e immediatamente dopo.
STRUTTURE SANITARIE: i costi delle cure di livello europeo e degli eventuali rimpatri sanitari sono elevatissimi. Le strutture medico-ospedaliere richiedono tassativamente, ancora prima dell’accettazione anche per interventi di emergenza, la garanzia di copertura delle spese di degenza.
ACCORGIMENTI ADOTTATI PER GARANTIRE I LIVELLI MINIMI DI SICUREZZA E DI TUTELA DEI VOLONTARI:
Considerazioni e accorgimenti Generali Rischi per la sicurezza
¾ Unità di crisi - Ministero Affari Esteri
Per permettere al Ministero degli Affari Esteri, ed in particolare all'Unità di Crisi, nell'eventualità che si verifichino situazioni di grave emergenza, di rintracciare i volontari con la massima tempestività consentita e di pianificare con maggiore celerità interventi di evacuazione e soccorso, gli stessi saranno registrati sul sito "Dove siamo nel mondo", prima della partenza per l’estero.
¾ Ambasciate/consolati
Sarà cura delle controparti locali, in collaborazione con la sede italiana, dare comunicazione scritta alle Rappresentanze Italiane Locali (Ambasciate e Consolati), dell’inizio servizio e del periodo di permanenza nel paese dei volontari, ed ogni eventuale spostamento, nonché del referente della sicurezza dell’associazione. Inoltre, nei paesi dove questo è possibile, i volontari saranno presentati alle autorità consolari o diplomatiche italiane. Sarà cura delle controparti locali aggiornare costantemente l’autorità consolare/diplomatica italiana sugli eventuali rientri e/o spostamenti dei volontari.
Di seguito vengono elencate alcune precauzioni indispensabili per aumentare la tutela degli operatori:
¾ Tenersi costantemente aggiornati sugli sviluppi delle eventuali crisi nel paese e sui suoi possibili sblocchi
¾ Tenersi in contatto con l’Ambasciata ed informare di eventuali cambi di indirizzo / spostamenti all0interno e all’esterno del Paese, nonché cambi di recapito
¾ Seguire attentamente le direttive impartite dalle Autorità Locali
¾ Curare di essere costantemente reperibili
¾ Limitare al massimo le uscite di casa, in particolare nelle ore notturne
¾ Mantenere un atteggiamento orientato alla massima prudenza durante tutti gli spostamenti, evitando dove possibile la partecipazione a manifestazioni e assembramenti
¾ Non portare con sé documenti in originali ma solo fotocopie
¾ consultare sempre il referente locale in caso di incertezza o indecisione sulle norme di sicurezza da porre in atto (es: visite non previste a istituzioni governative e/o religiose)
¾ Nel caso di spostamenti in automobile l’ente e/o il partner locale verifica la piena efficienza del mezzo e se necessario effettuare scorte di carburante
¾ Nel caso la situazione lo renda necessario, lente e/o il partner locale, predisporrà eventuali sistemi di protezione supplementari agli accessi alle abitazioni dei volontari.
Di seguito si elencano gli accorgimenti specifici adottati dall’Ente per garantire i livelli minimi di sicurezza e tutela dei volontari:
Per garantire livelli minimi di tutela e sicurezza dei volontari in relazione a rischi di ordine pubblico RISCHIO ACCORGIMENTO
¾ Comunicare alle Rappresentanze Diplomatiche d’Italia nel Paese d’invio dei volontari, la loro residenza abituale e il tipo di progetto
Per garantire livelli minimi di tutela e sicurezza dei volontari in relazione a rischi sanitari:
RISCHIO ACCORGIMENTO ATTI DI TERRORISMO
in cui saranno impegnati;
¾ Contattare le Autorità Nazionali Italiane (inserendo i nomi dei volontari in SCN sul sito https://www.dovesiamonelmondo.it) per permettere loro di pianificare interventi di assistenza;
¾ Contattare le rappresentanze consolari Italiane in loco o Unità di Crisi presso la Farnesina per fornire ed ottenere aggiornamenti adeguati e puntuali rispetto alla situazione dei volontari eventualmente interessati dagli atti.
