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L'economista: gazzetta settimanale di scienza economica, finanza, commercio, banchi, ferrovie e degli interessi privati - A.10 (1883) n.456, 28 gennaio

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L'ECONOMISTA

G A Z Z E T T A S E T T I M A N A L E

S C I E N Z A E C O N O M I C A , F I N A N Z A , C O M M E R C I O , B A N C H I , F E R R O V I E , I N T E R E S S I P R I V A T I

Anno X - Voi. XIV Domenica 28 Gennaio 1888 N. 456

IL CORSO FORZOSO ED 1 VALORI PUBBLICI

Dal giorno in c u i a b b i a m o scritto nell' ultimo n u m e r o dell' Economista u n b r e v e articolo sulla questione del corso forzoso e della sua abolizione, a quello in c u i scriviamo oggidì, sono avvenuti nel m o n d o finanziario d e i fatti i quali potrebbero c r e -dersi tali da modificare radicalmente le idee punto pessimiste, c h e n e l l ' a r g o m e n t o a b b i a m o espresse. Gli effetti del manifesto del principe Napoleone, la scoperta ed il timore di più o m e n o veri complotti realisti, e d orleanisti, hanno avuto n e l m e r c a t o fi-nanziario c o n s e g u e n z e non certo vantaggiose per la operazione, a cui l'Italia d o v r à d a r principio n e l prossimo aprile. Tuttavolta n o i siamo convinti, c h e la scossa, senza d u b b i o brusca che n e risentirono le borse, abbia ad essere passeggera e c h e il m o n d o finanziario, d o p o il primo m o v i m e n t o di panico, dal quale si lasciò sorprendere, forse nella convinzione che i fatti politici c h e si svolgevano avessero u n a portata m a g g i o r e di quella c h e realmente non e b -b e r o fin q u i , riprenderà la sua calma, e lascierà che ritornino le cose in quella posizione n o r m a l e c h e non è certamente p e r n o i eccellente, m a c h e tuttavia bastava a lasciarci superare gli ostacoli inevitabili nella ripresa dei pagamenti in ispecie m e tallica. — Notisi bene c h e non pensiamo già, p o s -sano p e r ora i nostri titoli diversi, anche in calma situazione del mercato, salire al punto in c u i si trovavano circa d u e anni o r sono ; è d ' u o p o tener conto c h e il ritiro della moneta cartacea,nella c o n -dizione appena sufficiente nella quale l'Italia intra-p r e n d e l'ointra-perazione, è intra-per se stessa tale un fatto da richiedere una certa aspettativa dell'esito, e quindi una perplessità nel mercato ad accordare s t r a o r d i naria fiducia al credito di chi, sia pure bene a r -mato e c o n riconosciuta abilità, si avventura ad u n impresa di c u i nessuno nasconde l'arditezza. — S i aggiungano a questo le ostilità più o m e n o m a s c h e -rati d i c h i ha potuto sentirsi leso negli interessi, pel m o d o c o n c u i venne c o m p i u t o il prestito, ed infine non si lascino da parte i tentativi, già in qualche m o d o esperiti, ma c h e si faranno più vivi e più tenaci all'ultimo m o m e n t o , p e r tentare d i m a n d a r all'aria l'operazione, o d almeno costringere io Stato a p r o v v e d i m e n t i nei quali alcuno potrebbe trovare l'interesse c h e non conseguì altra volta.

Tutto questo d e v e mantenerci disposti n o n solo a non vedere, p e r ora, i nostri valori quotati alla borsa a quel prezzo c h e p u r meriterebbero, n o n solo a dare spiegazione di tale persistente diffidenza del mercato, m a anche ad aspettarci q u a l c h e i m

provviso colpo c o l quale si tenti di mettere a m a g -gior pericolo la operazione.

D o b b i a m o quindi innanzi tutto essere molto guar-dinghi nei giudizi sui fatti c h e si maturano nelle borse, e non essere inclinati troppo facilmente al pessimismo, poiché è possibile c h e il male non sia talvolta c h e una manovra, dannosa egualmente, è v e r o , ma, appunto perchè m a n o v r a , n o n durevole.

Ed abbiamo voluto d i r tutta questo perchè pare a noi c h e gli ultimi m o v i m e n t i di ribasso dei nostri titoli, siano stati da alcuni periodici apprezzati i n m o d o né giusto, n é esatto. F u detto, ad e s e m p i o , c h e il nostro consolidato è stato alla Borsa di Parigi il più maltrattato, e c h e così a b b i a m o pagato noi la pena di fatti nei quali siamo estranei.

Ora egli è b e n v e r o c h e nella terza settimana di gennaio la nostra rendita perdette a Parigi L . 0 , 9 5 discendendo da 8 8 , 2 0 a 8 7 , 2 3 , m a è anche o p p o r -tuno guardare gli altri consolidati, e d apparirà c h e è ingiusto far c r e d e r e al pubblico, c h e solo i fondi italiani abbiano subito u n a perdita, o c h e l'abbiano subita in proporzioni molto maggiori degli altri. Nella stessa Borsa di Parigi il 3 per cento francese ribassò di L . 0 , 7 0 , il 3 per cento ammortizzabile di L . 0 , 5 0 , il 4 1|2 p e r cento di L . 1 , 0 0 , il 5 p e r cento di E . 0 , 2 0 . Ala è anche o p p o r t u n o osservare c h e se il 5 p e r cento e b b e cosi piccola perdita, c i ò deriva dal fatto c h e è già tenuto in un ribasso c o n -siderevole da altre cause, e quindi è m e n o suscet-tibile di c o m p r e s s i o n e ; anzi per ciò c h e o s s e r v e r e m o ora, le cause c h e fanno ribassare gli altri fondi francesi possono, fino ad u n certo punto, produrre un rialzo o neutralizzare il ribasso d e l 5 per cento. Infatti il 5 p e r cento cifra in media a 1 1 5 1|2, il c h è è molto al disotto, nella proporzione, al 3 p e r cento, c h e cifra in media il 7 9 . M a v i è appunto il timore, non ancora s c o m p a r s o , c h e sul 5 per cento venga operata la conversione, specialmente se o l -trepassi una certa altezza di corso ; e d è questo ti-m o r e c h e gli i ti-m p e d i s c e di avvicinarsi quel prezzo a cui proporzionalmente arriva il trea per cento. È chiaro però c h e gli imbarazzi politici e finanziari, i quali s o r g o n o contro il g o v e r n o della Repubblica, se s o n o svantaggiosi in genere a tutti i fondi fran-cesi, sono invece, da u n Iato, vantaggiosi al 5 p e r cento, perchè allontanano il pericolo della conver-sione.

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il 1 3 0 ; è possibile quindi, p e r quello c h e a b b i a m o detto sopra, c h e meutre gli altri fondi ribassano, il solo 5 p e r cento invece rialzi il s u o prezzo, o per-da assai poco.

A d ogni m o d o , rimane chiaro, appunto p e r queste considerazioni, c h e una diminuzione di 2 0 c e n -tesimi nel 5 p e r cento francese è più grave assai dei 9 3 centesimi perduti dal consolidato italiano. E non v a trascurato c h e altri consolidati perdettero in quella circostanza molto p i ù del nostro, per e sempio lo spagnuolo esterno, c h e ribassò di L i -re due.

Ed anche la diminuzione dei prezzi di altri n o -stri valori, c o m e la Banca Nazionale per L . 2 0 , la Banca generale p e r L . 1 0 , quella di Milano p e r L . 2 5 quella di T o r i n o p e r L . 7 5 , t r o v a n o Ri-scontro in altri valori esteri c h e s u b i r o n o le stesse sorti, c o m e la Banca di Parigi c h e perdette L . 6 0 , la Banca di Francia L . 4 0 , il Canale di S u e z L . 8 0 e le ferrovie francesi c h e e b b e r o tutte u n ribasso notevole.

L o d i c e v a m o p i ù sopra, da questi fatti la nostra fiducia n o n rimane scossa, anzi, sino ad u n certo punto, si accresce la fede c h e abbiamo nel valore del nostro credito. N o n sono molti anni, c b e m a l grado i legami d i interesse c b e a v e v a m o u n R o -tshild, u n a scossa del m o n d o finanziario pari a quella c h e si ebbe nella settimana scorsa, avrebbe prodotto u n rinvilimento dei nostri valori a l -m e n o d o p p i o di quello che quelli francesi subivano. I n v e c e , è d ' u o p o notarlo, se non rimasero fermi i nostri c o m e i titoli inglesi, non s u b i r o n o neppure quella débàcle a cui in altro t e m p o e r a v a m o quasi abituati. E questo, nelle attuali condizioni s p e c i a l mente, è , a nostro m o d o di v e d e r e , segno c h e e c -cita a sperare, più che a temere.

A proposito dell' abolizione del corso forzoso è o p p o r t u n o tener dietro ai giudizi c h e sull'argomento e s p r i m o n o i principali periodici.

C o m i n c i a m o dall' Economist di Londra c h e n e i suo ultimo n u m e r o ha un articolo molto b e n e v o l o e lusinghiero. Comincia notando c h e « le disposi-zioni prese p e r la ripresa dei pagamenti metallici in Italia paiono adeguate allo s c o p o , s e m p r e quando sieno attuate c o n molta prudenza. » Riferisce-quindi alcune cifre riguardanti il debito pagato alla Banca Nazionale, e le s o m m e c h e p e r il prestito effet tuato si trovano nelle casse dello Stato, sia in o r o che in argento ; cioè 7 0 0 milioni di c u i 4 5 0 in oro, 2 0 in pezzi da cinque franchi d'argento e 4 3 0 in moneta divisionaria pure d ' a r g e n t o . Ritiene c h e le r i s e r v e delle sei B a n c h e di emissione salgono a 5 0 0 milioni di moneta metallica, c h e si r i d u c o n o a 2 5 0 riflettendo c h e cinquanta milioni sono stati prestati allo S t a t o ; e di questi 2 5 0 milioni calcola che 1 5 0 sieno in o r o e 1 0 0 in argento. In quanto riguarda i privati, c o m u n q u e XEconomist ritenga difficile calcolare la quantità di monete metalliche che essi possiedono, argomentando dai pagamenti fatti alla dogana, ritiene c h e non v i sia m e n o di 8 0 milioni in o r o e 5 0 in argento. N e l complesso quindi" l'Italia, al m o m e n t o della ripresa d e i paga-menti metallici, a v r e b b e 1 1 5 0 milioni, di cui 7 8 0 in oro, 3 0 0 i n argento, 7 0 in rame. E s i c c o m e at tualmente vi è una circolazione cartacea di 9 6 0 milioni p e r lo Stato e 8 1 0 milioni p e r le Banche,

ritirando il g o v e r n o 6 0 0 milioni, n e lascierebbe 3 4 0 in circolazione, mentre n o n molto grande p u ò es-sere la riduzione c h e potranno fare le b a n c h e sulla loro circolazione. F r a monete metalliche e biglietti dello Stato e delle B a n c h e vi sarebbe a d u n q u e u n m e d i o circolante di 2 2 0 0 milioni, metà carta e metà metallo, il c h e presenterebbe, continua YEco-nomist « una circolazione sufficiente per i bisogni del paese, ed una base sufficiente per assicurarne la soli-dità. »

