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Inaugurazione anno giudiziario 2020 presso la Corte d’appello di PerugiaIntervento del Vice Presidente del CSM David Ermini

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1 febbraio 2020

Inaugurazione anno giudiziario 2020 presso la Corte d’appello di Perugia

Intervento del Vice Presidente del CSM David Ermini

1. Desidero rivolgere il mio saluto deferente a tutte le autorità presenti, ma, in particolare, al Presidente della Corte di Appello, al Procuratore Generale, ai magistrati, al personale amministrativo e a tutti gli operatori della giustizia del Distretto di Perugia: a loro porto il mio saluto e quello del Consiglio Superiore, unitamente all’augurio di buon lavoro all’inizio di questo nuovo anno giudiziario. Saluto anche l’Avvocatura che esercita il suo compito istituzionale nel distretto di Perugia.

2. L’anno appena terminato è stato caratterizzato, come tutti sanno, dalle vicende, dolorosissime per il Consiglio Superiore, venute alla luce nel corso di indagini condotte dalla Procura di Perugia.

Queste indagini hanno disvelato un agire tendente ad influenzare le decisioni del CSM e screditare altri magistrati.

Durissimo è stato il colpo al prestigio, alla credibilità e alla autorevolezza del Consiglio e dell’intero ordine giudiziario. Gravissima la lesione della legittimazione dell’uno e dell’altro agli occhi dei cittadini.

Nondimeno, oggi, a distanza di alcuni mesi da quelle drammatiche settimane e guardando al lavoro nel frattempo compiuto, sono lieto di potere affermare che l’istituzione, non solo ha trovato la forza per continuare a svolgere le sue funzioni con assoluta regolarità, ma è riuscita a conseguire risultati importanti sia nel dialogo virtuoso con le altre figure istituzionali sia nella c.d.

“amministrazione della giurisdizione”.

3. Nel quadro dei rapporti istituzionali, si colloca in primo luogo l’esercizio della funzione consultiva in ordine ai disegni di legge in materia di giustizia e organizzazione giudiziaria.

Nel corso dell’anno sono stati resi pareri, tra l’altro, sulle proposte legislative in materia di modifiche al codice penale e di procedura penale, di tutela delle vittime di violenza domestica e di genere e di inapplicabilità del giudizio abbreviato ai delitti puniti con la pena dell’ergastolo.

Tutti questi pareri sono stati formulati nella prospettiva di una proficua interlocuzione istituzionale, al fine di rilevare – nel rispetto dell’intento riformatore perseguito dal legislatore – le criticità incompatibili con l’assetto ordinamentale o con le prerogative costituzionali del CSM, e di suggerire le integrazioni necessarie a scongiurarne eventuali ricadute negative sulla tempestività ed incisività dell’azione giudiziaria.

4. Nell’ambito dei rapporti con il Ministero della giustizia, assume peculiare rilievo la delibera di approvazione del documento d’intesa recante i criteri della procedura di designazione del Procuratore Europeo.

In sede di adozione della disciplina per l’individuazione della terna di magistrati tra i quali i competenti organi dell’Unione sono chiamati a scegliere il membro nazionale dell’Ufficio della Procura europea, è stato affermato il principio per cui la scelta finale dei magistrati componenti la terna spetta al CSM, quale organo del governo autonomo della magistratura, riconoscendosi al Ministro un potere di proposta. Ciò in ragione della natura giudiziaria di gran parte dell’attività che il Procuratore europeo membro nazionale sarà chiamato a svolgere.

5. Nel quadro del dialogo con gli altri soggetti istituzionali si pone, in posizione di rilievo, quello con la Scuola Superiore della Magistratura. I più autorevoli studiosi dell’ordinamento giudiziario,

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formazione culturale e professionale dei magistrati, individuando in essa il necessario presupposto, unitamente all’autonomia e all’indipendenza, del raggiungimento, attraverso la giurisdizione, di quel fine di giustizia che Calamandrei, proprio ricordando la concezione di Mortara, aveva identificato come «lo scopo più augusto dello Stato di diritto».

Il Consiglio ha di recente provveduto alla nomina dei membri del Comitato Direttivo della Scuola di sua competenza, per la prima volta facendo precedere l’individuazione del componente scelto tra i docenti universitari da un interpello pubblico, in modo da assicurare la trasparente presenza, anche in quella categoria, di un’ampia rosa di candidati.

