• Non ci sono risultati.

L'economista: gazzetta settimanale di scienza economica, finanza, commercio, banchi, ferrovie e degli interessi privati - A.45 (1918) n.2294, 21 aprile

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2021

Condividi "L'economista: gazzetta settimanale di scienza economica, finanza, commercio, banchi, ferrovie e degli interessi privati - A.45 (1918) n.2294, 21 aprile"

Copied!
12
0
0

Testo completo

(1)

L'ECONOMISTA

GAZZETTA SETTIMANALE

S C I E N Z A ECONOMICA, F I N A N Z A , COMMERCIO, B A N C H I , F E R R O V I E , I N T E R E S S I P R I V A T I

Direttore: M. J. de Johannis.

Anno XLV - Voi. XLIX

Firenze-Roma, 21 Aprile 1918

FIRENZE: 31 Via della Pergola

ROMA : 56 Via Gregoriana

Al. 2294

1918

Il continuo aumentare di abbonati a questo nostro periodico, sia in Italia che all'Estero, aumento ansi accentuatosi maggiormente nel pe-riodo di guerra, ci permette, non senza qualche sacrifizio, di far fronte alle accresciute spese di stampa, e di mantenere invariata a L. 20 la quota di sottoscrizione annua per l'Italia e a L. 25 per l'Estero. A dif-ferenza quindi di quelle gazzette che hanno dovuto aumentare il prezzo di abbonamento e ridurre in modo considerevole la periodicità, L ' E C O -NOMISTA entra nel suo 4 smo anno di vita immutato nel suo apprezzato cammino.

Di ciò ringraziamo vivamente i sottoscrittori vecchi e nuovi.

Tornerebbe sommamente gradito alla Direzione dell'Economista di poter completare ad alcuni vecchi e fedeli abbonati, che ne hanno fatto lichiesta le loro collezioni, alle quali non si è potuto provvedere perchè esauriti presso l'Amministrazione i fascicoli mancanti.

Si fa perciò cortese preghiera a coloro che possedessero i fascicoli sotto-segnati, e che non volessero conservare la intera collezione di inviarli a questa Amministrazione: faranno cosi opera gradita agli abbonati predetti.

Ecco l'elenco dei fascicoli che si ricercano :

N . 2 7 5 d e l i o a g o s t o 1879 N 2070 d e l 4 g e n n a i o 1 9 1 4 » 338 » 26 o t t o b r e 1880 a 2071 a 11 a a • » 818

»

5 g e n n a i o 1890 a 2072 a 18 a a » 822 a 2 f e b b r a i o » a 2076 a 15 f e b b r a i o a » 825 » 23 » a a 2079 a 8 m a r z o a » 829

»

23 m a r z o » a 2080 a 15 » a » 860

»

26 o t t o b r e a a 2083 a 5 a p r i l e a i) 862 a 9 n o v e m b r e » a 2109 a 4 o t t o b r e a » 864 » 23 a » a 2 1 1 0 a 1 1 a a » 869 a 28 d i c e m b r e » a 2 1 1 8 a 6 d i c e m b . a » 883 a 5 a p r i l e 1891 a 2227 V 7 g e n n a i o 1 9 1 7 » 835 a 1 9 » a a 2 2 2 8 a 1 4 a a » 9 1 5 a ' 15 n o v e m b r e a a 2 2 3 4 a 25 f e b b r a i o a a 2046 a 20 luglio 1 9 1 3 a 2235 a 4 m a r z o a a 2058 a 12 o t t o b r e » a 2238 a 25 a a » 2060 a 26 a a a 2240 a 8 a p r i l e a a 2063 a 1 1 n o v e m . 1 9 1 3 a 2248 a 3 g i u g n o a » 2064 a 23 » a a 2255 a 22 luglio a a 2068 a 21 d i c e m b . a S O M M A R I O : PARTE ECONOMICA.

L'economia nazionale attraverso le Relazioni delle Banche. La Banca d'Italia e la guerra. — FEDERICO FLORA. Lo svalutamento della moneta negli effetti tributari. — S. R. La Russia e il blocco. FINANZE DI STATO. I r e d d i t i d e l l e d o g a n e . — F i n a n z e d e l l a G r a n B r e t a g n a . — O n e r i t r i b u t a r i i n G e r m a n i a . RIVISTA BIBLIOGRAFICA. LEGISLAZIONE DI GUERRA. A s s i c u r a z ' o n e d e g l i u f f i c i a l i . — C o m b u s t i b i l i n a z i o n a l i NOTIZIE — COMUNICATI — INFORMAZIONI.

A c c o r d o e c o n o m i c o t r a I t a l a e F r a n c i a . — P r e s t i t i d e l l a S v i z z e r a p e r r e g o l a r e i c a m b i . — P r e s t i t i d e g l i S t a t i U n i t i a l l ' I n t e s a . — C a m b i e U f f i c i o i n t e r a l l e a t o . — A g r i c o l t o r i e s o p r a -p r o f i t t i d i g u e r r a . — R e g i m e d o g a n a l e e t r a t t a t i di c o m m e r c i o . Situazione degli Istituti di Credito mobiliare — Situazione degli Istituti di

emis-sione italiani - Situazione degli Istituti Nazionali Esteri.

Quotazioni di valori di Stato italiani — Valori bancari — Valori industriali — Borsa di Parigi — Borsa di Londra — Borsa di Nuova York — Stanze di compensazione.

Cambi all'Estero — Media ufficiale dei cambi agli effetti dell'art. 39 del Codice commerciale — Corso medio dei cambi accertato in Roma — Rivista dei eambi di Londra — Rivista dei eambi di Parigi.

PARTE ECONOMICA

L'economia nazionale

attraverso le Relazioni delle Banche.")

Ogni anno, nel mese di marzo, l'economia nazionale

dell'anno precedente viene passata in rassegna dalle

più alte competenze della nazione e precisamente dai

capi degli Istituti di emissione, di credito mobiliare e dai

gestori delle maggiori Imprese industriali della nazione.

E sintomatica nelle relazioni sulle operazioni fatte

nell'anno 1917, la omissione da parte di quasi tutti gli

esponenti, a differenza di quanto nel passato avveniva,

di qualsiasi previsione concreta sul futuro. Le sempre

più gravi condizioni della finanza e della economia

nazio-nale in conseguenza del conflitto, il cui termine sembra

allontanarsi ogni giorno di più, hanno fatto desistere

coloro che si accingevano ad un esame retrospettivo

dal trarre conclusione veruna che potesse presentarsi

come previsione di ciò che dovesse avverarsi anche in un

prossimo futuro.

Il Prof. Stringher, Direttore generale della Banca

d'Italia, con quell'equilibrio e quella acuta penetrazione

dei fenomeni, universalmente riconosciutagli, ha

rite-nuto di rilevare l'aumento generale del debito pubblico,

la ulteriore inflagione della circolazione di carta moneta,

la curva ascendente dei prezzi delle cose e l'assillante

problema dei cambi coll'estero. Non ha taciuto che le

preoccupazioni intorno a tali problemi hanno suggerito

provvedimenti ed avvedimenti intesi a lenire le

diffi-coltà maggiori della situazione, ma non sembra che emerga

la sua completa convinzione che tutto ciò possa

argi-nare efficacemente l'ineluttabile decorso delle vicende.

Ha constatato il buon esito del prestito emesso

nel-l'anno 1917, affrettandosi però a soggiungere che i 2.500

milioni di sottoscrizione in contanti non potevano

for-nire adeguata risorsa per fronteggiare con larghezza le

spese crescenti della guerra, alle quali hanno'supplito

in misura notevole le successive fortunate emissioni di

buoni del Tesoro ordinari e pluriennali che fruttarono

al netto dei rimborsi circa 4.300 milioni, cosicché il

paese nell'anno in esame forni complessivamente allo

Stato 6.800 milioni, che, uniti ai 5.400 di-lire oro,

otte-nuti dagli alleati e per la maggior parte destinati ai

pagamenti di materiale bellico e di generi di prima

ne-cessità, poterono bastare quasi totalmente alle

neces-sità del bilancio, unitamente all'elevarsi del reddito

dell'erario in conseguenza dell'aumento di vecchi

tri-buti e della creazione dei nuovi:

Con prudente avvertimento, il capo del nostro

mag-giore Istituto bancario, rileva che vicino al problema

dei cambi altri non meno gravi stanno dinnanzi, come

quello per gli approvvigionamenti, per i trasporti di

terra e di mare, sia in ordine al vettovagliamento, sia

in ordine alla vita ed al moto delle industrie cui è legata

la esistenza di milioni di operai. Infine, prima di passare

ad un esame particolareggiato sull'andamento dei vari

gruppi di industrie, egli ha rilevato come tutte esse

ab-biano risentito 1? conseguenze della minore disponibilità

di materie prime, e come fosse chiaro che dopo quasi

tre anni di guerra le condizioni generali influenti sopra

ogni ramo di lavoro fossero divenute più stringenti.

Con ciò, devesi affermare òhe le operazioni della Banca

d'Italia non subirono arresti e che anzi il volume degli

affari dell'Istituto ebbe ulteriore incremento nell'anno

1917.

Il Cornili. Miraglia, Direttore generale del Banco di

Napoli, si intrattiene nella sua relazione annuale anche"

(2)

2 1/ ECONOMISTA

21 aprile 1918 — N. 2294

sulle vicende agricole del nostro paese e rileva come la

industria agraria abbia risentito anch'essa l'influenza

di tutti i fatti economici che dominano nell'ora presente

la v i t a sociale, ma nota d'altra parte che la attività delle

società ordinarie per azioni lia assorbito, per nuove

costi-tuzioni o per aumenti di capitale delle società esistenti,

depurato dalle diminuzioni per scioglimenti di società

o riduzione di capitale, lire 1.231.993.318. Le operazioni

coli'estero compiute dal Banco di Napoli hanno raggiunto

nel 1917, 930 milioni e la raccolta e trasmissione dei

ri-sparmi degli emigranti, i 260 milioni, superando di circa

100 milioni il contigente dell'anno precedente, il che sta

a prova dello espandersi nelle Americhe della azione

dell'importante Istituto.

