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CHIESE ORTODOSSE

CHIESE ORTODOSSE

Per “Chiese ortodosse” (ChO) si intendono le Chiese autocefale e autonome di tradizione bizantina (Costantinopoli, Alessandria, Antiochia, Gerusalemme, Mosca, Serbia, Romania, Bulgaria, Cipro, Grecia, Polonia, Georgia, Cecoslovacchia, Finlandia) ora impegnate nel dialogo teologico con la Chiesa cattolica attraverso una Commissione mista, della quale tutte fanno parte. Usualmente, ma non correttamente, si chiamano pure ortodosse le antiche Chiese precalcedonesi (Sira, Armena, Copta e Etiopica). Tra di loro si constata una grande diversità per evoluzione storica e culturale, e per la situazione sociale e politica dei paesi in cui vivono. Alcune di queste Chiese sono in paesi a regime marxista (Patriarcato di Mosca, di Romania, di Bulgaria, di Serbia, ecc.) o sono minoranze in paesi a maggioranza non cristiana (Patriarcato di Antiochia, di Alessandria), o in diaspora (in Europa, Americhe, Australia). Ne consegue una notevole varietà nella stessa pratica della C., per possibilità, metodi e strumenti, pur conservando alcuni caratteri generali comuni che si rifanno alla più antica tradizione comune.

1.​​ Elementi generali comuni della C. ortodossa.​​ La C. è sempre stata un’attività importante della Chiesa. L’Oriente ha privilegiato piuttosto l’aspetto mistagogico, determinato dalla propria concreta evoluzione storica, con orientamenti pastorali talvolta imposti da avverse contingenze, ma più spesso scelti in base alla propria visione della vita cristiana.

a)​​ L’iniziazione cristiana​​ nelle ChO ha sempre mantenuto e mantiene la prassi di celebrare assieme, anche per i fanciulli e nello stesso tempo, i primi tre sacramenti (battesimo, cresima e eucaristia). Anche in Oriente si è presto divulgata la consuetudine di battezzare generalmente sin dalla prima età. Di conseguenza la C.

successiva a questa celebrazione ha assunto la funzione di spiegare l’avvenimento celebrato più che preparare alla sua celebrazione. Ne consegue una modalità di catechizzazione del tutto propria, in cui non è primario l’ascolto teorico, bensì l’agire pratico e la sua progressiva comprensione.

b) Questa​​ mistagogia,​​ quale introduzione al mistero, a cui si partecipa di fatto, ha quindi un carattere essenziale. Dopo la celebrazione dell’iniziazione cristiana, ogni domenica e in ogni celebrazione eucaristica anche i fanciulli possono essere portati a ricevere l’eucaristia. La partecipazione dell’intera famiglia, genitori e figli, piccoli e grandi, all’unica mensa del Signore, offre direttamente alle famiglie l’opportunità di introdurre i figli progressivamente alla vita di comunione e di comprensione del mistero cristiano. L’insegnamento che al tempo voluto sarà dato nelle scuole di catechismo dovrà tenere sempre presente questo orientamento fondamentale.

c)​​ La liturgia,​​ conseguentemente, è la vera introduzione al mistero cristiano e la scuola di formazione più valida. Si tratta della liturgia nel suo significato più ampio: celebrazione del mistero e di tutto ciò che ad essa è orientato: il​​ luogo sacro,​​ il tempio con la sua struttura (nartece, navata, iconostasi, santuario, Pantokratore) inteso come simbolo cosmico, trasfigurato dalla presenza delle icone in immagine del Regno; il​​ tempo sacro,​​ l’anno liturgico con la diversificata celebrazione dell’intera opera di salvezza apportata da Cristo attualizzata in ogni celebrazione. In questo contesto la celebrazione liturgica, dell’eucaristia e di ogni

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sacramento fa parte di un insieme che ha un aspetto fortemente cat.

esplicitato da quattro elementi: la lettura delle​​ Sacre Scritture, Viconografia,​​ particolarmente sviluppata e usata in oriente, e che è sempre un commento poetico delle Scritture e del mistero celebrato;

la​​ musica,​​ predominante e differenziata secondo le circostanze;​

Yomelia​​ che sintetizza i vari elementi e li orienta alla vita.

d)​​ L’insegnamento cat.,​​ come comunemente inteso, è praticato anche nelle ChO, certamente quale elemento importante ma secondario. È qui tuttavia che oggi si ha la maggiore varietà di prassi, determinata dalle diverse situazioni concrete, socio-politiche, in cui vivono le ChO. Gli elementi sopracitati sono generali e comuni a tutte, e per l’ortodossia essi costituiscono l’ideale per l’insegnamento cristiano, dovendo l’uomo nella sua

totalità essere introdotto nel Cristo e nella Chiesa tanto da essere totalmente deificato (pensiero e vita; anima, corpo e spirito).

