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LE REGIONI E L AUDIOVISIVO

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LE REGIONI

E L’AUDIOVISIVO

di FEDERICA D’URSO, IOLE MARIA GIANNATTASIO, BRUNO ZAMBARDINO

Da tempo si attendeva un intervento dello Stato

che riconoscesse esistenza, ruolo e funzioni del soggetto

“Film Commission” e dello strumento “Fondo regionale”

che hanno provocato nel settore cinematografico

e audiovisivo un processo di progressiva delocalizzazione delle produzioni. E all’inizio di quest’anno,

è stato approvato l’ultimo dei 18 decreti attuativi pubblicati in applicazione della Legge di sistema che ha riformato l’intero settore

La necessità di fare un punto sul ruolo delle Regioni nel settore audiovisivo è data non solo dall’ormai condivisa consapevolezza da parte del settore audiovisivo nazionale dell’importanza che enti e stru- menti territoriali ricoprono nella costruzione delle strategie imprenditoriali degli operatori, ma anche dal fatto che lo Stato ha di recente provveduto a regolamentare il ruolo delle Regioni in questo settore, emanando un apposito decreto ministeriale in attuazione delle previsioni già disposte dalla Legge di ri- forma n. 220/2016. Questo intervento assume una grande rilevanza simbolica, andando a mettere ordine in un ambito che, con grande vivacità ma con modalità e processi totalmente spontanei e scarsamente coordinati, ha contribuito in misura straordinaria alla profonda trasformazione che nell’ultimo decen- nio ha coinvolto i processi che fondano ogni segmento della filiera audiovisiva, e in particolare quello della produzione.

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DUE TIPOLOGIE DI OFFERTA

L’apporto offerto al settore cinematografico e audiovisivo da parte delle Regioni italiane è infatti da qualche anno un elemento consolidato che il produttore prende in considerazione nel momento in cui inizia a svilup- pare un nuovo progetto. Tale apporto si concretizza in due tipologie di offerta:

• l’opportunità di girare sul territorio regionale, con l’assistenza e il supporto della Film Commission locale;

• la possibilità di ottenere un sostegno economico concreto, nei territori dove sono disponibili specifici Fondi di sostegno alla produzione dell’opera o ad altre fasi della filiera.

Il fenomeno della nascita e diffusione nelle Regioni italiane di Film Commission (dal 2001) e di Fondi regio- nali (dal 2003) ha provocato nel settore cinematografico e audiovisivo un processo di progressiva delocaliz- zazione delle produzioni, che storicamente erano insediate quasi esclusivamente a Roma per quanto riguarda il settore cinematografico e a Milano per quanto riguarda il settore televisivo e quello della pubblicità. L’op- portunità di utilizzare location diverse, dislocate per l’intero Paese, con l’incentivo sia logistico che econo-

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LE FILM COMMISSION E I FONDI REGIONALI

La prima Film Commission regionale italiana è nata in Piemonte nel 2001.

Attualmente quasi tutte le Regioni sono dotate di una Film Commission.

L’obiettivo istituzionale tipico di questi soggetti è quello di offrire ser- vizi alle produzioni cinematografiche e audiovisive che scelgono il loro territorio come location. Questi servizi sono essenzialmente di natura logistica: scouting sul territorio, facilitazioni relative all’ospitalità, assi- stenza nelle procedure burocratiche, contatto con i professionisti pre- senti sul territorio.

A differenza di quanto accade negli altri paesi d’Europa e del mondo, spesso - ma non sempre - in Italia alle Film Commission viene anche af- fidata la gestione dei Fondi di sostegno economico messi a disposizio- ne dalla Regione di riferimento. Negli altri Paesi, al contrario, esistono dei soggetti separati dalle Film Commission che hanno la sola funzione specifica di gestire tali Fondi.

Un’altra peculiarità delle Film Commission italiane è l’eterogeneità del- la loro natura. Infatti differiscono fra loro da diversi punti di vista:

• la loro natura giuridica è variegata: in molti casi si tratta di Fonda- zioni a partecipazione totalmente pubblica oppure in parte pubblica e in parte privata; in altri casi si tratta di Associazioni, in altri casi di uffici regionali interni all’amministrazione.

• La competenza amministrativa a cui fanno riferimento è altrettanto variegata: in alcuni casi le Film Commission sono volute e sostenu- te dagli Assessorati alla Cultura e all’Identità Regionale, in altri casi dagli Assessorati al Turismo e alla Promozione del Territorio, in altri dagli Assessorati alle Attività Produttive, o alla Formazione.

Questo significa che gli obiettivi strategici per cui viene creata e soste- nuta una Film Commission possono essere diversi quanto sono diverse le ventuno Regioni e Province autonome italiane: essi possono variare in funzione delle caratteristiche e delle esigenze culturali, paesaggisti- che ed industriali di ciascun territorio. Ne deriva un panorama di sog- getti piuttosto articolato e diversificato a seconda del contesto in cui si collocano: ciò che accomuna tutte le Film Commission, in ogni caso, è che costituiscono il primo e principale interlocutore di riferimento per il produttore che decide di girare tutta o parte della sua opera su un de- terminato territorio.

Alcune Regioni italiane, accanto ai servizi offerti dalle Film Commis- sion, mettono a disposizione del settore audiovisivo anche dei Fondi di sostegno economico, costituiti nella maggioranza dei casi da contributi a fondo perduto destinati alle produzioni che scelgono come location quel territorio. Come accennato in precedenza, la maggioranza di que- sti Fondi sono gestiti dalle Film Commission regionali, ma in taluni casi hanno una gestione separata, affidata a enti appositamente istituiti op- pure direttamente dalla Regione.

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MOTIVAZIONI E DIMENSIONI DELL’INTERVENTO PUBBLICO REGIONALE

A differenza di quanto avviene per i fondi di sostegno nazionali e sovra- nazionali, mossi da una motivazione che ha a che fare con la valorizza- zione dell’opera audiovisiva in quanto prodotto culturale e frutto di un impegno obbligatorio dell’amministrazione pubblica nel sostegno al settore, i fondi regionali nascono da una volontà politica locale che a fronte di un investimento si aspetta di ottenere un ritorno che, di qual- siasi natura sia, deve giustificare l’investimento stesso.

A differenza dello Stato, le Regioni non sono tenute a investire nel setto- re audiovisivo: se lo fanno è perché ne traggono un vantaggio. Questo è il motivo per cui non tutte le regioni promuovono fondi specifici di so- stegno al settore, anche se quasi tutte ormai hanno una Film Commis- sion. Alcune Regioni hanno investito in fondi regionali per un periodo per poi decidere di ridimensionare e sospendere l’intervento, altre in- vece, alla luce dei risultati positivi dell’investimento, hanno deciso nel tempo di aumentarne il volume e di ampliarne l’area di azione.

Attualmente le Regioni italiane dotate di Fondi economici per il set- tore sono 14, incluse le Province Autonome di Trento e Bolzano; la di- sponibilità di risorse per i diversi strumenti è tuttavia molto variabile, oscillando dalle poche decine di migliaia di euro l’anno della Regione Val d’Aosta alle diverse decine di milioni di euro della Regione Lazio.

La consistenza complessiva del sostegno pubblico regionale a favore dell’audiovisivo ha visto importanti variazioni nel tempo, assestandosi comunque negli ultimi anni su una dotazione complessiva stimata (in assenza di dati ufficiali) fra i 40 e i 50 milioni l’anno.

Secondo i dati di settore pubblicati dalla DG Cinema del MiBACT, che fanno riferimento soltanto al segmento cinema, nel 2016 i Fondi regio- nali hanno contribuito alla composizione dei budget dei lungometraggi

LA RIFORMA

In questo articolato contesto, da più di un decennio si attende un intervento dello Stato che rico- nosca esistenza, ruolo e funzioni del soggetto “Film Commission”

e dello strumento “Fondo regio- nale”. L’opportunità di un simile intervento di sistematizzazione si rendeva ormai evidente anche in riferimento all’applicazione effettiva del titolo V della Costitu- zione italiana, riformato nel 2001, che inserisce la Cultura, nel cui ambito ricade il settore cinemato- grafico e - per estensione - quello audiovisivo, fra le materie di legi- slazione concorrente (art. 117). Ciò significa che in materia di cinema e audiovisivo, intesi come beni culturali e per questo meritevoli di sostegno pubblico, la potestà legislativa è “concorrente” fra Sta- to e Regioni: allo Stato è affidato il compito di determinare i principi fondamentali della legislazione in questa materia, mentre alle Regioni è affidato il potere di pro- mulgare Leggi di dettaglio che, oltre a rispettare i principi dettati a livello statale e ancora prima a li- vello comunitario e internaziona- le, sono applicate esclusivamente nell’ambito territoriale regionale.