6. Con riguardo all’attività interna, mi preme ricordare quella relativa alla gestione della mobilità ordinaria, la quale rappresenta il frutto del lavoro congiunto di diverse commissioni, in particolare la III, la V, la VII e l’VIII.

Questo lavoro ha consentito di dare copertura a 421 posti sui 556 vacanti negli uffici giudicanti e requirenti di primo e secondo grado. L’individuazione dei posti da pubblicare è stata compiuta sulla base di una ragionata analisi dei dati statistici acquisiti dal Ministero della giustizia, tenendo conto dei carichi di lavoro pro-capite, dell’incidenza della scopertura in relazione alle dimensioni degli uffici e alle loro competenze, delle condizioni di criticità legate alla qualità e quantità della domanda di giustizia e dei posti rimasti senza aspiranti negli ultimi concorsi.

Perché si raggiunga la totale copertura dei posti vacanti occorre, tuttavia, oltre al rigoroso e tempestivo lavoro del CSM, anche la disponibilità dei magistrati a trasferirsi nelle sedi giudiziarie che versano in situazione di difficoltà o che sono gravate da particolari carichi di lavoro. Al di là dei benefici professionali ed economici legati ai tramutamenti nelle sedi disagiate, lo spirito di servizio e la consapevolezza della rilevanza della funzione svolta devono assumere un rilievo fondamentale nella scelta della sede di lavoro.

È stata, inoltre, deliberata la pubblicazione di 145 posti in sedi disagiate. Sono state approvate le graduatorie definitive dei vincitori degli ultimi concorsi in magistratura, nominando 590 magistrati ordinari in tirocinio. Di recente si è conclusa la procedura relativa al conferimento di 3 posti di sostituto procuratore presso la Procura Nazionale Antimafia e Antiterrorismo, mentre quella concernente l’attribuzione dei posti di sostituto procuratore generale presso la Procura Generale della Corte di Cassazione è in via di definizione.

Il Consiglio, ancora, ha reso il parere sul disegno di legge istitutivo delle cc.dd. piante organiche flessibili. Al riguardo, pur manifestando apprezzamento per l’intenzione del legislatore di superare le carenze dell’istituto del magistrato distrettuale, sono stati formulati dei rilievi critici in ordine a quelle disposizioni che appaiono lesive delle prerogative costituzionali del CSM (ad es.: la previsione che condiziona l’efficacia del provvedimento consiliare di assegnazione dei magistrati al parere favorevole del Ministro della giustizia).

7. Un rilevante contributo all’efficacia dell’azione degli uffici giudiziari è stato fornito dai lavori della VII Commissione, che hanno portato all’adozione delle nuove circolari in materia di Programmi di gestione dei procedimenti penali, di magistrati referenti distrettuali (RID) e di magistrati di riferimento per l’innovazione (MAGRIF).

Su impulso della VII Commissione, sono stati esaminati numerosi progetti organizzativi delle Procure e approvate le Linee guida per l’istituzione dell’Ufficio del processo per gli uffici giudicanti. È stata altresì approvata la Relazione sullo stato della giustizia civile e penale telematica, che ha consentito di prendere atto del grado di avanzamento dei sistemi informatizzati nel settore penale e di quello di attuazione del processo civile telematico.

Voglio qui sottolineare che il lavoro svolto dal CSM, insieme ai Capi degli Uffici, sui programmi di gestione dei procedimenti e, in generale, sugli aspetti organizzativi delle Procure e dei Tribunali, è un lavoro oscuro, che – diversamente da quello relativo all’attribuzione di incarichi direttivi o alla trattazione dei procedimenti disciplinari – non assume risalto sui mezzi di

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informazione; si tratta, peraltro, di un’attività fondamentale per l’amministrazione della giustizia, che ha consentito di raggiungere rilevanti risultati nell’abbattimento dell’arretrato.

8. Alle esigenze di organizzazione degli uffici si è ispirato anche il lavoro svolto dall’VIII Commissione sulla magistratura onoraria, che ha consentito la nomina di 628 nuovi magistrati onorari, di cui 232 giudici onorari minorili, 195 consiglieri onorari minorili e 197 esperti di sorveglianza.

9. In ordine alle tematiche che concernono lo status del magistrato assume particolare rilievo quella delle valutazioni di professionalità e, nell’ambito di essa, la problematica degli Standard di rendimento, che devono essere individuati dal Consiglio in relazione agli specifici settori di attività e alle specializzazioni, ai sensi della legge n. 111 del 2007. Al riguardo, il Gruppo di lavoro istituito su impulso della Quarta Commissione, ha concluso i lavori e depositato le proprie relazioni.

