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CASCHI BIANCHI: INTERVENTI UMANITARI IN AREE DI CRISI – Kenya 2016

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CASCHI BIANCHI: INTERVENTI UMANITARI IN AREE DI CRISI – Kenya 2016 SCHEDA KENYA - LVIA

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SEDE DI REALIZZAZIONE DEL PROGETTO: MERU INTRODUZIONE

FOCSIV è la più grande Federazione italiana di ONG che da oltre 40 anni lavora nei sud del mondo realizzando progetti di cooperazione internazionale. Punto fermo di tutti gli interventi è stato ed è quello di contribuire, attraverso il lavoro di partenariato e la promozione dell’autosviluppo al superamento di quelle condizioni di ingiustizia che potenzialmente sarebbero potute essere, sono o sono state fonte di conflitti e di maggiori ingiustizie, costruendo percorsi di pace. Per dare continuità al lavoro di prevenzione dei conflitti (intesi nel senso sopra descritto), volendo offrire la possibilità ai giovani italiani di sperimentarsi come operatori privilegiati della solidarietà internazionale, FOCSIV in collaborazione con l’Associazione Papa Giovanni XXIII, la Caritas Italiana e il GAVCI ha ripresentato nel febbraio del 2007, all’UNSC il progetto madre “Caschi Bianchi” che intende collocare la progettualità relativa al servizio civile all’estero come intervento di costruzione di processi pace nelle aree di crisi e di conflitto (armato, sociale, economico, religioso, culturale, etnico..) con mezzi e metodi non armati e nonviolenti attraverso l’implementazione di progetti di sviluppo tenendo presente che i conflitti trovano terreno fertile dove la povertà è di casa, i diritti umani non sono tutelati, i processi decisionali non sono democratici e partecipati ed alcune comunità sono emarginate. Il presente progetto di servizio civile vuole essere un ulteriore testimonianza dell’impegno della Federazione nella costruzione della pace nel mondo e vuol far sperimentare concretamente ai giovani in servizio civile che la migliore terapia per la costruzione di una società pacificata è lottare contro la povertà, la fame, l’esclusione sociale, il degrado ambientale; che le conflittualità possono essere dipanate attraverso percorsi di negoziazione, mediazione, di riconoscimento della positività dell’altro.

DESCRIZIONE DEL CONTESTO SOCIO POLITICO ED ECONOMICO DEL PAESE DOVE SI REALIZZA IL PROGETTO:

KENYA

A partire dal 1963, anno di conquista dell’indipendenza dalla Gran Bretagna, il Kenya ha promosso importanti riforme economiche sotto la guida di Jomo Keniatta, dotandosi di un sistema politico- amministrativo simile al sistema britannico. Nel 1982 Arap Moi, successore di Keniatta, ha instaurato un regime autoritario ed antidemocratico, introdotto provocando un rallentamento del processo di crescita e sviluppo del Paese. Su pressioni della comunità internazionale, a causa del suo dilagante malgoverno, agli inizi degli anni ’90 Arap Moi è stato costretto a ripristinare il sistema democratico dichiarando legale il multipartitismo e decretando così la fine dell’egemonia del KANU, unico partito esistente nel Paese. Sia nelle elezioni del 1993 che in quelle del 1997 Arap Moi è stato confermato alla presidenza, a causa di una opposizione politica non ancora sufficientemente organizzata. Solo nel 2002, anche come conseguenza della crisi economica che ha investito il Paese alla fine degli anni ’90, le elezioni sono state vinte dal partito di opposizione NARC capeggiato da Mwai Kibaki. Quest’ultimo ha assunto il potere in un periodo particolarmente critico per il Paese, tanto che nel dicembre 2007, quando si sono tenute nuove elezioni in cui Kibaki ha concorso con il rappresentante dell’Orange Democratic Movement, Raila Odinga, si è aperto un periodo di violenze e disordini durato due mesi, durante i quali hanno perso la vita 1.500 persone. Solo nel febbraio 2008, sotto l’egida delle Nazioni Unite, si è giunti ad un compromesso, istituendo e assegnando ad Ondiga la carica di primo ministro. Attualmente il Presidente del Paese è Uhuru Kenyatta, figlio del primo presidente del Kenya libero, Jomo Kenyatta.

Dal punto di vista economico, il Kenya risente di diversi fattori congiunturali e strutturali negativi. La produzione agricola (in particolare quella di caffè, che è uno dei principali prodotti agricoli del Paese) ha risentito fortemente del periodo di siccità avuto agli inizi del secolo, portando il Kenya a dover affrontare una forte crisi economica ed elevando notevolmente il tasso di disoccupazione, che attualmente si attesta intorno

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al 40%. Negli ultimi anni comunque si registra un trend di crescita positivo, che nel 2007 ha portato il tasso di crescita del PIL al 5,1%, grazie anche ad un incremento del turismo. A questo dato deve però anche aggiungersi un elevatissimo tasso di inflazione, che nel 2014 si aggira attorno al 5,7%, che in parte è dovuto all’aumento del prezzo del petrolio.

Il Kenya è stato messo a dura prova dalla siccità, che negli anni ha eroso le risorse naturali del paese fino a renderle inadeguate per la produzione alimentare, ed è stato dilaniato dalle guerre tribali per il controllo delle risorse idriche. La siccità ha causato una serie di problemi ambientali (erosione del terreno, desertificazione, deforestazione) che lo Stato sta cercando di fronteggiare attraverso l’attuazione di programmi governativi, ma soprattutto ha provocato carenza di acqua e cibo: il tasso di popolazione sottonutrita è significativo, pari al 25,8%.

