• Non ci sono risultati.

CASCHI BIANCHI: INTERVENTI UMANITARI IN AREE DI CRISI – Ecuador 2016

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2022

Condividi "CASCHI BIANCHI: INTERVENTI UMANITARI IN AREE DI CRISI – Ecuador 2016"

Copied!
11
0
0

Testo completo

(1)

CASCHI BIANCHI: INTERVENTI UMANITARI IN AREE DI CRISI – Ecuador 2016 SCHEDA ECUADOR - FOCSIV

Volontari richiesti : N 2

SEDE DI REALIZZAZIONE DEL PROGETTO: PUERTO FRANCISCO DE ORELLANA INTRODUZIONE

FOCSIV è la più grande Federazione italiana di ONG che da oltre 40 anni lavora nei sud del mondo realizzando progetti di cooperazione internazionale. Punto fermo di tutti gli interventi è stato ed è quello di contribuire, attraverso il lavoro di partenariato e la promozione dell’autosviluppo al superamento di quelle condizioni di ingiustizia che potenzialmente sarebbero potute essere, sono o sono state fonte di conflitti e di maggiori ingiustizie, costruendo percorsi di pace. Per dare continuità al lavoro di prevenzione dei conflitti (intesi nel senso sopra descritto), volendo offrire la possibilità ai giovani italiani di sperimentarsi come operatori privilegiati della solidarietà internazionale, FOCSIV in collaborazione con l’Associazione Papa Giovanni XXIII, la Caritas Italiana e il GAVCI ha ripresentato nel febbraio del 2007, all’UNSC il progetto madre “Caschi Bianchi” che intende collocare la progettualità relativa al servizio civile all’estero come intervento di costruzione di processi pace nelle aree di crisi e di conflitto (armato, sociale, economico, religioso, culturale, etnico..) con mezzi e metodi non armati e nonviolenti attraverso l’implementazione di progetti di sviluppo tenendo presente che i conflitti trovano terreno fertile dove la povertà è di casa, i diritti umani non sono tutelati, i processi decisionali non sono democratici e partecipati ed alcune comunità sono emarginate. Il presente progetto di servizio civile vuole essere un ulteriore testimonianza dell’impegno della Federazione nella costruzione della pace nel mondo e vuol far sperimentare concretamente ai giovani in servizio civile che la migliore terapia per la costruzione di una società pacificata è lottare contro la povertà, la fame, l’esclusione sociale, il degrado ambientale; che le conflittualità possono essere dipanate attraverso percorsi di negoziazione, mediazione, di riconoscimento della positività dell’altro.

DESCRIZIONE DEL CONTESTO SOCIO POLITICO ED ECONOMICO DEL PAESE DOVE SI REALIZZA IL PROGETTO:

ECUADOR

La situazione politica del Paese è caratterizzata da una sostanziale dose di stabilità, nonostante dal 1996 si siano succeduti alla guida del Paese otto presidenti, destituiti da colpi di stato o da proteste popolari, che hanno rallentato, ma non fermato, la programmazione politico-economica e l’attuazione di riforme strutturali di cui lo Stato necessita. Il 30 settembre 2007 si sono tenute le elezioni per un'Assemblea Costituente così come chiesto dagli elettori con il referendum del 15 aprile dello stesso anno. Tali elezioni, le più complesse nella storia del Paese, hanno visto un enorme numero di liste (nazionali, provinciali e di emigrati) e sancito una larghissima vittoria per il socialista Rafael Correa, che si è garantito 80 dei 130 seggi in palio. Il Presidente Correa, riconfermato dopo le elezioni del 2009 e del 2013, si è autodefinito un rappresentante della politica di confronto con gli Stati Uniti, dichiarando che non firmerà il Trattato di libero commercio con gli USA e che chiederà una moratoria sul debito estero. Inoltre, è apertamente contrario alla “dollarizzazione” del paese - ovvero all'uso del dollaro come moneta nazionale, entrata in vigore il 9 gennaio del 2000 come freno agli effetti devastanti della crisi economica - pur non auspicando un ritorno al sucre, la moneta nazionale. Il suo progetto politico vede invece l'adozione di una moneta unica per tutti i paesi andini, nonostante sia consapevole della difficoltà di eliminare il dollaro in pochi anni.

Secondo il rapporto UNDP 2014, l’indice di sviluppo umano nel Paese è pari a 0,711, dato che colloca l’Ecuador all’98° posto nella classifica mondiale.

Le disuguaglianze sociali presenti nel Paese sono particolarmente evidenti in riferimento alle comunità indigene e afro-ecuadoriane, la cui situazione è abbastanza preoccupante sia dal punto di vista economico, che per la tutela dei loro diritti sociali e culturali. Queste popolazioni vivono in condizioni più disagiate rispetto al resto della popolazione e con maggiori difficoltà per l’accesso ai servizi. Nel Paese sono presenti infatti 11 diverse etnie indigene, concentrate principalmente nelle zone rurali (dove vive circa il 40% della popolazione), dove risulta evidente una maggiore percentuale di povertà rispetto ai centri urbani.

L’economia ecuadoriana continua ad essere fortemente dipendente dalle sue risorse petrolifere che rappresentano oltre la metà delle entrate finanziarie provenienti dalle esportazioni del Paese, dipendenza che comporta la vulnerabilità dell’economia del Paese alle fluttuazioni del prezzo del petrolio sul mercato internazionale. Se negli ultimi

(2)

anni il Paese ha potuto beneficiare del rincaro del prezzo del petrolio, questo trend positivo non è stato accompagnato da una più equa distribuzione delle ricchezze tra la popolazione, per cui risultano ancora molto forti le divisioni sociali ed i differenti livelli di povertà presenti nel Paese. Nonostante ciò gli effetti positivi della crescita economica e della rinegoziazione del debito estero iniziano a farsi sentire: la spesa pubblica sta aumentando, mentre diminuiscono povertà (che si attesta attualmente intorno al 30%, dopo aver toccato il picco del 52% alla fine degli anni’90) e disoccupazione (al 6,3% nel 2011, al 4,8% all’inizio del 2014).

