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LA RIQUALIFICAZIONE DEL QUARTIERE SPINE BIANCHE MATERA

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Academic year: 2021

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LA RIQUALIFICAZIONE DEL QUARTIERE SPINE BIANCHE MATERA

Università degli Studi della Basilicata Facoltà di Architettura

Laurea Specialistica in Ingegneria Edile-Architettura

Tecnologia dell’Architettura II prof. arch. Mario Losasso a.a. 2010-2011

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Concorso Nazionale per il quartiere Spine Bianche a Matera (1955)

1°premio Aymonino, Chiarni, Girelli, Lenci, Ottolenghi

(3)

Concorso Nazionale per il quartiere Spine Bianche a Matera (1955)

2°premio ex aequo Gorio, Valori 2°premio ex aequo Fiorentino, Selem

fonte: Casabella Continuità n. 231, 1959

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Concorso Nazionale per il quartiere Spine Bianche a Matera (1955)

3°premio ex aequo Coppa, Fabbri 3°premio ex aequo Anversa, Belardelli, Morelli

(5)

Concorso Nazionale per il quartiere Spine Bianche a Matera (1955)

Planimetria di studio del quartiere Spine Bianche a Matera successiva al risultato del concorso nazionale del 1955 e frutto dell’integrazione, non molto risolta, del progetto vincitore con le idee degli altri gruppi che hanno concorso alla realizzazione.

fonte: Casabella Continuità n. 231, 1959

(6)

Quartiere “A” Spine Bianche a Matera - planimetria definitiva (1959)

(7)

Quartiere Spine Bianche Ortofoto (2010)

Progettisti

Carlo Aymonino con M. Ottolenghi e M.

Fiorentino, S. Lenci, C. Chiarini, M.

Girelli, G. De Carlo, M. Fiorentino, N.

Selem, F. Gorio, M. Valori, V. Sangirardi

Anno di Progettazione 1954

Anno di Realizzazione 1959

Dati quantitativi

Popolazione insediata 3500

Superficie coperta residenziale 24570 mq

Superficie strade 26865 mq

Superficie parcheggi pubblici 26000 mq

Superficie servizi pubblici 21500 mq

Superficie verde pubblico attrezzato 25420 mq

Numero alloggi 687

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Piano terrenoe sezione trasversale

Progetto degli edifici ad uso negozio e abitazioni per il centro del quartiere

Primo piano e sezione longitudinale

Prospetto sud e testata

Prospetto nord

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Progetto degli edifici ad uso negozio e abitazioni per il centro del quartiere

Piano terreno

fonte: Casabella Continuità n. 231, 1959 Primo piano e sezione trasversale

Prospetti nord e sud e testata

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Una delle unità residenziali: piante del piano tipo e del piano terreno

(11)

Soluzione tipo per il blocco d’angolo di raccordo tra corpi di fabbrica ortogonali

Piante tipo del piano terreno e del piano tipo

fonte: Casabella Continuità n. 231, 1959 terreno e del piano tipo

Assonometria Sezione sull’alloggio

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Edificio a torre

Piante del piano tipo e di una variante del

seminterrato

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Piano terreno Primo piano Secondo piano

Edifici con alloggi simplex e duplex

fonte: Casabella Continuità n. 231, 1959

(14)

Pianta del piano rialzato con negozi Sezione longitudinale

Edificio ad uso negozi e abitazioni

(15)

Immagini di insieme (1959)

fonte: Casabella Continuità n. 231, 1959

(16)

Edificio a blocco isolato

Piano terreno

Sezione sulla scala

Dettaglio della sezione degli edifici

(17)

Esiste una forte richiesta/esigenza degli abitanti di Spine Bianche di nuovi balconi per estendere all’esterno il proprio spazio abitativo ritenuto appena sufficiente.

Questa richiesta, già espressa dai residenti nel 1993, fu inoltrata dall’Amministrazione dell’epoca al prof. Carlo Aymonino, uno dei progettisti ancora in vita del quartiere, il quale pur esitante, inviò al Sindaco una lettera e uno schizzo di possibile soluzione del problema.

Aymonino suggeriva di realizzare balconi come fossero delle protesi attaccate al corpo originario: balconi, sorretti da una struttura metallica esterna, tali che apparissero in maniera evidente come aggiunte posticce, lasciando inalterata e altrettanto evidente la lettura dei caratteri architettonici originari degli edifici.

Il dibattito sulla riqualificazione: il caso dei balconi (1993-2009)

Progetto originale per i balconi Aymonino anno 1993

Progetto dei balconi redatto dal Comune di Matera anno 2009

dei caratteri architettonici originari degli edifici.

In una intervista rilasciata nel maggio 2003 alla rivista degli architetti

SITI lo stesso Aymonino aggiungeva preoccupato: "non mi spaventa

di certo la possibilità di una ibridazione, anche sul piano del

linguaggio, di un’architettura contemporanea. Ma bisogna essere

chiari fino in fondo su un concetto, che ha poi delle conseguenze

molto evidenti sulla procedura da seguire: nulla di serio può essere

fatto senza un progetto unitario, ossia, senza un esame critico e

un esercizio progettuale unitario fatto da un architetto che si

assuma tutte le responsabilità del caso per l’intero quartiere. Poi

bisognerà mettere in campo un’onesta capacità critica per valutare

l’opportunità di fare. Guai se si lasciano liberi i singoli di manipolare le

strutture edilizie a loro piacimento. Io sono già passato da questa

esperienza (Foggia) con risultati catastrofici. Ossia, con la perdita di

identità del pezzo di architettura costruita".

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