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IppoVia Francigena : progetto di promozione del turismo equestre lungo la Via Francigena Toscana

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Academic year: 2022

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IppoVia Francigena : progetto di promozione del turismo equestre lungo la Via Francigena Toscana

Relazione generale itinerario equestre

Responsabile Scientifico: Prof. Matteo Barbari

Dipartimento Scienze e Tecnologie Agrarie, Alimentari, Ambientali e Forestali Università degli Studi di Firenze

Attività di ricerca e proposta a cura del dott. Gianluca Bambi Collaboratori: Dott.ssa Simona Iacobelli

Progetto di ricerca co-finanziato dalla Regione Toscana – Sett. Turismo Versione - marzo 2019 (vers.15032019)

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INDICE Pag.

Premessa 1

Motivazioni 2

Il Turismo Equestre 3

Obiettivi Perseguiti 5

Criteri di impostazione del progetto 6

Analisi swot del progetto Via Francigena a cavallo 7

Il cavallo e il codice della strada 10

Le storiche stazioni di “posta cavalli” lungo la Via Francigena 13

Il disciplinare Ippovie Toscane 17

Impostazioni del rilievo - metodologia e strumentazione adoperata 21 Segnaletica percorso equestre e tipologie di strutture di ricovero 24 Tipologie di strutture concepite per il ricovero dei cavalli a servizio dell’IppoVia

Francigena

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Il tracciato equestre della Via Francigena 39

Tappe della IppoVia Francigena 41

Principali note per i comuni interessati 48

Considerazioni finali 55

Restituzione dei dati numerici dei tracciati e punti d’interesse 59 Allegati cartografici su base CTR in cartella a parte

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Premessa

La Toscana è una regione che sicuramente offre un’eccezionale possibilità di sviluppo del turismo equestre e rurale, sia per le ricchezze del suo patrimonio naturalistico e ambientale, sia per le tradizioni artigianali, storiche e culturali dei suoi abitanti. Il cavallo è fortemente radicato nella storia di molte regioni italiane, cosa che non si può dire della diffusione del concetto di turismo equestre. Si usa il cavallo per competizioni, per feste, eventi e perfino per la carne, ma poco come mezzo di trasporto ecosostenibile, strumento di scoperta dei territori e soggetto principale di numerose accezioni del concetto di multifunzionalità dell’impresa agricola. L’equiturismo è la forma di escursionismo che meglio permette una visione intima e naturale del paesaggio, suscitando nel cavaliere emozioni che solo il cavallo può trasmettere. Infatti ad oggi il turismo equestre non rappresenta più solo una piccola nicchia di mercato elitaria, ma è diventato una vera forma di impiego del tempo, per fasce di utenti sempre più ampie. Un ritorno alle tradizioni quindi: il cavallo non più utilizzato solo per fare sport ma per viaggiare da un punto all'altro, come si è fatto per tanti secoli, e come partner del percorso di riscoperta della natura. Animale maestoso, elegante ed affascinante, il cavallo è un instancabile compagno di viaggio. Chi decide di avvicinarsi a questo animale deve essere pronto a viverlo nella sua dimensione fisica, mentale ed emotiva. In Europa esiste già un importante caso di successo di offerta integrata di turismo equestre, quello rappresentato dall’Irlanda. L’Irlanda ha saputo mettere in relazione iniziative pubbliche e private, creando un prodotto turistico che ha trasformato la cultura del cavallo del territorio in un sistema di offerta all season capace di generare valore e reddito.

Oggi molti pellegrini, come testimoniano i dati sul cammino di Compostela, desiderano intraprendere un viaggio spirituale assieme al proprio cavallo e altrettanti sono quelli che vorrebbero farlo ma non ne hanno la possibilità, soprattutto per la mancanza di strutture e infrastrutture appositamente predisposte. Sono 139 i Comuni sulla via Francigena che contribuiscono a valorizzare lo spessore culturale e l'aspetto turistico di questo viaggio, che la storia differenzia da qualsiasi altro itinerario escursionistico. Dalla Valle d'Aosta al Lazio, passando per il Piemonte, la Lombardia, la Liguria, l'Emilia Romagna e la Toscana; molti di questi comuni sono ormai da tempo mete di un turismo religioso e culturale qualificato. In alcune di

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queste Regioni, soprattutto in Toscana grazie al progetto Ippovie Toscane, negli ultimi anni si sono sviluppati progetti di promozione del turismo equestre.

Pensare alla Francigena come un’asse principale da cui far partire e arrivare percorsi a cavallo (ippovie) che possano promuovere tutti i territori circostanti, è sicuramente una delle possibili vie per sviluppare turisticamente territori talvolta dimenticati. Rendere la Francigena percorribile a cavallo garantirebbe sicuramente maggiore possibilità di fruizione della stessa, ampliando appunto i target di turista. Non solo, ma rendere la Francigena fruibile a cavallo, stimolerebbe l’incentivazione pubblica e privata verso diverse possibilità offerte dall’allevare e custodire il cavallo. Infatti quando si parla di multifunzionalità delle aziende agricole bisogna pensare anche alla multifunzionalità dell’allevamento del cavallo e ciò che dal suo uso ne deriva:

 possibilità di scoperta di luoghi in modo sostenibile;

 possibilità di recupero degli antichi mestieri;

 conservazione della cultura e storia locale;

 funzione sociale: favorire le relazioni umane tra i cavalieri e le popolazioni che s’incontrano;

 funzione educativa (fattorie didattiche);

funzione curativa e riabilitativa (pet terapy, ippoterapia);

 incentivazione di attività direttamente connesse (maniscalchi, veterinari, guide equestri, istruttori, allevatori, ecc.).

Proprio a queste diverse funzioni sociali deve rivolgersi chi oggi scommette e insiste sul progetto

“IppoVia Francigena”, ampliando le possibilità di guadagno e diversificando l’offerta aziendale, ponendosi su mercati nuovi ed in continua crescita (fattorie didattiche, ippoturismo, ecc.).

Motivazioni

Ad oggi la Francigena ministeriale non è mai stata realmente percorsa ufficialmente per intero a cavallo e mancano riferimenti a punti sosta e varianti equestri che necessariamente devono essere individuati e georeferenziati. Molti percorsi dell’attuale progetto Ministeriale passano lungo strade altamente trafficate, pericolose per i cavalieri ma anche per gli escursionisti a piedi

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e in bike. Lungo il percorso mancano punti sosta per i cavalli sia per il pernotto che per la sosta temporanea, atta a permettere la visita di borghi e siti di interesse religioso. Molte tratte del percorso mancano anche di approvvigionamento idrico, assai importante per i cavalli, soprattutto nel periodo estivo.

Il progetto vuole quindi rendere la Francigena Toscana fruibile a cavallo, garantendo standard qualitativi a livelli europei delle strutture e infrastrutture per i cavalli.

Il rilievo GPS dei percorsi, delle varianti equestri e di tutti i PUN (Punti di Interesse) dedicati al turismo equestre, garantirà la realizzazione di un progetto innovativo e funzionale alle esigenze di questo settore del turismo. La restituzione finale del dato GPS prevede la predisposizione in diversi formati, così da agevolare l’utente, che avrà la possibilità di pianificare e percorrere la Francigena in tutta sicurezza, attraverso l’utilizzo del proprio GPS, di immagini georeferite, mappe e proiezioni 3D,. La via Francigena rappresenterà una grande “Ippovia attrezzata” (la più grande d’Italia) che consentirà di incrementare il turismo equestre di qualità attraverso la tematica storica e religiosa.

Turismo equestre

L’equiturismo è una pratica dell’equitazione non competitiva, che si combina con l’esplorazione del territorio. Favorisce un viaggiare lento, immersi nella natura, avendo la possibilità concreta di incontrare l’ambiente rurale fatto di storia e sapori antichi. L’equiturismo è aperto ad un gran numero di persone. Il turista equestre può essere sia uno sportivo professionista che un dilettante. Per svolgere questa attività è comunque necessaria una buona preparazione fisica e familiarità con la disciplina dell’equitazione per poter viaggiare in sicurezza. L’equiturismo in più è uno strumento di sviluppo sostenibile e di valorizzazione del territorio perché:

1. rispetta l’ambiente (è possibile solo in un ambiente naturale);

2. favorisce la scoperta del territorio, della sua storia e cultura;

3. favorisce il recupero degli antichi mestieri;

4. favorisce la scoperta della gastronomia e dei prodotti tipici;

5. consente il mantenimento e l’utilizzo di antichi sentieri rurali;

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6. favorisce le relazioni umane attraverso l’incontro tra cavalieri e popolazioni locali.