¾ Sarà richiesto ai volontari di evitare soste prolungate in aree vulnerabili: aeroporti, stazioni, Centri Commerciali, mercati e luoghi affollati;
¾ Limitare gli spostamenti, evitando la frequentazione di luoghi di culto, edifici pubblici, eventi sportivi e, nei limiti del possibile, l'utilizzo dei trasporti pubblici (bus, "matatu" e relative stazioni);
¾ Nei giorni e nelle ore di maggiore affluenza, occorrerà inoltre evitare punti di abituale ritrovo, centri commerciali e locali notturni in particolare frequentati da cittadini stranieri;
¾ E’ inoltre necessario innalzare il livello di allerta in particolare nella capitale ed a Mombasa. Per quanto riguarda Nairobi è sconsigliato recarsi nei quartieri a nord est della città (Eastleigh, Pangani, etc.) e, in generale, nei quartieri marginali.
MICROCRIMINALITÀ
¾ Ogni spostamento locale del volontario/a è pianificato con gli operatori responsabili;
¾
ai volontari saranno sconsigliati spostamenti in orari serali, notturni e in zone isolate della città.¾ Sarà raccomandata massima vigilanza, in particolare sui mezzi di trasporto, sulle spiagge e nei luoghi isolati, evitando di viaggiare da soli/e;
¾ Non accettare passaggi in automobile da sconosciuti;
¾ Dotarsi di cellulare per poter comunicare in caso di necessità;
¾
Vista la pericolosità delle strade in tutto il paese, si raccomanda di chiedere agli autisti la massima prudenza. i volontari saranno invitati a non circolare da soli e a non portare con sé oggetti di valore (Ipad, macchine fotografiche,...) o grossi quantitativi di denaro;¾ i volontari saranno invitati a dotarsi di fotocopie dei propri documenti personali ed a custodire in luogo sicuro gli originali.
¾ Per evitare di esporre il personale a rischi legati a sequestri lampo a scopo di rapina si consiglia di non utilizzare taxi, fermandoli lungo le strade, ma di prenotarli telefonicamente, avendo l’attenzione di prendere comunque nota del numero di targa e controllare che siano visibili il registro municipale e l’
identificazione dell’autista;
¾ viaggiare soltanto con autobus appartenenti a compagnie di provata affidabilità;
¾ prestare costante attenzione agli eventuali borseggiatori, tenendo sotto controllo i propri oggetti personali quali: documenti, valigie, borse e macchine fotografiche, telefoni cellulari, specialmente sugli autobus e nei luoghi affollati;
¾ in caso di furto di passaporto va richiesto immediatamente il documento sostitutivo rilasciato dall’Ambasciata d’Italia (Emergency Travel Document - ETD);
¾ si invita il personale a portare solo il denaro strettamente necessario quando si sposta nei contesti ritenuti più a rischio.
PROFILASSI E VACCINAZIONI
¾ Prima della partenza previo parere medico, si consiglia di vaccinarsi contro febbre gialla, il colera, il tifo, l’epatite A e B e il tetano e di sottoporsi alla profilassi antimalarica.
¾ Si consiglia ai volontari di adottare tutte le misure precauzionali contro la malaria:
- indossare abiti di colore chiaro (i colori scuri ed accesi attirano gli insetti) con maniche lunghe e pantaloni lunghi, che coprano la maggior parte del corpo;
- evitare l'uso di profumi (attirano gli insetti);
- applicare sulla pelle esposta durante il giorno, ed in particolare dal tramonto all'alba, prodotti repellenti per gli insetti a base di n,n-dietil-n-toluamide o di kbr (noto anche come bayrepel o icaridina), ripetendo l'applicazione in caso di sudorazione intensa ogni 2-3 ore. I repellenti per gli insetti e gli insetticidi a base di piretroidi possono essere spruzzati direttamente sugli abiti;
- gli alloggi dei volontari saranno dotati di zanzariere;
- usare zanzariere sopra il letto, rimboccandone i margini sotto il materasso, verificandone le condizioni e controllando che non ci siano zanzare al loro interno; è utile impregnare le zanzariere con insetticidi a base di permetrina;
- spruzzare insetticidi a base di piretro o di permetrina nelle stanze di soggiorno o utilizzare diffusori di insetticida operanti a corrente elettrica;
¾ Per tutte le altre malattie infettive si raccomanda di mantenere sempre un elevato livello d’igiene personale e di adottare particolari misure preventive; di evitare di mangiare cibi crudi; di bere acqua e bevande in bottiglia senza aggiunta di ghiaccio, di non mangiare alimenti venduti per strada, di sbucciare la frutta; si raccomanda di coprire con un fazzoletto naso e bocca in caso di starnuti o tosse, di lavare le mani frequentemente, evitando contatti ravvicinati con persone che potrebbero essere infette.