Ci riserbiamo in altro momento di considerare l'opera

svolta dal Banco di Napoli nei riguardi del credito

agrario e del credito fondiario. Per adesso ci gioverà

constatare che i risultati della gestione 1917 segnano anche

per questo Istituto un considerevole aumento.

Nè diverse s o n o le risultanze finanziarie del Banco

di .Sicilia, come vengono esposte nella consueta relazione

I dal Direttore generale del Banco, Comm. G. Riccio,

chia-mato dalla fiducia del Governo ad assumere la direzione

del Banco con D.L. 13 settembre 1917. Uno speciale

accenno alla crisi dell'industria agrumaria dà occasione

di rilevare la importanza del D. L. diretto allo scopo di

agevolare la produzione del citrato di calcio e

dell'agro-cotto nella Sicilia e nelle Calabrie, per la quale i Banchi

di Napoli e di Sicilia sono chiamati a sovvenire la Camera

agrumaria nel caso che questa avesse investito tutte le

sue disponibilità nelle anticipazioni.

La Banca Commerciale Italiana, nel riferire intorno

alla partecipazione delle sue disponibilità, sia nelle

im-prese delle industrie elettriche, sia in quelle di industrie

estrattive e chimiche, sia nel campo dell'industria

na-vale dei trasporti, cui è connesso uno dei vitali problemi

presenti e futuri d'Italia, accenna al rapido estendersi

dei suoi rapporti con gli Stati Uniti d'America ed

all'in-tendimento di istituire una sede della Banca anche 111

New-York. È notevole il concorso dato dalla Banca

Commerciale nella sottoscrizione al prestito, che ha

su-perato il miliardo, e complessivamente per i cinque

pre-stiti di guerra i 2 miliardi e 355.000 lire di capitale

no-minale. Il volume degli affari della Banca è in

conside-revole aumento e sta a prova della simpatia e della

fiducia che gode l'Istituto nel nostro paese.

Il Consiglio di Amministrazione della Banca di Sconto

trova nella economia italiana riacutizzati per l'anno

1917 due fatti gravi ad un tempo e persistenti: trasporti

e cambi. Constata la concentrazione di molte intraprese

non per imposizione dello Stato, ma per libera e

consa-pevole determinazione di avveduti imprenditori e la

maggiore valorizzazione di forze idrauliche e giacimenti

minerali. Rileva che le nuove emissioni frenquenti e

co-piose di Società private non rallentarono il progredire

delle somme affidate agli Istituti dediti alla raccolta del

risparmio, il che costrinse anzi la Banca di Sconto ad

au-mentare il proprio capitale. .

Non si illude il Consiglio che a guerra finita il prezzo

del carbone e quindi quello della forza motrice termica

abbia a ridursi ili sensibile misura e deriva da ciò la

convenienza dello interessamento della Banca ili alcune

imprese di elettricità. Fiducia ripone pure il Consiglio

nelle industrie aviatorie ed automobilistiche, con la

partecipazione alla costituzione di nuovi enti ed

all'am-pliamento o trasformazione degli esistenti. Annuncia che

la Sede di Parigi dello stimato Istituto venne nominata

corrispondente del R. Tesoro italiano, nonché l'apertura

di nuove Agenzie e Succursali in Sampierdarena, Reggio

Calabria, Spezia e Foggia, Messina e Livorno. Anche gli

affari di questa Banca giovane e piena di slancio sono in

aumento, talché l'utile conseguito pel 1917 raggiunse il

doppio dell'esercizio precedente: ma a tale riguardo il

Consiglio prudentemente avverte come simili risultati

non abbiano ad attendersi frequentemente, essendo essi

in gran parte frutto di fortunate ed eccezionali

circo-stanze, quali la mancanza di perdite fallimentari, il

beneficio derivante dallo stock titoli, l'inconsueto

ren-dimento dei cambi e l'alto profitto delle emissioni.

Anche il Credito Italiano deve rilevare che il

movi-mento generale dei conti, da 68 miliardi nel 1916, è

pas-sato a 94 nel 1917, mentre i vari capitoli del bilancio

risultavano tutti accresciuti. L'aumento del capitale

sociale da 75 a 100 milioni ebbe esito soddisfacente per

il largo concorso all'opzione da parte degli azionisti.

Rileva il Consiglio di questo Istituto che un inevitabile

peggio-amento si è prodotto nella bilancia

commer-ciale dell'Italia con l'estero, donde un ulteriore

inaspri-mento dei cambi, al quale non furono estranee altre

ra-gioni, ed esprime incondizionata fiducia nell'Istituto

Nazionale per i Cambi con l'estero, di recente creazione.

Il Banco di Roma, tuttora convalescente dell'aspra

crisi cui incorse negli anni decorsi, ha segnato pure un

qualche miglioramento nel volume dei suoi affari, tanto da

poter presentare proposta di aumento di capitale da 75 a

100 milioni. Il Consiglio non può ristare dall'enumerare

nella sua relazione le dolorose conseguenze che

sull'econo-mia nazionale ebbero i funesti fatti militari dell'ottobre

scorso e li pone alla pari della diserzione russa nelle

conse-guenzesulla guerraeuropea, sebbene constati che l'attività

finanziaria del paese, malgrado la gravità degli

avveni-menti e le preoccupazioni, sia stata intensa. Non nasconde

fiducia nell'Istituto Nazionale dei Cambi e si mostra

lieto di essere stato chiamato a parteciparvi.

A questo rapido esame delle affermazioni fatte dai

maggiori Istituti di emissione e di credito mobiliare,

crediamo quest'anno di aggiungere brevemente quello

che si può trarne dalle pubi lidie manifestazioni, in

oc-casione delle assemblee generali ordinarie, di alcune fra

le maggiori Imprese industriali. L a Società Anonima

Ita-liana Gio. Ansaldo e C. per bocca dei suoi amministratori

| ampiamente conferma che la Società occupa forse uno

dei primi posti tra le consimili per il grande contributo

che ha dato e dà di continuo alla difesa del paese,

coo-perando a rendere possibile all'esercito di reintegrare il

materiale bellico perduto e di aumentarne le dotazioni.

Gli oneri derivanti richiesero l'aumento di 50 milioni

nel capitale sociale, talché l'importo rilevante che figura

in bilancio per gli interessi passivi e per i debiti in

dipen-denza dei nuovi impianti effettivi, testimonia la gravità

stessa degli oneri liberamente assunti dalla Ditta. Tuttavia

questa confida di avere-bene meritato dalla Patria e che

il paese grandemente apprezzerà i sacrifici da essa fatti.

L a Società Italiana Ernesto Breda, nel fai e intero

as-segnamento sulle forze del paese e non troppo confidando

nelle provvidenze che deriveranno dal definitivo assetto

economico intemazionale, pienamente fiduciosa delle

sorti della guerra e convinta di dover dedicare all'avvenire

del paese ogni pensiero, lia all'attuazione di questo

pro-gramma impiegato anche gli utili dell'esercizio,

delibe-rando inoltre un ulteriore aumento di capitale, atto ad

affrontare le nuove alee cui la impresa è andata ed andrà

incontro, a vantaggio del paese, aumento che da 45

mi-lioni ha condotto a 100 mimi-lioni il capitale sociale, oltre

i le relative emissioni di obbligazioni.

L a Società Lloyd Italiano, nella sua assemblea del

20 marzo, pur assegnando un dividendo pari all'otto per

cento, massimo consentito dal D. L- 7 febbraio 1916,

N° 123, dichiara che i risultati dell'esercizio 1917 sono

meno favorevoli di quelli dell'esercizio precedente, sia

per l'abbandono di un piroscafo incagliatosi al principio

dell'anno, sia per il disarmo di un secondo, sia per la

re-quisizione di un terzo, sia per il regime speciale di stive

a disposizione del R . Governo per i viaggi transatlantici.

Tuttavia, l'utile di oltre 3 milioni viene costituito : da

realizzazioni patrimoniali (indennizzo delle Società

assi-curatrici 'per la perdita di un piroscafo) ; dagli interessi

attivi, cambi, dividendi, eec, che raggiungono quasi

il milione, dagli utili vari per circa mezzo milione ed infine

per i cespiti e l'utile di bilancio effettivamente

conse-guito dall'esercizio della navigazione.

L'assestamento industriale del dopo guerra deve

tro-vare larga base anche sulla utilizzazione delle forze

idroelettiiche, afferma la Società degli Altiforni, Fonderie

e Acciaierie di Terni, ed a tale programma essa rivolge

fin da ora la sua migliore attenzione. Malgrado la intensa

produzione di materiale bellico, non f u trascurata la

produzione di materiali speciali per le nuove costruzioni

navali e mercantili ed ebbe speciale assistenza l'industria

della terra, avendo forniti dalla Società di Terni migliaia

di aratri che si affermano di ottimo tipo nazionale, per

la cui costruzione furono eseguiti nuovi impianti, nella

fiducia che lo Stato sappia validamente proteggere pel

dopo guerra anche questo ramo di produzione per la vita

nazionale. Tuttociò ha permesso alla Società in esame di

annunciare che gli utili industriali per l'anno 1917 hanno

1

raggiunto lire 34.669.660,01.

(3)

2i aprile 1918 — N. 2294

1/ ECONOMISTA

191

il passaggio al periodo postbellico. T u t t a v i a , la Direzione

dà assicurazione di porre le sue cure alla preparazione

di quelle basi sulle quali dovrà svolgersi l'industria quando

si riprenderanno i liberi commerci. Gli utili, di circa 6

milioni, conseguiti dalla Impresa attestano (lei suo

con-tinuo aumento nel volume degli affari.

La Banca d'Italia e la guerra.