In Italia circa 45.000-50.000 persone praticano il turismo equestre e 220.000 fanno passeggiate a cavallo (dati I.N.S.T.E. 2005). Il turista equestre tipo ha più di 40 anni, reddito superiore ai 30.000 euro l’anno, è interessato alla natura, alle tradizioni ed al cibo, ama fare una moderata attività sportiva e tende a coinvolgere i propri familiari. Le passeggiate a cavallo coinvolgono un numero di persone 4 volte superiore rispetto a chi pratica turismo equestre. Questi cavalieri rappresentano il target potenziale. La Francia, in cui si pratica l’equiturismo dagli anni ’50, conta più di un milione di turisti equestri (dati del Comité National de Tourisme Equestre e della Fédération Française d’Equitation). Attualmente il turismo equestre è un mercato molto sviluppato e fiorente. L’offerta è particolarmente ricca e comprende itinerari integrati: cavallo – bici; cavallo – navigazione. L’equiturismo è molto sviluppato anche nel mondo anglosassone, in particolar modo nel Regno Unito e negli USA. In Italia sono sempre più numerosi i progetti che riguardano la realizzazione o la promozione di ippovie e spesso sono supportati da enti pubblici quali regioni, province, enti parco. Si fa turismo equestre nel tempo libero, tempo che viene dedicato alla scoperta delle identità di un territorio, a conoscere la gente che li abita, i suoi usi e le sue tradizioni. Sempre di più il turista/cavaliere richiede un’offerta che lo soddisfi a tutto tondo, volendo cogliere aspetti diversi dalla sua vacanza, che diventa una esperienza. Quello che il turista/cavaliere cerca è una vacanza che gli faccia provare emozioni vere e che gli lasci sensazioni autentiche, che non prova nella vita di tutti i giorni, ma che nello stesso tempo lo faccia sentire a casa sua, o meglio, “uno di casa”. Le aspettative dei nuovi turisti/cavalieri sono:

 puntare sul così detto “paesaggio invisibile” inteso come “le interpretazioni, le storie, l’autopercezione, lo stile di vita della popolazione locale”;

 puntare sul passato e sulle tradizioni locali in maniera tale da non cercare di cancellarlo, ma di “ridurlo a icona del presente”;

 riscoprire gli antichi percorsi e gli usi della tradizione ed sviluppando l’offerta ippoturistica intorno alla “storia sociale”;

puntare su un alto livello di professionalità (scuderia didattica, pet therapy ecc.), sull’ospitalità familiare, la cordialità, la spontaneità, la trasparenza dei prezzi ed un

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livello qualitativo molto alto dei servizi offerti, vista la buona capacità di spesa della nuova tipologia di turista e soprattutto l’ottima propensione a fare spese, purché giustificate dalla qualità dei prodotti/servizi;

 puntare sulla mobilità del turista/appassionato di turismo equestre, che vuole godere della tranquillità di un luogo, muovendosi a 360° in esso e godendo appieno delle sue bellezze attraverso percorsi ben organizzati;

 puntare sul concetto di autenticità formando “operatori competenti capaci di accompagnare il turista/cavaliere all’interno di luoghi che mantengano ancora il gusto della scoperta” e cercare di evitare la “globalizzazione” dell’offerta del Territorio. Preferibile quindi l’operatore che parli almeno una lingua straniera.

Obiettivi perseguiti

Gli obiettivi che il progetto ha voluto raggiungere possono essere così sintetizzati:

 rilievo GPS totale del tracciato Francigena a cavallo, delle varianti, dei punti sosta equestri e primo collaudo totale a cavallo;

 individuazione dei punti sosta temporanea e notturna dei cavalli e cavalieri;

 promozione di tutte le figure professionali e non, che lavorano attorno al mondo del cavallo in particolare le Guide Ambientali Equestri della Regione Toscana;

 promozione di un viaggiare lento e silenzioso, come sana abitudine di vita;

 promozione del turismo equestre e delle Ippovie;

 diffusione di un moderno e diverso modo di pensare al cavallo, visto come compagno di viaggio e non solo come mezzo di trasporto (pellegrinaggio equestre);

 promozione del cavallo come strumento di diffusione della multifunzionalità in agricoltura (ippoterapia, pet-terapy, fattorie didattiche, escursionismo equestre turistico e sportivo, possibilità di sviluppo per maniscalchi, sellai e veterinari locali, ecc.);

 “rallentare” il pellegrino attraverso l’individuazione di tappe non troppo lunghe, adatte anche a cavalieri di media-bassa esperienza, in modo da garantire la sosta nei punti di interesse lungo il tracciato, senza incorrere nel rischio di non arrivare in tempo alla fine

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della tappa. Questo garantirà una maggiore possibilità di sviluppo di quei settori economici che ruotano attorno alla Via Francigena.

Criteri di impostazione del progetto

Il progetto IppoVia Francigena tiene conto di alcuni punti fondamentali ed inderogabili, l’osservanza dei quali è di notevole importanza per il raggiungimento degli obiettivi finali.

I punti sono:

 utilizzare il più possibile il percorso Francigena già individuato, migliorandolo laddove necessario o individuando varianti ex-novo (a fondo sterrato), nel rispetto della natura e dei limiti imposti dalla legge e dal regolamento forestale. Occorre tenere anche presente che quando si parla di sentieri per cavalli bisogna prestare molta attenzione alle loro caratteristiche di pendenza, asperità, larghezza, ecc., in quanto il binomio rappresentato dall’uomo più il cavallo ha esigenze diverse rispetto all’escursionista a piedi. È importante quindi individuare i percorsi su strade o piste con larghezza idonea al transito dei cavalli, bassa pendenza e asperità al fine di rendere i percorsi fruibili anche a cavalieri inesperti.

Inoltre, i percorsi molto lunghi devono essere forniti di sorgenti o abbeveratoi per i cavalli;

 individuare luoghi di sosta opportuni per il pernotto di cavalli e cavalieri che rispondano ai canoni imposti dalle normative vigenti;

 individuare tappe giornaliere di max 35 km;

 garantire, ove possibile, luoghi di sosta temporanei per la visita dei maggiori siti di interesse storico-religioso della Francigena;

 applicare alla progettazione dei percorsi la metodologia GPS allo scopo di rendere il progetto finale in formato digitale, di più facile gestione e programmazione. L’integrazione di tecnologie GPS/GIS consente l’acquisizione e la gestione in forma georeferenziata di diverse tipologie di informazioni territoriali-ambientali.

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Collaudo dei percorsi svolto direttamente a cavallo

Analisi SWOT del progetto Francigena a cavallo

L’analisi SWOT è uno strumento che offre una diagnosi del territorio e del contesto in cui si viene a collocare l’intervento e la relativa strategia; tale strumento è oggi ampiamente utilizzato come supporto analitico alle scelte di intervento pubblico e nelle diagnosi dello sviluppo locale e regionale. Le quattro componenti della SWOT (il cui termine non è altro che l’abbreviazione delle parole Strengths, Weaknesses, Opportunities, Threats, in italiano Forze, Debolezze, Opportunità, Minacce) permettono infatti di evidenziare le caratteristiche dell’oggetto dell’analisi, di far emergere i meccanismi interni sui quali si vuole intervenire, e allo stesso tempo di descrivere il contesto esterno di riferimento che influenza il perseguimento degli obiettivi. Nello specifico l’analisi SWOT consente di descrivere il modello di funzionamento di una determinata unità sistemica indicando le variabili endogene (o interne) strumentali (i punti di forza e di debolezza), e le variabili esogene (o esterne) che influenzano il comportamento del sistema (le potenzialità e le minacce); la strategia successivamente fisserà le variabili obiettivo e conseguentemente le azioni sulla base del modello descritto nella SWOT.