¾ Si consiglia di non bagnarsi in fiumi e laghi d’acqua dolce a causa della biliarziosi;
¾ Si consiglia di evitare spostamenti in aree rurali durante la stagione delle piogge;
¾
Osservare le comuni regole di igiene raccomandate in ogni Paese con clima caldo-umido.CENTRI DI ASSISTENZA MEDICA
¾ In caso di necessità dei volontari, è presente l’Ospedale Civile Distrettuale di Nanyuki e la Clinica Privata “Cottege” gestita da medici francesi, distanti dal Centro Tumaini 2 KM e raggiungibile in dieci i minuti con l’auto;
PARTICOLARI CONDIZIONI DI DISAGIO PER I VOLONTARI CONNESSE ALLA REALIZZAZIONE DEL PROGETTO:
Nello svolgimento del proprio servizio, i volontari impiegati all’estero nelle sedi del presente progetto sono soggetti alle seguenti condizioni di disagio:
¾ il disagio di ritrovarsi immersi in una realtà diversa da quella conosciuta e non avere le giuste coordinate per comprenderla, per capire come relazionarsi e comportarsi sia nei confronti delle controparti locali che delle istituzioni locali;
¾ il disagio di dover utilizzare quotidianamente particolari accorgimenti sanitari resi necessari dal vivere in territori in cui sono presenti patologie endemiche (malaria, aids e/o tubercolosi, ..)
¾ il disagio di ritrovarsi in territori in cui le condizioni climatiche possono, in certe situazioni, ostacolare o/e ritardare le attività previste dal progetto
¾ il disagio di vivere in territori dove le comunicazioni telefoniche ed il collegamento internet non è sempre continuo ed assicurato.
Inoltre, per le sedi di attuazione di seguito riportate, si elencano i dettagli delle condizioni di disagio aggiuntivi:
¾ disagi connessi alla permanenza in un PVS e nello specifico alla situazione di carenza di beni e servizi adeguati;
¾ il disagio dovuto all’ interruzione improvvisa e frequente della linea elettrica.
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DESCRIZIONE DEL CONTESTO TERRITORIALE:
NANYUKI
Il territorio di realizzazione del Progetto è la città di Nanyuki del Distretto di Laikipia nella regione centrale del Kenya. Il distretto di Laikipia si trova a cavallo fra il 36° e il 37° parallelo ed è attraversato dall’Equatore nella zona meridionale, nei pressi dei centri urbani di Nanyuki e Nyahururu; ha una superficie di 9.693 km2, prevalentemente distribuita lungo un altipiano semiarido che si estende dalle falde delle catene montuose Aberdares, a nord-est, ai piedi del Monte Kenya, ad ovest, collocandosi a circa 200 km a nord della capitale nazionale, Nairobi.
L’agricoltura è la principale fonte di sostentamento dell’economia locale: gran parte del distretto di Laikipia ha subito significativi cambiamenti nell’uso della terra e l’indisturbato eco-sistema ha lasciato presto il posto ad un sistema produttivo dove coesistono piccole unità familiari di agricoltura e di allevamento di pura sussistenza, con grandi aziende che producono grano, orzo e ortaggi per l’esportazione
Il distretto di Laikipia si compone di 7 divisioni: Central/Nanyuki e Lamuria (Laikipia Est); Mukogodo (Laikipia Nord); Rumuruti, Nyahururu, Ol Moran e Ngarua (Laikipia Ovest). Il suo capoluogo è Nanyuki.
