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1. Analisi globale dell’ area di studio in fase ante sisma

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Academic year: 2021

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1. Analisi globale dell’ area di studio in fase ante sisma

10 -1 Area analizzata con il software Fractalisè.

Dall’analisi della cartografia dell’area oggetto di studio, osserviamo la presenza di una vasta area urbanizzata attorno al nucleo storico dell’Aquila, a partire dal quale si crea una forte diluizione dell’urbanizzazione fino a scomparire. Questo fatto è dovuto al fenomeno della conurbazione, che ha permesso la fusione dell’Aquila con altri centri urbanizzati e sviluppati al nord della città stessa. Infatti, a partire dall’infeudazione spagnola del 1535, è stato realizzato il Forte spagnolo e da questo momento la città si è espansa attorno al castello, proseguendo lungo Corso Federico II.

Negli ultimi decenni, la città è stata interessata da una intensa dinamica espansiva condotta secondo logiche frammentarie che nel tempo hanno consumato porzioni sempre maggiori di suolo.

La metodologia di analisi e applicazione della geometria frattale in questo caso, ha seguito le seguenti fasi: - Analisi globale del centro aquilano in fase ante sisma;

- Analisi locale a seguito dell’individuazione di sette microzone; - Analisi Post sisma del solo centro storico dell’Aquila.

10-2 Tabella riepilogativa della dimensione frattale dell'agglomerato urbano dell'Aquila con riferimento ai diversi metodi di elaborazione.

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10-3. I grafici riportano il valore della dimensione frattale calcolato con il metodo Radius Mass.

Il valore della dimensione frattale calcolato sull’intera mappa con il metodo radius mass, è molto basso e pari a 0,8249: questo implica una forte diluizione dell’urbanizzazione lungo il raggio della finestra d’analisi. Inoltre il risultato non è accettabile perché si ha un basso valore del coefficiente di adattamento (0,990913): la curva teorica frattale non si adatta molto bene alla curva reale dell’urbanizzazione, e questo è dovuto alla presenza di cittadine più piccole e lontane dal centro storico aquilano, che influenzano la scala di comportamento.

- Dall’analisi di dilatazione globale figura 10-4, otteniamo il valore della dimensione frattale pari a 1,644 con 70 step e un cattivo coefficiente di adattamento pari a 0,969764. Come atteso, il valore della dimensione frattale non è molto alto a causa della presenza di molte aree non o scarsamente urbanizzate, ma il nucleo centrale e lo sviluppo a nord-est influenzano il calcolo di Dd.

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- Dall’analisi di correlazione globale figura 10-5,si ottiene una dimensione frattale pari a 1,682 con un buon coefficiente di aggiustamento (0,999313): questo valore medio alto è dovuto alla presenza attorno alla città dell’Aquila di aree omogenee urbanizzate anche se non sono vicine tra loro.

10-5. Analisi di correlazione globale

L’analisi locale è stata effettuata su sette zone comprese all’interno dell’area di studio. Queste micro aree oggetto di analisi, sono state scelte a partire dal centro storico fino ad arrivare ai confini dell’area analizzata. La scelta delle aree è stata effettuata mirando a tre diverse tipologie di densità:

- zone densamente costruite (centro storico);

- mediamente costruite ( Area San Francesco, Aquila 1, Aquila 2); - scarsamente costruite ( Area Sant’Antonio, Santa barbara, Sant’Elia).

Sant’Elia, Aquila 1, Aquila 2 sono zone a prevalenza residenziale, anche se il loro sviluppo è avvenuto in modo diverso l’uno dall’altro: Sant’Elia è una zona prevalentemente pianeggiante ad uso agricolo, Aquila 1 si è formata a partire dal XIX secolo, quando l’espansione ha oltrepassato Porta Napoli; Aquila 2 si è sviluppata prevalentemente nel XX secolo, creando un collegamento tra il centro storico e la periferia di Sant’Antonio.

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2. Analisi locale: individuazione di sette microzone

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3. Analisi area “Centro Storico”

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L’analisi di correlazione introduce il valore di Dc prossimo a 2 (1,981)con un ottimo coefficiente di adattamento (0,999995): questo è dovuto alla piccola distanza che intercorre tra masse contigue del nucleo storico analizzato e dalla compattezza della città ad eccezione delle poche aree libere (piazze). Anche l’analisi di dilatazione ha un alto valore Dd, e un buon coefficiente di adattamento (0,999856) dovuto all’elevato grado di urbanizzazione.

L’analisi radiale di questa zona mostra un elevato valore di Dr (maggiore di 2) con un cattivo coefficiente di aggiustamento (0,996504),a causa della grande oscillazione della dimensione , che, come si può notare dal comportamento di scala, si riduce il numero trovato ad una semplice media su quella zona.

