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Il salernitano Orlando salva il Piacenza e ricorda i ragazzi del treno

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Academic year: 2022

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Il salernitano Orlando salva il Piacenza e ricorda i ragazzi del treno

Luca Orlando, attaccante salernitano in forza alla Pro Piacenza, conquista la permanenza in Lega Pro con la sua squadra, battendo 2-1 ieri ai playout l’Albinoleffe. Orlando nato nella cittadina campana ha militato nella Salernitana di Lombardi nella stagione 2009/10 dove collezionando appena otto presenze realizzò due gol in un annata sciagurata della Salernitana che terminò con la retrocessione. Da li Orlando ha poi militato nella Pro Vercelli, Paganese, Portogruaro, Aversa Normanna, Messina, Ischia per poi giungere al Pro Piacenza, ma l’attaccante non hai mai smesso di tifare per la squadra della sua città e la dimostrazione l’ha data ieri quando sotto la divisa emiliana aveva un eloquente messaggio alla tifoseria e al ricordo più brutto dei granata ovvero la tragedia del treno Piacenza Salerno. E Orlando postando la foto sulla sua pagina di facebook aggiunge un emozionante commento:

Giocare al “Garilli” per un salernitano – scrive Luca Orlando sulla sua bacheca– non può non rievocarti ogni qualvolta metti piede su quel rettangolo di gioco quel 24 maggio del 1999 ..

Chi era qui il giorno prima in quel Piacenza -Salernitana e chi invece come me seguiva da casa quella partita porterà’ per sempre dentro al cuore quei ragazzi , a prescindere se li conoscessi o no , perché incarnavano , incarnano ed incarneranno per sempre la passione e l’amore che un tifoso nutre per la propria squadra .. È’ forte il vostro ricordo ..

Ed oggi “festeggiare” un traguardo calcistico qui a Piacenza non posso non farlo in questo modo .

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A fuoco l’auto della figlia di Margaret Cittadino, candidata al Consiglio comunale

A fuoco l’auto della figlia di Margaret Cittadino, sindacalista della Cgil e candidata al Consiglio comunale con l a l i s t a ‘ S A L E R N O d i t u t t i ’ : I l f a t t o n e i p r e s s i dell’abitazione della donna, in via Luigi Angrisani. I carabinieri della compagnia diSALERNO sono arrivati sul posto mentre i vigili del fuoco stavano cercando di domare le fiamme. La vettura è stata parzialmente distrutta, con il vano motore e la parte anteriore dell’auto devastati dall’incendio.

I militari non escludono alcuna pista e stanno sentendo anche testimoni oltre alla Cittadino. ”Non siamo ancora in grado – dice, interpellata – di definire l’origine del rogo”. Secondo fonti investigative si ritiene che si tratti di un atto doloso, in quanto, nelle vicinanze, è stata ritrovata una bottiglia da un litro e mezzo con all’interno evidenti tracce di benzina. La vettura è stata posta sotto sequestro. I carabinieri non tralasciano alcuna pista e stanno visionando anche le immagini della zona.

Così ti controllo il voto. In

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giro circolano moduli

di Andrea Pellegrino

Si dice che in giro circolino dei modelli. Fogli sui quali scrivere nome, cognome, sezione in cui si vota, il gradimento sul candidato e una proiezione sui possibili voti.

Naturalmente con tanto di firma. Poi c’è anche un altro foglio – con una tabella – suddiviso in cognome, nome, scuola (sarebbe il seggio), sezione e numero di telefono. Un sondaggio interno che, però, ha tutto il sapore di un controllo del voto. In una città in cui il controllo del voto non è che sia così complesso. Si dice che gran parte dei candidati al Consiglio comunale utilizzino questa formula. Ed anche alla luce del sole. Tant’è che i fogli circolano anche all’interno di esercizi commerciali del centro. Voci di corso Vittorio Emanuele dicono che ad utilizzare questa prassi siano soprattutto i più anziani (elettoralmente parlando) alla ricerca di una rielezione.

Alla fine, se tutti dovessero accettare l’invito, il candidato avrebbe dalla sua un vero e proprio archivio consultabile ad urne aperte, per il consueto e classico riscontro voti e sezioni. Un archivio utile, tra l’altro, sia in caso di elezione che non.

Ma questa è solo una delle tecniche che gli esperti pare abbiano superato con il voto di genere. In pratica il gioco delle coppie, uomo donna, renderebbe facile il controllo del voto all’interno delle sezioni. E a denunciare ciò è Antonio Cammarota, candidato sindaco de “La nostra Libertà”: «Con le preferenze uomo – donna c’è un controllo militare del voto. Un fatto assurdo, una distorsione della democrazia. Io posso abbinare una preferenza uomo ad una donna e sapere esattamente se quel voto è apparso o meno in una determinata sezione». Tra l’altro, prosegue Cammarota: «Una stortura in un momento in cui lo Stato ha approvato le unioni civili. Che senso ha

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sostenere, dunque, un voto di genere su una scheda elettorale?». Ma ancora denuncia Cammarota: «Il controllo del voto in questa città avviene soprattutto da parte della maggioranza, ossia coloro che detengono il potere. Io assessore controllo te che sei della cooperativa sociale o quant’altro, questo è davvero assurdo».

