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POLO IMPIANTISTICO CONTARINA SPA LOCALITÀ LOVADINA, COMUNE DI SPRESIANO

(PROVINCIA DI TREVISO)

COMMITTENTE

Lovadina di Spresiano (Treviso)

COD.ELABORATO

R-20180803_NnVIncA-224

SCALA

REV. N. DATA MOTIVO REDATTO CONTROLLATO APPROVATO

00 Emissione PM PM

PROGETTO DEFINITIVO PER LA REALIZZAZIONE DI UNA NUOVA AREA DI PARCHEGGIO MEZZI E AUTOVETTURE

D ICHIARAZIONE DI NON INCIDENZA

A LLEGATO E, DGRV 1400/2017

R ELAZIONE T ECNICA

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POLO IMPIANTISTICO DI LOVADINA DI SPRESIANO (PROVINCIA DI TREVISO).

PROGETTO DEFINITIVO PER LA REALIZZAZIONE DI UNA NUOVA AREA DI PARCHEGGIO MEZZI E AUTOVETTURE

DICHIARAZIONE DI NON INCIDENZA – RELAZIONE TECNICA

INDICE

1. PREMESSA __________________________________________________________________________ 3

2. INQUADRAMENTO TERRITORIALE DEL PROGETTO ___________________________________ 4 2.1 Localizzazione dell’intervento ________________________________________________________ 4 2.2 Ubicazione dell’intervento rispetto alla rete Natura 2000 _________________________________ 5 2.3 Ubicazione dell’intervento rispetto alla rete ecologica locale ______________________________ 7 2.4 Uso del suolo _____________________________________________________________________ 10

3. DESCRIZIONE DEL PROGETTO ______________________________________________________ 14 3.1 Motivazioni del progetto ____________________________________________________________ 14 3.2 Scelte progettuali __________________________________________________________________ 15

3.3 Interventi previsti e tecniche esecutive _______________________________________________ 16 3.3.1 Parcheggi ____________________________________________________________________ 16 3.3.2 Viabilità interna e accessibilità viasbilistica _______________________________________ 16 3.3.3 Viabilità pedonale _____________________________________________________________ 19 3.3.4 Recinzoni e sistemazione a verde_______________________________________________ 19 3.3.5 Rete di raccolta acque meteoriche ______________________________________________ 20 3.3.6 Reti Infrastrutturali ____________________________________________________________ 23 3.3.7 Illuminazione esterna __________________________________________________________ 23

4. IDENTIFICAZIONE DEI FATTORI DI PERTURBAZIONE _________________________________ 24

4.1 Fasi di lavoro ______________________________________________________________________ 24 4.1.1 Cronoprogramma _____________________________________________________________ 24 4.2 Fattori perturbativi _________________________________________________________________ 25

5. DEFINIZIONE DEI LIMITI SPAZIALI E TEMPORALI DELL’ANALISI ______________________ 27 5.1 Valutazione del buffer del rumore ____________________________________________________ 27 5.2 Precauzioni progettuali _____________________________________________________________ 29

6. VALUTAZIONE DELLA SIGNIFICATIVITA’ DEGLI EFFETTI _____________________________ 30 6.1 Effetti su siti rete Natura 2000 e habitat di interesse conservazionistico___________________ 30 6.2 Effetti su specie di interesse conservazionistico _______________________________________ 30 6.3 Valutazione di idoneità e valutazione delle possibili incidenze ___________________________ 33

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6.3.1 Ornitofauna __________________________________________________________________ 35 6.3.2 Anfibi e rettili _________________________________________________________________ 39 6.3.3 Mammiferi ___________________________________________________________________ 41 7. CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE _____________________________________________________ 44 8. DICHIARAZIONE ____________________________________________________________________ 45

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PROGETTO DEFINITIVO PER LA REALIZZAZIONE DI UNA NUOVA AREA DI PARCHEGGIO MEZZI E AUTOVETTURE

DICHIARAZIONE DI NON INCIDENZA – RELAZIONE TECNICA

1. PREMESSA

Il presente elaborato costituisce la Relazione Tecnica a supporto della dichiarazione di non necessità della procedura di Valutazione di Incidenza ai sensi della DGRV n. 1400 del 29.08.2017 relativa al Progetto definitivo di realizzazione di una nuova area parcheggio mezzi e autovetture a servizio del polo impiantistico di trattamento di rifiuti di Lovadina di Spresiano (TV), gestito da Contarina SpA.

Il punto 2 dell’allegato A al provvedimento regionale richiama l’obbligo di effettuare la procedura per la valutazione di incidenza per tutti i piani, i progetti e gli interventi (ossia le attività riportate nell’allegato B non ricomprese in piani o progetti) che possono comportare incidenze significative negative sui siti della rete Natura 2000, indipendentemente dalla loro collocazione geografica.

La disposizione stabilisce, tuttavia, che non sono soggetti alla procedura per la valutazione di incidenza i piani, i progetti e gli interventi elencati al paragrafo 2.2 dell’allegato; nel caso generale di cui al punto 231 è necessario predisporre una dichiarazione di non necessità di valutazione di incidenza allegando una relazione tecnica finalizzata a esplicitare i criteri di esclusione.

L’analisi riportata nella presente Relazione è, pertanto, finalizzata a evidenziare la rispondenza del progetto in esame al richiamato caso generale e la conseguente non necessità di procedere con la selezione preliminare (screening) di Valutazione di Incidenza Ambientale.

1 23. piani, progetti e interventi per i quali sia dimostrato tramite apposita relazione tecnica che non risultano possibili effetti significativi negativi sui siti della rete Natura 2000.

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2. INQUADRAMENTO TERRITORIALE DEL PROGETTO

2.1 Localizzazione dell’intervento

L’area di intervento è individuata in adiacenza al polo impiantistico Contarina SpA di Lovadina di Spresiano (TV) sul confine comunale tra i territori di Spresiano e Villorba (Figure 2.1 e 2.2). L’area individuata, compresa tra il Canale di Lancenigo e il margine meridionale dello stabilimento, si affaccia su Via Vittorio Veneto. La superficie si estende su 44.100m2, dei quali 39.750m2 ricadono in comune di Villorba e i rimanenti 4.350m2 in comune di Spresiano.

Il nucleo residenziale di Spresiano si colloca circa 3,5 km a NNW del sito di progetto; le frazioni di Lovadina (a N) e Visnadello (a W) distano entrambe circa 2Km.

Figura 2.1 – Ubicazione dell’area di intervento [fonte: Google maps]

AREA DI INTERVENTO

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2.2 Ubicazione dell’intervento rispetto alla rete Natura 2000

Con riferimento alla rete Natura 2000, l’area di progetto si colloca a notevole distanza dai siti individuati nei territori comunali e zone limitrofe (Figura 2.3).

SIC IT3240030 – Grave del Piave, Fiume Soligo, Fosso di Negrisia e ZPS IT3240023 – Grave del Piave.