La distinzione tra variabili endogene (punti di forza e di debolezza) ed esogene (opportunità e minacce) è quindi l’aspetto centrale dell’analisi SWOT: i punti di forza e quelli di debolezza fanno parte integrante del sistema stesso e su di essi è quindi possibile intervenire per perseguire obiettivi prefissati, viceversa le opportunità e le minacce sono variabili ‘esterne al sistema’ e su

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di esse non vi è un controllo diretto ma è solo possibile monitorare ed analizzare tali fattori esterni in modo da limitare i danni derivanti dal verificarsi delle minacce o massimizzare i vantaggi dovuti alle opportunità. La tabella che segue individua in modo articolato e razionale i punti di forza e di debolezza, nonché le opportunità e le minacce che emergono dalla elaborazione dall’indagine socio-economica al fine di definire una strategia di sviluppo del sistema turismo rurale lungo la Francigena.

PUNTI DI FORZA

 Presenza in molte zone della Regione di un paesaggio rurale autentico e integro, indicatore di qualità dell’ambiente e inteso come fattore di attrazione speciale

 Possibilità di dare un’alta offerta turistica per tutti i target di turista rurale (concetto di ippovia polivalente)

 Le produzioni agroalimentari di ottima qualità con potenzialità di sviluppo in campo nazionale ed internazionale

 Autenticità, integrità e qualità dell'ambiente e dei luoghi e presenza di diverse aree protette

 Forte vocazione ad uno sviluppo sostenibile del turismo spirituale, religioso e in senso più ampio rurale in tutto il territorio

 Sviluppo geografico del percorso Francigena turisticamente importante e di facile raggiungimento dai territori limitrofi anche fuori Regione

 La volontà di molti soggetti interessati a perseguire un percorso unitario di valorizzazione del territorio, attraverso il turismo rurale e i percorsi a cavallo, facendo però emergere gli elementi distintivi di ciascuna area omogenea

 Un sistema di percorsi Ippovia già avviato con il progetto Ippovie Toscane PUNTI DI DEBOLEZZA

 Sistema di promozione territoriale non ancora sufficientemente articolato, in grado di promuovere la Francigena in maniera organica su tutto il territorio, assenza di un vero prodotto di marketing territoriale

Assenza di circuiti organizzati e scarsa presenza di tour operator nel settore turismo rurale lungo la Francigena

 Insufficiente integrazione tra le azioni di promozione dei soggetti pubblici e le azioni di commercializzazione delle imprese

 Scarsa capacità di integrare le politiche di qualificazione del prodotto turistico rispetto alle esigenze del mercato internazionale a causa della mancanza di coordinamento tra le attività dei soggetti pubblici e privati

 Scarsa presenza di strutture adeguate al ricovero cavalli nei punti tappa; scarsa anche la qualità delle strutture

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 Numerose manifestazioni organizzate sul territorio che esprimono prevalentemente una rilevanza a carattere locale, mancando di un’organizzazione concertata a livello regionale

 Scarsa presenza di figure professionali lungo il percorso (vedi Guide Ambientali equestri) OPPORTUNITÀ

 Potenzialità del territorio a diventare una delle Regioni lungo la Francigena che per prima garantisce un’offerta turistica rivolta a tutti i target di pellegrino, anche quello equestre

 Possibilità di incentivare l’imprenditorialità soprattutto giovanile verso i diversi settori lavorativi che ruotano attorno al mondo del cavallo

 Ricca dotazione di risorse storiche, culturali e ambientali la cui conservazione e valorizzazione rappresentano un’area di potenziale business molto promettente

 Possibilità di creare una rete di Ippovie su tutto il territorio Regionale avendo come asse principale quello della Francigena

 Possibilità di fare sinergie progettuali e collaborative tra tutte le Provincie grazie a progetti come quello delle Ippovie Toscane (vedi Ippovia di Prato)

 Pensare ad uno sviluppo integrato del sistema turistico sulla Francigena a livello regionale

 Sostenere le forme di aggregazione tra diverse tipologie di operatori locali per migliorare e sviluppare le strategie di incoming

 Avviare iniziative per la valorizzazione dell'autenticità dei luoghi, delle tradizioni locali e della qualità della vita, elementi sempre più ricercati e apprezzati dalla domanda turistica nazionale ed internazionale

RISCHI

 Attuare strategie di sviluppo che portino ad uno stravolgimento della sostenibilità ambientale, con risvolti negativi sia da un punto di vista ambientale che da quello sociale con un peggioramento sostanziale della qualità della vita per i cittadini residenti

 Rapporto qualità/prezzo delle destinazioni turistiche non adeguato alle aspettative della domanda interna ed estera che ha portato, ad esempio, ad identificare la Toscana come una regione “troppo cara”

 Creare un sistema di ricettività turistica che non venga “assorbito” nella giusta misura dalla domanda turistica; diventa fondamentale mantenere un equilibrio fra nuova ricettività e domanda turistica

 Creare un progetto Ippovia Francigena completo ed efficiente nella sentieristica ma che poi non venga sostenuto e promosso dal settore turismo

 La diversità dell'offerta delle singole aree della Regione non deve configurarsi come una differenza di modello, ma deve convergere in una caratterizzazione del territorio in grado di valorizzare le risorse di ogni singola località

 Crescente standardizzazione e concentrazione di destinazione dell’offerta turistica da parte dei tour operator

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Il cavallo e il codice della strada

L'art. 115 del Codice della strada, attualmente in vigore, recita: "1. Chi guida veicoli o conduce animali deve essere idoneo per requisiti fisici e psichici e aver compiuto anni quattordici per guidare veicoli a trazione animale o condurre animali da tiro, da soma o da sella, ovvero armenti, greggi o altro raggruppamenti di animali…"

Il medesimo articolo individua poi le sanzioni amministrative applicabili. Appare evidente che i requisiti minimi per condurre i cavalli sulle strade siano tre: l'attitudine fisica, quella psichica e il compimento del quattordicesimo anno di età. Le ragioni che sottendono al significato della norma

sono date principalmente dalla necessità di salvaguardare la sicurezza, sia delle persone che guidano degli animali, sia dei terzi. L'animale, si differenzia dal veicolo a motore poiché, oltre a essere vivo, è munito di un proprio cervello ed è quindi in grado di prendere decisioni che possono comportare pericolo per l'incolumità delle persone: deve quindi essere guidato da persona capace di imporgli il proprio volere e di ricondurlo all'ordine. Consegue l'individuazione delle caratteristiche fondamentali, minime per poterlo fare. L'aver lasciato una triplice individuazione della qualità, in realtà, restringe ancor più le possibilità di conduzione: un quattordicenne potrà pure condurre un cavallo attaccato al calesse, ma certamente non un attacco di sei cavalli, perché si riconoscerà sicuramente la sua incapacità fisica e psichica a farlo.

Così come non gli si potrà dare un cavallo particolarmente bizzoso o anche pericoloso.

La norma non prevede la possibilità che il minore possa comunque condurre un animale in strada se in gruppo o accompagnato dai genitori o da persona qualificata: in base al principio secondo cui "quod non est in actis, non est in mundo" non vi è possibilità alcuna di aggirare il dettato normativo.

Non si ritiene infatti applicabile l'art. 184 del Cd.s. il quale al n. 1 recita: "per ogni due animali da tiro… da soma o da sella … occorre almeno un conducente...": l'abilitato che tenga il cavallo alla

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“longhina” non sopperisce al dettato di cui all'art. 115 del C.d.s. poiché l'animale, seppur montato da persona non idonea, viene in realtà tenuto da chi ha le redini nella mano… e quindi sarebbe questi, in realtà a guidarlo.

Potrebbe comunque valere nelle ipotesi di attraversamento stradale (da terreno privato ad altro terreno privato) trattandosi di pochi metri. La normativa del Codice della strada riguarda, appunto, le strade, poiché all'art. 1 del medesimo Codice si dice: "La circolazione dei pedoni, dei veicoli e degli animali sulle strade è regolata dalle norme del presente codice e dai provvedimenti emanati in applicazione di esse, nel rispetto delle normative internazionali e comunitarie in materia…”. Il codice, all'art. 2 classifica le strade secondo, dapprima, un principio generale: "1. Ai fini dell'applicazione delle norme del presente codice si definisce strada l'area a uso pubblico destinata alla circolazione dei pedoni, dei veicoli e degli animali".