Il Distretto ha circa 399.227 abitanti (censimento anno 2009); originariamente abitato dai Masai, oggi la maggioranza della popolazione è costituita dalle etnie Kikuyu e Meru. Sono presenti anche Samburu, Kawba, Turkana, Kalanjino, Somali, Borana, Luo, Luiya e Pokot.
Nanyuki, il capoluogo del distretto di Laikipia, dista da Nairobi circa 190 km ma almeno 3 ore di auto, a causa delle precarie condizioni di larghi tratti della strada e dell’intenso traffico. E’ una cittadina di circa 34 mila abitanti, circondata da oltre 30 villaggi (delle vere e proprie baraccopoli) in cui vivono più di 80 mila persone.
L’ampia diffusione dell’HIV/AIDS nel Distretto di Laikipia, che colpisce 10.300 persone ha un forte impatto sulla vita economica e sociale dell’intera comunità, andando ad incidere, pesantemente, sulla salute, sulle aspettative di vita e sulle capacità produttive degli individui. Compromette, in particolar modo, le potenzialità economico-produttive ed il sistema educativo (perdita di insegnanti e di potenziali alunni) delle comunità locali.
L’epidemia dell’AIDS lascia, in Kenya 2,3 milioni di bambini sotto i 15 anni e 15,2 milioni di adolescenti sotto i 18 anni senza il sostegno di una famiglia capace di assicurare loro un futuro, attraverso adeguate cure sanitarie e l’istruzione. Questa forma di discriminazione espone, di fatto, i bambini e gli adolescenti HIV+ ad un alto rischio di sfruttamento sessuale e li condanna, nel migliore dei casi, a lavori pericolosi o alla perdita dei più elementari diritti civili. Gli studenti delle scuole primarie e secondarie sono 123.801 (dati al 2012 del Ministero dell’Educazione). La maggior parte delle scuole secondarie riconosciute attualmente, fa pagare una media di 1.200 euro all’anno, molto al di sopra delle possibilità economiche della maggior parte delle famiglie ordinarie. Di conseguenza, i bambini provenienti dagli ambienti più poveri restano fuori dall’educazione scolastica dopo aver terminato l’educazione primaria.La scuola primaria privata costa 40 mila scellini all'anno (circa 400 euro), con una quota d'iscrizione per il primo anno di 3000 scellini e una
quota libri di 5000. Ogni anno il costo sale di 3000 scellini. Far studiare un alunno keniota per 4 anni e portarlo verso un lavoro di un certo livello può costare poco meno di 2000 euro. Il costo per la scuola statale è sui cento euro all'anno, anche perché altrettanti sono versati dallo Stato direttamente alla scuola, al momento dell'iscrizione dell'alunno. Esistono comunque altre barriere economiche, come le uniformi obbligatorie, libri di testo ed il materiale didattico, il costo non è meno di cinquecento euro per il quadriennio. Questi costi precludono la frequenza della scuola a molti bambini e adolescenti sieropositivi.
La conseguenza è che il 44% degli alunni frequentano “scuole informali”, costituite da alunni che non possono permettersi la scuola “ufficiale” e che, spesso, hanno un solo insegnante e mancano totalmente del supporto, del riconoscimento e della supervisione dello Stato. A partire da queste premesse, il lavoro socio- assistenziale ed educativo con gli adolescenti sieropositivi impone un costante confronto con situazioni di grave disagio sanitario e psico-sociale, tali da minacciare fortemente le loro possibilità di costruzione dell’identità e di progettazione del proprio futuro. Tutti gli adolescenti si devono confrontare con i problemi legati alla loro crescita, al consolidamento del proprio carattere e all’identificazione delle proprie aspirazioni, che se risultano particolarmente complicati per gli orfani, per gli orfani sieropositivi appaiono, tuttavia, ancora più difficili e delicati da affrontare e superare in mancanza di un giusto supporto esterno.
Nel territorio di Nanyuki si interviene nel settore Tutela Infanzia e Adolescenza.