Dista circa 4,2Km (in direzione NE) dal sito di progetto. Comprende l’area di espansione fluviale costituita da alluvioni grossolane colonizzate in parte da vegetazione pioniera, da prati xerofili su terrazzi particolarmente consolidati, boschetti ripariali e macchie con elementi di vegetazione planiziale e, nelle depressioni, canneti. Tratto di fiume soggetto a frequenti cambiamenti dovuti al regime idrico. Presenza di saliceti riferibili al Salicion eleagni (Salicetum eleagni) e al Salicion albae a cui sono frequentemente associati, nelle zone a substrato maggiormente stabilizzato, arbusti eliofili ed elementi dei Querco- Fagetea. Sono presenti tratti di canneto ad elofite (Phragmition) e praterie xeriche su substrati ghiaiosi e sabbiosi, altrove infrequenti, riferibili ai Festuco-Brometea con ingressione di specie mesofile dove il terreno è meno drenato. Il sito riveste importanza per l’avifauna e la fauna interstiziale. La vulnerabilità è legata ai rischi derivati dalla gestione dell’assetto idrogeologico, dalle coltivazioni e dalle cave abusive e discariche.

SIC-ZPS IT3240012 Fontane Bianche di Lancenigo. Si estende al margine maridionale del territorio di Figura 2.2 – Inquadramento dell’area su CTR (a sx) e su ortofoto (a dx) [cfr. tavola di Progetto DA1-A]

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Figura 2.3 – Rapporti tra il l’area di progetto e la Rete Natura 2000

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Villorba e dista circa 4,4Km dal sito di progetto. II Sito, il cui perimetro coincide con la ZPS designata ai sensi della direttiva 79/409/CEE, ha un'estensione di circa 64 ha. In quest’area le acque che alimentano il fiume Melma, affluente di sinistra del Sile, hanno favorito la formazione di un ambiente di risorgiva caratterizzato da elementi vegetazionali tipici dei luoghi umidi di acqua dolce. Sono presenti popolamenti a idrofite natanti (Lemnetea minoris) e radicanti (aggruppamenti dei Potamogenotea pectinati ed in particolare Ranunculo-Sietum erecto-submersi, Ranunculion fluitantis). Vicino alle sponde si sviluppano aggruppamenti appartenenti ai Phragmitetea (da segnalare soprattutto per la presenza di Cladium mariscus - Cladietum marisci), e vegetazione arborea ripariale dei Salicetea purpureae e Alnetea glutinosae con alcuni elementi dei Querco-Fagetea. La vulnerabilità è ascrivibile a coltivazioni, drenaggi, inquinamento, alterazione dell'assetto idrico, espansione di insediamenti residenziali.

2.3 Ubicazione dell’intervento rispetto alla rete ecologica locale

La Figura 2.4, che riporta uno stralcio della Tavola 3.1 Carta delle reti ecologiche del PTCP, mostra i rapporti dell’area di progetto con la rete ecologica provinciale -costituita dalle aree da preservare e da potenziare nel quadro di una gestione complessiva ed integrata degli assetti ambientali- evidenziando la sua collocazione in un’area di connessione naturalistica – Fascia tampone. L’art. 38 delle NTA, che detta le direttive per la tutela delle fasce tampone (buffer zone) e delle aree di potenziale completamento della rete ecologica, dispone:

1. Nelle fasce tampone e nelle aree di potenziale completamento della rete ecologica site al di fuori delle aree urbanizzate possono venir opportunamente ammesse dallo strumento urbanistico comunale, compatibilmente con le previsioni del PTCP:

a) attività di agricoltura non intensiva;

b) attività agrituristiche;

c) centri di didattica ambientale;

d) attività ricreative e per il tempo libero a limitato impatto;

2. Salvo motivata eccezione, non sono ammesse nuove edificazioni ad alto consumo di suolo e/o fortemente impattanti.

3. Gli strumenti urbanistici comunali perimetrano in maniera definitiva le fasce tampone, indicando le aree di idoneità faunistica comprese in esse e dettando norme differenziate in relazione al livello di idoneità, in analogia a quanto disposto per le aree faunistiche comprese nelle altre aree della rete ecologica.

Il progetto in esame, che non prevede strutture in elevazione, è accompagnato da opportuna sistemazione delle aree verdi con piantumazione di specie arboree ed arbustive in siepi e filari in modo da non limitare drasticamente il valore ecologico dell’area rispetto allo stato di fatto.

La Tavola 3-2B del PTCP, di cui è riportato un estratto in Figura 2.5, evidenzia peraltro l’idoneità faunistica da bassa a nulla dell’area in esame, media in corrispondenza del Canale di Lancenigo.

Non si rilevano pertanto rapporti conflittuali tra l’opera in progetto ed elementi infrastrutturali indicati dal

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Piano.

Figura 2.4 – Stralcio della Carta del sistema ambientale naturale. Reti ecologiche [fonte: Tavola 3-1B, PTCP] Area di progetto

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Dall’analisi degli strumenti urbanisti comunali emerge quanto segue:

La Carta della Trasformabilità del PAT del comune di Villorba (Cfr. Elaborati U1.1 e U1.2-a-A-VILLORBA) inserisce l’area di progetto nella Rete ecologica locale in corrispondenza di un elemento di connessione individuato come “Fascia Tampone”.

L’art.51, comma 13, delle NTA indica, per tale tipologia, le seguenti prescrizioni e vincoli:

I progetti che implicano modificazione di usi, funzioni, attività in atto sono soggetti a valutazione di incidenza (VINCA) in prossimità del SIC e ZPS IT 3240012 “Fontane Bianche di Lancenigo”; nelle aree distanti da quest’ultima ma prossime a corridoi ecologici e /o altre aree a valenza naturalistica dovrà essere redatta un analisi che dimostri comunque la compatibilità dell’opera con i luoghi. La necessità della procedura VINCA è valutata comunque dal responsabile del procedimento.

Tale prescrizione è ottemperata dalla dichiarazione di non necessità di VIncA.

Per l’area in questione, per la quale è prevista una procedura espropriativa per pubblica utilità, è proposta una variante urbanistica che prevede la riclassificazione dell’intera area interessata nel Sistema dei Servizi -Z.T.O. Fb – “Aree per attrezzature di interesse comune” (art.69, Norme Operative) (Cfr. Elaborato U1.1-a-A-VILLORBA). L'approvazione dello strumento urbanistico introdurrà il vincolo preordinato

Figura 2.5 – Stralcio della Carta del sistema ambientale. Livelli di idoneità faunistica [fonte: Tavola 3-2B, PTCP] Area di progetto

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all'esproprio.

Come si evince dalla Carta della Rete Ecologica e Mobilità Lenta del PAT del comune di Spresinao (Cfr.

Elaborati U2.1 e U2.2-a-A- SPRESIANO), il sito di progetto ricade in Area di connessione naturalistica (fascia tampone) per la quale valgono le direttive e prescrizioni di cui all’art. 66 delle NTA che, in linea generale, rinviano al PI la disciplina degli elementi della rete ecologica.

Per le Fasce tampone (buffer zone) il citato articolo prescrive, inoltre, “i progetti che implicano modificazioni di usi, funzioni, attività in atto sono soggetti a valutazione di incidenza in prossimità delle aree SIC e ZPZ; nelle aree distanti da queste ultime ma prossime a corridoi ecologici e/o altre aree a valenza naturalistica, va redatta una analisi di compatibilità ambientale”.

