• Non ci sono risultati.

L'economista: gazzetta settimanale di scienza economica, finanza, commercio, banchi, ferrovie e degli interessi privati - A.10 (1883) n.455, 21 gennaio

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2021

Condividi "L'economista: gazzetta settimanale di scienza economica, finanza, commercio, banchi, ferrovie e degli interessi privati - A.10 (1883) n.455, 21 gennaio"

Copied!
16
0
0

Testo completo

(1)

L'ECONOMISTA

GAZZETTA SETTIMANALE

S C I E N Z A ECONOMICA, F I N A N Z A , COMMERCIO, B A N C H I , F E R R O V I E , I N T E R E S S I P R I V A T I

Anno X - Voi. XIV Domenica 21 Gennaio 1883 N. 455

l'ABOLIZIONE DEL CORSO FORZOSO

Nel mentre la Commissione per I' abolizione del corso forzoso fra le molte deliberazioni prese in questi giorni si teneva notiziata che il cambio dei biglietti in valuta metallica si effettuasse non prima del primo aprile e non dopo il primo maggio pros-simo, ed appare quindi che sia nella mente del Ministro delle finanze e dei consigli che lo cir-condano, di procedere fra tre mesi al più al cambio dei viglietti, — nel mentre diciamo questi intendi-menti si manifestano, da più parti sorgono voci, an-che autorevoli, le quali o mettono in dubbio la pos-sibilità del fatto, o addirittura domandano che venga rimandato a miglior tempo l'apertura degli sportelli. $ argomento troppo importante e per la cosa, e per il tempo, e per il modo, perchè lasciamo pas-sare I' occasione di esprimere ancora una volta il nostro pensiero, sebbene molte volte ci sia avvenuto di mettere in guardia i nostri lettori tanto verso i facili entusiasmi e le troppo asseveranti promesse, quanto verso i lugubri pronostici. Affermano alcuni, e fra questi il Popolo Romano, che le condizioni

difficili nelle quali si troverebbe il mercato, le crisi che attraversano alcune industrie, lo stato delle Banche , i bisogni del commercio , 1' accenno del-l'aggio a qualche rialzo, il rbasso sebbene leggero della rendita, sono fatti tali da dover impensierire assai, e da chiedere profonda riflessione prima che la moneta metallica sia slanciata sul mercato. E chieggono quindi, se non sarebbe prudente consiglio vincere ogni sentimento di amor proprio e rimettere il principio della operazione a momento più oppor-tuno, od almeno a rinforzare lo stock metallico con

un nuovo prestito di oltre 500 milioni, che dovreb-bersi ricavare li per li dalla vendita del materiale mobile delle ferrovie.

Lasciamo andare quest' ultima proposta la quale non può esser presa sul serio, nè pel tempo ristret-tissimo che ci separa dall'aprile, nè pella cifra che venne esposta, ed occupiamoci un momento ad i n -vestigare se veramente le condizioni economiche del paese nostro e degli altri coi quali abbiamo i prin-cipali rapporti commerciali, sieno tali da autorizzare le discussioni che si fanno sull'argomento.

E. come è nostro costume, cercheremo di parlar chiaro assai.

Quando I' on. Ministro per le finanze proponeva la legge per la abolizione del corso forzoso le con-dizioni politiche dell' Europa erano senza dubbio molto più tranquille di quello che non siano oggidì e non siano state in tutto l'anno testé decorso.

(2)

34 L' E C O N O M I S T A 21 gennaio 1883 Ora, si pensi a tutto ciò e riportandoci ad alcuni

anni or sono si veda se tutto questo avrebbe potuto accadere senza portare addirittura lo scompiglio nella nostra situazione economica, senza rendere dif-ficili le nostre condizioni monetarie, senza richiedere gravi provvedimenti da parte del governo.

Invece avvenne tutto il rovescio, e per non ri-conoscerlo conviene, o confessare una assoluta in-competenza, o lasciar legittimamente sospettare che da altri fini che non sieno quelli della verità e del bene del paese, sia inspirata quella insistenza cojla quale si vuol dipingere a colori foschi la nostra situazione. Che se il far ciò era scusabile, e sino ad

un certo punto, spiegabile quando tutto era da farsi e le difficoltà tutte erano ancora da superare, non ha più serietà oggidì che abbiamo prove palesi e chiare della sufficente saldezza del nostro organi-smo economico, sia riguardato in se stesso, sia nei suoi rapporti coi colossali organismi dai quali siamo circondali.

Poiché giova risconoscerlo e ripeterlo; malgrado gli avvenimenti che abbiamo sopra ricordati, si è compiuta una operazione finanziaria raccogliendo 600 milioni di monete metalliche nelle casse del Tesoro, quando i più e tra questi degli uomini ritenuti competentissimi, la ritenevano opera difficilis -sima e, senza l'intervento della casa Rotschild, anzi impossibile; — l'aggio cadde dal l a all'I i|2 per cento senza che si avvertisse quella grave crisi in-dustriale che pareva dovesse minacciarci ; — la rendita rimase al punto in cui era malgrado gli avve-nimenti politici che turbarono il mercato, e malgrado la alluvione di nostri titoli che innondò le borse eu-ropee, in causa e delle emissioni che per il pre-stito, per le ferrovie, per le pensioni ecc., abbiamo fatte. E notisi bene su questo ultimo punto della rendita, che non devonsi già paragonare tra loro i corsi d'oggi con quelli di qualche mese fa e tirare semplicemente la differenza ; ma ad operare non già scrupolosi, ma semplicemente esatti, bisogna tener conto del ribasso dell'aggio e del pagamento degli interessi, ed emergerà che la differenza è minima ed imputabile alle normali oscillazioni delle borse, scosse da tanti recenti fatti.

Dopo le quali osservazioni è naturale il doman-darsi : — come mai, ora, proprio ora, alla vigilia dell'attuazione del cambio dei viglietti, sorgono que-ste discussioni che sembrano mirare od all'abban-dono per qualche tempo del disegno, o a nuovi gravi provvedimenti ? — Quali sono le nuove cause

sorte a consigliare simili dubbi? — Da qual parte si nota in quest'anno un peggioramento tanto no-tevole delle nostre condizioni ?

Certo che sarebbe bene che la nostra rendita fosse alla pari, e meglio ancora oltre la pari; che l'aggio fosse già sparito vista la imminenza del ri-tiroidei viglietti ; che il cambio su Parigi e Londra non fosse così alto come si mantiene tuttavia. Chi non sa che tali condizioni sarebbero migliori? Ma chi non sa ancora — e lo abbiamo già avvertilo altra volta — che se tali condizioni esistessero non occorrerebbe abolire il corso forzoso con tanta se-rie dì provvedimenti penosi e studiati, inquantochè non esisterebbe che di nome ?

Noi insistiamo, e nel farlo non ci rimorde la coscienza di operare con animo leggero — uoi in-sistiamo a mettere in guardia il pubblico contro queste apprensioni le quali debbono essere frutto o

di mancanza di cognizioni nell'argomento, o di scopi diversi da quelli palesi.

L'on. Ministro Maglioni ha senza dubbio una grave responsabilità, e le difficoltà che lo circon dano non debbono essere nò poche uè leggere, ma appunto perchè a reggere le finanze dello Stato in un momento tanto importante, vi è un uomo dì cui tutti ammirarono la chiarezza delle idee e la fermezza dei propositi, dobbiamo nutrire legittima speranza che egli saprà condurre a buon fine l'im-presa che ha iniziata. Non è ufficio patriottico e generoso quello di seminargli la strada già erta e difficile, di rovi e di spine quando nulla ancora au-torizza un timore giustificato ; — come non sarebbe ufficio patriottico e generoso il tacere e l'in -gannare il pubblico se "veramente esistessero mo-tivi fondati e ragionevoli per dubitare, oggi più che ieri, della riuscita della operazione.

Con questo s'intende non vogliamo dire : l'ope-razione si faccia a qualunque costo, ed a qualun-que costo si farà. Nè noi, nè nessuno può predire il futuro. La minaccia di una guerra, una crisi violenta nei mercati più forti, qualche grave disa-stro industriale od agricolo possono rendere impos-sibile ciò che oggi è, se non facile, posimpos-sibile. Ma non esageriamo i timori; la stampa compierebbe facendolo il più brutto degli uffici.

Abbiamo detto però che la via per la quale l'on. Magliani deve camminare è ancora erta e difficile; alludevamo con ciò specialmente alla necessità di provvedere alla situazione avvenire dei nostri isti-tuti di credito. Di questo argomento ci occuperemo in un prossimo numero. 1j

P. S. Avevamo già scritto questo articolo quando

dal resoconto della seduta della Camera dei depu-tati rileviamo che l'onorevole Magliani, interrogato sull'argomento che ci occupa, rispose in modo che ci pare conforme al nostro concetto. Disse cioè che aveva date tutte le disposizioni perchè il cambio dei viglietti si effettuasse nell'aprile e che ha la convinzione che l'operazione possa procedere rego-larmente ove non sorgano gravi eventi, i quali del resto nulla oggi autorizza di prevedere possibili.

') È opportuno richiamare 1' attenzione dei lettori sopra queste due notizie che abbiamo letto in questi giorni. Questa è tolta dal Sole di Milano :

« L'oro continua ad affluire alla Banca dell' im-pero Germanico e gli arrivi sono giunti a tal punto, che la situazione di questo Istituto è molto più sod-disfacente di quanto non lo fu da gran tempo, per cui è assai probabile che il tasso dello sconto della Banca stessa venga ribassato.

