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Dott. Geol. Maurizio D’Angelo

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Academic year: 2022

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REGIONE SICILIANA

CITTÀ METROPOLITANA DI CATANIA COMUNE DI ACI SANT’ANTONIO

Dott. Geol. Maurizio D’Angelo

Iscritto all’Albo Professionale dei Geologi di Sicilia con il n. 1607

Studio Professionale di Gestioni Ambientali

95010 Santa Venerina (CT) - Via Princessa, 40 Tel. 392 9886432 – Fax 178 6051201

PROCEDURA DI VERIFICA DI ASSOGGETTABILITÀ A V . I . A .

E DI VALUTAZIONE DI INCIDENZA AMBIENTALE

Ai sensi dell’art. 19 e dell’art. 10, comma 3, del Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n. 152

STUDIO PRELIMINARE AMBIENTALE E DI INCIDENZA RELAZIONE TECNICA

OG G E T T O:

I

M P I A N T O D I M E S S A I N S I C U R E Z Z A

,

D E M O L I Z I O N E

,

R E C U P E R O D E I M A T E R I A L I

,

R O T T A M A Z I O N E D I V E I C O L I A M O T O R E

,

S I T O I N

A

C I

S

A N T

’A

N T O N I O

(CT),

V I A

S

A N

G

I O V A N N I

S. M

A R I A

L

A

S

T E L L A S

.

N

.

Committente:

AUTODEMOLIZIONE CUBEDA S.r.l.

Via Nuova, 28/A – Aci Sant’Antonio (CT) Codice Elaborato:

RS 05 SPA 0001 A0

Data

Gennaio 2022

Il Professionista incaricato

Rev.

00

Dott. Geol. M. D’ANGELO Firma digitale

MAURIZIO D'ANGELO

Firmato digitalmente da MAURIZIO D'ANGELO

Data: 2022.01.18 13:32:01 +01'00'

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INDICE

PREMESSA 7

RIFERIMENTI NORMATIVI 9

Verifica di assoggettabilità a V.I.A. 9

Valutazione di incidenza ambientale 10

Aspetti riguardanti la localizzazione riguardo ai siti di Rete Natura 2000 11

METODOLOGIA ESECUTIVA ADOTTATA 12

Verifica di Assoggettabilità a V.I.A. 12

Valutazione di incidenza ambientale 15

1 CARATTERISTICHE DELL’IMPIANTO 21

1.1 DIMENSIONI DELLIMPIANTO 21

1.1.1 Ciclo di lavorazione 22

1.1.2 Atti autorizzativi regionali 24

1.1.3 Descrizione EER e relative operazioni attualmente autorizzate 24

1.1.4 Impianti e scarichi idrici e relativa autorizzazione 27

1.2 CUMULO CON ALTRI PROGETTI 31

1.3 UTILIZZAZIONE DI RISORSE NATURALI 32

1.4 PRODUZIONE DI RIFIUTI 32

1.5 INQUINAMENTO E DISTURBI AMBIENTALI 33

1.6 RISCHIO DI INCIDENTI 33

1.6.1 Incendio 37

1.7 RISCHI PER LA SALUTE UMANA 39

1.8 CONFORMITÀ CON LE INDICAZIONI OPERATIVE DEL PIANO REGIONALE RIFIUTI SPECIALI 40

1.8.1 Veicoli fuori uso e rifiuti da essi provenienti 40

1.8.2 R.A.E.E. 43

2 LOCALIZZAZIONE DELL’IMPIANTO 45

2.1 AMBITO DI PROGRAMMAZIONE TERRITORIALE 46

2.1.1 Piano Regolatore Generale 46

2.1.2 Vincoli ambientali e territoriali 46

2.1.3 Piano Paesistico Regionale 48

2.1.4 Piano Paesaggistico della provincia di Catania 51

2.1.5 Il sito nel contesto del P.A.I. regionale 53

2.1.6 Piano di gestione del Rischio di Alluvioni 54

2.2 IL CONTESTO DEL SITO DI RETE NATURA 2000 55

2.2.1 ZSC ITA070021 56

2.2.2 Condizioni ambientali della ZSC in esame 60

2.2.3 Azioni e strategie del Piano di Gestione della ZSC 69

2.3 ATMOSFERA E CLIMATOLOGIA 72

2.4 AMBIENTE IDRICO 73

2.5 SUOLO E SOTTOSUOLO 74

2.5.1 Inquadramento geomorfologico 74

2.5.2 Geologia 75

2.5.3 Caratteristiche idrogeologiche 77

2.5.4 Vulnerabilità all’inquinamento della falda 80

2.5.5 Valutazione dell’impatto degli scarichi disperdenti in sottosuolo 83

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2.6 ECOSISTEMI, FLORA E FAUNA 84

2.7 PAESAGGIO E BENI CULTURALI 85

2.8 SALUTE PUBBLICA 86

2.9 VIABILITÀ E TRASPORTI 87

2.10 RUMORE 88

2.11 RADIAZIONI IONIZZANTI E NON 89

2.12 CONFORMITÀ AI CRITERI DI LOCALIZZAZIONE DI CUI ALLA VIGENTE NORMATIVA 90

2.12.1 Criteri di cui al D.Lgs. 209/2003 90

2.12.2 Criteri del Piano Regionale per la gestione dei rifiuti speciali in Sicilia 91 3 TIPOLOGIA E CARATTERISTICHE DELL’IMPATTO POTENZIALE 97

3.1 ENTITÀ ED ESTENSIONE DELLIMPATTO 97

3.2 NATURA DELLIMPATTO 97

3.3 NATURA TRANSFRONTALIERA DELLIMPATTO 98

3.4 INTENSITÀ E COMPLESSITÀ DELLIMPATTO 98

3.4.1 Effetti sulle componenti ambientali naturali abiotiche e antropiche 99

3.4.1.1 Atmosfera 99

3.4.1.2 Ambiente idrico 99

3.4.1.3 Suolo e sottosuolo 99

3.4.1.4 Paesaggio e beni culturali 99

3.4.1.5 Salute pubblica 100

3.4.1.6 Viabilità e trasporti 100

3.4.1.7 Rumore 100

3.4.2 Effetti sulle componenti ambientali naturali biotiche 100

3.4.2.1 Ecosistemi, flora e fauna 100

3.4.2.2 Connessioni ecologiche 100

3.5 PROBABILITÀ DELLIMPATTO 101

3.6 PREVISTA INSORGENZA, DURATA, FREQUENZA E REVERSIBILITÀ DELLIMPATTO 102

3.7 CUMULO TRA LIMPATTO DEL PROGETTO E GLI IMPATTI DI ALTRI PROGETTI 103

3.8 POSSIBILITÀ DI RIDURRE LIMPATTO IN MODO EFFICACE 103

4 VALUTAZIONE DEL GRADO DI SIGNIFICATIVITÀ DELL’INCIDENZA 104

4.1 CONSIDERAZIONI SPECIFICHE 104

4.2 MATRICE DELLO SCREENING 104

4.3 RISULTATI CONCLUSIVI DELLO SCREENING 108

4.4 MATRICE IN CASO DI ASSENZA DI EFFETTI SIGNIFICATIVI 109

5 BIBLIOGRAFIA DI RIFERIMENTO PER LA V.INC.A 111

INDICE FIGURE

Figura 1-1 Immagine satellitare dell’area di proprietà dello stabilimento (delimitata dal poligono giallo); per i

dettagli sulla suddivisione delle aree si veda la planimetria in allegato. ... 21

Figura 1-2 Stralcio della planimetria dell’impianto, riguardante il settore del capannone. ... 22

Figura 1-3 Planimetria e sezione dell’impianto di depurazione, con particolare (in alto) del pozzetto di prelievo. ... 30

Figura 2-1 Immagine satellitare dell’area ove ricade il sito dell’impianto in oggetto. ... 45 Figura 2-2 Stralcio cartografico estratto dal GEO VISUALIZZATORE della Regione Siciliana

(http://www.sitr.regione.sicilia.it/geoviewer/), con evidenza del tematismo relativo ai “regimi normativi”

del Piano Paesaggistico della Città Metropolitana di Catania; l’area in rosso indica l’impianto in esame,

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mentre in giallo sono riportate le aree di “Tutela 1”, tra cui l’area boscata (art. 142, lett, g, D.Lgs.