L e operazioni finanziarie rese necessarie dalla guerra, che as-sorbe ogni mese considerando i belligeranti tutti oltre quindici mi-liardi, vennero poderosamente a i u t a t e dalle B a n c h e di emissione. E ciò specialmente in Italia in cui le industrie e il Tesoro, sprovvisti d e l l e grandi risorse economiche dei maggiori paesi t r a v o l t i nel con-flitto per esistere o per espandersi, più d o v e t t e r o attingere al cre-dito p r i v a t o e pubblico.

P e r convincersene basta scorrerela limpida relazione annuale del c o m m . Bonaldo Stringher, Direttore generale delia B a n c a d ' I t a l i a

«tesoriera dello S t a t o », l e t t a il 28 marzo u. s. a l l a Assemblea ge-nerale degli azionisti dell'istituto prosperoso e p o t e n t e , e che costi-tuisce uno dei documenti più preziosi per la conoscenza della eco-nomia italiana nell'ora presente.

Uno sola cifra basta a d esprimere i servigi resi dallo B a n c a , gra-zie a l l e sue basi granitiche e alle idealità nazionali che animano i suoi reggitori, alla economia e alla finanza in questo anormale e difficile periodo»della loro storia. Il m o v i m e n t o delle casse delia B a n c a , che nel 1914 ascese a 71 miliardi, salì nel 1917 alla somma gi-gantesca di 273 miliardi, cioè, ad una cifra che ricorda quelle con-suete dei libri di astronomia per i quali la unità di conteggio è il miliardo. Nessun bisogno dell'economia bellica venne negletto d a l commendatore Stringher, riuscito sempre per v i r t ù d'ingegno, di carattere, di patriottismo, a conciliare gii interessi degli azionisti con q u e l l i dello S t a t o , impegnato nella guerra redentrice.

L ' a t t i v i t à dell'Istituto à favore della finanza superò quella stret-t a m e n stret-t e bancaria sua propria. A l l a vigile stret-tustret-tela delle riserve, della circolazione, delle disponibilità «li cassa, la Direzione Generale della B a n c a associò l'emissione dei prestiti n a z i o n a l i ; le s o v v e n z i o n i al Tesoro e il collocamento dei buoni ordinari e pluriennali da esso emes-si ; la p r o v v i s t a dei c a m b i e le misure dirette a limitarne le oscilla-zioni ; gli aiuti ai detentori eli titoli i n d u s t r i a l i , a i Consorzi granari, a g l i E n t i autonomi dei consumi, alle Banche ed al proprietari delle Provincie invase: lo s v i l u p p o delle industrie e s t r a t t i v e , manifat-turiere e marittime connesse alia guerra o necessarie alia resistenza del paese ; i sussidi alle opere publiche, ii risveglio delle colonie afri-cane ed altre p r o v v i d e n z e minori inspirate da saggi criteri economici e da e l e v a t i sentimenti politici.

Il c a m p o , però, in cui più riluce il concorso prestato dalla B a n c a alla condotta finanziariadellaguerra è quellodell'emissione di biglietti a d essa, insieme ai due B a n c h i meridionali, esciusivamene riser-v a t a . E l'operazionè che per le sue ripercussioni sui prezzi,, sui sa-l a r i , sui c a m b i , s u sa-l saggio d e sa-l sa-l o sconto, sui corsi dei titosa-li e dei yasa-lori, più interessa il pubblico.

N o n è quindi inuutile esaminarne a p a r t e , con lo sguardo v o l t o a l l ' a v v e n i r e , l ' a n d a m e n t o .

L a guerra costrinse t o s t o tutte la nazioni belligeranti — non esclusi i ricchissimi S t a t i Uniti che aumentarono in un anno biglietti delle Casse di risèrva federali di cinque miliardi di lire — a d accre-scere, per conto d e l Tesoro la circolazione bancaria prima riservata al commercio.

P e r l ' I t a l i a togliamo d a l l a relazione del comm. Stringher le cifre seguenti riguardanti la circolazione cartacea complessiva.

C I R C O L A Z I O N E C A R T A C E A I N I T A L I A .

(milioni di lire).

Circolazione bancaria per conto per conto

Circola-dei dello Totale zione commercio Stato di Stato

Totale generale B a n c a d ' I t a l i a . B a n c o di N a p o l i B a n c o d i Sicilia. B a n c a d ' I t a l i a B a n c o d i N a p o l i B a n c o d i Sicilia

ségni cambiari e del rialzo dello sconto a frenare l'emissione dei bi-glietti e quindi a moderare l'aggio, il cambio e la eccessiva espan-sione industriale.

Purtroppo le oculate restrizioni della circolazione commerciale non bastarono a impedire l ' a u m e n t o a l l a r m a n t e della circolazione bellica pressoché s p o v v i s t a di copertura metallica. I biglietti emes-si d a l l a B a n c a per provvedere ai bisogni dello Stato salivano alla fine d e l l ' a n n o scorso a cinque miliardi e 833 milioni, prestati quasi tutti al Tesoro all'interesse percenti ale minimo di 25 centesimi al-l'anno. Simile allargamento della circolazione richiese un sollecito aumento nella fabbricazione dei biglietti, che nel 1917 raggiunse, mercè l'impianto di n u o v o macchinario, i 18 milioni contro una pro-duzione (li cinque milioni di biglietti registrata nel 1913. Si a v r a n n o così presto anche i biglietti da 23 lire, necessari a collegare il valore del biglietto <li S t a t o da lire 10 a quello bancario di lire 50.

Non devesi credere, però, che l'intera massa di biglietti fosse-riversata nel mercato e s p r o v v i s t a per intero di guarentigie legali L a circolazione totale dei biglietti della Banca media durante l'anno f u di 4.660 milioni contro 1.848 milioni nel 1914, con un m i n i m o di 3.845 milioni al 23 marzo ed un massimo (li 6.539 milioni a l 31 dicembre.

E questa massa, effettivamente circolante, che agisce sui prezzi e sui c a m b i , neutralizzando ogni beneficio delle anticipazioni in-glesi e americane. Iì ciò malgrado le sue guarentigie legali eccedenti l'importo dei biglietti emessi. L a relazione dello Stringher, non con-tiene in proposito alcuna tabella. Senonchè addizionando il valore delie riserve metalliche irriducibili e dei titoli di Stato e dei crediti verso di esso, esistenti a favore esclusivo dei portatori dei biglietti, ' alle a t t i v i t à della B a n c a sulle quali i portatori stessi hanno diritto a prelazione, si ottiene una somma t o t a l e superiore a quella della circolazione bancaria. L e stesse riserve metalliche, effettive od equiparate, andarono aumentando. L a mostrano le modificazioni a v v e n u t e nella composizione q u a l i t a t i v a della riserva d e l l ' I -stituto raccolte nel seguente specchietto comparativo :

1914 1 9 1 7 milioni di lire I . 7 3 ° ' — 1-739 482 — 428 109 — 107 2.265 — 2.265 499 2.764 j 2;22 3 4-327 6-559 t 379 1 . 1 9 6 1-575 — 310 370 2.252 5-833 8.425 1.748 10.173 L ' a u m e n t o , in senso assoluto, è rilevante. In senso relativo è però inferiore a quello delle banche degli altri belligeranti,eccet-t u a belligeranti,eccet-t a la B a n c a d i I n g h i l belligeranti,eccet-t e r r a che al a sbelligeranti,eccet-tessa epoca a v e v a una cir-colazione di un miiliardo e' 182 nji'ioni d i franchi. A parte questa, la nostra massa c a r t a c e a non arriva a l l a m e t à d e l i a circolazione au-stro-ungarica e della circolzione francese. A l risultato contribuì l'ope-ra, v e r a m e n t e a m m i r a b l e , d e l i a B a n c a , riuscita per mezzo delia uti-lizzazione d e l l e disponibilità derivanti dai d e b i t i a v i s t a , dei conti correnti p r i v a t i e g o v e r n a t i v i , della diffusione dei v a g l i a e degli

as-Oro. - . . . . 1 . 1 1 8 836 A r g e n t o 107 87 Crediti sull'estero 24 448 B u o n i de T e s o r o di S t a t i esteri . 85 22 B i g l i e t t i di B a n c h e estere . . . 13 R i s e r v a totale . • 1-344 1.406 L ' o r o e l ' a r g e n t o sono diminuiti nel triennio di 309 milioni, ma i certificati di credito sull'estero', che rappresentano altrettanto oro, sono a u m e n t a t i di 424 milioni di lire.

Il risultato è confortante, specialmente se comparato con i dati corrispondenti d e l l a B a n c a di emissione della Monarchia duali-s t a , noduali-stra eterna nemica, e della quale, pure, la guerra miduali-se a dura prova la'costituzjone e la resistenza. A l 31 dicembre 1917, secondo la situazione riassuntiva della B a n c a austro-ungarica pubblicata dalla

Neue Freie Presse e riprodotta dalla Gazzetta di LVsanna del 5

gen-naio 1918, n. 4, i biglietti emessi a m m o n t a v a n o a diciotto miliardi e 740 milioni di corone e la riserva aurea appena a 264 milioni, cioè a meno d e l l ' u n o e mezzo per cento.

I commenti guasterebbero.

* » |

-I lusinghieri risultati dell'intenso lavoro bancario e finanziario d e l l ' I s t i t u t o durante la guerra sono rispecchiati dalia progressione degli u t i l i netti, in quattro anni, malgrado l ' a u ento notevole delle spese, quasi triplicati. A d essi pure partecipa lo Stato, il più grande azionista della B a n c a , in dipendenza delia facoltà di emissione con-cessale. Sopra 52 milioni di utili netti realizzati nel 1917, si assegna-rono a l l o S t a t o oltre 21 milioni, contro 14 milioni ripartiti fra gli azionisti. U n a B a n c a di S t a t o , quale v e n n e caldeggiata dai sociali-s t i francesociali-si in occasociali-sione della rinnovazione del privilegio della Banca di F r a n c i a , non a v r e b b e dato all'erario profitti superiori.