Anche a Londra la situazione monetaria và sempre più migliorando e si nutre quindi fiducia che anche la Banca d' Inghilterra ridurrà, lo sconto al 4 per cento; e ciò non solo perchè il denaro è abbondante, ma anche per venire in aiuto del commercio del paese.»

E questa dal Commercio di Genova, giornale pure autorevole e per ii solito bene informato :

« Il Ministro Magliani riferendo alla Commissione per 1' abolizione del corso forzoso sulle condizioni monetarie, dichiarò che alla ripresa dei pagamenti vi saranno per 1,200,000,000 di lire metalliche, due terzi delle quali in oro ed un terzo in argento ed 1,200,000,000 (!) di lire in carta dello Stato presso le Banche.

(3)

21 gennaio 1883 L' E C O N O M I S T A 35

I PROGETTI DI LEGGI SOCIALI

Alcuni giornali politici hanno pubblicato notizie più o meno ampie intorno ai progetti ili legge che l'on. ministro per l'agricoltura industria e commer-cio ha in animo di presentare alla Camera modifi-cando quei disegui già presentati all' ultima legi-slatura-. Le notizie però sono ancora insufficienti perchè possa farsi un esame, sia sul concetto ge-nerale che informa quei progetti, sia sulle disposi-zioni particolari che furono adottate dall' on. Mini-nistro.

È per questo che rimettiamo ad occuparcene di proposito quando sarà fatta la completa pubblica-zione dei disegni in parola. Tuttavia prendiamo dalla Rassegna di Roma — giornale senza dubbio

tra i meglio informati — quanto riguarda la isti-tuzione della Cassa d' assicurazione per gì' infortuni nel lavoro, aggiungendo sin d'ora una avvertenza che noi stimiamo di somma importanza.

Si dice adunque che l'on. Berti, coadiuato effi-cacemente dell'on. Luzzatti e dal buon volere delle più importanti Casse di Risparmio del Regno, a-vrebbe potuto attuare una combinazione mercè la quale avrebbe ottenuto il libero concorso degli

Isti-tuti di previdenza per la attuazione della Cassa di assicurazione; sarebbe stata già sottoscritta una con-venzione alla quale avrebbero preso parte le Casse di risparmio di Milano e Bologna, il Monte dei Pa-schi di Siena, l'Opera pia di S. Paolo di Torino, il Banco di Napoli per a Cassa di Risparmio da esso rappresentata, ed altri istituti, i quali tutti avrebbero contribuito, ciascuno una forte somma a costituire o

garantire il capitale di fondazione della nuova istitu-zione, raggiungendo intanto un milione e mezzo di lire. Questa convenz one verrebbe subito sottoposta all'approvazione del Parlamento.

Ora ci sia permesso chiedere : questa forte con-tribuzione degli istituti di previdenza è un impiego di capitale, un contributo a fondo perduto, od un compenso a promesse od ottenute concessioni? — -Nel primo caso nulla vi sarebbe da osservare; solo poirebhesi esprimere il dubbio che sia possibile un impiego ili capitale quando invece la nuova istitu-zione ha bisogno di ottenere un fondo gratuito onde far fronte almeno alle prime difficoltà; — ma il principio da noi già altre volte propugnato della libertà assoluta che deve essere lasciata agli istituti di previdenza nell'impiego, conforme alla legge ed agli statuti, dei loro capitali, non sarebbe vulnerato; anzi non potrebbesi che lodare una combinazione per la quale fosse dato agli Istituti di previdenza di prendere parte alla nuova istituzione con tali criteri. Nel secondo caso invece, se trattasi di una con-tribuzione a fondo perduto per una volta tanto o periodica, ci nascono dei dubbi sulla legalità e sulla giustizia del fatto. È ben vero che gli Istituti di previdenza sogliono annualmente distribuire una somma per opere di beneficenza, ma è possibile, è utile, è opportuno mutare ad un tratto l'indirizzo di simili elargizioni ? — E se trattasi di mantenerle e. di aggiungere a questo articolo della beneficenza una nuova somma, non è lecito temere che in vista di un generoso sentimento venga dimenticato la origine e lo scopo del denaro, che si elargirebbe ol-tre una conveniente misura? — E se la nuova i stituzione avrà bisogno nell'avvenire di nuove

sov-venzioni non saranno gli Istituti dallo stesso loro precedente chiamati a soccorrerla ? — Sono questi altrettanti punti degni di studio e di considerazione. Ma più grave assai sarebbe, a nostro avviso il fat-to, se gli Istituti fossero stati condotti a tali gene-rosi propositi per concessioni promesse od ottenute.

Si sa già quanto lo Stato, e colle disposizioni le-gislative e colla interpretazione delle disposizioni stesse possa agevolare ed inceppare I' opera di questi Istituti. Ora noi invero temiamo assai — ed a tale timore ci autorizzano fatti pur troppo non infre-quenti — che lo Stalo per il nobile scopo di rag-giungere una meta molto difficile e dalla quale può attendere vantaggi politici maggiori di quelli che, a nostro credere non raggiungeranno economici i be-neficandi, possa aver fatte delle concessioni e pro-messe, delle agevolezze onde rendere possibile l'at-tuazione della combinazione che si dice già sotto-scritta. — In questo caso il do ut des sarebbe

pe-ricoloso, poiché se da una parte si scorge quanto dà uno dei contraenti, rimane dall'altra nascosto il correspettivo. 11 danno sarebbe enormo per tutti; mutando gli uomini ed i tempi, mutano anche i criteri e si creano gli imbarazzi delle situazioni il-legali.

La Rassegna assicura che « verrebbe

abbando-nato il disegno di chiedere i due decimi degli utili colle Casse di Risparmio, che ad integrare la quota di contributo degli iscritti alla Cassa di assicurazione verrebbe provveduto con una diversa combinazione, e che questa combinazione è tale da soddisfare le esigenze di tutti. »

É noi lo speriamo e desideriamo vivamente. Però osserviamo che la Cassa di assicurazione domandava delle forti somme.... e che qualcuno deve darle, e chi le dà, o le dona o deve avere un compenso. Ed in-sistiamo: se il compenso non si vede è più oneroso per chi Io dà, pericoloso per chi lo riceve.

Rivista Bibliografica

Prolegomeni allo studio delle scienze sociali. Saggio d i

G I O V A N N I DELLA B O N A . — Milano, Pirola, 1 8 8 2 . L'Autore si propone di esporre un « sommaris-simo cenno, quanto cioè basti a delineare i proce-dimenti della natura nei suoi perenni svolgimenti, per poscia ricavare da tali procedimenti quei co-rollari, i quali sono fondamentali per tutte le scienze in genere e per le sociali in ispecie, mirando essi a lumeggiare i due capitali argomenti del Metodo

e dei limiti, sui quali in ogni tempo si affaticò e

con raddoppiata sollecitudine s'affatica al presente il pensiero scientifico. » Onde nella prima parte l'Autore brevemente espone la legge dell'evoluzione nel processo di differenziazione, sia geologico, sia nello svolgimento degli organismi viventi, in quello della società, e in quello della scienza. — Nella seconda parte espone « le leggi dei grandi e dei piccoli numeri ricavate dal processo di

(4)

36 L' E C O N O M I S T A 21 gennaio 1883 la loro parabola di completa verificazione. » La

parte terza tratta della legge di evoluzione nel pro-cesso di correlazione; anche questo concetto è esa-minato nei risultati della storia naturale, e nello svolgimento delle scienze. Finalmente, nella quarta ed ultima parte espone: « le leggi del limite rica-vate dal processo di correlazione e svolge breve-mente il concetto: « che per quanto le scienze si nuocciono reciprocamente vivendo segregate, per altrettante si aiutano e si giovano vivendo in rap-porti tra loro. »

Legati coli' Autore per vecchia e sincera amicizia cominciamo a congratularci nello scorgere una palese evoluzione manifestatasi nel suo metodo e nelle sue idee, a paragone di altri suoi lavori, che furono in que-sto stesso periodico esaminati ; ma in pari tempo av-vertiamo, con eguale franchezza, che la evoluzione non è per anco completa e che l'Autore non è an-cora ben padrone dei nuovi strumenti che impren-de ad usare. Certo che è tempo di abbandonare il vecchio ed impotente sistema di considerare le scienze sociali affatto disgiunte e separate per fonte, metodo e fine dalle altre scienze, che si chiamano naturali ; certo che il concetto della evoluzione a-vendo portato negli studi sociali i metodi delle scienze positive, ha impresso un nuovo movimento ed un nuovo indirizzo anche alla economia ; — ma tutto questo non impone agli studiosi che nuovi obblighi e sopratutto quello di una scrupolosa esat-tezza e di un grande aborrimento per le parole va-ghe di significato. — Ci permetta I' Autore di as-serire che il suo lavoro, per quanto superficial-mente improntato dalle nuove idee, manca, nel fon-do, della sostanza che le nuove idee esigono.

Ci sarebbe impossibile per molte ragioni, segnare qui tutti i punti nei quali il difetto sopra notato è prevalente, ma accenneremo ad alcuni.

