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Inquadramento storico, la trasformazione del territorio

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Academic year: 2021

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6 1.1 Cenni storici: La Spezia e Piazza Europa

Nella metà del secolo 1800, quando lo Stato Sardo-Piemontese decise di tra-sferirvi da Genova la base della Real Marina, il Comune della Spezia, sede della Provincia del Levante fino all'anno 1859, aveva una popolazione di circa 10.000 anime tra Capoluogo e Frazioni.

Nel 1859 venne tolta la Provincia del Levante che divenne così Sotto-Prefettura della Spezia, Provincia di Genova.

Il Borgo murato comprendeva anche il Castello di San Giorgio e la soprastante Bastia, con una superficie complessiva, cinta dalle mura, di circa mq. 105.000; ed in esso stazionavano, mediante, quattromila residenti.

Il censimento di fonte Comunale del 1861 , quando era già quasi terminata complessivamente la parte progettuale dell'Arsenale, acc lara il numero di 11.556 abitanti. Tra i vari centri abitati frazionali e la residenza municipale, vi erano terreni agricoli con fabbricati rurali annessi e qualche edificio di culto. Le frazioni erano:

- La Spezia centro; - Valdellora; - Migliarina; - Isola;

- Marinasco (la più estesa); - Pegazzano;

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- Biassa; - Fabiano;

- Marola (la meno estesa); - Cadimare;

- Campiglia.

Allora il confine Comunale, a levante, terminava in corrispondenza dell'attuale Via del Molo, la via che dal Viale San Bartolomeo porta al Cimitero dei Boschetti e così rimase fino al 1928 con una superficie di ettari 3.886.

Da tale anno (Decreto Reale 25/10/1928 n. 2526) vennero annessi parte dei territori dei Comuni di Vezzano Ligure ed Arcola, estendendosi sul mare fino al confine con il Comune di Lerici.

Così Carozzo, Pieve di San Venerio, Fossamastra, San Bartolomeo, Pitelli, Termo, Muggiano e località minori, passarono al Comune della Spezia. Finalmente anche il cimitero dei Boschetti, il maggiore del Comune della Spezia, venne incorporato nella propria territorialità mentre prima del 25 Ottobre 1928 era ricompresso nel territorio del Comune di Vezzano Ligure, pur se costruito e gestito per i cittadini spezzini.

La superficie comunale raggiunse allora i 5.122 ettari.

Prima dell'inizio delle opere di costruzione della Piazzaforte Militare, appena fuori dalle mura, erano stati costruiti da pochi anni, verso mare, alcuni fabbricati quali: il primo Albergo "La Croce di Malta" (attualmente in fase di ristrutturazione a sede della Fondazione Carispe); il Palazzo D'Oria; e il Palazzo dell'Ammiragliato (in origine Hotel de Milan), nell'attuale Via Chiodo, ed il Palazzo Odessa in Via Persio Aulo Flacco.

Verso ponente vi era il Convento e la Chiesa di San Francesco (ancora esistente ma incorporata nell'Arsenale da 145 anni).

Verso Genova vi era Sant'Appolionia e il Convento adibito ad Ospedale sul prolungamento della Via del Prione, (attuale Museo A. Lia); mentre a

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(fig. 1.1) - La torre del mulino a vento. Sorgeva nella zona ove oggi si trova la Capitaneria di Porto

La Torre si ergeva su di uno scoglio affiorante dal mare vicino all'attuale fabbricato della Capitaneria di Porto. Via della Rocca era così chiamata perché proprio in fregio alla "Rocca" o Collina dei Cappuccini, al filo della quale si eleva quel promontorio. Il cambio del nome da Via del Torretto a Via della Rocca avveniva proprio al limite dell’Oratorio San Gottardo, pure questo poi demolito (fig. 1.2 e 1.3).