E ciò senza contare altri 22 milioni di imposte e tasse riscosse dal fisco e detratte d a l l a B a n c a dagli utili lordi realizzati nell'esercizio, f i questa una n u o v a p r o v a dei vantaggi che il Tesoro ritrae dall'ope-r a , pdall'ope-revidente e audace insieme, della Didall'ope-rezione dell'Istituto, già pronto, con cospicue riserve speciali, ad aiutare ia soluzione dei pro-b l e m i del dopo guera, per l'industria pro-ben più gravi che per l'agricol-tura « D i fronte a t a l i poderosi problemi — scrive lo Stringher — la B a n c a d ' I t a l i a non può essere assente ».

L a promessa cooperazione, a v v a l o r a t a dalla salda s t i u t t u r a dei-l ' i s t i t u t o , forte di un patrimonio dedei-l t u t t o dei-liquido e dei-largo di appog-gio e di consiglio alle B a n c h e ordinarie vecchie e nuove, non p u ò a meno di incuorare le forze v i v e del Paese bisognose di credito. Una grande finanziere, l'onorevole R i b o t , ricordando l'anno passato a l i a Camera francese le benemerenze della B a n c a di emissione du-rante la guerra,.esclama v a : » I,a B a n c a d i F r a n c i a è la rocca forte della finanza d e l l a R e p u b b l i c a ».

Per ciò che concerne la B a n c a d ' I t a l i a e l'economia italiana Bo-naldo Stringher p u ò o g g i / c o n sano orgoglio, dire altrettanto.

(4)

iq2 L'ECONC

Lo svalutamento della moneta

negli efletti tributari.

La imposta fondiaria.

II.

T u t t a la gravità della questione sugli effetti che nei

riguardi tributari abbia la svalutazione della moneta,

prende sostanza dal fatto che la generalità dei tributi

diretti non colpisce il reddito effettivamente prodottosi,

ma colpisce una cifra, che è quella segnata nei libri

cen-suari e che soltanto per la capacità fiscale noi dobbiamo

ritenere sia il reddito.

Questa cifra è stata determinata in un dato momento,

sotto la influenza delle condizioni soggettive e

ogget-tive di quel dato momento e tra queste ultime v a notato

il particolare valore monetario. Quindi questa cifra può

solo.rappresentare il reddito prodottosi allora e non quello

prodottosi nel tempo successivo.

Il più grave difetto della catastazione dei redditi è

appunto quello di fissare in una cifra immutabile un

va-lore sostanzialmente mutabile.

E siccome il concetto del valore implica un'idea di

rapporto tra due grandezze, la mutabilità del valore è

la conseguenza dell'accrescimento o della minorazione

dell'una o dell'altra grandezza. Così se questo rapporto

si riferisca alla moneta, il rinvilio di questa turba il

valóre nominale di una data ricchezza.

Ora, se una moneta è contrassegnata dalla cifra di

io e subisce un rinvilio di 5, essa non varrà che 5. Se

dunque una data ricchezza poteva essere, prima del

rin-vilio monetario, rappresentata nel suo valore con una

mo-neta contrassegnata dalla cifra di 10, dopo il rinvilio essa

non può essere rappresentata che da due monete della

cifra di 10. Il che vuol dire che l'antica cifra monetaria

10, ha oggi lo stesso valore della cifra monetaria di 20.

Abbiamo accennato, nell'articolo precedente, ai

principali effetti che la svalutazione monetaria abbia

nei riguardi della tassazione dei redditi di ricchezza

mo-bile. Qui c'intratteremo a parlare degli effetti che detta

svalutazione possa avere sull'imposta fondiaria.

Facciamo attenzione al catasto dei terreni. In esso

vi è indicato un dato appezzamento di terra col numero

di mappa e con la lettera di sezione ; in una apposita

co-lonna è indicata la coltura," dove si dice : lavorativo vitato,

seminativo, boschivo, etc. e in un'altra colonna è indicatala

rendita e vi è indicata nel suo valore monetario : vi si

dice, poniamo, lire cento.

Facciamo la ipotesi che trattasi di un appezzamento

di terreno che produca annualmente (e supponiamo che

la produzione sia costante) due ettolitri di grano e

po-niamo che, prima del rinvilio della moneta, un ettolitro

di grano costasse lire cinquanta e dopo, lire cento ; noi

avremo, tanto prima che dopo questo rinvilio la

medesi-ma rendita catastale di E. 100. Mentre che, stando alla

effettività del valore, dovremmo avere L-ioo prima del

rinvilio della moneta e L. 200, dopo.

Siccome poi la tassa sui fondi rustici è proporzionale

alla rendita catastale, rimanendo detta tassa immutata

nella sua percentuale, è facile scorgere che il pubblico

erario, pur riscuotendo la medesima cifra di tassa,

vie-ne a prendere la metà del valore di ciò che riscuoteva prima

del rinvilio della moneta.

L a qual cosa dimostra che lo avere aumentato in

misura relativamente debole le aliquote di tassazione

delle rendite fondiarie, è un ripiego che non vale a coprire ;

la perdita sempre maggiore dovuta allo svalutamento

della moneta. Quando però si dice che lo Stato, con le

nuove provvidenze tributarie sui fondi rustici, ha

cavato tanti milioni in più, in confronto di quel che

ri-traeva avanti guerra, bisognerebbe, per chiarire le idee,

calcolare quanto di questo aumento effettivamente

ri-mane, dopo eseguito il ragguaglio della svalutazione

mo-netaria.

E rimane meno che nulla : perchè se si pensa che la

moneta è svilita quasi della metà e l'aumento delle

ali-quote fondiarie f u in media in misura al disotto della

metà di quello che erano le aliquote precedenti, si

con-clude che lo .Stato è in perdita.

L e cifre dovrebbero turbare l'occhio del profano non

di colui cliè ne comprenda il valore. Se oggi lo Stato

di-cesse, le aliquote di tassazione sui fondi rustici sono

rad-doppiate, la cosa susciterebbe nel volgo una grave

im-pressione, ma i proprietari di terreni non verrebbero a

pagare un centesimo di più di quel che pagavano prima.

L a ideologia delle cifre ci ha condotto a molti

er-rori : quando si parla per esempio che la ricchezza

na-zionale immobiliare sia di 50 miliardi o poco più o poco |

DMISTA 21 aprile 1918 — N. 2294

meno, non si pensa che gli studi per determinarla

fu-rono fatti alcun tempo addietro e che quindi i 50

mi-liardi di allora valgono oggi 100 mimi-liardi.

Ma ritorniamo all'argomento. Egli è certo che nella

formazione dei vari catasti, per determinare gli estimi,

l'elemento principale è stato la mercuriale, cioè il prezzo

ufficiale dei prodotti agricoli. Quindi la tassa non è che

una percentuale del prezzo di tali prodotti.

Per ragioni di praticità ogni cosa è stata espressa in

cifra, ma nessun turbamento nell'ordinamento catastale

sarebbe avvenuto se le rendite fossero state espresse in

naturi. Se al posto delle L. 100 di quel dato appezzamento

di terreno seminativo si fosse indicata la rendita in,

poniamo, K l . 2 di grano, si sarebbe detto la stessa cosa ;

con questo di vantaggio che attraverso il tempo sarebbe

rimasto immutato i f valore reale della rendita di quel

dato appezzamento di terreno e la tassa corrispondente

sarebbe rimasta automaticamente proporzionale alla

ren-dita.

In tal modo si sarebbe elusa la svalutazione

mone-taria a danno dello Stato.

Ma la oscillaziae del valore della moneta può

rag-giungere gradi sensibilissimi, come quelli attuali, solo in

casi di pertubamenti eccezionali ; poi tutto ritorna allo

stato di equilibrio, che è lo stato normale. Epperò non

sarebbe valsa la pena di complicare enormemente gli

ordinamenti catastali, trascrivendo gli estimi in natura

per ovviare a un danno fiscale molto problematico ad

avverarsi.

Ma verificatasi l'eccezionalità di tale danno, vi

oc-corrono mezzi riparatori eccezionali. E qni prende forza

e ragione la teoria dello accertamento delle rendite

fon-diarie da eseguirsi con metodi diretti e ciò, ben s'intende

durante il periodo anormale transitorio. Quante cose si

vedrebbero ! Vi sono terreni ancora accatastati come

scopeti, specialmente nella maremma toscana, con una

rendita di poche lire, e sono oggi fertili vigneti dai quali

si ricavano decine di migliaia di lire !

• Ma non vogliamo entrare in uti altro campo di

os-servazioni : fermiamoci alla svalutazone monetaria. Vi

sono terreni boschivi che hanno una rendita catastale

modestissima, proporzionale del resto al valore che tali

terreni potevano avere nell'epoca della formazione dei

catasti ; oggi invece un terreno boschivo è una miniera

d'oro. Ora non vogliamo dire che il prezzo della legna sia

così enormemente aumentata per esclusivo fatto della

svalutazione monetaria : ma questa v i ha avuto parte

importante e se non vogliamo colpire di tassa tutto il

maggior guadagno realizzato, non lasciamo evadere tutta

quella maggiore mpneta, che, sovrapponendosi alle

ren-dite nominali catastali, ricostituisca il loro valore reale

primitivo.

L o accertamento diretto delle rendite fondiarie,

ri-volto a questo fine, risponde a criteri saggi di giustizia

tributaria ; perchè se la svalutazione della moneta,

ne-gli effetti del fisco, può in certo modo pararsi, come

ab-biamo accennato nell'articolo precedente, nelle

tassa-zioni dei redditi di ricchezza mobile, per mezzo dello

istituto delle rivalutazioni, quanto alle rendite fondiarie

non v'ha riparo di sorta, tostocliè dette rendite

riman-gono ferme nelle antiche cifre, le quali oggi formano la

base di una tassa che è l'espressione la più derisoria e

la più iniqua.

S. R.

La Russia ed il blocco.