All’inizio di quest’anno, secon- do quanto previsto dalla Legge n. 220/2016, è stato approvato il decreto del Ministro dei Beni e delle Attività Culturali n. 63 del 25 gennaio 2018, recante Disposi- zioni applicative in materia di Film Commission e indirizzi e parametri generali per la ge- stione di fondi di sostegno eco- nomico al settore audiovisivo, stanziati tramite le Regioni o Province autonome, in attua- zione di quanto previsto dall’art.

4 del testo normativo. Si tratta dell’ultimo dei 18 decreti attuativi

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QUANDO L’IMMAGINARIO SI TRASFORMA IN REALTÀ

Realizzato da Luce Cinecittà in collaborazione con l’associazione Italian Film Commissions e sotto il coordinamento delle Direzioni Generali Cinema e Turismo del MiBACT, il portale Italy for Movies è stato presentato dal Ministro Dario Franceschini nel corso della 74a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia il 31 agosto 2017, e da quel giorno è online, ricevendo, per il 2018, il mar- chio dell’Anno europeo del patrimonio culturale.

L’ambizione di Italy for Movies è quella di essere la prima tappa di produttori italiani e stranieri che vogliono entrare in contatto con le opportunità offerte dal nostro territorio per girare un film, docu- mentario o serie tv, fornendo strumenti informativi agilmente con- sultabili attraverso un motore di ricerca e rimandando, per appro- fondimenti, alle Film Commission territorialmente competenti e alle istituzioni che erogano fondi.

Il database delle “Location” presenti nel portale è in continuo aggiornamento. L’obiettivo è quello di mettere in rete quanto più possibile del nostro variegato patrimonio di strade, piazze, palaz- zi, chiese, monumenti e paesaggi naturali. Attualmente consta di circa 750 siti che coprono l’intero territorio nazionale. I produttori possono, navigando un motore di ricerca, scegliere, per ogni regio- ne e provincia, tra architetture e paesaggi, atmosfere e tra aspetto, epoca e stile del luogo ricercato.

Da qui, ma anche da una sezione specifica denominata “Incentivi”, è possibile conoscere le opportunità di finanziamento e facilities offerte da ciascun territorio e dalle film commission locali oltre

ai fondi nazionali e internazionali. Attualmente sono presenti sul portale 72 schede incentivi.

Ma Italy for Movies vuole arrivare anche agli appassionati, a colo- ro che amano viaggiare tra i luoghi dei film, o a quelli che restano seduti in sala fino allo scorrere dell’ultima riga dei titoli di coda cercando riferimenti ai luoghi visti in qualche fotogramma, o sem- plicemente a coloro che, incuriositi, vogliono sapere dove è stata girata la fiction guardata in tv o il film visto al cinema.

Navigando il portale è infatti possibile accedere ad originali e sug- gestivi itinerari tematici e conoscere, nella sezione “Mappa film &

game” (anche questa in continuo aggiornamento), i luoghi in cui sono stati girati e/o ambientati più di 200 film e 100 videogiochi. La Mappa film & game è arricchita con curiosità enogastronomiche, foto di scena, video di backstage, clip o trailer ufficiali, mappe e link ai portali turistici regionali o a quelli ufficiali dei luoghi toccati dalle riprese. La mappatura comprende dunque non solo le loca- tion cinematografiche ma anche, in coerenza con la nuova Legge Cinema, le serie tv, i documentari e, grazie alla collaborazione con IVIPRO - Italian Videogame Program, i videogiochi.

La sezione “News”, permette di rimanere aggiornati sulle novità in materia di nuovi incentivi, set sparsi per l’Italia, itinerari e ci- fre sul cineturismo. Attualmente ospita più di 50 news. Il tutto in doppia lingua.

WWW.ITALYFORMOVIES.IT

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IL PORTALE IN CIFRE

Se i primi mesi di vita di Italy for Movies sono stati dedicati alla messa a regime, ai contenuti, ai miglioramenti tecnici e visivi, il 2018 è l’anno del consolidamento. Senza tralasciare i continui ag- giornamenti di tutte le sezioni, il portale sarà operativo a tutti gli effetti grazie ad attività di promozione e comunicazione dell’inizia- tiva, soprattutto al di fuori dei confini nazionali, anche attraverso l’attivazione di newsletter e fan page sui social network, con una attenzione alle attività SEO, e in sinergia con le varie iniziative del MiBACT (Cammini d’Italia, Anno dei Borghi, Anno del Cibo Ita- liano). Si intende inoltre rafforzare collaborazioni con vari enti e istituzioni quali IVIPRO, 100 Stazioni, Giardini Italiani.

L’obiettivo è di rendere sistematico quello che è già accaduto per varie location venute alla ribalta grazie al cinema e alla televisione.

Si pensi alla Vigata del Commissario Montalbano, luogo che ha tre vite: la prima, autonoma, quella dei romanzi di Andrea Camilleri che l’ha generata; la seconda, quella dei luoghi in cui la sua fanta- sia di scrittore l’ha immaginata, che ruotano attorno alla propria infanzia a Porto Empedocle, nell’agrigentino; la terza, quella delle esigenze sceniche, che hanno messo Ragusa, Noto e dintorni, luo- ghi bellissimi ma fino a pochi anni fa lontani dalle rotte turistiche, sotto la lente di ingrandimento non solo dei milioni di italiani che continuano a guardare i nuovi episodi e le repliche in prima serata

Meyer e poi trasposta sullo schermo, divenne meta di fan in pel- legrinaggio sulle orme della storia d’amore tra Bella e il vampiro Edward per i quali erano pronti itinerari turistici studiati ad hoc.

Montepulciano, dove sono state girate le scene ambientate a Vol- terra, è da anni set privilegiato di diversi prodotti televisivi e cine- matografici (Carabinieri, I Medici, docu-fiction su Michelangelo e Leonardo): il risultato è che in 20 anni ha visto raddoppiare le presenze da 150mila a 300mila visitatori; il borgo in provincia di Siena è invaso ogni anno da 2 milioni di visitatori, in media 5.400 al giorno.

La visibilità di un film diviene la soluzione per risollevare o dare notorietà al territorio che lo ospita. A seguito del successo inter- nazionale di Chiamami col tuo nome di Luca Guadagnino, fresco di Oscar per la migliore sceneggiatura non originale, il portale tu- ristico di Crema, cittadina lombarda in provincia di Cremona, ha già ideato un doppio itinerario sulle orme dei protagonisti. C’è da scommettere che i luoghi del film, realizzato anche grazie al sup- porto della Lombardia Film Commission, diverranno presto meta di visitatori estasiati dalle atmosfere assolate e un po’ nostalgiche evocate dalla pellicola.

Attraverso Italy for Movies, dunque, ci si augura che la forza delle immagini, aiutata dalla tecnologia, permetta di recuperare i fasti

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NUOVA REGOLAMENTAZIONE DELLE FILM COMMISSION

In particolare l’art. 4 della Legge, dedicato al ruolo delle Regioni nella go- vernance del settore, ha costituito un risultato di rilevanza storica, atteso da molti anni da parte delle istituzioni coinvolte. Si tratta infatti della prima volta che un testo normativo interviene su questo tema, dispo- nendo il riconoscimento, da parte dello Stato, del ruolo e delle attività delle “Film Commission” (comma 3) e della possibilità, da parte di que- sto soggetto, di gestire eventuali Fondi Regionali di sostegno economi- co al settore (comma 5).

Inoltre e prima di tutto, la Legge cita le Film Commission anche all’art.

2, dedicato alle Definizioni. Al comma 2, lettera v) recita così: si defini- sce “Film Commission l’istituzione, riconosciuta da ciascuna regione o provincia autonoma, che persegue finalità di pubblico interesse nel comparto dell’industria del cinema e dell’audiovisivo e fornisce suppor- to e assistenza alle produzioni cinematografiche e audiovisive nazionali e internazionali e, a titolo gratuito, alle amministrazioni competenti nel settore del cinema e dell’audiovisivo nel territorio di riferimento”.

Il decreto del Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo del 25 gennaio 2018, redatto d’intesa con la Conferenza permanente dei rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano prevede alcuni dettagli relativi all’attuazione di queste disposizioni.