Nonostante i progressi, secondo l’ultimo rapporto UNDP 2014, l’indice di sviluppo umano nel Paese è pari a 0,535 occupando il 147° posto nella classifica mondiale. Oltre il 46% della popolazione, infatti, continua a vivere al di sotto della soglia di povertà. mentre

Il tasso di alfabetizzazione si attesta al 88,4%. Il sistema educativo in Kenya soffre per la mancanza di adeguati finanziamenti governativi e a farne le spese sono insegnanti ed allievi, spesso costretti in classi fatiscenti e sovraffollate. Nel nord-est poter studiare, per chi non ha denaro per pagare scuole private, sta diventando ora quasi impossibile. La provincia più colpita è quella di Mandera che confina anche con l’Etiopia, dove mancano 600 insegnanti qualificati. Il risultato è che solo il 10-15% degli studenti delle Secondarie di questa zona, raggiunge il punteggio che gli permette di accedere all’Università. Tuttavia, nel 2002 il governo, guidato dalla National Rainbow Coalition (Narc), ha reso gratuita la scuola primaria, portando il tasso netto di scolarizzazione dal 61% del 2002 all’84% del 2009. Il tasso relativo alla scuola secondaria registra percentuali inferiori, ma è comunque passato dal 35% al 50% nel medesimo periodo.

Proprio l’istruzione, e in generale la tutela dell’infanzia, rappresenta una sfida fondamentale per il Paese (oltre il 41% della popolazione ha tra 0 e 14 anni): 80.000 bambini ogni anno lasciano la scuola e finiscono impegnati nel lavoro minorile (nel 2000 interessava il 26% dei bambini) o nella prostituzione (negli ultimi anni il Kenya è diventato anche meta del turismo sessuale). Inoltre le mutilazioni genitali femminili, sebbene siano state dichiarate illegali nel 2008, sono ancora diffuse, in particolare nelle zone rurali.

In Kenya la criminalità è endemica e riflette i diversi problemi che interessano il sistema sociale e politico del paese. Tra questi, il principale resta quello della povertà diffusa, oltre alla larga disponibilità di armi leggere e a un apparato di sicurezza non ancora adeguato. Inoltre, il rischio terrorismo è in costantemente aumentato nel paese dagli attentati terroristici contro il Westgate Mall di Nairobi nel settembre 2013 (la continua destabilizzazione della Somalia, con livelli di criminalità dilaganti, le ritrovate energie del gruppo islamista radicale al-Shabaab e i suoi legami con i network jihadisti transnazionali rimangono le preoccupazioni principali per il governo).

In Kenya anche il sistema sanitario è allarmante. Secondo l’OMS, la malaria è un rischio che esiste in tutto il paese, tutto l’anno, e colpisce soprattutto le persone povere nelle aree rurali (che accolgono oltre il 70%

della popolazione), le quali di solito hanno solo la possibilità di trattamento presso le strutture di assistenza primaria. Inoltre, queste strutture sono spesso sotto-organico, sotto attrezzate e hanno i farmaci in quantità limitate. Di conseguenza, molti bambini non sono vaccinati a causa della mancanza di accesso ai servizi sanitari (il 30% della popolazione non ha accesso a servizi sanitari adeguati). La mortalità infantile è alta: 40 morti ogni 1000 nascite. Inoltre, il 31% della popolazione vive in zone degradate (fonte: United Nations Development Programme). Annualmente sono circa 60.000 le morti per HIV, con una percentuale di persone affette che supera il 6%. Il 26% dei bambini lavora (dato del 2000). Grande preoccupazione desta poi la diffusione del virus ebola.

La corruzione, infine, coinvolge tutti i rami dell’amministrazione pubblica e interviene nel rapporto tra pubblico e privato. Il Kenya è 136° su 177 paesi nell’Indice di corruzione percepita di Transparency International del 2013.

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Ad aggravare queste situazioni di emergenza sono i di 560.000 rifugiati che ospita il Kenya (di cui almeno 500.000 dalla Somalia, gli altri arrivano da Etiopia e Sudan meridionale). Il numero è cresciuto in seguito alla carestia che ha colpito il Corno d’Africa nel 2011.

Di seguito si riportano le esperienze maturate dalle singole organizzazioni che opereranno nel Paese con il presente progetto e una breve presentazione dei rispettivi partner:

DESCRIZIONE DELLE ONG E DEI PARTNER TERRITORIALI CHE COLLABORANO CON LE ONG:

LVIA

La prima presenza della LVIA in Kenya risale al 1967, quando furono inviati tecnici e volontari nella regione di Meru. I maggiori problemi connessi all'acqua nella Regione sono, oltre ad una mancanza fisica dell'acqua sicura, la mancanza di strutture per la raccolta dell'acqua, per una corretta conservazione e la distruzione progressiva di bacini idrografici. Sono quindi stati effettuati nel corso degli anni interventi nel settore sanitario (costruzione di reparti ospedalieri, corsi di medicina preventiva), nel settore idrico (realizzazione di acquedotti, giare, cisterne, pozzi) e nel settore agricolo (miglioramento e diversificazione delle coltivazioni, introduzione del traino animale, sostegno alla commercializzazione e al micro-credito). A partire dal 1996 le attività idriche svolte da LVIA a Meru, avviate nel lontano 1973 e mai interrotte, ricevettero un nuovo impulso attraverso due progetti finanziati dall’UE e dal MAAEE. Con il primo vennero costruiti impianti di approvvigionamento e pozzi negli insediamenti della regione non serviti da acquedotti. Con il secondo, avviato nel 2000, LVIA si proponeva di aumentare la sostenibilità delle opere idriche rafforzando le capacità dei comitati locali responsabili della gestione delle opere realizzate, e del personale del Water Department (ente creato dalla Diocesi di Meru per coordinare tutti gli interventi nel settore idrico compiuti nella regione).