Piazza di Siena: sul sabato romano la firma di Gianni Govoni e Luca Maria Moneta

Il Piccolo Gran Premio parla americano. Vittoria per lo statunitense Ward

Gianni Govoni va all’inseguimento ed è secondo con Antonio.

Neptune e Luca Maria Moneta volano oltre i due metri nell’

ultimo barrare della Sei Barriere Dal nostro inviato GIULIA IANNONE

Si è trattato della categoria a barrage con ostacoli da 1,50/1,55 con 58 binomi a partire, 22 dei quali hanno avuto accesso al barrage, tra cui anche il giovanissimo 17enne italiano Guido Franchi in sella al Sella italiano Quixotic DC ( 12 anni da Burggraaf) montando quasi con il coltello tra i denti “ Ho montato con più forza ed energia perché penso di rappresentare quest’anno con la mia equitazione tutti i giovani!” ha detto alla fine del primo giro quando ha saputo di essere entrato in barrage. C’erano parecchi specialisti della velocità , potremmo dire così, che avrebbero potuto dare la zampata finale nella lotta contro il cronometro: Eric Lamaze su Fine Lady 5, Kent Farrington su Creedance , Henrik

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Von Eckermann sull’inossidabile Gotha già sotto la sella del Kaizer Ludger, Elizabeth “Beezie” Madden su Cortes C’ – il cavallo per intenderci con cui ha preso parte l’americana alla finale a scambio del mondiale!- ed un cliente molto scomodo americano quale Mclain Ward su HH Carlos Z, questo castrone Zangescheide di 14 anni da Chellano. Poi in sordina, il nostro italiano che la stampa estera ha sempre definito “The master of faster” un tale Gianni Govoni specialista in sfide di ogni genere specie con il cronometro, su questo “Antonio” castrone di 11 anni da Oklund che ha il merito di averlo riportato dopo alcuni anni a piazza di siena dopo aver ottenuto il bronzo al campionato italiano , green card automatica per l’evento agonistico romano. Se il barrage di Ward è risultato a dir poco favoloso, tra girate, metri guadagnati ed il supporto a questo punto essenziale di un cavallo esperto quale è Carlos Z: 34,78 il tempo da battere. Quello che ha tentato, che ha raccolto il guanto di sfida è stato il nostro Gianni Covoni (nella foto di Marco Proli) con questo Antonio che sta cambiando sempre più forma, energia e stato d’animo divenendo sempre di più alleato di quello che fu uno dei talenti prediletti di Raimondo D’Inzeo. “ Antonio continua a crescere!

“ha detto Gianni quando lo abbiamo raggiunto al telefono” ha saltato bene un primo giro che da terra sembrava molto difficile. Invece sono venuti 22 zeri, quindi così non era!

c’erano però dei super cavalli e degli ottimi cavalieri, quindi è normale. Il barrage era veloce ma non con troppe alternative. Di pura velocità lo definirei. Credo di aver perso un po’ di tempo nei primi due salti. Avevo programmato una cosa al 2 ed al 3 che non sono riuscito a fare, poi invece il cavallo ha saltato benissimo, sono riuscito a riprendere la velocità e guadagnare, sono contentissimo così!” . E così Gianni ed Antonio fermano il cronometro a 36.40 dietro l’americano e davanti all’argentino Josè Maria La Rocca su Eliot DWS. Quarto l’altro italiano Luca Maria Moneta sul 15enne “Flying pony” Connery. Ma Gianni si è lasciato anche andare al telefono a quale altra confidenza post gara “ Mancavo da Piazza di Siena da 4 anni credo, ed il concorso è

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cambiato tanto. Non voglio dire se in bene o in male, ma ho trovato tanti cambiamenti tra i quali ad esempio il campo è più stretto, però l’atmosfera e la magia di questa competizione resta immutata nel tempo!” In merito alle aspettative sulla gara di oggi, ossia il Gran Premio Roma affrontato con questo cavallo che sta imparando in fretta”