(5)

2i aprile 1918 — N. 2294

1/ E C O N O M I S T A

193

1912 l'impero tedesco i m p o r t a v a dai vari gruppi nelle seguenti proporzioni (in milioni di marchi) :

Materie Generi prime alimentari A . B . C . D . 3-473 72,9 % 362 .7,6 % 6 7 8 ' 14,2 % 248 5,2 % 1.560 4 8 , 7 % 293 9-2 % 90X 28,2 % 442 13,8 % D u n q u e il 73 % delle materie e il 49 % di generi alimentari

provenivano alla Germania da centri che appartengono 0 sono con-trollati dagli alleati.

N é l'occupazione della CUrlaudia, della L i t u a n i a , della Polonia riesce di grande a i u t o ai tedeschi. C o m e afferma il d e p u t a t o Go-thein, i due primi paesi non possono dare di i m p o r t a n t e che il le-gname. L a Polonia poi si t r o v a nelle stesse condizioni della Germ a n i a : è, cioè, un paese che i Germ p o r t à la Germ a s s i Germ a parte delle Germ a t e -rie prime e dei viveri che le occorrono, mentre esporta prodotti lavorati. A n z i , u n a fusione della Polonia con la Germania ucciderebbe l'industria tessile poiaéca, la principalissima delle sue a t t i -v i t à economiche, la cui esportazione era r i -v o l t a s o p r a t u t t o -verso la Russia.

E questo s t a t o di cose quello che spiega il tono delle riviste e dei giornali tedeschi, nel g'udicare gli a v v e n i m e n t i . Il Bresciani-Turroni, per ragioni di ufficio, ha p o t u t o raccogliere un florilegio significativo. L a Borsenzeitung, a d esempio, scrive che

l'indipen-denza economica dall'estero è una « pericolosa u t o p i a », poiché «ogni giorno di questa guerra porta una massa di f a t t i che d ' m o -strano c o m e la Germania è s t r e t t a m e n t e l e g a t a con la economia mondiale ». Il Quesnel, in una i m p o r t a n t e r i v i s t a , a m m o n i s c e ri-s o l u t a m e n t e come «dall'eri-sperienza della guerra mondiale ri-si trae l'insegnamento, a t u t t i evidente, che anche la fusione delle eco-nomie nazionali tra Berlino e B a g d a d in una grande economia medio-europea servirebbe ben poco a preservare il popolo te-desco dall'immiserimento, se la Mittel-Europa dovesse restare ta-g l i a t a fuori dall'economia mondiale ». Il T y s k a b a t t e sullo stesso chiodo e, per rendere p i ù e v i d e n t e la tesi, p u b b l i c a questo q u a d r e t t o il quale dimostra c o m e nel 1913 •—-prima della g u e r r a — • fosse m i n i m a la quota delle importazioni tedesche di materie prime dalle potenze del blocco, i n c l u d e n d o pur sempre in esse l ' A s i a t u r c a :

Importazioni Importazione complessive dalla Mittel-Europa

milioni milioni percen-di marchi di marchi tuale

Cotone g r e z z o . 607.1 2,1 0,03 L a n a grezza 412,7 3,4 0,08 R a m e 335,3 — — Pelli 321,7 17,6 5,46 Seta grezza 154,7 3,5 2,25 Mineralidi ferro 227,1 1,9 0,86 P e l l i c i e 121,9 6,4 5,27 C a u c c i ù 125,9 — — Petroli» 59,9 1 1 , 9 17,2

P e r c i ò la Berliner Allgemeine Zeitung insiste che «materie prime a b u o n prezzo sarebbero per l ' e c o n o m i a tedesca di gran lunga p i ù i m p o r t a n t i , che non l ' a c q u i s t o d e l B e l g i o senza la possi-bilità di un'intesa durevole con l'Inghilterra e gli S t a t i U n i t i » L a Volkswacht aggiunge che «l'avvenire e c o n o m i c o della Germania è infinitamente più i m p o r t a n t e di un a l l a r g a m e n t o territoriale, perché noi a b b ' a m o un b'sogno m o l t o p i ù v i v o del rame americano, del cotone, della lana australiana, d e l f r u m e n t o argentino, ecc., che non della F i a n d r a , della L i t u a n i a , del b a c i n o di L o n g w y -Briey». Concetto questo a c c o l t o dalla Norddeutsche Allgemeine

Zeitung, la quale è terrorizzata al pensiero che gli a l l e a t i a p p l i c h i n o

la Conferenza di Parigi.

Il presidente della Unione degli esportatori di A m b u r g o di-chiara che «nei circoli d o v e si conosce l ' i m p o r t a n z a della esporta-zione transoceanica tedesca, non si a c c e t t a l'erronea opinione che, se essa venisse a m a n c a r e , noi t r o v e r e m m o un c o m p e n s o nel v i c i n o Oriente ». D e l l o stesso parere si pronunciano, in f o r t i studi, e l ' H a n n s e l ' E u l e n b u r g , e il G o t h e i n — che a t t a c c a l'idea di u n a politica medioeuropea «da t r i n c e a » — e il B r e n t a n o e l ' H i n t z e . L o H e r -ktier, d o p o a v e r e c o n s t a t a t o che il c o m m e r c i o estero c o n t r o l l a t o d i r e t t a m e n t e dall'Inghilterra a m m o n t a v a prima della guerra a 10 miliardi di marchi, conclude : « Se noi non riusciremo a ripren-dere questo c o m m e r c i o a l m e n o in gran parte, l'Inghilterra a v r à v i n t o la guerra economica». Affermazione grave, ribadita dallo Schutmacher : .« Sul m a n t e n i m e n t o e s u l l ' a l l a r g a m e n t o della Ger-m a n i a di conservare e s v i l u p p a r e la sua posizione nel Ger-m o n d o . Se q u e s t a possibilità sarà m e s s a in forse, a causa di una diminuzione permanente dell'esportazione, la guerra finirà per noi ijon un in-successo, m a l g r a d o t u t t e le nostre v i t t o r i e ».

Per la qual cosa la « F r a n k f u r t e r Z e i t u n g » conclude : « E or-m a i evidentissior-mo che la c o n q u i s t a di nuovi territori non potrebbe più essere di garanzia che gli a v v e n i m e n t i futuri si svolgeranno in m o d o f a v o r e v o l e per la Germania. Il f u t u r o t r a t t a t o di p a c e po-trà essere favorevole, solo se con esso sarà r a d i c a l m e n t e soppresso 11 sistema di proibizioni economiche e di b o i c o t t a g g i o che i nostri

nemici hanno organizzato contro di noi. L ' a v v e n i r e del c o m m e r c i o e dell'agricoltura della Germania e le basi stesse della sua prospe-rità dipendono d a q u e s t a condizione ».

Reddito Lire

8.889 1.073.417

FINANZE DI STATO

I r e d d i t i d e l l e d o g a n e . — Dal 1° al IO marzo corr. il reddito

complessivo dei diritti doganali e m a r i t t i m i è asceso a circa 21 mi-lioni di lire, con una d i m i n u z ' o n e rispetto all'uguale periodo del-l'anno precedente, di circa 2 milioni e mezzo.

In conseguenza il m a g g ' o r reddito delle Dogane verificatosi finora nel corrente eserciz'o flnanz'ario e che alla fine d febbraio ascendeva, c o m e noi i n d i c a m m o , a c ' r c a 92 mi ioni, è ora disceso a milioni 89 e mezzo.

C'è s t a t a una l ' e v e differenza in p ' ù nell'importaz'one d e l caffé, m a si è verificata una d i m i n u z ' o n e per q u a n t o riguarda lo zucchero, il petrolio, la benzina ed altre merci.

Di grano si sono i m p o r t a t e oltre 25.000 tonn. di fronte a circa 75.000 introdotte nello stesso periodo dello scorso anno ; cosicché la q u a n t i t à t o t a l e del grano introdotto dal i° luglio 1917 al 10 m a r z o scorso ascende a tonn. 942.000 contro tonfi. 1.099.000 dell'eserci-zio precedente.

L e importazioni di grano non h a n n o ota influenza sul reddito delle Dogane, perchè, come è noto, il d a z i o sul grano è s t a t o tempo-raneamente a b o l i t o .

E c c o i d a t i provvisori.

Marzo 1918 Differenza 1» decade 1» decade marzo 1918

Grano.

Quantità Reddito Quantità Tonn. Lire Tonn. 25.142 (1) — 49.681 Caffè. 1 7 3 8 8 2.360,44 + 68 + Zucchero 780 72.220 4- 163.331 Petrolio e benzina. 61.712 (2) 962.992 — 10.304 •— 1.189.260 L a tassa di concessioni d'esportazione ha reso lire 744.000 contro lire 1.043.000 delio stesso periodo dell'anno precedente : la tassa di c o n s u m o sul c a f f è ha d a t o lire 878.000.

F i n a n z e d e l l a G r a n B r e t a g n a . Il Cancelliere delio

Scac-chiere Bonar L a w , parlando dell'esercizio finanziario attuale, disse : I crediti compresi nel bilancio per l'anno corrente ascendono a 2.055.000.000 di sterline. L e spese quotidiane ascendono à 6.980.000 sterline. G l i anticipi agli a l l e a t i ammontano a 300 milioni di sterline e quelli a l l e colonie autonome a 50 milioni di sterline. Bonar L a w rileva che l'ammontare poco e l e v a t o degli anticipi alle colonie autonome, dimostra quanto grande sia il'loro desiderio di continuare la guerra a proprie spese. L a previsione totale delie-spe-se d e l l ' a t t u a l e edelie-spe-sercizio si e l e v a a 2.972.197.000 sterline. Il totale delle entrate si e l e v a a 774.750.000 sterline compresa in essa ia tassa su-gli u t i l i di guerra che produrrà 300.000.000, e le nuove tasse che da-ranno 76.860.000 sterline. 11 t o t a l e d e l l e e n t r a t e s i e l e v a ad 842.050.000 sterline lasciando uno sbilancio di 2.130.9142.000 sterline da coprire con prestiti.