Si calcola che dal ’73 ad oggi siano stati realizzati un totale di 16 acquedotti per una lunghezza di 580 km e per un bacino di utenza di 240,000 persone

Nell’ultimo periodo, a partire in particolare dal 2011, una forte siccità ha colpito il Kenya e principalmente le zone ASAL in cui LVIA è presente. Nel solo distretto di Merti (Regione di Isolo), nel nord del Kenya, si stima che siano arrivate circa 10 mila persone prevalentemente dai territori del Nord, ma anche dalla Somalia e dall’Etiopia. La pressione sulle risorse idriche è notevole: il principale fiume dell’area è in secca e gli invasi si sono prosciugati. LVIA ha quindi portato avanti un progetto di emergenza di distribuzione di acqua potabile tramite autobotti per fornire acqua nei villaggi più colpiti. Sempre nei villaggi della Contea di Isiolo, in collaborazione con la Caritas, ha risposto all’emergenza siccità del settembre 2011 con la distribuzione di acqua. In seguito ha ottenuto un finanziamento da OCHA per la realizzazione di 12 blocchi di latrine e 8 sistemi di raccolta d’acqua piovana nelle scuole, distribuendo 60,000 kit di purificazione dell’acqua e 500 kit sanitari ad altrettante famiglie, realizzando formazioni sulla gestione e risoluzione dei conflitti legati all’uso delle risorse disponibili. Grazie all’esperienza maturata dal team locale, lavorando a stretto contatto con le comunità pastorali in Kenya, la LVIA ha perfezionato un sistema di risposta alle emergenze che si adatta alle esigenze delle comunità coinvolte, focalizzandosi sul miglioramento dell’accesso all’acqua per utilizzo umano e per il bestiame, e cercando di creare un sistema di gestione che eviti un impatto negativo sul sistema adottato a livello locale. L’approccio è quello partecipativo (PICD), che coinvolge direttamente i beneficiari, con speciale attenzione alla partecipazione femminile, tenendo in considerazione il fatto che il miglioramento dell’accesso alle risorse idriche non è sufficiente se non si interviene anche sulle abitudini igieniche delle comunità coinvolte, causa delle malattie e delle infezioni più comuni.

Attualmente, LVIA realizza due progetti nella Contea di Isiolo, finanziati rispettivamente dal MAE e dall’UE, che si concentrano sul miglioramento dell’accesso all’acqua, sulla gestione delle risorse naturali (anche attraverso la valorizzazione delle risorse non lignee della foresta) e la risoluzione dei conflitti legati all’accesso alle risorse naturali.

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Partner:

Per la realizzazione del presente progetto, nella sede di Meru LVIA collabora con il partner Water Resources Management Authority (WRMA).

La WRMA di Isiolo è un ente parastatale creato dal Ministero dell’Acqua e dell’Irrigazione tramite il Water Act insieme al Water Services Trust Fund del 2002 per migliorare la gestione delle risorse idriche e suddividere le competenze in una materia così vasta. Al partner è riservato il compito di seguire lo svolgimento del progetto in tutte le sue fasi, accompagnando il team della LVIA nella realizzazione delle diverse attività previste.

Il partner ha già mostrato le proprie competenze e capacità a gestire progetti complessi nel quadro di precedenti progetti realizzati insieme a Lvia, in particolare nel quadro di iniziative finanziate dalla cooperazione decentrata (Regione Toscana) e da OCHA (Nazioni Unite) sul piano dell’accompagnamento alle popolazioni ed alla realizzazione delle opere idriche in loro favore. Inoltre, è partner nei due progetti attualmente in corso.

NUMERO ORE DI SERVIZIO SETTIMANALI DEI VOLONTARI: 35 GIORNI DI SERVIZIO A SETTIMANA DEI VOLONTARI: 5

MESI DI PERMANENZA ALL’ESTERO:

I volontari in servizio civile permarranno all’estero mediamente dieci (10) mesi.

EVENTUALI PARTICOLARI OBBLIGHI DEI VOLONTARI DURANTE IL PERIODO DI SERVIZIO:

Ai volontari in servizio, su tutte le sedi, si richiede:

¾ elevato spirito di adattabilità;

¾ flessibilità oraria;

¾ eventuale svolgimento del servizio anche durante alcuni fine settimana;

¾ attenersi alle disposizioni impartite dai responsabili dei propri organismi e dei partner locali di riferimento, osservando attentamente le indicazioni soprattutto in materia di prevenzione dei rischi sociali, ambientali e di tutela della salute;

¾ comunicare al proprio responsabile in loco qualsiasi tipo di spostamento al di la quelli già programmati e previsti dal progetto;

¾ partecipazione a situazioni di vita comunitaria;

¾ rispettare i termini degli accordi con le controparti locali;

¾ partecipare a incontri/eventi di sensibilizzazione e di testimonianza ai temi della solidarietà internazionale al termine della permanenza all’estero;

¾ scrivere almeno tre (3) articoli sull’esperienza di servizio e/o sull’analisi delle problematiche settoriali locali, da pubblicare sul sito “Antenne di Pace”, portale della Rete Caschi Bianchi;

¾ partecipare ad un modulo di formazione comunitaria e residenziale prima della partenza per l’estero.

¾ partecipare alla valutazione finale progettuale

 

Inoltre, per le sedi di attuazione di seguito riportate, si elencano i seguenti obblighi aggiuntivi:

¾ Disponibilità alla vita comunitaria con altro personale, nel rispetto della privacy di ognuno, ma con momenti di vita comune (organizzazione della spesa, spostamenti, ecc.).

PARTICOLARI CONDIZIONI DI RISCHIO PER I VOLONTARI CONNESSE ALLA REALIZZAZIONE DEL PROGETTO:

MERU

Rischi politici e di ordine pubblico:

A seguito degli attacchi terroristici degli ultimi mesi avvenuti sia a Nairobi che a Mombasa, e da ultimo quelli che nelle recenti settimane hanno interessato centri urbani nell’area prospiciente il confine con la Somalia

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nelle vicinanze della zona costiera di Lamu, si segnala il progressivo aumento del rischio dovuto al crescente attivismo di Al Shabaab e di gruppi locali particolarmente attivi nella Contea di Lamu. Alla luce di tale situazione non si può inoltre escludere l’eventualità di atti ostili anche negli altri centri urbani lungo il litorale keniota. E’ inoltre necessario innalzare il livello di allerta in particolare nella capitale dove è sconsigliato recarsi nei quartieri a nord est della città (Eastleigh, Pangani, etc.) e, in generale, nei quartieri marginali.

Alla luce della perdurante minaccia terroristica che pone seri rischi alla sicurezza con particolare riferimento all’area della città di Mombasa, in quella di Malindi, e nelle regioni di Ijara, di Garsen, di Garissa, Wajir e Mandera, si raccomanda ai volontari e ai responsabili di progetto di elevare la soglia di attenzione e di mantenere comportamenti di massima prudenza.