Come in tutti i Paesi sottosviluppati, la popolazione è giovane, il 30% ha meno di 15 anni. Il 25,6% della popolazione vive al di sotto della soglia di povertà, e il 16,3% è sottonutrita (fonte: Deagostinigeografia). Come negli altri paesi dell’America Latina, in Ecuador ci sono numerosi bambini di strada, che vivono in condizioni di povertà estrema. Il 6,4% dei bambini è sottopeso (dato del 2014). Essi provengono da famiglie non in grado di sostenere le spese per cibo, alloggio, istruzione e cure mediche, di conseguenza questi bambini non vanno a scuola e 227.599 bambini di età compresa tra i 5 e i 14 anni, pari all’8% del totale, sono costretti a lavorare. In un Paese che sta lottando contro sottoccupazione e disoccupazione, spesso la sola occasione di guadagno è il lavoro informale e la prostituzione, che li espone allo sfruttamento da parte di trafficanti e turisti sessuali. Inoltre, ci sono circa 250.000 profughi colombiani nel Paese, la maggioranza di questi non ha uno stato legale, e di conseguenza un lavoro fisso. Questo comporta le diffi- coltà all’accesso scolastico duraturo per i loro figli e ai servizi sanitari.

Una fonte di preoccupazione ulteriore è rappresentata dalla condizione della donna: la società ecuadoriana è ancora pervasa da un forte sentimento machista, che ne ostacola il percorso di totale emancipazione e di piena partecipazione alla vita sociale, economica e politica. I primi interventi statali in questo senso vennero attuati nel 1994 con la creazione delle prime “Commissioni per le donne e la famiglia”, che hanno portato poi nel 1995 alla prima legge sulla violenza domestica. Il fenomeno della violenza sulle donne varca la soglia domestica e viene presentato e condannato nella sua interezza solo tra il 2007 e il 2008, con il “Piano di sradicamento della violenza di genere su bambine, adolescenti e donne” e con la nuova Costituzione. Nonostante questi sforzi il fenomeno è ancora radicato:

negli anni 2012 e 2013, secondo i dati forniti dal Municipio di Quito, sono avvenuti in Ecuador quasi 150.000 episodi di abusi familiari e sessuali ai danni di donne e bambini. Secondo l’INEC, (Instituto Nacional de Estadìsticas y Censos) 6 donne su 10 hanno subito almeno una volta una violenza di genere, e il 76% delle donne, abusi da parte dei loro partner. Solo a Guayaquil, nel 2012, si sono verificati 40 casi di donne brutalmente assassinate all’interno del nucleo familiare. Nella stessa città, le denunce di violenza domestica, hanno registrato una preoccupante escalation, 15.800 nel 2010, 19.000 nel 2011, 22.000 nel 2012. E parliamo solo di denunce ufficiali; molte violenze sono soffocate nel silenzio, per paura di vendette. La riforma del Còdigo Integral Penal Ecuatoriano, approvata a marzo, che ha intro- dotto tra l’altro l’art. 146 contro la malpratica sanitaria dei medici, ha inserito anche el feminicidio e la violenza contro le donne in genere, nell’elenco dei delitti contro la persona, al pari della tratta degli esseri umani e il traffico di immi- grati clandestini. Ora l’obiettivo finale è quello di applicare questa nuova legge in tutto il territorio nazionale, vincendo pregiudizi e resistenze culturali. Resta una delle tappe più difficili da perseguire, nel cammino delle riforme, tenendo anche conto delle difficoltà logistiche legate al territorio. Il fatto che la maggior parte delle donne, continui a dipendere dal reddito dei propri partner, incide molto, soprattutto nel caso di relazioni vissute all’interno delle famiglie di rispettivi mariti e compagni.

Un discorso a parte meritano i fenomeni migratori che dagli anni ’80 interessano il Paese e in particolare la capitale: la migrazione interna permanente dalle zone rurali ai centri urbani, conseguenza diretta di un sostenuto processo di urbanizzazione; la migrazione internazionale, caratterizzata dai flussi sud-nord, dai paesi in via di sviluppo a quelli industrializzati (secondo i dati 2,2 milioni di ecuadoriani vivono all’estero); l’immigrazione, soprattutto di cittadini peruviani e colombiani in cerca di migliori condizioni di vita (il Paese riceve circa 1000 domande di asilo ogni mese).

Quello dell’emigrazione, in particolare, è un fenomeno drammatico che include sempre più anche le donne e che vede coinvolto circa il 25% dell’attuale popolazione ecuadoriana, con conseguenze gravi sul tessuto sociale del paese.

Molte associazioni e istituzioni si stanno occupando del problema, tramite eventi di sensibilizzazione e un costante lavoro di networking, che ha permesso di creare reti anche extra nazionali per orientare le politiche pubbliche in tema di migrazione e tratta di esseri umani. Il governo Correa sta cercando di rispondere a quest’emergenza seguendo due direttrici: la prima tramite la diffusione di strumenti di integrazione e di tutela legale per i rifugiati (come ad esempio una nuova legge sulle vittime di tratta); la seconda, proponendo l’Ecuador come un paese mediatore tra i richiedenti asilo e paesi terzi disposti ad accogliere la popolazione sfollata.

L’Ecuador è inoltre un Paese ad “emergenza sanitaria” continua, come afferma lo stesso Presidente Correa, dove è possibile ricevere cure adeguate solamente previo pagamento. Questo a causa della carenza di strutture pubbliche adeguate e del proliferare di cliniche private, che danno vita ad un vero e proprio “mercato della salute”, in cui spesso vengono negate cure mediche fondamentali a chi non può permettersele. Il 17% della popolazione non ha ancora accesso a servizi igienico-sanitari adeguati.

(3)

Infine si registra un interessante processo di sensibilizzazione della società rispetto alle tematiche ambientali: negli ultimi anni sono nate diverse organizzazioni territoriali che si battono per la difesa della Pacha Mama, la madre terra, e contro i grandi gruppi nazionali e internazionali che invece vorrebbero sfruttare le risorse naturali del Paese (petrolio e altre materie prime come oro e argento), sede di una biodiversità che lo rende uno tra i 17 paesi cosiddetti megadiversi, con la più alta concentrazione di biodiversità per km. Tra i più conosciuti patrimoni ambientali del Paese, il Parco Nazionale di Yasuni che si estende su un'area di 9.820 km (noto per avere in 1 ettaro, ben 644 specie di alberi diversi) e le Isole Galapagos con la riserva marina. La richiesta di maggiore difesa e protezione ambientale si è intensificata anche a seguito della decisione del Governo Correa del 15 Agosto 2013, di abbandonare l’iniziativa Yasuni ITT, per la quale l’Ecuador si impegnava a non sfruttare le risorse naturali (in particolare il petrolio) di questa regione, a patto di ricevere dalla comunità nazionale il 50% delle entrate previste in caso di sfruttamento.