L e risorse addizionali proposte daranno per tutto l'esercizio fi-nanziario, il 66 per cento d e l i a somma che le tasse davano prima delia guerra. Come contropartita delle nostre spese a b b i a m o garanzie di sterline per 572.000.000. Inoltre possiamo calcolare che alia fine d e l ' a guerra le tasse sui profitti d i guerra avranno prodotto 500.000.000 di sterline, formando un totale di 1.772.000.000. Il totale dale entrate di guerra riscosse alla fine dell'esercizio passato era di 1.044.000.000 di sterline e sarà alla fine dell'esercizio in corso di 1.686.000.000 sterline.

Bonar L a w dice che la potenza finanziaria del paese dopo cinque anni di guerra è maggiore di quanto chiunque avrebbe potuto Im-maginare ed è splendida prova della forza finanziaria della nazione L e imposte tedesche di guerra, se le p - e v i s i o n i si realizzeranno, ascendono a 365.000.000 e non bastano a coprire l'interesse dei loro debiti. Se la situazione d e l l a Germania fosse la nostra, non penseremmo certamente che la bancarotta non è lontana. L a prima tassa addizionale che verrà applicata sarà l'aumento delle tariffe postali. L e lettere per l'interno, per gii Stati Uniti e le Indie e le Colonie autonome dovranno essere affrancate con francobolli di un penny. Questa tassa produrrà nell'esercizio corrente ster-line 3.400.000 II bollo sugli chèques sarà portato a due pences in-v e c e di un penny, ciò che produrrà all'esercizio corrente un 1.000.000 di sterline.

L ' i m p o s t a sul reddito sarà aumentata di uno scellino e cioè sarà portata a sei scellini per sterlina e può dare mi reddito di n . 2 5 0 . e c o sterline nell'esercizio in corso. Nessuna modificazione v i sarà per questo riguardo nelle rendite inferiorialle 500 sterline. Nessun au-mento sarà portato ai tasso dell'imposta per gli stipendi dei militari e dei marinai.

(6)

194

1/ ECONOMISTA

21 aprile 1918 — N. 2294

La riduzione della tassa per coloro che hanno figliuoli si estenderà dai redditi di 700 sterline a q u e l l i di 800 e la tassa addizionale sui grandi redditi sarà e l e v a t a da tre scellini e sei pence a quattro scel-lini e sei p e n c e , cominciando a colpire i redditi da 2500 sterline in più e frutterà 9.250.000 sterline.

L ' a u m e n t o d e l l ' i m p o s t a sui prodotti alcuolici darà un provento di ir.150.000 sterline n e l l ' a t t u a l e esercizio. L e lasse sulla birra sa-ranno raddoppiate c prodursa-ranno 9.700.000 sterline a l l a fine del-l'anno corrente. L e tasse sui tabacchi saranno portate da 6 scellini e 5 pence a 8 scellini e 2 pence con l ' a u m e n t o di uno scellino e 9 pcnce la libbra. L e n u o v e tasse sui tabacchi produrranno per tutto l'esercizio 8 milioni. L e piccole tasse addizionali sui fiammiferi pro-durranno fjoo.000 sterline e v i sarà un'imposta addizionale sugli zuc-cheri che darà 13.200.000 sterline per t u t t o l'eserczio.

Bonar L a w annuncia l'applicazione di una nuova tassa sugli og-getti di lusso secondo il principio generale adottat dal Governo fran-cese a l tasso di due pence per scellino.

Concludendo, Bonar L a w dichiara che è perfettamente sicuro che il paese nel suo insieme sopporterà quest'onere supplementare colla stessa disposizone di a n i m o colla quale sopportò ben maggiori sa-crifici clic non sia q u a l u n q u e sasa-crificio d i danaro.

Oneri tributari In G e r m a n i a . — 1 1 governo dell'impero ha

presentato a l R e i c h s t a g ' u n progetto di legge su n u o v e i m p o s t e : e ad eccezione dell'imposte sui guadagni di guerra, il Governo non h a d o v u t o ricorrere a d imposte indirette.

A non parlare qui d e l l ' e n o r m e debito di guerra e delle spese gi-gantesche, che l'Impero dovrà sostenere n e l l ' a v v e n i r e , per ora si tratta di colmare il deficit d e l bilancio ordinario, che ammonta que-st'anno a 2875 milioni di marchi, e che, certamente, non diminuirà

negli anni prossimi. » V i e n e in prima linea l ' a u m e n t o s u l l a imposta d e l l o scambio di

merci. F i n da quando, nel secondo anno di guerra il G o v e r n o impo-se questa tassa la quale colpisce ogni merce in t u t t e le fasi d e l l a sua v i t a — dall'istante ili cui è ancora m a t e r i a prima fino all'istante in cui passa, in forma definitiva, n e l l e m a n i dei consumatori, — fin da allora i sostenitori di una jiolitica finanziaria democratica pre-videro che questa imposta sarebbe stata u n a ' v i t e destinata ad es-sere girata senza fine » ed ora il governo la gira di n u o v o , tanto da volerne ricavare, un miliardo e 200 milioni di marchi.

A n c h e la tariffa postale e telegrafica è già stata aumentata una volta durante la guerra ; l'amministrazione finanziaria dell'imporo ritiene però < he quella fonte non sia ancora completamente sfruttata, e chiede ora tali a u m e n t i , da averne un introito supcriore di 125 milioni di marchi a q u e l l o degli anni scorsi.

I,a birra e l ' a c q u a v i t e furon sempre, anche in tempi di p a c e , a r t i c o l i , da cui il Governo più si compiaceva spremere nuovi fondi. A d essi ricorre anche s t a v o l t a con un'imposta generale sulle bibite. In prima linea il monopolio d e l l ' a c q u a v i t e , c o s i c c h é , n e l l ' a v v e n i r e , esso conta di guadagnare complessivamente con la acquavite Soo fino a 850 milioni di inarchi. L ' i m p o s t a sulla birra v i e n e ' r i a l z a t a tanto che gli introiti ammonteranno a 513 milioni. Dal v i n o si vo-glion ricavare altri 100 milioni di m a r c h i : e u n a cinquantina di milioni si spera di averli dalle bevande non alcooliche, e altri 75 mi-lioni dal tè e da! caffè.

P e r impedire l'emigrazione di capitali tedeschi all'estero, il go-verno propone ancora u n a legge contro « la fuga dalle imposte » ; cioè a dire, esso chiede c h e , per ogni t . a s f e r i m e u t o a l l ' c s t c ì o , si rs-sicuri al fisco la possibilità di colpire almeno il venti per cento del patrimonio imponibile.

Infine il governo propone, anche per il quarto a n n o , un'ini; < sta sui guaelagni di guerra, basata sui prìncipi che già regolarono quel tributo negli anni precedentitecioè, i l i o p e r c e n t o peri guadagni stra-ordinari di guerra fra i 5000 e i 50 mila marcili ; il 20 per cento per i guadagni tra 50 mila o 100 mila ; il 30 pei cento fra 100 mila e 200 mila ; il 40 per cento fra 200 m i l a e 300 mila ; il 50 per cento f r a 300 m i l a e 500 mila ; il 60 per cento al disopra d i 500 mila marchi. A q u a n t o si annuncia gli introiti dall'ini) està sui guadagni di guerra ammontano finora a 5 miliardi e mezzo di marchi.

RIVISTA BIBLIOGRAFICA

Collegio del Ragionieri. — Commissione per lo studio

della riforma dei serviti contabili ed amministrativi I dello Stato. P a r t è I». Servizi contabili e di riscontro. Schema di riforme. R e l a z i o n e del dr. c a v . ALBERTO

BOTARELLI. — R o m a , Coop. T i p . It., 1 9 1 7 .

I l Collegio dei R a g i o n i e r i della Capitale non p o t e v a i n v e r o disinteressarsi del m o v i m e n t o che ogni giorno v a piti a c c e n t u a n d o s i , anche d u r a n t e la guerra, per una r i f o r m a della o r g a n i z z a z i o n e a m m i n i s t r a t i v a e burocra-t i c a dello S burocra-t a burocra-t o e n e l f u n z i o n a m e n burocra-t o dei r e l a burocra-t i v i servigi.

Il Collegio stesso h a però r i t e n u t o che i soli compe-tenti a p r o f i c u a m e n t e occuparsi della m a t e r i a fossero gli stessi funzionari, p e l largo t r i b u t o di esperienza e di dot-trina che essi possono arrecare alla t r a t t a z i o n e di si g r a v e t e m a , ancorché l ' i m p u l s o allo s t u d i o ed all'azione

do-vesse procedere dall'esterno. D a c i ò è . n a t a la relazione e lo s c h e m a di r i f o r m a compilati d e l dott. cav. A l b e r t o Botarelli, le proposte del quale n o n v o g l i a m o in questa sede discutere, perchè t r o p p o lungi ci porterebbe una discussione d e l merito.

TP organizzazione delle Casse Rurali nel 1 9 1 7 . — R o m a .

Sede, 1918, pag. 24.

Da F e d e r a z i o n e i t a l i a n a delle Casse rurali publica la c o n s u e t a relazione sulla propria a t t i v i t à d u r a n t e il 1917. A s s u n t a la f o r m a legale di società c o o p e r a t i v a a n o n i m a e t r a s f e r i t a la sede a R o m a , v i a Cestari, 21, la F e d e r a -zione i t a l i a n a lia v i s t o crescere d a 29 a 34 le F e d e r a z i o n i locali aderenti (di cui 12 g i à legalmente costituite). De Casse rurali o r g a n i z z a t e h a n n o r a g g i u n t o le 1049 con . o l t r e 114 n u l a soci, 3 m i l i o n i e m e z z o di p a t r i m o n i o , 88 milioni di d e p o s i t i fiduciari, 51 milioni di prestiti, 28 milioni di eccedenze presso I s t i t u t i di credito, 6 milioni di t i t o l i di S t a t o .