Le strade sono classificate, riguardo alle loro caratteristiche costruttive, tecniche e funzionali, nei seguenti tipi:

A. Autostrade

B. Strade extraurbane principali C. Strade extraurbane secondarie D. Strade urbane di scorrimento E. Strade urbane di quartiere F. Strade locali

Vi sono poi le strade private, quelle che non hanno un pubblico interesse in quanto non transitate dalla collettività e che non portano a luoghi di interesse generalizzato: queste strade possono venir chiuse e mantenute a cura dei

proprietari, i quali appunto possono interdire l'accesso ai terzi. Per questa tipologia di strade non si applica la normativa del C.D.S., poiché proprietà privata. Per espressa dizione di legge, art. 175 C.d.s., gli animali non possono circolare in autostrada, ma solamente, debitamente custoditi, nelle aree di servizio e di sosta della medesima.

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Il codice regolamenta anche la sosta degli animali, all'art. 160, "Salvo quanto disposto dall'art.

672 del codice penale, nei centri urbani il conducente deve vigilare affinché gli animali in sosta, con o senza attacco, a lui affidati siano sempre perfettamente assicurati mediante appositi dispositivi o sostegni fissi o legati in modo tale da non arrecare intralcio o pericolo alla circolazione dei veicoli e dei pedoni. Durante le ore notturne gli animali potranno sostare soltanto in luoghi sufficientemente illuminati. Fuori dai centri abitati è vietata la sosta degli animali sulla carreggiata…" L'art. 672 del Codice penale è stato depenalizzato dall'art.33 della L.689/81: il che comporta solamente una sanzione amministrativa e non di dover subire un procedimento penale ed è relativa alla omessa custodia o malgoverno di animali (tutti, non solo i cavalli) "Chiunque lascia liberi e non custodisce con le debite cautele animali pericolosi da lui posseduti o ne affida la custodia a persona inesperta, è punito con la sanzione amministrativa da £ 50.000 a £ 500.000".

Al secondo comma viene perseguito con la medesima sanzione chi "1) in luoghi aperti, abbandona a sé stessi animali da tiro, da soma o da corso o li lasci comunque senza custodia, anche se non disciolti o li attacca o conduce in modo da esporre a pericolo l'incolumità pubblica, ovvero li affida a persona inesperta; 2) aizza o spaventa animali, in modo da mettere in pericolo la incolumità delle persone". Questo ultimo comma è applicabile a tutte quelle persone che spaventano gli animali, quindi anche all'automobilista incosciente che non rallenta, o non si ferma, di fronte a un cavallo che dia segno di spavento.

L'art. 141 del Codice della strada, impone al guidatore di ridurre la velocità e anche di fermarsi quando gli animali, al suo avvicinarsi, diano segno di spavento. Così come, al n.ro 7, citato articolo, anche il conducente di un animale da sella deve tenere una velocità adeguata al traffico, alla visibilità, ecc.

Non si può gareggiare in velocità né costituire intralcio alla circolazione o pericolo per il normale flusso del traffico: quindi vi è l'obbligo di tenere la destra estrema e di procedere in fila indiana.

Per quanto concerne infine la raccolta delle feci del cavallo, si rammenta quanto disposto dall'articolo 15, codice della strada:

Atti vietati.

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Su tutte le strade e loro pertinenze è vietato:

a) …omissis….

f) gettare o depositare rifiuti o materie di qualsiasi specie, insudiciare e imbrattare comunque la strada e le sue pertinenze;

g) apportare o spargere fango o detriti anche a mezzo delle ruote dei veicoli provenienti da accessi e diramazioni; …omissis….

3. Chiunque viola uno dei divieti di cui al comma 1, lettere c), d), e), f), h) ed i), è soggetto alla sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 23,00 a euro 92,00.

4. Dalle violazioni di cui ai commi 2 e 3 consegue la sanzione amministrativa accessoria dell'obbligo per l'autore della violazione stessa del ripristino dei luoghi a proprie spese, secondo le norme del capo I, sezione II, del titolo VI. Da tale norma si evince come sia vietato sporcare, insudiciare e imbrattare la strada, anche, ovviamente, con le feci degli animali.

L'imbrattamento della strada con le feci dei cavalli, se viene accertato dagli organi di polizia stradale prima che l'autore provveda alla pulizia, sottopone il trasgressore ad una sanzione amministrativa pecuniaria e alla sanzione amministrativa accessoria del ripristino dello stato dei luoghi (che significa pulizia della strada con eliminazione delle feci). Si fa notare che comunque a questa situazione si può ovviare con l’educazione dei cavalieri. Difatti è buona prassi portarsi dietro una busta e paletta e raccogliere le deiezioni del cavallo, soprattutto all’interno di borghi o aree pedonali. In alternativa ci si può adoperare con della ramaglia!

Le storiche stazioni di “posta cavalli” lungo la Francigena

Lungo la Francigena sono molte le località e i toponimi che richiamano il transito di cavalieri e cavalli, in particolare le “poste cavalli” presenti in tutte le antiche tappe della Francigena e soprattutto lungo la Cassia (vedi a Monteriggioni, Radicofani, ecc.).

Da sempre l’uomo ha avuto la necessità di spostarsi, di percorrere grandi distanze e ha cercato di farlo nella maniera più rapida e sicura possibile. Già nell’antichità l’espandersi dei regni accrebbe anche la necessità di mantenere i collegamenti con le proprie armate e intrattenere rapporti con le nuove province e territori sottomessi. Per fare ciò si avvalse della forza e

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resistenza degli animali (bue, asino, ecc.) e soprattutto del cavallo per le sue doti di velocità.

Anche il cavallo, come gli altri animali, aveva però i suoi limiti e le sue necessità fisiche, cosicché per percorrere velocemente una lunga distanza bisognava eliminare i tempi morti necessari per far riposare e nutrire i cavalli. Già gli antichi romani crearono dei luoghi per il cambio dei cavalli (mutationes) e di riposo per i viaggiatori (mansiones) lungo le principali direttrici del traffico e a distanze più o meno regolari. Era l’inizio della ”posta cavalli” che rimase in esercizio sino ad oltre la metà del 1800.

Per capire come funzionava quello che è forse il primo servizio organizzato di trasporti è però necessario un chiarimento sul termine “posta”. Se si consulta un moderno dizionario troviamo una decina di significati; è quindi utile rifarsi al Carena, che definisce il significato primo del termine POSTA, e cioè “…luogo dove sono i cavalli per correre la posta e chiamasi più specificamente Posta dei cavalli” donde il traslato “.. unità di misura itineraria, colla quale si determina la lunghezza del cammino che altri fanno viaggiando per le poste al fine di regolarne il prezzo a ogni cambiatura.” Quindi la Posta è il luogo, l’edificio, dove si trova assistenza e il cambio dei cavalli, ma anche un’unità di misura di un itinerario. Questa unità di misura variava nei vari Stati e nelle epoche: nello stato sabaudo nel 1830 era pari a 8 km.

Già ne parla Senofonte nelle sue opere, descrivendolo come basato sull'ipotesi di percorrenza di un cavallo nell'arco di 24 ore ed in base alla quale vennero costruite apposite scuderie di sosta.

Gli antichi romani posero molta cura all'organizzazione del servizio di posta. Augusto si occupò personalmente della riorganizzazione del “cursus” ovvero del servizio di posta che divenne così:

“Cursus publicus” ovvero “posta statale”.

I messaggeri che portavano con loro le informazioni erano chiamati “tabellari” e le custodivano su tavolette d'osso o di metallo spalmate di cera. Ma presto, per rendere il trasporto più agevole, le tavolette vennero sostituite con rotoli di papiro scritte con un inchiostro vegetale di nome

“atramentum”. Il tragitto tra una città e l'altra era percorso su carri ed organizzato in stazioni di cambio dei cavalli chiamate “statio posita” da cui derivò il nome “stazione di posta”.

Per riconoscere gli originali proprietari, i carri erano provvisti di vere e proprie targhe composte da “bulla” ovvero borchie circolari di metallo. Secondo la ricostruzione ad opera della Tavola

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Peutingeriana, la rete postale e viaria romana era formata da 200.000 km di strade che consentivano un inoltro rapidissimo di tutte le informazioni. Per consegnare una missiva i

“cursores” ossia i “corrieri” potevano percorrere 270 km in 24 ore. Nell'Europa medievale il

“cursus publicus”, che i romani erano stati in grado di creare, versava nel più totale sfacelo e le poste conoscevano una decadenza senza precedenti. L'organizzazione romana era resa possibile dall'appartenenza ad un unico ente che ne curava la manutenzione ed il perfezionamento. La frammentazione degli stati tipica del Medioevo europeo richiedeva continue revisioni delle frontiere e degli accordi che fecero ben presto saltare tutta l'organizzazione viaria. Le vie di comunicazione tra cittadini di nazioni differenti erano mantenute in vita alla meglio da monaci, studenti e commercianti che per i loro interessi erano costretti allo spostamento da una città all'altra.