DESCRIZIONE DELLE ONG E DEI PARTNER TERRITORIALI CHE COLLABORANO CON LE ONG:

FOCSIV

FOCSIV - Volontari nel mondo è un’ONG di cooperazione e presente in 86 Paesi tra Africa, Asia, America Latina, Europa, Medio Oriente e Oceania, con 641 interventi di sviluppo e con 817 volontari coinvolti in prima persona nella realizzazione di progetti nei settori socio-sanitario, agricolo, formativo e di difesa dei diritti umani. Nata nel 1972, opera per la promozione di una cultura della mondialità e la cooperazione con le popolazioni dei Sud del mondo, contribuendo alla lotta contro ogni forma di povertà e di esclusione, all’affermazione della dignità della persona, alla tutela dei diritti umani e della pace, alla crescita delle comunità e delle istituzioni locali. Presente in Ecuador a partire dal 2002 con diversi progetti di cooperazione, FOCSIV ha acquisito una conoscenza approfondita delle problematiche e del contesto del Paese anche grazie agli accordi di collaborazione con molte realtà locali istituzionali e non. Gli accordi realizzati a partire dal 2002 con i diversi partner locali (l’ambasciata dell’Ecuador presso la Santa Sede, la Conferenza Episcopale Ecuadoriana, il Governo dell’Ecuador, il Ministero dell’Ambiente, la Segreteria Nazionale del Migrante – SENAMI, la Segreteria Tecnica per la Cooperazione Internaziole allo Sviluppo - SETECI ) sono diretti alla messa in atto di azioni congiunte al fine di appoggiare lo sviluppo portato avanti dalle stesse istituzioni, organizzazioni e governi locali che intervengono sui seguenti settori prioritari: ambiente (sviluppo rurale, turismo comunitario e agro – ecologia); migrazioni e rifugio; volontariato e formazione. FOCSIV ha operato inoltre tramite un progetto del Fondo Italia Ecuador per la riconversione del debito estero – FIE - a Muisne per lo sviluppo del settore agro ecologico, la sovranità alimentare e la creazione di mercati alternativi locali. A partire da Giugno 2015 inoltre FOCSIV è l’organizzazione capofila di un progetto di cooperazione internazionale, cui obiettivo è lo sviluppo umano integrale, sia esso in ambito sanitario, educativo ed economico, nel rispetto delle linee guida della cooperazione e dello sviluppo previste all’interno del Piano Nazionale del Buen Vivir 2012-2017 promosso dal governo dell’Ecuador. Il progetto, finanziato dalla Conferenza Episcopale Italiana, vede per la prima volta la creazione di una rete alla quale fanno parte oltre che otto ONG della federazione FOCSIV, i loro partner locali e la rete nazionale Caritas. Obiettivo del progetto è proprio quello di unificare gli sforzi di vari attori fraterni, creando sinergie per creare un impatto di scala rispetto agli obiettivi e risultati attesi dallo stesso intervento di cooperazione.

Dal 2003 FOCSIV svolge in Ecuador progetti di impiego per volontari in Servizio Civile ad Ambato, Cuenca, Puerto Francisco de Orellana- El coca-, Puerto Lopez, Quito, Salinas de Guaranda, Santo Domingo de los Colorados e Tena.

I Partner di FOCSIV nei diversi progetti sono rispettivamente: Asylum Access nell’ambito diritti umani e sviluppo sociale, occupandosi della protezione delle vittime di tratta e dei richiedenti asilo. Sempre tramite la Conferenza Episcopale Ecuadoriana collabora con la Fundacion Don Bosco ad Ambato nell’ambito di un progetto di reinserimento scolastico di minorenni lavoratori. Altro partner di progetto, sempre tramite la CEE, è il Vicariato Apostolico di Orellana (El Coca) dove dal 2015 si è avviata la prima e positiva esperienza di servizio civile in ambito di buon governo e cittadinanza.

¾ Partner a Puerto Francisco De Orellana (FOCSIV) grazie ad un accordo ormai decennale, è la segreteria Pastoral Social Caritas Ecuador, articolazione sociale della Conferenza Episcopale Ecuadoriana. Negli ultimi anni, a seguito dell’implementazione delle politiche estrattive da parte del governo e della decisione di rinunciare all’iniziativa Yasuni ITT che di fatto ha avviato all’interno dell’area con maggior biodiversità mondiale (l’Amazzonia) l’estrazione petrolifera, hanno portato la Pastoral, grazie alla sua fitta presenza territoriale, a creare una Rete a livello Amazzonico che miri a tutelare ed accompagnare le popolazioni locali nella difesa e tutela pacifica dei propri diritti. In questo contesto, è coinvolto il Vicariato Apostolico di Aguarico con sede presso Puerto Francisco de Orellana, vera e propria porta d’ingresso al parco naturale dello Yasuni. Attraverso la Commissione

(4)

per la Red Amazzonica, il Vicariato si propone di orientare, promuovere e animare l’azione delle popolazioni indigene amazzoniche incoraggiando il piano nazionale del “Buen Vivir”, attraverso un’azione socio-politica e di promozione dei diritti che accompagni gli attori locali nella difesa dei soggetti più vulnerabili (donne e popolazione indigena rurale). Un’azione che si colloca nel quadro delle azioni coordinate a livello regionale, nazionale e internazionale dalla rete Pan Amazzonica, cui il Vicariato partecipa tramite la segreteria nazionale Caritas.

A partire da un accordo del 2013, il Vicariato di Aguarico - dipartimento Red Amazzonica- ha dato la sua disponibilità per ospitare nelle attività anche volontari in Servizio Civile.

NUMERO ORE DI SERVIZIO SETTIMANALI DEI VOLONTARI: 35 GIORNI DI SERVIZIO A SETTIMANA DEI VOLONTARI: 5

MESI DI PERMANENZA ALL’ESTERO:

I volontari in servizio civile permarranno all’estero mediamente dieci (10) mesi.