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(fig. 1.2) – Il Torretto visto dall’attuale Via Diaz

(fig. 1.3) – Il Torretto (indicato con la freccia), la batteria e il convento dei Cappuccini

Tale strada del Torretto, in linea generale, mantiene ancora il vecchio tracciato fino all’innesto con la Via Massimo D’Azeglio, mentre il tratto fino al mare è stato utilizzato nella costruzione del Palazzo degli Studi Principe Umberto; la vie della Rocca e in parte occupata dal Palazzo della Provincia, Via della Rocca aveva, in corrispondenza verso mare, la costruzione ad un solo piano con antistante porticato, sede delle Guardie Daziarie, detta Porta Rocca dove, verso l’anno 1870, era stata portata la cinta daziaria per la tassazione delle merci che entravano in città. Per non intralciare la Via del

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(fig. 1.4) - Il Teatro "Politeama" verrà demolito con il completamento della piazza Giuseppe Verdi

Il Teatro, che ebbe notevole importanza cittadina, era posizionato al centro della Piazza Guiseppe Verdi ed è stato poi demolito per completare la piazza nella dimensione attuale e poter procedere oltre, verso Migliarina, seguendo l’asse del prolungamento mutandone il nome in Via Vittorio Veneto.

Per consentire questo prolungamento venne così demolito il Politeama, si può dire contemporaneamente con la costruzione dell’antistante palazzo delle Poste completato nel 1933. La Piazza, in origine, aveva dei marciapiedi centrali, ove ora si trovano i pini collocati circa 10 anni dopo la Seconda Guerra Mondiale.

Ritornando alla storia più lontana devo subito dire che il Teatro Politeama bloccava il prolungamento della Piazza Giuseppe Verdi (prima chiamata Piazza del Politeama), ma dietro ad esso ben altro baluardo impediva il

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tracciato viario verso la "Piana di Migliarina"; era il Colle dei Cappuccini che si ergeva fino a circa 28 - 30 metri, sul livello medio marino, nell'asse prolungato della piazza del Politeama che era questa a circa quota m. 2,00 rispetto al livello del mare.

Fine secolo 1800 primissimi anni del 1900, maturò l'idea dello sbancamento della collina per creare continuità tra la Spezia ottocentesca (piano Regolatore Gen. D. Chiodo) e l'ampliamento novecentesco della città, per il congiungimento con Migliarina, utilizzando la pianura alluvionale ad est che, dalla battigia del mare, raggiungeva verso monte, a nord, il rilevato della linea ferroviaria costruita nella seconda metà dell'ottocento, di collegamento tra Torino, Genova e Pisa, nonché, dopo l'unità completa dell'Italia, fino a Roma ed oltre (fig. 1.5, 1.6 e 1.7)

(fig. 1.5) - 1862 circa.

Il Colle dei Cappuccini con il Monastero e la Batteria. La Villa della Marchesa Virginia Oldoini nei Conti Verasis di Castiglione (indicata con la freccia)

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(fig. 1.6) - Fine 800

1) il Colle dei Cappuccini o "Rocca dei Cappuccini", con batteria, a sinistra 2) la casermetta del dazio a "Portarocca", al centro

3) la batteria "Molino a Vento", a destra

(fig. 1.7) - Fine 800

Il Colle dei Cappuccini con la batteria che si protende verso il mare. La villa, (indicata con la freccia) poi demolita, della Marchesa Virginia Oldoini nei Conti Versasi di Castiglione

Il primo Piano Regolatore detto della Piana di Migliarina, che previde lo spianamento del colle non essendovi più ragioni militari di difesa, venne studiato nel 1904 ed approvato nel 1908.

Nel 1912 venne esperita la gara per l'inizio dello sbancamento del Colle, aggiudicata all'Impresa Lodigiani con il ribasso d'asta del 18%.

La locale Impresa del Geom. Guidugli presentò il ribasso del solo 4%. Sindaco era il Cav. Domenico Giachino, Ufficiale della Real Marina.

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Proprio per quei lavori di sbancamento il Sindaco fece causa penale, per diffamazione continuata a mezzo stampa, ai Signori: Mezzadri Luigi e Lessa Alfredo, Tipografi in Genova ed Editori del giornale "Il Fischietto"; nonché a Orlando Danese, spezzino, poi fondatore e direttore de "L'Opinione - Giornale della Spezia" nel ventennio fascista.

Parlando di Migliarina si dovrebbe dire in modo più preciso "Migliarina Monte" che, tramite la via del Canaletto, raggiungeva "Migliarina Mare", ossia l'attuale Borgata del Cataletto che assunse ufficialmente quel nome soltanto dalla fine degli anni 50 del 1900.