Mappa delle stazioni di posta secondo l'Istituto di studi storici postali

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L’ultima posta dei cavalli in territorio toscano documentata in molti testi antichi era quella sul valico di Radicofani, situata dopo quella di Ricorsi più a valle. A Radicofani, l’imponente edificio, fatto costruire dai Medici nella seconda metà del XVI secolo, si può ammirare ancora oggi, con i due eleganti ordini di loggiati che costeggiano la strada, sostanzialmente immutato.

Estratto di mappa del Cantelli del 1695 ove vengono riportate le stazioni di posta

Immagini del prospetto della Posta di Radicofani

La posta oramai abbandonata di Ricorsi si trova proprio lungo la Cassia, prima di arrivare a Radicofani, mentre a valle di Radicofani si trovava l’Osteria della Novella. Quest’ultima,

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menzionata in molte carte e manoscritti come locanda per i viandanti, riporta ancora sul muro perimetrale le campanelle ove si legavano i cavalli. Nelle vicinanze è sempre al suo posto una pietra miliare che segna il miglio 85: siamo infatti a circa 140 chilometri da Firenze.

Immagine della posta di ricorsi (a sinistra) e del muro perimetrale dell’Osteria della Novella (a destra)

Il disciplinare Ippovie Toscane

La Regione Toscana, attraverso il Dipartimento del Turismo, ha promosso il progetto “Ippovie Toscane” come strumento di promozione dell’equiturismo e del turismo rurale in generale. Dopo una prima ricognizione sulla situazione attuale dei percorsi a cavallo esistenti in Regione (compito affidato alla FITETREC-Ante Toscana, riconosciuta quale unico referente per il turismo equestre), le Ippovie individuate dovranno essere cartellonate ed inserite in un portale del turismo equestre appositamente predisposto dalla Regione. Le Ippovie sono state georeferite per tutta la loro lunghezza con i relativi punti di interesse. La RETE di percorsi a cavallo della Toscana (IPPOVIE TOSCANE) si propone come una rete di percorsi di nuova concezione, razionale e moderna, creata allo scopo di condurre il turista a cavallo alla scoperta delle infinite meraviglie che la Toscana è capace di offrire. Il GESAAF partecipò, attraverso il lavoro del dott. Bambi, alla realizzazione del

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disciplinare “Ippovie Toscane” per il riconoscimento dei percorsi equestri da inserire nel progetto Ippovie Toscane. Di seguito riportiamo il disciplinare.

Da una prima analisi di applicabilità del disciplinare in ambito del progetto Francigena a cavallo, il fatto che l’ippovia debba da subito rispecchiare la normativa RET (LR n. 17/98 e relativo regolamento di esecuzione n. 61R del 14 dicembre 2006), è apparso un Fattore limitante in quanto la maggior parte dei percorsi a cavallo si sviluppano al di fuori della viabilità pubblica.

Riteniamo che in questa prima fase di realizzazione dell’Ippovia Francigena, alla luce del fatto che probabilmente verrà modificata la legge proprio sul punto relativo al passaggio su proprietà privata, non si debba seguire questo primo punto, lasciandolo in sospeso, in attesa dei chiarimenti normativi in merito che dovrebbero arrivare entro il 2019.

Criteri principali

1. I percorsi delle varie Ippovie Toscane dovranno rispondere ai requisiti imposti dalla normativa regionale sull’escursionismo (LR n. 17/98 e relativo regolamento di esecuzione n. 61R del 14 dicembre 2006).

2. La segnatura ufficiale sarà quindi quella bianco-rossa con apposizione del logo ufficiale delle “Ippovia Toscane” sulla cartellonistica verticale e della testa di cavallo su quella orizzontale.

3. I percorsi dovranno avere la classificazione T o E per la maggior parte della loro lunghezza, relegando i percorsi EE solo per brevi tratte o per percorsi secondari.

4. Le tappe devono essere preferibilmente di max 25/30 km (qualora superiori rientrano nella classificazione EE) e tuttavia sono da privilegiare tappe brevi anche 15 km.

5. Individuazione delle strutture ricettive (riconosciute dalla legge regionale sul turismo 42/2000) con servizio cavalli sul percorso o ad una distanza di max 2 km da esso, e

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classificazione delle strutture in base alle diverse tipologie di alloggio offerti per cavalli e cavalieri, che comunque deve essere di un minimo di 6 box o poste e di relativi 6 posti letto per i cavalieri.

6. Garantire presso i punti tappa ed in accordo con i relativi gestori, l’individuazione di 1 o 2 anelli di 3-4 ore circa da percorrere “a margherita” (così da allungare i tempi di permanenza in una struttura).

7. Garantire punti di accesso ai soccorsi motorizzati, preferibilmente su strade pubbliche, indicativamente ogni 5-10 km che devono essere indicati in mappa e con coordinate GPS (UTM-WGS84).

8. Sono da privilegiare strade e piste forestali che garantiscano il miglior compromesso tra l’avere una buona e “naturale” viabilità per tutte le modalità di escursione (cavallo, mountain bike e trekking) e al tempo stesso limitare danni di erosione al suolo (vedi i danni che si verificano lungo i percorsi stretti e ripidi dopo il passaggio dei cavalli e delle biciclette soprattutto nei periodi umidi); inoltre per la loro funzione di accesso, rimangono per tutto l’anno libere da frasche e arbusti, garantendo così una fruizione continua e diminuendo gli interventi per le periodiche manutenzioni.

9. Larghezza minima del sentiero 0.8 m con pendenze non superiori al 45%.

10. Indicazione dei punti di abbeveraggio perenni lungo i percorsi o nelle vicinanze specificandone se con abbeveratoio cavalli.

11. Cercare di comprendere negli itinerari il maggior numero di siti turisticamente interessanti, anche quelli meno conosciuti ma altamente rappresentativi delle caratteristiche ambientali, della storia e della cultura locale.

12. Cercare di coinvolgere la maggior parte delle strutture turistico-ricettive presenti sul territorio, in modo da garantire un buon servizio ricettivo per i turisti e promuovere un rilancio economico per le aziende ricettive stesse.

13. Per ogni percorso, oltre ai canonici numeri utili dei vari servizi, dovranno essere indicati il numero dei maniscalchi, veterinari e organi di pronto soccorso della zona.

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14. Il tracciato dei percorsi e di tutti i punti di interesse (punti sosta, emergenze, ecc.) dovrà essere reso in forma digitale georeferita (UTM-WGS84), con riporto del dato su base cartografica CTR 1:10.000 della Regione Toscana o 1:25.000 dell’IGM.

15. Indicazione dei recapiti delle Guide Ambientali Equestri locali, riconosciute dalla Regione Toscana ed in regola con il patentino.

16. Garantire punti sosta temporanei, preferibilmente ombrosi, ove legare i cavalli al di fuori dei centri turisticamente interessanti così da agevolare la visita a piedi.

Da evitare là dove possibile:

tratti asfaltati molto lunghi (indicare possibile variante)

tratti asfaltati brevi ma con alto traffico motorizzato (indicare possibile variante)

dislivelli troppo impegnativi nell’ambito della stessa tratta

acquitrini e terreni paludosi

tratti con attraversamento pascoli bradi

guadi non segnalati e acqua corrente con altezza superiore ai 70 cm

ponti e passerelle non in sicurezza

Classificazione difficoltà dei percorsi

T (Turistico)

E (Escursionistico) EE

(Escursionistico Esperti)

Percorsi di facile percorrenza, senza grandi dislivelli, adatti a cavalieri con poca esperienza e preparazione, in grado di stare in sella per 3-4 ore

Percorsi senza particolari difficoltà tecniche, adatti a cavalieri con esperienza e preparazione media, in grado di stare in sella per 4-6 ore

Percorsi impegnativi, con forti dislivelli e passaggi che richiedono cavalieri con una buona esperienza in grado di stare in sella anche per 6-7 ore

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IMPOSTAZIONE DEI RILIEVI IN CAMPO Metodologia e strumentazione adoperata

I rilievi in campo sono stati effettuati tramite una nuova metodologia di progettazione della sentieristica basata su nuove tipologie di schede di rilievo cartacee e tramite il rilievo GPS, appositamente congeniato per l’acquisizione del dato in ambienti rurali e montani.