In primo luogo fornisce ulteriori specifiche, rispetto all’articolo del- la legge, relative alla qualificazione delle attività di pubblico interesse svolte dalle Film Commission, che in sintesi riguardano il sostegno allo sviluppo dell’industria audiovisiva locale in tutte le fasi della filiera:

dall’assistenza amministrativa alle imprese che realizzano produzioni sul territorio, al sostegno alle iniziative di promozione e di formazio- ne, dalla valorizzazione del territorio regionale e dell’identità culturale e linguistica attraverso il cinema e l’audiovisivo, alla collaborazione e assistenza alla Regione o Provincia autonoma di riferimento per la va- lorizzazione del patrimonio cinematografico e audiovisivo oltre che per l’attivazione di iniziative finalizzate al sostegno dell’imprenditoria del settore, anche attraverso convenzioni con il sistema bancario per favo- rire l’accesso al credito a tasso agevolato.

In questo modo viene formalizzato l’ambito minimo delle attività di soggetti il cui ruolo è ormai da almeno un decennio consolidato e im- prescindibile per il settore, ma che non era mai stato chiarito dal punto di vista istituzionale.

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IL COORDINAMENTO STATO REGIONI

Il decreto ministeriale prevede inoltre l’istituzione di un inedito organo presso la Direzione Generale Cinema: il Coordinamento nazionale delle Film Commission, a cui partecipano il Direttore generale Cinema (o un suo delegato) e, per ciascuna Regione o Provincia autonoma, un rappresentante della Film Commission, purché da essa prevista dall’or- dinamento regionale o provinciale, e un rappresentante di ciascuna Re- gione o Provincia autonoma che finanzi almeno una Film Commission.

L’istituzione di questo organo è probabilmente l’intervento più signifi- cativo e rilevante ai fini dell’auspicata collaborazione fra tutti i soggetti che a livello nazionale e regionale intervengono nel settore e ha come obiettivo proprio l’armonizzazione delle politiche e degli interventi at- tuati, oltre che una attività coerente e coordinata sia in merito al moni- toraggio dei risultati delle politiche attuate sia in merito alle attività di promozione dell’industria italiana all’estero.

NUOVA REGOLAMENTAZIONE DEI FONDI REGIONALI

Il decreto inoltre indica indirizzi e parametri a cui si devono attenere le Regioni o Province autonome che gestiscono ed erogano Fondi di sostegno al settore audiovisivo, anche nel caso in cui tale gestione sia affidata alle Film Commission o ad altri soggetti pubblici o privati. In particolare si invita alla coerenza di obiettivi e definizioni adottate dai bandi regionali o provinciali con quanto previsto dalla legge nazionale (in particolare dall’art. 2 dedicato proprio alle “Definizioni”). In altri termini si tratta di denominare le opere da sostenere, le fasi della filiera obiettivo d’intervento, le imprese e eventuali soggetti beneficiari, se e dove possibile, nello stesso modo in cui sono denominate nella norma- tiva statale, al fine di favorire la lettura, la comprensione e l’utilizzo degli strumenti disponibili da parte degli operatori. Con lo stesso obiettivo, si prevede la trasparenza dei bandi, la semplificazione e razionalizzazione delle procedure di accesso e utilizzo delle risorse e soprattutto la cer- tezza nei tempi di erogazione degli aiuti, tema particolarmente delicato e importante per favorire lo sviluppo di strategie imprenditoriali sane.

Il testo ribadisce, inoltre, l’invito al rispetto delle previsioni comunitarie in materia di limiti all’intensità degli aiuti: si tratta di un tema delicato e dirimente, a cui sia i fondi nazionali che quelli regionali o provincia- li devono fare riferimento, che riguarda la porzione massima di risorse economiche pubbliche che, cumulativamente, possono essere utiliz- zate ai fini della copertura del budget di produzione o distribuzione di un’opera audiovisiva.

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IL NUOVO SISTEMA

DEI CONTRIBUTI SELET TIVI

di FEDERICA D’URSO, IOLE MARIA GIANNATTASIO, MARIA GIUSEPPINA TROCCOLI, BRUNO ZAMBARDINO

La qualifica di interesse culturale non esiste più e i contributi selettivi sono erogati a fondo perduto e sono destinati prioritariamente alle opere

cinematografiche e in particolare alle opere prime e seconde, alle opere realizzate da giovani autori,

ai film difficili realizzati con modeste risorse finanziarie e alle opere di particolare qualità artistica,

nonché alle opere che siano sostenute e su cui convergano contributi di più aziende.

La nuova normativa che regola l’intervento pubblico a favore dell’audiovisivo ha mutato pro- fondamente le modalità di soste- gno al settore.

La principale novità è rappre- sentata dall’ampliamento della sfera di intervento a tutto l’au- diovisivo, con contributi non più finalizzati esclusivamente a film destinati prioritariamente alla sala cinematografica. Sono pre- viste, infatti, forme di sostegno sia diretto che indiretto anche alle opere destinate ad emitten- ti televisive, a piattaforme web, nonché ai videogiochi, secondo specifiche modalità e con i limiti indicati in vari decreti attuativi previsti dalla nuova legge 14 no- vembre 2016, n. 220, nonché ne- gli specifici bandi che verranno emanati annualmente.

A differenza del passato, il so- stegno pubblico al settore si esplica soprattutto attraverso forme di contributi automatici e di crediti di imposta, concessi fondamentalmente sulla base di requisiti oggettivi.

I contributi selettivi, che rappre- sentano una parte minoritaria del budget annuale, sono disciplinati

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produzione e la distribuzione nazionale e internazionale di opere cinema- tografiche e audiovisive» e sono destinati prioritariamente alle opere cinematografiche delle tipologie descritte nei paragrafi successivi.

La nuova modalità rappresenta una vera e propria rivoluzione delle prassi decennali previste in precedenza da tutte le normative che han- no regolamentato il sostegno selettivo che legava l’intervento pub- blico al riconoscimento dell’“interesse culturale” del film (“interesse culturale nazionale” prima del decreto legislativo n. 28 del 2004). Nel nuovo sistema, tale qualifica non esiste più e contributi sono attribuiti in relazione alla qualità artistica o al valore culturale dell’opera o del

secondo quanto definito e specificato nei bandi annuali. Sono pochis- simi i progetti che possono ricevere un contributo selettivo, in linea con la già citata volontà di sostenere il settore soprattutto attraverso forme di interventi non discrezionali.

Da ultimo si ricorda che un’altra modifica che ha forse destabilizza- to chi da anni era abituato a presentare richieste di riconoscimento dell’“interesse culturale” consiste nel fatto che non sono più previste le cosiddette audizioni, vale a dire l’incontro tra produttore e regista con la commissione valutatrice. Tale prassi non è, ovviamente, vieta- ta, e gli esperti, se lo ritenessero necessario, potrebbero convocare le

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CHE COSA SONO

I contributi selettivi giocano quindi un ruolo fondamentale per il ri- lancio della produzione con particolare riguardo al sostegno rivolto ai giovani autori e alle opere di elevata qualità artistica e culturale e con un elevato tasso di innovazione e sperimentazione.

Si tratta di una delle quattro “gambe” sulle quali si regge il nuovo si- stema di finanziamento, insieme ai crediti di imposta, ai contributi au- tomatici e ai contributi per la promozione. La legge primaria prevede espressamente che le risorse destinate ai contributi selettivi (e a quelli per la promozione) non siano inferiori ad una soglia fissata da un mi- nimo del 15 e un massimo del 18 per cento del fondo complessivo (art.

13 comma 5 della Legge). Per le attività riferite al 2017, il decreto an- nuale di riparto ha assegnato ai contributi selettivi 32 milioni di euro.

Tali contributi sono erogati a fondo perduto e sono destinati priorita- riamente alle opere cinematografiche e in particolare alle opere prime e seconde, alle opere realizzate da giovani autori, ai film difficili realiz- zati con modeste risorse finanziarie e alle opere di particolare qualità artistica, nonché alle opere che siano sostenute e su cui convergano contributi di più aziende.

Nell’ambito dei contributi selettivi la legge ha previsto anche una mi- nima quota di risorse da destinare alle sale cinematografiche indivi- duate prioritariamente tra quelle di nuova costituzione, tra le start-up e tra quelle che abbiano i requisiti delle micro imprese, con particola- re riferimento alle piccole sale cinematografiche ubicate in comuni al di sotto dei 15mila abitanti.

COME FUNZIONANO

I dettagli applicativi dei contributi selettivi sono indicati nel bando annuale emanato dalla DG Cinema. Nel 2017, in fase di prima applicazione, il bando pubblicato il 9 novembre, ha aperto due sessioni per la presentazione delle domande. A regime, a partire dal 2018, le sessioni sono tre, distribuite nel corso dell’anno. Il bando stabilisce qua- li siano i requisiti di ammissibilità dei soggetti beneficiari, le modalità di presentazione delle domande con i re- lativi allegati di natura amministrativa, tecnica e artistica, i criteri di valutazione dei progetti, il numero massimo di progetti finanziabili, l’importo massimo del singolo contributo assegnabile, le tipologie e i massimali di costo ammissibili, le modalità di erogazione del contributo e di rendicontazione delle spese, i tempi di realizzazione del progetto e i casi di revoca, riduzione o decadenza dal contributo. Allo scopo di garantire sostegno a tutte le fasi della filiera, i contributi selettivi sono divisi in diversi sottoschemi di aiuto dedicati a ciascun momento del ciclo di vita dell’opera, impostati su misura per le esigenze e gli obiettivi specifici di ogni stadio progettuale.