MICROCRIMINALITA’: Nei maggiori centri urbani del Paese (Nairobi e Mombasa) il livello della criminalità comune è particolarmente elevato; si verificano sovente aggressioni a mano armata senza discriminazione tra cittadini keniani benestanti e stranieri. Si raccomanda di non ostentare oggetti di valore, di evitare spostamenti nelle ore notturne, in zone isolate o nei quartieri poveri (“slums”) e nei locali mal frequentati delle città. Più in generale, è possibile ritrovarsi in territori caratterizzati da forti contrapposizioni politiche e/o etniche, e/o religiose, soprattutto nelle regioni aride e remote del Centro Nord del Paese, teatro di episodi di violenza di carattere tribale o legata all’attività’ di pastorizia. Inoltre, trafficanti di diversa natura operano attraverso il confine. Ne risultano talvolta scontri a fuoco tra bande rivali o con la polizia keniana.

A Meru, come in tutto il Kenya, si registra un elevato tasso di microcriminalità comune, soprattutto nei centri urbani.

Rischi sanitari:

PATOLOGIE ENDEMICHE: Le principali malattie endemiche presenti in Kenya sono: amebiasi, giardia, parassitosi intestinale, tifo, epatite A, schigellosi, HIV, malaria e colera.

Le malattie endemiche più rare sono la bilarzia e la tripanosomiasi (malattia del sonno).

La malaria è presente nella zona costiera, nelle aree prossime al Lago Vittoria e in alcuni parchi, soprattutto durante la stagione delle piogge (marzo-giugno, ottobre-novembre) e immediatamente dopo.

STRUTTURE SANITARIE: i costi delle cure di livello europeo e degli eventuali rimpatri sanitari sono elevatissimi. Le strutture medico-ospedaliere richiedono tassativamente, ancora prima dell’accettazione anche per interventi di emergenza, la garanzia di copertura delle spese di degenza.

ACCORGIMENTI ADOTTATI PER GARANTIRE I LIVELLI MINIMI DI SICUREZZA E DI TUTELA DEI VOLONTARI:

Considerazioni e accorgimenti Generali Rischi per la sicurezza

¾ Unità di crisi - Ministero Affari Esteri

Per permettere al Ministero degli Affari Esteri, ed in particolare all'Unità di Crisi, nell'eventualità che si verifichino situazioni di grave emergenza, di rintracciare i volontari con la massima tempestività consentita e di pianificare con maggiore celerità interventi di evacuazione e soccorso, gli stessi saranno registrati sul sito "Dove siamo nel mondo", prima della partenza per l’estero.

¾ Ambasciate/consolati

Sarà cura delle controparti locali, in collaborazione con la sede italiana, dare comunicazione scritta alle Rappresentanze Italiane Locali (Ambasciate e Consolati), dell’inizio servizio e del periodo di permanenza nel paese dei volontari, ed ogni eventuale spostamento, nonché del referente della sicurezza dell’associazione. Inoltre, nei paesi dove questo è possibile, i volontari saranno presentati alle autorità consolari o diplomatiche italiane. Sarà cura delle controparti locali aggiornare costantemente l’autorità consolare/diplomatica italiana sugli eventuali rientri e/o spostamenti dei volontari.

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Di seguito vengono elencate alcune precauzioni indispensabili per aumentare la tutela degli operatori:

¾ Tenersi costantemente aggiornati sugli sviluppi delle eventuali crisi nel paese e sui suoi possibili sblocchi

¾ Tenersi in contatto con l’Ambasciata ed informare di eventuali cambi di indirizzo / spostamenti all0interno e all’esterno del Paese, nonché cambi di recapito

¾ Seguire attentamente le direttive impartite dalle Autorità Locali

¾ Curare di essere costantemente reperibili

¾ Limitare al massimo le uscite di casa, in particolare nelle ore notturne

¾ Mantenere un atteggiamento orientato alla massima prudenza durante tutti gli spostamenti, evitando dove possibile la partecipazione a manifestazioni e assembramenti

¾ Non portare con sé documenti in originali ma solo fotocopie

¾ consultare sempre il referente locale in caso di incertezza o indecisione sulle norme di sicurezza da porre in atto (es: visite non previste a istituzioni governative e/o religiose)

¾ Nel caso di spostamenti in automobile l’ente e/o il partner locale verifica la piena efficienza del mezzo e se necessario effettuare scorte di carburante

¾ Nel caso la situazione lo renda necessario, lente e/o il partner locale, predisporrà eventuali sistemi di protezione supplementari agli accessi alle abitazioni dei volontari.

Di seguito si elencano gli accorgimenti specifici adottati dall’Ente per garantire i livelli minimi di sicurezza e tutela dei volontari:

Per garantire livelli minimi di tutela e sicurezza dei volontari in relazione a rischi di ordine pubblico e politico:

RISCHIO ACCORGIMENTO

ATTI DI TERRORISMO

¾ Comunicare alle Rappresentanze Diplomatiche d’Italia nel Paese d’invio dei volontari, la loro residenza abituale e il tipo di progetto in cui saranno impegnati;

¾ Contattare le Autorità Nazionali Italiane (inserendo i nomi dei volontari in SCN sul sito https://www.dovesiamonelmondo.it) per permettere loro di pianificare interventi di assistenza;

¾ Contattare le rappresentanze consolari Italiane in loco o Unità di Crisi presso la Farnesina per fornire ed ottenere aggiornamenti adeguati e puntuali rispetto alla situazione dei volontari eventualmente interessati dagli atti.

¾ Sarà richiesto ai volontari di evitare soste prolungate in aree vulnerabili: aeroporti, stazioni, Centri Commerciali, mercati e luoghi affollati;

¾ Limitare gli spostamenti, evitando la frequentazione di luoghi di culto, edifici pubblici, eventi sportivi e, nei limiti del possibile, l'utilizzo dei trasporti pubblici (bus, "matatu" e relative stazioni);

¾ Nei giorni e nelle ore di maggiore affluenza, occorrerà inoltre evitare punti di abituale ritrovo, centri commerciali e locali notturni in particolare frequentati da cittadini stranieri;

¾ E’ inoltre necessario innalzare il livello di allerta in particolare nella capitale ed a Mombasa. Per quanto riguarda Nairobi è sconsigliato recarsi nei quartieri a nord est della città (Eastleigh, Pangani, etc.) e, in generale, nei quartieri marginali.