Dal punto di vista operativo, per la progettazione della rete escursionistica sono stati utilizzati i software QGis, la cartografia di base dell’IGM in scala 1:25.000, la cartografia 1:10.000 e 1:2.000 della Regione Toscana e delle altre Regioni in formato raster e digitale e le foto aeree della zona.

In particolare, il rilievo cartografico è stato eseguito seguendo le linee programmatiche stabilite dal documento interregionale della Via Francigena. In una prima fase, il rilievo cartografico ha comportato una valutazione attenta delle fonti storiografiche e bibliografiche presenti, per un approccio filologico rispetto all’individuazione di un percorso. Questa analisi preliminare consente l’individuazione primaria di un tracciato e la verifica di percorsi già delineati ed esistenti allo scopo di evidenziarne le possibili migliorie attuabili o di indicare eventuali varianti. Il tracciato primario è stato poi individuato sulla cartografia ufficiale allo scopo di sovrapporre la geografia storica delle fonti alla geografia attuale, per garantire la completa coesione tra itinerario storico antico e la sua percorrenza moderna. La realizzazione del rilievo cartografico ha interessato una fase preliminare che si è concretizzata in:

 esaminare le fonti storiche e bibliografiche con riferimento al tratto individuato (Via Francigena secondo l’itinerario di Sigerico, varianti, Vie Romee o itinerari minori) evidenziando e definendo uno (o più) percorsi antichi sulla base dei documenti;

 analizzare eventuali percorsi già esistenti al fine di inserirli nella tracciatura del percorso finale, sia che siano tratti del percorso principale sia che costituiscano possibili varianti o itinerari minori.

L’ individuazione del percorso ha riguardato:

 esame del percorso su carta a scala 1:25.000 (carta escursionistica oppure foglio IGM, se disponibili);

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 controllo del percorso anche su carte a scala più dettagliata (1:10.000 oppure 1:5.000, se disponibili);

 inserimento della cartografia disponibile su apparecchio GPS.

Alle analisi preliminari seguono le fasi operative sul campo:

 procedura di rilievo di tutto il percorso direttamente sul campo;

 rilievo e verifica del percorso individuato su carta;

 eventuali modifiche sulla base di possibili anomalie riscontrate tra la cartografia e la geografia reale del territorio;

 rilievo delle possibili criticità: guadi, attraversamenti stradali, frane o smottamenti, pericoli reali o eventuali, attraversamento di proprietà private e simili;

 documentazione fotografica del percorso: criticità, strutture di sosta e/o accoglienza, emergenze naturalistiche e storico-artistiche.

Si passa poi alla fase della disamina dei dati che consiste in:

 esame dei dati rilevati dal navigatore satellitare;

 controllo tracce GPS rilevate sulla cartografia disponibile e sovrapposizione dei dati acquisiti;

 controllo tracce su visione panoramica satellitare Google Earth o da uno strumento similare;

 estrazione dati di georeferenziazione e creazione di tabelle Excel con i dati rilevati;

 creazione del grafico altimetrico;

 creazione tabelle distanze/tempi di percorrenza.

Le fasi finali riguardano:

 stesura di una relazione finale contenente: cartografia, rilievi fotografici e dati GPS, eventuali problematiche evidenziate, ipotesi di problem solving, informazioni aggiuntive sulle strutture ricettive, informazioni culturali;

 consegna della traccia del percorso definitivo su cartografia scala CTR 1:10.000 in formato cartaceo;

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 predisposizione della segnaletica per le varianti equestri.

Nella seconda fase, con lo stesso procedimento della prima, sono state digitalizzate sulla carta di riferimento le diverse tipologie di strutture ricettive, quali agriturismi, maneggi, piccoli alberghi, rifugi, campeggi, ostelli, affittacamere, ecc., che possono dare ospitalità ai cavalli e agli escursionisti in genere.

I dati della prima e seconda fase sono stati raggruppati per tematismi e inseriti nel GIS in formato shapefile creando una raccolta di carte tematiche digitali di facile visione e aggiornamento. La terza fase riguarda la digitalizzazione, sempre sulla carta di riferimento, del miglior tracciato che possa connettere tra loro le realtà turistiche e le strutture ricettive individuate nelle fasi precedenti. Questo tracciato di massima è stato individuato attraverso l’impiego della cartografia esistente, cercando di utilizzare il più possibile la sentieristica presente in carta e privilegiare i percorsi che passano su strade o piste forestali (facilmente individuabile dal 10.000 e dalle foto aeree). Sono state poi create delle schede cartacee appositamente predisposte per agevolare il rilievo delle tracce e dei punti in campo, successivamente informatizzati mediante un data-entry adeguatamente realizzato. Fatti gli opportuni settaggi degli strumenti, i dati elaborati in laboratorio sono stati poi inseriti nel GPS cartografico per il rilievo di campo.

La strumentazione e i software utilizzati per il rilievo in campo sono:

GPS Garmin 64 ST con antenna esterna

macchina fotografica digitale Nicon ColdPix

 cartella con le schede di rilievo appositamente predisposte.

Terminata la fase di campo ed eseguito il download delle tracce e dei WP rilevati con GPS, si è proceduto alla ripulitura del dato GPS e conversione in formato shapefile (.shp) e Keyhole Markup Language (.kml) per la visualizzazione su GIS e Google Earth. Successivamente sono state realizzate le carte digitali e cartacee per la presentazione dei risultati finali.

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SEGNALETICA PERCORSO EQUESTRE E TIPOLOGIE DI STRUTTURE DI RICOVERO

La segnaletica delle varianti equestri proposta tiene conto delle indicazioni sia del regolamento RET (Rete Escursionistica Toscana) che del manuale di segnatura ufficiale realizzato da AEVF.

Si auspica comunque un uso integrato dei cartelli segnaletici dell’Ippovia attraverso un protocollo da redigere tra l’Associazione Europea delle Vie Francigene, MiBACT e le Regioni interessate, finalizzato ad ottenere uniformità nella segnalazione dell’intero itinerario equestre nazionale.

Tra i cartelli ufficiali riconosciuti da AEVF ci sono anche quelli classificati come “cartelli direzionali”. Questi segnali, integrati con il logo del pellegrino e il simbolo della Via Francigena stilizzato, servono ad indicare, oltre alla semplice direzione da seguire, anche eventuali incroci con altri itinerari o aree monumentali e la tipologia di itinerario (pedonale, ciclistico, equestre e automobilistico).

Di seguito si propone la cartellonistica direzionale dedicata alla fruizione equestre, che, non appena avuta l’approvazione da parte dei singoli Comuni, potrà essere messa in opera a segnalazione delle sole varianti equestri.

La segnaletica direzionale che andrà posta in opera sarà a norma RET e sarà della tipologia definita “orizzontale” (segni bianco rossi rettangolari e circolari) e “verticale”, rappresentata dalla minifrecce direzionali riportanti il logo della IppoVia Francigena.

Logo Ippovia Francigena in Regione Toscana

Per la Regione Toscana è stato studiato ed elaborato un logo per la Francigena a cavallo che rappresenta un cavallo con cavaliere e la scritta “IppoVia Francigena”. Questo logo è di proprietà della Regione Toscana e potrà essere richiesto e concesso per finalità riconosciute affini al progetto Francigena a cavallo.

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Autorizzazioni e vincoli della segnaletica direzionale

Norme del Codice della strada: visto che l’apposizione della segnaletica è per la maggior parte rappresentata da semplici segnavia adesivi e/o in vernice e da minifrecce, che per dimensioni e per l’apposizione su strade e margine strada non di competenza pubblica, NON si ritiene necessario richiedere la conformità della segnaletica e l’ubicazione secondo le norme del codice della strada.

Autorizzazione paesaggistica: visto che gli interventi della cartellonistica direzionale della Via Francigena Toscana sono riconducibili a quelli indicati al punto A.19 dell’Allegato A del DPR 31/2017 (Interventi ed opere in aree vincolate esclusi dall’autorizzazione paesaggistica), NON è richiesta l’autorizzazione paesaggistica.