Tale prescrizione è ottemperata dalla dichiarazione di non necessità di VIncA.

Per l’area in questione, per la quale è prevista una procedura espropriativa per pubblica utilità, è proposta una variante urbanistica che prevede la riclassificazione dell’intera area interessata in Zona F “Servizi di interesse comune di maggiore rilevanza” (art.55 NTA) e, in particolare, in zona F2 – “Aree per attrezzature di interesse comune” come definite dal PI. (Cfr. Elaborato U1.1-a-A-VILLORBA)

L'approvazione dello strumento urbanistico introdurrà il vincolo preordinato all'esproprio.

2.4 Uso del suolo

Dall'analisi dell'uso del suolo attuale (Figura 2.6), desunta dalla Banca Dati regionale della Copertura del Suolo, si evince che l’area di intervento si inserisce in zona agricola su terreni seminativi in aree irrigue (Terreni arabili in aree irrigue - cod. 2.1.2), nel settore a ridosso dell’impianto di trattamento rifiuti, e Superfici a copertura erbacea: graminacee non soggette a rotazione (cod. 2.3.1) nella restante porzione.

L’area è interclusa tra la viabilità ordinaria (via V.Veneto – Rete stradale secondaria con territori associati, cod. 1.2.2.3), il polo impiantistico Contarina SpA (Aree destinate ad attività industriali e spazi annessi, cod. 1.2.1.1), l’ippodromo comunale (Ippodromi e spazi associati, cod. 1.4.2.4) e un’area urbana a tessuto discontinuo (Tessuto urbano discontinuo medio, principalmente residenziale, cod. 1.1.2.2).

La sequenza temporale delle immagini riportate in Figura 2.7 rende conto delle modifiche colturali subite dall’area di interesse tra il 2003 e il 2017. L’area a prato, di maggior interesse a livello ecologico, non è più presente dopo il 2010.

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Figura 2.6 – Uso del suolo nell’ambito dell’area di intervento e nel suo intorno [fonte: Geoportale Regionale]

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APRILE 2003 LUGLIO 2004 OTTOBRE 2006

AGOSTO 2010 MARZO 2015 FEBBRAIO 2017

Figura 2.7 – Evoluzione dell’area di intervento nel periodo 2003-2017 [fonte: Google Earth]

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Figura 2.8 – Assetto attuale dell’area di intervento

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3. DESCRIZIONE DEL PROGETTO

3.1 Motivazioni del progetto

Il progetto proposto discende dall’elaborazione di uno Studio di Fattibilità e di un successivo Progetto Definitivo datato 22.05.2013 che comprendeva anche l’ “Adeguamento al Piano di Tutela delle Acque della Regione Veneto del sistema di raccolta, trattamento e scarico delle acque reflue industriali, meteoriche e domestiche e realizzazione di edifici di servizio” a servizio dell’impianto di trattamento Contarina SpA di Lovadina.

Il progetto in analisi, che adotta le indicazioni del Consorzio di Bonifica Piave e alcune indicazioni impartite dalla Committente, è finalizzato alla realizzazione di nuovi parcheggi interni ed esterni al polo impiantistico (destinati ai mezzi operativi e alle autovetture e/o moto dei dipendenti), all’adeguamento della viabilità di servizio, al potenziamento delle reti di fognatura e di illuminazione stradale, all’ampliamento della recinzione e sistemazione a verde finale.

In considerazione del numero di veicoli, complessivamente superiore a 400 mezzi operativi e a oltre 600 autovetture/moto private, la realizzazione del nuovo parcheggio richiede l’esproprio di un’area limitrofa allo stabilimento, compresa tra l’impianto stesso e il Canale di Lancenigo, della superficie di circa 44.100m2; quest’area, localizzata immediatamente a sud dell’impianto Contarina, si estende in parte in comune di Villorba (39.750 m2) e in parte in comune di Spresiano (4.350m2).

La soluzione adottata è sostanzialmente legata alla necessità di soddisfare sia le esigenze di stallo della maggior parte dei mezzi operativi (fermi indicativamente dalle 17.30 alle 05.00), sia quelle di parcheggio del personale dipendente, anche in relazione alla recente espansione territoriale dell’Azienda e all’accentramento degli uffici presso l’impianto di Lovadina.

Nella considerazione che Contarina SpA, titolare della gestione dei servizi ambientali in provincia di Treviso, effettua anche la raccolta dei rifiuti, è evidente la necessità di disporre di adeguati spazi di sosta per i propri mezzi la cui rimessa non può essere, per ovvi motivi gestionali, localizzata lontano dallo stabilimento. Analogamente, si deve rilevare che gli orari di servizio degli operatori non consentono l’utilizzo di mezzi pubblici, comunque problematico per i dipendenti, i quali devono poter disporre di idonei spazi di parcheggio.

Analogamente al precedente, il progetto proposto tiene conto dei vincoli imposti dalla Normativa Regionale in materia di Gestione delle acque meteoriche (cfr. Piano Tutela Acque e linee guida di cui alla DGR n.80/2011; NTA e successive modifiche apportate con DGR n.842/2012 e DGR n. 1534/2015).

E’ pertanto previsto un insieme di interventi convergenti e sinergici comprendente la realizzazione di:

nuovi parcheggi per autovetture, moto e biciclette dei dipendenti;

nuovi parcheggi per i mezzi operativi;

demolizione di alcune aree di parcheggio mezzi finalizzata all’acquisizione di ulteriori spazi;

riperimetrazione della zona destinata allo stoccaggio cassonetti (puliti o sporchi), interessando parte della nuova area;

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rete di raccolta separata delle acque di dilavamento ai sensi dell’art.39 delle NTA del Piano regionale di Tutela Acque (l’impianto è elencato in allegato F)

interventi finalizzati a favorire l’infiltrazione diffusa delle acque meteoriche pulite nel sottosuolo.

3.2 Scelte progettuali

Il Progetto Definitivo riguarda la realizzazione della “Nuova area di parcheggio mezzi ed autovetture” a servizio del polo impiantistico per il trattamento di rifiuti Contarina SpA di Lovadina di Spresiano (TV).

L’intervento interessa una superficie complessiva di 44.100 m2, di cui: 39.750 m2 in Comune di Villorba e 4.350 m2 in Comune di Spresiano. L’area

individuata, della quale si dovrà procedere all’esproprio, si colloca al confine meridionale dello stabilimento ed è delimitata da Via V.Veneto e dal Canale di Lancenigo.

Nella sede impiantistica è attualmente in corso la realizzazione delle opere di

”Adeguamento al Piano di Tutela delle Acque della Regione Veneto del sistema di raccolta, trattamento e scarico delle acque reflue industriali, meteoriche e domestiche e realizzazione di edifici di servizio”, autorizzate sulla base di un precedente progetto.