42/2004) ricadente immediatamente a Nord del suddetto impianto. ... 46

Figura 2-3 Immagini dell’area, posta immediatamente a Nord dell’impianto in esame, attualmente risultante come sottoposto a vincolo paesaggistico di tutela 1. ... 47

Figura 2-4 Inquadramento cartografico dell’ambito di interesse, secondo il Piano Paesistico Regionale ... 48

Figura 2-5 Stralcio della Tav. 1 - Bacini idrografici, del “Piano di gestione del Rischio di Alluvioni”, in cui si individua il bacino ove ricade il sito d’interesse. ... 54

Figura 2-6 Immagine satellitare con riportati i nodi relativi al rischio idraulico di cui al Rapporto preliminare sul rischio idraulico in Sicilia e ricadute nel sistema di P.C. - 5/2015, nei pressi del sito d’interesse (area in giallo). ... 55

Figura 2-7 Mappa ufficiale del sito RETE NATURA 2000 ZSC ITA070021 (fonte: Ministero dell’Ambiente e della Tutela del territorio e del Mare), con ubicazione dell’impianto in esame (ellisse verde). ... 59

Figura 2-8 Stralcio della Tavola “Carta della Vegetazione” del Piano di Gestione del sito “Residui Boschivi del Catanese”; il sito progettuale è individuato dal triangolo blu. ... 62

Figura 2-9 Stralcio della Tavola 1.B.3 “Carta del valore faunistico degli habitat” del Piano di Gestione del sito “Residui Boschivi del Catanese”; il sito progettuale è individuato dal triangolo blu.. ... 64

Figura 2-10 Ripartizione percentuale classi uso del suolo (II livello CORINE) e relativa legenda (tab. a dx). ... 65

Figura 2-11 Stralcio della Tavola 8 “Carta dell’uso del suolo”; il sito progettuale è individuato dal triangolo rosso... 66

Figura 2-12 Stralcio della Tavola “Carta delle infrastrutture e degli insediamenti”. ... 67

Figura 2-13 Stralcio della Tavola “Carta dei Vincoli e dei Beni Paesaggistici”. ... 68

Figura 2-14 Stralcio della Tavola 4.C.1 “Carta delle azioni e delle strategie gestionali” del Piano di Gestione del sito “Residui Boschivi del Catanese”. ... 70

Figura 2-15 Stralcio della “Carta Morfotettonica dell’Etna”, Dipartimento di Scienze Geologiche, Università di Catania (2008); il sito ‘interesse è identificato dal cerchietto giallo. ... 75

Figura 2-16 Stralcio della “Carta Geologica del Vulcano Etna”, INGV e Università di Catania (2011); il sito ‘interesse è identificato dal cerchietto giallo. ... 76

Figura 2-17 Stralcio della “Carta della vulnerabilità all’inquinamento dell’acquifero vulcanico dell’Etna” (G.N.D.C.I. – C.N.R., U.O. 4.16 - C.S.E.I. Catania, Resp. Prof. V. Ferrara – 1990), da cui si evince la freatimetria della falda soggiacente il sito d’interesse (cerchietto rosso). ... 79

Figura 2-18 Probabile antica estensione del Bosco di Aci (in tratteggio) e lembi attualmente residui (in verde); la stellina gialla rappresenta l’ubicazione del sito d’interesse. ... 84

Figura 2-19 Immagine satellitare di dettaglio del sito d’interesse (in basso) con, in evidenza, il sistema di viabilità locale; l’immagine in alto rappresenta l’area a vasta scala, con evidenza dell’importante asse viario autostradale della A18, mentre il sito d’interesse è evidenziato dal segnaposto giallo. ... 87

Figura 3-1 Immagine Carta dei Corridoi ecologici prodotta dalla ARTA Sicilia scala 1:250.000 (dal “Piano di Gestione del sito Residui Boschivi del Catanese”, 2011); la freccia indica la zona in cui ricade l’impianto in esame. ... 101

Figura 4-1 Diagramma di flusso della procedura di valutazione di Livello I (Screening). ... 108

INDICE TABELLE Tabella 1 Quantitativi massimi annui di rifiuti attualmente autorizzati in impianto... 24

Tabella 2 Nodi di criticità indicati dal Dipartimento Regionale di Protezione Civile (Rapporto preliminare sul rischio idraulico in Sicilia e ricadute nel sistema di P.C. - 5/2015), ubicati nei pressi del sito in esame. ... 55

Tabella 3 Dati generali relativi alla ZSC ITA070021. ... 56

Tabella 4 Tipo di Protezione del Sito a Livello Nazionale e Regionale. ... 57

Tabella 5 - Specie animali contenute nell'allegato 2 ... 58

Tabella 6 - Altre specie importanti ... 58

Tabella 7 Copertura degli habitat nella ZSC ITA070021. ... 60

Tabella 8 Elenco delle azioni previste tra le strategie di intervento da attuare nel sito ZSC. ... 70

Tabella 9 Precipitazioni medie mensili ed annue in mm ... 73

Tabella 10 Temperature medie mensili in °C ... 73

Tabella 11 Classificazione del grado di vulnerabilità secondo il metodo DRASTIC Normale ... 81

Tabella 12 Grado di vulnerabilità medio del sito secondo il metodo DRASTIC Normale ... 82

Tabella 13 Potere di autodepurazione dei terreni ... 83

Tabella 14 Applicazione del sistema vincolistico di riferimento del PRRS al caso specifico in esame. ... 94

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RS04SPA0002A0 - APPENDICI

APPENDICE 1 PROROGA ATTIVITÀ DEL 31/07/2020 APPENDICE 2 D.R.S. N.15 DEL 18/01/2021 APPENDICE 3 AUTORIZZAZIONI REGIONALI

O.C. n. 294 dell’01/04/2005 O.C. n. 295 dell’01/04/2005 O.C. n. 652 del 07/07/2005 O.C. n. 368 del 24/07/2007 D.D.G. n. 111 del 03/05/2010 D.D.S. n. 519 del 23/04/2015 APPENDICE 4 A.U.A.

APPENDICE 5 CERTIFICAZIONE ISO14001

APPENDICE 6 CERTIFICAZIONE DI DESTINAZIONE URBANISTICA

APPENDICE 7 FORMULARIO STANDARD DI RIFERIMENTO DELLA RETE NATURA 2000

APPENDICE8 TABELLA DI SINTESI DELLE AZIONI STRATEGICHE GESTIONALI DEL SITO DI RETE NATURA 2000

RS05SPA0003A0 - ALLEGATI

ALLEGATO 1 CARTOGRAFIA TEMATICA

Tav. 1 Corografia - scala 1:25.000 Tav. 2 Corografia - scala 1:10.000 Tav. 3 Mappa catastale – scala 1:5.000

Tav. 4 Carta delle aree protette e dei siti di Rete Natura 2000 - scala 1:100.000 Tav. 5 Carta dei vincoli e dei beni paesaggistici - scala 1:10.000

Tav. 6 Carta dei regimi normativi paesaggistici - scala 1:10.000 Tav. 7 Carta delle componenti del paesaggio - scala 1:10.000 Tav. 8 Carta dell’uso del suolo (corine landcover) - scala 1:10.000 Tav. 9 Carta degli habitat (corine biotopes) - scala 1:10.000 Tav. 10 Carta della fragilità ambientale - scala 1:10.000 Tav. 11 Carta del valore ecologico - scala 1:10.000 Tav. 12 Carta della sensibilità ecologica – scala 1:10.000 Tav. 13 Carta della pressione antropica - scala 1:10.000

Tav. 14 Stralcio della “Carta delle infrastrutture e degli insediamenti” – scala 10.000 ALLEGATO 2 CARTOGRAFIA DEL P.A.I.

ALLEGATO 3 PLANIMETRIE DELLIMPIANTO

RS04GIS0001A0 - ALLEGATO GIS

PLANIMETRIA GENERALE IMPIANTO GEOREFERENZIATA

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PREMESSA

Su incarico della AUTODEMOLIZIONE CUBEDA S.r.l. di Aci Sant’Antonio è stata redatta la presente relazione tecnica afferente l’esistente impianto di messa in sicurezza, demolizione, recupero dei materiali, rottamazione di veicoli a motore, sito in Aci s. Antonio (CT), via San Giovanni S. Maria La Stella s.n., finalizzato alla verifica di assoggettabilità alla procedura di Valutazione di Impatto Ambientale, ex art. 19, Titolo III della Parte Seconda del D.Lgs. 3 aprile 2006, n. 152 e ss.mm.ii., in quanto rientrante tra i progetti elencati nell’Allegato IV alla Parte Seconda del D.Lgs.152/2006, alla lettera t) della categoria 8 (Altri progetti), per i quali si prefigurano “modifiche o estensioni di progetti di cui all'allegato III o all'allegato IV già autorizzati, realizzati o in fase di realizzazione, che possono avere notevoli ripercussioni negative sull'ambiente (modifica o estensione non inclusa nell'allegato III)”.