Domani è domani!” ha esclamato subito, sentendo che sono 50 i binomi di alto livello che prendono parte alla gara importante della domenica “ sono rassicurato perché il cavallo ha saltato bene. Domani sarà un Gran Premio molto grosso ma il mio cavallo è molto in forma, sta saltando molto bene.” Gianni ci ha ricordato anche come ha trovato Antonio “Era montato da un amatore olandese dove saltava le 140, lo ha comprato il mio socio olandese. Dopo un mese che lo avevo in lavoro, ha già fatto bene Verona pur non facendo niente di eclatante, però avevo già buone sensazioni ed ha fatto Vermezzo ed un po’ di concorsi bene ed io ho creduto nel cavallo perché ha tantissime potenzialità. E’ un cavallo molto particolare. È caldo ed ha una gestione non facile a casa nel lavoro, mi piace molto.” Ed ha concluso dicendo” questo cavallo quando entra in campo è un genio”. La notizia importante è che finalmente anche Henk Nooren, presente a Roma nella giornata del venerdì, ha potuto vedere per la prima volta questo binomio che sta crescendo sempre di più e che con Piazza di Siena ha riavuto una vetrina di eccezione come meritava “ Ho parlato un po’ durante i primi giorni con il tecnico! Ma il cavallo non lo conosceva quindi non poteva dirmi più di tanto”! Quanto ad una ipotesi sul nome possibile da indicare quale vincitore del Gran Premio Roma, Gianni non si è potuto sbilanciare “Ma è tutto molto aperto! Ci sono dei super cavalli e cavalieri. In queste gare è difficile fare pronostici. Potrei dire 10 nomi ma non è facile”. E’ Luca Maria Moneta, su Neptune Brecourt a firmare la gara di ieri categoria sei barriere superando l’ostacolo posto a 2 metri di altezza. Una gara all’insegna del divertimento e della riconoscenza che sempre il cavaliere lombardo mette al primo posto nel suo rapporto con i suoi partner a 4 gambe. Da anni

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la sua monta è all’insegna della gentilezza e di un approccio etologico di condivisione e partecipazione emotiva alle gare.

Luca e Neptune hanno in curriculum altri risultati del genere:

quelli ottenuti nel 2015 nello CSIO di Lummen e nel CSI5*-W di Madrid, oltre al secondo posto centrato nella ‘sei barriere’

del CSI5*-W di Mechelen. Al secondo posto, si è classificato il toscano Matteo Cialdi che con Lindiamo ha commesso errore sui due metri; terzo Filippo Moyersoen con Loro Piana Bellami.

Superato il metro e 90, Moyersoen non ha affrontato il terzo barrage scegliendo di ritirarsi.

Antonio Zito in esclusiva a Cronache: «Salernitana, salviamoci: ci aspetta un grande futuro»

di Marco De Martino

SALERNO. Schietto, determinato, istrionico. Antonio Zito racchiude queste ed altre sfaccettature nella sua pittoresca personalità. Giunto a gennaio alla Salernitana, con cui ha firmato un contratto di tre anni e mezzo, Zito è stato tra i protagonisti della difficile rimonta che ha portato la compagine di Menichini a giocarsi la salvezza ai play out. Il centrocampista napoletano, nell’intervista esclusiva rilasciata al nostro quotidiano, ripercorre le tappe di questa intensa stagione tra aneddoti, battute ed interessanti prospettive future.

Nonostante i tuoi trascorsi in molte squadre divise della tifoseria granata da acerrima rivalità come Taranto, Juve

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Stabia ed Avellino, sei diventato subito un idolo dell’Arechi.

“Di questo ne sono felice, è stata un’altra risposta nella mia vita professionale. Dovunque sono stato in carriera sono stato apprezzato perché come sono nella vita così sono nel mio lavoro. Anche nel rapporto coi miei compagni sono o bianco o nero, non mi piace essere grigio”.

A metà stagione hai deciso di lasciare Avellino, che si trovava quasi in zona play off, per approdare dall’altra parte della barricata, in una squadra impelagata in una situazione molto difficile di classica. Cosa ti ha spinto a sposare il progetto Salernitana?

“A gennaio è nata subito questa trattativa, c’erano anche altre società, ma la Salernitana era in difficoltà e l’ho preferita proprio per questo. Non mi reputo un salvatore della patria, ma io alla mia terra ci tengo. E quando dico la mia terra non intendo solo Napoli dove sono nato e cresciuto, ma la Campania. Veniamo sempre giudicati male, dalle tifoserie avversarie ma anche dai nostri stessi compagni di squadra.

Spesso ho trovato colleghi che avevano paura di vivere la nostra realtà, poi quando riescono a conoscerla si ricredono”.

Cosa c’è stato alla base del tuo divorzio dall’Avellino?

“Sono stato operato dopo i play off per un ematoma alla coscia e non ho fatto il ritiro. Nonostante questo ho cominciato bene la stagione, partendo titolare a Salerno. Poi si sono incrinati i rapporti con la società irpina, la quale non ha mantenuto una parola sul contratto. Avevano deciso di non portare avanti questo discorso ed io, essendo una persona che mantiene la parola data, ho chiesto di andare via. L’Avellino ha ammesso l’errore fatto nei miei confronti, permettendomi di scegliere la destinazione”.

E la destinazione è stata Salerno, con la prospettiva di esordire proprio al Partenio contro la tua ex squadra…

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“Per venire subito a Salerno ho voluto accelerare i tempi, visto che era previsto che la trattativa si concludesse dopo il derby. Io invece ho spinto per disputare quella gara.