Volendo mostrare la diversa indole e natura dei fatti e fenomeni che formano obbietto delle scienze fisiche e delle scienze sociali, l'Autore scrive: « i fenomeni del mondo fisico manifestamente si effet tuano all'infuori dell'uomo, in un campo affatto di-stinto da lui e indipendentemente dalla sua azione, per una fisica ineluttabile necessità; — i fenomeni della vita sociale, per converso, nelle loro molte-plici manifestazioni non si adempiono all'infuori dell'uomo, nò indipendentemente da lui. Carattere perciò saliente, oltre tanti e tanti altri, che distin-gue i fenomeni fisici dai fatti umani e sociali, è la decisa, incondizionata esteriorità dei primi, per la quale torna relativamente facile l'analisi loro e la conseguente determinazione dei loro caratteri co-stanti e lo studio dei loro cangiamenti e delle cause di questi ; mentre i fatti umani e sociali, non es-sendo che atti dipendenti dalla volontà, anche quando rivestono il carattere più obbiettivo non perdono giammai l'impronta originale subbiettiva, per cui torna in molti casi difficilissima l'osservazione loro nei singoli individui, nei quali è giuocoforza so-vente accontentarsi di una osservazione, diremo così all'ingrosso, praticata sopra una collettività o gruppo di popolazione. »

Ora, che si usi della divisione di fatti fisici dai fatti sociali per comodo del linguaggio e per più facile, generale e vaga intelligenza, è spiegabile e plausibile, ma il voler dare di tale divisione un preciso criterio scientifico, nei termini usati dall' Autore, è non chè pericoloso, contrario a quel metodo positivo,

che l'Autore pare abbia ora preso a seguire. Per provarlo ci limiteremo ad alcune domande. Il bronzo è un fenomeno fisico o sociale? Fisico? - ma si è forse prodotto all' infuori dell'uomo indipendente dalla sua azione per una fisica ineluttabile neces-sità ? E così la locomotiva, il telefono ecc. ecc. Una serie di fatti fisici si sono prodotti dipendentemente dall'uomo e senza l'intervento dell'uomo e della sua volontà non si sarebbero prodotti. - Viceversa : gli atti sociali ed individuali si compiono proprio in modo affatto dipendente dall'uomo? Il clima, la umidità, la temperatura, la pressione ecc. non influiscono sui fatti sociali, sebbene sicno fenomeni fisici? - E se ciò è vero, anche tacendo dei recenti studi del Schifi1, del Lombroso, del Mosso, del Mantegazza ecc. i quali studi per lo meno fanno dubitare della esi-stenza della volontà come funzionante indipendente-mente - regge alla critica scientifica la distinzione dell'Autore?

Più chiaramente ancora ci apparisce nell' Autore la lotta tra le vecchie non vinte idee, e le nuove non bene assimilate, laddove (pag. 116), propu-gnando la correlazione tra le scienze e combattendo coloro che vorrebbero repentini mutamenti nell'or-dine sociale, afferma : « se in massima siamo di-sposti a riconoscere che il conseguimento di que-st' armonia sociale sarebbe per produrre una con-dizione incomparabilmente superiore a quelle che ora esistono, siamo del pari profondamente convinti che quest'armonia non si possa altrimenti ottenere che per virtù di elevazione nei morali sentimenti e nel carattere dei più, come fatto spontaneo non coattivo, per opera di evoluzione non di violenza, a passo a passo non con salti, con corse precipitose, persuasi col Roscher che l'uomo non possa soste-nere di regola cangiamenti repentini, neppur quando il nuovo stato sia per se stesso indubbiamente mi-gliore. » - Noi non dividiamo l'entusiasmo del-l'Autore per l'armonia avvenire, che è in contrad-dizione colla stessa teoria della evoluzione, affer-mantesi per mezzo della lotta per l'esistenza; ma se

- fossimo socialisti, potremmo citare all' Autore una infinita serie di prove dimostranti che la natura ha sempre e i precursori delle nuove forme, e quelli che riproducono i caratteri degli avi, ed altre forme che sempre tentano di vivere e mai attechiscono. I socialisti si credono precursori e domandano che, ritenendoli tali, si lascino vivere per svolgersi; - e la storia è là a dare una nuova smentita solenne al concetto dell' Autore con mille prove di movi-menti ottenuti solo coattivamente, per salti e repen-tinamente.

Ma non è qui il luogo di discutere più a lungo e facciamo punto, desiderosi che l'Autore ci dia presto prove luminose di non essersi arrestato nella nuova via che sembra abbia cominciato a per-correre.

Firenze, gennaio 1883.

Prof. ARTURO J. DE JOHANNIS.

SOCIETÀ DI ECONOMIA POLITICA DI PARIGI

{Sedata del 5 dicembre 1882 e del 5 gennaio 1883)

(5)

comu-21 gennaio 1883 L' E C O N O M I S T A 37 ideazioni fu deliberato di discutere il seguente

que-sito:

È egli ben fatto che lo Stato s incarichi della gestione finanziaria delle Casse di risparmio ?

Courtois apprezzando nel loro valore le

inten-zioni che animarono gli organizzatori delle Casse di risparmio in Francia, dichiara che egli considera questa gestione con l'obbligo di far fruttare i fondi depositati, come un peso per lo Stato, od è per-suaso che gli amministratori del pubblico denaro non la pensino diversamente. Egli non crede per-tanto che entri per quanto possa esser; utile alla pro-sperità pubblica nello funzioni dello Stato, di ec-citare al risparmio, e di prendere con tutto il suo corteggio di responsabilità, la direzione di questa importante istituzione. So lo Stato non se ne occu-passe, l'oratore crede che l'industria privata delle Banche vi supplirebbe, e l'interesse privato aiutan-dola, lo farebbe con profitto, e sicurezza. Egli cita in proposito la Svizzera, ove sono banche che com-piono le funzioni di Casse di risparmio con loro profitto, e con quello del pubblico senza che i con-tribuenti vi rimettano neppure un centesimo. Se-condo l'oratore poi vi è flagrante contradizione con i principj che professano in generale i membri della Società di Economia politica in quanto lo Stato eser-citi le professioni di mutuante e di mutuatario anche senza l'intenzione occulta di profitti e nel solo scopo d'incoraggiare nel pubblico lodevoli tendenze. Se esso raccoglie i piccoli risparmj, bisognerà bene, giacché esso paga un interesse, che li faecia f r u t -tare. Ora questa necessità, lo spinge più che le sue funzioni lo comportino, a farsi intraprenditore d'in-dustrie. Questa immistione forzata nel campo del-l'attività economica è, per l'oratore deplorabile, ed è capace di produrre delle perturbazioni, di cui spesso non se ne comprende le cause se non se ne risen-tono gli effetti. Terminando il suo discorso Courtois

dice elio quando lo Stato interviene disponendo di un grosso bilancio, nessuno può tenerli fronte, e il pubblico inoltre si accostuma a spogliarsi di ogni iniziativa sapendo che lo Stato è la per supplire.

t Letort rammenta la parte fatta fare recentemente

ai fondi delle Gasse di risparmio per facilitare l'e-quilibrio dei bilanci del 1883. Egli trova che gli espedienti di questo genere prosentano dei reali in-convenienti dal punto di vista della buona ammini-strazione delle finanze pubbliche permettendo di praticare dei prestiti simulali, che immobilizzano sotto forma di titoli dello Stato, delle somme che sarebbe necessario mantenere liquide e pronte alla prima richiesta dei depositanti. Quanto a questi, egli crede che non sia ben l'atto abituarli a vedere nelle Casse di risparmio una specie di banche di depo-sito, che danno loro interessi assai elevati all' og-getto di costituire un collocamento vantaggioso. Le Casse di risparmio devono, per l'oratore, rimpiazzare l'antico salvadenaro, e favorire la formazione di una somma tonda da impiegarsi poi in acquisti di valori mobili, ovvero in un capitale di riproduzione.

Alglave non crede facile rimpiazzare l'intervento

dello Stato con quello di banche particolari. Sola-mente egli vorrebbe che l'attivo delle Casse di ri-sparmio fosse rappresentato da valori a vista che permettano sempre di sodisfare subito alle domande di rimborso. I capitali delle Casse di risparmio non dovrebbero mai convertirsi in fondi dello Stato, ma bensì in altri valori. In fatti egli dice cosa accade

allorché sopraggiungono crisi o politiche o finan-ziarie? Avviene che quei titoli sono precisamente quelli che subiscono più facilmente del ribasso più o meno accentuato, ribasso che rende talvolta ben difficile e onerosa ili simili momenti una liquida-zione qualunque. Alglave rammenta che in diversi

paesi i capitali dei depositanti sono messi a profitto delle banche che se ne servono per fare gli sconti, ovvero delle anticipazioni al commercio e alle in-dustrie.

Monteaux si domanda se in sostanza Alglave è

o no partigiano della gestione dei capitali delle Casse di risparmio da parte dello Stato. Quanto a lui, egli dice, non vede veramente il perchè siasi cambialo qualche cosa al sistema delle antiche Casse di risparmio, le quali secondo l'oratore funziona-vano perfettamente, con una grande regolarità, e con la massima sicurezza ovunque. L'oratore passa quindi a dare dei ragguagli storici dai quali si rileva che fu nel 1818 che gli amministratori della Compagnia Reale di assicurazione risolvettero di dotare Parigi di una Cassa di risparmio. Una So-cietà si organizzò in questo scopo sotto i loro au-spicj, e gli uomini i più stimabili per nascita o per posizione finanziaria o industriale s'inscrissero fra i membri della Società, che essi gratificarono di somme considerevoli, e l'ordinanza raaie del 19 giugno 1818 autorizzò l'apertura della Cassa. Le principali città dei dipartimenti seguirono l'esempio della capitale. Le une dovettero le loro casse di risparmio a So-cietà anonime, le altre allo zelo dei loro consigli municipali, che assegnarono alle Casse contribuzioni sufficienti sul bilancio comunale. Infine alcune Casse furono creale come appendice dei monti di pietà dai direttori di questi stabilimenti. La legge organica regolatrice delle Casse di risparmio fu la legge del 5 giugno 1833. Nel 1848 il Governo impose alle Casse una liquidazione completa col consolidare tutti i loro capitali in rendite dello Stato ; ma fino allora dice Monteaux esso aveaiio funzionato

per-fettamente. Malgrado questo rimborso forzato in ren-dite anziché in specie, il loro credito si rafforzò rapi-damente e siffatti stabilimenti erano in piena prosperità allorché sopraggiunsero gli avvenimenti del 1870-71.