Sono quindi istituite 6 linee di intervento, che confluiscono in ciascuna delle 3 sessioni annuali:

• Scrittura sceneggiature

• Sviluppo e pre-produzione

• Produzione

• Distribuzione nazionale di film

• Distribuzione internazionale di film e opere televisive

• Esercizio cinematografico (in un bando apposito in via di pubblicazione)

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SCRITTURA SCENEGGIATURE

La linea di intervento senz’altro più innovativa rispetto al precedente sistema è proprio la prima, ossia quella dedicata alla scrittura di sceneggiature. È, infatti, l’unico caso in cui i beneficiari del sostegno non sono im- prese ma persone fisiche. Si apre quindi la possibilità per gli autori di accedere direttamente all’aiuto pub- blico, senza necessità di essere associati ad una società di produzione, in modo da poter finanziare il pro- prio investimento artistico nella scrittura di una sceneggiatura, sviluppandola autonomamente per poterla poi proporre a un produttore che si prenderà carico delle fasi successive. Non è, tuttavia, obbligatorio che la sceneggiatura si traduca in un’opera audiovisiva benché il potenziale di realizzazione sia un criterio di valu- tazione. Lo scopo dell’aiuto è infatti mirato a facilitare la sperimentazione ed esplorazione di nuove storie e linguaggi che stimolino la creatività nel settore, indipendentemente dalla trasposizione in opera audiovisiva di ciascuno dei progetti.

Per partecipare allo schema è sufficiente che almeno uno degli autori sia italiano o cittadino di un paese dello Spazio Economico Europeo, fiscalmente residente in Italia. Il sostegno è indirizzato alla scrittura di film lun- ghi, di opere televisive o web anch’esse di durata complessiva superiore a 52 minuti e ad opere solo per il web di durata anche inferiore. Per ognuna di queste tipologie è previsto uno specifico stanziamento di risorse. I progetti devono riguardare la scrittura di sceneggiature originali o rielaborazioni di opere preesistenti non audiovisive. Per poter richiedere il sostegno, è necessario presentare un soggetto e un trattamento e, se pre- sente, una prima stesura della sceneggiatura. Per le opere seriali è fondamentale anche un progetto di seria- lizzazione e per le opere di animazione lo storyboard e gli altri materiali grafici sono, naturalmente, essenziali.

Il contributo massimo è di 20mila euro - ridotto a 15mila per le opere corte per il web - e viene erogato in due fasi, la prima dopo la pubblicazione della graduatoria e la seconda dopo la consegna della sceneggiatura svi- luppata che deve avvenire entro 12 mesi dall’erogazione dell’acconto.

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SVILUPPO E PRE-PRODUZIONE

La linea di intervento per lo sviluppo e la pre-produzione è anch’essa destinata a film lunghi, a opere per la tv e a opere per le piattaforme di streaming e per le piattaforme di contenuti user-generated. Di nuovo, per ogni tipologia di opera c’è un’allocazione ad hoc di risorse. In questo caso, tuttavia, essendo le spese per la scrittura solo una parte delle spese eleggibili, insieme alle spese per la pre-produzione che includono le atti- vità di scouting, casting, ricerca di partner e finanziatori e così via, il beneficiario dell’aiuto è necessariamente una società di produzione. Il produttore deve essere indipendente (come definito dall’articolo 32 del Testo unico dei servizi di media audiovisivi e radiofonici 177/2005) e avere sede e residenza fiscale in Italia anche se ciò non preclude un assetto produttivo che includa società non italiane. Anzi, le coproduzioni internazionali sono un elemento di valutazione positiva, rientrando tra gli obiettivi generali del fondo. L’altro obiettivo ri- corrente, sebbene declinato in forme diverse, è favorire le pari opportunità di genere, quindi la regia femmini- le è un altro elemento positivo di valutazione. In ciascuna dotazione per tipologia di opera, inoltre, una quota di sostegno è riservata alle reti di impresa e a imprese di nuova costituzione.

Sia in questo caso sia nel caso della scrittura di sceneggiature, come è ovvio, il progetto è in una fase pre- cedente all’inizio della produzione, quindi non deve essere stata presentata la richiesta di riconoscimento della nazionalità italiana che avviene a ridosso delle riprese e, più precisamente, entro un giorno prima dall’inizio della lavorazione.

Per accedere a questa misura i materiali da presentare sono chiaramente più ricchi rispetto alla linea per la scrittura e includono tutta la documentazione relativa alla contrattualistica per l’acquisizione dei diritti e per gli autori e professionisti già ingaggiati, le strategie di sviluppo e potenzialità di produzione e distribuzione dell’opera, il budget e il piano finanziario di sviluppo e i dati relativi alle tipiche attività di pre-produzione.

Il sostegno non può superare il 60% del costo ammissibile e varia da 30mila a 100mila in base alla tipo- logia di opera.

Anche in questo caso l’erogazione del sostegno avviene in due fasi, una successiva alla pubblicazione dei ri- sultati e una a distanza di un anno dall’acconto, termine entro il quale deve essere presentato il consuntivo delle spese e del piano finanziario e dimostrato il possesso dei requisiti per il riconoscimento della naziona- lità italiana dell’opera.

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PRODUZIONE

La linea di intervento più corposa in termini di risorse finanziarie è quel- la destinata alla produzione. Il fondo per la produzione è suddiviso in 5 sotto-linee, ognuna con il proprio budget:

• Film lunghi di giovani autori, ossia regista e almeno un’altra figura au- toriale che abbiano meno di 35 anni di età al momento della scadenza del bando

• Film lunghi di registi all’opera prima o seconda

• Documentari e cortometraggi (di durate uguale o inferiore a 52 minu- ti) destinati al cinema, alla tv o alle piattaforme di streaming

• Opere di animazione destinate al cinema, alla tv o alle piattaforme di streaming

• Film lunghi di particolare qualità artistica e film difficili con risorse finanziarie modeste

Anche in questa misura, per ogni sotto-linea una riserva della dotazio- ne è destinata alle reti di impresa e alle imprese di nuova costituzione.

Inoltre, le opere in coproduzione internazionale e le opere dirette da donne o con maggioranza di autrici donne ottengono punteggi automa- tici che, sommati ai punteggi assegnati discrezionalmente dagli esperti sulla base della tabella dei criteri di valutazione, spingono in alto nella graduatoria il progetto in esame. In particolare, per le coproduzioni, vale la pena segnalare che le coproduzioni con paesi non rientranti nel- lo Spazio Economico Europeo, comportano un punteggio superiore. In ogni caso, i criteri di valutazione, indicati nella tabella allegata al bando, prevedono non solo un punteggio minimo complessivo per accedere al contributo ma anche che una parte di questo derivi dal punteggio gene- rato dalla qualità e originalità della sceneggiatura, dalla visione del regi- sta e dalla qualità del contributo del cast artistico e tecnico dell’opera.

I requisiti di ammissibilità per le società di produzione sono gli stessi previsti per la linea sostegno per lo sviluppo e la pre-produzione mentre si aggiungono altri dettagli per quanto riguarda i requisiti di ammissibi- lità per le opere. In generale, il budget massimo di produzione delle ope- re di finzione non deve superare i 4 milioni di euro, che possono arrivare a 10 milioni in caso di coproduzioni internazionali, sempre rispettando il vincolo dei 4 milioni per la quota italiana. Il budget dei documentari non deve superare 1 milione di euro e quello dei cortometraggi 200mila.

I film difficili con risorse finanziarie modeste non possono superare il budget di 1,5 milioni. Inoltre, nel caso di opere prime o seconde o di gio- vani autori, i costi sopra la linea - che includono la regia, la scrittura e gli attori principali - non possono pesare più del 25% sul budget totale.

Per i film di particolare qualità artistica, il valore del sopra la linea può arrivare invece al 30% del budget totale.

Naturalmente, nella documentazione necessaria per presentare la ri- chiesta di contributo è prevista una stesura avanzata della sceneggiatura e dei vari materiali artistici, oltre a budget di produzione, piano finanzia- rio, piano di lavorazione e tutti i dati relativi alla produzione.