Queste partite maschie, calde mi piacciono. Sono le cose più belle del calcio”.

Saranno anche le cose belle del calcio, ma il clima attorno a te non era dei migliori. Sulla tua testa sono piovute bottigliette e fumogeni. Uno di questi l’hai anche fumato…

“E’ stata una risposta ad una provocazione. Se su quel colpo di testa la palla fosse finita in porta? Avrei esultato, poi però (sghignazza nda) sarebbe finita la partita perché si sarebbero buttati tutti in campo. Quello che ho fatto ad Avellino l’ho fatto col cuore. Ho dato il massimo e la gente l’ha riconosciuto, lo sa. Però per tante persone piccole è rimasto il mio passaggio alla Salernitana. E’ come nella vita, fai cento cose buone ed una cattiva e ti bollano. Alla fine resta scritto quello che abbiamo fatto quell’anno. Senza Antonio Zito l’Avellino i play off di B non li ha fatti e non li farà…”.

La tua grande popolarità è data anche dall’intensa attività sui social network. Ti senti un personaggio del web?

“Assolutamente no. Sono solo su Instagram, i profili aperti a mio nome su Facebook sono dei fake. Ho ancora la denuncia in macchina per quel post contro Salerno, ma ciò nonostante non sono stati ancora chiusi”.

Ad ogni modo il breve video girato durante Perugia-Pro Vercelli rimarrà negli annali…

“E cagg’ cumbinat’? (testuale nda) Ah, quando esclamai (frase irriportabile nda) dopo il gol dei piemontesi al 94’? Ma perché ho sbagliato lì? Se la Pro Vercelli non avesse vinto quella partita noi non avremmo fatto i play off”.

Magari avreste potuto raggiungere la salvezza diretta non

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buttando al vento punti ormai in cassaforte, vedi proprio Vercelli:

“La mentalità va creata subito in piazze come Salerno, altrimenti la stagione non la riprendi più. Ti faccio un esempio. A Castellammare, stagione 2013/2014, una cosa del genere l’ho fiutata il quinto giorno di ritiro. Avevo ed ho un ottimo rapporto con Braglia, ma dopo cinque giorni gli dissi

“Mister, io non la vedo buona ‘sta giocata”. Chiesi di andare via (passò alla Ternana nda), Juve Stabia retrocessa. A Vercelli, come pure in altre partite, sono capitati episodi che s’innescano in determinate situazioni. Non vale il discorso di aver giocato i minuti finali con cinque difensori, potevi anche giocare con tre difensori, con il senno di poi tutti sono bravi a trovare la medicina giusta”.

Ed allora cos’è che non è andato?

“Il problema di questa squadra è soltanto psicologico. I valori tecnici ci sono, chi l’ha costruita non è nato ieri.

Ovviamente si dovevano gettare delle basi che non sono state gettate, sia in estate che a gennaio. Gli errori, da parte di tutti, ci sono stati da luglio fino ad oggi. L’aspetto positivo è che ora ci siamo creati una possibilità che due mesi fa non avevamo. Possiamo disputare uno spareggio per salvarci, otto giornate fa se fosse finito il campionato saremmo retrocessi. E non dimentichiamoci che quando sono arrivato a gennaio eravamo penultimi. Le possibilità per tirarci fuori le abbiamo avute, ma se siamo arrivate quint’ultimi un problema c’è stato. Adesso è inutile guardare indietro, dobbiamo cercare di compattarci tutti. Mettere da parte tutte le palpitazioni di cuore avute in questa stagione, sia noi calciatori che i tifosi, e concentrarci per l’obiettivo”.

Qualche tifoso non è sicuro che tutti, nella Salernitana, abbiano avuto le palpitazioni in questo campionato:

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“Chi sta in campo soffre, il tifoso ancora di più perché la Salernitana la vive un giorno a settimana e vorrebbe sempre ricevere una gioia. Noi la viviamo giorno per giorno e lottiamo per regalare un risultato positivo a tutto l’ambiente. Non credo che, in qualsiasi altro lavoro, se le cose non vanno bene torni a casa sorridente. E’ come se l’uomo di casa andasse al lavoro ed alla fine della settimana non raccogliesse niente. Anche noi quando torniamo a casa siamo tristi e spesso, nostro malgrado, lo facciamo pesare alle nostre famiglie”.

Ed i datori di lavoro come stanno vivendo questa situazione?

“I presidenti sono delle persone che hanno dimostrato di voler bene alla Salernitana. Vincendo tre campionati, di cui due di seguito, la dirigenza ha dimostrato di voler far qualcosa di importante in questa piazza. La società ha sempre allestito le squadre nel modo giusto, poi è chiaro che non si può sempre vincere. Lotito usa il bastone e la carota, è diretto. Se ci sono delle cose che non vanno le dice in faccia. E’ il suo modo per farcele capire. E’ il nostro terzo occhio. Ha tutti gli interessi perché questa squadra possa salvarsi, e quando parlo di interessi intendo anche emotivi oltre che economici.