Wilson precisa la parte dello Stato

nell'ammini-strazione delle Casse di risparmio, e rammenta che lo stabilimento che ne ha la gestione non è lo Stato stesso, e che non ha oltrepassato i limiti dei suoi doveri a riguardo dei depositanti, ricevendo dopo la combinazione di Leone Say del 3 O/o ammor-tizzabile invece del 3 O/o perpetuo. Favorendo i depositi mediante la corrisposta di un interesse re-lativamente elevato, lo Stato, dice Wilson, non

si è sostituito alle antiche Società delle Casse di risparmio, ma non fa che rispondere a una necessità di un ordine elevato, all' incoraggiamento cioè delle abitudini di economia. E questa necessità è visibile per la Francia ove le cifre dei depositi comparati-vamente agli altri paesi, sono poco considerevoli.

Fournier de Flaix ha creduto comprendere nelle

(6)

38 L' E G 0 N O M I S T A 21 gennaio 1883 che lo Stato funzioni come una banca di deposili,

e che, per l'interesse del 4 O/o che accorda ai de-positanti, faccia una concorrenza diretta alle banche libere.

Courtois lamenta di essere indotto a rettificare

certe osservazioni del suo amico Monteaux, ma egli non può lasciare passare senza protesta l'af-fermazione; che le casse di risparmio in trancia non abbiano avuto mai dei resultati deplorabili. Frugando nelle sue memorie egli rammenta come sotto Luigi Filippo si considerasse l'esistenza delle casse di risparmio quale una ragione di consolida-zione del governo. Lo stato possedeva i capitali dei depositanti"; ciascun portatore di libretto si diceva, discenderebbe al bisogno nella strada per difendere se occorresse il potere esistente. Ciò però non im-pedì la rivoluzione del 1848, che ebbe disastrose conseguenze finanziarie. Il Tesoro sollecitato da ogni parte da bisogni urgenti, e privo delle sue risorse ordinarie, dichiarò sospendere il rimborso dei de-positi delle Casse di risparmio. Pochi giorni dopo esso offri di rimborsarli in S 0/0 alla pari ; ma il 6 aprile il 5 0/0 si quotava a 50 fr. e il 3 a 32,50 per cento. Era una vera bancarotta. Esso ritorna poco dopo su questa misura, dapprima parzialmente poi interamente, colmando, ma sempre in rendita, la differenza fra la pari, e il corso reale. Tutti vi per-sero ; e lo Stato che dette una ventina di milioni di rendita ad un corso relativamente buono (71,60 0/0) e i depositanti che non riebbero i loro capitali che lentamente e con una perdita di cui gli specula-tori di borsa più accorti non mancarono di appro-fittarne. Nel 1870 una decisione autoritaria limi-tò a 50 fr. per libretto la somma da rimborsarsi ai depositanti. Dati questi ragguagli storici l'oratore conclude nell'opinione già emessa che lo Stato esce dalle sue funzioni incaricandosi della gestione finan ziaria delle Casse di risparmio.

Monteaux rispondendo a Courtois dice che

allor-quando è sembrato che le Casse di risparmio sieno venute meno ai loro obblighi, la situazione era eccezionalmente grave.

Levasseur appoggia le osservazioni fatte da

Le-tort. Egli fa rimarcare in special modo che se è ragionevole di non cercare di elevare, seguendo la tendenza attuale, il maximum dei depositi indivi-duali nelle casse di risparmio, sarebbe cosa mi-gliore il diminuire ancora il tasso dell' interesse accordalo ai depositanti : si impedirebbe così se-condo I' oratore, di considerare queste casse come banche su cui si possono collocare dei capitali per farli fruttare.

Obry de Làbry riassume in poche parole la d i

-scussione e quindi la seduta viene sciolta.

IL COMMERCIO ESTERNO DELLA FRANCIA

nei primi undici mesi del 1882

L' esportazione del mese di novembre 1882 ha dato resultati maggiori di quelli del mese di ottobre dello slesso anno; ma il piccolo aumento ottenuto quale resulta da questo confronto, non basta per elevare la cifra dell'esportazione del novembre scorso a livello del resultato raggiunto nel mese corrispon-dente del 1881. Eccone infatti le cifre corrispondenti:

Nov. 1882 Nov. 1881

Importazione Fr. 430,221,000 410,352,000 Esportazione » 319,303,000 349,518,000 Per l'insieme dei primi undici mesi la situazione del commercio esterore della Francia con le sue colonie, e coi vari paesi esteri si riassume come segue :

1882 1881 Importazione Fr. 4,520,316,000 4 , 4 1 4 , 3 9 3 , 0 0 0 Esportazione » 3,296,209,000 3 , 1 4 9 , 0 6 4 , 0 0 0 Totale Fr. 7,816,525,000 7 , 5 6 4 , 4 5 7 , 0 0 0 Da questo specchio viene a resultare che I' im-portazione del 1882 oltrepassa quella del 1881 di fr. 105,923,000 e che 1' esportazione fù maggiore di fr. 147,145,000.

Vediamo adesso come si decompongano quelle cifre : Importazione 1882 1881 Oggetti alimentari fr. 1,520,252,000 1,529,061,000 Materie prime >>2,121,030,000 2,120,936,000 Prodotti fabbricati » 609,638,000 516,992,000 Altre merci » 266,389,000 247,404,000 Totale fr. 3 , 96,209,000 3,149,064,000 Esportazione 1882 1881 Oggetti alimentari fr. 783,692,000 785,891,000 Materie prime » 634,105,000 597,260,000 Prodotti fabbricati » 1,714,300,000 1 , 6 0 9 , 1 4 3 , 0 0 0 Altre merci » 163,912,000 156,770,000 Totale fr. 3/296,209,000 3,149,064,000 L' importazione delle materie prime non offre quest' anno in confronto del 1881 che un au-mento di fr. 3,094,000. Al contrario la categoria degli oggetti fabbricati importati presenta nel 1882 un aumento di fr. 92,646,000 ossia quasi del venti per cento.

Fra gli oggetti di alimentazione importati, i ce-reali aumentarono in confronto dell' anno scorso di oltre 13 milioni di fr. ; il riso di 15 milioni, e il bestiame di 26 milioni.

Fra le materie prime la e.ui importazione ebbe un notevole aumento troviamo il legname da costru-zione 145 milioni di fr. nel 1881 e 182 milioni nel 1882. Aumentarono pure i carboni minerali, le pelli, le lane, la juta, il lino, i foraggi, e il legname da doglie ma in minori proporzioni.

Nella categoria degli oggetti fabbricati importati, gli aumenti sono più notevoli. Ebbero aumento le costruzioni in ferro per mare; le macchine e gli oggetti meccanici; i tessuti di lana, gli utensili e altri lavori in metallo; i nitrati di potassa e di soda, i prodotti ottenuti dalla distillazione dei carboni ; altri prodotti chimici ; i vetri e i cristalli ; i fili di lino o di canape ; i fili di cotone, i fili di lana , i fili di pelo di capra, le pelli preparate, e 1'orolo-gieria.

Le merci la cui importazione è diminuita nel 1882 sono le seguenti:

1° Nella categoria degli oggetti di alimentazione troviamo i vini, le carni fresche, le materie grasse e l'olio d'oliva

(7)

21 gennaio 1883 L ' E C O N O M I S T A 39 5° Nella categoria degli oggetti fabbricati furono

in diminuzione i tessuti di seta.

Abbiamo veduto più sopra che l'esportazione delle materie prime de! 1882 sorpassò quella del 1881 di 36 milioni di fr. e che l'esportazione degli og-getti fabbricati presenta in favore del 1882 un au-mento di fr. 105,157,000. Gli articoli che contri-buirono a dare questo resultato furono i seguenti:

Nelle materie prime aumentarono la seta e la borra ili seta, le lane, le pelli, e le pelliccerie, le piume da guarnizione, l'olio di semi grassi, e i materiali.

Negli oggetti fabbricati segnano aumento i tessuti di seta, lana, lino e canape; le pelli preparate, i lavori in pelle, i cappelli di seta, feltro e lana, 1' oreficeria, e la bigiotteria, le macchine e gli og-getti meccanici, le carrozze, i libri e le stampe, gli estratti di legno da tingere, i tartrati, i medicamenti composti, le profumerie, la carta e i cartoni, le maioliche e le porcellane, e i prodotti chimici diversi.

Termineremo questa rassegna dell'esportazione no-tando che l'esportazione dei grani e farine che si era elevala nel 1881 a 85 milioni di fr. è discesa a 55 milioni nel 1882, e che l'esportazione, degli olj da 77 milioni di fr. nel 1881 sorpassa già i 96 milioni.