EVENTUALI PARTICOLARI OBBLIGHI DEI VOLONTARI DURANTE IL PERIODO DI SERVIZIO:

Ai volontari in servizio, su tutte le sedi, si richiede:

¾ elevato spirito di adattabilità;

¾ flessibilità oraria;

¾ eventuale svolgimento del servizio anche durante alcuni fine settimana;

¾ attenersi alle disposizioni impartite dai responsabili dei propri organismi e dei partner locali di riferimento, osservando attentamente le indicazioni soprattutto in materia di prevenzione dei rischi sociali, ambientali e di tutela della salute;

¾ comunicare al proprio responsabile in loco qualsiasi tipo di spostamento al di la quelli già programmati e previsti dal progetto;

¾ partecipazione a situazioni di vita comunitaria;

¾ rispettare i termini degli accordi con le controparti locali;

¾ partecipare a incontri/eventi di sensibilizzazione e di testimonianza ai temi della solidarietà internazionale al termine della permanenza all’estero;

¾ scrivere almeno tre (3) articoli sull’esperienza di servizio e/o sull’analisi delle problematiche settoriali locali, da pubblicare sul sito “Antenne di Pace”, portale della Rete Caschi Bianchi;

¾ partecipare ad un modulo di formazione comunitaria e residenziale prima della partenza per l’estero.

¾ partecipare alla valutazione finale progettuale

Inoltre, per le sedi di attuazione di seguito riportate, si elencano i seguenti obblighi aggiuntivi:

¾ Disponibilità a lavorare durante i fine settimana, in occasione di campagne o eventi particolari;

¾ Attenersi alle politiche interne delle organizzazione, rispettando i codici di condotta sottoscritti dalle organizzazioni;

¾ Rispettare la visione e la spiritualità della Missione Cappuccina;

¾ Obbligo di partecipazione alle tappe di formazione intermedia e finale predisposte dall’ente di avvio (siano esse in Ecuador o in Italia).

PARTICOLARI CONDIZIONI DI RISCHIO PER I VOLONTARI CONNESSE ALLA REALIZZAZIONE DEL PROGETTO:

PUERTO FRANCISCO DE ORELLANA (FOCSIV)

¾ Rischi politici e di ordine pubblico:

Nonostante la situazione politica sia caratterizzata da una sostanziale dose di stabilità, Puerto Francisco De Orellana presenta un livello di insicurezza derivante dalla presenza di criminalità comune ed organizzata. La zona turistica della Amazzonia ecuadoriana, in particolare, è sempre più colpite da attività delinquenziali, a danno dei tanti turisti che transitano per la città.

Come tutte le maggiori città ecuadoriane l’avvicinarsi delle elezioni politiche presidenziali del 2017, ha visto un riaccendersi delle contrapposizioni politiche. Nello specifico nei mesi di Maggio e Giugno, si sono segnalate all’interno delle maggiori città ecuadoriane numerose manifestazioni, cortei, scioperi in opposizione al governo Correa. Tutte le manifestazioni si sono svolte in maniera pacifica e senza nessun problema collegato all’ordine pubblico.

Da evitare la zona di confine con la Colombia, soprattutto le aree rurali, dove opera la guerriglia colombiana (FARC) ed dove il rischio di sequestro di cittadini stranieri è elevato.

Sono state inoltre denunciate violente aggressioni nelle vicinanze della piattaforma di osservazione del teleferico nel Pichincha.

(5)

¾ Rischi sanitari:

L’assistenza sanitaria pubblica non è sempre affidabile, e le buone strutture sanitarie private si trovano nelle principali città turistiche.

Le principali malattie endemiche sono: colera, epatite, amebiasi, dengue emorragico, dengue classico, tifo, difterite, leptospirosi, rabbia, aids, epatite A e B, febbre gialla e tubercolosi. Inoltre, si registrano casi di malattie infettive tipiche dell’area amazzonica (malaria, febbre tifoide, infezioni intestinali).

Si segnala inoltre la presenza della epidemia della chikunguña (o chikungunya).

¾ Altri Rischi:

L’Ecuador è un Paese ad alto rischio sismico. Negli ultimi anni, inoltre a causa dei fenomeni naturali dei fiumi Niño e Niña, e data la posizione geografica della cittadina, sono aumentate le possibilità di inondazioni.

Sono frequenti incidenti automobilistici causati dal cattivo stato delle strade.

ACCORGIMENTI ADOTTATI PER GARANTIRE I LIVELLI MINIMI DI SICUREZZA E DI TUTELA DEI VOLONTARI:

Considerazioni e accorgimenti Generali Rischi per la sicurezza

¾ Unità di crisi - Ministero Affari Esteri

Per permettere al Ministero degli Affari Esteri, ed in particolare all'Unità di Crisi, nell'eventualità che si verifichino situazioni di grave emergenza, di rintracciare i volontari con la massima tempestività consentita e di pianificare con maggiore celerità interventi di evacuazione e soccorso, gli stessi saranno registrati sul sito

"Dove siamo nel mondo", prima della partenza per l’estero.

¾ Ambasciate/consolati

Sarà cura delle controparti locali, in collaborazione con la sede italiana, dare comunicazione scritta alle Rappresentanze Italiane Locali (Ambasciate e Consolati), dell’inizio servizio e del periodo di permanenza nel paese dei volontari, ed ogni eventuale spostamento, nonché del referente della sicurezza dell’associazione. Inoltre, nei paesi dove questo è possibile, i volontari saranno presentati alle autorità consolari o diplomatiche italiane. Sarà cura delle controparti locali aggiornare costantemente l’autorità consolare/diplomatica italiana sugli eventuali rientri e/o spostamenti dei volontari.

Di seguito vengono elencate alcune precauzioni indispensabili per aumentare la tutela degli operatori:

¾ Tenersi costantemente aggiornati sugli sviluppi delle eventuali crisi nel paese e sui suoi possibili sblocchi

¾ Tenersi in contatto con l’Ambasciata ed informare di eventuali cambi di indirizzo / spostamenti all0interno e all’esterno del Paese, nonché cambi di recapito

¾ Seguire attentamente le direttive impartite dalle Autorità Locali

¾ Curare di essere costantemente reperibili

¾ Limitare al massimo le uscite di casa, in particolare nelle ore notturne

¾ Mantenere un atteggiamento orientato alla massima prudenza durante tutti gli spostamenti, evitando dove possibile la partecipazione a manifestazioni e assembramenti

¾ Non portare con sé documenti in originali ma solo fotocopie

¾ consultare sempre il referente locale in caso di incertezza o indecisione sulle norme di sicurezza da porre in atto (es: visite non previste a istituzioni governative e/o religiose)

¾ Nel caso di spostamenti in automobile l’ente e/o il partner locale verifica la piena efficienza del mezzo e se necessario effettuare scorte di carburante

¾ Nel caso la situazione lo renda necessario, lente e/o il partner locale, predisporrà eventuali sistemi di protezione supplementari agli accessi alle abitazioni dei volontari.