Il contributo non può superare il 60% del budget complessivo o della quota italiana in caso di coproduzioni e ciascuna sotto-linea prevede dei tetti massimi in valori assoluti.

Il sostegno alla produzione è erogato in tre stadi, il primo entro un anno dalla pubblicazione dei risultati, dopo la presentazione delle coperture finanziarie del budget, il secondo al termine delle riprese e il terzo dopo la presentazione della richiesta definitiva che deve avvenire entro due anni - elevati a 3 per le opere di animazione - dall’erogazione del primo acconto. Alla richiesta finale è necessario allegare un contratto di distri- buzione in sala per i film o di sfruttamento attraverso emittenti o piatta- forme web per le altre opere audiovisive.

Il contributo deve essere speso sul territorio italiano, ossia pagando soggetti fiscalmente residenti in Italia o realizzando le riprese, la pre o la post-produzione in Italia per un importo equivalente al contri- buto ricevuto.

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DISTRIBUZIONE NAZIONALE E INTERNAZIONALE

Un’altra linea di intervento completamente nuova è quella per la distribuzione che è suddivisa in distribuzio- ne nazionale e distribuzione internazionale. Quella nazionale è l’unica destinata solamente ai film, essendo dedicata alla distribuzione in sala. Le opere la cui distribuzione è ammissibile sono quelle di proprietà di pro- duttori indipendenti e che rientrino in una delle seguenti categorie:

• opera prima o seconda

• opera di giovani autori

• film difficile realizzato con risorse finanziarie modeste

• film di particolare qualità artistica

• documentario

• cortometraggio

• opera di animazione

Anche questa misura prevede una riserva nella dotazione complessiva destinata alle reti di impresa e alle impre- se di nuova costituzione ma non ci sono ulteriori suddivisioni del plafond per le specifiche categorie di opere.

I criteri sulla base dei quali i progetti di distribuzione sono valutati si fondano sia sulla qualità dell’opera da diffondere sia sulla innovatività della strategia promozionale, del modello distributivo e della capacità di rag- giungere il pubblico. Il periodo di uscita in sala, inoltre, garantisce dei punteggi automatici che sono massimi se l’uscita è compresa nel periodo estivo e sono invece ridotti se l’uscità è compresa nelle periodi intermedi tra le festività natalizie e l’estate. Nessun punteggio è assegnato per le uscite nelle settimane calde del periodo natalizio. Quest’ultima previsione è i linea con il sistema complessivo di sostegno alla distribuzione che si articola anche nel tax credit e negli aiuti automatici, in cui l’uscita in sala nei periodo estivo, considerato di bassa stagione per il cinema, è incoraggiata con premialità di varia natura.

La strutturazione del sistema di intervento in fasi consecutive, ovviamente, preclude che lo stesso progetto sia presentato nella stessa sessione per più linee, fermo restando che nulla vieta che si presenti il progetto di- rettamente per la fase finale. Nel caso che la stessa opera venga presentata in fasi consecutive nelle specifiche linee di intervento, il sostegno eventualmente ricevuto nella fase precedente e le spese ad esso riferite sono scalati dai costi ammissibili per la fase successiva.

La linea destinata alla distribuzione internazionale di film e opere televisive è, insieme ai nuovi bandi 2018 - al momento di consegna dell’articolo - in fase di rielaborazione, come è ancora in via di pubblicazione il bando per l’esercizio, quindi si rimanda ad una fase successiva l’analisi di questi meccanismi che completano il mul- tiforme sistema di aiuti selettivi che a loro volta si combinano con gli altri modelli di sostegno messi in piedi dalla nuova legge.

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PRIMI RISCONTRI

In attesa di conoscere i primi vincitori dei bandi lanciati alla fine del 2017 che al momento della consegna di questo articolo non sono an- cora noti, vale la pena analizzare l’entità delle richieste arrivate e che rappresentano una cartina di tornasole dell’ interesse e dell’esigenza da parte del mercato. Probabilmente sia per via della lunga attesa per l’attuazione di questa misura, sia per l’allargamento a soggetti e opere diversi, la quantità di richieste presentate nelle due ravvicinate sessioni di fine 2017 ha raggiunto oltre 1.000 domande.

Il dato più sorprendente riguarda le domande per la scrittura di sceneg- giature, quelle aperte per la prima volta agli autori stessi senza necessità di una società di produzione già associata al progetto. Oltre la metà delle domande totali, infatti, riguardano le richieste di sostegno alla scrittura, segno di un’esigenza fortemente avvertita dal settore e di un notevole investimento creativo in attesa di venire alla luce.

La seconda linea di intervento per numero di domande presentate è quella per la produzione. In questo caso, non è solo l’aspettativa per il nuovo bando, durata circa un anno dall’ultimo ancora sotto il vecchio sistema, ma probabilmente anche l’apertura a opere non destinate prin- cipalmente alla sala che ha favorito il grande numero di richieste.

Decisamente inferiore rispetto alla linea dedicata alla scrittura, benché ingente, la quantità di richieste arrivate per il sostegno allo sviluppo e pre-produzione. Infine, le linee dedicate alla distribuzione sono quelle per le quali sono arrivati numeri più bassi di richieste, sebbene ragguar- devoli considerata la totale novità dello schema.

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LA SFIDA DELLA LEGGE CINEMA AL MONDO DELLE SALE

di FEDERICA D’URSO, IOLE MARIA GIANNATTASIO, BRUNO ZAMBARDINO*

Dal combinato disposto del Piano straordinario e delle misure fiscali a favore del potenziamento delle sale sul territorio nazionale - ben 46 milioni di euro solo per l’annualità 2017 - si attendono effetti decisivi per modernizzare un buon numero di strutture, creando le condizioni favorevoli per aumentare il flusso di pubblico e soprattutto far tornare in sala fasce di popolazione ormai disaffezionate.

* con la collaborazione di Azzurra Teoli

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Le risorse stanziate dalla DG Cinema a favore delle sale (anno 2017)

LINEE DI INTERVENTO PER LE SALE

Tax credit per le strutture

16 M€

Premi d’essai

5 M€

Tax credit per le programmazione

30 M€

Fondi selettivi piccole sale

960 K€

Piano

straordinario

30 M€

Fondi Cipe

2 M€

Questa è una fase storica particolarmente delicata per il mondo dell’e- sercizio, che deve fare i conti con uno scenario in forte evoluzione in cui le modalità di fruizione dei film – soprattutto per alcune fasce di età - si diversificano e puntano sempre di più verso piattaforme distributive on line, e in cui si assiste ad un progressivo spostamento degli investimenti verso la serialità televisiva.

Lo confermano i dati non incoraggianti sul versante degli incassi e delle presenze, soprattutto del cinema italiano, che ha visto nel 2017 un calo di ingressi in sala del 12,38% rispetto al 2016 (92,3 milioni anziché 105,3) e una riduzione dell’11,63% al box office (584,8 milioni di euro nel 2017 invece dei 661,8 milioni del 2016).

È in questo contesto che i primi provvedimenti previsti dalla Legge Franceschini per risollevare le sorti del comparto entrano in una fase operativa.

Può essere utile allora offrire un quadro dei diversi interventi previsti a sostegno dell’esercizio cinematografico, con un focus sul Piano straor- dinario per il potenziamento del circuito delle sale cinematografiche e polifunzionali previsto dall’articolo 28 della legge n. 220 del 2016, per cui sono stanziati 30 milioni di euro per l’anno 2017.

Buona parte delle risorse sono erogate tramite lo strumento del credito

d’imposta, che può contare su 16 milioni di euro riservati agli investi- menti per l’adeguamento strutturale e tecnologico, cui si aggiungono 30 milioni destinati al potenziamento dell’offerta cinematografica, con particolare attenzione alla programmazione di film italiani ed europei, alle proiezioni nel periodo estivo e in sale d’essai o ubicate in piccoli comuni. Ulteriori 5 milioni riguardano i premi d’essai, che consistono nell’attribuzione di contributi alle sale di qualità sulla base del volume di film d’essai proiettati, sia lungometraggi che cortometraggi.

Sono previsti ulteriori interventi di minor importo ma altrettanto rile- vanti dal punto di vista delle finalità. Tra questi un fondo “una tantum”

per le piccole sale, che attinge ad una dotazione extra rispetto alla Legge Cinema grazie a fondi CIPE non ancora utilizzati e che verranno impie- gati per investimenti tecnologici legati alla digitalizzazione degli im- pianti, come ad esempio i sistemi per migliorare l’accessibilità delle sale da parte di persone con disabilità sensoriale e cognitiva.