Tuttavia questo ideale nella prassi pastorale spesso fa notare lacune che esigono un insegnamento dottrinale più specificato, che aiuti la comprensione di quanto si fa.

2.​​ Aspetti particolari dell’insegnamento cat.​​ Nelle diverse ChO questo insegnamento viene denominato in vario modo:​​ Katbèkésis​

(catechesi) in Grecia;​​ Invasatura crestina orthodoxà​

(insegnamento cristiano ortodosso) in Romania;​​ Catechism​​ nella Chiesa grecoortodossa in America.

Le situazioni, i modi e gli strumenti delle varie Chiese sono per questa prassi molto diversificate. Al proposito occorre avere presente la loro storia.

Le Chiese precalcedonesi, dopo il Concilio di Calcedonia (451), allorché contestarono la formulazione della definizione dogmatica di quel Concilio sulle due nature in Cristo, sono vissute ai margini dell’impero bizantino senza una comunione pratica con il grande corpo della Chiesa.

Le Chiese bizantine hanno avuto il loro centro unificante per l’evoluzione religiosa in Costantinopoli. Dopo la sua caduta in mano ai maomettani (1453) ognuna di esse si è sviluppata secondo le proprie possibilità e la propria cultura. In seguito i movimenti nazionalisti hanno prodotto l’ipertrofia dell’autonomia della Chiesa locale fino a stabilire l’autocefalia di quasi tutte le ChO degli stati indipendenti. Ciò ha provocato spesso contrapposizioni fra Luna e l’altra Chiesa, rendendo difficile una comunione pratica fra di esse, benché abbiano sempre conservato la piena comunione di fede e della disciplina fondamentale. Il dominio ottomano non ha certo facilitato la vita delle ChO, né l’attuale situazione di esse, la maggioranza in regimi marxisti, facilita la loro vita in comune o qualsiasi rinnovamento della prassi cat. La limitazione della libertà di insegnamento è uno dei danni maggiori che soffrono queste Chiese.

La sommaria descrizione di tre situazioni darà un’idea approssimativa delle varietà di possibilità e di realizzazioni dell’insegnamento cat. in queste Chiese.

a)​​ Romania.​​ Il regime marxista instaurato dalla fine della seconda guerra mondiale ha creato una situazione singolare in cui convivono l’insegnamento ufficiale marxista nelle scuole e nella società e, nello stesso tempo, l’esercizio del culto liturgico nell’ambito delle chiese. Ovviamente non è permesso alcun insegnamento religioso nelle scuole, né l’uso di alcun mezzo di comunicazione sociale pubblico, ma è permessa l’istruzione religiosa durante la celebrazione dei culti. Inoltre la Chiesa può gestire l’insegnamento teologico in due istituti teologici a livello universitario e diversi seminari maggiori. Gli insegnanti così come il clero in servizio pastorale sono pagati con il contributo dello Stato. Ne risulta una situazione estremamente complessa. La pratica religiosa mantiene un indice di partecipazione molto esteso nella popolazione mentre decresce il livello della formazione religiosa media del popolo, anche

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se la Chiesa ortodossa romena può vantare oggi il clero culturalmente meglio formato fra tutte le ChO.

Questa contraddizione si può spiegare tenendo presente alcuni elementi: la cultura ufficiale del paese marxista, un serpeggiante timore nei confronti delle autorità costituite, e soprattutto l’impossibilità di una C. sistematica e pubblica nelle varie fasce di età. Essa è praticamente proibita. L’istruzione religiosa può aver luogo soltanto durante i culti, e pertanto diventa sempre più generica e saltuaria. Non tutti e non sempre i fedeli partecipano alla predicazione nelle liturgie. La Chiesa cerca di venire incontro in qualche modo alla carenza con riunioni regolari del clero nei diversi decanati e con pubblicazioni. La Chiesa romena è la ChO nei paesi dell’Est che ha il maggior numero di pubblicazioni periodiche e specifiche. Ogni metropolita ha la propria rivista di cultura religiosa. Ma anche qui riappare il limite della loro divulgazione: la circolazione rimane circoscritta al clero e agli addetti dell’amministrazione ecclesiastica.