Di seguito si elencano gli accorgimenti specifici adottati dall’Ente per garantire i livelli minimi di sicurezza e tutela dei volontari:

Per garantire livelli minimi di tutela e sicurezza dei volontari in relazione a rischi di ordine pubblico

RISCHIO ACCORGIMENTO

MICROCRIMINALITÀ ¾ ogni spostamento locale del volontario/a sarà pianificato con gli operatori responsabili;

¾ ai volontari saranno sconsigliati spostamenti in orari notturni e in zone isolate

(6)

della città.

¾ i volontari saranno invitati a non circolare da soli e a non portare con sé oggetti di valore (Ipad, macchine fotografiche,...) o grossi quantitativi di denaro;

¾ i volontari saranno invitati a dotarsi di copie autenticate dei propri documenti personali ed a custodire in luogo sicuro gli originali.

¾ In caso di denuncia per furto o assalto, il locale Ministero del Turismo ha creato un ufficio apposito denominato “Fiscalia Especial de Turismo” (Ave. Eloy Alfaro 12-14 y Carlos Tobar, Mezanine-Quito), al quale si possono presentare le denunce e che si farà carico di seguire i vari casi.

Per garantire livelli minimi di tutela e sicurezza dei volontari in relazione a rischi sanitari:

RISCHIO ACCORGIMENTO

MALATTIE ENDEMICHE:

COLERA, EPATITE, AMEBIASI, MALARIA, TIFO, DIFTERITE, LEPTOSPIROSI, RABBIA, FEBBRE GIALLA, DENGUE.

¾ Si raccomanda la vaccinazione per la febbre gialla.

¾ Si consiglia, previo parere medico, la vaccinazione contro l’epatite A e B e l’antitifica.

¾ Si consiglia di evitare di consumare pasti in luoghi dove l’igiene non è assicurata (chioschi lungo le strade, venditori ambulanti ecc.);

¾ Si invitano i volontari a mangiare verdure crude, succhi di frutta fresca;

consumare solo bibite o acqua in bottiglia e senza l’aggiunta di ghiaccio in quanto é possibile contrarre infezioni.

¾ Per la dengue come per altre malattie trasmesse da puntura di zanzara non esistono vaccini specifici e, tranne che per la malaria, l’OMS non prevede profilassi specifiche. Si consiglia però l'adozione di alcune misure preventive comportamentali da adottare durante la permanenza nel paese, quali: indossare abiti di colori chiari, che coprano la maggior parte del corpo; evitare l’uso di profumi; quando non controindicato: applicare sulla pelle esposta prodotti repellenti per le zanzare e gli insetti; spruzzare insetticidi o utilizzare diffusori di insetticidi operanti con corrente elettrica; fornire le finestre dei luoghi in cui il personale soggiorna di zanzariere; in caso di sintomi consultare un medico prima di prendere qualsiasi medicinale.

CENTRI DI ASSISTENZA MEDICA

¾ Dal punto di vista sanitario, il centro di riferimento rispetto alla sede di progetto è l’ospedale Nuevo Hospital Francisco de Orellana, il cui Pronto soccorso è attivo H24 e raggiungibile in 10 minuti con macchina, 20 a piedi.

Per garantire livelli minimi di tutela e sicurezza dei volontari in relazione ad altri rischi:

RISCHIO ACCORGIMENTO

TERREMOTO/

INONDAZIONE

¾ Ai volontari viene fornito un piano di azione in caso emergenza terremoto o inondazione, con una lista di contatti da utilizzare, luoghi di riferimento e cose da fare in caso si verifichino scosse o eventi di inondazione.

¾ Contattare l’Unità di Crisi italiana per attivare in maniera coordinata un eventuale piano di evacuazione dei volontari dalla zona colpita;

¾ l’Ente identifica eventuali sedi alternative in cui spostare i volontari in caso quella accreditata non sia ritenuta sicura, in accordo con l’Ufficio Nazionale per il servizio Civile;

¾ L’ente, di concerto con l’UNSC ed il personale di riferimento locale, individua un eventuale modifica del piano di impiego in relazione, sia in ordine ai motivi di sicurezza che ai bisogni del contesto ed alla possibilità di risposta agli stessi da parte delle sedi e dei volontari

(7)

PARTICOLARI CONDIZIONI DI DISAGIO PER I VOLONTARI CONNESSE ALLA REALIZZAZIONE DEL PROGETTO:

Nello svolgimento del proprio servizio, i volontari impiegati all’estero nelle sedi del presente progetto sono soggetti alle seguenti condizioni di disagio:

¾ il disagio di ritrovarsi immersi in una realtà diversa da quella conosciuta e non avere le giuste coordinate per comprenderla, per capire come relazionarsi e comportarsi sia nei confronti delle controparti locali che delle istituzioni locali;

¾ il disagio di dover utilizzare quotidianamente particolari accorgimenti sanitari resi necessari dal vivere in territori in cui sono presenti patologie endemiche (malaria, aids e/o tubercolosi, ..)

¾ il disagio di ritrovarsi in territori in cui le condizioni climatiche possono, in certe situazioni, ostacolare o/e ritardare le attività previste dal progetto

¾ il disagio di vivere in territori dove le comunicazioni telefoniche ed il collegamento internet non è sempre continuo ed assicurato.

Inoltre, per le sedi di attuazione di seguito riportate, si elencano i dettagli delle condizioni di disagio aggiuntivi:

¾ La possibilità, con intervalli trimestrali, di spostamenti all’interno della provincia di Orellana, nelle comunità indigene locali. Gli spostamenti avverranno sempre con l’affiancamento dell’OLP e avendo informato previamente il responsabile FOCSIV in Ecuador.