Il progetto prevede un insieme di interventi convergenti e sinergici ed è impostato, anche nell’ottica di possibili ulteriori sviluppi di medio periodo (nuovo stoccaggio coperto rifiuti e nuovo distributore metano), su un approccio complessivo che comprende:

Nuovi parcheggi per autovetture, moto e biciclette dei dipendenti e ingresso parcheggio autovetture

Nuovi parcheggi e viabilità per i mezzi operativi

 Recinzione e sistemazione a verde

 Rete di raccolta acque meteoriche e nuova vasca volano

Reti infrastrutturali (fognaria, elettrica, rilancio acque di pioggia)

 Impianti di illuminazione esterna

Figura 3.1 – Individuazione dell’area di progetto

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3.3 Interventi previsti e tecniche esecutive

3.3.1 Parcheggi

Sono previsti:

 realizzazione di nuovo parcheggio per autovetture, moto e biciclette dei dipendenti: localizzato, in continuità con i parcheggi esistenti, nel settore che si affaccia sulla viabilità comunale (Via V.Veneto, fronte SE), sarà strutturato in due aree distinte separate dalla fascia di rispetto del gasdotto dotate di accessi indipendenti ma collegati da un corridoio strategico;

 realizzazione di nuovo parcheggio per i mezzi operativi: ubicato nella parte più interna dell’area (fronte SW) sarà organizzato in due settori distinti separati dalla fascia di rispetto del gasdotto e comunicanti attraverso il corridoio strategico di cui al punto precedente;

 riconfigurazione di alcune attuali aree di parcheggio e dell’area di deposito cassonetti, finalizzata all’ottimizzazione gestionale-organizzativa del layout

 demolizione (futura) di alcune aree di parcheggio dei mezzi operativi per ottenere lo spazio necessario alla realizzazione delle previste nuove strutture funzionali all’impianto di trattamento (tettoie per lo stoccaggio coperto rifiuti e distributore metano).

Il riepilogo riportato in Tabella 3.I evidenzia l’incremento, rispetto alla situazione attuale, del numero di stalli ottenuto con l’attuazione del progetto.

3.3.2 Viabilità interna e accessibilità viasbilistica

Lo schema di impianto dei parcheggi include corselli a senso unico, tranne che per l’uscita, che prevede due corsie, al fine di migliorare l’egresso dal parcheggio. L’impianto è semplice e regolare: l’area è strutturata con una maglia prevalentemente ortogonale di corselli al fine di permettere una facile circolazione interna e allo stesso tempo una semplice individuazione dei percorsi di uscita dal parcheggio, limitando così la possibilità di intasamento.

Il parcheggio comprende 1110 stalli complessivi: 396 posti per mezzi operativi, 621 per auto, 78 per moto Tabella 3.I – Numero di stalli disponibili a conclusione degli interventi di progetto

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e biciclette e 15 posti per disabili.

L’eliminazione degli stalli localizzati nell’area destinata alle future tettoie, consente di:

 razionalizzare la viabilità principale creando una circolazione anulare esterna alle aree di conferimento rifiuti e/o di servizio

 realizzare corsie di adeguata lunghezza per lo stazionamento dei mezzi in attesa di lavaggio, senza interferire con la viabilità principale;

 realizzare n°2 punti d’uscita dalle aree di sosta dei mezzi operativi che consentono una velocizzazione del sistema di accesso/uscita (rispetto alla presenza di un solo ingresso) evitando la possibile congestione, specie ad inizio giornata lavorativa, potenzialmente legata all’incrementato numero di mezzi.

L’ipotesi progettale per l’accesso delle auto alla nuova area a parcheggio dipendenti prevede di sfruttare ed efficientare gli ingressi lungo via Vittorio Veneto con lo spostamento del CC3 esistente e con realizzazione del nuovo CC4.

Gli elementi chiave a supporto del movimento di ingresso sono rappresentati dalla rotatoria prevista in corrispondenza di CC3, che consente una circolazione a senso unico tra i diversi parcheggi, e dalla bretella di collegamento delle due aree di sosta, che permette la ricerca dello stallo senza vincolo, per le auto che non hanno trovato posto, di dover ritornare sulla viabilità ordinaria per rientrare in parcheggio da un altro accesso.

Figura 3.2 – Planimetria viabilità di progetto (cfr. Tavola DA2_c.RevB)

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3.3.2.A Pavimentazione stradale

Strade interne

La pavimentazione stradale avrà caratteristiche analoghe a quelle adottate dal progetto di adeguamento al PTA in corso di realizzazione.

Il pacchetto stradale sarà quindi costituito da:

 geotessile poliestere tessuto trama e ordito da 300 g/m2;

 sottofondo stradale realizzato con tout-venant misto natura (portata minima 90 kN/mm2), spessore 50cm;

 stabilizzato per pendenze, spessore 9cm;

 binder (granulometria 0÷22mm), spessore 7cm;

 tappeto di usura (granulometria 0÷12 mm), spessore 4cm.

Parcheggi esterni

La pavimentazione stradale adottata per i parcheggi esterni, non assoggettata a particolari carichi o a flussi elevati, è di tipo drenante (DRAIN BETON o equivalente) le cui caratteristiche prestazionali sono riportate nello schema seguente (Tabella 3.II).

Figura 3.3 -Pacchetto stradale tipo per strade interne

Tabella 3.II - Prestazioni caratteristiche e requisiti di garanzia del conglomerato drenante

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Il valore di permeabilità del conglomerato corrisponde a una velocità di flusso di 15 mm/s (54.000 mm/h) che assicura una infiltrazione pressoché totale delle acque di pioggia.

Il pacchetto stradale sarà quindi costituito da:

 geotessile poliestere tessuto trama e ordito da 300 g/m2;

 sottofondo stradale realizzato con tout-venant misto natura, spessore 30 cm;

 misto cementato drenante della portata minima di 90 kN/mm2, spessore 15 cm;

 tappeto di usura in conglomerato drenante, spessore 14 cm.

3.3.3 Viabilità pedonale

I percorsi pedonali sono organizzati, sia all’esterno sia all’interno dello stabilimento, su marciapiedi o a raso. I marciapiedi saranno realizzati in cemento, armati con rete metallica e completi di cordonatura in c.a.. Lo scarico delle acque meteoriche avverrà verso la superficie drenante, tramite opportune pendenze.

3.3.4 Recinzoni e sistemazione a verde

Sono adottate le due tipologie di recinzione in relazione alla specifica collocazione:

 recinzione divisoria tra stabilimento e posteggi esterni: pannelli di grigliato 2,00x2,00 m con muretto di sostegno da 40 cm fuori terra, per un’altezza complessiva di 2,40 m

 zona di attraversamento/rispetto metanodotto e recinzione lato canale. pannello zincato plastificato colore verde 2,50x2,40m su plinti di sostegno interrati per un’altezza complessiva di 2,40 m.

Le aree a verde sono costituite da:

siepi di Cupressus Ciparis Leylandii e/o Photinia “Red Robin”, dell’altezza minima di 1.5m, disposte lungo il divisorio tra parcheggio interno ed esterno;

 filari arboreo/arbustivi di specie autoctone, messe a dimora per specie e distribuite casualmente su file alterne, secondo le indicazioni di massima ricavate dalle norme tecniche operative del Piano degli Interventi del Comune di Villorba;

 mantenimento dell’area a verde attuale all’interno della fascia di rispetto del metanodotto.