E c o n c l u d e l'autorevole periodico di L o n d r a . « R i m a n e però a vedersi sino a qual punto p o -trà l'Italia conciliare questa sua c o n d o t t a l a base larga sull'oro, colla sua permencnza nell'unione l a -tina, e cosi pure, sino a q u a n d o il paese riterrà l'oro c b e tanto accortamente f u importato p e r la c o n -versione. L e proporzioni di questa operazione sono assai minori di quelle c b e e b b e quella fatta dalla Germania p e r il c a m b i a m e n t o di tipo, e d a gli Stati Uniti p e r la ripresa dei pagamenti m e t a l -lici, m a fu sino ad o r a compiuta c o n una abilità ed una prudenza tale c b e riuscì ad evitare u n a pressione troppo grande n e i mercati monetari d ' E u -ropa, e possiamo giustamente riprometterei c h e questa abilità e questa prudenza l'accompagneranno sino alla fine. »

— L a Liberti ha invece una corrispondenza da R o m a nella quale si parla dello stesso argomento. A v v e r t e c b e alcuni « animi timorosi discutono a n cora I' epoca scelta pella ripresa dei pagamenti m e tallici, e c b e i ribassi sofferti dal consolidato i t a -liano fanno pensare alla opportunità di u n a nuova proroga. Però l'opinione pubblica è contraria ari ogni indugio, e in queste discussioni si è disposti piuttosto à vedere delle m a n o v r e dalle Banche di emissione, la situazione delle quali non è buona, e le quali t e m o n o di affrontare la circolazione m e -tallica. »

C o n c l u d e però « c b e il g o v e r n o è c o n v i n t o c h e sarebbe u n grave errore ritardare oltre la prossima primavera la ripresa dei pagamenti in ispecie, c h e f o r o non s e n e andrà dal paese e la moneta m e -tallica basterà ai bisogni della circolazione. L'abitu-dine radicata ormai della moneta cartacea manterrà in circolazione i 3 4 0 milioni ( c h e possono essere ridotti a 2 0 0 , poiché il T e s o r o Ita raggranellati 1 2 0 milioni p e r mezzo dei diritti doganali) di biglietti a piccolo taglio, i quali saranno lasciati circolare c o m e carta dello Stato. Naturalmente questi b i -glietti faranno concorrenza ai bi-glietti delle Banche, m a i timori c h e sono stati sollevati a questo p r o posito sono esagerati, i biglietti delle nostre B a n -c h e g o d o n o molta fidu-cia nelle provinole. »

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cara-28 gennaio 1883 L ' E C O N O M I S T A 51 bio, le Banche possano anche far fronte alla n u o v a

situazione senza sottrarre le risorse del c o m m e r c i o con inopportune restrizioni. A tali operazioni il g o -v e r n o -vigilerà, facendo speciale assegnamento sulla sagacia e sul patriottismo della Banca Nazionale. »

Però a questi periodi lo slesso Bollettino p r e -mette aleune considerazioni sul t e m p o della ripresa dei pagamenti, e nota cbe, sebbene il m o m e n t o sia difficile p e r la condizione dei mercati, tuttavia l ' I talia avendo contratto u n i m p e g n o , d e v e m a n t e -nerlo a scadenza fissa. Però osserva c h e I' unico caso in c u i si potrebbe giustificare una proroga senza renderla dannosa, sia quello in c u i il P a r -lamento discutesse d'urgenza una legge di riordina-mento del eredito pubblico e delle Banche, le quali allora, avendo aumentala la libertà d'azione, m a in pari tempo la responsabilità loro, a v r e b b e r o i n t e resse a favorire la esecuzione della legge p e r l ' a -bolizione.

Le Camere di Commercio in Parlamento

Nella seduta del 1 9 corr. la Camera dei depu-tati, nuli' occasione in cui discutevasi il bilancio di prima previsione del Ministero di agricoltura indu-stria e c o m m e r c i o , ha udito u n l u n g o discorso dell'on. Incagnoli sulle C a m e r e di C o m m e r c i o . E s e b bene l'on. Deputato concludesse presentando u n o r -dine d e l giorno c o l quale invitavasi il Ministero a studiare u n migliore ordinamento di quegli Istituti, ed a presentare nella attuale sessione u n analogo disegno di legge — parve evidente c h e mirasse il discorso a dimostrare, per l o m e n o la inutilità delle C a m e r e di C o m m e r c i o .

Non vale tacere c h e tante le a c c u s e formulate in pieno Parlamento contro quello istituzioni c o m -merciali, quanto la difesa c h e in loro favore alcuni deputati ed il Ministro hanno sostenuta, apparirono a molti c o m e u n sintomo allarmante c h e lascia supporre in molti uomini di Stato la convinzione, che le C a m e r e di C o m m e r c i o potrebbero venir sop-presse in Italia senza nessun danno dello sviluppo e c o n o m i c o e del razionale e regolare andamento degli affari.

È noto che la questione di s o p p r i m e r e le C a m e r e di C o m m e r c i o è stala altra volta sollevata in P a r -lamento e non trovò isolali fautori ; n o n nascon-diamo c h e ci produsse una dolorosa impressione il n u o v o attacco v i v a c e fattosi nell'Assemblea legisla-tiva, e la fiacca difesa, ed i c o m m e n t i di una parte della stampa. S e m b r ò c b e i più convenissero in c i ò almeno, che le C a m e r e di C o m m e r c i o , ordinate c o m e sono oggidì, riescano inutili, se non dannose.

Ora nel mentre ci piace ricordare che altra volta ]'Economista sorse a difendere quelle istituzioni in-quantocbè era convinto c h e da esse n e tragga utile il paese, cosi oggi pure, nulla essendo accaduto p e r farci ricredere, ci piace ripetere c b e molti giudicano in proposito c o n poca conoscenza di causa.

Non n e g h e r e m o già c h e la legge 6 luglio 1 8 6 2 , che regola le C a m e r e di C o m m e r c i o , sia tale da non richiedere una riforma ; nel ventennio sono soprav-venuti troppi mutamenti nella vita pubblica e spe-cialmente in c i ò c h e riguarda gli affari e c o n o m i c i , perchè anche le istituzioni c h e d o v r e b b e r o essere il

perno degli affari stessi n o n sentano la necessità di esser poste, p e r funzionare a dovere, in consonanza coi nuovi tempi. Però malgrado ciò, siamo tuti'altro c h e persuasi c h e le C a m e r e di C o m m e r c i o anche quali sono oggidì, sieno dannose al ceto c o m m e r c i a l e ed industriale. Si potrà riordinarle, renderle p i ù utili, ma c i ò non vtiol dire c h e oggi sieno di in-c i a m p o al in-c o m m e r in-c i o ; — si potrà migliorandole rendere più efficace e più determinata l'opera loro, ma c i ò non permette di c o n c l u d e r e elio, tali quali sono non ad altro servano c h e a percepire delle tasse ed a soddisfare l'ambizione di alcuni c o m m e r -cianti, c o m e tuttavia si è affermato.

Si parla di enormi aggravi a c u i le C a m e r e a s -soggettano i loro contribuenti, e c i ò allo s c o p o di favorire l'insegnamento di scienze applicate al c o m m e r c i o e d alle arti, e di raccogliere esposizioni i n -dustriali, commerciali e d agrarie. V i a ! s e anche c i ò fosse, è veramente u n m a l e ? S o n o cosi c o n -dannabili questi scopi nei quali viene impiegato il danaro dei c o n t r i b u e n t i ? — 0 c h e v a i m e u o u n a scuola di scienze applicate alle industrie ed ai c o m -merci, c b e u n allargamento di strade, u n riordino di piazze, u n edificio artistico^ ed altri consimili i m -pieghi nei quali i c o m u n i p u r profondano tanti mi-lioni. E , badisi bene, non v o g l i a m o già aver l'aria di scusare u n errore c o n u n altro ; a noi invece pare c h e l'uso del denaro p e r le ragioni anzidette sia, p e r lo p i ù , utilissimo.

In ogni caso è b e n e notare sin d'ora c b e le n o -stre 7 3 C a m e r e di C o m m e r c i o hanno u n bilancio complessivo di appena d u e milioni e mezzo di lire, in media appena 3 4 mila lire ciascuna. Ma v e n e sono cinque c h e n o n hanno una spesa m a g g i o r e di 5 0 0 0 lire; dieci clie non sorpassano le 5 0 0 0 l i r e ; ventiuna c h e non arrivano alle 1 0 mila ; diciassette c b e stanno fra le 1 0 e le 2 0 mila l i r e ; undici il cui bilancio rimane al disotto delle 5 0 mila lire ; e al di là delle 5 0 mila lire, n o n r i m a n g o n o c h e Bari (70 mila) Firenze ( 6 9 mila) F o g g i a ( 5 6 mila) L i v o r n o ( 5 4 mila) Messina ( 8 2 mila) Napoli ( 6 4 m i l a ) T o r i n o ( 1 1 5 mila) Venezia ( 1 2 2 mila) Genova ( 1 2 5 mila).

Ora si dica il v e r o se non è una esagerazione il parlare di enormi aggravi c h e pesano sui contri-buenti camerali, tanto p i ù q u a n d o si rifletta c h e le C a m e r e hanno in c o m p l e s s o oltre 1 7 0 mila lire di rendite patrimoniali, e c h e le vere tasse in c o m -plesso si dividono così :

Tassa sugli esercizi . . . . L . 6 5 1 mila S o v r i m p o s t a sui redditi di r i c

-chezza mobile » 2 5 8 mila Tassa sulle polizze di carico, sui

noleggi e sulle assicurazioni » 3 4 2 mila Totale . 1,251 mila ripartite sopra 1 2 5 mila elettori iscritti, il c h e equi-vale in media a circa dieci lire annue per ciaseun elettore !

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meno di 100 abitanti, o di sopprimerli tutti perchè v e n e sono di così m i c r o s c o p i c i ?

