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Nel grande cerchio delle letterature francofone, l’oceano indiano rappresenta la

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Academic year: 2021

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Introduzione

Le letterature di lingua francese nelle isole a sud-ovest dell’oceano indiano si portano dietro i segni della colonizzazione. Molti autori, senza negare il passato, cercano una loro identità poiché, ai giorni nostri, coloro che usano il francese come lingua d’espressione letteraria non sono esclusivamente discendenti di coloni francesi, ma anche provenienti dal Madagascar, Mozambico, India e Cina. Espandere la teoria postcoloniale alle letterature e alle culture delle isole manifesterebbe la posta in gioco alla quale devono far fronte, da una parte gli scrittori di questa fetta di mondo e, dall’altra, la teoria postcoloniale per quanto riguarda tutto ciò che letterariamente parlando accade in queste isole.

L’isola di Mauritius ha visto la colonizzazione francese dal 1715 al 1810 e quella inglese dal 1810 al 1968. Per la minoranza degli ex coloni francesi, questa seconda colonizzazione è simile a quella avvenuta in Canada, quando sono stati colonizzati, a loro volta, dagli inglesi. Ma non si può parlare di “una” situazione mauriziana che ha visto i bianchi essere sostituiti da altri bianchi, poiché essa ha portato alla convivenza tra bianchi, neri, schiavi e lavoratori indiani. Di conseguenza, gli scrittori di lingua francese a Mauritius sono stati per molto tempo scrittori colonizzati le cui opere erano poco considerate perché non hanno mai varcato i confini dell’oceano indiano. In Europa, tutti coloro che hanno mostrato interesse per le letterature in lingua francese in generale hanno, a loro volta, constatato che quelle dell’oceano indiano, in particolare, sono poco presenti nelle riflessioni e negli studi letterari, ragion per cui molti critici della zona ci tengono a sottolineare l’ignoranza degli autori e delle opere di quest’area geografica particolare sul fronte della francofonia letteraria.

Nel grande cerchio delle letterature francofone, l’oceano indiano rappresenta la

“periferia”. Di tutte le aree geografiche che possiedono una letteratura di lingua

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francese, Mauritius e il Québec sono gli unici paesi in cui questa letteratura si è sviluppata sotto la colonizzazione britannica. Dopo tanti anni, si è venuta a creare una gerarchia di letterature francofone e quella mauriziana è stata messa in secondo piano. Sia durante la colonizzazione sia al momento dell’indipendenza, gli scrittori mauriziani di lingua francese hanno sempre cercato di farsi pubblicare in Francia. Il contenuto etnico di alcuni dei loro romanzi e il tentativo di edificare ponti tra le diverse comunità in una prospettiva interculturale, con lo scopo di produrre un testo “ibrido”, hanno permesso a questi scrittori di avere una piccola riconoscenza. E non solo, se prima coloro che pubblicavano in Francia continuavano a vivere all’isola di Mauritius, oggi, in molti preferiscono trasferirsi direttamente in Francia.

C’è anche da dire che a Mauritius, alla fine del XIX secolo e nella prima metà del XX secolo, sono state le riviste a mantenere viva la cultura, in quanto anche solo la concezione di un possibile operato da parte delle case editrici era impensabile.

Infatti, è solo dopo l’indipendenza che gli scrittori intravedono un’apertura con queste ultime.

Un ruolo importante lo hanno avuto le antologie e i premi letterari, che hanno fatto da trampolino di lancio per gli scrittori dell’isola: si trattava di un modo per affermare l’esistenza di una letteratura mauriziana per coloro che ancora non ci credevano.

Tra la fine del XX secolo e l’inizio del XXI, alcuni scrittori mauriziani hanno avuto l’occasione di farsi conoscere in Francia, passando attraverso case editrici specializzate, create in vista di una promozione della letteratura francofona.

Ananda Devi, autrice del romanzo oggetto di questo lavoro, è stata una tra gli scrittori che hanno iniziato a farsi pubblicare prima da l’Harmattan e Dapper e dopo qualche tempo anche nella collezione «Continents Noir» di Gallimard.

Lei stessa, in un’intervista rilasciata a Patrick Sultan

1

, afferma che pubblicare in Francia resta un percorso duro per coloro che vogliono farsi un nome, e racconta anche le difficoltà che gli editori francesi hanno incontrato nel classificare i suoi testi, poiché alcuni non rispettavano i canoni letterari della Francia. Dalle parole

1

V., Ramharai, Entre littérature mauricienne et littérature francophone : quels enjeux poru les

écrivain mauricines ?, «L’ici et l’ailleurs : Postcolonial Literatures of the Francophone Indian

Ocean», 2008, (II), p. 27.

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di Ananda Devi potremmo dedurre che l’opera di uno scrittore mauriziano viene pubblicata solo se soddisfa i criteri degli editori francesi, o che addirittura il testo francofono deve somigliare vagamente a quello di uno scrittore conosciuto, affinché possa trovare un editore a Parigi. È stato lo stesso per Ananda Devi che ha visto rifiutare molti dei suoi primi lavori da case editrici francesi. In seguito, l’autrice è riuscita a soddisfare le aspettative di Gallimard con Ève de ses décombres, pubblicata nel 2005 nella collezione NRF. Da allora è iniziato un grande successo fatto di premi letterari e pubblicazioni, quasi tutte presso Gallimard.

Sull’onda di questo innegabile successo, il presente lavoro si propone di analizzare brevemente la questione storica dell’isola di Mauritius che servirà per contestualizzare la grande opera di Ananda Devi, poco nota in Italia se non addirittura sconosciuta, e di portare alla luce le caratteristiche fondamentali del genere autobiografico, tramite la lettura attenta, la traduzione e l’analisi di Les Hommes qui me parlent.

In particolare, il primo capitolo sarà dedicato alla biografia dell’autrice, al suo successo, alle influenze letterarie e all’evoluzione della scrittura, attraverso un excursus di tutti i suoi romanzi; alla scelta del francese come lingua di espressione letteraria, e a tutte quelle tematiche che implicano il concetto di identità.

Nel secondo capitolo entreremo nel cuore di Les Hommes qui me parlent, passando attraverso un’attenta analisi delle caratteristiche essenziali del testo.

Tratteremo le strategie narrative di Ananda Devi; l’importanza della

retrospezione, della memoria e di tutti quegli aspetti tipici del genere

autobiografico, per poi passare al rapporto che la scrittrice intrattiene con il

mondo esterno e con i propri familiari. Il tutto senza mai perdere di vista l’isola

con le sue caratteristiche, le sue città e i posti più strani, punto di riferimento per

l’autrice. Ci avvicineremo, pian piano alla traduzione, iniziando a introdurre

caratteristiche tipiche del testo come l’intertestualità; il capitolo, infatti, si

chiuderà con quest’ultima.

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Il terzo capitolo presenta la traduzione integrale del testo e un’analisi delle

strategie traduttive. Infine, in appendice, vi è un’intervista che mi è stata

gentilmente concessa da Ananda Devi.

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