In particolare la suddetta procedura deriva da una prescrizione del Decreto n. 15 emanato in data 18/01/2021 (cfr. Appendice 2) dal Responsabile dal Servizio 1 del Dipartimento Ambiente (nel seguito Servizio 1 DRA) dell’Assessorato Regionale Territorio e Ambiente, in cui all’art. 1 si riporta:

«All'esito della valutazione preliminare ex art. 6 comma 9 del D.Lgs. n. 152/2006 e ss.mm.ii. degli dell’istanza presentata dalla Autodemolizione Cubeda S.r.l. nell’ambito del “Rinnovo dell'autorizzazione unica per la gestione dell’impianto di messa in sicurezza, demolizione, recupero dei materiali, rottamazione di veicoli a motore, sito in Aci S. Antonio (CT) via San Giovanni S. Maria La Stella s.n.”, le modifiche proposte devono essere sottoposte al procedimento di verifica di assoggettabilità a V.I.A. prevista dall'art. 19 del D.Lgs. n. 152/2006 e ss.mm.ii.».

Il summenzionato D.R.S. n. 15 del 18/01/2021 è stato, quindi, emanato a seguito della istanza presentata dalla ditta AUTODEMOLIZIONE CUBEDA S.r.l. tramite il Portale Valutazioni Ambientali di questo Assessorato, confermata con prot. D.R.A. n. 45286 del 05/08/2020 e perfezionata il 27/08/2020, nella Sezione Enti del Portale Regionale Valutazioni Ambientali (rif. https://si-vvi.regione.sicilia.it/enti - Codice Istanza 255), per l’avvio della procedura di valutazione preliminare, ex art. 6 comma 9 del D.Lgs.

n. 152/2006 e ss.mm.ii., nell’ambito del rinnovo dell’autorizzazione, ai sensi dell'art.208 del D.Lgs.

152/2006, dell’impianto già oggetto del provvedimento di V.I.A. reso dal Commissario delegato per l’>Emergenza Rifiuti e la Tutela delle Acque in Sicilia, ai sensi e per gli effetti del D.P.R. 12/04/1996 e ss.mm.ii., con Ordinanza n. 294 del 01/04/2005. La stessa istanza è stata dichiarata procedibile con nota del Servizio 1 del DRA del 19/10/2020 (prot. DRA n. 60886).

La procedura di valutazione preliminare è stata attuata poiché per l’impianto in oggetto la ditta AUTODEMOLIZIONE CUBEDA ha richiesto il rinnovo dell’autorizzazione di cui alla O.C. n. 295 del 01/04/2005 e così come rinnovata dal D.D.S. n. 519 del 23 aprile 2015, con istanza del 26/09/2019, inoltrata al Dipartimento Regionale delle Acque e dei Rifiuti. A tale istanza il Servizio 8 del suddetto Dipartimento ha richiesto l’applicazione della procedura in oggetto, alla luce della evoluzione della normativa ambientale intervenuta (D.Lgs 152/06, D.Lgs 04/2008, D.Lgs 46/2014 ecc.) e delle eventuali modifiche effettuate, a conferma della validità del giudizio di compatibilità ambientale positivo rilasciato ai sensi del D.P.R. 12/04/ 1996 con Ordinanza Commissariale n. 294 del 01/04/2005. Si precisa, però, che, seppure siano stati autorizzati degli adeguamenti con O.C. 368 del 24/07/2007 (inserimento di centro raccolta RAEE - cfr. Appendice 3), questi non siano stati effettivamente attuati dal punto di vista funzionale.

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Si consideri, inoltre, che il rapporto istruttorio prot. D.R.A. n. 76966 del 31/12/2020 del summenzionato Servizio 1, ha evidenziato quanto segue:

«i provvedimenti autorizzativi rilasciati a seguito del giudizio di compatibilità ambientale, in particolare l'O.C. n.

368 del 24/07/2007 ha autorizzato l'adeguamento a "Centro di raccolta RAEE" e il trattamento di nuove tipologie di rifiuti pericolosi e non pericolosi senza la preventiva sottoposizione alle procedure ambientali. In merito il gestore dichiara che "tale adeguamento, mai attuato nell'impianto dal punto di vista strutturale e funzionale, però, non ha interessato la variazione dei quantitativi precedentemente autorizzati".

Tali modifiche, essendo incluse in un provvedimento oggetto oggi di rinnovo, devono essere sottoposte al procedimento di verifica di assoggettabilità a VI.A. previsto dall'art. 19 del D.Lgs. n. 152/2006 e ss.mm. ii., nella considerazione che:

• l'introduzione del trattamento dei RAEE nell 'impianto in parola rientra tra le tipologie di cui al D.Lgs. n.

152/2006 e ss.mm.ii., parte seconda, allegato IV, punto 8, lettera t) "modifiche o estensioni di progetti di cui all'allegato III o all'allegato IV già autorizzati, realizzati o in fase di realizzazione, che possono avere notevoli ripercussioni negative sull'ambiente (modifica o estensione non inclusa nell'allegato III)";

• dal rilascio del provvedimento di natura ambientale sono stati emanati a livello sia nazionale sia regionale numerosi atti di pianificazione e programmazione territoriale e settoriale, i quali rappresentano parametri di riferimento per la costruzione di un dato giudizio di compatibilità ambientale e pertanto necessitano di essere rapportati al medesimo centro nell'ambito di una valutazione appropriata. In particolare, tra questi atti figura l' "Aggiornamento del Piano regionale per la gestione dei rifiuti speciali in Sicilia" approvato con decreto P.R.S. n. 1 O del 21/04/2017, le cui linee guida per la localizzazione impiantistica contengono specifici obblighi riguardo l'attuazione di misure di mitigazione/compensazione degli impatti ambientali nel caso di modifiche e/o rinnovi delle autorizzazioni degli impianti esistenti».

La autorizzazione rilasciata con O.C. 295 del 01/04/2005 (cfr. Appendice 3) comprende lo svolgimento delle seguenti attività:

- centro di raccolta per la messa in sicurezza, la demolizione, il recupero dei materiali e la rottamazione dei veicoli a motore e rimorchi;

- l’attività di “stoccaggio e cernita di rifiuti speciali, pericolosi e non, provenienti dalle demolizioni in genere”, secondo le operazioni D15-R4-R13 di cui agli Allegati B e C alla Parte Quarta del D.Lgs. 152/2006.

Con O.C. n. 368 del 24/07/2007, successiva al giudizio positivo di compatibilità ambientale espresso con O.C. n. 294 dell’01/04/2005, è stato autorizzato l’adeguamento a “Centro di raccolta RAEE” con l’introduzione di ulteriori codici EER. Tale adeguamento non ha interessato la variazione dei quantitativi precedentemente autorizzati, che sono rimasti i medesimi riportati nella O.C. 295/2005.

La potenzialità massima annua oggi autorizzata è pari, pertanto, a 3.063 t per i rifiuti non pericolosi e 1.252 t per i rifiuti pericolosi come da O.C. 295 dell’01/04/2005.

Contestualmente, poiché il progetto è situato a circa 1,1 Km di distanza da un sito di Rete Natura 2000, facente parte dell’elenco delle Zone Speciali di Conservazione (ZSC), già proposto alla Commissione Europea, ai sensi dell’art. 4, paragrafo 1, della Direttiva 92/43/CEE (Direttiva “Habitat”, relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche), ai sensi dell’art. 10, comma 3, del D.Lgs. 152/2006, la summenzionata procedura di verifica di assoggettabilità a V.I.A. comprende la procedura di Valutazione di Incidenza Ambientale (V.Inc.A.), di cui all'articolo 5 del Decreto del Presidente della Repubblica 8 settembre 1997, n. 357. A tal fine, il presente studio preliminare ambientale contiene gli elementi di cui all'allegato G del summenzionato D.P.R. 357/1997 e la valutazione dell'autorità competente si estenderà alle finalità di conservazione proprie della valutazione d'incidenza oppure dovrà dare atto degli esiti della valutazione di incidenza.