Poco meno di un milione è infine destinato alle piccole sale per attività di diffusione della cultura cinematografica; tali sale sono caratterizzate dal radicamento sul territorio di riferimento e dal coinvolgimento del pubblico giovanile; sono incoraggiate anche particolari iniziative tese a favorire l’intrattenimento culturale di persone con disabilità o l’inse- rimento culturale e sociale di soggetti con problemi di emarginazione, nonché strategie di multi-programmazione. La linea di finanziamento appena descritta non è ancora stata resa operativa.

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IL PIANO STRAORDINARIO

Il primo provvedimento già esecutivo è il Piano straordinario per il po- tenziamento delle sale cinematografiche e polivalenti.

Entrato in vigore il 12 ottobre 2017,1 dispone di una dotazione comples- siva di 120 milioni di euro in 5 anni, di cui 30 milioni per gli anni 2017, 2018 e 2019 e altri 30 per i due anni successivi (20 per il 2020 e 10 per il 2021).

Si tratta di contributi a fondo perduto distribuiti su quattro linee di intervento. Le risorse sono indirizzate in modo prioritario (50%) a la- vori di riattivazione di sale chiuse o dismesse e di creazione di citiplex urbani per arrestare il grave processo di desertificazione che numero- si centri urbani stanno subendo da diversi anni: una misura pertanto che dovrebbe contribuire a rilanciare i cinema urbani e di prossimità, probabilmente più vicini alle caratteristiche dei consumi culturali 2.0, improntati a personalizzazione, rilevanza, multitasking e interattività.

Un 25% è inoltre destinato alla realizzazione di nuove sale, prevedendo anche l’acquisto dei locali e dei servizi connessi. Un ulteriore 15% è fina- lizzato alla trasformazione delle sale esistenti con l’obiettivo di aumen- tare il numero di schermi, mentre un 10% riguarda la ristrutturazione e l’adeguamento strutturale e tecnologico della sala, includendo quindi anche il rinnovo di impianti, apparecchiature, arredi e servizi comple- mentari alle sale.

Di tali contributi possono beneficiare le imprese di esercizio cinema- tografico italiane, purché rispettino i requisiti di accesso e fruizione per le persone con disabilità, svolgano l’attività di proiezione per almeno i cinque anni successivi alla richiesta e si impegnino a riservare per tre anni il 35% della programmazione a film italiani ed europei.

Il Ministero indica una serie di priorità nella concessione dei contribu- ti in base alla localizzazione geografica delle strutture, con l’intento di garantire un accesso alle risorse equilibrato ed omogeneo sul territorio senza trascurare le realtà più deboli.

Difatti nell’assegnazione viene data la precedenza innanzitutto a quelle sale che si collocano in comuni che sono stati interessati da eventi si- smici, seguono le sale storiche, le sale ubicate in comuni con meno di 15 mila abitanti o quelle ubicate nelle periferie urbane, senza escludere una premialità nel caso di investimenti realizzati da micro imprese o piccole imprese.

1 Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 4 agosto 2017 avente ad oggetto “Disposizioni applicative del Piano straordinario per il potenziamento del circuito delle sale cinematografiche e polifunzionali”. Gazzetta Ufficiale n.239 del 12 ottobre.

Piano straordinario sale

RIPARTO RISORSE 2017

riattivazione sale cinematografiche chiuse o dismesse (50%)

realizzazione nuove sale,

anche mediante acquisto di locali per l’esercizio cinematografico e per i sevizi connessi (25%)

trasformazione sale o multisala esistenti in ambito cittadino finalizzata all’aumento del numero degli schermi (15%)

ristrutturazione e l’adeguamento strutturale e tecnologico sale;

l’installazione o il rinnovo di impianti,

apparecchiature, arredi e servizi

complementari alle sale (10%)

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A tutti i beneficiari è richiesto anche un impegno circa la desti- nazione d’uso e la programma- zione. Infatti uno degli aspetti più innovativi del piano straordinario riguarda le particolari condizioni di vantaggio previste per quei pro- getti che proporranno, anche in accordo con gli enti locali, un’of- ferta di eventi culturali, creativi, multimediali e formativi in grado di contribuire alla sostenibilità economica delle strutture, ovve- ro alla valenza sociale e culturale dell’area di insediamento.

Nel caso di riapertura e realiz- zazione di sale o di aumento del numero di schermi, la richiesta di contributo di una monosala non può superare i 2 milioni di euro, mentre per una multisala si parte da 2 milioni di euro per gli interventi riguardanti la prima sala e le parti comuni, per poi po- ter avere fino a 350 mila euro in più per ogni ulteriore sala, senza superare il limite massimo di 6 milioni di euro per struttura. Gli

interventi di ristrutturazione e adeguamento tecnologico, inve- ce, non possono superare il costo eleggibile di: 650mila per le mo- nosala, 1.250.000 per le multisa- la a 2 schermi, 1.750.000 per le multisala a 3 schermi, 2.100.000 per le multisala a 4 schermi e 2.250.000 per le multisala a 5 o più schermi. Nel caso di multi- sala da 1 a 3 schermi dichiarate di interesse culturale, il massima- le di costo eleggibile equivale a 1.750.000 euro.

Le richieste di contributo pos- sono essere presentate alla DG Cinema attraverso la modulistica on line presente sulla nuova piat- taforma informatizzata DGCol nel periodo compreso tra l’1 feb- braio e il 30 aprile per ognuno dei cinque anni di attività del Piano straordinario.

A seguito dell’assegnazione, vie- ne erogato il 30% del contributo, mentre la restante parte viene sal- data entro 90 giorni dal termine dei lavori previsti.

ESITI PARZIALI DELLA PRIMA ANNUALITÀ 2017

Lo scorso 16 maggio è stato pubblicato un primo elenco provvisorio delle imprese beneficiarie dei contributi per le prime tre linee di intervento previste dal Piano straordinario. Complessivamente sono state approvate 25 domande sulle 88 ricevute, per un finanziamento totale di 26,6 milioni di euro, la cui l’ammissibilità preve- deva, tra gli altri parametri, l’avvio dell’investimento nel periodo compreso tra il 1 gennaio e il 12 ottobre 2017.

Per la prima linea di intervento riguardante la riattivazione di sale chiuse o dismesse, sono sette le imprese ad avere ottenuto il contributo, per complessivi 7,3 milioni di euro utilizzati rispetto ai 15 milioni di euro a dispo- sizione; le risorse in eccedenza sono state ridistribuite sulle altre linee di intervento. Tra le sale ritornate in attività grazie al piano straordinario ci sono, per esempio, il Cinema Troisi di Roma riaperto dall’Associazione Piccolo Cinema America e “Il Garibaldi” (ex Cinema Excelsior) di Prato, rimesso in sesto da Civico 69 s.r.l.

La seconda linea di intervento ha invece contribuito alla realizzazione di otto nuove sale, tra cui il CityLife Anteo di Milano, il Multisala Red Carpet a Monopoli (BA) e il Cinema Victoria Mirandola, proprio nell’omo- nimo comune in provincia di Modena colpito dal terremoto dell’Emilia del 2012. In totale le risorse concesse per tale linea equivalgono a 9,5 milioni, che eccedono rispetto ai 7,5 disponibili, potendo contare sulle risorse eccedenti della prima tipologia di intervento.

La terza linea riservata alla trasformazione delle sale e all’aumento del numero di schermi ha infine premiato dieci imprese di esercizio, per un totale di 9,7 milioni di euro invece dei 4,5 milioni inizialmente previsti. Le

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LE MODIFICHE AL DPCM PER L’ANNUALITÀ 2018:

LA NOVITÀ DEI CINEMA IN CORSIA

Nel febbraio 2018 al decreto relativo al Piano straordinario per il po- tenziamento del circuito delle sale cinematografiche e polifunzionali, sono state apportate alcune significative modifiche in riferimento ai beneficiari del contributo e ad una particolare destinazione di parte delle risorse.

Nel dettaglio, la Presidenza del Consiglio, su proposta del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo ha stabilito che, per il quadriennio 2018-2021, il 10% delle risorse annue disponibili per il pia- no straordinario venga riservato alla realizzazione di nuove sale nelle strutture ospedaliere pubbliche o private convenzionate, da parte di enti del terzo settore con comprovata esperienza nella programmazio- ne cinematografica. L’accesso a tali sale deve essere ovviamente garan- tito gratuitamente ai pazienti delle strutture, ai loro accompagnatori e al personale medico-sanitario, in linea con l’idea che il cinema possa dimostrare il proprio potenziale benefico proprio su coloro che per di- verse ragioni si trovano ad affrontare problemi di salute e a dover sog- giornare per lungo tempo negli ospedali.