I canali di comunicazione con il popolo rimangono la​​ liturgia, la

​ predicazione​​ durante i culti, il​​ contatto​​ personale del sacerdote con i propri fedeli.

In appoggio l’Istituto biblico e missionario della Chiesa romena ha preparato diversi sussidi. Già nel 1952 ha pubblicato un testo di

“insegnamento della fede cristiana ortodossa” redatto sotto forma di domanda e risposta. Esaurito questo testo, una commissione ne ha rielaborato (1978) uno nuovo più articolato e completo, preferendo la forma di esposizione per argomento. Nella prefazione si dice chiaramente che la pubblicazione costituisce “un reale sussidio per l’orientamento dei sacerdoti per proporre la Parola di Dio”. Questo catechismo, perché di un catechismo si tratta, è offerto “al clero”

quale sussidio. Ovviamente può arrivare in mano ai laici, ed essere usato da chiunque. Lo stile è di proposito piano e espositivo con molti riferimenti biblici, patristici e liturgici.

Il piano di questo catechismo è il seguente: la la​​ parte presenta:

​ la fede cristiana ortodossa​​ (spiegazione del credo e dei sacramenti); la 2a​​ parte presenta​​ il culto​​ della ChO (la preghiera, il Padre Nostro, il ciclo quotidiano della preghiera, la liturgia eucaristica, la celebrazione dei sacramenti, la domenica e l’anno liturgico); la 3a​​ parte contiene elementi di​​ morale​​ (la salvezza, il decalogo, le beatitudini, le virtù, il peccato, i compiti del cristiano verso Dio, il prossimo, se stesso, la Chiesa, la famiglia, la patria e il mondo). Vi permane lo schema di fondo della C. antica. Più recentemente (1981) è stato pubblicato, sempre a Bucarest, un altro sussidio​​ Sulla fede ortodossa,​​ di Cleopa Ilie, con il metodo di domande e risposte. Il metropolita Nicolae Corneanu del Banat con un suo volume su​​ I fondamenti dell’insegnamento ortodosso​​ (Timisoara, 1981) ha voluto rispondere indirettamente all’aggressione intensa delle sette, che trovano sempre buon terreno particolarmente nei ceti meno formati religiosamente.

Lo sforzo cat. della Chiesa romena trova un limite oggettivo nella situazione politica nella quale vive.

b)​​ Grecia.​​ Finora non esiste un piano nazionale della ChO per la C. L’IR è assicurato dallo Stato nelle scuole di ogni ordine e grado fino alle medie superiori, mentre l’università di Stato ha anche la facoltà di teologia.

Fino al 1974 alcune organizzazioni laicali, ispirandosi ai metodi occidentali, avevano organizzato nelle parrocchie dei corsi di C. per varie categorie. Compromesse con il regime, hanno subito una forte crisi e sono quasi scomparse con la caduta dei colonnelli. Oggi la Chiesa nel suo insieme ancora non ha preso alcuna iniziativa in merito. Se in qualche parrocchia o diocesi si dà un insegnamento cat.

è per iniziativa di singoli sacerdoti o vescovi. L’IR nelle scuole,

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assicurato dallo Stato, usufruisce di una certa collaborazione della Chiesa, particolarmente per l’elaborazione dei programmi. Esso tuttavia è di esclusiva competenza del ministero dell’educazione. La Chiesa non può dire nulla nella nomina degli insegnanti, perciò comincia a preoccuparsi del problema, e​​ VApostolikt Diakonia​

(Servizio Apostolico) della Chiesa di Grecia ha preparato alcuni sussidi propri che offre agli insegnanti di religione come “aiuto per la C. ecclesiale”. I testi dell’IR nelle scuole di Stato -— si tratta solo degli ortodossi, perché gli altri gruppi religiosi, compresa la piccola minoranza cattolica, non hanno diritto a tale insegnamento — in genere sono ben redatti nel contesto della tradizione ortodossa e della cultura del paese.