La "Piana di Migliarina", di origine alluvionale, utilizzata a carattere agricolo ortivo in particolare, si trovava ad una quota inferiore a quella delle strade attuali da m. 1,50 a m. 2,50, ed era così, mediamente, soltanto a circa 1,00 rispetto al livello medio del mare.

All'inizio del secolo novecento l'idea di ampliare la città ad est era divenuta una necessità primaria, perché vi era un continuo aumento demografico crescente con la sempre maggior importanza dell'Arsenale Militare e delle grandi industrie armiere e navali ad esso collegate.

Nella parte a nord-est dopo il colle dei Cappuccini, (dal 1798 trasformato in batteria per la difesa costiera della Spezia), funzionò il cimitero originario della Città.

Quando venne dismesso ed eliminato era indicato come Cimitero di Valdellora oppure "Cimitero di Bandecchi", dal nome del Direttore o Capo Necroforo. Copriva una superficie di circa 2.150 mq. Ed aveva degli alti cipressi di contorno. Su quell'area sorge da tempo (50 anni) la sala del Teatro Astra ora non più utilizzato neppure come cinematografo (fig. 1.8).

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(fig. 1.8) - Fine 800

L'ingresso del cimitero cittadino detto: "di Valdellora" o "di Bandecchi" (indicato con la freccia), su quell'area è stato costruito il Teatro Astra. Ripresa fotografica dal Colle dei Cappuccini

La collina che è stata sbancata arrivava fino al bordo, lato monte, dell'attuale Viale Italia ove terminava con un muro di sostegno in pietrame. Lo sbancamento termina ora a nord con un muro di pietrame maestoso a contrafforti ad archi e, trasversalmente, dall'attuale Via Tolone fino a Via Giovanni Costantini. Occupava in origine l'area di Piazza Europa compresa, il sito dell'attuale Palazzo Comunale e il Piazzale del Marinaio, la Via Vittorio Veneto, l'area della Cattedrale e il retro stante Piazzale Giovanni XXIII (fig. 1.9 e 1.10).

(fig. 1.9) - La galleria di Via dei Colli e a destra il muraglione, a contrafforti ed archi, che sostiene la collina residua con i serbatoi dell'acquedotto

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(fig. 1.10) - Splateamento superiore del Colle dei Cappuccini. Costruzione del muraglione di pietrame con contrafforti ed archi sotto ai cisternoni dell'acquedotto (indicato con la freccia); sulla sinistra delle impalcature è stato scavato il tunnel della Via dei Colli. La allora Via Tommaso Campanella poi chiamata Via Corsica e, dal 1964, via Tolone in occasione del gemellaggio (indicata con un asterisco)

Il "Torretta" o Molino a vento, copriva l'area dove è adesso l'edificio della Capitaneria di Porto, (l'originaria Capitaneria venne costruita nel 1910 e sopraelevata nel 1921); un settore di mare attorno era stato rinterrato e nel 1822 vi era stata ricavata una batteria difensiva, chiamata "Molino a Vento", in aggiunta a quella dei Cappuccini; ma come hò già accennato, con la costruzione delle nuove fortificazioni sulla cinta collinare, dotate di più potenti cannoni, l'Amministrazione Militare le dismise (fig. 1.11).

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(fig. 1.11) – 1915 circa 1) Il Colle dei Cappuccini;

2)La Capitaneria di Porto costruita nell'area della ex batteria "Molino a Vento", a destra si notino i lampioni a gas di illuminazione della banchina Revel

1.2 Cenni di storia sul Colle del Convento dei Cappuccini

I Frati Cappuccini eressero sulla collina il loro Convento nel 1588 e dedicarono la Chiesa a San Felice.

La località era allora chiamata "La Ferrara" o "di Ferrara".

Per raggiungere il borgo murato, giungendo da Sarzana, si doveva percorrere un erto sentiero e di li scendere nell'abitato del Torretto.

Passati un certo numero di anni, forse un ventennio dalla costruzione del Convento, il sito assunse il nome di "Colle dei Cappuccini".

Successivamente la strada carrareccia passò al bordo verso mare della collina, lungo detto "Punta Ferrara", ove poi terminava la via del Torretto. Il borgo nato ai lati della Via del Torretto era molto popolare con casupole degradate.