Figura 3.4 -Pacchetto stradale tipo per parcheggi esterni

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Non sono previste piantumazioni lungo la recinzione della fascia di rispetto del metanodotto.

3.3.5 Rete di raccolta acque meteoriche

Le acque meteoriche di dilavamento delle nuove aree sono considerate “acque contaminabili” e, pertanto, se ne prevede la gestione secondo le disposizioni di cui all’art. 39, comma 3, che stabilisce il sequestro in vasca volano delle acque di prima pioggia.

Gli interventi di realizzazione della rete fognaria separata in estrema sintesi comprendono:

 Realizzazione di una rete indipendente per la raccolta delle acque meteoriche incidenti sulla maggior parte dei nuovi parcheggi mezzi e viabilità relativa: totalità delle Isole Sud e la parte più orientale delle Isole Est. La rete farà capo ad una nuova vasca di prima pioggia VP4 della capacità di 80 m3, con successivo invio delle acque al depuratore e con scarico delle acque di seconda pioggia nella nuova trincea drenante NT1.

 Realizzazione di una rete di raccolta delle acque meteoriche incidenti sulla residua parte delle Isole Est e loro convogliamento al pozzetto di ingresso e sfioro in testa alla vasca a pioggia esistente VP2.

Alla vasca confluiranno anche le acque di un tratto della nuova viabilità principale.

 Separazione delle acque dei tetti dell’edificio lavaggio mezzi e nuova area distributore metano e loro convogliamento in una linea separata con innesto nella rete fognaria della acque meteoriche non contaminate (già realizzata) in corrispondenza del pozzetto U6.

 Realizzazione di una rete fognaria con tubi fessurati posti al di sotto del nuovo parcheggio dipendenti, a nord della fascia di rispetto del metanodotto, per la raccolta delle acque infiltrate nella pavimentazione drenante e loro trasferimento nel pozzo di carico (SF3) del sistema drenante originario di stabilimento (AE1).

 Realizzazione dei una rete fognaria con tubi fessurati posti al di sotto del nuovo parcheggio dipendenti, a sud della fascia di rispetto del metanodotto, per la raccolta delle acque infiltrate nella pavimentazione drenante e loro trasferimento nella nuova trincea drenante NT2, appositamente predisposta.

 Realizzazione degli interventi di modifica di alcune linee fognarie previste dal precedente progetto di adeguamento, destinandole alla raccolta di acque meteoriche di differente tipologia, come evidenziato nella specifica tavola grafica.

3.3.5.A Aree drenanti

Con l’acquisizione della nuova area (circa 4,41 ha), la superficie complessiva soggetta all’incidenza delle acque meteoriche è pari a 15.66 ha (cfr. Tav.D-A4) suddivisa nelle differenti tipologie previste dall’art. 39 del PTA:

 aree contaminate – trattamento integrale (comma 1). E’ previsto l’invio al depuratore delle acque meteoriche derivanti dal dilavamento delle aree continuativamente contaminate e di quelle contaminate;

 aree contaminabili – trattamento acque prima pioggia (5mm; comma 3). Le acque di dilavamento delle

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aree contaminabili fanno capo alle vasche volano di prima pioggia VP1, VP2, VP3 (esistenti) e VP4 (di progetto), ognuna della capacità di 80m3;

 aree non contaminate – infiltrazione nel sottosuolo (comma 5). Come anticipato, saranno realizzate pavimentazioni in conglomerato drenante, le cui caratteristche permetteranno l’infiltrazione completa delle acque di pioggia di cui almeno il 60% sarà trasferito nel sottosuolo. Il volume di acque meteoriche raccolte dal sottostante sistema drenante realizzato con tubi fessurati, ammonterà al 40% max del volume incidente che rappresenta il dato di progetto per il dimensionamento delle trincee drenanti di sicurezza.

In Tabella 3.III è riportata la nuova suddivisione delle aree drenanti nel confronto con la situazione relativa al progetto precedente.

3.3.5.B Trincee drenanti

In analogia con quanto previsto nel progetto di adeguamento, le acque di seconda pioggia e quelle non contaminate saranno infiltrate nel terreno oltre che attraverso l’esistente sistema disperdente, anche per mezzo di trincee drenanti di nuova realizzazione

 NT1 per lo smaltimento della acque di seconda pioggia relative a VP4

 NT2: per lo smaltimento di sicurezza delle acque drenate dal parcheggio drenante a sud della fascia di rispetto;

e della pavimentazione drenante dei parcheggi.

Analogamente a quelle già previste nel progetto precedente, le trincee drenanti saranno realizzate con tubazioni forate in cls Φ 600 mm a base piana, sistemate all’interno di una trincea drenante in materiale

Tabella 3.III – Ripartizione delle aree drenanti

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arido di cava ad alta porosità dello spessore di 1,00 m, protetta su tutti i lati da un telo di tessuto non tessuto da 300 g/m2.

Le trincee saranno necessariamente realizzate in corrispondenza dell’orizzonte permeabile di ghiaia mista a ciottoli e sabbia, con scorrevole dei tubi drenanti alla quota di 1,95÷2,30 m sotto il piano campagna, con il cielo trincea a quota 1,25÷1,60 m sotto il p.c..

Ultimata la posa delle tubazioni, le trincee saranno rinterrate e il piano campagna ripristinato a quota con uno strato di terreno vegetale di ca. 40 cm.

3.3.5.C Vasca volano VP4

La vasca volano VP4, come le esistenti VP1-VP2-VP3, avrà un volume di 80 m3 e sarà costituita da due vasche prefabbricate parallelepipede in c.a.v. monoblocco, poste in serie, e vasca di sollevamento a valle per l’installazione delle pompe di rilancio delle acque di prima pioggia.

Le vasche sono complete di soletta di copertura inclusa nella struttura, in versione carrabile pesante.

L’impianto svolge anche la funzione di disoleatura.

Figura 3.5 - Planimetria aree drenanti progetto (cfr. Tavola DA4_b.RevB)

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3.3.6 Reti Infrastrutturali

Le reti infrastrutturali saranno costituite da:

Rete fognaria: le nuove reti saranno realizzate con tubazioni di PVC-SN8 e pozzetti in c.a.v., impermeabilizzati con idonea malta protettiva, muniti di chiusini D400;

Rete fognaria (parcheggi esterni): PEAD fessurato 2 mm rivestito di tessuto non tessuto;

Cavidotti elettrici: realizzati con tubi in PEAD corrugato a doppio strato (lisci internamente) 450 N – Pozzetti in c.a.v. drenanti con chiusini D400;

Linea rilancio acque di pioggia da VP4 alla depurazione: tubazione PEAD-PE100-PN10.

3.3.7 Illuminazione esterna

Per l’illuminazione esterna dei nuovi parcheggi e relativa viabilità saranno adottate armature stradali installate su pali o su pareti di edifici, ad un’altezza di 9,00m fuori terra (o similare, se a parete), fornite di sorgenti luminose a led ad alta efficienza con potenze di 50W o 61W, rispondenti ai requisiti richiesti dalla L.R. Veneto 17/09.

Il progetto prevede la realizzazione dei necessari cavidotti interrati per il collegamento dei plinti dei diversi pali di illuminazione, realizzati con tubo in PEAD corrugato doppia parete Ø 110mm esterno.