Da relazione i n t r a t t i e n e sulle l o r m e di a s s i s t e n z a d a essa predisposte per le Casse non ancora aderenti a Fe-derazioni locali ; le migliori intese promosse f r a B a n c h e e 'Casse rurali, i c o n v e g n i indetti, il ricco servizio di consulenza legale e t r i b u t a r i a , a m m i n i s t r a t i v a , contabile d a essa esercitato g r a t u i t a m e n t e , la regolare pubblica-zione dell'organo ufficiale Cqpperapubblica-zione popolare, la pro-p a g a n d a s v o l t a a f a v o r e della finanza di guerra, l'inte-ressamento della F e d e r a z i o n e per le Casse il cui funzio-n a m e funzio-n t o era m i funzio-n a c c i a t o dalla c h i a m a t a alle a r m i dei segretari, l'assistenza p r e s t a t a alle Casse dei paesi sgom-brati.

L a Federazione r i a s s u m e poi le numerose questioni legali e t r i b u t a r i e di interesse generale d a essa risolte nel corso dell'anno m e d i a n t e o p p o r t u n a azione presso gli organi c o m p e t e n t i dello S t a t o .

G i à q u e s t o f u g a c e a c c e n n o dice c h i a r a m e n t e come l'organizzazione delle Casse rurali, m a l g r a d o le difficoltà o p p o s t e dalle condizioni generali d e l paese in guerra, abbia s a p u t o m a n t e n e r e s a l d a la p r o p r i a c o m p a g i n e economica, e abbia anche p r o g r e d i t o nel proprio sviluppo. Mgr. A. Baudrillart. •— Jérusalem délivrée. — Paris,

G. Beauchesne, 1918, p a g . 32, (fr. 0,75).

I l discorso p r o n u n c i a t o d a M o n s i g n o r B a u d r i l l a r t a S a i n t - J u l i e n le P a u v r e i n onore della presa di Gerusa-lemme il 23 d i c e m b r e 1917, c o n c l u d e che q u a t t r o consi-derazioni d e b b o n o d e r i v a r e ai c a t t o l i c i dalla liberazione di G e r u s a l e m m e : p r i m o il r i s p e t t o delle coscienze reli-giose (ebrei, arabi, di t u t t i i cristiani); secondo, che sono le a r m a t e c r i s t i a n e che h a n n o ripreso G e r u s a l e m m e ; terzo, che nell'organizzazione d e f i n i t i v a si d o v r à tener conto dei d i r i t t i acquisiti e dei servizi p a s s a t i ; quarto, che non si d o v r à d i m e n t i c a r e c o m e f r a le popolazioni indigene, la F r a n c i a ha degli amici d e v o t i d a secoli che non d e b b o n o essere g i a m m a i sacrificati.

Ministère du travail et de le prévoyanee sociale.

Statis-tique generale de la France. Service d'observation des prix. Apergu des Importations principales dans les divers pays de 1 9 1 1 A 1 9 1 3 avec indication des pro-venances franfaise et étrangères. — P a r i s , A l c a n , 1918,

pag. 160. (Fr. 8).

Q u e s t a p u b b l i c a z i o n e è s t a t a eseguita coi d o c u m e n t i raccolti d a l servizio di o s s e r v a z i o n e dei prezzi della s t a t i s t i c a generale della F r a n c i a , al Ministero del L a v o r o ; essa p e r m e t t e r à di semplificare il l a v o r o preparatorio degli industriali e dei c o m m e r c i a n t i , ai quali s a r à confi-d a t a la b a n confi-d i e r a francese al m o m e n t o confi-della ricostruzione e c o n o m i c a dei popoli i n d e b o l i t i dalla guerra.

L e t a v o l e f a n n o conoscere per ciascun paese e per ciascun articolo del quale il traffico presenta u n a q u a l c h e i m p o r t a n z a : i ° il v a l o r e t o t a l e di i m p o r t a z i o n e di ciascun

articolo nei paesi considerati ; 20 i principali p a e s i

im-p o r t a t o r i ; 30 la p a r t e di quei v a l o r i p r o v e n i e n t e dalla

F r a n c i a ; 40 la p a r t e p r o v e n i e n t e d a l l a G e r m a n i a .

S o n o p r e c e d u t e d a un i m p o r t a n t e s t u d i o di L u c i e n Marche che spiega la u t i l i t à o la disposizione dei dati rilevati e m e t t e in e v i d e n z a le principali c o n s t a t a z i o n i che essi forniscono.

Pierre Chasles. — La revolution russe et la guerre

euro-péenne.-—Paris, A l c a n , p a g . 24 (Fr. 0,60).

L ' A . s t u d i a nel s u o scritto, p u b b l i c a t o g i à nella Revue

des Sciences politiques, l ' i m p o r t a n z a delle forze morali

(7)

2i aprile 1918 — N. 2294

1/ ECONOMISTA

195

che h a generato un e q u i v o c o perchè n o n è s t a t a m a i com-presa d a i moujìks russi.

James Marchant. — Birth-Rate and Empire. — L o n d r a , W i l l i a m s & N o r g a t e , 1917, pag. 226.(7/6 net). Il libro è d e d i c a t o alla ricerca del r i m e d i o c o n t r o la d i m i n u z i o n e delle nascite n e l l ' I m p e r o B r i t a n n i c o ed il decrescere di u o m i n i c a p a c i nelle classi p i ù elevate, deficiecenza quindi di q u a n t i t à e di q u a l i t à rese ancor p i ù g r a v i per le perdite verificatesi nell'attuale guerra. L ' A . riconosce che sarebbe arduo il proporre una solu-zione di questione così v i t a l e nei l i m i t i di u n b r e v e studio; m a p u ò t u t t a v i a riuscire utile e s a m i n a r e cause ed effetti. L ' A . s t u d i a la influenza dell'industrialismo nella v i t a dei fanciulli, l'ereditarietà, la migrazione, l ' a t t i t u d i n e della chiesa verso l'autocontrollo delle nascite, ecc, sotto un p u n t o di v i s t a cristiano, che aggiunge interesse al libro.

Alberto Pavoni.—Gestione e riscontro del Bilancio dello Stato. — Milano, Ist. E d i t o r i a l e It., 1917, p a g . 150 (L. 15). L ' o p e r a del rag. P a v o n i , ben n o t o del resto p e r i suoi scritti, trae origine dal p r o b l e m a della r i f o r m a della p u b b l i c a amministrazione. I> u n o s c h e m a p o n d e r a t o di r i f o r m a dei controlli p u b b l i c i e della gestione del Bi-lancio, e racchiude un m e z z o agile e sollecito di azione p u b b l i c a che a v v i c i n i il c o m m e r c i o allo S t a t o , d i r i m e n d o per q u a n t o possibile le complicazioni burocratiche accu-mulatesi d u r a n t e c i n q u a n t a n n i , le quali h a n n o c a u s a t o il progresso del c o m m e r c i o per p r o p r i e v i e che i g n o r a n o 10 S t a t o e ignorate d a l l o S t a t o stesso.

Relazione del Comitato per la Riforma della pubblica amministrazione. P u b b l i c a t a a cura delle

organizza-zioni degli i m p i e g a t i residenti in R o m a . — R o m a , T i p . Coop. Sociale, 1918, p'ag. 26.

I l presidente O r o n z o Q u a r t a e il v i c e presidente E r n e s t o Orrei h a n n o a p p o s t a , u n i t a m e n t e a quella dell'on. Meuccio R u i n i , relatore, la loro firma alle proposte di r i f o r m a della p u b b l i c a a m m i n i s t r a z i o n e contenute nell'o-puscolo i n esame. G i u s t a m e n t e a n o s t r o credere il rela-tore chiude le sue b r e v i conclusioni con u n a affermazione ciré ci a u g u r i a m o sia u n a p r o m e s s a : i l paese, egli dice, oltre e p i ù che delle spese, si p r e o c c u p a di avere u n a b u o n a e r a p i d a a m m i n i s t r a z i o n e . N i e n t e di p i ù vero : avere u n a burocrazia costosa, scontenta, e così poco conscia dei suoi d o v e r i c o m e l'attuale, è il c o l m o delle sven-ture per un paese che v o g l i a ed i n t e n d a di progredire : si t r a t t a quindi non s o l t a n t o di r i f o r m a di organici, m a di t r a s f o r m a z i o n e delle q u a l i t à degli i m p i e g a t i che deb-bono a v e r e dell,9 loro f u n z i o n e di servitori del p u b b l i c o u n c o n c e t t o p i ù preciso e ben d i v e r s o d a quello di tenere una sine-cura, dalla quale n o n possono essere rimossi anche se n o n c o m p i o n o , c o m e molti, il loro d o v e r e . * * * DANS LA GEÓI,E BRUXELLOISE. Deux Années sous le

joug allemand. — B r u x e l l e s et Paris, G V a n Ouest,

1 9 * 7 . p a g . 250 (fr. 3.50).

M a d a m e ***, che h a v i s s u t o in Belgio dal principio della guerra fino a l l ' o t t o b r e 1916, d e d i c a il libro a due faciulli «perchè non d i m e n t i c h i n o m a i quegli anni do-lorosi ». L o s c r i t t o interessante e p i e n o di f a t t i documen-t a documen-t i m o s documen-t r a i p r o c e d i m e n documen-t i i n f a m i dei Tedeschi e la loro raffinatezza nelle crudeltà. E m e n t r e m e t t e i n e v i d e n z a la barbarie degli invasori, l ' A u t r i c e m e t t e i n piena luce 11 coraggio invincibile e la g r a n d e z z a d ' a n i m o di coloro che non h a n n o m a i p e r d u t a la fiducia nella v i t t o r i a de-finitiva del diritto. L e p a g i n e d o v e M a d a m e * * * parla della «ete di spionaggio dei Tedeschi sono p r o f o n d a m e n t e c o m m o v e n t i .

Q u a n d o suonerà l'ora che tutto pagherà, bisognerà ri-cordare con riverenza ciò che ha s o f f e r t o il Belgio.