Grazie al lavoro della IV Commissione, è stata inoltre approvata la Circolare sulle dichiarazioni patrimoniali dei magistrati, la quale integra le disposizioni già contenute nella risoluzione del 1998, per renderla aderente alle sollecitazioni provenienti dal G.R.E.C.O (Gruppo di Stati contro la Corruzione).

Con riferimento ai procedimenti disciplinari, si è avuto un incremento delle iscrizioni, che sono passate dai 100 del 2018 ai 118 tra l’inizio e il 30 novembre del 2019. Il numero delle definizioni è stato comunque superiore alle sopravvenienze, con 34 sentenze di assoluzione, 4 sentenze di non doversi procedere, 58 ordinanze di non luogo a procedere e 27 sentenze di condanna.

10. Ho annunciato ieri in Cassazione, e sono lieto di ripetere oggi, che il 12 febbraio p.v. sarà onorato, dall’Assemblea Plenaria del Consiglio Superiore, presieduta dal Capo dello Stato, Vittorio Bachelet, che ad un terrorismo spietato e senza senso pagò con la vita il prezzo della Sua fedeltà alle istituzioni.

Tra tutti i miei predecessori, Bachelet rimarrà sempre vivo nella memoria dei componenti del Consiglio che ogni settimana si riuniscono nell’aula che porta il suo nome.

Ma la consapevolezza della testimonianza etica e civile di Bachelet deve essere patrimonio di tutti i cittadini e, in particolare, dei giovani che – egli diceva – bisogna formare alla responsabilità, al coraggio e alla giustizia, ma, specialmente, alla virtù della prudenza.

È questa la ragione per la quale il CSM ha promosso, a margine di quelle istituzionali, anche altre iniziative per onorare Bachelet. Tra queste, mi piace particolarmente ricordare quella consistente nella pubblicazione di un libro che, attraverso gli agili contributi di numerosi autori, descrive, nel quarantennale del suo barbaro assassinio, il contesto storico, sociale e culturale degli anni in cui esso fu attuato.

11. Da giurista profondo, Bachelet attribuiva importanza fondamentale alla tutela dei diritti delle persone. Anzi, egli diceva che la vittoria quotidiana contro la sopraffazione, la difesa dei diritti faticosamente conquistati è il vero significato della democrazia e – aggiungeva – “l’unica via per una maggiore giustizia nella società”.

Ebbene, la tutela dei diritti fondamentali deve costituire un punto di riferimento ineludibile dell’azione del Consiglio Superiore.

Ma tale tutela esige, oltre ad una magistratura, libera, autonoma e indipendente, che non sussistano divisioni nella comune battaglia per la difesa della giurisdizione tra le diverse categorie di operatori del diritto – magistratura, avvocatura e accademia – la cui reciproca legittimazione è invece presupposto indispensabile del contributo di ciascuna all’attuazione dei principi e delle garanzie stabilite dalla Costituzione.

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12. Il CSM è consapevole della dimensione sovranazionale dei diritti umani e della necessità di una sempre più stretta relazione tra le istituzioni giudiziarie europee ed extraeuropee.

In questa prospettiva, si è attribuita peculiare rilevanza all’attività della IX Commissione nell’ambito della Rete Europea dei Consigli di Giustizia e della Rete Europea di Formazione Giudiziaria, nonché dei progetti di assistenza e sostegno in materia di organizzazione giudiziaria avviati in diversi Paesi.

Il CSM ha poi proseguito la partecipazione alle attività del Consiglio Consultivo dei Giudici Europei (CCJE) e a quelle del Consiglio Consultivo dei procuratori Europei (CCPE).

Nell’ambito della situazione giudiziaria internazionale, destano allarme le notizie che giungono da Stati membri dell’Unione europea, quali la Polonia e l’Ungheria, ove sono state adottate leggi volte ad indebolire l’autonomia e indipendenza della magistratura; e da Paesi che nell’Unione Europea vorrebbero entrare, come la Turchia, ove molti giudici hanno visto lesa o messa in pericolo la loro libertà personale, unitamente ad avvocati e giornalisti.