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Il presente studio preliminare ambientale verte, quindi, ad esporre e valutare le suddette modifiche, nell’ambito dell’impianto attualmente esistente ed in esercizio, al fine di valutare se tali modifiche possano determinare impatti negativi significativi sull'ambiente e se, pertanto, l’impianto debba essere sottoposto ad una nuova procedura di valutazione di impatto ambientale.

La presente relazione è, pertanto, suddivisa nelle seguenti sezioni:

1. Caratteristiche dell’impianto 2. Localizzazione dell’impianto

3. Tipologia e caratteristiche dell’impatto potenziale 4. Valutazione del grado di significatività dell’incidenza 5. Bibliografia

R

IFERIMENTI NORMATIVI

Verifica di assoggettabilità a V.I.A.

La verifica di assoggettabilità alla valutazione di impatto ambientale (c.d. "screening") è la procedura finalizzata a valutare se un progetto può determinare impatti negativi significativi sull'ambiente e se, pertanto, debba essere sottoposto alla valutazione di impatto ambientale.

La direttiva 2011/92/UE (direttiva VIA), successivamente modificata ed integrata dalla direttiva 2014/54/UE, prevede un preciso obbligo per gli Stati membri di assoggettare a VIA non solo i progetti elencati nell'allegato I della direttiva, ma anche i progetti elencati nell'allegato II della direttiva VIA, qualora, all'esito della procedura di verifica, l'autorità competente determini che tali progetti possono causare effetti negativi significativi sull'ambiente.

Tale verifica deve essere effettuata tenendo conto dei pertinenti criteri di selezione riportati nell'Allegato III della direttiva VIA e trasposti integralmente nell'Allegato V alla Parte Seconda del D.Lgs. n. 152/2006, come modificato dall’art. 22 del D.Lgs. 104/2017.

La Parte Seconda del D.lgs. n. 152/2006, attraverso il combinato disposto degli articoli 5, 6 e 19, disciplina l'ambito di applicazione e le modalità di svolgimento della procedura di verifica di assoggettabilità alla valutazione di impatto ambientale.

In particolare, all'articolo 5, comma 1, lettera m), è stabilita la definizione di verifica di assoggettabilità, ovvero la procedura "attivata allo scopo di valutare, ove previsto, se un progetto determina potenziali impatti ambientali significativi e negativi e deve essere quindi sottoposto al procedimento di VIA secondo le disposizioni di cui al Titolo III della parte seconda del presente decreto [ndr: D.Lgs.

152/2006]": tale disposizione definisce compiutamente la finalità della procedura.

L'ambito di applicazione e le relative competenze per la procedura di verifica di assoggettabilità sono stabilite nell’art. 6, comma 6, e nell’art. 19: per i progetti elencati nell'Allegato IV alla Parte Seconda del D.lgs. n. 152/2006, la verifica di assoggettabilità è attribuita alla competenza delle Regioni e delle Province autonome.

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Valutazione di incidenza ambientale

La normativa di riferimento per la redazione dello studio di incidenza è di seguito elencata.

Normativa comunitaria

• Direttiva 92/43/CEE del 21 maggio 1992 del Consiglio relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche.

• Direttiva 94/24/CE dell’08 giugno 1994 del Consiglio che modifica l’Allegato II della direttiva 79/409/CEE concernente la conservazione degli uccelli selvatici.

• Direttiva 97/49/CE del 29 luglio 1997 della Commissione che modifica la direttiva 79/409/CEE del Consiglio concernente la conservazione degli uccelli selvatici.

• Direttiva 97/62/CEE del 27 ottobre 1997 del Consiglio recante adeguamento al progresso tecnico e scientifico della direttiva 92/43/CEE del Consiglio relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche.

• Direttiva 2009/147/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 30 novembre 2009 che abroga e sostituisce integralmente la Direttiva 79/409/CEE concernente la conservazione degli uccelli selvatici.

Normativa nazionale

DPR n. 357 dell’08 settembre 1997 - Regolamento recante attuazione della direttiva 92/43/CEE relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali, nonché della flora e della fauna selvatiche;

DM 20 gennaio 1999 - Modificazioni degli allegati A e B del decreto del Presidente della Repubblica 8 settembre 1997, n. 357, in attuazione della direttiva 97/62/CE del Consiglio, recante adeguamento al progresso tecnico e scientifico della direttiva 92/43/CEE.

DPR n. 425 del 1° dicembre 2000 - Regolamento recante norme di attuazione della direttiva 97/49/CE che modifica l'Allegato I della direttiva 79/409/CEE, concernente la protezione degli uccelli selvatici;

DPR n. 120 del 12 marzo 2003 - Regolamento recante modifiche ed integrazioni al decreto del Presidente della Repubblica 8 settembre 1997, n. 357, concernente attuazione della direttiva 92/43/CEE relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali, nonché della flora e della fauna selvatiche;

D.Lgs. 3 aprile 2006, n.152 “Norme in materia ambientale”, Parte Seconda “Procedure per la valutazione ambientale strategica (VAS), per la valutazione d'impatto ambientale (VIA) e per l'autorizzazione ambientale integrata (IPPC)”, per come modificato dal D.Lgs. 104/2017;

D.M. 17 ottobre 2007 - Criteri minimi uniformi per la definizione di misure di conservazione relative a Zone Speciali di Conservazione (ZPS) e Zone di Protezione Speciale (ZPS);

• D.M. 21 dicembre 2015 – Designazione di 118 Zone Speciali di Conservazione (ZSC) della regione biogeografica mediterranea insistenti nel territorio della Regione Siciliana.

Normativa regionale

• Decreto dell’Assessore del Territorio e dell’Ambiente della Regione Sicilia 30 marzo 2007:

“Prime disposizioni d'urgenza relative alle modalità di svolgimento della valutazione di incidenza

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ai sensi dell'art. 5, comma 5, del D.P.R. 8 settembre 1997, n. 357 e successive modifiche ed integrazioni”. In G.U.R.S. N. 20 del 27/04/2007;

Legge Regione Sicilia n. 13 del 8 maggio 2007: “Disposizioni in favore dell’esercizio di attività economiche in siti di importanza comunitaria e zone di protezione speciale. Norme in materia di edilizia popolare e cooperativa. Interventi nel settore del turismo”. In G.U.R.S. N. 22 del 11/5/2007;

• Decreto dell’Assessore del Territorio e dell’Ambiente della Regione Sicilia 22 ottobre 2007

“Disposizioni in materia di valutazione di incidenza attuative dell'articolo 1 della legge regionale 8 maggio 2007, n. 13”. In G.U.R.S. n. 58 del 14/12/2007;

• Decreto dell’Assessore del Territorio e dell’Ambiente della Regione Sicilia 18 dicembre 2007:

“Modifica del decreto 22 ottobre 2007, concernente disposizioni in materia di valutazione di incidenza attuative dell'articolo 1 della legge regionale 8 maggio 2007, n. 13”. In G.U.R.S. N. 4 del 25/01/2008;

Legge Regionale 10 agosto 2016, n. 16: “Recepimento del Testo Unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di edilizia di cui al D.P.R. 06/06/2001, n. 380”;

“Aggiornamento del Piano Regionale per la gestione dei rifiuti speciali in Sicilia”, del 09/02/2016, con adeguamento del 22/02/2017 ed emanato con Decreto Presidenziale 21 aprile 2017, n. 10.

Tutte le norme summenzionate mirano a integrare la disciplina afferente alle aree delle zone di protezione speciale e ai siti di importanza comunitaria, a garantire la coerenza ecologica della rete Natura 2000 ed una adeguata gestione del territorio e delle risorse legate ad esso e a individuare criteri uniformi per assicurare il mantenimento dello stato di conservazione di tali aree. Vengono inoltre esplicitati i divieti nelle aree suddette e stabiliti gli enti deputati al rilascio della valutazione di incidenza e i termini per il rilascio del parere. In particolare si legge all’art.14 del Decreto A.R.T.A. 22/10/2007 n°

4 che: «qualora un piano/progetto/intervento interessi pSIC, SIC, ZSC, ZPS ricadenti, interamente od in parte, in un'area naturale protetta, ai sensi della vigente legislazione regionale, l'ente gestore dovrà esprimere l'apposito parere entro il termine perentorio di 30 giorni dal ricevimento dell'istanza.»