¾ Ogni spostamento locale del volontario/a è pianificato con gli operatori responsabili;

¾

ai volontari saranno sconsigliati spostamenti in orari serali, notturni e in zone isolate della città.  

¾ Sarà raccomandata massima vigilanza, in particolare sui mezzi di trasporto, sulle spiagge e nei luoghi isolati, evitando di viaggiare da soli/e;

¾ Non accettare passaggi in automobile da sconosciuti;

¾ Dotarsi di cellulare per poter comunicare in caso di necessità;

¾

Vista la pericolosità delle strade in tutto il paese, si raccomanda di chiedere agli autisti la massima prudenza. i volontari saranno invitati

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Per garantire livelli minimi di tutela e sicurezza dei volontari in relazione a rischi sanitari:

RISCHIO ACCORGIMENTO

PROFILASSI E VACCINAZIONI

¾ Prima della partenza previo parere medico, si consiglia di vaccinarsi contro febbre gialla, il colera, il tifo, l’epatite A e B e il tetano e di sottoporsi alla profilassi antimalarica.

¾ Si consiglia ai volontari di adottare tutte le misure precauzionali contro la malaria:

- indossare abiti di colore chiaro (i colori scuri ed accesi attirano gli insetti) con maniche lunghe e pantaloni lunghi, che coprano la maggior parte del corpo;

- evitare l'uso di profumi (attirano gli insetti);

- applicare sulla pelle esposta durante il giorno, ed in particolare dal tramonto all'alba, prodotti repellenti per gli insetti a base di n,n-dietil-n-toluamide o di kbr (noto anche come bayrepel o icaridina), ripetendo l'applicazione in caso di sudorazione intensa ogni 2-3 ore. I repellenti per gli insetti e gli insetticidi a base di piretroidi possono essere spruzzati direttamente sugli abiti;

- gli alloggi dei volontari saranno dotati di zanzariere;

- usare zanzariere sopra il letto, rimboccandone i margini sotto il materasso, verificandone le condizioni e controllando che non ci siano zanzare al loro interno; è utile impregnare le zanzariere con insetticidi a base di permetrina;

- spruzzare insetticidi a base di piretro o di permetrina nelle stanze di soggiorno o utilizzare diffusori di insetticida operanti a corrente elettrica;

¾ Per tutte le altre malattie infettive si raccomanda di mantenere sempre un elevato livello d’igiene personale e di adottare particolari misure preventive; di evitare di mangiare cibi crudi; di bere acqua e bevande in bottiglia senza aggiunta di ghiaccio, di non mangiare alimenti venduti per strada, di sbucciare la frutta; si raccomanda di coprire con un fazzoletto naso e bocca in caso di starnuti o tosse, di lavare le mani frequentemente, evitando contatti ravvicinati con persone che potrebbero essere infette.

¾ Si consiglia di non bagnarsi in fiumi e laghi d’acqua dolce a causa della biliarziosi;

¾ Si consiglia di evitare spostamenti in aree rurali durante la stagione delle piogge;

¾

Osservare le comuni regole di igiene raccomandate in ogni Paese con clima caldo-umido.

MICROCRIMINALITÀ

a non circolare da soli e a non portare con sé oggetti di valore (Ipad, macchine fotografiche,...) o grossi quantitativi di denaro;  

¾ i volontari saranno invitati a dotarsi di fotocopie dei propri documenti personali ed a custodire in luogo sicuro gli originali.

¾ Per evitare di esporre il personale a rischi legati a sequestri lampo a scopo di rapina si consiglia di non utilizzare taxi, fermandoli lungo le strade, ma di prenotarli telefonicamente, avendo l’attenzione di prendere comunque nota del numero di targa e controllare che siano visibili il registro municipale e l’ identificazione dell’autista;

 

¾ viaggiare soltanto con autobus appartenenti a compagnie di provata affidabilità;

¾ prestare costante attenzione agli eventuali borseggiatori, tenendo sotto controllo i propri oggetti personali quali: documenti, valigie, borse e macchine fotografiche, telefoni cellulari, specialmente sugli autobus e nei luoghi affollati;

¾ in caso di furto di passaporto va richiesto immediatamente il documento sostitutivo rilasciato dall’Ambasciata d’Italia (Emergency Travel Document - ETD);

¾ si invita il personale a portare solo il denaro strettamente necessario quando si sposta nei contesti ritenuti più a rischio.

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CENTRI DI ASSISTENZA MEDICA

¾ il presidio di riferimento a Meru è il Consolata Hospital di Nkubu, raggiungibile in pochi minuti con l’automobile disponibile presso la sede.

PARTICOLARI CONDIZIONI DI DISAGIO PER I VOLONTARI CONNESSE ALLA REALIZZAZIONE DEL PROGETTO:

Nello svolgimento del proprio servizio, i volontari impiegati all’estero nelle sedi del presente progetto sono soggetti alle seguenti condizioni di disagio:

¾ il disagio di ritrovarsi immersi in una realtà diversa da quella conosciuta e non avere le giuste coordinate per comprenderla, per capire come relazionarsi e comportarsi sia nei confronti delle controparti locali che delle istituzioni locali;

¾ il disagio di dover utilizzare quotidianamente particolari accorgimenti sanitari resi necessari dal vivere in territori in cui sono presenti patologie endemiche (malaria, aids e/o tubercolosi, ..)

¾ il disagio di ritrovarsi in territori in cui le condizioni climatiche possono, in certe situazioni, ostacolare o/e ritardare le attività previste dal progetto

¾ il disagio di vivere in territori dove le comunicazioni telefoniche ed il collegamento internet non è sempre continuo ed assicurato.

DESCRIZIONE DEL CONTESTO TERRITORIALE:

MERU

La Contea di Isiolo, collocata a circa 20 km dalla città Meru, è stata identificata come area di progetto, in particolare nei 3 Distretti di Merti, Isiolo e Garbatulla.