N o n n e g h e r e m o c h e l ' a r g o m e n t o domandi di e s -sere studiato c o n a m o r e e c h e sia utile una saggia r i f o r m a ; m a ci affrettiamo a s o g g i u n g e r e : p e r c a -rità, studiate bene e p e r far presto non fate peggio!

A n o i sta a c u o r e assai questa questione d'elle C a m e r e di C o m m e r c i o , e c o m e a b b i a m o fatto t a l -volta s i n qui, ci p r o p o n i a m o di o c c u p a r c e n e assi-duamente e volenterosamente. A b b i a m o convinzione c h e una gran parte d e l lavoro c h e le C a m e r e di C o m m e r c i o pure c o m p i o n o , passi i n o s s e r v a l o ; c r e d i a m o sia utile metterlo in evidenza, tanto p e r c o m u n e ammaestramento, quanto p e r efficace c o n -trollo.

E noi, ripetiamo quello c h e altra volta d i c e m m o , siamo disposti, p u r c o n s e r v a n d o la nostra libertà d ' a z i o n e , a mettere in luce tanto c i ò c h e fanno, quanto, c i ò c h e o m m e t t o n o di fare quegli Istituti.

S p e r i a m o di trovare i n essi u n aiuto, si intende morale, nei nostri sforzi. C i c o m u n i c h i n o le loro situazioni finanziarie, le loro deliberazioni; ci f a c -c i a m o pervenire i loro dubbi, le loro proposte sia intorno alla questione della loro riforma, sia intorno agli argomenti c h e interessano .in generale le i n -dustrie e d i c o m m e r c i , e sarà nostra cura di trat-tarne n e l nostro periodico. V a da se c h e l'opera nostra ( e lo diciamo, poiché è bene parlar chiaro) n o n d o m a n d a retribuzione, e d intendiamo d i p r e -starci gratuitamente alle inserzioni e d all' esame degli atti delle C a m e r e di C o m m e r c i o .

Q u e l l o c h e solo d o m a n d i a m o è c h e ci aiutino fornendoci c o n sollecitudine gli elementi necessari per trattare del loro lavoro. Sarà cosa utile p e r le C a m e r e stesse, c h e avranno continua relazione d e l

-l'opera delle loro consorelle, e p e r i I pubblico c h e verrà a cognizione d e l loro operato.

I DEBITI PUBBLICI ED I DEBITI PE1IATI

A proposito di una lunga discussione c h e {'Opi-nione, la Rassegna e la Perseveranza sostennero intorno alle risultanze del bilancio dello Stato, ed alle dichiarazioni c h e il Ministro Magliani fece alla C o m m i s s i o n e del bilancio, la Perseveranza è uscita c o n uua teoria e c o n o m i c a , c h e ci piace rilevare, poiché a n o i sembra c h e essa nasconda una q u e -stione, p e r i nostri tempi, tutt'àltro c h e soluta.

Il giornale di Milano, parlando dei debiti c h e contrae lo State, si allarma della progressione c o n c u i si abusa d e l credito pubblico, « n o n solo p e r il peso assoluto permanente, s u p e r i o r e alle forze del nostro bilancio, di cui prende quasi la metà dell'entrata ; ina anche per la continua e molesta concorrenza che lo Stato, chiedendo denaro a pre-stito, fa alle industrie private. » E riporta a questo proposito le parole del R i c a r d o : « q u a n d o si r i tiri dal mercato questo grande accattatore d ' i m p r e -stiti c h e è lo Stato, si a c c o m o d e r a n n o speditamente i privati c h e c e r c a n o denari. »

In sostanza a d u n q u e si v o r r e b b e c h e gli Stati n o n contraessero debiti, e d estinguessero quelli che hanno, nella convinzione che in tal m o d o il capitale d i v e r r e b b e così abbondante da rendere p i ù agevole ai privati il procurarsene.

Ci permetta la Perseveranza di affermar subito c h e non dividiamo questa sua teoria, e c h e siamo piuttosto preoccupati da u n timore c h e ha origine da contrarie considerazioni.

A parte adesso ogni questione sul valore delle merci, intorno a cui gli economisti n o n sono c e r -tamente d ' a c c o r d o , si p u ò tuttavia c o n v e n i r e in ciò c h e il prezzo del capitale sia in ragiono diretta delle difficoltà di a c c u m u l a r l o e del rischio che si c o r r e a prestarlo ad altri. Ora di questi due e l e -menti c h e c o n c o r r o n o a determinare il prezzo d e l capitale è chiaro c h e il rischio non diminuisce n ò c r e s c e col r a p p o r t o tra la quantità esistente dei c a

-pitali ed i bisogni c h e si manifestano sul mercato. Poca o grande la quantità di denaro, pochi o molti i richiedenti, il rischio non muta, dipendendo esso, a l m e n o in massima parte, da cause estrinseche al rapporto tra l'offerta e la domanda, m a piuttosto dalle condizioni della legislazione, della moralità, della vitalità e c o n o m i c a , della forza industriale e c c . di u n paese.

Ma l'altro elemento, quello dèlia difficoltà di a c -c u m u l a r e il -capitale, è possibile immaginarlo p i ù tenue di quello c h e si manifesta o g g i d ì ? A b b i a m o il p i ù potente mercato b a n c a r i o del m o n d o , quello di L o n d r a , d o v e in condizioni normali, si scontano tre buone firme, all'wwo e mezzo, o tutto al più al due p e r cento; il c h e vuol dire c h e v i sono dei capitalisti i quali, q u a n d o sappiano di n o n correre, relativamente, alcun rischio, sono disposti ad accon-tentarsi di un tenuissirno c o m p e n s o p e r cedere i loro capitali. A b b i a m o in Italia, a tacer d ' altro, e perchè è paese ancora inesperto n e l m e c c a n i s m o del credito, banche e casse di risparmio le quali sarebbero ben liete di poter collocare i loro c a p i -tali in m o d o sicuro al 5 o d al 4 OjO ; e sappiamo c h e in genere è il capitale c h e va in cerca di u n s i c u r o i m p i e g o , mentre quelli c h e possono offrire una buona garanzia, non hanno bisogno di cercar denaro perchè riè trovano quanto v o g l i o n o .

E tuttavolta il risparmio dei capitali cresce in proporzioni assai forti ogni anno ; e la Francia la Germania, l'Austria, la Spagna, I' Italia, la Russia, hannQ ancora molto c a m m i n o da percorrere prima di aver raggiunto quelle enormi cifre c h e hanno raccolto di risparmio I' Inghilterra e l'America.

Ora i m m a g i n i a m o che l'onda dei risparmi continui ad ascendere così viva c o m e accenna dappertutto, e s u p p o n i a m o c h e i consigli della Perseveranza v e n -gano accolti, e gli Stati n o n facciano p i ù debiti e redimano quegli che hanno ; non è luogo di d o m a n darsi : — Ma c h e cosa si farebbe di sì ingente q u a n -tità di capitali? — C h i i m p i e g h e r e b b e uua s o m m a così grande di miliardi quale è quella c h e gli Stati le Provincie ed i C o m u n i tengono impiegati ?

Li i m p i e g h e r e b b e l'industria ? — M a l'industria sana, forte, rigogliosa , sicura, prudente, oggi trova capitali al 3 p e r cento ! P u ò essa desiderare u n tasso più mite ? — E d ottenendolo, quale sarà il c o m p e n s o c h e avrà il capitalista p - r la privazione a cui si assoggetta e p e r i sacrifizi della a c c u m u -lazione ?

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-28 gennaio 1883 L' E C O N O M I S T A 53 sogni dello Stato, giacché all' epoca nostra si a v

-v e r t o n o già i sintomi di un male, il quale non tarderà certameute a farsi grave assai, quello della e c -cedenza dei capitali.

P r o u d h o n potrebbe, se fosse vivente, aggiungere un s u c c o s o capitolo alle sue Contraddizioni economiche, v e g g e n d o per qual via viene la società m o -derna trascinata.

Non si avverte abbastanza, a nostro credere, c h e l'eccitamento dato c o n tanti mezzi al risparmio, specialmente delle classi inferiori, le quali perchè n u -merosissime danno, a forza di piccole quote, ingenti totali,non si avverte abbastanza, diciamo, c b e questo eccitamento non trova riscontro adeguato nella d o manda dei capitali. L e industrie v i v o n o in quanto le faccia vivere il c o n s u m o ; e il risparmio essendo, almeno in parte, prodotto dalla limitazione del c o n -s u m o , è chiaro c h e vi è u n punto di equilibrio tra

le industrie, il c o n s u m o ed il r i s p a r m i o ; o l t r e p a s -sato questo punto, tanto in u n senso c h e nell'altro, vie è malessere e crisi.

Ora dinanzi al fatto c h e nella stessa Italia alcuni istituti di credito s o n o costretti ad arrovellarsi o n d e trovar m o d o di impiegare i capitali a loro affidati, c h e tra le Banche e lo Stato c b e amministra u n a cassa di deposili e prestiti, v; è lotta per disputarsi i clienti, c b e milioni e milioni sono impiegati, per mancanza di meglio, nell' acquisto di rendita dello Stato, — dinanzi a tali fatti, è , a nostro credere, per lo m e n o inesatto asserire elio lo Stato faccia concorrenza ai privati abusando del c r e d i t o !

Il pensiero c h e tutte le nazioni liquidassero i loro debiti, d o v r e b b e incutere timore, giacché n e d e r i v e -rebbe una er si più terribile ancora di quelle c h e si p r o d u c o n o per i momentanei ritiri del capitale.

E se nulla avviene c b e muti u n poco l'indirizzo e c o n o m i c o , c h e in generale I' epoca nostra ha i m -presso alle società ; se la propaganda a favore d e l risparmio n o n viene circondata da saggie riserve, non è lontano il tempo in cui ci t r o v e r e m o di fronte ad u n problema molto serio, quello di non saper far fruttare il capitale.

N o n tema pertanto la Perseveranza c h e i debiti contratti dagli Stati facciano concorrenza alle d o -m a n d e d e i privati ed elevino la ragione dell' inte-resse ; questo timore il quale poteva esser ragione-vole mezzo secolo fa, oggi non ha ragione di sussistere; — m a ci dica piuttosto in qual m o d o i m -piegherebbe i miliardi di capitale c b e oggidì hanno di debito vari Stati , se questi li tacitassero. V e d r à c b e il problema è ancora p i ù grave di quello c h e essa aveva proposto.