Ogni essere umano vuole vincere e non ha piacere di perdere.

Il tifoso salernitano deve apprezzare un presidente come il nostro che, a mio avviso, in Italia è tra i primi sei o sette che vogliono e sanno fare calcio ad alti livelli. E nel calcio non primeggia quasi mai chi spende di più ma chi ne capisce”.

Magari però proprio la presenza alle vostre spalle di Lotito ha spesso condizionato la classe arbitrale:

“Tutte le persone dirette possono dare fastidio. Noi come squadra effettivamente stiamo un po’ sui coglioni, ma ci dobbiamo tirare fuori da queste situazioni e dobbiamo vincere anche contro queste cose. Poi dall’anno prossimo vedremo come gettare le basi per vincere tutte le partite, naturalmente con una mentalità diversa. Però adesso dobbiamo stringere i denti

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e remare nella stessa direzione”.

Per guardare al futuro bisogna superare lo scoglio play out.

Lanciano o Livorno?

“Qualunque sia, non ci dev’essere proprio storia a livello caratteriale e mentale. I play off si possono giocare con più spensieratezza come ha fatto il Novara, mentre i play out si giocheranno con un po’ di paura in entrambe le squadre. La parola “paura” per noi non dovrà essere un limite, proprio perché non si deve sbagliare nulla e perché ogni errore può essere quello decisivo”.

Che idea ti sei fatto della vicenda Lanciano?

“Non l’ho seguita, è un argomento che non m’interessa. C’è una giustizia fatta apposta per decidere, faranno loro”.

In Abruzzo di parla di persecuzione ed anche qualche giornalista, come ad esempio Criscitiello di Sportitalia, dopo la squalifica di Ferrari per simulazione ha parlato di

“favoritismi alla Salernitana”:

“Di dov’è Criscitiello? Non sono scaramantico, però ‘sto giro una grattata me la faccio”.

Sta cominciando una nuova estate bollente per il calcio con l’ennesimo filone che si è aperto relativo alle gare truccate:

“Sono all’ordine del giorno ed è veramente uno schifo che esistano ancora situazioni del genere. E’ una cosa che ti segna per tutta la vita, è come se ti sporcassi la faccia per sempre. Io sono felice per come sono proprio perché torno a casa e posso guardare in faccia i miei figli”.

Come si sta preparando la Salernitana alla doppia decisiva sfida per restare in serie B?

“Innanzitutto gli obiettivi si raggiungono grazie a tanti grandi uomini che sono nello spogliatoio. Se ci sono mele

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marce rischi di buttare via tutto quello che hai costruito.

Stiamo facendo un lavoro mirato per giungere ai play out al meglio, anche perché siamo arrivati un po’ scarichi a livello di tensione nervosa. Siamo reduci da un periodo in cui abbiamo dovuto rincorrere e recuperare tanti punti senza avere grossi margini di errore e credo sia normale. I tifosi spero capiscano che non potevamo sbagliare niente perché se l’avessimo fatto rischiavamo di arrivare corti. In tanti dicono che dovevamo vincere con il Modena ma, io dico, e se avessimo perso? Quel punto sarebbe stato fatale”.

In quella occasione Menichini puntò il dito contro qualcuno a cui “tremarono le gambe”:

“Il mister l’ha fatto per spronare e non per buttare una croce sugli altri. Ha fatto un ottimo lavoro, così come Torrente.

Con lui contro il Brescia facemmo una grande partita, quando giocai da mezzala ed Oikonomidis esterno d’attacco nel suo 4-3-3. Io comunque sono sempre disposto ad adattarmi a come gioca meglio la squadra, anche se è inevitabile a questo punto affidarsi al 4-4-2”.

Credi sia questo lo spartito tattico migliore?

“Abbiamo fatto più punti, no? Il buono ed il cattivo l’abbiamo fatto dall’inizio alla fine, non è che l’arrivo di Menichini, di Gatto o di Zito abbia risolto d’un colpo i problemi.

Abbiamo cercato di migliorare, questo sì, creandoci una possibilità per rimediare al male che abbiamo fatto. Il Modena, ad esempio, non ci è riuscito così come il Livorno ed il Como, tutte piazze importanti ed esigenti”.

Esigenti quanto quella salernitana?

“I tifosi sono stati perfetti. Questa è una piazza spettacolare che mi è subito entrata nel cuore. Non do retta a coloro che parlano di rivalità. Mi fa piacere che mi apprezzino tanto, mi devono giudicare come calciatore ma anche come persona. Da parte mia non mancherà mai l’impegno. Se ci

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siamo creati questa possibilità dei play out è soprattutto grazie a loro. Se fossero stati diversi può darsi che eravamo già morti da tempo. Ricordo lo striscione della curva sud (“C’è chi si lega ad un presidente, chi ad un lieto fine, noi innamorati della maglia i conti li facciamo alla fine. Ultras”

nda) che ha colto in pieno il senso di questo finale di stagione. E’ un segno di grande maturità della città, non è

“dilettanti allo sbaraglio” come ad esempio accaduto a Livorno dove hanno aggredito un calciatore in un momento in cui potrebbero ancora sperare di rientrare nei giochi”.