Altra sostanziale modifica apportata al piano straordinario riguarda la formalizzazione dell’ampliamento delle categorie dei destinatari: ol- tre alle imprese di esercizio cinematografiche italiane già previste dal DPCM-Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 4 agosto 2017 (articolo 4, comma 1), ora possono ufficialmente fare richiesta e bene- ficiare dei contributi anche i Comuni o altri soggetti pubblici, a condi- zione che, in caso di assegnazione, le risorse vengano impiegate da una impresa di esercizio cui l’ente locale dovrà affidare la gestione della sala.

Per quanto riguarda le richieste di contributo relative al 2018, saranno finanziati gli investimenti che prenderanno avvio entro un anno dalla domanda e che dovranno concludersi entro due anni.

IL TAX CREDIT PER GLI INVESTIMENTI

Accanto al Piano straordinario – come già detto – è prevista una linea di intervento stabile ed ordinaria che, al posto del desueto meccanismo dei contributi in conto capitale e conto interessi, concede crediti di im- posta sugli investimenti relativi alle stesse tipologie di intervento del Piano straordinario ma con una ripartizione delle risorse differente che privilegia l’adeguamento strutturale e tecnologico delle sale. In questo modo l’esercizio si allinea agli altri segmenti della filiera (produzione e distribuzione) che già da diversi anni beneficiano di misure fiscali per lo svolgimento delle proprie attività.

Le aliquote in base alle quali è riconosciuto il beneficio sono differen- ziate per dimensione aziendale e localizzazione delle sale. Sono inoltre previste premialità per le sale ubicate in comuni sotto i 15mila abitanti, per le “sale storiche” e per le imprese di nuova costituzione.

Per evitare rischi di concentrazione è stato fissato anche un tetto massi- mo di contributi che può essere accordato a ciascuna impresa o gruppo di imprese (2 milioni di euro all’anno).

È possibile beneficiare di queste risorse per i lavori avviati sin dal gen- naio 2017.

I beneficiari dovranno rispettare requisiti di accessibilità e svolgere per i tre anni successivi attività di pubblico spettacolo cinematografi- co proprio per garantire che gli incentivi siano duraturi e valorizzino la fruizione cinematografica. Nella stessa ottica è stato posto un vincolo di programmazione per tre anni dalla data di richiesta del beneficio (mini- mo 35% di film italiani, percentuale che scende al 25% per sale con non più di 2 schermi).

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GLI ALTRI INTERVENTI A SOSTEGNO DELLE SALE

Non solo benefici per il rafforzamento delle strutture, ma risorse co- spicue anche per incentivare la programmazione di film, in particolare quelli italiani ed europei. Ci riferiamo alla dotazione annua di 30 milioni di crediti di imposta che, a partire dal 1 gennaio 2018, saranno concessi con un nuovo meccanismo sulla base di aliquote differenziate (cumu- labili fino ad un massimo del 20%) per PMI-Piccole e Medie Imprese e grandi gruppi. L’entità dei crediti sarà più elevata se si programma nel periodo estivo, contribuendo così - in coerenza con analoghi interventi adottati nel settore della distribuzione - ad allungare la stagione cine- matografica e ad evitare dannosi affollamenti di titoli in una manciata di mesi. Particolari tipologie di film programmati (italiani, europei e d’essai) o di sala cinematografica (ubicata in piccoli comuni e/o sala d’essai) beneficiano di aliquote maggiorate e un trattamento di favore (regime semplificato) è riservato anche a particolari tipologie di eser- centi, fra i quali ricevono una particolare attenzione le imprese start-up.

I crediti di imposta a favore dell’adeguamento strutturale e della pro- grammazione prima di entrare in vigore necessitano del via libera dalla Commissione europea per verificare la compatibilità di tali misure con la normativa comunitaria in materia di aiuti di Stato.

IMPATTO DELLE NUOVE MISURE A FAVORE DELLA SALA

Difficile stimare l’impatto delle nuove misure a sostegno del settore.

L’efficacia delle disposizioni dipenderà anche da come si muoverà la distribuzione nel prossimo futuro. Come già accennato si tratta del comparto che più di altri in questi anni sta subendo i contraccolpi le- gati alle nuove modalità di fruizione dei film e alla moltiplicazione dei canali di accesso e diffusione dei contenuti audiovisivi all’interno del nuovo ecosistema digitale. Film che accanto alle serie tv sono oggetto di appetiti crescenti da parte di nuovi operatori del web, da Apple ad Amazon passando per Netflix, i quali fanno a gara per investire in con- tenuti originali dall’appeal globale, diventando interlocutori interes- santi anche per festival, addetti ai lavori e soprattutto per i produttori di audiovisivo. Cresce così la pressione sul modello classico di distri- buzione e, in particolare, su quella finestra di esclusività che finora è stata riservata al grande schermo, in quanto cardine della valorizza- zione dell’opera anche rispetto ai suoi canali successivi di sfruttamen- to. Gli interventi dello Stato da questo punto di vista cercano di creare condizioni atte a trasformare le attuali minacce connesse alle nuove dinamiche della domanda e alla possibile marginalizzazione della fruizione in sala in opportunità, anche sotto il profilo della redditività economica oltre che di una maggiore presenza e diffusione di presi- di socio-culturali nel nostro Paese. L’interrogativo è: su quali basi e a quali condizioni le sale cinematografiche, anche grazie alle robuste ri- sorse finanziarie messe a disposizione dalla nuova Legge Cinema (80 milioni di euro, ovvero il 20% del fondo complessivo nel 2017, quasi 50 milioni in più rispetto alla precedente dotazione FUS-Fondo Unico dello Spettacolo), riusciranno a riacquistare centralità nel quadro del- le nuove modalità di consumo di cultura ed intrattenimento?

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PIANO STRAORDINARIO

SULLA DIGITALIZZAZIONE DEL PATRIMONIO

Accanto al Piano Straordinario a favore delle sale, la legge n. 220 del 2016 ha previsto un secondo Piano straordinario finalizzato alla digitalizzazione delle opere audiovisive e cinematografiche, così da permetterne la fruizione favorendo anche il ritorno di vecchie opere sugli schermi cinematografici. Il Piano può conta- re su una dotazione di 10 milioni annui per il 2017, 2018 e 2019.

La richiesta di contributo può essere effettuata da cineteche pub- bliche e private italiane e da imprese di post-produzione italiane.

Queste ultime in particolare devono essere in possesso di classi- ficazione Ateco J59.11 e J59.12, avere un capitale versato di alme- no 40mila euro e aver realizzato, negli ultimi due anni, almeno il 25% del fatturato in attività di post-produzione cinematografica e audiovisiva.

Il progetto di digitalizzazione, per cui si fa domanda di contributo presso la DG Cinema utilizzando l’apposita modulistica on line, deve possedere delle dimensioni minime del materiale audiovisi- vo in base alla sua tipologia: per soli materiali filmati almeno 100 ore, per lungometraggi o cortometraggi almeno 20 ore, nel caso sia di materiali filmati sia di lungometraggi e cortometraggi la durata non deve essere inferiore a 70 ore per la prima tipologia e a 10 ore per la seconda.

Il progetto, inoltre, deve concludersi entro 24 mesi dall’assegna- zione del contributo e prevedere la possibilità di fruizione delle opere da parte delle persone con disabilità.

Tra i costi eleggibili sono compresi quelli legati a diverse fasi di lavorazione: il restauro dei materiali (incluse pulizia e riparazione del supporto), la scansione digitale, il trattamento di digital clean o color correction, la realizzazione di una copia in pellicola e l’acqui- sto o il noleggio di sistemi di memorizzazione del materiale.

Il contributo eventualmente concesso viene erogato in due tran- che, un 50% all’atto di riconoscimento del contributo e la restante parte dopo la verifica della digitalizzazione da parte della DG Cine- ma, e solo a seguito della effettiva consegna della copia digitalizza- ta presso la Cineteca nazionale.

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CONCLUSIONI E RISULTATI ATTESI

Innovazione, questa la parola chiave, il filo conduttore dell’articolato pacchetto di misure che la nuova legge cinema e i successivi decreti attuativi prevedono a sostegno del mondo delle sale cinematografiche.

Innovazione presente nelle priorità di intervento e nelle procedure di assegnazione delle risorse e che si riflette nella capacità di innovazio- ne richiesta ai beneficiari delle risorse, in termini di programmazione, di dotazione tecnologica, di offerta di servizi agli utenti, di promozione sociale culturale e di coinvolgimento del pubblico.