LE SOCIETÀ COOPERATI! ED IL DAZIO CONSUMO

È cattivo ed increscioso c o m p i t o quello di u n periodico aver s e m p r e motivo di mostrarsi m a l c o n -tento, essere costretto dalle proprie convinzioni a biasimare questo e quello, e far quasi c r e d e r e ai propri lettori c h e nelle pubbliche faccende gli u o -mini, anche c o m p e t e n t i , non ne azzecchino mai una. P e r ò è anche d ' u o p o notare, a nostra giustificazione, c b e nelle questioni e c o n o m i c h e , e d in quelle c b e alla e c o n o m i a si a v v i c i n a n o , noi c i troviamo in una condizione allatto speciale, inquantochè a b b i a m o fede

profonda in alcuni principi fondamentali, c h e se a noi sembrano veri, chiari, semplici, non sono però condivisi da una gran parte degli uomini di stato c h e maneggiano la cosa pubblica, o d almeno essi non li accettano c h e circondandoli da una serie di riserve, o d anche li accettano c o m e buonissimi in teoria, ma impossibili o d inopportuni in pratica.

N o n è qui il luogo di provare c h e questa distin-zione tra la pratica e la teoria è affatto metafisica, e rassomiglia ad una propizia scappatoia, a cui si ricorre in mancanza di b u o n e ragioni, — m a r i e -sce però a noi di granile compiacenza osservare in quali gineprai si mettano coloro ì quali v o r r e b b e r o ad u n tempo sembrare ossequienti ai principi g e -nerali della scienza — d i r e m o meglio della logica c o m u n e — nella teoria, e poi calpestare i principi stessi, nei oasi pratici nei quali si d o v r e b b e r o quelle massime applicare.

Ne è un esempio il Dazio c o n s u m o ; — la scienza ha c o n mille prove le più palmari, le più luminose, dimostrati i difetti di quella contribuzione, i danni diretti ed indiretti c h e n e derivano a tutto 1' o r g a -n i s m o e c o -n o m i c o dello S t a t o ; e d i-n queste co-nclu- conclusioni n o n vi è forse alcuno c h e in teoria non c o n -v e n g a ; ma q u a n d o s i a m o alla benedetta pratica, spariscono le convinzioni, ce«sa la scienza di essere l u m e sufficiente, e si agisce s e c o n d o la opportunilà, e s e c o n d o la cieca e fallace guida della utilità m o -mentanea.

L o sappiamo benissimo c b e di fronte agii urgenti bisogni dell'erario nazionale e di quello dei c o m u n i , non potevasi sottilmente discutere ciò c b e fosse buono veramente, da c i ò c h e appariva b u o n o m o m e n t a n e a -mente ; e c h e lo Stato e d i C o m u n i si trovarono c o m e I' affamato il quale, p e r n o n m o r i r e , accetta q u a l u n q u e c i b o , sia esso p i ù o m e n o digeribile, più 0 m e n o sapido, e n o n fa questione, n é p u ò farla, mentre è dominato dal b i s o g n o urgente, del sapo-re, e della qualità. — M a se queste necessità nelle quali si trovarono gli uomini di Stato c h e s u c -cessivamente g o v e r n a r o n o le finanze italiane n e l ventennio ultimo, giustificano in qualche m o d o l ' o -pera loro, contraria ai dettami ormai assodati dalla scienza, non giustifica certamente il fatto, parimente indiscutibile, c h e tutto si è fatto p e r r e n d e r e sem-pre più gravosa una tassa antieconomica, irrazio-nale, e in parte progressiva a rovescio, quale è il d a z i o - c o n s u m o , e nulla si fece n é direttamente n ò indirettamente p e r lasciar c o m p r e n d e r e ai contri buenti, c h e se lo Stato era fatalmente costretto a commettere u n errore, aveva anche la convinzione c h e fosse u n errore, manifestava il proposito di renderlo m e n o g r a v o s o c h e fosse possibile, e si proponeva di ripararlo appena gli fosse consentito. — Niente di tutto questo ! — lo Stato da una parte, 1 c o m u n i dall'altra, a c n o r leggero, considerarono il d a z i o - c o n s u m o c o m e una base fissa, solida, e for-tunata delle loro finanze, e gareggiarono insieme a sfruttare p i ù c b e fosse possibile il prodotto c h e essa poteva dare. N é sono molti giorni c h e nel consiglio c o m u n a l e di una delle p i ù cospicue città d ' I -talia, f u detto e ripetuto c h e il dazio-consumo « e r a la fortun'a delle grandi città. »

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che, sia pure in buona fede, la rinnegano. S e n o n che, la natura umana è così fatta c h e si ribella a r i c o n o s c e r e i torti suoi ; e d assistiamo molto spesso a degli spettacoli, a v e r o dire p o c o edificanti, ad eruclee fatiche cioè, c o n c u i si cerca, non di c o r reggere, m a di ripiegare all'errore, pur di non c o n -fessarlo.

Q u a l u n q u e tranello di e c o n o m i a politica c h e parli di imposte, vi dice a proposito del d a z i o c o n -s u m o : — que-sta ta-s-sa ha tutti i difetti delle ta-s-se personali ; è assurdo c h e ogni cittadino paghi in eguale misura, perchè differenti essendo le fortune, differenti d e b b o n o essere anche le quote di contribuzione ; e se torna difficile una tassazione p r o porzionata alla entità della sostanza di ogni c o n t r i -buente, è certamente p i ù lontana dalla perfezione quella imposta la q u a l e , senza distinzione, fa c h e la misura sia assolutamente eguali p e r tutti. Il dazioconsumo ha poi anche questo peggiore i n c o n -veniente, c h e c o m p r e n d e tra i contribuenti anche quelli c h e non hanno alcun avere, anche i poveri, anche gli indigenti. C h e p i ù ? mette lo Stato o d il c o m u n e nella strana contraddizione, c h e nel m e n tre sovviene con una lira la vecchia impotente, l ' a m -malato bisognoso, l'orfano tapino c h e n o n ha chi lo mantenga, la v e d o v a paralittica e o e , e c c . , colla stessa m a n o gli i m p o n e , sotto forma di dazio c o n -s u m o , u n a ta-s-sa eguale a quella che paga, -sul pane sulla carne, sul vino, il ricco epulone c h e conta a milioni la sua sostanza.

Questo vien detto e d affermato da tutti coloro che professano gli elementi della scienza e c o n o m i -ca, quegli elementi a c u i si suol rispondere sovente: va bene, non sono teorie !

C o m p r e n d i a m o benissimo c h e p u ò esserci rispo-sto c h e le nazioni p i ù civili v a n n o mutando il loro sistema tributario d i m i n u e n d o le imposte dirette e d aggravando quelle indirette ; ma non siamo però d i -sposti a credere c h e quello sia s e m p r e un progresso. E v e r o si o n o , c h e l'ideale di u n o stato civile, d o v e i cittadini sentissero la utilità che loro deriva dalla contribuzione a c u i si assoggettano, d o v r e b b e esser quello in c u i i contribuenti stessi v a n n o spontaneamente a portare alla cassa pubblica il d e t e r m i -nato p e r cento delle loro rendite, senza bisogno di sollecitazioni e di m i n a c c e ? E v e r o si o n o , e b e se questo ideale e impossibile a raggiungersi, c o m e per la m e c c a n i c a è impossibile a raggiungersi l'eliminazione delle forze c o n s u m a t e cogli attriti, r i mane però s e m p r e c h e p i ù perfetto, o m e n o i m -perfetto, è quel sistema c h e più si avvicina all'ideale, cioè m e n o costa, n e l caso nostro, di p e r c e -zione, e più e q u a m e n t e si distribuisce ? — O r a è evidente che il d a z i o - c o n s u m o appunto è tra le im-poste c h e p i ù si allontanano da questo ideale, sia per l'altissimo costo della sua percezione, sia p e r -chè e s c l u d e la possibilità di qualunque equa ripar-tizione. O n d e p e r u n troppo c o m u n e d e v i a m e n t o del concetto scientifico della imposta ai requisiti l o gici d i essa, si è sostituita u n a massima c h e è d i ventata prevalente, quella della momentanea o p p o r -tunità. Tutti gli inconvenienti di giustizia, di eco-n o m i a , di rettitudieco-ne, di logica, v e eco-n g o eco-n o dimeeco-nticati q u a n d o la imposta risponda al concetto p r e d o m i -nante che lasci pelare la gatta senza che gridi. — Ma parliamoci c h i a r o ; è coscienzioso, è morale, è v e -ramente utile, è e c o n o m i c a m e n t e accettabile u n tal principio ? N o n è forse u n abusare della ignoranza

popolare, non è uno sfruttarla miserevolmente ? N o n d o v r e b b e essere invece ufficio degli uomini di slato, della stampa, delle classi dirigenti, di tutti, illumi-nare o cercar di vincere tale ignoranza dimostrando, colle mille ragioni c h e pur esistono a difesa della tesi, c o m e quello c h e erroneamente si subisce quale un danno minore, è invece u n danno molto m a g -g i o r e ?

Nè ci si dica, c h e questi sono discorsi belli, i quali però nella pratica n o n hanno effetto, i n q u a n -toche le masse pagano m e n o malvolentieri venti quasi inconsciamente, cioè c o n tassa indiretta, piut-tostochè dieci c o n tassa indiretta. Questo è un fatto, ma è u n cattivo fatto a c u i si deve metter riparo. L e nostre parole non si r i v o l g o n o g i à a chiedere c h e si abolisca d'un tratto il d a z i o - c o n s u m o e si applichi invece p e r altrettanto una tassa diretta ; -nò, n o i v o g l i a m o dire, c h e se la ignoranza delle masse è tale da non c o m p r e n d e r e il loro v e r o van-taggio, è o b b l i g o di chi sa e può, di insistere tanto m a g g i o r m e n t e p e r dissipare l'errore e f a r trionfare la libertà. Invece il male sta in questo, c h e d e l -l'errore non si profitta, la ignoranza n o n solo si sfrutta, ma la si culla, la si accarezza, p e r poter continuare a ricavarne vantaggio.

S e non ehè comincia a manifestarsi u n fatto c h e ci conforta p e r l ' a v v e n i r e . E d è, c h e m a n o m a n o va propagandosi la istruzione, mano m a n o le masse v a n n o c o m p r e n d e n d o e i loro obblighi ed i loro diritti, gli inconvenienti di questo sistema ingiusto si rendono più palesi e la salutare reazione n c n p u ò tardare.

E d e c c o u n caso di questo m o v i m e n t o .