Settore di intervento del progetto: TUTELA INFANZIA E ADOLESCENZA
In un contesto socio-economico con queste caratteristiche non mancano piccoli segnali di miglioramento, ma la condizione generale rimane problematica e non è difficile immaginare la situazione degli adolescenti orfani HIV+, che oltre al vissuto di privazione affettiva, sociale e culturale che ha segnato il loro percorso di crescita, devono confrontarsi quotidianamente con problemi legati all’educazione, alla sessualità e alla sfera dell’affettività, all’assunzione di responsabilità soprattutto all’inserimento nella società e nel mondo del lavoro che li respinge ed emargina. Le risposte ai bisogni di cui necessitano questi ragazzi, vanno dunque ben oltre l’accoglienza, l’alimentazione ed il supporto sanitario. Circa il 44% della popolazione del Distretto si trova sotto la soglia di povertà; l’aspettativa media di vita è di 65 anni (62 per gli uomini e 68 per le donne) ed il tasso di fertilità totale è di 4,7 figli nati per donna.
L’indice di sviluppo umano (HDI) è pari a 0,585, a fronte di quello dell’intero Kenya che si assesta allo 0,532.
Il tasso di alfabetizzazione è del 71.4 %, con un’incidenza del 76,4% fra la popolazione maschile e del 66.4% fra quella femminile (UNDP,Kenya National Development Report 2010).
Come già detto, la diffusione dell’AIDS nel Laikipia County segna un totale di 10.300 persone colpite dal virus. Complessivamente la prevalenza di HIV nella contea è del 2,99%, con una prevalenza maggiore tra quelli di età compresa tra i 25 e i 49 anni ( 5,3 % ).
I bambini sieropositivi sono 1.400 pari al 14 %. (THE FINAL COUNTY PROFILES REPORT FOR KENYA- 2013)
L’incidenza del contagio si manifesta con una forte differenziazione di genere: le donne sieropositive sono pari al 6,6% della popolazione, contro il 3,4% degli uomini. I bambini infetti registrati nel marzo 2009 dal
“Health record and Information System” del DASCO nella città di Nanyuki era di 427, pari al 4,2% del totale dei casi di infezione individuati nel County. Conseguente a questo fenomeno è la marcata criticità della situazione socio-sanitaria dei giovani, che nel Laikipia County, così come nel resto del Kenya, rappresenta una questione assolutamente prioritaria per lo sviluppo locale.
L’AIDS toglie possibilità di reddito e capacità produttiva alle famiglie colpite e allo stesso tempo genera un bisogno disperato di assistenza, con conseguente aggravio dei costi medici e sociali (anche le spese per il funerale possono essere un problema!). In media l’AIDS incide su un 1/3 del budget familiare.
I principali problemi che caratterizzano il Distretto di Laikipia si possono riassumere come segue:
¾ 1.400 bambini e adolescenti orfani sieropositivi (HIV+) in precarie condizioni socio-sanitarie;
¾ Circa il 30% dei giovani sieropositivi è ancora priva di scolarizzazione secondaria dovuto ad un alto tasso di abbandono scolastico;
¾ le grandi barriere d’entrata nel mercato del lavoro per i giovani HIV+;
¾ la fragilità istituzionale ed il debole potere di incidenza delle associazioni di volontariato e della Società Civile organizzata nel suo insieme, nelle politiche socio-sanitarie pubbliche volte al contenimento della diffusione dell’HIV/AIDS e all’emancipazione dei giovani HIV+.
SERVIZI ANALOGHI E DELLA RELATIVA OFFERTA PRESENTE NEL CONTESTO DI RIFERIMENTO Sono molto importanti e sostenute da parte del governo del Paese le iniziative a favore dei minori orfani dell’AIDS e ancor più dei minori orfani sieropositivi. Ci sono, infatti, alcune realtà pubbliche e private che si occupano dei problemi dei minori orfani e sieropositivi tra i quali il Ministero della Pianificazione e dello Sviluppo Nazionale (Ministry of Planning and National Development), l’Ufficio del Vicepresidente e Ministro degli Affari Interni, attraverso il Dipartimento per l’Infanzia Laikipia District Children’s Officer, il Municipio di Nanyuki, le Caritas di Nyeri e le Associazioni “Sant Joseph HIV/AIDS Self Help Group”, ONG locale,
“Cornelius Hope HIV/AIDS Community”, “Mont Kenya”, ONG di Nanyuki il cui scopo è quello di promuovere lo sviluppo rurale sostenibile ed il miglioramento della qualità di vita dei piccoli produttori in agricoltura biologica nel Laikipia County, la Consolata Secondary Girls School e l’Ospedale di Nanyuki
Nel territorio di Nanyuki si interviene nel settore Tutela infanzia e adolescenza con i seguenti destinatari diretti e beneficiari.