L’alimentazione della nuova porzione impiantistica sarà derivata dall’esistente quadro generale dell’impianto di depurazione / sollevamento / illuminazione esterna “QE0-N” - sezione normale; lo stesso sarà integrato con tutti i necessari nuovi dispositivi di distribuzione, protezione e comando.

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4. IDENTIFICAZIONE DEI FATTORI DI PERTURBAZIONE

4.1 Fasi di lavoro

Le fasi di lavoro previste in progetto sono sinteticamente articolate nelle seguenti:

 scotico e livellamento del terreno di fondazione;

 esecuzione degli scavi a sezione ristretta per trincee, cavidotti e plinti;

 realizzazione di cassonetti stradali e asfaltatura;

 realizzazione delle pavimentazioni drenanti;

 esecuzione dei rinterri, compattazione del terreno di riporto e trasporto di quello in esubero,

 posa in opera degli elementi idraulici (vasca di pioggia e trincee drenanti),

 illuminazione esterna.

A completamento dell’intervento saranno realizzate le sistemazioni a verde.

4.1.1 Cronoprogramma

Le attività di cantierizzazione previste per la realizzazione dell’opera si svolgeranno presumibilmente secondo il cronoprogramma di cui alla seguente Tabella 4.I.

Tabella 4.I - Diagramma di Gantt per la realizzazione del parcheggio

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4.2 Fattori perturbativi

L’allegato A alla DGRV 1400/2017 prescrive di accertare la presenza dei fattori di pressione riportati nell’allegato B al provvedimento. Secondo tale criterio, per gli interventi previsti dal progetto in esame si possono individuare i seguenti:

 D01.03 Parcheggi e aree di sosta

Il progetto prevede la realizzazione di una nuova area di parcheggio a servizio del polo impiantistico per il trattamento di rifiuti che interessa una superficie complessiva di 44.100 m2, di cui: 39.750 m2 in Comune di Villorba e 4.350 m2 in Comune di Spresiano

 G01.03.01 Attività con veicoli motorizzati su strada

In fase di cantiere è previsto il passaggio, che potrà interessare la viabilità esistente, di mezzi motorizzati per le operazioni di realizzazione dell’area di parcheggio.

La realizzazione del nuovo parcheggio e funzionale alle esigenze del personale dipendente e alla gestione dei mezzi operativi, gli stessi attualmente utilizzati a frequenza quotidiana dagli operatori e altro personale.

In tale situazione, lo spostamento del punto di sosta dei mezzi in dotazione e dei veicoli da un’area (quella attualmente utilizzata per la sosta) all’altra (il nuovo parcheggio) nei pressi dello stabilimento, non implica significative variazioni dei flussi di traffico attualmente registrati.

In fase di esercizio, pertanto, non è significativa l’ipotesi di incremento di traffico.

 G01.03.02 Attività con veicoli motorizzati fuori strada

In fase di cantiere è previsto il passaggio su terreni sterrati dei mezzi d’opera utilizzati per i lavori di realizzazione dell’area di parcheggio.

 H04.02 Immissioni di azoto e composti dell’azoto

 H04.03 Altri inquinanti dell'aria

In fase di cantiere la movimentazione di materiale e le emissioni di gas combusti dei mezzi d’opera daranno luogo a una temporanea produzione di ossidi di azoto, polveri e biossido di zolfo. In base alle valutazioni contenute nello Studio Preliminare Ambientale di cui all’art.19 del D.Lgs. 152/06, gli effetti collegati al sollevamento delle polveri si esauriscono entro una distanza di circa 100m dalla sorgente di emissione lungo la direzione del vento, inferiore per quanto riguarda i gas di scarico.

 H06.01 Inquinamento da rumore e disturbi sonori

In fase di cantiere sono attese emissioni sonore da fonti puntuali e irregolari legate alle attività di lavoro e al transito dei mezzi pesanti; la potenziale alterazione del clima acustico è limitata al periodo diurno (orario di cantiere).

In base alle valutazioni riportate nello Studio Preliminare Ambientare si può stimare che il risentimento dovuto al rumore possa estendersi, con riferimento all’attività maggiormente rumorosa ( sbancamenti e scavi) sino a una distanza di circa 150m dall’area.

Il rumore legato ad attività antropiche e, in particolare, quello determinato dalle operazioni di cantiere, ha

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un impatto fisiologico e comportamentale sull’avifauna nidificante e migratoria. Gli effetti possono riguardare:

 mascheramento dei segnali che gli uccelli usano per comunicare tra appartenenti alla stessa specie o per riconoscere segnali biologici, con conseguente potenziale allontanamento dalle aree rumorose e spopolamento,

 alterazione della chiarezza di rilevamento dei suoni di predatori e/o delle prede,

 aumento dello stress causato da rumori che disturbano le fasi di alimentazione (riduzione del “time budget”), ecc.

E importante notare che il mascheramento dei segnali di comunicazione avviene anche in molti ambienti naturali e in aree con rumore ambientale tipico delle zone suburbane e rurali. Il rumore del traffico o del cantiere causerà ulteriore mascheramento della comunicazione solo se il livello spettrale supera quello del rumore ambientale nel campo di frequenze nello spettro udibile dagli uccelli (tra 2 e 8 kHz).

In sintesi, l'effetto di mascheramento da rumore dipende molte variabili, tra cui la capacità uditiva delle specie, frequenza e ampiezza delle loro vocalizzazioni, le dimensioni dei territori, livello del rumore ambientale esistente, ecc. Tuttavia, Dooling et al. (2007) hanno concluso che, con rumore ambientale esistente tra 50 e 55 dB(A), si può ragionevolmente presumere che interferenze con la comunicazione acustica incomincino a manifestarsi con livelli di rumore del cantiere o del traffico tra 55 e 60 dB(A).

Inoltre, secondo quanto riportato in letteratura tecnica (Brumm, 2004; Kaseloo, 2004), il disturbo prodotto da fonti sonore nei confronti dell’avifauna nidificante diventa sintomatico, in area antropizzate, oltre la soglia dei 55 dB. Il riferimento all’avifauna nidificante è significativo in quanto, durante la fase fenotipica della riproduzione, gli uccelli manifestano il maggior grado di sensibilità al disturbo antropico. Fonti di disturbo intense o continuative, difatti, possono portare all’abbandono della nidificazione o anche dell’area stessa.

Per quanto riguarda la fase di esercizio, la valutazione relativa a un parcheggio di 1100 stalli, con un ricambio orario piuttosto limitato (0.1 spostamenti/ora, corrispondente a un indice di rotazione giornaliero di 1,2), ha portato alla stima di un livello di emissione di base (ossia senza l’applicazione di fattori correttivi di attenuazione) pari a 57.5 dB(A).

 J03.01 Riduzione o perdita di strutture e funzioni di habitat e habitat di specie

La realizzazione del nuovo parcheggio determina la trasformazione di circa 44000m2 di area agricola attualmente coltivata a seminativo. L’area potrebbe costituire un potenziale habitat di specie per la fauna locale. Tuttavia, stante l’assetto attuale che, come in precedenza evidenziato, è dominato tra elementi a esclusiva impronta di origine antropica in un contesto a significativo disturbo, si esclude una riduzione di habitat di specie o perdita di strutture e funzioni di habitat. L’inserimento delle siepi e dei filari alberati può, d’altra parte, favorire il miglioramento della connettività ecosistemica, attualmente di mimima entità nell’area vasta.