Verso il 1880 la chiesa venne sconsacrata e trasformata in lavatoio pubblico. È stata demolita per la costruzione del palazzo della Provincia. Verso il 1930 quel sito, ove sorge ora la Cattedrale a forma circolare, venne chiamato con il nome convenzionale, mai ufficialmente adottato, di: "Montetto" (piccolo monte).

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come "a schianada" (la spianata fig. 1.12 e 1.13).

Ciò ad indicare: sia il colle che era rimasto ma di minor altezza rispetto all' origine; sia il tratto spianato alla quota della strada che portava alla piccole torre (Torretta, in spezzino Toeto o Mulino a Vento).

(fig. 1.12) - Febbraio 1929, la neve imbianca le rocce della collina in fase di sbancamento (ultima parte)

(fig. 1.13) - Anni 30 del 1900

La fase finale dello sbancamento del Colle dei Cappuccini; come sopra è l'area tra l'attuale Piazzale del Marinaio e il Palazzo Municipale costruito con inizio nel 1938.

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mine. Lo scavo era già iniziato prima degli anni 20 del 1900 poi venne sospeso; nel 1927 venne ripreso senza ulteriori interruzioni.

Il trasporto del materiale di risulta nei luoghi di impiego, per la realizzazione delle nuove strade in rilevato rispetto al piano di campagna e riempimento per il porto mercantile, è avvenuto principalmente con binari e vagoncini Decouvilles (fig. 1.14).

(fig. 1.14) - 1930

Nella pianura di Migliarina si delineano nuove strade del piano regolatore costruite con il materiale proveniente dallo sbancamento

La superficie del colle interessato dallo splateamento fu di oltre 55.000 mq. arrotondati; poi vi era la superficie già quasi pianeggiante quale il vecchio

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cimitero ed altre porzioni.

Il volume di terra e roccia scavata superò i me. 1.500.000.

Inoltre furono demolite tutte le costruzioni e muraglie ivi esistenti (murature delle fortificazioni e piazzale dei cannoni, muri di sostegno e contenimento, fabbricati civili e rurali) compresa la villa, con torretta, già della Marchesa Virginia Oldoini nei Conti Verasis di Castiglione, allora divenuta di proprietà Dall'Ara. Parte dei mobili settecenteschi del salotto della Villa ornano ancora oggi la "Sala Giunta" del Comune.

La villa, con adiacente casa del fattore, si trovava in corrispondenza dell'attuale tratto stradale, a fondo cieco, chiamato Via "Porta Rocca" ove un tempo, su quell'allineamento viario, si trovava, vicino all'odierno Viale Italia, la casermetta del Dazio detta di Porta Rocca, come già accennato. In quegli anni era fortemente sentito il desiderio, anche da parte dei cittadini, di vedere una lunga via che dalla Piazza Gen. Domenico Chiodo giungesse fino ad innestarsi al Corso Nazionale, originariamente altra via progettualmente diritta, che da "Migliarina Mare" giungeva alla Stazione Ferroviaria di "Migliarina Monte" (ora il Corso Nazionale non è più uno stradone diritto e continuo).

La nuova Via Vittorio Veneto, come poi è avvenuto, doveva collegare rapidamente il Centro Storico della Città e la popolosa frazione di Migliarina con il nuovo Ospedale Civile di Sant'Andrea e Cipriano, che già era stato costruito in fregio all’allineamento teorico del piano regolatore fin dal 1908 (fig. 1.15).

Oltre novanta anni or sono quell'insediamento sanitario, per le caratteristiche di igienicità e del sito, era "universalmente ritenuto uno dei migliori nosocomi d'Italia.

Il tempo passa rapido ed ora ne è previsto uno moderno in ampliamento di quello esistente al Felettino.

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(fig. 1.15) – 1930

Le strade in rilevato costruite con il materiale sbancato dalla collina dei Cappuccini, nell'area a levante dell'allora nuovo Ospedale Sant'Andrea indicato con la lettera H.

Con il materiale scavato dalla collina dei Cappuccini e sistemato a riempimento, sono sorte così le nuove strade e piazze che passo in rapida rassegna per quanto riguarda le principali.

 Piazza Europa, in origine indicata come Piazza Vittorio Veneto, poi del Littorio, poi Italia (dopo la 2° G.M.) ed infine "Europa".