Aspetti riguardanti la localizzazione riguardo ai siti di Rete Natura 2000

Per quanto riguarda gli aspetti di localizzazione di un impianto di messa in sicurezza, demolizione, recupero dei materiali, rottamazione di veicoli a motore, considerata la tipologia dei rifiuti ammessi per l’impianto in oggetto (rifiuti speciali non pericolosi e pericolosi), bisogna fare riferimento al summenzionato “Aggiornamento del Piano Regionale per la gestione dei rifiuti speciali in Sicilia”, in cui, al Capitolo IX, si riportano le linee guida riguardanti la localizzazione impiantistica, con una particolare attenzione alle progettualità ricadenti in corrispondenza o prossimità ai siti di Rete Natura 2000. I criteri prescritti sono da applicare alle istanze di cui agli artt. 208, 211, 214 e 216 del D.lgs. 152/2006 e ss.mm.ii. e del DPR 59/2013, relativamente a:

1. nuovi impianti

2. modifiche agli “impianti esistenti” che comportano:

2a) mutamenti agli estremi catastali riportati nel provvedimento di autorizzazione;

2b) modifica tecnica che implica un aumento nella produzione di emissioni nelle diverse componenti ambientali (indipendentemente dalla capacità di trattamento impiantistica).

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Laddove per “impianto esistente” si intende un impianto per il quale sussiste almeno una delle seguenti condizioni:

a) sia stato espresso un giudizio di compatibilità ambientale ove previsto;

b) sia stato autorizzato ai sensi degli artt. 208, 211, 214, 216 e 267 del D.lgs. 152/2006 e ss.mm.ii. e del DPR 59/2013;

c) risulta realizzato con titoli edilizi e ambientali legittimi ma non in esercizio.

Inoltre, per quanto riguarda i siti di Rete Natura 2000, le indicazioni di dettaglio del summenzionato Piano Regionale sono le seguenti:

Sulla base di quanto riportato in precedenza, e, quindi, sottolineando il fatto che non possono essere localizzati nuovi impianti nei Siti di Rete Natura 2000 e in una fascia di rispetto di 500 m del confine di questi, si sottolinea che:

dovranno essere sottoposti a Valutazione di Incidenza tutti i nuovi impianti da localizzarsi entro un raggio di 1 km dal perimetro dei Siti Natura 2000; dovranno essere sottoposti a Valutazione di Incidenza gli impianti esistenti entro un raggio di 1 km dal perimetro dei Siti Natura 2000, nei casi di richiesta di modifica impianti esistenti;

dovranno essere sottoposti a verifica di assoggettabilità alla Valutazione di Incidenza tutti i nuovi impianti da localizzarsi entro il raggio di 2 km dal perimetro dei Siti Natura 2000;

dovranno essere sottoposti a verifica di assoggettabilità alla Valutazione di Incidenza gli impianti esistenti entro il raggio di 2 km dal perimetro dei Siti Natura 2000, nei casi di richiesta di modifica impianti esistenti.

Sulla base dei punti elencati in precedenza, quindi, la fascia compresa tra 300 m e 2 km dal perimetro delle aree Natura 2000 è da considerarsi avente carattere prescrittivo penalizzante per tutte le tipologie di impianto e sia per impianti di nuova realizzazione che per le modifiche di impianti esistenti.

Inoltre, si ricorda che gli Enti gestori potranno richiedere lo Studio di Incidenza anche per i progetti posti ad una distanza superiore ai 2 km rispetto ai Siti di Rete Natura 2000, la cui realizzazione, in seguito ad una maggiore e più dettagliata descrizione operativa, potrebbe avere dei riscontri negativi, sia diretti sia indiretti, sulla salvaguardia dei Siti di Rete Natura 2000 e/o sulla connettività ecologica.

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ETODOLOGIA ESECUTIVA ADOTTATA

Verifica di Assoggettabilità a V.I.A.

La procedura oggetto del presente studio è stata svolta secondo le modalità indicate nelle “Linee Guida per la verifica di assoggettabilità a Valutazione di Impatto Ambientale dei progetti di competenza delle Regioni e Province autonome (Allegato IV alla Parte Seconda del D.lgs. 152/2006)”, allegate al Decreto Ministeriale del 30 marzo 2015, n. 52, tenendo anche in considerazioni, però, le modifiche e gli aggiornamenti apportati dal D.Lgs. 104/2017.

Le Linee Guida forniscono indirizzi e criteri per l’espletamento della procedura di verifica di assoggettabilità a VIA ex art.20 del D.lgs.152/2006 e ss.mm.ii., dei progetti elencati nell’Allegato IV alla Parte Seconda del D.Lgs.152/2006 e ss.mm.ii., al fine di garantire un’uniforme e corretta applicazione su tutto il territorio nazionale delle disposizioni dettate dalla direttiva VIA. Esse integrano i criteri tecnico- dimensionali e localizzativi utilizzati per la fissazione delle soglie già stabilite nell’Allegato IV alla Parte Seconda del D.lgs.152/2006 per le diverse categorie progettuali, individuando ulteriori criteri contenuti

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nell’Allegato V alla Parte Seconda del Codice dell’ambiente, ritenuti rilevanti ai fini dell’identificazione dei progetti da sottoporre a verifica di assoggettabilità a VIA.

Nella normativa nazionale il meccanismo della fissazione delle soglie dei progetti dell'Allegato IV è stato effettuato, in relazione alla specifica tipologia progettuale, sulla base di alcuni dei criteri dell'Allegato III della direttiva VIA (come modificata dalla direttiva 2014/52/UE) e degli Allegati IV bis e V alla Parte Seconda del D.lgs. n. 152/2006, (come modificato dall’art. 22 del D.Lgs. 104/2017) rappresentati da:

1. Caratteristiche dei progetti. Nell'utilizzo del criterio "dimensione del progetto", che coincide con la soglia dimensionale fissata, si è tenuto conto delle altre caratteristiche progettuali che sono direttamente relazionabili alla sua "dimensione" (es. superficie, capacità produttiva), quali l'utilizzazione di risorse naturali, la produzione di rifiuti, il potenziale inquinamento ambientale connesso alla realizzazione e all'esercizio dell'opera.

2. Localizzazione dei progetti. Molte delle tipologie progettuali dell'Allegato IV alla Parte Seconda del D.lgs. n. 152/2006 risultano, per /e loro intrinseche caratteristiche progettuali e funzionali, localizzate in specifici contesti ambientali e territoriali. Conseguentemente, i criteri localizzativi sono stati tenuti in considerazione nel fissare le soglie non in maniera generalizzata ma ove ritenuti pertinenti per la specifica tipologia progettuale e in funzione dell'effettivo rapporto tra le caratteristiche del progetto ed il relativo contesto localizzativo (es. porti in "zone costiere", piste da sci in "zone montuose"). Si rileva, inoltre, che per le aree naturali protette designate ai sensi della Legge 394/1991 è previsto un rigoroso regime di tutela che impone l'assoggettamento obbligatorio a VIA per i progetti ricadenti, anche parzialmente, in tali zone.

3. Tipologia e caratteristiche dell'impatto potenziale. Tali criteri, come specificato nell'Allegato III della direttiva VIA e nell'Allegato V alla Parte Seconda del D.lgs. n. 152/2006, discendono dall'interazione delle caratteristiche del progetto (criteri di cui al Punto 1) e delle aree in cui è localizzato (criteri di cui al Punto 2) di cui si è già tenuto conto, direttamente o indirettamente, per fissare le soglie. Con specifico riferimento al criterio "natura transfrontaliera dell'impatto", si rileva che per i progetti dell'Allegato IV alla Parte Seconda del D.lgs. n. 152/2006 non è prevista l'applicazione della Convenzione sulla valutazione dell'impatto ambientale in un contesto transfrontaliero (Espoo, 25 febbraio 1991), in quanto le relative disposizioni si applicano limitatamente alle attività assoggettate alla procedura di VIA obbligatoria (progetti elencati negli Allegati II e III alla Parte Seconda del D.lgs. n. 152/2006). Per ciò che concerne i potenziali "impatti ambientali interregionali" relativi a progetti localizzati sul territorio di Regioni confinanti o che possano determinare impatti ambientali rilevanti ovvero effetti ambientali negativi e significativi su Regioni confinanti, gli articoli 30 e 31 del D.lgs. n. 152/2006 individuano idonee procedure di valutazione e autorizzazione d'intesa tra le autorità territorialmente competenti.