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5. DEFINIZIONE DEI LIMITI SPAZIALI E TEMPORALI DELL’ANALISI Per la definizione dei limiti temporali dell’analisi si distinguono le fasi di cantiere e di esercizio:

La fase di cantiere ha una durata, secondo cronoprogramma, di 9 mesi, durante i quali le operazioni non saranno continue e interesseranno, in relazione alle lavorazioni previste, punti diversi della nuova area.

Per individuare i limiti spaziali è stato considerato, a scopo precauzionale, il dominio massimo di influenza del progetto, riferito al fattore di pressione avente la piu ampia diffusione spaziale (H06.01 Inquinamento da rumore e disturbi sonori - buffer max 150m) che ricomprende il dominio di influenza delle emissioni in atmosfera (buffer max 100m).

5.1 Valutazione del buffer del rumore

Il clima acustico dell’area di intervento è attualmente caratterizzato soprattutto dalle attività che si svolgono nel confinante impianto di trattamento di rifiuti, dal traffico stradale lungo via Vittorio Veneto e dalle aree agricole distribuite nell’intorno. A circa 400m di distanza, inoltre, decorrono l’autostrada A27 Venezia-Belluno (a est) e la linea FS Venezia-Udine (a ovest).

Il piano di Zonizzazione Acustica del comune di Spresiano perimetra l’area di progetto in classe acustica III Aree di tipo misto, con limiti di zona, rispettivamente diurno e notturno, di 60 e 50 dB(A), confinante con l’area prevalentemente industriale (classe V) del polo impiantistico Contarina SpA.

L’impatto acustico del cantiere è stato valutato considerando l’utilizzo di mezzi d’opera potenzialmente disturbanti, in particolare:

 mezzi per movimentazione terre (pale, escavatori);

 autocarri trasporto materiali inerti;

 betoniere per getti cls, rullo e finitrice per sottofondi e pavimentazioni

I macchinari impiegati nelle varie fasi di lavoro sono indicati in Tabella 5.I, che riporta una sintesi dei livelli di emissione sonora in funzione della tipologia dei mezzi utilizzati; per ogni macchina è indicata la potenza sonora globale in dB(A) (fattore di interesse nello specifico) tratta da fonti di settore (banca dati INAIL) scegliendo -tra quelli disponibili- il valore più elevato. Le macchine sono considerate come sorgenti puntiformi con funzionamento esclusivamente diurno.

Macchina operatrice Livello di potenza sonora Lw [dB]

Escavatore 102,5

Pala meccanica 105,4

Autocarro 102,8

Betoniera 98,0

Rullo 105,7

Vibrofinitrice 107,0

Tabella 5.I – Potenza sonora dei macchinari utilizzati

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Come riportato nello Studio Preliminare Ambientale, mediante l’utilizzo delle leggi di propagazione sonora in campo aperto sono stati calcolati i livelli di pressione a diverse distanze dal cantiere. L’approccio seguito è basato sulle condizioni maggiormente sfavorevoli, considerando il momento in cui tutte le attrezzature necessarie alla stessa fase di lavoro sono utilizzate contemporaneamente. A tale riguardo, si deve comunque evidenziare che il momento di massimo disturbo ha una durata limitata nel tempo. I risultati delle valutazioni sono riportati in Figura 5.1 che illustra il decadimento, per divergenza geometrica, dell’energia sonora con la distanza.

Come si evince dal grafico, l’attività più rumorosa corrisponde alla realizzazione degli sbancamenti e del sottofondo della pavimentazione; conseguentemente, costituisce il riferimento per la determinazione degli impatti sui recettori. Per questa attività il valore di riferimento di 60 dBA è superato sino a una distanza di circa 150m dall’area. Per le altre fasi di lavoro la fascia interessata dall’alterazione del clima acustico è pari a circa 60÷90m.

Per quanto riguarda la fase di esercizio, nello Studio Preliminare Ambientale è stato valutato il contributo del parcheggio in termini di inquinamento acustico facendo riferimento alla formulazione contenuta nella norma tedesca RLS 90 che permette di determinare, in funzione del numero di stalli e del relativo ricambio orario, il livello acustico di emissione della sorgente parcheggio.

Nel caso specifico di un parcheggio di 1100 stalli, con un ricambio orario piuttosto limitato (0.1 spostamenti/ora, corrispondente a un indice di rotazione giornaliero di 1,2), è stato stimato in 57.5 dB(A) il livello di emissione di base, ovvero prima dell’applicazione di ogni eventuale correzione dipendente dal tipo di parcheggio.

Figura 5.1 - Decadimento, per divergenza geometrica, dell’energia sonora con la distanza per la fase di cantiere

0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 110 120

1 15 50 150 250 350 450 500 600 700 750

Leq (dBA)

Distanza (m)

AZ.1 AZ.2 AZ.3

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5.2 Precauzioni progettuali

In ordine alla tipologia degli interventi, per contrastare i potenziali effetti negativi degli interventi possono essere adottate le seguenti misure di buona prassi di lavoro e utilizzo dei mezzi:

 Impiego di mezzi di trasporto e mezzi di cantiere a minima emissione, conformi alle norme armonizzate

 Utilizzo di macchine movimento terra ed operatrici gommate, evitando il ricorso a mezzi meccanici invasivi (cingolati).

Continua manutenzione dei mezzi e delle attrezzature

 Sistemi di pulizia dei pneumatici e pulizia stradale

 Utilizzo di macchine e apparecchi con motori diesel muniti di filtri antiparticolato

 Protezione dal vento di eventuali depositi di materiale sciolto, con particolare attenzione ai settori sottovento.

 Limitazione della velocità massima di transito degli automezzi.

 Agglomerazione delle polveri mediante innaffiamento, controllato e costante, soprattutto in presenza di vento sfavorevole, di piste di servizio e depositi di inerti, anche se in accumuli temporanei.

 Spegnimento dei motori nei casi di pause apprezzabili, arresto delle attrezzature nel caso di funzionamento a vuoto e limitazione dell'utilizzo dei motori ai massimi regimi di rotazione.

 Redazione di specifiche di capitolato per la conformità ambientale, imponendo attenzioni preventive e attività di formazione del personale di cantiere;

 Imposizione di direttive agli operatori tali da evitare comportamenti inutilmente rumorosi (evitare di far cadere i materiali da altezze eccessive o di effettuarne il trascinamento quando ne è possibile il sollevamento...).

 Impiego, per quanto possibile, di mezzi di lavoro a basse emissioni;

 Divieto di uso scorretto degli avvisatori acustici, sostituendoli quando possibile con avvisatori luminosi comunque necessari per tutte le strumentazioni potenzialmente causa di collisione.