L e società cooperative g o d o n o la esenzi one della imposta di d a z i o c o n s u m o sui generi c h e esse d i -•strìbuiscono a scopo di beneficenza. O r a sorge la q u e s t i o n e : quali sono i generi alimentari c h e veng o n o distribuiti a scopo di beneficenza dalle p r e -dette società ? — E la questione — c o m e i nostri lettori sanno certamente, — originata da una inter-pretazione della legge data dal Prefetto di T o r i n o , il quale tendeva forse ad impedire certe frodi, f u portata dall'on. Luzzatti e da altri in Parlamento, per ottenere dal Ministro p e r le finanze u n a rispo-sta c h e servisse di base a toglier forza all' operato delle autorità torinesi. — M a l'on. Magliani, n o n fu cosi esplicito c o m e gli interroganti forse spera-v a n o , e si trincerò dietro il disposto delle leggi e dei regolamenti.

F u allora c h e gli onorevoli Sperino, Luzzatti e Plebano presentarono un progetto di legge ad hoc, sul quale parleremo in altro articolo ; riservandoci anche di esaminare in quella occasione alcune con-siderazioni e proposte c h e la Gazzetta Piemontese ha fatte sull'argomento.

Per ora basti notare il fatto importantissimo, quello c h e dai contribuenti si c o m i n c i a n o a rilevare le anomalie e gli inconvenienti dell'imposta del da-z i o - c o n s u m o .

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stu-28 gennaio 1883 L' E C O N O M I S T A 55 diesi e della stampa su questo argomento perchè sieno

illuminate le masse intorno ai loro veri interessi, perchè si cessi dal mantenerle in una ignoranza cieca alfine di sfruttarle. Ed appunto il d a z i o - c o n s u m o , del quale si è concessa tanto larga e sconfinata parte ai Comuni che n e abusano in tutti i medi, colpendo alla cieca, senza guida e criterio, si presterebbe a nostro credere meravigliosamente a questa educa-zione tributaria da esercitarsi sulle masse. E crediamo c b e poste nell'alternativa di pagare u n o d i -rettamente e c o n sufficiente equità di distribuzione, o dieci indirettamente e c o n cieco sistema, si p e r smoderebbero ad abbracciare il primo caso.

A d ogni m o d o n o i salutiamo con gioia vera c h e si faccia una viva discussione sufi' a r g o m e n t o del dazioconsumo ; sarà questa una occasione per n o -tare una serie di gravissime'anomalie a c u i esso dà luogo. T e n e n d o conto, ad esempio, del solo dazio di c o n s u m o governativo troviamo c b e dai 3 4 4 c o muni chiusi e dai 5 2 9 8 c o m u n i aperti, l o Stato r i -cava oltre 8 0 milioni, il c h e rappresenta una quota di oltre L . 2 , 5 0 i n media per ogni abitante. O r bene; cercando le medie per provincia, troviamo u n massimo di L . 1 0 0 2 p e r ogni abitante nella p r o -vincia di L i v o r n o , e d un minimo di L . 0 , 5 1 nella provincia di Sondrio ! — S i tenga p u r conto delle condizioni diverse delle d u e provincie, m a non si dimentichi c b e la differenza dell'aggravio è c o m e da 1 a 2 0 ! E b i s o g n e r e b b e aggiungervi la sopratassa c o m u n a l e .

Rivista Bibliografica

Sulla valutazione delle case; studi amministrativi di VITTORIO STERZA ragioniere. — Verona, Luppini,

1882.

È un volumetto diviso i n sette parti in cui l'Autore vuol dimostrare la importanza del s u o argomento ; esporre alcuni concetti economici sul valore in g e -nerale ; far delle considerazioni d ' ordine ge-nerale sul valore delle case ; analizzare gli elementi c h e possono c o n c o r r e r e a stabilire il valore di una casa ; —- esporre i metodi e le formule per concretare detto v a l o r e ; e finalmente venire all'epilogo ed a l l ' e s é m -plificazione.

Ci soffermiamo u n m o m e n t o alla seconda parte d o v e esamina la questione del valore ; n o n sono che otto pagine c h e I' Autore c o n s a c r a a questo tema, e vi fa la esposizione e la critica delle t e o -rie esposte dagli economisti, e v i e n e egli stesso ad una sua dottrina. — A proposito della teoria del costo di produzione T Autore c o n c l u d e : « c h e mentre è grande l'influenza del costo di produzione sul valore di una m e r c e , pure n o n s e m p r e esso solo l o afferma definitivamente. » E n o n accetta n e p p u r e la teoria d e l costo di riproduzione p e r o c -ché : « fra le altre considerazioni c ' è quella della m a g g i o r importanza, e c b e da se sola basta a d i -struggere la base della teoria del costo di riprodu-zione, c b e v i sono moltissime cose c h e n o n solo è difficile, m a è impossibile di riprodurre, c o m e nel caso di u n quadro di qualche defunto celebre a r -tista. » In quanto poi alla legge della domanda e della offerta, l'Autore, « mentre ammette c h e la d o m a n d a e la offerta influiscono sul valore, esclude

c b e tale influenza sia regolata da una legge r i g o rosamente proporzionale. » « D o p o c i ò — si d o -manda l'Autore, quale sarà la norma più accettabile c h e regola il valore delie cose ? » — E per lui « e m e r g e chiaro c b e il valore di cambio si stabilisce e viene affermato liei conflitto tra i d u e valori di costo e di uso c b e eflettivamente si verificano nel succedersi delle transazioni, ed oscillerà a seconda del variare del n u m e r o delle offerte e delle d o -m a n d e ; in una p a r o l a ; il valore di ca-mbio di una cosa, è regolato tanto dal costo di produzione quanto dalla somma dei bisogni che la cosa stessa può soddisfare, i quali due elementi influiscono inevitabilmente sulla domanda e sulla offerta. »

V o r r e m m o d o m a n d a r e all' Autore c o m e spiega con questa teoria, che gli par tanto chiara, il valore del piatto ili lenti c h e G i a c o b b e così fraternamente v e n -dette ad Esaù ! E dire c h e gli economisti si sono arrovellali e si arrovellano ancora a scriver volumi sul valore !

Del rimanente del libro non ci o c c u p e r e m o , che esce dalla modesta nostra competenza.

Guida generale del commercio e industria d'Italia e l i -torale dell'Austria. ALDO MARCHETTI. — Firenze, AJemollo, 1882.

È un grosso v o l u m e d i oltre 1 2 0 0 pagine nel quale il compilatore si è preposto d i « dare al M o n d o c o m m e r c i a l e una Guida d' Italia, c h e porti a conoscenza di tatti le forze produttive della N a -zione, persuada c o l o r o c b e ancora n o i sanno, o noi c r e d o n o , c h e siamo già molto ricchi di fabbri-c h e ed opififabbri-ci, e d anfabbri-che per far fabbri-conosfabbri-cere all'estero quali articoli si possono esportare, a quali ditte d ' I -talia rivolgersi. »

L'opera è dedicata ai Presidenti delle Camere di c o m m e r c i o d'Italia e dei littorale dell'Austria, e dà, divisi p e r provincie, circondari e cornimi, l'elenco d i tutte le ditte c b e sono iscritte alle C a m e r e di c o m -m e r c i o , distribuite s e c o n d o l e professioni.

Il lavoro parte sempre dubbio da u n ottimo concetto e p u ò tornare sotto molti aspetti utilissimo, tanto più se il compilatore potrà, c o m e promette, completarlo e c o r r e g g e r e le inesattezze che in tanto n u m e r o di n o m i e di indirizzi gli s o n o q u a e là sfuggiti. — Un bullettino renderà periodica e s e m pre al corrente la pubblicazione, della quale il c o m -pilatore intende di fare la ristampa nel prossimo anno 1 8 8 3 - 8 4 .

Noi la r a c c o m a n d i a m o vivamente sopratutto alla classe c o m m e r c i a l e e d industriale a c u i può tornar molto giovevole.

La Berne Scientifique d e l 2 0 gennaio contiene un articolo d i statistica del sig. Franta Glénard col titolo « L a mortalità della febbre tifoidea e la cura coi bagni freddi » dal {piale r i c a v i a m o le seguenti cifre che possono interessare gli studiosi di stati-stica.

Durante il sessennio 1 8 7 5 8 0 si e b b e r o n e l ! e -sercito francese 2 6 , 0 47 casi di febbre tifoidea dei quali 9 5 9 7 seguiti da morte, cioè il 5 6 , 7 per cento ; nell'esercito tedesco invece, durante lo stesso p e riodo, si e b b e r o soltanto 1 4 ; 8 5 1 casi di quella m a -lattia, dei quali 1 4 9 seguiti da m o r t e .

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bagni freddi, mentre invece in Germania, la cura dei bagni freddi f u , dapprima predominante, poi quasi e s c l u s i v a ; e d il p e r cento della mortalità si abbassò dal 1 8 7 4 al 1 8 8 0 colle cifre dal 1 2 al 8 , 9 per cento.

In u n altro articolo della stessa Revue Scienti-fique viene fatto u n paragone tra i diversi paesi della velocità chilometrica delle strade ferrate.

In Francia il treno da Parigi a Marsiglia p e r -corre u n chilometro in u n minuto e 5 secondi ; ma escludendo il t e m p o delle fermate, si nota che le ferrovie francesi r a g g i u n g o n o facilmente la velocità di u n chilometro p e r minuto.

Infatti i 2 5 chilometri da L i b o u r n e a B o r d e a u x sono percorsi in 5 1 secondi e 4 minuti terz p e r chilometro, da Etampes a Parigi 5 6 chilometri in 5 0 secondi e 9 terzi pure per chilometro ; e gli 8 2 chilometri da A u g o u l è m e a Coutras i n 5 4 " 4 " .

In Inghilterra le ferrovie, malgrado la fama c h e di grande sollecitudine c h e v e n n e loro aggiudicata, non r a g g i u n g o n o quella velocità c h e forse si e r e d e r e b b e ; d treno p i ù v e l o c e da L o n d r a a B i r m i n -g h a m percorre i 1 8 2 chilometri in 1 6 5 minuti, cioè, minuti 0 , 5 8 " p e r chilometro, c o m p r e s o il tempo delle fermate.

In Germania i 1 4 2 chilometri c h e separano Ber-lino da M a g d e b u r g o s o n o percorsi in 1 2 0 minuti, cioè, minuti 0 , 5 4 " 4n / p e r chilometro.

In Russia le ferrovie sono molto p i ù lente ; o c -c o r r o n o infatti 9 0 0 minuti p e r giungere da Pietro-b u r g o a Mosca, distante fra loro 6 4 4 chilometri, il che dà un chilometro ogni l ' 2 0 " minuti.