L'esportazione del vino negli ultimi dieci anni con-frontata con l'importazione da i seguenti resultati:

Esportaz. Importaz. 1873... Fr. 263,336,000 24,705,000 187 4 210,317,000 28,110,000 187 5 229,709,000 12,214,000 187 6 200,590,000 23,250,000 187 7 203,260,000 24,264,000 187 8 182,482,000 50,242,000 187 9 238,756,000 92,214,000 188 0 226,323,000 281,154,000 188 1 237,725,000 325,919,000 188 2 231,374,00) 305,599,000 L'esportazione delle farine alimentari, delle frutta da tavola, dei zuccheri indigeni, dei zuccheri raffi-nati, dei bestiami e delle materie grasse è quest'anno in aumento.

IL COMMERCIO ESTERNO DELL'INGHILTERRA

nei primi 11 mesi del 1882

L'importazione nel novembre del 1882 ha conti-nualo a crescere, ma l'esportazione al contrario ha proseguito nel suo movimento retrogrado cominciato fino dall'agosto scorso. Ecco adesso la situazione de-gli scambj internazionali dell'Inghilterra nello scorso novembre.

Nov. 1881 Nov. 1882

Importazione L . st. 34,269,784 34,901,910 Esportazione » 20,713,164 20,292,948 Quantunque l'esportazione accusi della debolezza da quattro mesi a questa parte, la diminuzione che resulta da un tale stato di cose non ò peraltro così importante da distruggere gli aumenti ottenuti du-rante i primi mesi dell'anno. Per l'insieme del pe-riodo che è trascorso dal 1° gennaio fino alla fine di novembre, resta ancora all' attivo per I' esporta-zione del 1882 un maggior valore di steri. 9,531,618

che rappresentano la somma di lire italiane in oro 238,291,200. D'altra parte l'impoflazione dei primi undici mesi del 1882 oltrepassa quella del 1881 di steri. 14,152,812 come resulta dal seguente spec-chietto.

1881 1882 Importazione L. st. 362,278,090 376,431,902 Esportazione » 213,773,957 223,305,605 Totale L. st. ^76,052,047 599,737,507 Adesso passeremo a far conoscere il movimento speciale di ciascuna categoria.

Importazione

Nella categoria dei prodotti alimentari aumenta-rono i bovi, i montoni, il burro, i caffè, il grano, l'orzo, l'avena, le farine, l'ova, gli aranci, il rlium, e gli zuccheri greggi.

Diminuirono al contrario il lardo, il formaggio, le carni fresche di bove, il granturco, il pesce con-servato, il thè, l'olio di oliva, il porco salato, le patate, il riso, i vini o gli zuccheri raffinati.

Nella categoria delle materie prime importate fi-gurano in prima linea i cotoni e le Itine.

IMPORTAZIONE DEL COTONE

Provenienze 1881 1882 Stati U n i t i . . . . Quint. 9,836,341 8,687,546 Brasile » 315,286 427,657 Egitto » 1,276,315 1,011,995 India Inglese . . » 1,669,018 3,510,004 Altri paesi » 417,292 159,223 ™ , , ) Quintali 13,514,252 13,796,425 T o l a l e \ Sterline 39,095,039 40,163,205

IMPORTAZIONE DELLA LANA

Provenienze 1881 1882

Europa Libb. 27,008,561 32,532,817 Possessi inglesi

dell'A-frica, . . . 45,412,976 49,326,083 India inglese 20,184,693 24,663,837 Australia 324,760,729 335,880,106 Altri paesi 13,450,252 19,661,819 m i , ( Libbre. .430,817,214 462,064,662 lotale. • • j l steri.. 25,040,380 25,646,748 Anche le altre materie prime importale furono in aumento. li lino si cifra con steri. 2,001,092 nel 1881 e con 2.008,028 nel 1882 ; le canape con steri. 5,131,072 nel 1881 e con 3,403,231 nel 1882; la juta con steri. 3,733,084 nel 1881 e con 4,007,543 nel 1882; e la seta con steri. 2,294,514 nel 1881 e con 2,014,428 nel 1882.

L'importazione del legname presenta questi resul-tati: legno greggio sterL 4,888,720 nel 1881 e ster-line 4,920,875 nel 1882; legno segato steri. 8,453,482 nel 1871 e 10,386,995 noi 1882.

L'importazione del seme di lino fu di steri. 3,664,213 nel 1881 e 4,713,206 nel 1882.

L'importazione dei tessuti di seta dette per resul-tato steri. 6,742,983 nel 1881, e 5,645,773 nel 1882, e quella dei nastri di seta o di satin steri. 895,850 nel 1881, e 1,671,225 nel 1882.

Esportazione

(8)

40 L' E C O N O M I S T A 21 gennaio 1883 1881 1882

Fili di lino e canape steri. 958,688 971,420 — juta 207,238 262,364 — lana 2,888,803 3,155,385 — cotone 11,982,052 11,909,667 — seta 907,359 781,000 Tessuti di lino e canape.. 5,368,625 3,540,047 — juta 2,179,936 2,188,298 — lana 16,329,420 17,407,795 — cotone 60,445,713 38,125,887 — seta 2,325,682 2,352,488

L'esportazione della birra si cifra con 4,567,813 steri, nel 1884, e con 1,707,715 nel 1882. I pro-dotti chimici non denominati da steri. 2,340,000 nel-l'anno scorso, sono caduti a 2,051,218 nel 1882. Il carbon fossile venne esportato nel 1881 per un quantitativo di tonn. 17,999,515 rappresentanti un valore di steri. 8,061,239, e nel 1882 se ne espor-tarono tonn. 19,467,588 per un valore di ster-line 8,860,216.

Le majoliche e le porcellane accusano un espor-tazione di steri. 1,967,837 contro 2,032,975 nel 1882.

La merceria, compresi gli articoli di moda, e i ricami figurano nel quadro di esportazione per steri. 3,804,837 nel 1881, esteri. 3,960,978nel 1882. Le chincaglierie e le coltellerie danno all'esporta-zione steri! 3,508,409 nel 1881 e 3,787,677 nel 1882.

Il ferro e l'acciajo danno un totale di 25,166,664 steri, nel 1881, e 29,301,039 nel 1882. L'esporta zione delle macchine a vapore si cifra con 2,966,222 steri, nel 1881 e con 3,272,566 nel 1882 e quella di altri apparecchi con steri. 6,051,833 nel 1881 e con 247,152 nel 1882.

Metalli preziosi. — L'importazione dell'oro nel

1881 venne valutata a steri. 9,560,544 enei 1882 è stata di 13,934,630, e l'esportazione si cifra con steri. 14,812,002 nel 1881 e steri. 11,365,648 nel 1882. L'argento importato presenta una cifra di steri. 6,341/727 nel 1881 e di steri. 8,136,347 nel '1882, e l'esportazione di questo metallo vien valutata a steri. 6,611,396 nel 1881 e a 8,203,075 nel 1882.

movimento commerciale nel porto di Cagliari

La Camera di commercio di Cagliari ha reso di pubblica ragione una sua relazione sul commercio e sul movimento marittimo del porto di Cagliari nel 2° e 3° bimestre dell'anno testé trascorso.

La Camera di commercio predetta dopo aver parlato dei danni gravissimi che recò alla provin-cia la prolungata siccità, cominprovin-cia col notare come per quel nesso che esiste fra l'agricoltura, le indu-strie e il commercio, questo si sia risentito dei tri • sti effetti delle crisi annonarie continuate, che de-terminano una deficienza annuale di milioni nelle transazioni commerciali. Ora si rende indispensabile che il credito alla provincia venga concesso, be-ninteso con cautela e prudenza, anche con qualche maggiore larghezza per mantenere il commercio e le industrie paesane senza scosse ed in modo da poter venire, quantunque indirettamente, in aiuto all'agricoltura, principale fonte di benessere della Sardegna tutta.

Venendo poi all'esame delle cifre riguardanti il movimento delle merci importato ed esportate nel

2° bimestre del corrente anno, si rileva che nei mesi di marzo ed aprile il valore delle prime a -scese a lire 4,747,266 e per le seconde a li-re 5,377,884, e quindi un totale di lili-re 10,125,150 che, messo a confronto con quello del primo bi-mestre 1882, dà una differenza in più a favore di questo ultimo di lire 208,205.

La suddetta cifra di lire 10,125,150 va poi ri-partita nel modo seguente: lire 3,296,787 si rife-riscono al commercio internazionale e lire 6,828,306 a quello di cabotaggio. Dai raffronti eseguiti tra le diverse categorie di merci, risulta che il 2° bime-stre 1882 fu inferiore al primo negli spiriti, be-vande ed olii per lire 25,704, nel cotone per li-re 4,804, nella carta e libri per lili-re 10,109, nei cereali, farine e paste per lire 4 ;7,437 e negli a-nimali, prodotti e spoglie dei medesimi per li-re 241,846; mentli-re lo superò nei generi coloniali, droghe e tabacchi per lire 36,232, nei prodotti chimici per lire 104,138, nei colori e generi per tinta e per concia per lire 16,135, nella canapa, lino, juta per lire 37,633, nella lana, crino e peli per lire 71,376, nella seta per lire 97,456, nel le-gno e paglia per lire 321,208, nelle pelli per li-re 54,749, nei minerali, metalli per lili-re 464,106, nelle pietre, terre e vasellami per lire 157,213 e finalmente negli oggetti diversi per lire 42,359.