Destinatari diretti:
¾ 60 adolescenti ospiti presso la Tumaini Children’s Home provenienti da situazioni di estrema miseria, privi di scolarizzazione e di qualsiasi altra tutela;
¾ 100 ragazzi/e esterni alla Tumaini che vivono presso le loro famiglie residue.
¾ 100 famiglie residuali di giovani orfani sieropositivi .
¾ 300 persone, rappresentanti delle Associazioni di volontariato presenti sul territorio
¾ 600 studenti delle Scuole superiori e 3200 studenti delle Scuole primarie e secondarie, del Laikipia County inseriti in un programma di sensibilizzazione contro l’AIDS.
Beneficiari indiretti:
¾ Saranno 5.600 persone, di cui 3800 familiari degli studenti e 1800 appartenenti alle associazioni di donne, sensibilizzate dalle attività di informazione e prevenzione dell’AIDS, delle malattie endemiche e della malnutrizione.
¾ Beneficiari indiretti saranno anche 28.000 persone del Distretto di Laikipia, che potranno godere della presenza di un Centro che propone iniziative di sostegno e di integrazione nel mondo del lavoro con ricadute positive sull’intera società locale.
OBIETTIVI SPECIFICI DEL PROGETTO DI IMPIEGO
¾ Contribuire all’attenuazione degli impatti dell’HIV attraverso il miglioramento delle condizioni socio-sanitarie ed economiche dei 60 adolescenti ospiti nel Centro e attraverso la sensibilizzazione e informazione di 600 studenti sulla prevenzione contro l’AIDS nelle Scuole delle Contee di Laikipia.
¾ Aumentare l’accesso alla formazione professionale e scolastica di 100 giovani e favorire l’inserimento lavorativo di 40 giovani sieropositivi
¾ Promozione di un programma di formazione e assistenza domiciliare socio-sanitaria per 100 famiglie residuali degli orfani HIV+
¾ promuovere il networking e il coordinamento interistituzionale con il 70% delle organizzazioni di volontariato e tra tutti gli attori sociali, per aumentare la sensibilizzazione delle comunità locali sui temi dell’HIV/AIDS per la promozione dei Diritti e l’inserimento sociale dei giovani sieropositivi
DESCRIZIONE DEL PROGETTO:
Complesso delle attività previste per il raggiungimento degli obiettivi
Azione 1: Implementare e migliorare i servizi di assistenza socio-sanitaria offerti dalla Casa “Tumaini Children’s Home”
1. Ristrutturazione della cucina, dei locali adibiti a refettorio, della cisterna dell’acqua piovana e aggiornamento delle attrezzature tecniche e didattiche della Tumaini Children’s Home
2. Definizione e realizzazione di cinque incontri (un incontro di una giornata ogni due mesi) per la formazione del personale del Centro e per operatori locali;
3. Servizio di accoglienza e cura di 60 minori (da 4 a 18 anni) orfani sieropositivi all’interno della Tumaini ed erogazione giornaliera di vitto e alloggio;
4. Implementazione dell’assistenza sanitaria e visite specialistiche mensili dei 60 minori.
5. Organizzazione e realizzazione di attività di animazione, sportive, socializzazione e di svago (laboratori ludici, attività teatrali/musicali, ecc...) per i 60 minori/ragazzi suddivisi per classi di età della durata di due ore pomeridiane a settimana.