LEGISLAZIONE DI GUERRA

A s s i c u r a z i o n e degli ufficiali. — L a Gazzetta ufficiale pubblica

il s e g u e n t e D . L - n. 374 d e l 7 m a r z o 1918.

A r t . i . — L ' i s t i t u t o nazionale delle assicurazioni è a u t o r i z z a t o ad e m e t t e r e le seguenti p o l i z z e di assicurazione c o m p l e t a m e n t e li-berate da ogni o b b l i g o di p a g a m e n t o dei p r e m i , a f a v o r e degli uffi-ciali di c o m p l e m e n t o e di m i l i z i a territoriale e d e l l a riserva del R . esercito e degli ufficiali di c o m p l e m e n t o e d e l l a r i s e r v a d e l l a R . m a r i n a :

a)-per un capitale di L . 1500, p a g a b i l e i m m e d i a t a m e n t e dopo la morte degli assicurati, qualora questa a v v e n g a in c o m b a t t i m e n t o , per f e r i t e riportate c o m b a t t e n d o , a eausa di m a l a t t i a d o v u t a a l ser-~ v i z i o di guerra.

L a s o m m a sopra i n d i c a t a sarà corrisposta alle persone designate

| in p o l i z z a , senza pregiudizio d e l l ' e v e n t u a l e diritto alla liquidazione d e l l a pensione p r i v i l e g i a t a di guerra ;

b) per un c a p i t a l e di L - 5006, p a g a b i l e i m m e d i a t a m e n t e dopo

la morte d e g l i assicurati :

qualora q u e s t a a v v e n g a durante l a guerra e sia d o v u t a a causa che non dia diritto a l i q u i d a z i o n e di pensione privilegiata di guerra ; qualora la m o r t e a v v e n g a entro t r e n t a anni dalla d a t a d e l l a po-lizza, e , a d ogni m o d o , a l termine di d e t t o periodo, all'assicurato ! stesso superstite.

È d a t a f a c o l t à d a g l i a s s i c u r a t i di stabilire in polizza che la somma assicurata in caso di morte durante lo s t a t o di guerra sia corrispo-sta ai henefteiari designati soltanto al termine di 1 5 0 di 20 anni.

In tal caso in luogo di L . 1500, sarà corrisposto ai beneficiari designati, rispettivamente, al termine di 15 anni, L . 3000, c al termine di 20, L . 3975, e proporzionatamente per le polizze portanti un capitale assicurato di L . 5000.

Art. 2. — - L e polizze di cui alla lettera a) del precedente ar-ticolo saranno conferite soltanto agli ufficiali di cui all'art ap-partenenti a truppe o reparti c o m b a t t e n t i .

Quelle di cui a l l a lettera b) saranno conferite soltanto agli ufficiali di complemento, a p p a r t e n e n t i a truppe o reparti c o m b a t t e n t i da almeno un anno.

L e polizze di cui a l l a l e t t e r a b), conferite a f a v o r e di ufficiali di complemento p r o v v i s t i di assegni di stipendi o di pensioni a carico del bilancio d e l l o S t a t o , delle P r o v i n c i e , dei Comuni, di Opere pie e di altri E n t i di diritto p u b b l i c o , a v r a n n o d u r a t a soltanto fino ' a tre mesi dopo la smobilitazione.

Qualora la morte dell'assicurato che si trovi nelle condizioni so-praindicate, dia luogo a liquidazione di pensione o di indennità, a causa del rapporto di impiego, ne d o v r à essere f a t t a congrua ridu-zione sul capitale assicurato con la p o l i z z a p r e d e t t a .

In ogni caso sarà corrisposto al beneficiario della polizza a l m e n o un capitale pari a L- 1500.

A r t . 3 . — L ' a s s i c u r a t o p u ò designare come beneficiario d e l l a po-lizza di cui all'articolo p r e c e d e n t e , anche persone che non a b b i a n o diritto a liquidazione di pensione privilegiata-a causa di guerra.

È a m m e s s a l ' a t t r i b u z i o n e d e l beneficio a f a v o r e d e l l ' O p e r a na-zionale per i c o m b a t t e n t i di cui all'art. 5 del decreto Luogotenenziale 10 dicembre 1 9 1 7 , n. 1970.

T a l e disposizione è e s t e s a a l l e polizze a f a v o r e di militari di trup-p a dell'esercito e d e l l ' a r m a t a di cui al decreto L u o g o t e n e n z i a l e 10 dicembre 1 9 1 7 , n. 1970.

A r t . 4. —- T u t t i gli oneri r e l a t i v i a l l e polizze di assicurazione di cui al presente decreto faranno carico a l bilancio d e l l o S t a t o . L a gestione r e l a t i v a , come l ' a l t r a inerente à l l e p o l i z e conferite ai militari di truppa,, sarà t e n u t a d a l l ' I s t i t u t o nazionale delle assicurazioni per c o n t o e nell'interesse d e l l o Stato.

Art. 5. — N u l l a restando i n n o v a t o in ordine alle indennità spet-• t a n t i agli ufficiali richiamati d a l congedo come dalle disposizioni

del decreto L u o g o t e n e n z i a l e 14 novembre 1915, cessata la guerra e dopo tre mesi d a l l a d a t a della smobilitazione, gli ufficiali assicurati di cui a l l ' a r t . 1 lettera b) c h e i n t e n d a n o completare gli s t u d i , ri-prendere l'esercizio della professione, sperimentare offerte del mer-c a t o del l a v o r o , o mer-comunque i m p i e g a r e la propria mer-capamer-cità di la-v o r o n e l l ' i n t e r e s s e d e l l a economia n a z i o n a l e , a la-v r a n n o f a c o l t à di chiedere a l l ' O p e r a nazionale per i c o m b a t t e n t i , prestiti sino

all'am-montare di I,. 5000, contro p a g a m e n t o degli interessi annui in mi-sura non superiore al 5 % , contro prestazione di opportune g a r a n z i e e nonché consegna e v i n c o l o d e l i a p o l i z z a .

Qualora non venissero regolarmente corrisposti gli interessi, la polizza, dopo tre mesi dalla scadenza d e l l ' u l t i m a r a t a , si i n t e n d e r à c o m p l e t a m e n t e rescissa con la perdita, per l'assicurato, di ogni di-r i t t o .

A r t . 6. — L ' O p e r a n a z i o n a l e di cui a l l ' a r t . 3 del decreto L u o -g o t e n e n z i a l e 10 dicembre 1 9 1 7 , n. 1970, p r o v v e d e r à anche all'as-sistenza economica finanziaria tecnica e morale degli ufficiali di com-plementi) c o n t e m p l a t i d a l presente d e c r e t o . .

N e l l a s c e l t a dei personale a m m i n i s t r a t i v o e tecnico necessario per il f u n z i o n a m e n t o d e l l ' O p e r a nazionale per i c o m b a t t e n t i , sarà accordata la preferenza agli ufficiali di c o m p l e m e n t o p r o v v i s t i della p o l i z z a di assicurazione di cui a l i a lettera b) dell 'art. 1.

Art. 7. — A d a t a r e dal i° gennaio 1918, a f a v o r e di t u t t i gli ap-partenenti a l l ' e s e r c i t o m o b i l i t a t o di terra e di mare, sarà corrispo-s t a da parte del tecorrispo-soro d e l l o S t a t o a l l ' I corrispo-s t i t u t o nazionale delle acorrispo-scorrispo-sicu- assicu-razioni la metà dei s o p r a p p r e m i o d o v u t o a garanzia del rischio di guerra per c o n t r a t t i di assicurazione di ogni forma stipulati con l'I-s t i t u t o in vigore a l l a data del prel'I-sente decreto, e per quelli che l'I- sa-ranno s t i p u l a t i fino a l 31 m a g g i o , nella f o r m a speciale m i s t a , con-nessa con la sottoscrizione a titoli del 50 prestito nazionale.

A r t . 8. — L e norme, condizioni e m o d a l i t à relative alla emis-sione delle p o l i z z e , a l l ' a t t r i b u z i o n e del beneficio di esse, a l paga-m e n t o di capitali assicurati,, a l l a concessione dei prestiti di cui al-l ' a r t . 4, a al-l al-l e f a c o al-l t à , ai compiti, ai mezzi e aal-l f u n z i o n a m e n t o deal-l- del-l'opera di cui a l l ' a r t . 5 e in genere a P a esecuzione del presente de-c r e t o , saranno s t a b i l i t e de-con dede-creto d e l ministro del tesoro di concerto con q u e l l i dell'industria e commercio, della guerra, e per l'assistenza m i l i t a r e e le pensioni di guerra e le Colonie.

Riferimenti

Documenti correlati

lino bisogno fisiologico di carne non può parlarsi ; mentre proteine animali di valore nutritivo praticamente eguale trovansi nelle uova, nel latte e nel formaggio, e, d'altro

Situazione dei tesoro al 31 ottobre.. A tal somma per conoscere l'onere complessivo cagionato dalla guerra sulle finanze dello Stato andrebbero aggiunti gli interessi pagati

dei canoni daziari, al'a proroga dei termini circa il riscatto da parte dei cornimi dei servizi affidati all'industria privata, al regime della cinta daziaria, sulla indennità

In altri termini, per rendere effi- cace quest'arma al momento psicologico (e molto di- pende da questo) dobbiamo essere in grado di usarne in tutto il suo rigore o

Tenterò di accennarlo brevemente. Poniamo che, riferendoci ad un periodo susseguente alla pace, ad un certo momento nell'anno le nostre esportazioni si bilan- cino con le

Mentre da una parte il procurarsi la materia prima era e f u un problema sempre più difficile, dall'altra la richiesta di tale materia, j come quella della carta lavorata, è

Quello di fornire agli ex-impiegati, ai più dei quali (le eccezioni non contano) non sarà or- mai possibile darsi ad altro lavoro proficuo, mezzi bastevoli per ti- rare innanzi

« In vista dei tentativi che si stanno facendo dai due gruppi belligeranti per una politica economica del dopo guerra che abbia per iscopo lo sviluppo sistematico dei rap-