La domanda del momento è anche quella più banale. La Salernitana si salverà?

“Si tenev’ ‘na pall’ ‘e vetr’ io già te l’er ‘itt. (testuale nda) Scherzi a parte, si dice “pensa in grande e sarai grande”. Dobbiamo pensare in positivo perché se ti piangi addosso sei destinato a perdere prima di cominciare. Cerchiamo di essere ottimisti e mettere in questi ultimi 180’ tutto quello che di buono abbiamo dentro. Dobbiamo compattarci e sparare tutto quello che abbiamo per restare in serie B. Tocca a noi, noi tutti, come città, come calciatori. C’è un futuro importante qui a Salerno, ci salveremo perché siamo una squadra buona, con dei valori”.

Se così fosse, come sei pronto a festeggiare? il tuo compagno Moro ha già detto che si esibirà di nuovo nella lirica:

“Davide canterà? Io allora ballerò…”.

Signori, questo è Antonio Zito.

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“Memorial Mautone”, tutto pronto per il calcio d’inizio della quarta edizione

Torna anche quest’anno quello che ormai è diventato l’appuntamento fisso per ricordare un ragazzo indimenticabile, scomparso troppo presto, Josè Mautone. I suoi ineguagliabili amici, anche quest’anno, tra mille sacrifici, hanno organizzato il Memorial di beach soccer, giunto ormai alla sua quarta edizione, a lui intitolato. Le iscrizioni delle squadre partecipanti, che potranno raggiungere un massimo di dieci componenti, procedono spedite e si concluderanno il prossimo 3 giugno. Le richieste stanno giungendo sia da Capaccio che dalle zone limitrofe, e anche stavolta comprenderanno i migliori talenti che potranno sfidarsi a colpi di gol e parate nello splendido scenario del lido “Cascata”. Dopo l’esordio della passata stagione, anche quest’anno verrà ricostruito il campo nel vero stile da beach soccer, con le tribunette che avranno di fronte ad esse, oltre al terreno di gioco, anche il meraviglioso scenario che riserva la costa cilentana. Oltre ai trofei, corredati da una buona pizza, per i primi tre classificati, ed ai consueti titoli di miglior portiere, miglior calciatore e capocannoniere, quest’anno verranno premiati dagli organizzatori anche l’autore del gol più bello e la squadra simpatia. Insomma, è tutto pronto per rivivere le emozioni del Memorial “Josè Mautone”. (m.d.m.)

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Fusandola, inchiesta sulla deviazione. La Procura nomina un consulente

di Andrea Pellegrino

La Procura di Salerno pare abbia aperto gli occhi anche sul Fusandola e sulla sua deviazione. Tant’è che ci sarebbe la richiesta di sopralluogo da parte di un Ctu. Una circostanza, questa, che se confermata potrebbe aprire un nuovo filone d’inchiesta su Piazza della Libertà, dopo quello sui rifiuti interrati, i crolli e la variante da 8 milioni di euro.

Inchiesta, quest’ultima, che vede coinvolto anche l’ex sindaco Vincenzo De Luca, oggi governatore della Campania. Insomma, se confermata la nomina di un ingegnere, al vaglio ci sarebbe una quarta inchiesta della Procura sul mega cantiere di Santa Teresa. E questa volta la vicenda sarebbe anche più complessa, perché riguarderebbe la contestata deviazione del torrente che fu triste protagonista dell’alluvione del 1954. L’annuncio è stato dato ieri mattina nel corso della conferenza stampa di Italia Nostra e No Crescent. Gli attivisti, nell’ambito delle nuove iniziative intraprese e da intraprendere a difesa dell’area di Santa Teresa, hanno annunciato anche l’imminente arrivo del tecnico incarico dalla Procura della Repubblica di Salerno sul cantiere della Piazza. Il tutto partirebbe da un loro esposto inoltrato tempo fa al Procuratore della Repubblica, al Noe e agli enti preposti. La preoccupazione riguardava proprio la deviazione del torrente Fusandola, compiuta proprio per far spazio alla piazza sul mare che accoglie il Crescent di Bofill. Diversi sono stati, infatti, gli esposti che Italia Nostra e No Crescent hanno, con tanto di reportage fotografici e relazioni tecniche, fornito all’autorità giudiziaria di Salerno che mantiene alta l’attenzione sul Pua di Santa Teresa.