6. N. 4 incontri di monitoraggio e verifica delle iniziative.
Azione 2: Potenziamento del servizio di formazione scolastico e professionale e accompagnamento socio- sanitario di 100 famiglie residuali di orfani sieropositivi;
1. Supporto scolastico pomeridiano della durata di 3 ore al giorno ai 60 minori che frequentano le scuole pubbliche;
2. N°10 Incontri (1 al mese) per la prevenzione e cura delle malattie più comuni presenti sul territorio (malaria, HIV/AIDS, TBC…..) per 60 minori/ragazzi;
3. N° 32 incontri (4 al mese per 8 mesi) per la realizzazione di due Corsi di formazione professionale:
taglio e cucito e agricoltura rivolto a 40 adolescenti ospiti della Tumaini
4. Sostegno individuale e famigliare all’Inserimento di 100 giovani orfani HIV in un percorso di scolarizzazione primaria e secondaria;
5. Erogazione, di borse di studio mensili alle famiglie di 100 bambini orfani e/o sieropositivi, per il sostegno alle spese scolastiche, medicinali e alimentari ;
6. N° 10 incontri (uno al mese) per la realizzazione di un percorso di formazione e accompagnamento socio-sanitario di 100 famiglie residuali di orfani HIV+.
7. N. 4 incontri di monitoraggio e verifica delle iniziative.
Azione 3 Sensibilizzare le comunità locali e rafforzare le Organizzazioni di volontariato nel loro sviluppo istituzionale e nelle capacità di comunicazione e incidenza sui temi dell’HIV/AIDS.
1. Organizzazione di n° 3 incontri di coordinamento con le associazioni facenti parte della rete per il consolidamento di una piattaforma di dialogo e confronto sulle tematiche HIV/AIDS.
2. Organizzazione di 5 incontri formativi per le associazioni di 100 famiglie residuali di orfani HIV+ e di 300 associazioni di volontariato operanti nella lotta all’AIDS.
3. Realizzazione di 10 giornate informative con laboratori didattici e attività di animazione nelle scuole superiori sui temi dell’HIV/AIDS coinvolgendo 600 studenti;
4. Realizzazione di 30 incontri (a cadenza bimestrale) sulla prevenzione dell’AIDS in 5 Scuole di primo e secondo grado presenti nella zona di Nanyuki. Verranno sensibilizzati un totale di 3200 studenti.
5. Organizzazione di 6 incontri di sensibilizzazione della popolazione della zona di intervento, realizzati dal coordinamento delle 300 associazioni coinvolte, per la prevenzione e la lotta alla povertà e alle malattie endemiche, in particolare del virus da HIV-AIDS.
6. Realizzazione e distribuzione di opuscoli informativi nel corso degli incontri programmati 7. N° 10 incontri per il monitoraggio e verifica delle iniziative avviate con stesura di report mensili;
Risorse umane complessive necessarie per l’espletamento delle attività previste, con la specifica delle professionalità impegnate e la loro attinenza con le predette attività
¾ 1 Direttore, esperto in coordinamento di progetti e gestione delle risorse umane. Azione 1-2-3
¾ 1 Coordinatore del settore salute, infermiere specializzato ed esperto in area socio-sanitaria e lotta all’HIV/AIDS. Azione 1-2-3
¾ 3 Assistenti sociali, esperti nell’assistenza di sieropositivi e malati di AIDS.Azione 1-2
¾ 4 insegnanti 2, specializzati in lingua inglese,2 in matematica. Azione 1-2
¾ 1 Psicologo, esperto nell’assistenza di sieropositivi e malati di AIDS. Azione1-2-3
¾ 1Coordinatore settore promozione sociale e comunicazione, esperto in ambito socio-educativo.