13. L’attuale Consiglio Superiore deve però guardare, più che all’attività compiuta, a quella ancora da compiere. E deve essere consapevole che, in ragione dei fatti emersi nello scorso mese di maggio, la sua azione – come ha lucidamente ammonito il Presidente della Repubblica – è ora

«guardata con grande attenzione critica e forse con qualche pregiudiziale diffidenza». Occorre dunque che sul lavoro futuro non scenda l’ombra di alcuna macchia, anche solo apparente; occorre che non vi siano dubbi sul fatto che ogni determinazione venga assunta nel rigoroso rispetto delle regole e al riparo da interessi di parte; che sia bandito anche solo il sospetto, ad es., che le nomine dei capi degli uffici avvengano nell’ambito di logiche spartitorie; che sia certo che l’attribuzione di funzioni che presuppongono peculiari requisiti di idoneità (penso, ad es., a quelle di legittimità), avvenga unicamente sulla base dell’accertamento del loro possesso da parte del candidato.

Con particolare riguardo al conferimento degli incarichi direttivi e semidirettivi, sono lieto di poter dare risalto non solo ai risultati del lavoro della V Commissione (che ha permesso di dare copertura, tra l’altro, all’ufficio di Procuratore Generale presso la Corte di Cassazione e a numerosi posti di Presidente di Sezione della Corte di Cassazione), ma soprattutto all’adozione di un metodo di lavoro funzionale a garantire la più assoluta trasparenza delle deliberazioni.

Un metodo fondato, per un verso, sulla rigorosa osservanza, nella calendarizzazione delle pratiche, del criterio cronologico di anteriorità della vacanza del posto da assegnare; per altro verso, sulla necessità di far precedere ogni determinazione da opportuni approfondimenti istruttori, consistenti principalmente nell’audizione degli aspiranti.

14. L’adozione di un metodo di lavoro trasparente, rispettoso delle regole e volto a corredare ogni delibera di adeguata e approfondita motivazione, è necessaria ma non è sufficiente se non è accompagnata da un altrettanto rigoroso metodo di comportamento.

Occorre che la condotta di ogni singolo consigliere, sia togato che laico, non sia inquinata, anche solo sul piano dell’apparenza, da pressioni o ingerenze correntizie o partitiche.

Perché ciò accada, devono sussistere due condizioni.

Da un lato, l’associazionismo giudiziario deve tornare ad essere luogo virtuoso di confronto sui temi della giustizia e laboratorio di idee sul senso della giurisdizione, cessando di voler assurgere ad espediente per accordi spartitori ed acquisizione di posizioni di potere.

Dall’altro lato, i consiglieri devono recuperare la piena consapevolezza della libertà della propria funzione e dell’assenza non solo di vincoli di mandato giuridicamente rilevanti con i propri elettori, ma anche di vincoli morali con il gruppo di provenienza.

15. A conclusione del mio intervento, voglio rivolgermi – con la vicinanza e l’apprezzamento che ho sempre avuto nei confronti della magistratura – alla vasta platea dei magistrati del Distretto di Perugia.

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Come ho già detto in altre occasioni, io sono consapevole, anche in ragione della mia pregressa esperienza professionale, della competenza, della sensibilità, del senso di abnegazione con cui la gran parte di voi quotidianamente affronta una domanda di giustizia sempre più pervasiva, sotto il peso di carichi di lavoro sempre meno esigibili; ed è proprio grazie all’impegno silenzioso e severo della stragrande maggioranza dei magistrati che, non ostante le condotte reprensibili di una piccola minoranza, il rapporto fiduciario con l’opinione pubblica non solo non si è affievolito ma – stando ai dati resi noti dall’ultimo Rapporto Eurispes – si è persino consolidato, avvicinandosi alla soglia del 50%, con un trend di crescita continua.

Alcune vicende negative, hanno però – è inutile negarlo – leso in profondità il prestigio e l’autorevolezza all’intero corpo magistratuale.

È necessario allora tenere presente che, nel momento attuale, l’equilibrio, la serietà, la compostezza, il riserbo che normalmente si richiedono a chi è investito, in nome del Popolo, dell’esercizio della funzione giudiziaria, si ammantano, se possibile, di una necessità ancora più stringente. Nella consapevolezza che il bene prezioso dell’autogoverno – premessa e presidio dell’autonomia e dell’indipendenza – va guadagnato nella quotidiana conferma della credibilità e della legittimazione dell’ordine giudiziario nel contesto sociale.

Grazie per la vostra attenzione; buon anno giudiziario a tutti.

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