DESCRIZIONE SEDE

DESCRIZIONE DEL CONTESTO TERRITORIALE:

PUERTO FRANCISCO DE ORELLANA (FOCCSIV)

La città di Puerto Francisco de Orellana anche detta El Coca, è il capoluogo della provincia di Orellana dove ha sede il Vicariato Apostolico di Aguarico. Con i suoi 40.730 abitati, censimento 2010, è una delle più importanti città dell’Ecuador Amazzonico. Situata nella congiuntura fra il Rio Coca e il Rio Napo è la porta d’ingresso al parco nazionale dello Yasuni, l’area con maggior biodiversità al mondo con 150 specie di anfibi, 121 di rettili e 598 specie diverse di uccelli censiti, mentre si stima che ci siano 204 specie di mammiferi e oltre 3000 specie vegetali. Sin dall’inizio della colonizzazione Spagnola, l’area in cui sorge l’attuale città venne utilizzata come base per le esplorazioni all’interno dell’Amazzonia e sfruttata per la ricchezza di oro nel sottosuolo. A inizio del ‘900 la regione era considerata remota e abbandonata, abitata solo dalle popolazioni indigene locali ma, con la scoperta di importanti giacimenti petroliferi, la popolazione è aumentata velocemente, soprattutto grazie alla migrazione interna proveniente dalle regioni della costa Ecuadoriana. La città e la sua provincia omonima, che si estende per 20.733 km², sono fra le più povere di tutto l’Ecuador. L’economia locale si basa principalmente sull’agricoltura e sui lavori collegati allo sfruttamento petrolifero. L’attività agricola si concentra per lo più sullo sfruttamento intensivo della palma africana e del banano che, oltre a comportare l’impoverimento del terreno, porta anche ad una forte instabilità lavorativa collegata alle quotazione dei due prodotti sui mercati mondiali. Per quanto riguarda i lavori collegati allo sfruttamento petrolifero, la popolazione locale è coinvolta solo come manovalanza non specializzata, non godendo degli enormi introiti economici. In base all’ultimo censimento, infatti il 24.5% della popolazione complessiva vive in condizioni di povertà, soprattutto nelle zone rurali. Le attività economiche peraltro, con l’uso massiccio di agenti chimici sia nelle campagne, che nelle attività di estrazioni petrolifere, hanno portato a un alto indice di inquinamento della biosfera, con gravi danni non solo per l’ambiente ma anche per la salute umana. Sono più di 30.000 le persone direttamente colpite dall’inquinamento dovuto ai pozzi petroliferi, circa 400.000 gli ettari danneggiati, 16 miliardi i litri di acqua tossica proveniente dagli scarti industriali riversata nei fiumi e nelle falde acquifere, 5 i popoli indigeni costretti a lasciare i loro territori ancestrali e 2 popoli indigeni estinti, senza contare le migliaia di animali morti e quelli a rischio di estinzione.

Le analisi effettuate nelle falde acquifere che circondano i pozzi petroliferi hanno rivelato che il 100% delle acque é inquinato, di cui l’84.62% mostra livelli critici e dannosi per la biosfera amazzonica e per le persone. Indicativo per esempio il dato sulla mortalità infantile nelle zone rurali pari al 5.3%, collegata ad infezioni post parto (43.5%) o a malformazioni congenite (14.3%). Grazie al boom petrolifero a partire dagli anni 90’ (il territorio di Yasuni detiene il 20% delle riserve di petrolio dell’intero Paese), la città ha conosciuto un’importante trasformazione, uscendo dall’isolamento (prima era possibile raggiungerla solo attraverso il traghetto) e diventando il centro di un’importante rete stradale presente nella regione Amazzonica Ecuadoriana. Lo sviluppo economico e il boom demografico degli ultimi anni non hanno però consentito alla città uno sviluppo armonico. Stando ai dati del censimento 2010, nella

(8)

provincia di Orellana l’85% della popolazione vive sotto la soglia di povertà, di questi il 38.2% è in condizioni di estrema povertà, con dati più allarmanti se si distingue tra popolazione urbana e rurale. A leggere quelli che sono gli indici per lo sviluppo umano, quindi, risulta evidente come la ricchezza prodotta anche a discapito della biodiversità amazzonica, non è stata in grado di produrre un sistema inclusivo, a beneficio di tutti. La fetta di popolazione più discriminata è quella che si concentra nelle zone rurali che circondano la città, costituite per lo più da popolazione indigena (92%).

Nel territorio di Puerto Francisco de Orellana FOCSIV interviene nel settore DIRITTI UMANI E SVILUPPO SOCIALE DESCRIZIONE DEL CONTESTO SETTORIALE:

Il territorio della provincia Orellana è uno dei più ricchi in diversità culturale, etnica e ambientale in tutto il mondo. Qui vivono per esempio i Kichwa o Naporuna, i Waorani, i Tagaeri e i Taromenane, popolazioni amazzoniche che vivono isolate, rinunciando al contatto con il mondo moderno. I dati su queste popolazioni sono piuttosto incerti, ma si stima che per esempio ci sono forse solo 20-30 Tagaeri superstiti, e all’incirca 200-300 Taromenane, con un bagaglio di tradizioni e cultura ancestrale essenziale da preservare. Nonostante questa ricchezza è anche una delle regioni più escluse dalla sviluppo economico e sociale che l’Ecuador sta vivendo negli ultimi anni. La popolazione indigena in particolare, che costituisce la maggioranza in questa provincia, è fortemente discriminata ed esclusa dai benefici socio-economici dell’estrazione petrolifera, pagando invece sulla propria pelle i danni derivanti dallo sfruttamento incondizionato del territorio sia in termini di salute, che in termini di servizi. Solo il 27% della popolazione della provincia è raggiunto da un sistema di drenaggio urbano e solo un 48.3% da acqua pubblica (il resto della popolazione è servito tramite autocisterna). Gli ultimi dati a disposizione del 2010, confermano come nella sola città di Puerto Francisco de Orellana, 10.653 persone vivano in condizioni di povertà estrema, pari al 24.5% della popolazione urbana complessiva. Considerando però il territorio della provincia, nelle zone rurali il 96.8% della popolazione vive in condizioni di povertà, di cui un 50% in povertà estrema (sono queste le zone a concentrazione di popolazione indigena_92%); mentre nelle zone urbane le percentuali scendono al 68.1% di povertà, di cui solo il 21.8% in condizione di estrema povertà. A questa situazione di povertà, si aggiunge anche il basso indice di scolarizzazione delle popolazioni indigene. Mentre il tasso generale di analfabetismo è al 7.5% sul territorio, raggiunge il 14.2% se si considera solo la popolazione indigena. Similmente anche il tasso di abbandono scolastico è di 18% nella popolazione meticcia, ma raggiunge il 31% fra quella indigena. Per esperienza del partner sul territorio, si ritiene però che questo divario specie nelle zone rurali e per le popolazioni indigeni sia in forte aumento negli ultimi anni, nel silenzio e indifferenza delle istituzioni e della società. Nonostante l’impegno istituzionale, tramite il piano nazionale del Buen Vivir promulgato dal Governo Correa nel 2009, che prevede il diritto alla partecipazione attiva della cittadinanza al processo politico e democratico di sviluppo, la popolazione indigena della provincia, continua ad essere esclusa dalle decisioni prese sul proprio territorio. A seguito della decisione del governo di abbandonare l’iniziativa Yasuni ITT e di favorire l’industria petroliera (rinunciando quindi a preservare le riserve in Amazzonia ecuadoriana, in cambio del contributo della comunità internazionale), sono riemerse tensioni e divisioni nel tessuto sociale, che si sono manifestate sotto forma di manifestazioni, marce e forum pacifici e democratici, anche grazie all’attività di trasformazione del conflitto e di supporto alla tutela dei diritti violati della popolazioni indigene portato avanti dal Vicariato Apostolico di Aguarico. Dal 2011 ad oggi, il Vicariato testimonia una media annua di 150 persone appartenenti alle comunità indigene del territorio che lamentano violazione del proprio diritto a vivere in armonia col proprio territorio e discriminazione socio-politica. La CEE, tramite la Pastoral Social e il Vicariato Apostolico di Aguarico, è impegnata per la creazione e rafforzamento di uno spazio regionale di denuncia dei rischi sociali e ambientali collegati allo sfruttamento petrolifero, di difesa e tutela dei diritti umani e ambientali sul territorio. Attraverso il progetto della Red Amazzonica, si intende prestare un servizio di accompagnamento, psicologico e legale, alle persone che hanno subito e che subiscono violazione dei diritti umani da parte delle multinazionali petrolifere, di sfruttamento minerario e sfruttamento intensivo della legna (circa 50 sul territorio in totale) e formare i leader comunitari e le associazioni nelle comunità rurali della provincia (nel raggio di 50 km) ad assumere un ruolo attivo nella promozione di uno sviluppo democratico e sostenibile.