Sull'Italia riportiamo i seguenti dati di velocità nei quali sono esclusi i tempi di fermata :

Distanza Durata Velocità chilometri minuti chilometrica R o m a - N a p o l i 2 6 0 M i l a n o - P i a c e n z a 6 9 Firenze-Pisa 8 9 P i s a - L i v o r n o 1 8 R o m a Firenze 3 1 5 4 2 5 1 ' , 3 6 " 1 0 0 d ' , 2 7 " 1 3 0 1 ',36" 2 3 l ' , l 7 ' -4 5 0 l ' , 0 -4; C o m e si vede siamo al pari della Russia. Il n u m e r o del 2 1 gennaio della Nuova Rivista contiene u n articolo del sig. V. Ricci sul « p r o getto di legge nel r i m b o s c h i m e n t o » d o v ' è c o m b a t -tuto il progetto c o m e ineffettuabile e c o m e lesivo alla proprietà ; e d è espressa la fiducia c h e quel progetto « non giunga neppure alla discussione del Parlamento » senza essere completamente rifatto dal c r o g i u o l o delle c o m m i s s i o n i parlamentari.

Un altro articolo d e l sig. G. Garelli della Morea, tratta dell' « A z i o n e dello Stato nelle industrie >• e parla di questa « azione » , nelle industrie estrattive, agrarie, manifattrici e c o m m e r c i a l i , e nel c o m p l e s s o si mostra inclinato alla ingerenza dello Stato in tutti quei rami in c u i si esplica la e c o n o m i c a at-tività u m a n a . — A proposito delle industrie mani-fattrici l'Autore accusa quella scuola e c o n o m i c a c h e riprova la privativa dell' inventore, « di ignorare o di disconoscere il f o n d a m e n t o della proprietà n o n m e n o c h e i rapporti c h e ha il diritto dell'individuo coll'interesse collettivo della cittadinanza. »

Senza intendere o r a di combattere la privativa dell'inventore, ci piace osservare, in via generale, che noi c o m b a t t e r e m m o questa privativa a l m e n o q u a n d o si voglia proteggerla c o m e una proprietà e d

assimilandola alla proprietà. Lungi dallo « ignorare o d i s c o n o s c e r e » il fondamento della proprietà, r i -c o r d i a m o -c h e il diritto insegna essere -carattere es-senziale della proprietà, la esclusività del godimento. E non sappiamo in nessun m o d o conciliare questo carattere essenziale colla così detta proprietà intel-lettuale.

Prof. ARTURO J . D B JOHANNIS.

BULLETTINO DELLE BANCHE POPOLARI

Banca mutua di Belluno (autorizzata nel 1 8 7 8 ) . — L'attività di questa Banca, considerata l'età sua e l'essere collocata in u n c a p o l u o g o di provincia, è assai limitata. A l 3 1 d i c e m b r e la sua situazione raggiungeva appena il mezzo milione, e precisamente L." 5 2 3 , 4 2 8 nell'attivo e L . 5 1 6 , 4 1 4 nel p a s s i v o ; un utile quindi nell'esercizio 1 8 8 2 d i L . 9 , 0 1 4 . — Dalla stessa situazione r d e v i a m o che l e cambiali in portafoglio rappresentavano L . 4 5 1 , 6 3 1 , le antici-pazioni contro depositi L . 2 , 9 8 4 , le anticiantici-pazioni L. 4 , 0 2 1 , l'avere d a B a n c h e corrispondenti L i -re 1 1 , 0 3 1 , il n u m e r a r i o in Cassa Li-re 5 0 , 9 3 3 . — P e r contro n e l passivo L . 1 0 7 , 1 1 3 , di capitale s o -ciale c o m p r e s e L . 7 , 1 1 3 di fondo di r i s e r v a ; i depositi si d i v i d e v a n o : Lire 1 4 4 , 8 8 0 a risparmio L. 1 6 8 , 5 8 2 a conto c o r r e n t e , L . 5 7 , 8 3 6 a s c a -denza fissa, L . 4 , 0 2 1 a c a u z i o n e ; il dare alle casse corrispondenti si elevava a L . 2.1,129.

Paragonato l'utile di L . 9 , 0 1 4 c o l capitale s o -ciale (Azioni e fondo di riserva) risulta l ' 8 , 4 1 p e r cento.

La Banca sconta al 6 0|0 a 4 mesi ; e dà il 4 0|o ai correntisti, n o n c h é ai depositanti da 3 a 7 mesi, il 4 1|2 sino a 1 2 mesi, il 5 0|0 da a 1 3 mesi e più.

Banca Mutua popolare di Cittadella

provincia

di Padova (autorizzata nel 1 8 7 1 ) .

La situazione al 3 1 d i c e m b s e era d i L . 6 7 0 , 3 4 5 nell'attivo e di L . 6 2 7 , 1 6 0 , nel passivo u n utile quindi di L . 4 3 , 1 8 5 , a c u i fanno riscontro Lire 3 0 , 9 2 8 di spese, e perciò u n utile netto di L . 1 2 , 2 6 4 c h e rappresenta il 1 0 , 6 3 p e r cento sul capitale sociale di L . 1 1 5 , 3 4 0 , nel quale s o n o c o m p r e s e L . 3 2 , 1 1 3 di fondo di riserva.

Nell'attivo, il portafoglio al 3 1 d e c e m b r e dava L . 5 7 1 , 3 0 1 .

Nel passivo i depositi a c o n t o corrente si elevavano a L . 4 1 3 , 7 9 5 , a cauzione L . 1 0 , 2 3 3 ; — gli effetti r i -scontati da altre Banche L . 6 7 , 0 0 0 . — Notiamo la meschinità della s o m m a dei depositi a risparmio, giunti appena a L . 1 , 9 7 4 , sebbene la Banca emetta libretti a risparmio al 5 0|0 netto, c o n facoltà di versare anche 2 0 centesimi p e r volta.

L o sconta a tre mesi e le anticipazioni s u titoli, sete e d oggetti preziosi è del 6 0 [ 0 con provigione di cent. 2 5 0|0 sino a tre mesi e cent. 5 0 0 [ 0 ol-tre i ire mesi.

Banca Mutua popolare di Rovigo

(autorizzata

Questa Banca al 3 1 d e c e m b r e segnava u n attivo di L . 6 4 4 , 7 8 0 e d u n passivo di L. 6 0 3 , 3 0 5 quindi un utile lordo da liquidare in bilancio definitivo di L . 4 1 , 4 7 5 ; questa cifra paragonata al capitale di L . 1 0 9 , 0 0 0 di c u i 9 , 0 0 0 fondo riserva darebbe

(9)

28 gennaio 1883 L' E C O N O M I S T A 57 Nel portafoglio la Banca aveva L . 4 4 1 , 9 7 7 ,

antici-pazioni s u fondi pubblici L . 1 1 , 5VS , depositi a c a u -zione L . 1 1 , 6 0 0 a custodia L . 4 7 , 0 0 0 . L e spese ave-vano importato L . 1 1 , 1 1 4 . N e l passivo t r o v i a m o ; conti correnti disponibili L . 8 , 0 2 3 , ad interesse L. 1 4 6 , 8 7 3 ; libretti a risparmio 1 6 2 , 8 0 3 .

I credili verso le Banche e corrispondenti a m -montarono a L . 3 4 , 9 2 6 ed i debiti d L . 1 0 9 , 7 9 2 . Per il conto corrente la Banca dà il 3 1|2 0|0, sui libretti a risparmio il 4 0|0 ; — lo sconto sino a 4 mesi al 6 0(0.

Banca mutua popolare di Pieve di Soligo

prov.

di Treviso ( a u t o r i z z a t a 1870). — L a situazione al 31 d e c e m b r e dava L . 4 2 4 , 2 0 1 , nell'attivo contro L . 4 0 2 , 4 8 8 , quindi u n prolitto di L . 2 1 , 7 1 2 da liquidarsi però alla fine della gestione annua. Il c a -pitale è di L . 6 4 , 7 2 4 c o m p r e s e L . 1 2 , 5 0 4 del fondo di riserva ; n e viene perciò u n reddito lordo del 3 3 , 5 4 per cento.

II Portafoglio ammonta a L . 2 7 8 , 1 6 0 , il n u m e -rario a L . 2 6 , 8 3 3 , il credito verso corrispondenti a L . 8 5 , 9 2 0 , gli effetti in sofferenza L . 1 0 0 0 , e le sovvenzioni fatte c o n Buoni Agrari L . 1 8 , 0 0 0 . L e spese a m m o n t a r o n o a L . 8 7 4 5 , — Nell'attivo t r o -v i a m o : i conti correnti L . 1 5 5 , 7 9 7 , i buoni fruttiferi a scadenza fissa L . 7 0 0 0 , i deposili a r i s p a r -mio L. 3 4 , 9 6 3 . Il debito verso i corrispondenti era di L. 1 1 6 , 6 3 9 , ed i buoni agrari emessi L . 2 1 , 5 0 0 .

L o sconto al 7 p e r 1 0 0 a 6 mesi, le anticipazioni in valori al 6 p e r 1 0 0 ed il 1 [ 2 p e r provvigioni. U à per i conti correnti disponibili il 3 p e r 1 0 0 , vin-colati a 6 mesi, il 4 1 ; 2 ad u n anno il 5 p e r 1 0 0 su libretti tino a 1 0 0 lire.

Banca mutua popolare di Motta di Livenza

prov. di Treviso ( a u t o r i z z a t a , 1872). — Questa Banca è p i ù attiva: c o n uri avere di L . 7 1 0 , 2 1 4 ha u n passivo di L . 6(33,607, perciò u n utile di L. 4 6 , 6 0 6 da liquidarsi, il c h e rappresenta u n utile del 4 1 , 8 5 p e r cento sul capitale di L . 7 1 , 6 0 5 , di cui L. 3 9 , 7 5 8 sono il fondo di riserva.

Ai 3 1 d e c e m b r e la Banca aveva neh' attivo Lire 5 7 1 , 4 5 2 n e l portafoglio, L . 2 1 , 5 3 0 ili n u m e r a r i o , L . 5 0 0 8 per anticipazioni, L . 3 7 , 5 0 0 di sovvenzioni su buoni agrari; — le spese di amministrazione e tasse a m m o n t a r o n o a L . 1 0 , 8 4 0 .

Nel passivo i depositi a conto corrente, liberi L. 2 2 1 , 1 7 7 e vincolati L . 2 2 4 , 9 6 4 , a risparmio L. 1 3 , 7 3 3 ; i buoni agrari emessi L . 3 0 , 0 0 . Per lo sconto e le anticipazioni la Banca esige lino a d u e mesi il 6 per 1 0 0 ed 1 [ 8 di provvigione, fino a 3 mesi 6 per 1 0 0 e d 1 ; 4 di pro'vviigone, fino a sei mesi il 6 per 1 0 0 ed il 1 [ 3 di provv. S u i depositi liberi dà il 4 l [ 2 e d il 5 se vincolati oltre 6 mesi, così pure il 5 pei deposili a risparmio fino a L . 2 0 0 .