Il programma dell’IR tra l’altro prevede: La Parola di Dio - mistero della creazione e della redenzione (I ginnasio); Il Popolo di Dio - storia della Chiesa (II ginnasio); Fede ortodossa e vita (III ginnasio); mentre nei tre anni di liceo si studia: Cristianesimo e storia (I liceo); Cristianesimo e mondo (II liceo); Etica cristiana (III liceo). Già dalle elementari tuttavia si inizia lo studio della religione con questa progressione: Antico Testamento (III elementare), Nuovo Testamento (IV elementare); Storia della Chiesa (V elementare);

Liturgia e C. (VI elementare). L’IR nella scuola, per quanto ben fatto, non si può dire che costituisca una vera C. In realtà anche in Grecia la C. è affidata alla liturgia e alla predicazione, con tutte le limitazioni che ciò comporta.

c)​​ Diaspora.​​ In diaspora, tra cristiani di diversa tradizione, cattolici e protestanti, vivono molte comunità ortodosse in Europa, negli USA, in Australia. Qui, pur mantenendo sostanzialmente la propria tradizione, queste ChO hanno acquisito metodi e strumenti cat.

di tipo occidentali. Esse assicurano la C. attraverso le “riunioni cat.”, o le “scuole domenicali”, o i gruppi per adulti. I loro catechismi ricalcano le esperienze metodologiche occidentali, adattate alle proprie esigenze.

La Chiesa greco-ortodossa in America ha curato vari catechismi per ragazzi, come quelli del metropolita Germanos Polyzoides (D. C. Divry, Ine. Publishers, New York) e per adulti, come​​ A New-Style Catechism on the Eastern Orthodox Faith for Adults​​ di G. Mastrantonis (St.

Louis, Missouri, 1977). Un gruppo di ortodossi di Francia, di origine russa e greca, con il coordinamento di Olivier Clément ha elaborato un catechismo per le famiglie:​​ Dieu est vivant​​ (Ceri, 1979). Sua caratteristica è quella di partire dalle grandi feste del Signore (natale, battesimo, trasfigurazione, croce e risurrezione, ascensione e Pentecoste). Attraverso questi momenti celebrativi, viene presentato il contenuto della fede ortodossa (dottrina, sacramenti, liturgia) con un metodo di presentazione misto: parte semplicemente espositiva e parte dialogata fra un anziano e un giovane.

Nei catechismi delle ChO della diaspora spesso si constata una compenetrazione fra la tradizione cat. orientale e le metodologie occidentali usate per la trasmissione della fede. Un tale incontro non può essere che fecondo.

Bibliografia

S. C.​​ Agourides,​​ Procès verbaux du deuxième Congrès de théologie orlbodoxe,​​ Athenes 1978;​​ Apostolikì Diakonia della Chiesa di Grecia,​​ Sussidi per la C. ecclesiale:​​ 1°​​ Dio è Padre.​​ 2°​​ La Verità come guida.​​ 3°​​ La vita nel mondo,​​ Atene, s.d. (in greco);​​ I.​​ Bria​​ (ed.),​​ Martyria - Mission. The Wilness of the Orthodox Churches Today,​​ Genève, World CounciI of Churches, 1980;​

Carte de Invitatura Crestina orthodoxà​​ (in romeno), Bucaresti, Istituto biblico e missionario della Chiesa ortodossa romena, 1978;

O.​​ Clément​​ (ed.),​​ Dieu est vivant. Caléchisme pour les familles,​​ Paris, Cerf, 1979;​​ Église Locale et Église Universelle,

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​ Genève, Les Éditions du Centre Orthodoxe Chambésy, 1981; A.​

Hamman​​ (ed.),​​ L’iniziazione cristiana. Testi patristici,​

Torino, Marietti, 1982; G.​​ Mastrantonis,​​ A New Style Catechism on the Eastern Orthodox Faith for Adults,​​ St. Louis, Missouri, The Logos Mission, 1977; G.​​ Nicozin,​​ The Sacramente of the Orthodox Church,​​ New York, Greek Orthodox Archidiocese of America, 1973.

Eleuterio Fortino

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