4. Analisi area “Aquila 1”

L’analisi di correlazione introduce il valore di Dc molto basso (1,678) con un ottimo coefficiente di adattamento (0,999966); Dc è nettamente inferiore a quello calcolato per il centro storico dell’Aquila a causa delle molteplici aree non edificate che si sono sviluppate in età moderna, diluite sul terreno a partire dal lato est dell’area in esame e il comportamento di scala non ha un andamento lineare, questo a testimoniare la caotica modalità disturbata del tessuto urbanizzato . Anche l’analisi di dilatazione ha un basso valore Dd (1,391) e un buon coefficiente di adattamento (0,999158) dovuto alla forte urbanizzazione nella parte est dell’area.

L’analisi radiale di questa zona mostra un basso valore di Dr (1,243) con un cattivo coefficiente di aggiustamento (0,988232) e questo è confermato dalla grande oscillazione del grafico del comportamento di scala.

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6. Analisi area “San Francesco”

L’analisi di correlazione introduce il valore di Dr molto alto (2,034) dovuto all’assai densa distribuzione del costruito lungo l’asse di comunicazione principale Via Casagrande; lo scarso coefficiente di adattamento (0,996464) è provocato dalla disomogenea distribuzione del tessuto urbanizzato. L’analisi di correlazione è analoga a quella effettuata per l’area “Aquila 1”, entrambe nettamente inferiore a quello calcolato per il centro storico dell’Aquila, a causa delle molteplici aree non edificate che si sono sviluppate in età moderna, diluite sul territorio lungo Via Casagrande e il comportamento di scala non ha un andamento lineare, questo a testimoniare la disomogeneità del tessuto urbanizzato . L’analisi di dilatazione ha un basso valore Dd (1,391) e un buon coefficiente di adattamento (0,999158).

L’analisi radiale di questa zona mostra un elevato valore di Dr (2,034) con un cattivo coefficiente di aggiustamento (0,996464) e questo è confermato dalla grande oscillazione del grafico del comportamento di scala.

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Tutte e tre le analisi presentano dei cattivi coefficienti di aggiustamento, come nel caso dell’ area di “Santa Elia” e questo è causato dalla distribuzione disomogenea dell’edificato sul territorio e confermato dal grafico del comportamento di scala. L’analisi radiale introduce il valore di Dr medio - alto (1,631), a differenza dei valori Dc e Dd .

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9. Analisi area “Santa Barbara”

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La tabella di sintesi sopra illustrata permette di riportare alcune considerazioni:

- La dimensione frattale della consistenza planimetrica dell’aggregato urbano nella fase ante sisma risulta molto alta a partire dal centro storico, come era da attendersi in ragione della compattezza della modalità costruttiva in epoca preunitaria, mentre tende a diminuire man mano che ci allontaniamo dal centro: questo è causato alla disomogeneità delle costruzioni sul territorio tipica dell’età moderna.

- Le trasformazioni dell’agglomerato urbano portate a compimento nell’ultimo quarto di secolo danno luogo ad un brutto abbattimento della dimensione frattale dell’edificato, concordemente rilevata da tutti e tre i metodi di calcolo utilizzati nell’elaborazione. L’abbattimento della dimensione frattale dell’intero agglomerato insediativo è da addebitarsi interamente alla fascia suburbana di più recente comparsa.

- Le aree di più recente urbanizzazione sono caratterizzate dal deterioramento della struttura di relazioni con l’organismo insediativo e dalla interruzione della continuità dell’edificato sul territorio, idoneo a descrivere con dati e misurazioni oggettive uno scenario di frammentazione e di disorganicità.

10. Analisi post sisma

Il confronto dei risultati emersi in fase post sisma con i risultati emersi in fase ante sisma, mostra notevoli variazioni della distribuzione di massa.

L’area di analisi , in fase post sisma, interessa il centro storico dell’Aquila ad esclusione della zona rossa, cioè la porzione di città inaccessibile a causa della distruzione provocata dal sisma del 6 aprile 2009.

In questa analisi si considerano inesistenti le masse poste all’interno del perimetro zona rossa: come possiamo notare dall’immagine successiva, le masse rimangono distribuite solo lungo il perimetro dell’area di analisi e in modo disomogeneo. Ciò ha comportato i seguenti risultati:

- Dall’analisi radiale è possibile osservare come la dimensione frattale calcolata sia nulla: questo sta a significare che la distribuzione delle masse attorno al centro di conteggio è completamente assente.

- Dall’analisi di correlazione e di dilatazione osserviamo un buon coefficiente di aggiustamento , rispettivamente (0,999849) e (0,999850): questo è dovuto alla piccola distanza che intercorre tra le masse poste lungo il perimetro della zona rossa e dalla compattezza della città rimasta.

- Il comportamento del centro storico post sisma è analogo a quello delle aree “Sant’Antonio” e “Sant’Elia”, dove la scarsa densità del costruito è giustificata da scadenti coefficienti di aggiustamento, ma i valori Dc e Dd assumono valori medio alti. L’instabilità della curva di

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comportamento giustifica la disomogenea distribuzione delle masse ottenuta dopo il sisma del 6 aprile 2009.

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