Banca mutua popolare di S. Dona di Piave

p r o v . di Venezia ( a u t o r i z z a t a , 1877). — E una piccola Banca c b e ebbe u n attivo di L . 2 7 7 , 1 0 2 ed un passivo di L . 2 3 8 , 4 0 0 quindi u n utile da liqui-darsi di L . 1 8 , 7 0 1 ; il capitale sociale è di L . 5 7 , 1 5 0 , il fondo di riserva è L . 9 9 3 4 un totale di L . 4 7 , 0 8 4 , che paragonato all'utile dà una rendita da liquidarsi di L . 3 9 , 4 8 . Quasi tutto il suo attivo è n e l p o r -tafoglio c h e arriva a L . 2 2 9 , 4 8 3 ; p i ù v i sono L . 1 0 , 4 0 0 di convenzioni s u boni agrari. L e spese di amministrazione e tasse a m m o n t a v a n o a L . 5 9 1 7 . L e L . 1 7 3 , 2 6 2 di depositi si dividono in L . 6 4 , 8 3 1 a conti correnti liberi L . 5 9 , 2 2 2 vincolati, L . 5 1 , 2 1 2

a risparmio. I buoni agrari emessi g i u n g o n o a L . 1 2 , 0 0 0 .

L a ' B a n c a sconta e fa anticipazioni al 6 1(2 e 7 per cento. Ai depositanti dà il 3 p e r 1 0 0 se liberi, il 4 se vincolati a 6 mesi, il 4 1|2 ad un anno. Al risparmio fino a L . 5 0 0 dà il 4 p e r cento.

Banca Mutua popolare di Verona

(autorizzata

1 8 6 7 ) .

E una delle più importanti Banche popolari del regno. Nel s u o dare al 31 d e c e m b r e figurano L . 9 , 8 7 2 , 6 0 3 , nel s u o avere L . 9 , 7 3 2 , 0 2 2 ; un utile pertanto di L . 1 4 0 , 5 8 1 elio dà u n per cento di L . 2 8 , 1 2 sul capitale di L . 5 0 0 , 0 0 0 .

Il portafoglio ascende a L . 1 , 5 8 0 , 7 9 3 , il n u m e -rario di L . 2 1 1 , 4 7 2 , i conti correnti ad interesse 1 , 8 1 5 , 6 9 4 , e quelli c o n garanzia L . 1 9 3 , 8 7 8 , i d e -positi per titoli a cauzione L . 7 0 5 , 7 8 6 , in fondi pubblici L . 1 6 6 , 7 5 6 , i debiti verso corrispondenti L . 6 , 6 8 1 , 8 7 5 ed i crediti L . 6 , 6 6 2 , 9 2 4 . L e spese di amministrazione imposte e tasse L . 3 3 , 5 0 8 .

Banca popolare di Vicenza (autorizzazione 1 8 6 6 ) . A n c h e questa è una Banca importante, le sue a t -tività al 5 1 d e c e m b r e ascendevano a L . 8 , 7 0 4 , 2 3 8 e le passivila a L . 7 , 0 1 8 , 5 7 2 ; un utile netto di L i re 1 0 5 , 6 5 6 c b e rappresenta, paragonato c o l c a p i -tale sociale di L . 1 , 0 1 9 , 1 6 0 , p i ù L . 5 6 1 , 0 5 0 di f o n d o di riserva, il 6 , 6 8 p e r cento.

La Banca aveva L . 2 , 7 4 6 , 8 4 9 di effetti in por-tafoglio, L . 1 1 0 , 5 5 1 p e r anticipazioni s u vaioli, e 5 6 , 6 6 6 s u m e r c i ; aveva L . 1 , 9 8 2 , 1 7 8 impiegati in titoli dello stato delle provincie e c o m u n i , delle Banche o d industriali. I depositi a risparmio figurano p e r L . 3 , 0 9 8 , 7 8 9 , in conti correnti per L i -re 6 0 5 , 5 0 1 , i buoni fruttiferi per L . 1 , 0 3 6 , 9 5 5 ; i depositi di valori a cauzione L . 1 , 7 7 4 , 8 8 1 ed a custodia L . 4 4 , 8 5 0 .

La banca dà il 4 per cento p e r i depositi liberi sino a 1 0 0 lire, ed il 5 p e r cento oltre le 1 0 0 0 lire, il 4 p e r cento p e r qualunque s o m m a V i n c o -lata a sei mesi. Sconta cambiali c o n due firme al 6 per cento fino a 4 mesi, al 0 1|2 sino a 6 mesi, al 6 5|4 per le rinnovazioni.

Banca mutua popolare di Schio

provincia di

Vicenza (autorizzazione 1 8 7 7 ) .

A n c h e questa Banca non manca di importanza specialmente, a paragone di quelle c h e abbiamo vedute sin qui, p e r la notevole cifra dei depositi a risparmio c h e raggiunse il 3 1 d e c e m b r e le L i -re 7 7 1 , 0 0 2 .

La sua attività diede L . 1 , 8 0 1 , 3 9 6 la passività L. 1 , 7 7 2 , 3 6 5 , quindi l'utile netto L . 2 9 , 0 3 1 . Il c a -pitale sociale era di L . 2 5 0 , 0 0 0 , p i ù 2 9 , 2 8 5 d i f o n d o di riserva, totale L . 2 7 9 , 2 8 5 ; perciò l'utile netto corrisponde al 1 0 , 3 9 per c e n t o ; il c h e è senza d u b b i o ragguardevolissimo.

Il portafoglio giungeva a L . 1 , 0 2 8 , 6 0 6 , il n u m e -rario a L . 9 9 , 0 6 0 , l'impiego in titoli L . 7 5 , 4 6 9 . 1 depositi a risparmio L . 7 7 1 , 0 0 2 , quelli a cauzione L. 3 1 3 , 8 0 4 , a custodia L . 1 , 0 0 0 , in amministrazione L . 2 8 , 0 0 0 .

La Banca dà il 4 e 4 1|2 p e r c e n t o sui libretti a risparmio, ed il 4 p e r cento ai conti correnti.

Banca mutua popo'are di Vadagno

provìncia

di Vicenza (autorizzazione 1 8 7 8 ) .

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cassa di numerario ; aveva ricevuto i n deposito l i -bero L . 1 0 5 , 4 2 0 , a risparmio L . 5 1 4 5 , in buoni fruttiferi L . 8 8 , 0 9 4 .

L'utile netto L . 0 , 0 7 0 c h e corrisponde al 7 , 3 5 per cento del capitale sociale.

La Banca dà il 5 per cento sui libretti a r i -sparmio, il 3 1 / 2 sui depositi liberi, il 4 sui buoni fruttiferi a sei mesi, e 4 1 / 2 a nove mesi.

Banca mutua popolare di Thiane

prov. di V i

-cenza (autoriz. 1 8 8 1 ) .

È una banca nascente c h e conta appena u n anno di v i t a ; il s u o capitale è di L . 1 5 0 , 0 0 0 ; tuttavia scontò cambiali p o r L. 4 9 5 , 6 4 6 e per L . 3 1 2 3 fece anticipazioni ; ha deposili a risparmio per L. 2 6 2 , 7 0 3 , conti correnti ad interesse p e r L . 2 4 ^ , 5 2 6 , senza interesse per L . 8 1 9 1 . Così c h e le sue attività asce-sero il 3 1 d e c e m b r e a L . 7 3 9 , 5 0 9 e le passività a L . 7 2 9 , 6 5 3 un utile netto quindi di L . 9 8 5 6 c h e corrisponde al 6 , 5 7 p e r cento del capitale sociale.

La Banca riceve in deposito al 3 , 4 , 5 per cento; ai conti correnti dà il 5 per cento, e c o n deposito di valori dello Slato o d esteri al 5 1 / 2 e di altri valori quotati in Borsa il 6 1 / 2 . Sconta ai soci al 5 1 / 2 e d al 6 1 / 2 .

N o t i z i e . — In seguilo al decreto 1 6 agosto u. s. si è costituita la B a n c a popolare di T o d i , società anonima c o o p e r a t i v a , essa c o m i n c i ò a funzionare dal 1 ° gennaio e la Direzione ne è affidata al Sig. G i u seppe C o m e z sostituito eventualmente dal Sig. T o m -maso Tozzi.

— L ' o n . Luzzatti esorta le Banche popolari a tra-sformarsi immediatamente in società cooperative, con-formandosi all'art. 8 del n u o v o C o d i c e di c o m m e r c i o e all' articolo contenente le disposizioni transitorie. Il n u o v o Codice aggrava la loro condizione a v e n d o imposto agli amministratori l ' o b b l i g o della cauzione ed avendo vietalo a d esse di emettere n u o v e azioni, finché le precedenti non siano interamente coperte. N. B . Nel prossimo numero continueremo a dar conto della situazione delle. Banche popolari e da-remo tutte quelle notizie che ci pervenissero e che potessero interessare le Banche stesse, alle quali ci rivolgiamo caldamente perchè ci comunichino i loro atti.

I PRODOTTI DELLE PRINCIPALI STAZIONI FERROVIARIE

N o n è senza interesse avere una idea concreta dei prodotti c h e si e b b e r o dalle principali stazioni ferroviarie italiane e del m o v i m e n t o di questo pro-dotto. Dalla relazione del Ministero dei Lavori Pubblici riguardante l'anno 1 8 8 1 r i c a v i a m o alcune n o -tizie.

Dispetto all'Alta Italia la stazione che diede m a g -gior prodotto f u Milano c h e ragginnse la cifra di milioni 1 1 , 7 c o n u n aumento di oltre 4 0 0 mila lire sul 1 8 8 0 . V e n g o n o poi T o r i n o (milioni 9 , 4 ) , G e n o v a ( 9 , 5 ) , Bologna ( 4 , 8 ) ; però a q u e s t ' u l t i m a stazione bisogna aggiungere u n prodotto d i milioni 3 , 4 riguardante le ferrovie Meridionali ; Venezia (3,5), Pisa ( 5 , 5 ) , Firenze ( 5 , 2 ) , Modane ( 3 ) , Savona (2,5),

Sampierdarena (2,1), Peri ( 1 , 8 ) , Udine e V e n t i miglia ( 1 , 7 ) , Alessandria ( 1 , 6 ) , Aromi ( 1 , 2 ) , C o r -m o n s ( 1 , 1 ) , Brescia e B e r g a -m o ( 1 ) . Tutte queste f u r o n o iti a u m e n t o a paragone del 1 8 8 0 , meno Alessandria c h e diede 1 1 mila lire di diminuzione.