 Via Tommaso Campanella che doveva svilupparsi, con un tratto in salita (rimasto tale), da Via dei Colli all'attuale Viale Italia, passando in fregio al Palazzo della Provincia e a quello del Comune ed un piazzale ora a giardini.

Tale originario nome della via T. Campanella (e qui cerco di soddisfare indirettamente la richiesta di quell'interessato Signore), si è poi tramutato in Via Corsica, è un tratto in salita da Via Vittorio Veneto a Via dei Colli; ciò fino al 1964 quando venne cambiato il nome in Via Tolone in occasione del gemellaggio del Comune della Spezia con Tolone, città molto affine alla nostra perché sede dell'Arsenale Militare Francese. Il

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tratto piano, in prosecuzione, tra Via Vittorio Veneto e la Via XXIV Maggio, dall'originario nome di Tommaso Campanella, dal 1958, ha assunto quello di Santorre di Santarosa, (ora però un po' confuso con quello della germanica città di Beyreuth per un ulteriore, subentrato, gemellaggio con La Spezia). Con tale nome di Beyreuth l'Amministrazione ha inteso distinguere l'area di proprietà I.N.A.I.L. (usata però a parcheggio a pagamento dal Comune).

Il nome di Tommaso Campanella è stato così spostato 50 metri ad est, assegnandolo alla via sita tra XXIV Maggio e il Viale Italia, ove si trova l'impianto semaforico lato est davanti al Piazzale della Capitaneria di Porto, un tempo luogo ove vi era la "Porta Rocca".

Le altre vie:

 Via Vittorio Veneto, prima per spianamento e poi in rilevato, corre lineare dalla Via XX Settembre allo innesto con la Via Reginaldo Giuliani;

 Via XXIV Maggio, all'inizio per spianamento e poi in rilevato, si sviluppa dalla stessa Via XX Settembre fino al Corso Nazionale originario;

 Viale Italia, in rilevato, dall'innesto con la Via San Cipriano (attuale impianto semaforico con Viale San Bartolomeo), fino alla Piazza Concordia, all'innesto con Via del Cataletto, piazza che prima del 1945 era chiamata "Nove Maggio". A questo punto pare utile precisare come è nata la prima parte del Viale Italia che, dall'inizio degli anni 70 del 1800, faceva parte dell' attraversamento urbano della Strada Statale n. 1 Aurelia ed era chiamata Viale Umberto I nel lungomare e Viale Savoia come tratto della Via di Circonvallazione, costruita dai Militari con prolungamento al Viale Margherita, sino al sottopasso ferroviario di Via Fiume. Così facendo la parte ad ovest della strada Militare di San Bartolomeo (impianto completato prima dell'Arsenale), venne chiamata Viale Italia nel tratto tra Porta Rocca e Via San Cipriano.

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Sociale Italiana), mentre al Viale San Bartolomeo, già prima, era stato cambiato temporaneamente il nome in Viale "Costanzo Ciano".

La riva del mare, prima delle opere arsenalizie militari, oltre il colle dei Cappuccini ad ovest, correva oltre 120 metri verso monte rispetto alla banchina Morin; e nella parte est dello stesso colle oltre 230 metri, sempre verso monte, rispetto ai banchinaggi Portuali odierni.

Il punto massimo verso mare era rappresentato dalla punta del colle dei Cappuccini, ove correva la strada Aurelia di allora; oltre questa vi erano soltanto gli scogli, sui quali si ergeva il Mulino a Vento, che hanno formato l'iniziale radice del Molo Italia.

Quanto riferito è documentato da due antichi grafici:

 uno del 23 Febbraio 1809, firmato dall'Ingenieur en Chep francese, per incarico di Napoleone Bonaparte, della progettazione della strada da La Spezia a Porto Venere fino a Sarzana, data l'allora molta importanza del "Varignano"; il grafico originale è in scala 1 :2500; intestato "Plain d'un partie de la Route da La Spezia a Sarzanne";

 l'altro è uno stralcio datato 14 Maggio 1850, estratto dal rilievo eseguito nel 1847 dal Delegato Demaniale Geometra Giovanni Gandino, predisposto per la richiesta in concessione di un tratto di arenile, al bordo verso mare, della allora Via Aurelia, detta anche via delle Toscane (progetto francese di cui sopra), corrente in quel tratto all'incirca sull'attuale nastro della Via Don Giovanni Minzioni già Via Principe

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Amedeo.