Fatte salve le soglie già stabilite nell'Allegato IV alla Parte Seconda del D.Lgs. 152/2006 e i criteri utilizzati per la loro fissazione, è necessario provvedere all'integrazione di tali criteri con i seguenti ulteriori criteri contenuti nell'Allegato III della direttiva VIA e negli Allegati IV bis e V alla Parte Seconda del D.lgs. n. 152/2006, al fine di individuare i progetti da sottoporre alla procedura di verifica di assoggettabilità a VIA e le modalità di esecuzione del relativo Studio Preliminare Ambientale:

Contenuti dello Studio Preliminare Ambientale (Allegato IV bis, D.Lgs. 152/2006)

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1. Descrizione del progetto, comprese in particolare:

a) la descrizione delle caratteristiche fisiche dell'insieme del progetto e, ove pertinente, dei lavori di demolizione;

b) la descrizione della localizzazione del progetto, in particolare per quanto riguarda la sensibilità ambientale delle aree geografiche che potrebbero essere interessate.

2. La descrizione delle componenti dell'ambiente sulle quali il progetto potrebbe avere un impatto rilevante.

3. La descrizione di tutti i probabili effetti rilevanti del progetto sull'ambiente, nella misura in cui le informazioni su tali effetti siano disponibili, risultanti da:

a) i residui e le emissioni previste e la produzione di rifiuti, ove pertinente;

b) l'uso delle risorse naturali, in particolare suolo, territorio, acqua e biodiversità.

4. Nella predisposizione delle informazioni e dei dati di cui ai punti da 1 a 3 si tiene conto, se del caso, dei criteri contenuti nell'allegato V.

5. Lo Studio Preliminare Ambientale tiene conto, se del caso, dei risultati disponibili di altre pertinenti valutazioni degli effetti sull'ambiente effettuate in base alle normative europee, nazionali e regionali e può contenere una descrizione delle caratteristiche del progetto e/o delle misure previste per evitare o prevenire quelli che potrebbero altrimenti rappresentare impatti ambientali significativi e negativi.».

Criteri per la verifica di assoggettabilità (Allegato V, D.Lgs. 152/2006) 1. Caratteristiche dei progetti.

Le caratteristiche dei progetti debbono essere considerate tenendo conto, in particolare:

a) delle dimensioni e della concezione dell'insieme del progetto;

b) del cumulo con altri progetti esistenti e/o approvati;

c) dell'utilizzazione di risorse naturali, in particolare suolo, territorio, acqua e biodiversità;

d) della produzione di rifiuti;

e) dell'inquinamento e disturbi ambientali;

f) dei rischi di gravi incidenti e/o calamità attinenti al progetto in questione, inclusi quelli dovuti al cambiamento climatico, in base alle conoscenze scientifiche;

g) dei rischi per la salute umana quali, a titolo esemplificativo e non esaustivo, quelli dovuti alla contaminazione dell'acqua o all'inquinamento atmosferico.

2. Localizzazione dei progetti.

Deve essere considerata la sensibilità ambientale delle aree geografiche che possono risentire dell'impatto dei progetti, tenendo conto, in particolare:

a) dell'utilizzazione del territorio esistente e approvato;

b) della ricchezza relativa, della disponibilità, della qualità della capacità di rigenerazione delle risorse naturali della zona (comprendenti suolo, territorio, acqua e biodiversità) e del relativo sottosuolo;

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c) della capacità di carico dell'ambiente naturale, con particolare attenzione alle seguenti zone:

c1) zone umide, zone riparie, foci dei fiumi;

c2) zone costiere e ambiente marino;

c3) zone montuose e forestali;

c4) riserve e parchi naturali;

c5) zone classificate o protette dalla normativa nazionale; i siti della rete Natura 2000;

c6) zone in cui si è già verificato, o nelle quali si ritiene che si possa verificare, il mancato rispetto degli standard di qualità ambientale pertinenti al progetto stabiliti dalla legislazione dell'Unione;

c7) zone a forte densità demografica;

c8) zone di importanza paesaggistica, storica, culturale o archeologica;

c9) territori con produzioni agricole di particolare qualità e tipicità di cui all'articolo 21 del decreto legislativo 18 maggio 2001, n. 228.

3. Tipologia e caratteristiche dell'impatto potenziale.

I potenziali impatti ambientali dei progetti debbono essere considerati in relazione ai criteri stabiliti ai punti 1 e 2 del presente allegato con riferimento ai fattori di cui all'articolo 5, comma 1, lettera c), del D.Lgs. 152/2006, e tenendo conto, in particolare:

a) dell'entità ed estensione dell'impatto quali, a titolo esemplificativo e non esaustivo, area geografica e densità della popolazione potenzialmente interessata;

b) della natura dell'impatto;

c) della natura transfrontaliera dell'impatto;

d) dell’intensità e della complessità dell'impatto;

e) della probabilità dell'impatto;

f) della prevista insorgenza, durata, frequenza e reversibilità dell'impatto;

g) del cumulo tra l'impatto del progetto in questione e l'impatto di altri progetti esistenti e/o approvati;

h) della possibilità di ridurre l'impatto in modo efficace.

Attraverso l'integrazione dei criteri per la fissazione delle soglie e quindi considerando tutti i criteri di selezione definiti nell'Allegato III della direttiva VIA, si adempie alle disposizioni dell'art. 4, par. 3, della medesima, che impongono agli Stati membri, in sede di fissazione delle soglie o dei criteri, di tenere conto dei rilevanti criteri di selezione definiti nell'Allegato III della direttiva VIA.

Il presente studio, pertanto, è stato redatto sviluppando i summenzionati criteri.

Valutazione di incidenza ambientale

Natura 2000 è il principale strumento della politica dell'Unione Europea per la conservazione della biodiversità. Si tratta di una rete ecologica diffusa su tutto il territorio dell'Unione, istituita ai sensi della Direttiva 92/43/CEE "Habitat" per garantire il mantenimento a lungo termine degli habitat naturali e delle specie di flora e fauna minacciati o rari a livello comunitario.

La rete Natura 2000 è costituita dai Siti di Interesse Comunitario (SIC), identificati dagli Stati Membri secondo quanto stabilito dalla Direttiva Habitat, che vengono successivamente designati quali Zone

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Speciali di Conservazione (ZSC), e comprende anche le Zone di Protezione Speciale (ZPS) istituite ai sensi della Direttiva 2009/147/CE "Uccelli" concernente la conservazione degli uccelli selvatici (fonte www.minambiente.it).

La Valutazione di Incidenza è il procedimento al quale vengono sottoposti progetti, piani e programmi che in qualche modo possono avere degli effetti su uno o più siti della Rete Natura 2000. In particolare, l’art. 5 del DPR n. 357/1997, modificato dall’art. 6 del DPR n. 120/2003, prescrive che “I proponenti di interventi non direttamente connessi e necessari al mantenimento in uno stato di conservazione soddisfacente delle specie e degli habitat presenti nel sito, ma che possono avere incidenze significative sul sito stesso, singolarmente o congiuntamente ad altri interventi, presentano, ai fini della valutazione di incidenza, uno studio volto ad individuare e valutare, secondo gli indirizzi espressi nell'allegato G, i principali effetti che detti interventi possono avere sul proposto sito di importanza comunitaria, sul sito di importanza comunitaria o sulla zona speciale di conservazione, tenuto conto degli obiettivi di conservazione dei medesimi”.

Tale procedura è stata introdotta dall’articolo 6, comma 3, della direttiva “Habitat” con lo scopo di salvaguardare l’integrità dei siti attraverso l’esame delle interferenze di piani e progetti non direttamente connessi alla conservazione degli habitat e delle specie per cui essi sono stati individuati, ma in grado di condizionarne l’equilibrio ambientale.

Il succitato comma 3 dell'art. 6 riporta infatti quanto segue: “Qualsiasi piano o progetto non direttamente connesso e necessario alla gestione del sito ma che possa avere incidenze significative su tale sito, singolarmente o congiuntamente ad altri piani e progetti, forma oggetto di una opportuna valutazione dell'incidenza che ha sul sito, tenendo conto degli obiettivi di conservazione del medesimo. Alla luce delle conclusioni della valutazione dell'incidenza sul sito e fatto salvo il paragrafo 4, le autorità nazionali competenti danno il loro accordo su tale piano o progetto soltanto dopo aver avuto la certezza che esso non pregiudicherà l'integrità del sito in causa e, se del caso, previo parere dell'opinione pubblica”.