L’approccio adottato dal Ministero non segue più una logica di mero assistenzialismo, ma punta a rafforzare il sistema sala in un’ottica più integrata e di sistema, e lo fa sotto un duplice punto di vista. Da un lato sostenere il comparto sotto il profilo economico-industriale, fissando alcune priorità strategiche che, a seconda della tipologia di intervento, pongono l’accento sulla necessità di favorire e incrementare gli inve- stimenti per l’adeguamento tecnologico delle strutture (risorse ordi- narie tramite crediti di imposta) piuttosto che riattivare sale chiuse o dismesse e trasformare strutture in ambito cittadino ampliandone gli schermi (risorse straordinarie). Dall’altro lato l’ottica adottata è quella di premiare ed incentivare la programmazione offerta dalle sale, in par- ticolare quella legata al cinema italiano ed europeo di qualità, perfezio- nando il precedente sistema dei crediti di imposta alla programmazione e confermando il fondo ad hoc per le sale qualificate d’essai basato su punteggi differenziati in funzione della localizzazione sul territorio e del numero di schermi.

Nei prossimi anni sarà interessante valutare gli effetti legati alla decisio- ne di operare una distinzione fra micro, piccole e medie imprese, alle quali sono assegnate aliquote più elevate, e i grandi complessi, i quali, ad esempio nel caso del tax credit per le strutture, non possono supera- re il 20% delle risorse disponibili.

La differenziazione delle aliquote fiscali, frutto di un complesso lavoro di analisi e confronto con le categorie, è stata effettuata tenendo conto della forte eterogeneità del mercato sotto il profilo della dimensione aziendale, dell’ubicazione territoriale e del numero di schermi di cui è dotata la singola struttura.

Pur mirando a favorire lo sviluppo economico-industriale del compar- to, si è rivolta particolare attenzione all’introduzione di correttivi capaci

a favore del potenziamento del- le sale sul territorio nazionale - ben 46 milioni di euro solo per l’annualità 2017 - si attendono effetti decisivi per modernizza- re un buon numero di strutture, creando le condizioni favorevoli per aumentare il flusso di pub- blico e soprattutto far tornare in sala fasce di popolazione ormai disaffezionate.

Più in generale, le azioni messe in campo dal Ministero cercano di dare una risposta concreta a questo obiettivo, puntando con decisione a diffondere il valore culturale della fruizione dei film in sala, a premiare quelle scelte di programmazione che in as- senza di un contributo pubblico rischierebbero di assottigliarsi con negativi effetti sugli equilibri di mercato, a valorizzare quelle strutture che - grazie agli incen- tivi resi disponibili in modo certo per i prossimi anni - sapranno of- frire servizi in grado di risponde-

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I NUOVI TAX CREDIT

di STEFANO BISIGNANO, FEDERICA D’URSO,

IOLE MARIA GIANNATTASIO, BRUNO ZAMBARDINO

La centralità delle agevolazioni fiscali

nella configurazione del sostegno pubblico al cinema e all’audiovisivo è stata sugellata dalla legge 220/2016, che ha abrogato tutta la normativa precedente, costituita da una stratificazione di norme accumulate nel corso del tempo, modellando un sistema organico e coerente di aiuti, concepito in modo tale da poter essere adattato alle costanti e naturali evoluzioni del mercato.

Sono passati circa 10 anni dall’in- troduzione delle agevolazioni fiscali per il cinema. Fu la legge finanziaria 2008 n. 244 del 24 di- cembre 2007 che istituì per la prima volta gli incentivi. L’appli- cazione vera e propria partì però a fine 2009 con il credito d’imposta (tax credit) e la detassazione degli utili (tax shelter) per la produzio- ne cinematografica e per la realiz- zazione in Italia di film stranieri.

Seguita nel 2010 dalle agevolazio- ni dedicate ai distributori nazio- nali, agli investitori esterni e alla digitalizzazione delle sale.

Non si trattò di una prima volta in assoluto per i crediti d’impo- sta per il cinema, visto che già dal 1999 era attivo un credito per la programmazione in sala, ma le agevolazioni del 2008 furono sicuramente una rivoluzione nel sistema di finanziamento pub- blico al settore. Fino ad allora, la produzione cinematografica aveva potuto contare principal- mente sui contributi statali selet- tivi, ossia determinati sulla base di criteri culturali da commissioni di esperti, e sui contributi percen- tuali sugli incassi.

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L’agevolazione fiscale introdusse un meccanismo automatico, pre- vedibile e puntuale, che offriva agli operatori uno strumento per consolidarli sia sul piano indu- striale, sia nella capacità di attrar- re investitori privati e produzioni estere. Come effetto collaterale, ma nient’affatto secondario, la misura stimolò una maggiore tra- sparenza nella gestione ammini- strativa e finanziaria, favorendo anche l’emersione del “nero”.

Il successo fu immediato, con adesione massiccia di tutte le fasi della filiera coinvolte, tanto che di anno in anno, lo stanziamento per i crediti d’imposta è cresciuto arrivando dai circa 80 milioni di euro del 2009 agli oltre 220 mi- lioni attuali. Ad affermarsi furono principalmente i crediti d’impo- sta, mentre il tax shelter, avendo riscontrato una scarsa fruizione, fu abrogato nel 2011.

Gli ottimi risultati indussero il legislatore a prorogare la scaden- za dell’agevolazione di anno in anno, fino ad arrivare al decreto legge “Valore cultura”, dell’8 ago- sto 2013, convertito poi nella legge 112/2013, che non solo rese la mi- sura permanente, ma la estese alla produzione audiovisiva, aprendo le porte del sostegno pubblico ai produttori indipendenti di opere destinate alla televisione o al web.

Quest’ultimo intervento divenne operativo nel 2015, con altrettanta fortuna di quello cinematografi- co, tanto da arrivare ad assorbire, attualmente, una grossa fetta del- lo stanziamento annuale.

Nel 2016, in attesa della nuova disciplina del cinema e dell’au- diovisivo - la legge 220/2016 che ha cambiato radicalmente tutta la struttura dell’intervento pubblico nel settore - si è deciso di antici- pare alcune delle previsioni della riforma, inserendo nella legge di

stabilità 2016, n. 208 del 28 dicem- bre 2015, dei correttivi ai decreti in vigore. Si sono introdotte quindi delle aliquote progressive, più alte di quelle precedenti sia per la produzione cinematografica che per la produzione audiovisiva e si sono aumentati i tetti massimi di credito per impresa. Si è esteso il tax credit per le sale anche alle attività di adeguamento tecno- logico, all’apertura di nuove sale e al ripristino di sale inattive. Si è allargato il credito per le produ- zioni estere anche alle opere solo post-prodotte in Italia senza che fosse necessario girare almeno un giorno sul territorio nazionale. È stato quindi ben chiaro l’intento di potenziare questo strumento, che costituisce il principale mez- zo di intervento statale nel raffor- zamento del settore.

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La centralità delle agevolazioni fiscali nella configurazione del sostegno pubblico al cinema e all’audiovisivo è stata sugella- ta dalla legge 220/2016, che ha abrogato tutta la normativa pre- cedente, costituita da una strati- ficazione di norme accumulate nel corso del tempo, modellando un sistema organico e coerente di aiuti, concepito in modo tale da poter essere adattato alle costanti e naturali evoluzioni del mercato.

Gli interventi economici dello Stato si articolano in tre forme:

contributi selettivi, contributi automatici e incentivi fiscali. A questi si aggiunge il sostegno alle attività di promozione cinema- tografica e audiovisiva che, nella modalità, è affiancabile ai contri- buti selettivi. Per un periodo di tempo determinato, sono poi pre- visti due piani straordinari, uno per il potenziamento delle sale (della durata di 5 anni) e uno per la digitalizzazione del patrimonio (della durata di 3 anni).

CON LA NUOVA LEGGE OLTRE 220 MILIONI DESTINATI AI TAX CREDIT

Ad ognuna di queste tipologie di intervento è assegnata una quota del fondo per lo sviluppo degli investimenti nel cinema e nell’au- diovisivo (art. 13 della legge), che può complessivamente contare su risorse annue non inferiori a 400 milioni di euro. La predo- minanza del credito d’imposta sulle altre misure è dimostrata dal peso che questi incentivi oc- cupano proprio nell’assegnazione della quota del fondo, stabilita annualmente con un decreto del Ministro per i Beni e le Attività Culturali. Nel primo anno di ap- plicazione della legge, il 2017, ai tax credit sono stati destinati ol- tre 220 milioni di euro. Una cifra molto più rilevante dei 50 milioni assegnati ai contributi automatici, dei 32 per i contributi selettivi, dei circa 74 per la promozione e per la formazione e dei 40 per i due piani straordinari.

Rispetto al passato, inoltre, i tax credit sono stati arricchiti anche nella varietà, con l’introduzione di misure ex novo, dedicate alla distribuzione internazionale, ai videogiochi e alle industrie tecni- che (queste ultime due ancora in fase di definizione).

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