La Via delle Toscane o Aurelia, arrivava fino ad un "Rondò" (le attuali rotatorie), in corrispondenza della Via Diaz, proseguendo verso ovest assumeva il nome di Strada Napoleonica e giungeva a Portovenere; svoltando a destra proseguiva l'Aurelia sulla verticale di Via del Prione ove si trovava la "Porta della Marina"; proseguendo verso nord si usciva da Porta Genova e, Via La Foce, l'Aurelia portava alla Superba.

(fig. 1.16) – Planimetria approntata dal Geom. Cav. Gianguido Balestri in cui è evidenziato il perimetro del Colle dei Cappuccini che si estendeva sino al litorale

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retto e da dove si accedeva anche al Molino a Vento, passava nel tratto chiamato Via della Rocca e da qui a Via del Torretto, proseguendo ad ovest, fino a raggiungere la Porta Romana o di San Giovanni od anche detta Porta Sarzana, nella piazzetta del Bastione.

Entrando ci si trovava poi in Piazza Sant'Agostino.

Per completare la panoramica delle strade in rilevato, costruite nella "Piana di Migliarina" con il materiale asportato dalla Collina, si può sintetizzare dicendo che: tutte le vie perpendicolari tra loro (secondo il saggio ed antico metodo dei Mensores Geometri dell'antica Roma), dall'attuale Via Francesco Crispi al Corso Nazionale (già sbozzata) ed oltre, in senso mare monte; il Viale San Bartolomeo, fino alle vie Lunigiana e Sarzana nel senso longitudinale; sono state costruite con il riporto proveniente dallo sbancamento della "Rocca" o Collina dei Cappuccini.

Il materiale veniva trasportato a riempimento a mezzo di binari e vagoncini Decouville ed alcuni carri trainati da cavalli in prevalenza rispetto ai pochi autocarri impiegati. Ulteriori riempimenti nella "Piana" sono stati eseguiti, dopo l'Aprile 1945, con i materiali detritici dovuti al crollo dei moltissimi fabbricati a manufatti vari, a seguito dei bombardamenti aerei subiti durante il secondo Conflitto Mondiale. I grossi blocchi di calcestruzzo armato provenienti da "Palazzo Ceneri", allora sede del Comune, crollato per le bombe ricevute (sito in Piazza Beverini angolo Corso Cavour - Via dei Biassa, di fronte alla sede della Cassa di Risparmio della Spezia), hanno trovato invece impiego come massi da

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scogliera a protezione del Molo Italia alla sua radice.

1.4 Il concorso per la cattedrale della Spezia

Con la demolizione del Colle era stata prevista un’area, sopraelevata rispetto alla piazza sottostante che è a quota media di circa 2,00 metri s.l.m., per erigervi la Chiesa cattedrale, come poi è stato.

La nuova cattedrale, come si legge nel Bando di concorso, "dovrà sorgere nell'area compresa tra il margine nord della (costruenda) piazza Vittorio Veneto (oggi piazza Europa) e quella parte dell'attuale Monte dei Cappuccini che rimarrà intatta dopo la sistemazione edilizia e del quartiere che é in corso di esecuzione".

All'inizio del 1929 l'area di mq. 6986 a monte dell'ex Batteria dei Cappuccini, fino ad allora di proprietà demaniale, viene "donata" alla nuova Diocesi dal Governo per la realizzazione di un'opera così grandiosa.

Il Concorso si apre il 17 febbraio 1929; vi partecipano centodiciassette architetti con novantadue progetti.

Il Concorso Nazionale si chiude con l'aggiudicazione del primo premio al progetto Del Giudice-Cadorin, ma la guerra impedisce ogni desiderio ed entusiasmo di esecuzione.

Il nuovo Piano Regolatore redatto dal Gruppo di Urbanisti Romani, che è composto da un folto numero di giovani architetti, tra cui Luigi Piccinato, stabilisce che nel punto di saldatura tra la città vecchia e quella nuova, ossia sul "sito" del Colle dei Cappuccini, si deve creare una grande piazza aperta verso il mare, che abbia come sfondo: "a monte la nuova Cattedrale impostata sulla sua collina, circondata di verde e aperta con ampie gradinate; a sud il mirabile panorama del golfo svolgentesi fino a Lerici; negli altri due lati la possibilità di costruire ex novo edifici pubblici formando cosi una cornice unitaria, completa, armonica e nello stesso tempo nuova del tutto.