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6. VALUTAZIONE DELLA SIGNIFICATIVITA’ DEGLI EFFETTI

Allo scopo di dimostrare che, per il progetto in esame, non è necessario avviare la selezione preliminare (screening) di Valutazione di Incidenza in quanto riconducibile all’ipotesi generale di non necessità di valutazione di incidenza prevista al paragrafo 2.2, punto 23, Allegato A della D.G.R. n° 1400 del 29 agosto 2017, sono di seguito analizzati i possibili effetti e la loro significatività su:

 Siti della rete Natura 2000 e relativi habitat e specie caratteristiche;

 Habitat di interesse comunitario potenzialmente presenti sul territorio interessato dal progetto;

 Specie di interesse comunitario potenzialmente presenti sul territorio interessato dal progetto e relativi habitat di specie ai sensi della DGR2200/2014

L’analisi è finalizzata alla dimostrazione che l’attuazione del progetto non comporta modifiche ambientali delle aree interessate tali da determinare alterazioni del grado di conservazione delle specie segnalate.

6.1 Effetti su siti rete Natura 2000 e habitat di interesse conservazionistico In base alla localizzazione del progetto (cfr. Figura 2.3) i siti Rete Natura 2000 più vicini sono rappresentati dal SIC-ZPS IT3240012 Fontane bianche di Lancenigo, circa 4 km a S dell’area di intervento e la ZPS IT3240023 Grave del Piave, circa 3,8km a NE.

Data la distanza non si ritengono possibili incidenze negative, dirette o indirette, per effetto dei lavori previsti, in particolare per quanto attiene le emissioni acustiche e la produzione di polveri.

Dai rilievi effettuati e dall’analisi delle informazioni disponibili è emerso che, nell’ambio della superficie interessata dai lavori e nel suo immediato intorno, sono completamente assenti elementi o compagini naturali corrispondenti ad habitat di interesse conservazionistico, come definiti dalla Direttiva Habitat 92/43/CE2.

6.2 Effetti su specie di interesse conservazionistico

L’analisi della banca dati regionale (Atlante distributivo delle specie) approvata con D.G.R. 2200/20143 ha consentito di riferire l’area di progetto all'ambito del quadrante E449N251 (di dimensioni 10 x 10 km) in cui ricade l’intero territorio comunale di Villorba e parte di quello di Spresiano (Figura 6.1).

Per quanto riguarda le specie potenzialmente presenti in corrispondenza e nell’intorno dell'ambito di progetto si è fatto riferimento all’elenco di specie individuato dalla banca dati regionale per il quadrante di riferimento.

L’elenco è riportato in Tabella 6.I.

2L’habitat nella Direttiva è considerato il prodotto combinato dell’evoluzione naturalistica, culturale, sociale ed economica di una porzione di territorio

3Approvazione del database della cartografia distributiva delle specie della Regione del Veneto a supporto della Valutazione di Incidenza (D.P.R. n. 357/97 e successive modificazioni, articoli 5 e 6)

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DICHIARAZIONE DI NON INCIDENZA – RELAZIONE TECNICA

CELLCODE SPECIE ALLEGATI N2K_CODE TAX_CODE

10kmE449N251 Anacamptis pyramidalis II-IV H-6302 003P

10kmE449N251 Austropotamobius pallipes II-V H-1092 005I

10kmE449N251 Cerambyx cerdo II-IV H-1088 005I

10kmE449N251 Lycaena dispar II-IV H-1060 005I

10kmE449N251 Coenonympha oedippus II-IV H-1071 005I

10kmE449N251 Lampetra zanandreai II-V H-6152 006F

10kmE449N251 Barbus plebejus II-V H-1137 006F

10kmE449N251 Protochondrostoma genei II H-5962 006F

10kmE449N251 Telestes souffia II H-6147 006F

10kmE449N251 Cobitis bilineata II H-5304 006F

10kmE449N251 Sabanejewia larvata II H-1991 006F

10kmE449N251 Cottus gobio II H-1163 006F

10kmE449N251 Triturus carnifex II-IV H-1167 007A

10kmE449N251 Bombina variegata II-IV H-1193 007A

10kmE449N251 Bufo viridis IV H-1201 007A

10kmE449N251 Hyla intermedia IV H-5358 007A

Tabella 6.I - Specie di interesse comunitario (Allegati II e IV della Direttiva Habitat 92/43/CE e dell’Allegato I della Direttiva uccelli 2009/147/CE) individuate dal data base regionale l’ambito sotteso dal quadrante E449N251

Figura 6.1 - Quadrante dell’Atlante distributivo di riferimento.

L’ubicazione dell’area di intervento è indicata con cerchio rosso

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CELLCODE SPECIE ALLEGATI N2K_CODE TAX_CODE

10kmE449N251 Rana latastei II-IV H-1215 007A

10kmE449N251 Pelophylax synkl. esculentus V H-1210 007A

10kmE449N251 Emys orbicularis II-IV H-1220 008R

10kmE449N251 Lacerta bilineata IV H-5179 008R

10kmE449N251 Podarcis muralis IV H-1256 008R

10kmE449N251 Hierophis viridiflavus IV H-5670 008R

10kmE449N251 Coronella austriaca IV H-1283 008R

10kmE449N251 Natrix tessellata IV H-1292 008R

10kmE449N251 Cygnus olor IIB B-A036 009B

10kmE449N251 Anas platyrhynchos IIA-IIIA B-A053 009B

10kmE449N251 Aythya fuligula IIA-IIIB B-A061 009B

10kmE449N251 Perdix IIA-IIIA B-A112 009B

10kmE449N251 Coturnix IIB B-A113 009B

10kmE449N251 Phasianus colchicus IIA-IIIA B-A115 009B

10kmE449N251 Phalacrocorax pygmeus I B-A393 009B

10kmE449N251 Botaurus stellaris I B-A021 009B

10kmE449N251 Ixobrychus minutus I B-A022 009B

10kmE449N251 Pernis apivorus I B-A072 009B

10kmE449N251 Circus cyaneus I B-A082 009B

10kmE449N251 Falco columbarius I B-A098 009B

10kmE449N251 Rallus aquaticus IIB B-A118 009B

10kmE449N251 Gallinula chloropus IIB B-A123 009B

10kmE449N251 Fulica atra IIA-IIIB B-A125 009B

10kmE449N251 Burhinus oedicnemus I B-A133 009B

10kmE449N251 Vanellus IIB B-A142 009B

10kmE449N251 Gallinago IIA-IIIB B-A153 009B

10kmE449N251 Scolopax rusticola IIA-IIIB B-A155 009B

10kmE449N251 Larus ridibundus IIB B-A179 009B

10kmE449N251 Columba livia IIA B-A206 009B

10kmE449N251 Columba palumbus IIA-IIIA B-A208 009B

10kmE449N251 Streptopelia decaocto IIB B-A209 009B

10kmE449N251 Streptopelia turtur IIB B-A210 009B

10kmE449N251 Caprimulgus europaeus I B-A224 009B

10kmE449N251 Alcedo atthis I B-A229 009B

10kmE449N251 Dryocopus martius I B-A236 009B

10kmE449N251 Alauda arvensis IIB B-A247 009B

10kmE449N251 Turdus merula IIB B-A283 009B

10kmE449N251 Turdus pilaris IIB B-A284 009B

Tabella 6.I - continua

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