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Salerno dice no al commercio della carne di cane e gatto in Asia

Il Comune di Salerno scende in campo per il benessere degli animali domestici: per dire no all’abbandono, per incentivare l’adozione nei canili e nei gattili, per sensibilizzare i bambini e le famiglie al rispetto per gli animali, per collaborare con le associazioni animaliste sul territorio e per ricordare ai proprietari di tenere pulito il marciapiede.

Ma il respiro del progetto diventa internazionale. E Salerno è ilprimo Comune al mondo a dire STOP al commercio di carne di cane e gatto in Asia tanto da utilizzare gli hashtag delle campagne internazionali di sensibilizzazione.

Facendosi capofila tra i Comuni italiani, Salerno si schiera per abolire un’abitudine crudele e illegale, che coinvolge milioni di animali domestici in Asia. Tra meno di un mese, il 21 giugno, in occasione del solstizio d’estate, in Cina come ogni anno, inizia a Yulin quello che è stato definito ‘Il festival della crudeltà’. In una settimana vengono acquistati a peso e poi barbaramente torturati, bolliti vivi o cotti alla griglia, tra indicibili sofferenze, almeno 10 mila cani e 5 mila gatti.

L’iniziativa di Salerno, prima al mondo, vuole essere l’inizio di una battaglia di civiltà, trasversale, delle diverse forze politiche italiane, che faccia da traino e da capofila agli altri Comuni della Penisola. E si muova su un doppio percorso:

di protezione degli animali domestici in Asia di stimolo ed incentivazione ai governi di Cina, Corea e Vietnam, alla promulgazione di leggi a tutela di cani e gatti.

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L’ Union Jack domina a Piazza di Siena

La squadra della Gran Bretagna di Di Lampard si conferma senza rivali per il secondo anno consecutivo in Coppa delle Nazioni. L’Italia parte bene ,ma, dopo un secondo round difficile, si attesta in ultima posizione con 24 penalità totali assieme alla Svezia.

Dal nostro inviato Giulia Iannone

(ROMA) La Gran Bretagna ci ha preso gusto a vincere a Roma e ripete anche quest’anno l’impresa dello scorso anno, ( ne ha in cantiere ben 11 di Coppe delle Nazioni vinte, ndr) sempre trainati e trascinati dai fratelli d’oro John e Michael Whitaker i cavalieri di esperienza e di tradizione e grande impatto sul pubblico, in sella rispettivamente a Ornellaia e Cassionato. Con loro Ben Maher in campo con lo stallone Tic Tac e la giovanissima Jessica Mendoza sul 15enne Spirit T. Il team d’oltreoceano è partito subito bene inanellando una bella sequenza di netti già al primo giro, l’unico più in difficoltà è stato Michael Whitaker su Cassionato, cavallo un po’

emoptivo messo in tensione dall’ovale romano, determinando uno score di 9 penalità. I britannici nel secondo giro hanno sofferto un po’ con Ben Maher che ha chiuso con 8 su Tic Tac e la giovanissima Jessica Mendoza con 4. Una squadra però sempre coesa, unita, piena di allure e di positività propria del mondo anglosassone, ha ripreso vigore con lo zero bellissimo e di piena gestione di Cassionato eseguito da Michael Whitaker:

il cavallo grigio invece di precipitare nello sconforto, si è lasciato guidare dal suo grande cavaliere ed ha saputo brillare sulle insidie. Tutto infine è stato tra le mani di John, il cavaliere “ The King” di altri tempi e di altra

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saggezza ed equilibrio morale ed interiore, semplicissimo e di grande umiltà a bordo campo sempre alla mano e gentilissimo. A lui era concesso di fare solo 0 o 4 altrimenti avrebbe determinato un barrage con Francia e Stati Uniti. Quando è entrato in campo, serio e fiero, si leggeva chiaramente nel binomio l’intenzione di fare zero. E’ venuto un clean round ponderatissimo che ha sciolto il pubblico non di casa in una ovazione e standing ovation, con l’immagine del cavaliere di Milton in esultanza quando all’ultimo ostacolo ha buttato via le redini ed ha stretto i pugni al cielo in segno di vittoria!

la Gran Bretagna ha svettato per prestazione data da una forza ed una determinazione come una vera squadra, con una Diane Lampard Chef de equipe sempre più nei guai in vista di Rio de Janeiro perché con un patrimonio di cavalieri top class scegliere i componenti a 5 cerchi sarà davvero impossibile! La squadra italiana partiva carica di buoni propositi, di buone prestazioni dei singoli componenti individuali, di tanta voglia e speranza di spezzare il sortilegio che ci impedisce di vincere questa gara dagli anni ’80. Si è tradotto però il tutto anche quest’anno con un Nulla di fatto. Secondi ex aequo si sono classificati gli USA di Kent Farrington, Solem Callan, laura Kraut, Mclain Ward e una Francia “stellare “ che schierava nell’occasione Simon Delestre, Kevin Staut, Penelope Leprevost, Roger Yves Bost con 12 penalità. Dietro di loro la Germania dei super cavalieri Marco Kutscher e Marcus Ehning con 14 penalità totali, Una “Olanda “ delle grandi occasioni poiché composta da Jeroen Dubbeldam ed il suo Zenith, Harrie Smolders, Jur Vrieling, Gerco Schroder che hanno chiuso con 20 con alcune sbavature di troppo , inaspettate per esempio nella seconda manche da uno Zenith che letteralmente precipita nella forma fino a riportare 16 penalità; il Canada di Eric Lamaze a 22 penalità, la Svezia a 24 penalità con una Malin Johnsson Baryard perfetta con doppio clean round, ed a pari 24 penalità, fanalino di coda la nostra Italia che nell’occasione schierava Emanuele Gaudiano su Caspar 232, recuperato per la gara dopo l’intervento alla clavicola in tempi davvero record, Lorenzo de Luca davvero costante e coerente nel suo approccio