Il movimento delle merci nei mesi di maggio e giugno p. p. si compendia nelle seguenti cifre:

Merci importate. . . . L. 5,122,613 Id. esportate . . . . » 8,239,783 e perciò un totale di L. 15,362,396 che componesi di lire 5,089,193 pel commercio con l'estero e di lire 10,273,203 per le merci in cabotaggio. Fra il 2° ed il 3° bimestre esiste quindi una differenza nel movimento commerciale di l i -re 3,237,246 in più a favo-re del terzo bimest-re che superò il 2° nella canapa, Imo, juta per li-re 65,935, nei cotone per lili-re 41,039, nella lana, crini e peli per lire 706,404, nella seta per li-re 4,787, nelle pelli per lili-re 202,577, nei mine-rali per lire 417,467, nei cereali, farine e paste per lire 660,621, negli animali prodotti e spoglie d'animali per lire 1,717,659, cifra che trova la sua spiegazione nelF invio sul continente dei prodotti della pesca del tonno e finalmente negli oggetti di-versi per lire 41,267.

Il terzo bimestre però restò inferiore al secondo negli spiriti, bevande ed olii per lire 14,110, nei generi coloniali, droghe e tabacchi per lire 307,579, nei prodotti chimici e generi medicinali per li-re 13,244, nei colori e generi per tinta e per con-cia per lire 5,983, nel legno e paglia per li-re 138,418, nella carta e libri per lili-re 10,203, ed in ultimo nelle pietre, terre, vasellami per li-re 150,864.

Nel primo semestre del passato anno, il valore complessivo delle merci importate ed esportate a -scese a lire 31,584,486, cioè lire 14,282,752 per l'importazione e lire 17,301,754 per l'esportazione; mentre il movimento accertato nei primi sei mesi dell'anno in corso presenta una cifra di 53,820,901 lire, di cui lire 14,034,388 appartengono all' i m -portazione, e lire 19,186,573 all'esportazione.

(9)

21 gennaio 1883 L' E C O N O M I S T A 41 Il movimento di navigazione nei porti e nelle

spiaggie della provincia pei mesi di marzo ed aprile p. p., fu di 1016 navi arrivate e parlile per opera-zioni di commercio e per rilascio forzato o volon tario della portata di tonnellate 241,342, cioè: 292 per tonnellate 101,222 appartengono alla naviga-zione per operazioni di commercio con I' estero, e 663 di tonn. 122,624 a quella di cabotaggio; men-tre 59 con toniteli. 14,294 si riferiscono alla forza maggiore. Perciò il 2° bimestre ha superato di 133 navi e di tonn. 3S,059 il primo che, come fu d i -mostrato a suo tempo, diede 883 navi di tonnel-late 203,283.

I risultati del movimento di navigazione nel 3° bi-mestre dell' anno scorso sono anche più soddisfa-centi di quelli del 2° bimestre, dappoiché si ebbe da un totale complessivo di navigazione per 1,185 bastimenti della portata di tonn. 244,995, così di-visa : operazioni di commercio con l'estero 256 legni di toniteli. 92,572; operazioni di cabotaggio 872 navi di tonn. 140,747; forza maggiore 57 bastimenti di tonn. 11,667.11 2° bimestre dell'anno in corso resta quindi inferiore al terzo per 169 navi e per ton-nellate 3,653.

La navigazione commerciale accertata nel 1° se-mestre 1882, in confronto con quella del relativo semestre del decorso anno, fu la seguente:

Navi Tonnellate r, . . i Internazionale . 693 234,212 r °p e r a Z lon <'«oi Cabotaggio. . . 1,858 305,410 di commer. ISSI J F o m - . ^ ^ ^ Operazioni di commer." 1882 Internazionale . Cabotaggio. . . Forza maggiore T o t a l e . . . 2,713 566,510 734 270,626 2,144 370,529 206 48,465 3,084 689,620 Il movimento complessivo di navigazione nel 1° semestre 1882 adunque ha superato quello del cor-rispondente periodo del 1G81 di numero 371 ba-stimenti e di tonuellete 123,110.

Quantunque lusinghiere le accennate notizie rela-tivamente al commercio ed alla navigazione, non puossi dalle medesime inferire lo stato di progres-sivo benessere delie popolazioni e specialmente delle rurali, cui manca il grano per le nuove semine, l'acqua, il foraggio pel bestiame, i fondi pel paga-mento (ìi pubblici pesi, senza che abbiano proba-bilità di poter conseguire mutui, non avendo per la mancanza del raccolto, potuto soddisfare a quelli già scaduti.

In un paese agricolo come la Sardegna, la in-gente esportazione nel 1" semestre del corrente anno dei minerali, del sale, del carbone, delle pelli ha potuto in parte salvare dalla estrema miseria la classe dei braccianti, mentre il ceto più numeroso, quale si è quello degli agricoltori, soffre e patirà maggiori iatture, se provvedimenti acconci al biso-gno non vengano in tempo a rialzarne la miserabile condizione.

DELLE

E DI

Camera di Commercio di Milano (

Seduta del

2 gennaio). — Dopoché la Camera ebbe costituito

il suo ufficio di presidenza per l'anno 1883 e no-minata una commissione per studiare la questione dell'ordinamento delle Borse, e riferire in proposito passa a discutere il progetto di legge per la revi-sione della tariffa doganale, progetto che abbiamo già pubblicato nel nostro giornale.

De Angeli comincia col dire che l'impressione

prodotta in Ini dall' esame del progetto in questione fu penosissima, e che lo scopo principale e quasi unico del Ministero nella presentazione di esso si è di procacciarsi parecchi milioni, di cui abbisogna per sopperire alle lacuue che lasceranno nel bilancio altri cespiti d'entrata prossimi a cessare ; ma invano vi si cercherebbe il concetto economico, a cui — anche per formali promesse' dei Ministri — avrebbe dovuto informarsi la legge. Quindi è d'uopo che la Camera di commercio segnali al Parlamento la di-sillusione provata dagli industriali alla lettura del progetto in discòrso ; e poiché la Commissione della Camera dei Deputati che dovrà riferire sul tnede-s mo è già nominata e potrebbe riunirtnede-si quando ohe sia per prendere Te sue risoluzioni, ne deriva essere evidente la necessità per le rappresentanze commerciali di adottare colla massima urgenza quel provvedimento che a giudizio loro appaia più ap-proprialo al bisogno.

Pirelli pur acconsentendo nella nomina di una

Commissione vorrebbe che fossero poste in luce chiarissima i limiti del mandato che dovrebbesi af-fidare alla medesima.

Presidente osserva che i limiti del mandato sono

chiaramente additali dallo stato delle cose, inquan-toeliè la Commissione dovrebbe esaminare le pro-poste ministeriali, e qualora le giudicasse non cor-rispondenti al bisogno, indicare ciò che converrebbe domandare al Parlamento per ottenere che sia fatta ragione ai desideri delle industrie e dei commerci.

Veralti vorrebbe che venissero indicati i prodotti

che abbisognano della tutela doganale, ed a cui non provvede il progetto ministeriale.

Pirelli dice che ciò costituirà il compito della

Commissione, e per agevolarlo egli pensa che con-verrebbe ricorrere al metodo di sommarie inchieste sulle medesime, ripetendo cioè fin ad un certo punto il lavoro fatto, or sono quasi due anni, nella occa-sione in cui si trattava di rilevare i mali derivanti alle industrie dalla cessazione del corso forzoso. Quello stesso lavoro, che diede qualche buon ri-sultato, agevolerebbe il compito della Commissione, perchè, approfittando def'e ricerche allora compiute, potrebbe semplificare quelle che ora si dovrebbero eseguire.

Mani non condivide pienamente l'idea dell' Ing.

(10)

limi-42 L' E C O N O M I S T A 21 gennaio 1883 tarsi a semplici ritocchi, ma si dovrebbero mettere

le fondamenta di tutta la tariffa generale ; ciò che equivale quasi a dire di tutto il problema indu-striale. Dovrebbe dunque l'odierno essere uno studio d'assieme, per arrivare a consigliare, giustificandola, una riforma radicale nelP ordinamento della nostra tariffa.

Pirelli replica dicendo che il richiamo da lui fatto

al lavoro del 1881 doveva essere inteso nel senso solamente che quel lavoro può agevolare, e non punto sostituire quello che la Commissione dovrebbe adesso eseguire.

De Angeli risponde a Verutli che l'indicare le

voci di tariffa non contemplate nel progetto, a cui riguardo converrebbe domandare qualche modifica-zione nei dazi vigenti, equivarrebbe quasi al ripetere la tariffa, cotanto quel progetto si mostra avaro di revisione. A Pirelli poi fa osservare che le inda-gini che egli consiglia sotto forma d' inchiesta co-stituirebbero un lavoro enorme, certamente non terminabile pel dì in cui, riaprendosi il Parlamen-to, converrebbe che la Camera avesse già formu-lato il suo voto. Egli è invece di avviso che, per ora almeno, il lavoro della Commissione possa es-sere limitato a propugnare una proposta di massi-ma. Essa dovrebbe cioè vedere se il Ministero ha presentato quel progetto di vera revisione della ta-riffa, che aveva preso formale impegno di dare e che quindi gli industriali legittimamente attendeva-no, e se risultasse che ciò non fu fatto, la Com-missione dovrebbe consigliare alla Camera di sot-toporre al voto del Parlamento ui;a domanda tale, che l'appagarla conduca efficacemente ad otteonere la desiderata revisione.