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del '29, di realizzare, oltre al muro di sostegno, un porticato anteriore con una Cripta, preludio di una vera e propria Cattedrale.

A questo punto ricomincia la vicenda della Cattedrale: la prima pietra della Cripta è posta il 29 giugno 1957 e sarà consacrata nell'ottobre del '58.

In seguito l'architetto Del Giudice dichiara apertamente che il progetto del '29 per la Cattedrale é superato e rinuncia ad accettare un nuovo incarico, forse anche perché troppo avanti con l’età.

Il Vescovo si rivolge al professore ed architetto Giovanni Michelucci, che dichiara ufficialmente di non poter accettare perché pressato da troppi impegni.

Nel frattempo la piazza davanti al portico viene sistemata dall'architetto Di Sacco, senza, però, tenere conto del raccordo tra mare e monte, di cui si parlava nel P.R.G. del '39.

Dopo il rifiuto di Michelucci la Curia si rivolge al professore ed architetto Adalberto Libera.

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(fig. 1.17) - Situazione attuale;

la Piazza Europa e la Cattedrale dedicata a "Cristo Re dei secoli"

(fig. 1.18) -Veduta panoramica della Cattedrale, il Palazzo Comunale e il golfo, ripresa dalla terrazza dell'Istituto Madre Pie di Ovada, situazione odierna

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Anche gli edifici antistanti la sede della Provincia, nel lato monte della Via Vittorio Veneto, erano già stati costruiti.

Quello d'angolo con la Piazza Giuseppe Verdi, detto "Palazzo Giachino" risale al 1912, sorto su progetto e direzione del Geom. Arch. H.C. Giorgio Guidugli (fig. 1.20).

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(fig. 1.20) - 1924

1) il Palazzo degli Studi in Piazza Giuseppe Verdi

2) lo steccato di cantiere dell'area di costruzione del Palazzo della Provincia

3) l'oratorio di San Gottardo allora trasformato in lavatoio pubblico per il quartiere del torretto, demolito per la costruzione del detto palazzo, con altre cave vetuste

1.6 Il palazzo sede del Comune della Spezia

Trattasi di un edificio "Stile Littorio" anche perché, nel periodo in cui è stato progettato dall' Arch. Franco Oliva, la Piazza, dall'iniziale Piazza Vittorio Veneto, aveva assunto il nome di "Piazza del Littorio" ed inoltre è stato concepito come "Casa della Federazione Provinciale Lunense del Partito Nazionale Fascista" .

Impresa costruttrice, come già detto, è stata la Soc. Anonima Ing. Nino Ferrari, progetti sta l'Ing. Arch. Franco Oliva (fig. 1.21).

Nell'angolo formato dalla Piazza con la Via XXIV Maggio vi è un "arengario" semicircolare, con il tratto della muratura di parapetto, ancora oggi non terminato, che forma la base della parte a torre.

Progettualmente era previsto che, il parapetto dell'arengario, venisse completato da un fascione in bronzo fuso contenente scene allegoriche dell'operosità della Stirpe Italica. Sulla sommità della torre vi è un punto trigonometrico a quota 50,22 metri s.l.m..

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(fig. 1.21) – Palazzo del Comune

Il palazzo presenta verso la piazza un porticato; nella maggior parte è ora elevato sei piani fuori terra compreso il piano terreno, una minor parte a sette livelli ed altra ad otto e poi la torre (fig. 1.22).

Con atto di "Dazione in pagamento" Repertorio n. 10697 in data sei Aprile 1939, ai rogiti del Notaro Cav. Nicola Merola, la Federazione dei Fasci di Combattimento, nella persona del suo Segretario Biaggini Emilio ha ceduto, all'Impresa Soc. An. Ing. Nino Ferrari con sede in La Spezia, un'area splateata di mq. 1361,59 (quella alienabile), a Lire 1.020 al metro quadrato, pari a complessive Lire 1.394.400, a parziale importo di copertura dell'Appalto iniziale.

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(fig. 1.22) - Il Palazzo Comunale ripreso nell'anno 2002 alla destra della foto una parte dell'Hotel Jolly

Come già detto l'area era pervenuta alla Federazione Fascista con atto pubblico in forma amministrativa, datato 29 Febbraio 1936, stipulato con l'Intendenza di Finanza della Spezia.