Altre 1 2 2 stazioni diedero u n prodotto n o n m i -nore di 1 1 0 mila lire e furono tutte in aumento m e n o Biella, Asti (che diede una diminuzione di 7 0 mila lire) Spezia, C u n e o , Pavia, L o d i , I v r e a , A c q u i , Bra, M o n d o v ì Alba, P o s s a n o , Chivasso, Oneglia, T r e v i g l i o , L e g n a n o , Massetto, Porrettn, Seregno, Casar'sa, Porto Maurizio, Carmagnola, V a l e n z a , B u -salla, Melégnano, Felissano, Finalmarina, Canelli.

E da osservarsi c h e le più n u m e r o s e diminuzioni si e b b e r o nel Piemonte, ma c o n v i e n e a n c h e notare c h e quella r e g i o n e dà il m a g g i o r n u m e r o di stazioni c h e superano le 1 0 0 , 0 0 0 lire di prodotto.

Delle F e r r o v i e R o m a n e quattro sole stazioni superano il milione e s o n o R o m a ( 8 milioni), N a -poli ( 3 , 4 ) , Firenze ( 2 , 7 ) , L i v o r n o ( 1 , 4 ) , e m e n o L i v o r n o c h e d à una diminuzione di 2 mila lire, le altre sono in a u m e n t o , R o m a specialmente di oltre 6 0 0 mila lire. Delle stazioni c h e danno u n prodotto m a g g i o r e delle 1 0 0 , 0 0 0 lire ed inferiore al milione, e sono trentotto, sedici segnano diminuzione, cioè : Civitavecchia, Siena, Arezzo, Avellino, Poggibonsi, Prosinone, San Giovanni, Orvieto, Jesi, Capua ed altre minori.

Nelle F e r r o v i e Meridionali incontriamo tre sole stazioni c h e diano u n prodotto superiore al milione, e s o n o Bologna. ( 4 , 8 milioni), Napoli ( 3 ) , Bari ( 1 , 1 ) . V e n g o n o poi in ordine decrescente sino a p i ù di mezzo milione di prodotto : Foggia, A n c o n a , Castel-lamare, T o r r e Annunziala. L e altre stazioni danno minor reddito e s o n o 4 1 . C h e s e si osservano gli aumenti e le diminuzioni a paragone d e l 1 8 8 0 , sulle 4 9 stazioni delle meridionali c h e superano le 1 0 0 , 0 0 0 lire di prodotto, 2 6 sono' in diminuzione e 2 3 in aumento. L e maggiori diminuzioni so.io date : da Bologna 1 2 6 m i l a l i r e , Bari 1 6 mila, Barletta 4 8 mila/ Pescara 3 7 mila, Taranto 2 5 2 m i l a , R a -venna 2 3 mila, L u g o 1 4 mila, V a s t o 4 5 mila.

Gli aumenti maggiori s o n o invece presentati da Napoli, A n c o n a , Eboli, S . Giovanni a T e d u c c i o , M a d -daloni, e c c .

D e F e r r o v i e Calabro S i c u l o hanno soltanto 2 2 sta-zioni c h e dieno un prodotto m a g g i o r e delle 100 mila lire, e di queste due sole c h e oltrepassino il m i l i o n e , cioè Catania 1 , 7 6 2 mila, P a l e r m o 1 , 0 0 9 mila l i r e ; V e n g o n o p o i Messina, E b o l i , R e g g i o C a l a b r o , Porto E m p e d o c l e , Caltanissetta, e c c . Quattro sole stazioni d a n n o diminuzione e sono : Catania, Cosenza, T a -ranto, A c i r e a l e ; tutte le altre sono in a u m e n t o .

Nelle ferrovie S a r d e troviamo qua'ttro stazioni che oltrepassano il prodotto delle cento mila lire, nessuna però arriva n e p p u r e al mezzo milione. S o n o Cagliari 4 7 4 mila lire, Sassari 2 6 6 mila lire, O r i -stano 1 2 5 mila l i r e , Iglesias 1 1 5 mila l i r e ; tutte quattro s o n o in aumento.

Quattro stazioni superanti le centomila lire hanno pure le ferrovie Sicule o c c i d e n t a l i , cioè P a l e r m o Lolli, Trapani, C a s t e l v e t r a u o , Marsala; la prima da 5 i3 mila lire di prodotto.

(11)

28 gennaio 1883 L' E C O N O M I S T A 59 reddito di 2 2 4 mila lire, in aumento sui 1 8 8 0 . —

L e stazioni Vicenza, Treviso, Padova, Passano, c h e toccano appena le cento mila lire, delle ferrovie Venete, e tutte in diminuzione, m e n o Padova. E li nalmente raggiunge le 1 0 4 mila lire anche S c h i o della linea Vicenza S c h i o .

Questo non è pero c h e il prodotto dì quelle sta-zioni c h e superarono le cento mila lire. — Nel complesso delle reti invece si ebbero nel 1881 i s e -guenti resultati :

Alta Italia Chil. 3 5 8 5 .

Viaggiatori L. 43,605,172 Merci a grande velocità » 12,801,654

» piccola » » 56,818,779

Prodotti diversi 4,376,963 Totale . . . L. 117,602,568

con u n aumento di L . 7 , 0 8 4 , 0 0 9 sul 1 8 8 0 . Ferrovie R o m a n e , Chil. 1 6 7 3 .

Viaggiatori L. 16,351,867 Merci a grande velocità » 3,932,304

piccola

Prodotti diversi » 11,733,685 153,968 Totale . . . . L. 32,171,824

con aumento di L 1 , 3 0 5 , 9 3 2 sul 1 8 8 0 . Ferrovie meridionali, Chil. 1 4 4 6 .

Viaggiatori . . . L. 10,838,983 Merci a grande velocità » 3,336,663

» piccola » » 10,432,822 Prodotti diversi . . . » 262,>01

Totale. . . . L. 24,870,79

c o n aumento di L . 1 7 , 8 1 9 sul 1 8 8 0 . Ferrovie Calabro Sicule, Chil. 1 2 9 6 .

Viaggiatori . . . L . 5,373,471

M e r c i a grande velocità » 989,300

» piccola » » 4,833,254 Prodotti diversi . . . . » 309,528

Totale . . . L. 11,505,553

con aumento di L . 1 , 9 7 1 , 0 7 5 sul 1 8 8 0 . Ferrovie Sarde, Chil. 3 8 3 .

L . 851,056 » 110,664 » 444,752

24,425 Viaggiatori

Merci a grande velocità. » piccola » Prodotti diversi . . . .

Totale . . . L . 1,470,897

con aumento di L . 2 2 4 , 0 1 7 sul 1 8 8 0 . Ferrovie Sicule occidentali Chil. 1 6 6 .

Viaggiatori -Merci a grande velocità.

» a piccola » Prodotti diversi . . . . L. 920,810 . » 71,677 . » 190,161 . » 6,089 Totale . . . Li. 1,188,737

con aumento di L . 8 1 9 , 2 9 0 sul 1 8 8 0 . F e r r o v i e V e n e t e , Chil. 1 0 8 .

Viaggiatori L. 430,931 Merci a grande velocità. . » 69,462

y> a piccola » » 334,221 Prodotti diversi » 9,015

Totale . . . L. 843,629

con diminuzione di L . 3 8 , 4 4 8 s u l 1 8 8 0 .

T e n e n d o ora conto anche dello minori ferrovie cioè M i l a n o - S a r o n n o e Milano Erba ( 6 7 chilometri) T o r i n o - L a n z o ( 3 2 chil.) V i c e n z a - S c h i o ( 3 2 chil.) C o n e g l i a n o - V i t t o r i o ( l i chil.), T o r i n o - R i v o l i ( 1 2 chil.)? e S e t t i m o - R i v a r o l o ( 2 3 chil.) le ferrovie tutte del regno diedero i seguenti prodotti sugli 8 8 a 7 chil.

Viaggiatori L. 79,864,875 Merci a grande velocità » 21,383,503 » a piccola » » 85,231,103 Prodotti diversi . . . . »

5,182,13.-Totale . . . I. 191,661,612

con a u m e nto di L . 1 1 , 3 5 1 , 7 9 3 sul 1880.

CRONACA DELLE CAMERE DI COMMERCIO

Camera di Commercio di Milano.

{Seduta del

7 gennaio). — In questa seduta la C o m m i s s i o n e incaricata dalla C a m e r a di riferire sul progetto di leoge p e r la revisione della tarifia doganale p r e sentò la sua relazione, nella quale concluse p r o p o nendo a l l ' a p p r o v a z i o n e della stessa il seguente o r -dine del giorno :

« Ritenuto c b e il progetto di legge n o n c o r r i -sponde alle aspettative di una generale e radicale revisione dei cinzii di confine, quale si era autorizzati ad aspettarsi, in vista d e i bisogni dell' industria e della agricoltura nazionale e d in base anche a f o r -mali promesse del G o v e r n o ;

« Ritenuto inoltre c h e importa assai di preparare in tempo una studiata- e conveniente tariffa generale per le future negoziazioni c o m m e r c i a l i , le quali nei riguardi di alcuni Stati potrebbero anche essere p r o s s i m e ;

« Considerando o h e tale invocalo provvedimento sovrasta ad ogni altro e c b e quindi non è il caso di passare ad una minuta analisi delle poche p r o -poste contemplate nel progetto di l e g g e ;

« Considerando pure tuttavia — per quanto c o n -cerne l'industria del glucosio — c h e la medesima essendo ancora nello stadio di tentativi degni di incoraggiamento, il G o v e r n o vorrà modificare i p r o v -vedimenti proposti riguardo ad essa, n e ! senso di continuarle il r e g i m e vigente.

L A C A M E R A

« F a voti c b e il Parlamento includa nel progetto di legge u n a disposizione, la quale efficacemente provveda a c h e in un tempo convenientemente b r e v e venga presentato u n n u o v o progetto di revisione g e -nerale della tariffa doganale, deferendone lo studio ad una C o m m i s s i o n e speciale da nominare senza r i -tardo e d a c o m p o r r e la quale sia chiamata anche una rappresentanza delle industrie e dei c o m m e r c i . »

Il Presidente parla in appoggio alle conclusioni della Commissione.

Bertarelli v o r r e b b e c h e nell' ordine del giorno testé letto venisse maggiormente svolta la parte ri guardante l'industria d e l glucosio, iuquantochè la Camera, trattandosi di una industria sorta unicamente nel proprio distretto, dovrebbe, a parer suo, formulare nei riguardi della stessa delle proposte conerete.

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