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alla gara che ha chiuso con 4/4 su Ensor de Litrange, questo cavallo BWP figlio di Nabab de Reve che gli calza davvero a pennello, un Emilio Bicocchi molto concentrato, forse troppo carico di aspettative e di spinta emotiva per fare bene dopo il titolo italiano e la vittoria a Manheim, con Ares che non ha vissuto proprio bene emotivamente il percorso ideato dallo Chef de piste Uliano Vezzani, al quale ha confidato in conferenza stampa di aver capito che l’Holsteiner di 10 anni al primo giro ha fatto uno sforzo sul salto 3 e di lì per la sua troppa sensibilità se l’è presa un po’, mettendosi contro in maniera visibile nella seconda manche durante la quale ha riportato 16 penalità. Poi Piergiorgio Bucci su Casallo Z, cavallo bellissimo e fantastico da veder saltar per la sua bella tecnica sul salto, ha regalato anche lui come Gaudiano in apertura di Coppa un utile netto, non riconfermato ma anzi tramutato in un 8 in secondo round con un errore tecnico di cui si è preso la colpa in onestà il cavaliere abruzzese. Il giro ideato e disegnato da Uliano Vezzani era sicuramente selettivo e ben studiato con dei punti delicati che possiamo individuare – perché queste le trappole in cui maggiormente sono incappati i binomi!- nel numero 2 girata colosseo, numero 6 verticale tempio su blu, numero 8 A largo a salire, che sono stati i più errorati. Due piccoli escamotage coreografici che non erano delle semplici decorazioni, sono risultati fondamentali per creare delle traiettorie obbligate per i cavalieri. La decorazione verde a forma di cavallino, il laghetto in entrata- sotto il tabellone dello score- circondato da vasi di fiori, ed una staccionata di betulle in fondo sono stati posizionati così per evitare delle traiettorie troppo complicate ed azzardate per i cavalli all’insegna del benessere dell’atleta a 4 gambe. Scorrendo la classifica finale vediamo che sono stati solo quattro i doppi p e r c o r s i n e t t i , s i n t o m o d i c o s t a n z a , r e g o l a r i t à e concentrazione su entrambe le manches: John Whitaker con Ornellaia, l’americano McLain Ward con HH Azur, la francese Penelope Leprevost su Vagabod de la Pomme e la svedese Malin Baryard-Johnsson su H&M Cue Channa. Quanto alla ennesima

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mancata affermazione della squadra italiana, anche in conferenza stampa, si è parlato molto di mancanza di fortuna, di un “sortilegio” che tarda ad infrangersi a spezzare il meccanismo negativo che incastra i componenti. Credibile il pensiero della “Tuke” : sempre nello sport è quel quid pluris, quella scintilla che decide che è arrivato il momento della gloria. Ma la Dea Bendata temo, stia aspettando che tutto sia perfetto: manca sicuramente qualcosa alla prestazione equestre, all’amalgama del team, al labor limae dei cavalli, alla mentalità ed allo spirito dell’agone, alla coesione di squadra, il saper reggere alla pressione ed alle aspettative.

Non saprei dire, ma sicuramente una attenta indagine va fatta ancora. Lorenzo De Luca ha detto una frase molto bella in conferenza stampa : “ Non c’era in noi solo un tipo di paura : Quella di vincere!”

Estorsione, arrestato editore Ignazio Annunziata

L’editore Ignazio Annunziata è stato arrestato dai carabinieri del Nucleo operativo e radiomobile di Campobasso. Deve scontare una condanna definitiva a cinque anni di carcere per il reato di estorsione. I fatti in questione risalgono al 2010. L’imprenditore, di origini campane, è stato per molti anni la figura di riferimento del quotidiano ‘La Gazzetta del Molise’ e il Gazzettino di Salerno e fondatore di altre testate diffuse in passato sempre a livello regionale.

Annunziata, che è coinvolto anche nell’inchiesta sul cosiddetto Sistema Iorio (per la quale è in corso l’udienza preliminare), è stato prelevato dai militari a Vinchiaturo (Campobasso) e condotto in carcere a Campobasso.

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