La parte di superficie di mq. 1.361,59 è stata poi successivamente ceduta, dall'Impresa Ing. Nino Ferrari, all'Istituto Nazionale per l'Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro, con atto Notaro Cav. Nicola Merola, del due Maggio 1950 Repertorio n. 25658.

L’I.N.A.I.L. intendeva costruirsi la propria sede provinciale e abitazioni. Ad oggi è ancora proprietà I.N.A.I.L. e trattasi del sito, fatto bitumare dall'Amministrazione Comunale ed utilizzato a parcheggio a tariffa oraria (vi è una vertenza), individuato dall'anno 2002 come Piazza "Beyreuth" (fig. 1.23). La Piazza Europa, per quanto riguarda l'arredo, è stata progettata dall'Arch. Alberto Di Sacco con la fontana a vasca, della superficie di circa mq. 350, a forma rettangolare e alti zampilli verticali, sita a pochi metri dalla Via XXIV Maggio.

Le aiuole, le panchine in massello di travertino e la pavimentazione a reticolo diagonale, formato da riquadri romboidali con lastre di travertino poste a cornice di contorno, hanno all'interno cubetti di porfido.

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(fig. 1.23) - La freccia indica il sito ove sorgeva, sugli scogli, il "Torretto" o "Molino a Vento", situazione odierna, ripresa dalla terrazza di copertura "dell'Istituto Madri Pie di Ovada"

I cubetti di porfido sono stati riciclati, infatti, prima di venir localizzati nella piazza (fine anni 1950), erano stati posti in opera negli anni prebellici lungo il Viale Italia, allora Viale Umberto I, nel tratto antistante la banchina Morin ed erano poi stati asportati e alloro posto cilindrato il conglomerato bitumato.

Verso mare, davanti alla Piazza Europa, si trova il Piazzale del Marinaio con al centro il monumento ai caduti, ornato della "Vittoria Alata" bellissima scultura in bronzo del maestro Angiolo Del Santo (fig. 1.24).

(fig. 1.24) - Situazione attuale del "Piazzale del Marinaio", ripreso dal Viale Italia, con il monumento ai caduti dal quale spicca "la Vittoria Alata" dello scultore Angiolo Del Santo. Sul retro la Cattedrale.

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33 1.7 L'edificio degli Uffici Finanziari della Camera di Commercio

Il Palazzo degli Uffici Finanziari si eleva sette piani fuori terra con poggiolata al piano secondo, è ubicato di fronte alla attuale Sede Municipale, lato Migliarina; è stato progettato nella seconda metà degli anni 30 del 1900 dall'Arch. Giorgio Guidugli, il progetto aveva una sua imponenza, anche all'interno, fornita da una larga scala a ventaglio con struttura in cemento armato.

Per allora la mobilità verticale meccanica era basata su due ristretti ascensori posti l'uno a destra e l'altro a sinistra dell'atrio, a servizio però dei soli funzionari degli uffici e non per i contribuenti.

Verso la fine degli anni 70 venne collocato un ascensore centrale, nel pozzo scale, utilizzabile da tutti i frequentatori dei vari uffici.

Il fabbricato ha porticato da due lati, in fregio alla piazza e alla Via XXIV Maggio.

Per la storia il completamento della piazza nel lato verso Migliarina erano stati studiati due edifici.

Il primo, verso mare, degli Uffici Finanziari realizzato e l'altro, quale Palazzo di Giustizia, verso la Via Vittorio Veneto dove si trovano ora gli Uffici della Camera di Commercio.

I due edifici in progetto erano collegati tramite porticato sulla attuale Via Rezasco.

La progettazione, completata nel 1939, era opera del Geometra Architetto H.C. Giorgio Guidugli

Tutti i prospetti dei due edifici erano previsti con rivestimenti lapidei ma poi, anche quello Finanziario costruito, è stato soltanto intonacato per la massima parte.

Il Palazzo detto della Camera di Commercio è opera interamente post-bellica, anche sotto l'aspetto architettonico, progettata dall'Arch. Alberto Di Sacco ed eseguita dall’Impresa Giulio Bertonati. Gli uffici Camerali occupano parte del

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