 

Si tratta di una contea collocata nella ex provincia orientale del Kenya, a nord est di Nairobi. Confina con altre sette contee, in particolare con Garissa ad est, Wajir a nord-est, Meru a sud-ovest, Samburu a est e Marsabit a nord-ovest, con le contee di Kitui e del Fiume Tana a sud-ovest e sud-est, rispettivamente. Le temperature variano da un minimo di 12 gradi celsius a un massimo di 28 gradi celsius. Le precipitazioni variano da 150 a 650 millimetri all'anno, in linea con i dati tipici delle ASALs in Kenya. La Contea di Isiolo, che si sviluppa territorialmente a nord del monte Kenya, è un’area desertica, storicamente crocevia di etnie, poco propensa all’agricoltura, ed abitata prevalentemente da pastori. Le principali etnie presenti nell’area sono quella Turkana, Borana, Somali e Meru, con i Borana che formano la più grande parte della popolazione.

 

Gli abitanti della Contea sono sia musulmani che cristiani, sebbene la più alta percentuale della popolazione sia di fede musulmana, qualcosa che è evidente dalle molte moschee presenti nella contea. La maggior parte se non tutti i somali e un numero considerevole di Borana sono musulmani, mentre i Meru sono soprattutto cristiani.

La scarsità di terreni coltivabili e di pascoli è una sfida quotidiana per la gente di Isiolo, un fenomeno che è testimoniato dai conflitti costanti che affliggono la regione, che spesso hanno valenza interetnica. I Borana sono pastori nomadi, si spostano da una zona all'altra, all'interno della contea e nelle contee limitrofe alla ricerca di pascoli e acqua per le loro capre, cammelli e mucche, entrando sovente in conflitto con la popolazione sedentarizzata. La pastorizia è di gran lunga l’attività economica (ma dalle forti connotazioni socioculturali) principale praticata nella Contea.

Il 71% della popolazione, che in totale conta circa 143 mila abitanti, vive al di sotto della soglia di povertà, mentre poco più della metà, il 55,7%, ha accesso ai servizi igienici mentre solo il 18% può usufruire dell’acqua potabile. Le scarse condizioni igieniche in cui si trovano a vivere sono causa di malattie, molto spesso mortali, che colpiscono soprattutto le fasce più deboli della popolazione, donne e bambini in primis.

Nel territorio di Meru si interviene nel settore Ambiente e Foreste Settore di intervento del progetto: AMBIENTE E FORESTE

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Le Contee di Meru e di Isiolo, in cui il progetto interviene, si trovano nella zona nord-orientale del Kenya, che è costituita da una vasta area montuosa di steppa, savana e deserto e solo un terzo della superficie è coltivabile.

L’area è classificata come ASAL (Arid and Semi-Arid Land) e destinataria di attenzione a causa delle siccità che l’hanno afflitta e dell’emarginazione socio-economica che l’ha da sempre caratterizzata per motivi politici, economici e culturali. Le infrastrutture e i servizi nella Contea sono minimi; vi sono 212 punti d’accesso all’acqua, le famiglie prossime ad un pozzo sono il 43,5% mentre quelle che consumano acqua potabile sono solo il 18%, con il 10,3% della mortalità infantile (<5) dovuta a diarrea causata da comportamenti igienici scorretti, all’uso di acqua non potabile o alla contaminazione dei pozzi. La distanza media per la fonte d’acqua più vicina è 5 km, 45 minuti di cammino. Nella Contea, presso le scuole, circa 30.000 bambini/e non hanno accesso all’acqua durante il tempo passato a scuola. Per quanto riguarda il bestiame, la situazione è difficile, la zona presenta maggior carenza di acqua rispetto ad altre zone di pascolo, soprattutto durante i periodi secchi, quando il fiume Ewaso Ng'iro si prosciuga, causando conflitti attorno all’uso delle fonti disponibili. Il 55,7% delle persone ha accesso ai servizi igienici, ma la maggior parte delle scuole ne sono prive.

Le comunità locali non dispongono del quantitativo giornaliero minimo di acqua potabile e le malattie causate dall’acqua contaminata si diffondono facilmente, causando vittime soprattutto tra i bambini al di sotto dei 5 anni di età. Inoltre, le strutture idriche esistenti non sono adeguate alle esigenze della popolazione e spesso sono inutilizzabili.

La gestione sostenibile delle risorse naturali è fondamentale per la continua crescita economica del paese e quindi la base di queste risorse è il fondamento di tutti i sistemi di produzione in Kenya e nello specifico di Meru. La maggiore questione oggi è come sostenere la sempre crescente domanda di beni e servizi legati alle risorse naturali. Molti anni di sfruttamento, la pressione demografica, la domanda di acqua, di legno per combustibile e le pratiche di sfruttamento del suolo non sostenibili, aggravato da un quadro di governance poveri, hanno contribuito pesantemente al degrado dell'ambiente naturale (FAO, 2013).

La Contea di Isiolo, che confina con quella di Meru (sede del progetto) è da sempre afflitta da conflitti e siccità che ne escludono la partecipazione allo sviluppo socio-economico del resto del Paese. Le conseguenze delle piogge del 2013 (il 200% oltre la media) che hanno causato danni alle infrastrutture (scuole, centri sanitari, bacini idrici, latrine), con conseguenze devastanti per le comunità di pastori e le loro mandrie ancora oggi si sentono, infatti a causa del limitato accesso all’acqua e ai pascoli, e alla distruzione dei raccolti, l’insicurezza idrica è ancora notevolmente aumentata. Le autorità locali (Water Resources Management Authority e il Ministry of Public Health and Sanitation) da anni sollecitano la collaborazione degli organismi internazionali per far fronte all’emergenza che miete ancora numerose vittime. In particolare negli ultimi due anni sono stati quindi organizzati incontri durante i quali è stato possibile scambiare informazioni utili e idee sugli interventi da proporre ed eventualmente incrementare.