INDICATORI MISURABILI:

¾ La città di Puerto Francisco de Orellana- El Coca- ha una popolazione di 43.501 di questo il 24.5% in condizioni di estrema povertà;

¾ Di questo 24.5% (10.653 persone) in condizioni di estrema povertà il 45.1% è popolazione indigena, il 27.6% di origine afro e il 21.3% caucasici;

¾ Il 69.4 % della popolazione di El Coca, vive in condizioni di povertà relativa: 30.183 persone;

¾ Di questo 69.4% il 84.6% è popolazione indigena;

¾ La Fundacion Monsegnor LABACA, presente a El Coca, da più di trenta anni per la difesa dei diritti delle popolazioni indigene segnalo ogni anno circa 500 casi di violazione di diritti umani in tutta la provincia di Orellana.

(9)

¾ Il 31.8% della popolazione della provincia è indigeno.

¾ Nella provincia di Orellana sono presenti le seguenti nazionalità indigene:

y KICHWA DELL’AMAZZONIA;

y COFÁN (poche migliaia di persone distribuite fra Ecuador e Perù) y HUAORANI (all’incirca 3000 nella provincia di Orellana)

y TAGAERI 20/30 persone approssimativamente (popolo in stato di isolamento volontari)

y TAROMENANE 200/300 persone approssimativamente (popolo in stato di isolamento volontario)

SERVIZI ANALOGHI E DELLA RELATIVA OFFERTA PRESENTE NEL CONTESTO DI RIFERIMENTO

¾ La fundacion Labaka, offre un servizio di accompagnamento legale alle vittime di violazione di diritti umani;

¾ Sono presenti gli sportelli del Ministero dei diritti umani e culto;

¾ Sono presenti diverse organizzazioni che lavorano il tema della mobilità umana (la provincia di Orellana è a confine con la Colombia).

All’interno della Provincia di Orellana, lavora il Vicariato Apostolico di Aguarico, la cui presenza risale a più di 80 anni fa in questa regione remota dell’Amazzonia Ecuadoriana. L’intervento del Vicariato, tramite la Missione Cappuccina, vera e propria anima dello stesso Vicariato, si è sempre orientato a tutela dei diritti delle popolazioni più indifese ed in particolare dei popoli indigeni: Kickua dell’Amazzonia, Wharani e Taromenane e Tagaeri.

Nel settore Diritti Umani e Sviluppo Sociale FOCSIV interviene nel territorio di Puerto Francisco de Orellana con il partner Vicariato Apostolico di Aguarico, tramite la Missione Cappuccina con i seguenti destinatari diretti e beneficiari.

Destinatari diretti:

¾ 150 fra popolazione indigena e coloni locali, ricevono accompagnamento psicologico dovuto alla violazione di loro diritti umani;

¾ 150 fra popolazione indigena e coloni locali ricevono accompagnamento legale gratuito in caso di violazione di diritti umani:

¾ 35 leader appartenenti alle comunità indigene locali sono formati in tema di diritti umani;

¾ 35 leader appartenenti alle comunità indigene locali sono formati in tema di risoluzione pacifica delle controversie.

Beneficiari:

¾ I beneficiari è la popolazione delle provincia di Orellana, coinvolta nella difesa dell’ecosistema amazzonico, stimata in circa 45.000 persone attive in questo campo.

OBIETTIVI SPECIFICI DEL PROGETTO DI IMPIEGO:

PUERTO FRANCISCO DE ORELLANA – (FOCSIV)

¾ Fornire assistenza giuridica e psicologica a 150 fra popolazione indigena e coloni locali in caso di violazione di diritti umani;

¾ Dare una risposta ad almeno il 30% delle violazioni di diritti umani all’interno della provincia di Orellana

¾ Formare 35 leader comunitari della popolazione indigena locale in tema di difesa dei diritti umani e risoluzione pacifica delle controversie

DESCRIZIONE DEL PROGETTO:

Complesso delle attività previste per il raggiungimento degli obiettivi PUERTO FRANCISCO DE ORELLANA – (FOCSIV)

Azione 1: Assistenza psicologica e legale a 150 persone che hanno subito violazione dei loro diritti

1. Interviste individuali per la valutazione dei casi che si presentano presso le strutture del Vescovato;

2. Implementazione del servizio di assistenza psicosociale a 150 vittime di discriminazione;

3. Implementazione del servizio di assistenza legale e burocratica per le 150 vittime di discriminazione;

4. Accompagnamento mensile delle vittime presso le istanze giuridiche locali;

5. Visite di monitoraggio bimestrale domiciliari dei casi seguiti;

(10)

6. Ideazione e elaborazione di opuscoli informativi da utilizzare come supporto all’interno della Rete Amazzonica per promuovere l’esistenza e i servizi;