Le tipologie di segnaletica direzionale pensati per l’IppoVia della Francigena sono:

Mini-frecce segnavia

Le mini-frecce segnavia saranno poste nei luoghi dove la segnatura orizzontale non risulti sufficientemente chiara ed esaustiva o a rinforzo di quest’ultima. Le minifrecce saranno in forex con misure di cm 18 x 12 (spessore non meno di 1cm) a fondo bianco e punta rossa, riportanti il logo dell’IppoVia Francigena. Saranno fissate su pali in legno o di ferro (anche picchetti) o direttamente su muro o legati ad alberi.

Segnavia Adesivi

Sono un sistema molto pratico ed economico per segnare la direzione, sia lungo i percorsi extra- urbani che in quelli urbani. Data la loro dimensione e tipologia, non sussiste alcuna possibilità di confusione con la segnaletica stradale ufficiale e quindi vengono utilizzati da anni senza che sia

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stato sollevato alcun problema dalle autorità di pubblica sicurezza (vedi lungo la Via Francigena pedestre). Potranno essere apposti su diverse tipologie di supporto. Il materiale usato è PVC adesivo e saranno di DUE tipologie diverse:

1) Fascetta adesiva bianco-rossa

Questo segnavia è stato il più utilizzato lungo la Via Francigena pedestre. È stato studiato in particolare per essere installato sui pali standard della segnaletica stradale con diametro di 6 cm, ma può essere installato su qualunque supporto metallico asciutto, oppure su paletti di legno di piccola dimensione. Dimensioni: 20x8 cm.

2) Freccia adesiva tonda

Può essere utilizzata per indicare meglio i cambi di direzione in prossimità degli incroci, o come segnavia di conferma qualora le fascette siano troppo ingombranti. Se manca un supporto liscio e asciutto la si può attaccare sulle strisce adesive lunghe, ad esempio avvolte attorno a un palo di cemento o di legno. Dimensioni: diametro 6,5 cm

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Tipologie di strutture concepite per il ricovero dei cavalli a servizio dell’IppoVia Francigena Una razionale e moderna rete di percorsi a cavallo implica la realizzazione di strutture di supporto alla percorrenza atte alle nuove esigenze di ricovero del turista cavaliere. Queste necessitano di appropriate ricerche e modelli progettuali che ad oggi non si ritrovano facilmente in bibliografia, sia italiana che estera. Questa lacuna ha determinato negli anni lo sviluppo della pratica “fai da te” e il ricorso a tecniche costruttive e tipologie obsolete, non in grado di assolvere alle richieste del mercato ippoturistico. Non solo, ma la mancanza di modelli progettuali all’interno dei vari strumenti urbanistici dei singoli comuni, ha comportato lo stallo e il diniego alla possibilità costruttiva di vari imprenditori interessati allo sviluppo di questa forma di turismo.

In definitiva rendere la Francigena fruibile ai pellegrini a cavallo implica, oltre all’individuazione di infrastrutture idonee, anche la predisposizione di strutture di supporto per il ricovero notturno dei cavalli. Inoltre, dato che la Francigena attraversa molti borghi di alto interesse turistico, è necessario fare in modo che il pellegrino equestre possa visitarli a piedi, lasciando il proprio cavallo in strutture idonee alla sosta temporanea. In linea con quello che è il disciplinare Ippovie Toscane, i ricoveri per cavalli devono essere in grado di ospitare almeno 6 cavalli, in strutture quali box, poste e/o capanna con paddock. Il progetto di ricerca co-finanziato dalla Regione Toscana ha portato all’individuazione di due modelli progettuali di ricovero cavalli, con soluzioni che possano soddisfare le esigenze del turista equestre di oggi e che abbiano corrispondenza con la normativa vigente, sia in ambito costruttivo che igienico-sanitario. Queste strutture, realizzate preferibilmente con materiali e secondo tipologie tradizionali devono rispondere a criteri di corretto inserimento nel paesaggio e di riduzione dell’impatto ambientale, e sono:

1) strutture per il ricovero temporaneo: sono strutture (poste) da predisporre nei luoghi di sosta di maggiore interesse lungo la Francigena (es: borghi storici maggiori, monasteri, ecc.), ove poter sistemare i cavalli per poche ore e permettere ai cavalieri di fare un’attenta visita dei luoghi d’interesse;

2) strutture per il ricovero notturno: sono strutture (poste e poste-box) da predisporre nei punti tappa ove sia possibile il pernottamento di cavalli e cavalieri. Di seguito, è riportato un esempio di innovativa tipologia di posta/box per il ricovero cavalli con annesso rimessaggio

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mangimi e selleria. Si tratta di poste (max 8), che all’occorrenza possono divenire box (max 4).

Per il pernotto notturno si ricorda che la soluzione a box è da preferire sempre quando il numero dei cavalli lo consente, mentre la posta, è da scegliere solamente in caso di permanenza di poche ore. Questo perché i cavalli arrivano alla stazione di sosta in genere dopo una giornata di escursione e quindi è preferibile consentire sempre un minimo di deambulazione per facilitare un corretto defaticamento. Si consiglia dunque di non mettere subito il cavallo alla posta, ma di lasciarlo girare anche in una piccola area recintata appositamente predisposta nelle immediate vicinanze della struttura. Nella progettazione delle strutture tipo sono stati osservati i seguenti principi:

 basso impatto

 economicità

 semplicità di montaggio

 completo riuso della struttura

Aspetti funzionali e dimensionali

Le soluzioni presentate sono da ritenere progetti tipo, pensati per essere eseguiti in tutto il territorio nazionale, lasciando la progettazione esecutiva con i calcoli strutturali ai singoli casi specifici, che potranno prevedere anche delle piccole modifiche previste dai singoli regolamenti comunali. Laddove necessario, questa ricerca si propone anche di realizzare una sorta di linea guida per l’immissione di strutture per ricovero cavalli all’interno dei piani regolatori comunali, così da garantire la possibilità di realizzazione a coloro che si trovano lungo le altre Ippovie Toscane presenti in Regione. Le strutture sono state pensate seguendo i principi generali del Codice per la Tutela e la Gestione degli Equidi predisposto dal Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali. Il codice fornisce i criteri essenziali per la corretta gestione degli equidi, secondo la buona prassi e comportamenti etici, a tutela della salute e del benessere degli stessi.

Le strutture proposte sono completamente in legno.

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Strutture per il ricovero notturno

Si tratta di una tipologia di struttura da annettere a strutture ricettive per il ricovero dei cavalli già esistenti. Si tratta di un’innovativa tipologia di ricovero cavalli, pensata per soddisfare le diverse esigenze di ricovero degli animali. Difatti la struttura è versatile all’utilizzo di poste o di box, facendo semplici operazioni che richiedono pochi minuti. In questo modo si cerca di rimediare alle limitazioni del ricovero in posta, riguardo l’insofferenza di molti cavalli che non sono abituati o non tollerano il ricovero condizionato alla posta.

La struttura è in grado di ospitare fino a 8 cavalli in posta o 4 in box o diverse altre soluzioni miste (4+2, 6+1, 2+3). Il fabbricato è costituito da un’area predisposta a ricovero cavalli e da un locale attiguo adibito a deposito mangimi e selleria e, in casi di emergenza, anche a ricovero di pellegrini. Il modulo è dimensionato in modo che le poste siano disposte testa-testa e abbiano una larghezza minima netta di 147 cm e una lunghezza di 307 cm.

Il fabbricato deve essere dotato di illuminazione artificiale fissa o mobile al fine di garantire le operazioni di ispezione anche nelle ore notturne. Ogni posta deve essere servita da abbeveratoio e mangiatoia collocati negli angoli opposti all’apertura. L’acqua di approvvigionamento deve essere potabile. La porta del locale deposito deve essere predisposta con chiusura con lucchetto.

Strutture per il ricovero temporaneo

Questa tipologia di ricovero si basa su concetto della posta, ovvero un ricovero temporaneo fisso nel quale si possono alloggiare i cavalli separati l'uno dall'altro. Il fabbricato è a moduli e non

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presenta il vano deposito selle e mangimi. E’ consigliabile comunque prevedere una staccionata ove poter appoggiare le selle e i finimenti. Deve essere garantito un abbeveratoio cavalli con acqua potabile.