L'oratore è persuaso che imprendendo l'esame del progetto di legge, la Commissione rileverà facilmente che il Ministero non ha tenuto la data promessa perocché ciò resulta evidente dal complesso del progetto, ma è anche indiscutibilmente provato dalla confessione che ne fa lo stesso Ministero in un

brano della relazione ove si dice che la vera revi-sione promessa s'intende rimandarla verso il 1887. In tale stato di cose il De Angeli vorrebbe che la

Commissione consigliasse la Camera ad esprimere il voto che sia divisa la parte fiscale della legge concernente le tasse di fabbricazione da quella di carattere prevalentemente economico concernente i dazi di confine, acciocché approvata la prima, se così pare si sospenda invece la votazione della se-conda, rimandando ad essere completata mediante compilazione di un progetto di revisione com-pleta.

Bergomi osserva in via d' ordine che sarebbe

stato più regolare che prima di ogni altra cosa, la Camera avesse deliberato se la questione era o nò d'urgenza. L'oratore dal canto suo riconosce que-st'urgenza, e approva per conseguenza la nomina di una commissione.

L'urgenza essendo stata ammessa da tutti Berta-velli risponde a De Angeli di condividerne nel

complesso le idee circa le proposte che la Com-missione potrebbe convenientemente suggerire : ma non accetta senza riserva il concetto che, una volta adottato il principio di dividere nella legge la parte fiscale dall'economica, si abbandoni poi la prima in piena balìa dell'erario, mentre l'imposizione di una nuova tassa di fabbricazione sul glucosio è tal prov-vedimento che, pur entrando nella parte fiscale del

progetto, non reclama meno della parte economica l'attenzione della Camera di Commercio di Milano. Il Presidente in appoggio a questa osservazione

dichiara che appunto i fabbricanti di glucosio man-darono già un' istanza alla Camera, per chiedere la di lei opera contro l'applicazione della nuova tassa che li minaccia ; la qual domanda si riserva di sottoporre alla Commissione se verrà nominata.

De Angeli, spiegando il concetto suo

relativa-mente alla separazione delle due parti della legge, dichiara che non intendeva affatto di rinunciare al l'idea di far delle contro-osservazioni alla parte fi-scale, se ed in quanto se ne crederà il caso.

Pavia parla nello stesso senso, giudicando che la

separazione non pregiudica le osservazioni di me-rito contro le parti separate del progetto.

Pirelli insiste nel credere che, pur venendo la

Commissione nell'opinione della non convenienza di scendere ad uno studio analitico delle industrie bi-sognose di provvedimenti, converrà tuttavia che im-pieghi un po' di tempo per fare per lo meno uno studio ponderato del progetto di legge e della lunga elaborata relazione che lo precede; quindi dubita che il risultato del lavoro che si vuol fare arrivi in tempo per presentarlo al Parlamento avanti la riapertura.

Parecchi altri però osservano che quando alla Commissione si raccomandi la massima sollecitudi-ne, essa studierà certamente di arrivare in tempo utile e che del resto però mal si potrebbe asse-gnarle un termine perentorio.

Perciò, votata in massima la nomina della Com-missione, su proposta Miani che la vorrebbe

nu-merosa, e su proposta Brambilla, che pensa

do-versi dare facoltà di aggregarsi — occorrendo — anche altre persone a sua scella, si delibera che tal Commissione venga composta di 7 consiglieri della Camera e che le sia riservata la facoltà pro-posta dall'ingegnere Brambilla. La nomina viene deferita al Presidente.

Camera di Commercio di Torino

(Seduta del 22 dicembre) — Esauriti alcuni affari di

amministra-zione interna il Presidente comunica una delibera-zione dell'11 decembre della Camera di commercio di Savona, la quale, prendendo occasiono dalle recenti ripetute interruzioni della ferrovia Genova - Venti miglia, rivolse istanza al Governo affinchè prescriva alle Amministrazioni ferroviarie italiane che in caso di interruzioni di linee esse non sospendano il ser-vizio, ma facciano pervenire le merci già loro con-segnate dal mittente o a consegnarsi pendente anche l'interruzione, per la linea viciniore più breve, senza aumento di tariffa, come si pratica dalle ferrovie austriache.

(11)

21 gennaio 1883 L' E C O N O M I S T A 43 La Camera accoglie con interesse le

particolareg-giate notizie contenute nel rapporto sull'importanza e sull'esito delle avvenute discussioni, e su proposta del Vice-Presidente Locami vota ringraziamenti al Segretario per aver degnamente rappresentato la Camera in seno alla suddetta Commissione e por avere avuto parte influente nelle sue deliberazioni.

Camera di Commercio di Varese

[Seduta del 4 gennaio 1883.) — Preso atto di una circolare

per-venuta dal signor Sindaco di Bedero Valcuvia in merito ad un progetto di strada provinciale tra Varese e Luino passante per BederoMasciago Ferrera -Granfila, la Camera di commercio, dopo di aver confermata in proposito le sue precedenti delibera-, zioni ed i votati sussidi, su proposta de! Consigliere Adreani decise di far pervenire nuove istanze all'Au-torità provinciale, perchè sia ormai definita l'antica e dibattuta questione. Dopo ciò la Camera si occupò del servizio doganale presso la stazione di Luino, delle tariffe per il servizio merci, delle molteplici disposizioni del nuovo codice di commercio e rela-tivo regolamento per la parte riguardante le Camere di commercio ; del prossimo sesto riparto della mi.) sura del 3 per 100 ai creditori della fallita Cassa per prestiti e premi; e di pratiche d'ufficio riguar-danti il personale.

Camera di Commercio di Marsigha

[Seduta del 9 gennaio)—La Camera di Marsiglia aveva

chia-mato l'attenzione della Compagnia delle strade fer-rate mediterranee sugi' inconvenienti resultanti per il Commercio di Marsiglia d dia soppressione della tariffa N° 442 comune fra le Mediterranee e diverse Compagnie svizzere. — In risposta la Compagnia delle Mediterranee ha fatto sapere alla Camera di Commercio di Marsiglia che allo scopo di conservare al porto di Marsiglia il traffico che il porto di Ge-nova e la via del S. Gottardo minacciavano di to-gliergli, essa ha già messo in vigore per i cotoni greggi, delle nuove tariffe di transito nelle quali essa ha preso a suo carico la riduzione dei prezzi ne-cessari per mantenere alla piazza di Marsiglia il van taggio sulla via di Genova e che ella studia e pub-blicherà fra poco tempo, altre tariffe dello stesso' genere per altre categorie di merci.

I prodotti delle ferrovie nel settembre 1882

Il prodotto generale del settembre 1882 ascese a lire 16,459,496, costituito come segue:

Viaggiatori L. 8,024,323 Bagagli » 317,726 Merci a grande velocità » l,409,839

Id. a piccola velocità » 6,617,029 Prodotti diversi » 70,579

Totale L. 16,439,496 Tale prodotto va poi ripartito come segue:

1882 1881 ( Alta Italia . . L. 8,264,889 L. 9,891,545 1 = 3 R o m a n e . . . » 2,690,644 » 2,759,676 •S"*"* (Calabro-Sicilie. » 1,220,715 » 1,007,516 Ferrovie di diverse

So-cietà eserc. dallo Stato » 1,514,905 » 1,812,050 Ferrovie Meridionali. . » 2,248,085 » 2,216,912 » Venete . . . » 74,710 » ) 17,952 » Sarde . . . » 113,250 » 139,162 » D i v e r s e . . . » 312,298 » 326,258

Totale L. 16,439,496 L. 18,271,080

Si ebbe dunque nel settembre 1882 una diminu-zione di L. 1,831,584 in confronto del 1881. — Diminuirono: le Ferrovie dell'Alta Italia di lire 1,686,656; le Ferrovie di Società esercite dallo Stato di L. 297,154; le Romane di L. 69,052; le Venete di 43,242; le Sarde di L. 25,942; e le Ferrovie diverse di L. 13,900. — Aumentarono in-vece : le Calabro-Siculo di L. 213,199; e le Meri-dionali di L. 31,173.

I prodotti poi dal 1° gennaio a tutto settem-bre 1882, confrontati con quelli dell'eguale periodo del 1881; furono i seguenti :

1882 1881 » e[ Alta Italia . L . 70.529,003 L. 70,083,971

M - S Romane . . . » 23,555,089 » 24,065,188 Calabro-Sicule. » 8,778,897 » 8,356,758 Ferrovie di diverse

So-cietà eserc. dallo Stato » 13,201,572 » 13,101,012 Ferrovie Meridionali . » 17,884,696 » 18,074,247

Venete . . . » 775,945 » 725,655 Sarde . . . » 1,053,775 » 1,076,740 diverse . . . » 2,331,274 » 2,033,190

Totale L. 138,110,251 L . 137,515,761 Si ebbe dunque, nel suddetto periodo del 1882, un aumento di L. 594,480 in confronto del 1881. — Aumentarono: le Ferrovie dell'Alta Italia di L. 445,032; le Calabro-Sicule di L. 422,139; le Ferrovie diverse di L. 298,084 le Ferrovie di So-cietà esercite dallo Stato di L. 101,560; le Venete di L. 50,290. — Diminuirono invece: le Romane di L. 510,699; le Meridionali di L. 183,551; e le Sarde di L. 22,965.