Dunque la V.Inc.A va redatta per piani o progetti che ricadono all’interno del perimetro dell’area Natura 2000, sia per piani o progetti che pur non ricadendovi all’interno possono comunque avere delle influenze o ripercussioni sui luoghi e gli ecosistemi. La Guida metodologica alle disposizioni dell’articolo 6, paragrafi 3 e 4 della direttiva Habitat 92/43/CEE redatta dalla Commissione Europea, al fine di fornire aiuto metodologico nella redazione del documento, stabilisce che il documento di Valutazione vada organizzato per livelli. La suddetta guida propone i seguenti livelli (per ciascuno dei quali si valuta la necessità o meno di procedere al livello successivo. “Per esempio, se al termine del Livello I si giunge alla conclusione che non sussistono incidenze significative sul sito Natura 2000, non è necessario procedere ai livelli successivi della valutazione”):

Livello I: screening: processo di individuazione delle implicazioni potenziali di un progetto o piano su un sito Natura 2000, singolarmente o congiuntamente ad altri piani o progetti, e determinazione del possibile grado di significatività di tali incidenze;

Livello II: valutazione appropriata: considerazione dell’incidenza del progetto o piano sull’integrità del sito Natura 2000, singolarmente o congiuntamente ad altri piani o progetti, tenendo conto della struttura e funzione del sito, nonché dei suoi obiettivi di conservazione. In caso di incidenza negativa, si aggiunge anche la determinazione delle possibilità di mitigazione;

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Livello III: valutazione delle soluzioni alternative: valutazione delle modalità alternative per l’attuazione del progetto o piano in grado di prevenire gli effetti passibili di pregiudicare l’integrità del sito Natura 2000;

Livello IV: valutazione in caso di assenza di soluzioni alternative in cui permane l’incidenza negativa:

valutazione delle misure compensative laddove, in seguito alla conclusione positiva della valutazione sui motivi imperanti di rilevante interesse pubblico, sia ritenuto necessario portare avanti il piano o progetto.

Sulla base delle direttive riportate nell’“atto di indirizzo e coordinamento per l’espletamento della procedura di valutazione di incidenza ai sensi dell’art. 6 della direttiva 92/43/CEE e dell’art. 5 del D.P.R.

n. 357/1997 così come modificato ed integrato dall’art. 6 del D.P.R. n. 120/2003”, considerato che il progetto non ricade all’interno della ZSC “Bosco di santa Maria la Stella” (Codice ITA070021) e non è direttamente finalizzato alla conservazione e gestione del sito, si è ritenuto opportuno, stante anche la tipologia e dimensione dell’opera, procedere con il I livello, detto di “Screening”.

Obiettivo del Livello I di screening è quello di verificare la possibilità che dalla realizzazione di un piano/progetto, non direttamente connesso o necessario alla gestione di un sito Natura 2000, derivino effetti significativi sugli obiettivi di conservazione del sito stesso. In particolare si procederà focalizzando i seguenti aspetti:

a) Gestione del sito - In primo luogo si verifica se il piano/progetto è direttamente connesso o necessario alla gestione del sito, ovvero, se riguarda misure che sono state concepite unicamente per la gestione ai fini della conservazione. Nel caso in cui il piano/progetto abbia tale unica finalità la valutazione d'incidenza non è necessaria.

Nel caso in cui invece si tratti di piani o progetti di gestione del sito integrati ad altri piani di sviluppo, la componente non direttamente legata alla gestione deve comunque essere oggetto di una valutazione.

Può infine verificarsi il caso in cui un piano/progetto direttamente connesso o necessario per la gestione di un sito possa avere effetti su un altro sito: in tal caso si deve comunque procedere ad una valutazione d'incidenza relativamente al sito interessato da tali effetti.

b) Descrizione del piano/progetto - la procedura prevede l'identificazione di tutti gli elementi del piano/progetto suscettibili di avere un'incidenza significativa sugli obiettivi di conservazione del sito Natura 2000 oltre all'individuazione degli eventuali effetti congiunti di altri piani/progetti.

La guida metodologica della D.G. Ambiente del M.A.T.T.M. contiene una checklist esemplificativa degli elementi da considerare (si veda inoltre l'allegato G al DPR 357/97):

dimensioni, entità, superficie occupata;

settore del piano/progetto;

cambiamenti fisici che deriveranno dal piano/progetto (da scavi, fondamenta, ecc.);

fabbisogno in termini di risorse (estrazione di acqua, ecc.);

emissioni e rifiuti (smaltimento in terra, acqua aria);

esigenze di trasporto;

durata delle fasi di edificazione, operatività e smantellamento, ecc.;

periodo di attuazione del piano/progetto;

distanza dal sito Natura 2000 o caratteristiche salienti del sito;

impatti cumulativi con altri piani/progetti;

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altro.

Se disponibile, è molto utile l'uso di un sistema informativo geografico per la migliore comprensione delle possibili interazioni spaziali tra gli elementi del piano/progetto e le caratteristiche del sito.

La previsione e valutazione degli impatti cumulativi (valutazione cumulativa) è piuttosto complessa in quanto richiede:

- la difficile valutazione dei confini a fronte di fonti di impatto ubicate in aree distanti o laddove le specie o altri fattori naturali sono disperse nello spazio;

- la definizione delle competenze per la valutazione di piani/progetti proposti da organismi diversi;

- la determinazione degli impatti potenziali in termini di cause, modalità ed effetti; - la valutazione attenta delle possibilità di mitigazione nel caso in cui due o più fonti agiscono in maniera combinata;

- l'attribuzione delle competenze per la realizzazione delle soluzioni di mitigazione più opportune.

c) Caratteristiche del sito - L'identificazione della possibile incidenza sul sito Natura 2000 richiede la descrizione dell'intero sito, con particolare dettaglio per le zone in cui gli effetti hanno più probabilità di manifestarsi. L'adeguata conoscenza del sito evidenzia le caratteristiche che svolgono un ruolo chiave per la sua conservazione. Per la descrizione del sito possono essere prese in considerazione diverse fonti (ad esempio, il modulo standard di dati di Natura 2000 relativo al sito, le mappe o gli archivi storici del sito, ecc.).

d) Valutazione della significatività dei possibili effetti: per valutare la significatività dell'incidenza, dovuta all'interazione fra i parametri del piano/progetto e le caratteristiche del sito, possono essere usati alcuni indicatori chiave quali, ad esempio:

perdita di aree di habitat (%)

frammentazione (a termine o permanente, livello in relazione all'entità originale)

perturbazione (a termine o permanente, distanza dal sito)

cambiamenti negli elementi principali del sito (ad es. qualità dell'acqua)

Nel caso in cui si possa affermare con ragionevole certezza che il piano/progetto non avrà incidenza significativa sul sito Natura 2000, non è necessario passare alla fase successiva della valutazione appropriata.

Se permane incertezza sulla possibilità che si producano effetti significativi si procede alla fase di verifica successiva. Qualsiasi decisione deve essere documentata in una relazione che illustri i motivi che hanno condotto a tale conclusione.

Il documento di indirizzo della Commissione Europea suggerisce l'utilizzo di una "matrice dello screening" e di una "matrice in assenza di effetti significativi" (cfr. § 5.1 e § 5.2).

L’Allegato 2 al Decreto dell’Assessorato del Territorio e dell’Ambiente della Regione Siciliana del 30 marzo 2007 riporta i contenuti che deve avere la relazione per la valutazione di incidenza di progetti e interventi:

A) Caratteristiche dei progetti

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1) Tipologia delle azioni e/o opere: illustrazione dell'intervento, con descrizione delle caratteristiche del progetto, delle attività necessarie alla realizzazione dell'opera e/o dei lavori, dei tempi necessari e degli obiettivi che si perseguono.

2) Dimensioni e/o ambito di riferimento: superficie territoriale interessata dall'intervento e quella temporaneamente interessata per la realizzazione dell'intervento stesso, con percentuale della superficie interessata rispetto alla superficie totale del sito e percentuale di habitat interessato rispetto all'intero habitat presente nel sito, localizzazione su elaborati cartografici in scala minima 1:25.000 dell'area interessata dal sito della Rete Natura 2000, che rechi in evidenza la sovrapposizione delle l'eventuale presenza di aree protette.

3) Complementarietà con altri interventi.