7. Riunioni mensili di pianificazione e di valutazione;

8. Sistematizzazione dati e aggiornamento mensile della banca dati sulle violazioni dei diritti umani nella provincia.

Azione 2: Rafforzamento politico e sociale della Red Amazzonica

1. Incontri trimestrali nelle comunità della provincia di Orellana e riunioni con i 35 leader comunitari;

2. Organizzazione e realizzazione di 3 cicli di formazione per 35 leader su tutela dei diritti delle popolazioni indigene, riconosciuti dai trattati internazionali e dalla normativa nazionale;

3. Organizzazione e realizzazione di 3 cicli di formazione per 35 leader sulle possibilità di sviluppo economiche collegate alla valorizzazione della ricchezza e biodiversità amazzonica;

4. Partecipazione a 1 riunione bimestrale dell’Assemblea Red Amazzonica per l’implementazione della strategia territoriale di incidenza politica;

5. Organizzazione di un 5 incontri pubblici di sensibilizzazione della cittadinanza ai temi del diritto ambientale e tutela minoranze;

6. Elaborazione e stampa di 300 documenti informativi da distribuire durante i cicli di formazione per i leader comunitari;

7. Elaborazione e realizzazione di una campagna di mobilitazione provinciale sulla difesa della Selva Amazzonica;

8. Organizzazioni di 3 marce pacifiche provinciali per la tutela e difesa dell’ecosistema amazzonico;

9. Valutazione trimestrale attività proposte e stesura report.

Risorse umane complessive necessarie per l’espletamento delle attività previste, con la specifica delle professionalità impegnate e la loro attinenza con le predette attività

¾ 1 Responsabile Pastoral Social Red Amazzonica _ Azione 1e 2

¾ 1 Responsabile organizzativo Red Amazzonica_ Azione 1e 2

¾ 2 Facilitatori area formazione giuridica, politica economica_ Azione 1 e 2

¾ 1 Avvocato_ Azione 1 e 2

¾ 1 Assistente sociale_ Azione 1

Ruolo ed attività previste per i volontari nell’ambito del progetto:

PUERTO FRANCISCO DE ORELLANA – (FOCSIV)

¾ Affiancamento nelle interviste per la valutazione dei casi di violazione dei diritti umani;

¾ Supporto nell’assistenza psicologica e legale alle vittime di violazione dei diritti;

¾ Supporto nell’aggiornamento della banca dati per i casi di violazione dei diritti umani nella provincia;

¾ Affiancamento nelle visite di monitoraggio domiciliari dei casi di violazione di diritti;

¾ Partecipano alle riunioni bimestrali della Red Amazzonica;

¾ Collaborazione nella realizzazione dei 3 cicli di formazione sui diritti delle popolazione indigene e sulla valorizzazione della biodiversità amazzonica;

¾ Supporto nell’organizzazione di 5 eventi pubblici per la sensibilizzazione della cittadinanza sui temi di diritti ambientali e tutela minoranze;

¾ Supporto alla realizzazione di una campagna di mobilitazione e comunicazione a difesa della Selva amazzonica;

¾ Affiancamento nelle riunioni mensili di pianificazione e valutazione attività.

REQUISITI:

Si ritiene di dover suddividere tra generici, che tutti i candidati devono possedere, e specifici, inerenti aspetti tecnici connessi alle singole sedi e alle singole attività che i Volontari andranno ad implementare, preferibilmente i seguenti requisiti:

Generici:

¾ Esperienza nel mondo del volontariato;

¾ Conoscenza della Federazione o di uno degli Organismi ad essa associati e delle attività da questi promossi;

¾ Competenze informatiche di base e di Internet;

(11)

Specifici:

PUERTO FRANCISCO DE ORELLANA – (FOCSIV) Volontario/a n°1

¾ Preferibile formazione in Psicologia, Antropologia, Sociologia;

¾ Discreta conoscenza della lingua spagnola.

Volontario/a n°2

¾ Preferibile formazione in Diritto, Scienze Politiche, Relazioni internazionali;

¾ Discreta conoscenza della lingua Spagnola

DOVE INVIARE LA CANDIDATURA

¾ tramite posta “raccomandata A/R”: la candidatura dovrà pervenire direttamente all’indirizzo sotto riportato.(Nota Bene: non farà fede il timbro postale di invio, ma la data di ricezione in sede delle domande)

ENTE CITTA’ INDIRIZZO TELEFONO SITO

FOCSIV Roma

Via San Francesco di Sales, 18 -

00165

06 68 77 867 www.focsiv.it

¾ tramite Posta Elettronica Certificata (PEC) di cui è titolare l'interessato, allegando la documentazione richiesta in formato pdf, a serviziocivile.focsiv@pec.it e avendo cura di specificare nell'oggetto il paese e il titolo del progetto (es. CASCHI BIANCHI: INTERVENTI UMANITARI IN AREE DI CRISI – Ecuador 2016 – Puerto Francisco de Orellana – FOCSIV)

Nota Bene: per inviare la candidatura via PEC

• è necessario possedere un indirizzo PEC di invio (non funziona da una mail normale),

• non è possibile utilizzare indirizzi di pec gratuiti con la desinenza "postacertificata.gov.it", utili al solo dialogo con gli Enti pubblici.

Riferimenti

Documenti correlati

Dal 2009 è stato avviato un progetto pilota cofinanziato dal Comune di Brescia per il rafforzamento del sistema integrale di comunicazione nelle comunità di Salinas,

Il patronato Municipale organizza e realizza campagne a favore dell’inserimento scolastico e sociale di bambini e adolescenti in situazione di rischio della città di Santo Domingo,

Un importante apporto in termini di assistenza e cura all’infanzia e adolescenza è garantita dal Centro Preventivo Ubaldo Bonucelli che, come unico centro per la formazione

L’economia della popolazione residente si basa soprattutto su piccole attività economiche a conduzione familiare (vendita di beni e alimenti di prima necessità) e su altri lavori

Quito presenta tuttavia una crescente diseguaglianza nella distribuzione della ricchezza, evidenziata peraltro dalla geografia stessa della città: nella parte

Per dare continuità al lavoro di prevenzione dei conflitti (intesi nel senso sopra descritto), volendo offrire la possibilità ai giovani italiani di sperimentarsi come

La necessità di proporre un nuovo modello di sviluppo e di coesione sociale, all’interno della popolazioni che vivono l’Amazzonia Ecuadoriana, nasce dalla necessità di

A questa situazione di emergenza, l’attuale governo Correa sta cercando di rispondere seguendo due direttrici: sia tramite la diffusione di strumenti di integrazione e di tutela