Noteremo inoltre che la lunghezza totale delle linee in esercizio, che nel settembre 1881 era di eh il. 8,950, nel settemhre 1882 ascese a chil. 9,139, essendosi nello stesso mese aggiunti ai chil. 9,088, ch'erano nel mese precedente, altri chil. 51 pel tronco Stradella Garlasco, della rete della Lombardia e dell'Italia centrale. — E la lunghezza media, che nel settembre 1881 era di chil. 8,794, nel settembre 1882 ascendeva invece a chil. 8,978. —

Il prodotto chilometrico delle diverse linee in esercizio nel settembre 1882, confrontato con quello del 1881, fu il seguente:

1882 1881

= f Alta Italia . . L. 3,143 L. 3,788

| =§ 3 < Romane . . . » 1,594 » 1,640 tE ( Calabro-Sicule. » 908 » 762 Ferrovie di diverse

So-cietà eserc. dallo Stato » 1,620 » 1,938 Ferrovie Meridionali. . » 1,419 » 1,514 » Venete . . . » 545 » 860 » S a r d e . . . . » 291 » 357 » diverse . . . » 952 » 994 * Media complessiva L. 1,820 L. 2,060 Si ebbe dunque nel settembre 1882 una diminu-zione di L. 240 in confronto del 1881. — Dimi-nuirono: le Ferrovie dell'Alta Italia di L. 645; le Venete di L. 315; le Meridionali di L. 96; le Sarde di L. 6 5 ; le Romane di L. 4 8 ; e le Ferrovie di-verse di L. 42. E qui tengasi nota del tempo in cui fu sospeso l'esercizio nel Veneto ed in parte della Lom-bardia por le inondazioni. — Aumentarono invece: le Ferrovie di Società esercite dallo Stato di L. 318; e le Calabro-Sicule di L. 148.

(12)

44 L' E C O N O M I S T A 21 gennaio 1883

1882 1881

.g ® ( Alta Italia . . L. 26,991 L . 26,841 g =§ 2 j Romane . . . » 13,979 » 14,307 t » *3" ( Calabro-Sicnle . » 6,536 » 6,438 Ferrovie di diverse

So-cietà esere, dallo Stato » 14,119 » 14.010

Ferrovie Meridionali - . . » 11,553 » 12,447 » Venete . . . . » 5,663 » 5,296 » Sarde . . . . » 2,708 » 2,811 » diverse . . . . » . 7,107 » 2,868

Media complessiva L. 15,383 L. 15,637 Si ebbe dunque, nel suddetto periodo del 1882, una diminuzione di L. 254 in confronto del 1881. — Diminuirono: le Meridionali di L. 894; le Ro-mane di L. 528; le Ferrovie dell'Alta Italia di L. 150; le Sarde di L. 103 ; e le Calabro-Sicule di L. 98. — Aumentarono invece: le Venete di lire 367 ; le Ferrovie diverse di L. 239; le Ferrovie di Società esercite dallo Stato di L. 109.

Notizie economiche e finanziarie

— Le riscossioni dei soli cespiti amministrati dal Ministero delle finanze durante I' anno 1882 supe-rano di 19,852,717,46 gli incassi previsti nel bi-lancio definitivo dell'entrata per lo stesso anno 1882.

Infatti le imposte dirette e macinato diedero un incasso di lire 440,082,101.51 con 1,909,422.14 di aumento sugli incassi previsti.

Le tasse sugli affari L. 153,085,992.09 con un aumento di 1,641,234.09 sul previsto.

Le Dogane ed altri proventi portarono un aumento di 16,282,061.25.

Ora gl'incassi effelU sono stati di L. 998,178,504,83 I previsti erano di . . . . » 978,345.787,37 L'aumento dunque è di . . L. 19,832,717,46 Da questa cifra appare che la situazione, sebbene alquanto meno favorevole di quella che aveva la-sciato l'anno 1881, è nondimeno buona.

— I primi accertamenti della tassa sulla ric-chezza mobile nel 1883 danno un aumento di circa un milione e mezzo.

— Continuano attivamente le trattative fra l'Italia e la Germania per la rinnovazione del trattato di commercio.

— La Commissione dei valori per le statistiche commerciali continua a tenere le sue sedute al Mi-nistero di agricoltura e commercio. Ha già approvato i valori per le categorie dei tessili e al principio della prossima settimana avrà terminato i proprii lavori.

— La Direzione generale delle gabelle ha approvato i nuovi orari delle dogane, prendendo in gererale per base le proposte fatte dalle Camere di Com-mercio.

— Il Ministro Berti presenterà in breve il pro-getto sali' Agro romano che riguarda una zona di dieci chilometri attorno a Roma.

Si istituiranno dei Consorzi obbligatori par la bo-nifica idraulica e fondiaria ed ove i proprietari non eseguiscano le opere, lo Stato ovvero la Società le eseguiranno per conto proprio, salvo il rimborso ra-teale per parte del proprietario, ovvero salvo le espropriazioni.

Verranno concessi dei premj ai proprietari ehe faranno i lavori.

Varie Società, fra cui una romana ed una inglese, proporranno al Governo di assumere i lavori.

— Il municipio di Arpino in Terra di Lavoro, la Provincia ed il Ministero di agricoltura industria e commercio covennero nel ripartirsi le contribuzioni per la fondazione in Arpino stesso di una scuola per le industrie seriche e tintorie. Usciranno da questa scuola giovani istruiti opportunamente per diventare capi operai e direttori di fabbriche tanto di filatura, di tessitura che di tintoria, special-mente delle lane. Vi saia poi un insegnamento spe-ciale la sera e la domenica onde perfezionare gli operai già dediti al lavoro.

Applaudiamo al concetto, ed auguriamo che la scuola riesca nello scopo che si prefìgge. Solo quando i nostri operai avranno una istruzione quale è ne-cessaria alle moderne esigenze delle industrie, queste potranno efficacemente lottare colla concorrenza estera. — Il seguente prospetto contiene il movimento delle Casse postali di risparmio a tutto il mese di novembre 1882:

Num. degli uffici autoriz-zati Depositi . . R i m b o r s i . . Complessivo Libretti emessi » estinti . filmasti in c o r s o . Novem. 1882 Mesi

preced. preced. Anni Somme totali 9 73 3408 3488 04243 37235 101478 721145 389135 1110340 2300753 9/9942 3280695 3086141 1406 72 4492513 10717 3082 7635 120963 17618 103315 516340 45246 471094 642020 65276 582044

Movimento dei fondi.

Ottobre 1882 Mesi precedenti Anni 1876 77-78-79-80-81 Importo dei

de-positi . . • L. Interessi capital. » Totale compless. » Importo rimbors. » Credit, dep. . . . » 6,691,003 08 6,691,013 08 2,8 8,269 61 842,743 47 63,997,623 73 63,997,623 7.3 50,249,218 78 13,797,164 65 185,575,821 32 4,344,830 03 189,920,651 35 122,923,786 84 66,996,864 5!

— Venne firmato fra il Ministro Mancini ed i signori Toselli , Guastalla , Bagni, e Barisongo, un compromesso relativo alla concessione per 99 anni di 1000 ettari di terreno nella colonia di Assab allo scopo di impiantarvi delle grandiose saline ad uso di quelle di Cagliari; il Toselli è fex-agente delle saline sarde ed è a lui che si deve principalmente questa speculazione , la quale non è punto sovven-zionata dal governo.

— I prodotti lordi del traffico sulle Ferrovie del-l'Alta Italia dal 1° gennaio a tutto novembre 1882 hanno raggiunto la somma di L. 105,245,059,58, comprese L. 114,139.70 per la navigazione sul lago di Garda; mentre nell'eguale periodo del 1882 non ascendevano che a L. 104,541,863.01, comprese L. 115,268.60 per la detta navigazione.

Si ebbe dunque nel 1882 un aumento di L. 703,196.57, calcolata pure la diminuzione di L. 1,128,90 per la navigazione suddetta.

— Le spese dei comuni e delle provincie per l'agricoltura sono andate aumentando in questi ultimi tempi.

Riferimenti

Documenti correlati

Nella tornata del 5 giugno dopo varie comuni­ cazioni fu partecipato alla Camera il rapporto della Commissione sulla istituzione della tassa di deposito la cui

cato dei valori pubblici, determinando alternative di rialzi e di ribassi a seconda che le notizie sono più o meno favorevoli ad un immediato componi­ mento

Camera di Commercio di Catania. — Nella tor- nata^ del 4 aprile esauriti alcuni altari d’ indole am­ ministrativa il Presidente fece dar lettura della c ir­

le Casse di risp. Il suo impiego in titoli è esorbitante, come pure è troppo alto quello in portafoglio, e ciò a de- trimento dei mutui, i quali hanno scarsa parte del

A ren d ere più vivo e più intenso questo lam ento nelle ultim e settim ane è intervenuto un fatto a cui accennam m o solo incidentalm ente, ma che è senza

Vatlalà-Papale G. — Del sistema economico bor­ ghese in rapporto alla civiltà. — Principi di economia politica. — Guida allo studio del diritto co­

Scendendo adesso a segnalare l’andam ento del m er­ cato finanziario negli ultim i otto giorni com incerem o col rilevare che è sem pre la borsa di P arig i, che

Camera di commercio di Pisa. — La Camera di commercio di Pisa, considerando che la tassa di fabbricazione dello spirito estratto dai viticoltori dalle vinaccie