Molti dei pozzi tradizionali continuano a non esser protetti, risultando ancora a rischio contaminazione; negli invasi e nelle dighe scavate nei letti dei fiumi, vi è il continuo pericolo di collasso durante le alluvioni o le esondazioni del fiume Ewaso N’yiro. Gran parte dei tanti pozzi risultano danneggiati e questo riduce l’accesso all’acqua pulita; l’assenza di smaltimento sicuro delle feci e comportamenti igienici scorretti provocano l’aumento dell’incidenza della diarrea soprattutto tra i bambini sotto i 5 anni. L’accesso ai pochi servizi disponibili continua ancora ad esser complicato per le grandi distanze da coprire. Ad esempio, la maggior parte delle strutture sono mal distribuite, offrono un pacchetto limitato di servizi, mancano di personale qualificato, attrezzature adeguate, fonti d’acqua interne e attingono acqua ai pozzi della comunità con conseguenze negative sulla qualità del servizio.

L’intervento si propone di continuare quanto iniziato negli scorsi anni al fine di migliorare l’accesso, la quantità e qualità di acqua disponibile con la riabilitazione/ricostruzione delle risorse idriche e la costruzione di sistemi di raccolta d’acqua piovana, di aumentare l’accesso ai servizi igienici di base con la costruzione di latrine e di rafforzare la consapevolezza dell’importanza di corrette pratiche igienico-sanitarie.

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SERVIZI ANALOGHI E DELLA RELATIVA OFFERTA PRESENTE NEL CONTESTO DI RIFERIMENTO L’azione proposta trae ispirazione sia dal Kenya Health Policies 2012-2030 che dal Water Act (2002).

L'obiettivo per il 2015 è di migliorare l'accesso all'acqua potabile e ai servizi igienico-sanitari presenti sul territorio. Strategie specifiche devono essere introdotte per elevare gli standard qualitativi dell’acqua nel Paese, il livello di gestione delle risorse e la capacità di raccolta e stoccaggio. L'attuazione della Strategia Nazionale dei Servizi Idrici (NWSS, 2007) guida il settore idrico del Kenya verso il raggiungimento dell'Obiettivo di Sviluppo del Millennio n ° 7. Le numerose occasioni di incontro e scambio a livello locale tra gli attori dello sviluppo (District Steering Groups, Wescoord) e la stretta collaborazione con le autorità a livello distrettuale (DWO, DPHO, CHMT, DEO) permetteranno di evitare la duplicazione o sovrapposizione dell’intervento proposto con altre iniziative in corso o future. Utile fonte di sinergia a livello locale sarà il continuo scambio con gli attori dell’ALRMP, un progetto di gestione delle risorse promosso dal GOK (Government of Kenya) e finanziato dalla Banca Mondiale, sostenuto dall’Unione Europea tramite il DMI (Drough Management Initiative) e dal KRDP (Kenya Rural Development Program). Al momento non vi sono iniziative della Cooperazione Italiana nell’area di intervento proposta.

Nel settore Ambiente e Foreste si interviene nel territorio di Meru con i seguenti destinatari diretti e beneficiari.

Destinatari diretti:

I destinatari diretti del progetto sono:

¾ circa 20.000 persone (20% della popolazione), che avranno a disposizione acqua pulita per uso umano e animale, grazie alla ricostruzione/protezione delle fonti d’acqua.

¾ 2.000 studenti (30% bambine), che avranno a disposizione acqua nelle scuole, beneficiando dei sistemi di raccolta d’acqua piovana e delle latrine costruite (7), e delle formazioni igienico-sanitarie sul loro corretto utilizzo;

¾ 2.500 persone (500 famiglie) beneficeranno di distribuzioni di materiale igienico-sanitario e kit di purificazione dell’acqua nonché di un maggior peso sociale riconosciuto dalla comunità grazie a focus group e discussioni comunitarie sul ruolo della donna in famiglia e nella comunità.

Beneficiari:

¾ Saranno beneficiari dell’azione circa 50.000 persone (40% della popolazione), che beneficeranno delle infrastrutture costruite e delle attività di sensibilizzazione organizzate con le comunità.

OBIETTIVI SPECIFICI DEL PROGETTO DI IMPIEGO

¾ Migliorare l’accesso continuo e sostenibile all’acqua pulita per almeno il 20% della popolazione delle comunità

ƒ 7 fonti di approvvigionamento idrico (pozzi, condotti idrici, dighe di sabbia, pozzi superficiali, invasi) sono riparate/protette e funzionanti

ƒ 20.000 persone, avranno a disposizione acqua pulita

ƒ Almeno il 40% dei pastori nomadi che abitualmente migrano durante la stagione secca restano nella Contea di Isiolo, avendo a disposizione una maggiore quantità d’acqua

¾ migliorare l’accesso continuo e sostenibile all’acqua pulita con una attenzione particolare a 2.000 studenti delle scuole del territorio.

ƒ 10 sistemi di raccolta d’acqua piovana nelle scuole sono riabilitati/costruiti

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ƒ 2.000 studenti (7% della popolazione scolastica che non aveva accesso all’acqua negli istituti frequentati) hanno a disposizione acqua nelle scuole e beneficiano di latrine (7)

¾ migliorare l’accesso continuo e sostenibile all’acqua pulita con una attenzione particolare a circa 500 famiglie maggiormente colpite dal problema.

500 nuclei familiari (2.500 persone) hanno ricevuto materiale igienico-sanitario e kit di purificazione dell’acqua

DESCRIZIONE DEL PROGETTO:

Complesso delle attività previste per il raggiungimento degli obiettivi

Azione 1. Aumentare presso alcune comunità e scuole la disponibilità di acqua potabile tramite la riabilitazione di fonti di approvvigionamento idrico e la riabilitazione/costruzione di sistemi di raccolta d’acqua piovana

1. Pulizia/protezione/riparazione di 7 fonti d’acqua per consumo umano (pozzi/borehole/condotti idrici) nei 3 Distretti di Merti, Isiolo e Garbatulla;

2. Costruzione/Riabilitazione di 10 sistemi di raccolta d’acqua piovana, in altrettante scuole.

Azione 2. Costruzione di latrine e hand wash facilities in 7 scuole e promozione del loro corretto utilizzo 1. Identificazione delle 7 scuole che necessitano della costruzione di latrine e hand wash facilities 2. Costruzione di 7 blocchi di latrine a due porte e hand wash facilities in 7 scuole identificate;

3. Pianificazione e organizzazione di incontri di sensibilizzazione mensili con studenti e insegnanti sull’uso di latrine loro pulizia e corrette norme igienico-sanitarie e prevenzione malattie trasmissibili 4. Realizzazione di incontri di sensibilizzazione mensili con gli studenti e gli insegnanti per l’uso delle

latrine, loro pulizia e corrette norme igienico-sanitarie e prevenzione malattie trasmissibili. Si prevede il coinvolgimento di 2.000 studenti.