4) Uso delle risorse naturali: indicazioni delle risorse utilizzate sia successivamente alla realizzazione dell'intervento, a regime, sia quelle utilizzate soltanto nel corso della realizzazione dell'intervento stesso.

5) Produzione di rifiuti: va indicata la quantità e la natura dei rifiuti prodotti sia nel corso della realizzazione dell'intervento che successivamente alla sua realizzazione, a regime. Va indicata anche la destinazione dei rifiuti.

6) Inquinamento e disturbi ambientali: vanno indicate le eventuali emissioni di sostanze inquinanti in atmosfera, di rumori e di ogni altra causa di disturbo sia in corso d'opera che a regime.

7) Rischio di incidenti per quanto riguarda le sostanze e le tecnologie utilizzate: devono essere previsti i rischi infortunistici e le misure di precauzione adottate.

B) Interferenze con il sistema ambientale

1) Descrizione dell'ambiente naturale direttamente interessato ed eventuale interferenza con siti Rete Natura 2000 limitrofi o correlati.

2) Interferenze sulle componenti abiotiche: eventuali impatti sulla stabilità e sulla natura dei suoli, con riferimento all'eventuale presenza di corpi idrici e sul possibile inquinamento, o depauperamento, anche temporaneo, delle falde idriche.

3) Interferenze sulle componenti biotiche: descrizione dell'interferenza sugli habitat e sulle componenti floristiche e faunistiche indicate nel relativo formulario Natura 2000 del sito.

4) Connessioni ecologiche: vanno considerate le eventuali frammentazioni di habitat che potrebbero interferire con la contiguità fra le unità ambientali considerate.

5) Valutazione del grado di significatività dell'incidenza diretta o indiretta che il piano/progetto/intervento può avere sui pSIC, SIC, ZSC, ZPS.

6) Descrizione delle misure di mitigazione che si intendono adottare per ridurre od eliminare le eventuali interferenze sulle componenti ambientali allo scopo di garantire la coerenza globale della Rete Natura 2000.

7) Nel caso in cui, nonostante l'adozione di misure di mitigazione, si verifichi un'incidenza significativa e non sia possibile adottare soluzioni alternative, è necessario individuare misure di compensazione adeguate, ai sensi dei commi 9 e 10 dell'art. 5, D.P.R. n. 357/97 e successive modifiche ed integrazioni.

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8) Nel caso di misure di mitigazione, queste dovranno essere efficaci nel momento dell'effettuazione del danno, tranne nel caso in cui sia dimostrato che la propedeuticità non è necessaria per garantire la coerenza della Rete e l'efficienza ecologica del sito.

Lo stesso Allegato 2 conclude riportando che è opportuno, in sede di predisposizione della relazione di incidenza, l'uso del documento “Valutazione di piani e progetti aventi un'incidenza significativa sui siti della Rete Natura 2000 - Guida metodologica alle disposizioni dell'art. 6, paragrafi 3 e 4, della direttiva Habitat n. 43/92/CEE" pubblicato dalla Commissione europea.

I documenti metodologici e normativi presi a riferimento sono stati:

Il documento della Direzione Generale Ambiente della Commissione Europea “Valutazione di piani e progetti aventi un'incidenza significativa sui siti della Rete Natura 2000 - Guida metodologica alle disposizioni dell'art. 6, paragrafi 3 e 4, della direttiva Habitat n. 43/92/CEE”;

Il documento della Direzione Generale Ambiente della Commissione Europea “La gestione dei Siti della Rete Natura 2000 – Guida all’interpretazione dell’articolo 6 della direttiva “Habitat”

92/43/CEE”;

L’Allegato G “Contenuti della relazione per la Valutazione d’Incidenza di piani e progetti” del DPR n. 357/1997, “Regolamento recante attuazione della direttiva 92/43/CEE relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali, nonché della flora e della fauna selvatiche”, modificato ed integrato dal DPR n. 120/03;

Il “Manuale per la gestione dei Siti Natura 2000”, documento finale del Life Natura LIFE99NAT/IT/006279 “Verifica della Rete Natura 2000 in Italia e modelli di gestione”.

L’analisi delle componenti naturali presenti nell’area è stata eseguita attraverso: rilievi di campagna, interpretazione di ortofoto recenti, consultazione ed acquisizione di documentazione bibliografica e di dati SIT disponibili (Portale della Regione Sicilia). In particolare, lo studio vegetazionale e faunistico è stato eseguito mediante raccolta e consultazione di materiale bibliografico e sopralluoghi in campo, in aree interessate agli interventi in oggetto, allo scopo di analizzare le tipologie di uso del suolo e di copertura vegetale interferite dal progetto e di valutare gli impatti degli interventi previsti con le componenti biotiche e con gli ecosistemi.

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1 CARATTERISTICHE DELL’IMPIANTO

La ditta AUTODEMOLIZIONE CUBEDA S.r.l. svolge la propria attività nell’ambito della Regione Siciliana.

La ditta è in regime di certificazione ambientale ISO 14001 (cfr. in Appendice 5).

Nel paragrafo seguente vengono descritte le caratteristiche dell’impianto, riguardanti:

1. 1) le dimensioni dell’impianto;

1. 2) il cumulo con altri progetti;

1. 3) l'utilizzazione di risorse naturali;

1. 4) la produzione di rifiuti;

1. 5) l'inquinamento e i disturbi ambientali;

1. 6) il rischio di incidenti, per quanto riguarda, in particolare, le sostanze o le tecnologie utilizzate;

1. 7) i rischi per la salute umana;

1. 8) le conformità con le indicazioni operative del Piano Regionale Rifiuti Speciali.

1.1 D

IMENSIONI DELL

IMPIANTO

La ditta AUTODEMOLIZIONE CUBEDA S.r.l., ubicata in Aci S. Antonio (CT), lungo la Via San Giovanni S. Maria La Stella, in corrispondenza di un’area individuata come Zona Artigianale e Industriale, svolge l’attività su una superficie di circa 2.300 mq.

L’area interessata dall’impianto è classificata dal PRG del Comune come “D/1 – edilizia mista artigianale e piccole industrie” (cfr. Appendice 6).

Figura 1-1 Immagine satellitare dell’area di proprietà dello stabilimento (delimitata dal poligono giallo); per i dettagli sulla suddivisione delle aree si veda la planimetria in allegato.

Tutto il centro risulta totalmente perimetrato con recinzione avente un’altezza totale di oltre 1,80 m, costituita da un muro in cls. Tutto il perimetro dello stabilimento è monitorato, per motivi di sicurezza,

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da una rete di telecamere a circuito chiuso che sorvegliano costantemente l’area anche di notte e nei giorni festivi.

Le attività lavorative vengono eseguite direttamente su suolo impermeabilizzato, su una superficie di circa 1.664 mq (Area produttiva), nelle apposite aree all’uopo autorizzate così come previsto dagli atti autorizzativi di cui è in possesso la ditta.

La pavimentazione sulla quale vengono effettuate tali operazioni, è costituita da una soletta di calcestruzzo di spessore pari a circa 20 cm, armata con doppia rete elettrosaldata. Il pavimento industriale a servizio dell’area dell’impianto è stato realizzato per possedere caratteristiche di resistenza ed impermeabilità idonee al tipo di lavorazioni su di esso effettuate.

Le aree diverse da quelle dove avviene l'effettiva lavorazione sono:

Parcheggio aziendale: 104,00 mq;

Copertura immobile: 369,00 mq;

Ingresso: 94,00 mq

L’impianto è dotato di un unico ingresso, presidiato e videosorvegliato, attraverso il quale si succedono tutte le entrate e le uscite dei carichi dal centro.

1.1.1 Ciclo di lavorazione

L’attività lavorativa consiste in un Centro di raccolta per la messa in sicurezza, la demolizione, il recupero dei materiali e la rottamazione dei veicoli a motore, rimorchi, simili e loro parti, nelle fasi di messa in sicurezza, demolizione e pressatura previste dalle lettere g) ed h) dell'art. 3 del D.Lgs.

209/2003, con possibilità di attivazione di un centro raccolta RAEE (principalmente derivanti dalle operazioni di demolizione veicoli) da ubicare presso il capannone, di estensione pari a circa 250 mq, suddiviso come da Planimetria riportata in allegato, il cui stralcio si riporta nella seguente figura.

Figura 1-2 Stralcio della planimetria dell’impianto, riguardante il settore del capannone.

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