Azione 1-2-3
¾ 4 Educatori esperti nell’assistenza didattica di bambini e adolescenti sieropositivi. Azione 1-2
¾ 1 Animatore sociale con esperienze in ambito educativo e associativo. Azione 1-2-3
¾ 1 Contabile per la gestione amministrativa della casa. Azione 1-2-3
¾ 1 Assistente amministrativo, per la gestione della segreteria. Azione 1-2-3
¾ 1 Addetto alla logistica. Azione 1-2-3
¾ 1 Responsabile della cucina con la qualifica di cuoco. Azione 1
¾ 1 Assistente cuoco per la collaborazione nell’organizzazione e gestione della cucina del “Tumaini Children’s Home”. Azione 1
¾ 1 esperto in capacity building. Azione 2-3
¾ 1 Autista Azione 1- 2- 3
¾ 1 Guardiano - Azione 1- 2 - 3
¾ N° 6 operatori occasionali: educatori, addetti alle pulizie, impiegati quando si rende necessario .Azione 1-2-3
Ruolo ed attività previste per i volontari nell’ambito del progetto:
Il volontario/a in servizio civile n. 1 sarà di supporto nelle seguenti attività:
¾ Collaborazione alla gestione e all’accoglienza dei bambini ospiti del Centro;
¾ Affiancamento nel sostegno allo studio e doposcuola;
¾ Supporto nell’organizzazione delle attività ricreative (musica e teatro) per i ragazzi
¾ Supporto alla programmazione e alla realizzazione delle attività ludiche e sportive;
¾ Supporto alla organizzazione dei Corsi per la formazione professionale degli adolescenti;
¾ Supporto all’informazione della popolazione sui temi della prevenzione dell’HIV;
¾ Supporto nella pianificazione, gestione e monitoraggio delle attività di scolarizzazione, formazione professionale dei giovani sieropositivi.
¾ Supporto nella pianificazione, gestione e monitoraggio delle attività di rafforzamento istituzionale delle organizzazioni di volontariato.
¾ Partecipazione agli incontri di formazione, pianificazione e valutazioni delle attività;
Il volontario/a in servizio civile n. 2 sarà di supporto nelle seguenti attività:
¾ Collaborazione alla gestione e all’accoglienza dei bambini ospiti del Centro;
¾ Collaborazione alla pianificazione del programma di assistenza scolastica per i giovani sieropositivi.
¾ Collaborazione alla pianificazione e alla diffusione delle campagne di informazione e sensibilizzazione sull’HIV/AIDS).
¾ Supporto nella definizione di materiale informativo impiegato nelle attività del centro;
¾ Supporto nell’organizzazione delle attività ricreative (musica e teatro) per i ragazzi;
¾ Supporto nell’assistenza delle attività ludiche e ricreative degli ospiti del “Tumaini Children’s Home
¾ Collaborazione nelle attività di monitoraggio dei servizi offerti dal Centro
¾ Collaborazione alle attività di sostegno allo studio e doposcuola;
¾ Supporto all’informazione della popolazione sui temi della prevenzione dell’HIV;
¾
Partecipazione agli incontri di formazione, pianificazione e valutazioni delle attività;REQUISITI
:
Si ritiene di dover suddividere tra generici, che tutti i candidati devono possedere, e specifici, inerenti aspetti tecnici connessi alle singole sedi e alle singole attività che i Volontari andranno ad implementare, preferibilmente i seguenti requisiti:
Generici:
¾ Esperienza nel mondo del volontariato;
¾ Conoscenza della Federazione o di uno degli Organismi ad essa associati e delle attività da questi promossi;
¾ Competenze informatiche di base e di Internet;
Specifici:
Volontari/e n°1-2
¾ Preferibile una formazione in campo socio - educativo
¾ Buona conoscenza della lingua inglese
¾ Preferibile esperienza di animazione con bambini e adolescenti;
¾ Preferibile conoscenza del Kiswaili,
DOVE INVIARE LA CANDIDATURA
¾ tramite posta “raccomandata A/R”: la candidatura dovrà pervenire direttamente all’indirizzo sotto riportato.(Nota Bene: non farà fede il timbro postale di invio, ma la data di ricezione in sede delle domande)
ENTE CITTA’ INDIRIZZO TELEFONO SITO
OSVIC Oristano Via Goito n°25
09170 0783/71817 www.osvic.it
¾ tramite Posta Elettronica Certificata (PEC) di cui è titolare l'interessato, allegando la documentazione richiesta in formato pdf, a
[email protected]
e avendo cura di specificare nell'oggetto il paese e il titolo del progetto (es. CASCHI BIANCHI: INTERVENTI UMANITARI IN AREE DI CRISI – Est Europa 2016 - Albania - CELIM).Nota Bene: per inviare la candidatura via PEC
• è necessario possedere un indirizzo PEC di invio (non funziona da una mail normale),
• non è possibile utilizzare indirizzi di pec gratuiti con la desinenza "postacertificata.gov.it", utili al solo dialogo con gli Enti pubblici.