Azione 3. Distribuzione di water pur, attrezzature per la purificazione dell’acqua e sensibilizzazione sul loro corretto utilizzo

1. Distribuzione di 60.000 sacchetti di water pur (kit di purificazione dell’acqua) 2. Distribuzione di 500 secchi (jerrycans) per la purificazione dell’acqua

3. Organizzazione e pianificazione di 5 incontri pubblici di sensibilizzazione sul corretto utilizzo dei sacchetti water pur e dei secchi distribuiti ai 500 nuclei familiari

4. Realizzazione dei 5 incontri pubblici di sensibilizzazione sul corretto utilizzo dei sacchetti water pur e dei secchi ai 500 nuclei familiari (2.500 persone) durante i mesi più critici dell’anno per superare l’emergenza siccità (3 mesi)

Risorse umane complessive necessarie per l’espletamento delle attività previste, con la specifica delle professionalità impegnate e la loro attinenza con le predette attività

¾ 1 coordinatore esperto del settore WASH – tutte le attività

¾ 2 formatori esperti nel settore WASH- attività 2.3, 2.4, 3.1, 3.2, 3.3, 3.4

¾ 2 ingegneri esperti del settore WASH – attività 1.1, 1.2, 2.1, 2.2

¾ 1 logista – tutte le attività

¾ 1 amministratore – tutte le attività

¾ 1 autista – tutte le attività

¾ 2 guardiani – tutte le attività

Ruolo ed attività previste per i volontari nell’ambito del progetto:

Il volontario/a in servizio civile n°1-2 sarà di supporto nelle seguenti attività:

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¾ Partecipazione e supporto nell’individuazione delle 7 fonti d’acqua che necessitano di pulizia, protezione o riparazione nei 3 Distretti

¾ Supporto alla pulizia/protezione/ riparazione di 7 fonti d’acqua per consumo umano e animale nei 3 Distretti

¾ Supporto tecnico e logistico nella costruzione e riabilitazione di 10 sistemi di raccolta d’acqua piovana, in 10 scuole

¾ Supporto alla distribuzione di 60.000 sacchetti di water pur

¾ Supporto alla distribuzione di 500 secchi (jerrycans)

¾ Supporto alla pianificazione e organizzazione di incontri sul corretto utilizzo di sacchetti di water pur e jerrycans ai 500 nuclei famigliari

¾ Supporto alla realizzazione degli incontri pubblici di sensibilizzazione mensili con gli studenti e gli insegnanti sul corretto utilizzo di sacchetti di water pur e jerrycans ai 500 nuclei famigliari

¾ Supporto alle attività di monitoraggio del progetto

Il volontario/a in servizio civile n°3 sarà di supporto nelle seguenti attività:

¾ Supporto all’identificazione delle 7 scuole dove costruire blocchi di latrine a due porte e hand wash facilities

¾ Supporto tecnico e logistico alla realizzazione dei 7 blocchi di latrine a due porte

¾ Supporto tecnico e logistico alla realizzazione dei 7 blocchi di hand wash facilities

¾ Supporto alla pianificazione e organizzazione degli incontri di sensibilizzazione mensili con gli studenti e gli insegnanti per l’uso delle latrine, loro pulizia e corrette norme igienico-sanitarie e prevenzione malattie trasmissibili

¾

Supporto alle attività di monitoraggio e di capitalizzazione del progetto per quanto riguarda gli aspetti socioeconomici legati al progetto

 

REQUISITI

:

Si ritiene di dover suddividere tra generici, che tutti i candidati devono possedere, e specifici, inerenti aspetti tecnici connessi alle singole sedi e alle singole attività che i Volontari andranno ad implementare, preferibilmente i seguenti requisiti:

Generici:

¾ Esperienza nel mondo del volontariato;

¾ Conoscenza della Federazione o di uno degli Organismi ad essa associati e delle attività da questi promossi;

¾ Competenze informatiche di base e di Internet;

Specifici:

Volontario/a n°1:

¾ Preferibilmente formazione tecnico-scientifica in ambito idrico (ingegneria ambientale, energetica,

…)

¾ Buona conoscenza della lingua inglese

Volontario/a n°2:

¾ Preferibilmente formazione socio-economica e gestionale

¾ Buona conoscenza della lingua inglese

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DOVE INVIARE LA CANDIDATURA

¾ tramite posta “raccomandata A/R”: la candidatura dovrà pervenire direttamente all’indirizzo sotto riportato.(Nota Bene: non farà fede il timbro postale di invio, ma la data di ricezione in sede delle domande)

ENTE CITTA’ INDIRIZZO TELEFONO SITO

LVIA Cuneo Via Mons. Peano, 8 b -

12100 0171696975

www.lvia.it 

¾ tramite Posta Elettronica Certificata (PEC) di cui è titolare l'interessato, allegando la documentazione richiesta in formato pdf, a

lvia@pec.lvia.it 

e avendo cura di specificare nell'oggetto il paese e il titolo del progetto (es. CASCHI BIANCHI: INTERVENTI UMANITARI IN AREE DI CRISI – Est Europa 2016 - Albania - CELIM).

Nota Bene: per inviare la candidatura via PEC

• è necessario possedere un indirizzo PEC di invio (non funziona da una mail normale),

• non è possibile utilizzare indirizzi di pec gratuiti con la desinenza "postacertificata.gov.it", utili al solo dialogo con gli Enti pubblici.

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