In entrambe le strutture devono essere presenti:

 campanella all’interno delle poste per legare i cavalli in maniera adeguata e sicura, preferibilmente con una corda munita di contrappeso in modo da tenere la stessa sempre tesa onde evitare incidenti;

 lavatoio da porre lungo le pareti perimetrali del fabbricato per lavaggio finimenti e raccordo con tubo d’acqua della lunghezza min. 4 m per pulizia cavallo;

 catenella da predisporre nella parte inferiore della posta (dietro il cavallo), atta a contenere e dare sicurezza a cavalli timorosi o nervosi alla posta.

Norme igienico sanitarie e concimaia

La materia inerente le norme igienico sanitarie, che si devono seguire in questo specifico caso di fabbricato ad uso saltuario per equini di passaggio, è alquanto complessa, in quanto i regolamenti Comunali di Igiene e i regolamenti urbanistici differiscono da Comune a Comune. Difatti, se è vero il fatto che si tratta di un fabbricato costruito per la custodia degli equini, e che in teoria dovrebbe ottemperare a quelle che sono le normative vigenti in fatto di polizia veterinaria, è anche vero che si tratta di un ricovero temporaneo, in cui a volte i cavalli vi permangono solo per poche ore.

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Questo, dalla nostra esperienza, ha portato a diverse interpretazioni da parte delle diverse ASL presenti sul territorio. Si ritiene che spesso potrebbero essere previste deroghe, anche in considerazione proprio della saltuarietà dell'utilizzo di tali strutture.

Per quel che riguarda la pavimentazione questa deve innanzitutto garantire la salubrità degli animali detenuti. La normativa impone una pavimentazione impermeabile per una completa disinfezione e lavaggio della stessa. Tuttavia, ribadendo il fatto che si tratta di strutture atte al ricovero temporaneo di cavalli in transito e che si prevede un utilizzo saltuario delle stesse in periodi non concentrati, potrebbero essere intraprese altre soluzioni progettuali.

Queste prevedono la realizzazione di platea con mattonelle di cemento autobloccanti o la predisposizione della sola terra nuda avendo premura di fare un fondo drenante con diversi strati di acciottolato. La soluzione comunque che abbiamo proposto prevede l’utilizzo di platea in calcestruzzo armato (in quanto, comunque, risulta la più richiesta). Altra considerazione, tutta da sviluppare, sarebbe quella sulla effettiva obbligatorietà della concimaia, nel senso che potrebbero essere intraprese altre strade alternative, che garantiscano sempre la possibilità di stoccaggio delle deiezioni, il rispetto della normativa, la possibilità di far maturare il letame, ecc.

Una soluzione potrebbe essere quella di prevedere la possibilità di temporanea raccolta delle deiezioni in appositi contenitori impermeabilizzati (tipo cassonetti), da svuotare poi in un'unica concimaia dislocata in un determinato luogo limitrofo alla stazione di sosta. In alternativa potrebbero anche essere usate fosse con telo di plastica, con lo svantaggio che vanno sostituiti ogni volta che si asporta il letame (si rompono con i mezzi).

Tuttavia si ricorda che la normativa inerente la concimaia è il Testo Unico delle Leggi Sanitarie RD 1263/34, da cui discendono i regolamenti comunali di igiene (RCI) che variano da un Comune all'altro. In teoria si dovrebbe quindi prevedere la realizzazione di una platea di calcestruzzo, incidendo molto sui costi totali di realizzazione e sull’impatto ambientale.

Per i requisiti della concimaia si deve far riferimento al D.P.G.R. 8 sett.2008, n°46/R. Infine comunque bisogna sempre prevedere l’uso del letame e pensare alle modalità di svuotamento.

Si ricorda che l'autorizzazione rimane appannaggio del Sindaco su parere favorevole dell'ASL.

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Altre normative da seguire sono quelle inerenti le distanze da seguire per il posizionamento (D.M.

81 del 9 aprile 2008 all’articolo 6 punto 6.5.5) e quella sul dimensionamento (DM n.19 del 1999).

Quest’ultimo specifica che il periodo di stoccaggio per le deiezioni pagliose ed i materiali solidi palabili (quali quelle degli equini) può essere limitato a 90 giorni. Facendo ciò si ha una maggiore compatibilità ambientale che può consentire, se necessario, sia la distribuzione invernale sui prati, sia il prolungamento dello stoccaggio direttamente a piè di campo.

Osservando da manuale i 3 m2 necessari a cavallo per un periodo di stoccaggio di 180 giorni, se rapportiamo lo stesso valore a 90 giorni la superficie necessaria diventa 1,5 m2/capo. Se consideriamo poi che al massimo si possono ipotizzare presenze di 2-3 giorni alla settimana corrispondenti a 35 giorni circa nell’arco dei 3 mesi di stoccaggio e che la stazione di sosta è utilizzata soprattutto per il ricovero notturno (10-12 ore al giorno) si può ulteriormente pensare ad una riduzione del 50%.

Quindi per una stazione di sosta con 8 cavalli il dimensionamento è pari a circa 3 m2 di forma rettangolare con altezza cordolo su tre lati di almeno 40 cm. Non è richiesto il pozzetto di raccolta delle urine in quanto queste sono totalmente assorbite dalla lettiera utilizzata (paglia, truciolo o altro).

Aspetti legati funzionali legati al ricovero dei pellegrini equestri

Le tipologie potenziali di ricovero pellegrini/cavalieri sono per la maggior parte agriturismi che spesso si trovano nelle vicinanze del ricovero cavalli. Uno degli aspetti da non trascurare è il fatto che i cavalieri mal volentieri lasciano i propri cavalli lontano da dove dormono e soprattutto in strutture che non siano maneggi, centri ippici o similari. Questo preclude il fatto che i ricoveri per cavalli realizzati per la sosta notturna viste in precedenza siano quanto più limitrofi alle strutture di ospitalità cavalieri. Trattandosi di agriturismi, i quali spesso mal volentieri affittano camere o appartamenti per una sola notte così come richiesto dal cavaliere pellegrino, è necessario trovare delle soluzioni.

Una delle soluzioni individuate è quella di ubicare la realizzazione di una struttura per il ricovero notturno in un’area demaniale che venga anche classificata come area campeggio e/o area sosta

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camper. Questo permetterebbe di mettere a disposizione dei cavalieri di passaggio un struttura quale tenda, roulotte e /o casa mobile per la sosta notturna.

Ai fini di legge, a seconda che si tratti di area a campeggio o sosta camper, sono necessari piccoli interventi strutturali volti a realizzare alcuni servizi quali bagno, fontanelle, scarico acque, ecc.

Questo potrebbe essere molto utile anche ai pellegrini a piedi e a cavallo che viaggiano in tenda, garantendo sempre la possibilità di fare sosta al punto tappa anche quando magari le strutture classiche per il ricovero siano al completo o indisponibili (ad es. chiusura stagionale).

Realizzazione della prima posta cavalli ufficiale lungo la Via Francigena

Il GESAAF, a seguito di una proficuo lavoro con la Provincia di Firenze, in particolare con l’ing.

Tosi, ha individuato un luogo idoneo alla realizzazione della prima struttura ricovero cavalli su progetto del Dipartimento (seguito dal dott. Bambi). La struttura è stata realizzata proprio sul percorso della Francigena (50 metri) in corrispondenza del maneggio “Centro Ippico Francigena”

nel Comune di Gambassi Terme.

Immagini relative alle fasi di realizzazione della struttura poste/box

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Immagini relativa alle “smontabilità” delle poste che diventano box in pochi minuti

Mappa del luogo dove è stata realizzata la struttura nel Comune di Gambassi loc. Luiano di Sotto

Strutture attualmente presenti lungo la Francigena dedicate alla sosta cavalli

Le analisi preliminari e i rilievi lungo il percorso hanno evidenziato che le potenziali strutture (in particolare maneggi e agriturismi) presenti lungo la Francigena finalizzate al ricovero cavalli sono numerose, anche se la maggior parte sono ad oggi inadeguate e/o non conformi al disciplinare Ippovie Toscane e agli standard europei. Spesso per l’adeguamento di queste realtà sono sufficienti piccoli interventi strutturali, mentre in altri casi è necessaria la predisposizione di nuove strutture,ma sempre di piccola entità (max 6-8 ricoveri). Come si può vedere dalle seguenti

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FERRARINI E., 1980 – Studi sulla vegetazione dell’Appennino settentrionale (dal Passo della Cisa al Passo delle Radici).. FERRARINI E., 1982 – Carta della vegetazione