• Non ci sono risultati.

L'economista: gazzetta settimanale di scienza economica, finanza, commercio, banchi, ferrovie e degli interessi privati - A.10 (1883) n.463, 18 marzo

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2021

Condividi "L'economista: gazzetta settimanale di scienza economica, finanza, commercio, banchi, ferrovie e degli interessi privati - A.10 (1883) n.463, 18 marzo"

Copied!
16
0
0

Testo completo

(1)

L ECONOMISTA

G A Z Z E T T A S E T T I M A N A L E

SC IEN ZA ECONOMICA, F IN A N Z A , COMMERCIO, BANCH I, F E R R O V IE , IN TE RESSI P R IV A T I

Anno X - Voi. X1Y

D om enica 18 Marzo 1888

N. 468

LA STATISTICA DEL COMMERCIO ITALIANO

In recenti articoli apparsi ne\\’E con om ista siamo stati alquanto severi parlando del modo col quale veniva compilata la statistica del nostro commercio. Abbiamo rilevato cioè che non mettendo sottocchio al pubblico se non i totali dei valori, ed i valori unitari mutando, si venivano a presentare delle cifre che potevano avere, ed in qualche caso avevano veramente, un significato differente e tal­ volta opposto a quello che appariva. Altra volta avevamo espresso lo stesso lamento nelle ordinarie nostre rassegne sul commercio, e ci pareva di aver anche date delle ragioni sufficienti perchè venisse modificato il sistema. Abbiamo sottocchio molti giornali italiani ed esteri i quali si sono occupati del commercio italiano del 1882 — e la prossima abolizione del corso forzoso rendeva interessante l’esame della nostra attività economica negli scam­ bi internazionali — e non uno ci è occorso trovarne il quale abbia avvertito, parlando del movimento di alcune merci, che le differenze in più o in meno potessero essere causate dalla mutazione dei valori. Abbiamo anzi incontrato un periodico il quale in­ filza alcuni periodi pieni di lamenti sulla decadenza delle nostre industrie e domanda quindi una mag­ giore protezione, basandosi sulla minor entrata di

carbon fossile che sarebbesi verificata nel 1882 per

oltre un milione di lire. Abbiamo già notato che questa differenza in meno è prodotta dalla muta­ zione del prezzo nella tonnellata del carbon fossile, mentre invece si ebbe nel 1882 una entrata che superò di 106,703 tonnellate quella del 1881.

La Direzione Generale delle Gabelle ci dirà che se vi sono degli scrittori i quali ignorano il lege

toturn si vis scire totum non è colpa sua. Ed è

vero; — ma è anche vero che le statistiche del commercio essendo pubblicate affine d’illuminare la opinione generale, e fornire a tutti, gli elementi ne­ cessari per cavare un criterio abbastanza esatto sulla condizione del nostro commercio, debbono perciò appunto riuscire chiarissime anche nella for­ ma e mettersi diremo così al livello della intelli­ genza e del tempo di cui dispone il pubblico. Se si trattasse di un libro di statistica destinato per gli studiosi, va da se, che certe spiegazioni non tornerebbero necessarie, inquantochè lo studioso sa cercarle e trovarle; ma quando una pubblicazione delle autorità amministrative è diretta al gran pubblico, noi insistiamo a ritenere che debba essere non so­ lamente esatta, ma compilata in modo da non per­

mettere che diffìcilmente assai 1’ equivoco. Pur troppo vi sono già eoloro i quali, a sostegno delle loro idee, non esitano di profittare delle cifre per presentarle al pubblico se non adulterate nel fatto, almeno nel significalo, o dandole parzialmente, od omettendo quelle spiegazioni che valgano a chia­ rirle; — perchè si vorrà che altri inganni abbia la buona fede del pubblico in causa della igno­ ranza o della fretta per le quali non sa o non può legger tutto?

Siamo tornati oggi su questo argomento perchè abbiamo veduto nell’ultimo fascicolo pubblicato dalla Divisione Generale delle Gabelle e che riguarda il movimento del commercio nel mese di gennaio te­ sté decorso, una novità alla quale facciamo plauso, anche perchè ci pare che, in qualche parte, r i ­ sponda al nostro concetto.

Più volte avvertimmo che le cifre della nostra importazione erano negli ultimi anni influenzate dalla straordinaria entrata ìli monete ed in genere di metalli preziosi, per causa del prestito. Di ciò tut­ tavia pochi tennero calcolo e quindi si fanno con­ getture e profezie sulle condizioni del commercio e della industria italiana su basi che non sono punto normali.

Ha quindi fatto benissimo il comm. Ellena ad indicare che nel prospetto mensile sia dato un qua­ dro della importazione e della esportazione tanto comprendendovi quanto escludendovi il movimento dei metalli preziosi ; ed è preziosissima quella ta­ bella ufficiale, la quale dandoci la cifra dal 1862 in poi mostra il cammino percorso dall’ Italia nello sviluppo della attività dei suoi cambi internazio­ nali. •

Noi speriamo che questa prima innovazione sia seguita da altre le quali aggiungano tutte le retti­ fiche che mano mano vengono fatte alle cifre pre­ cedenti, e quando avvengano mutazioni nelle unità dei valori, sia dato, almeno sommariamente, 1’ ef­ fetto delle mutazioni stesse nelle cifre dei valori com­ plessivi.

Intanto non è fuor di luogo vedere qui alcune delle cifre che ci vengono offerte dall’ accennato prospetto.

(2)

162

L’ E C O N O M I S T A

18 marzo 1883

e nel 1882 L. 2,467,171,747, essendosi raggiunto il massimo pure nel 1876 di L. 2,509,541,309. Nel 1877 il movimento decadde a milioni di li­ re 2,077 e da allora ad oggi crebbe costantemente salvo una leggera oscillazione nel 1880.

Osservando partitamente la importazione e la esportazione, troviamo nella importazione, dedotti sem­ pre i metalli preziosi, che da L . 829,874,645 essa sali a L. 1,226 milioni un aumento adunque del 47 per cento; il massimo venne raggiunto nel 1876 con L. 1,307 milioni. La esportazione, cbe nel 1862 era di L. 576,421,387, nell’anno 1882 tu di L. 1,149,310,989, cioè un aumento del 98 per cento ; il massimo fu pure raggiunto nel 1876 con L. 1,202 milioni.

Ma è importante assai vedere il movimento della differenza tra la importazione e la esportazione, onde qui sotto diamo di tutti i 21 anni, le cifre rappre­ sentanti il più della importazione, dedotti ancora i metalli preziosi ed in milioni di lire :

anni eccedenza anni eccedenza anni eccedenza

1862 L. 253 1869 L. 143 1876 L. 104 1863 » 268 1870 )) 139 1877 )> 207 1864 )) 410 1871 » 113 1878 » 60 1865 » 407 1872 » 20 1879 » 175 1866 • » 255 1873 » 129 1880 )) 82 1861 » 132 1874 )) 317 1881 » 74 1868 )) 109 1875 )) 184 1882 » 77 E queste cifre quali dimostranei che nel mentre la importazione ebbe un aumento del 48 per cento, la esportazione quasi raddoppiò cioè crebbe del 98 per cento, e che il così detto deficit tra la impor­ tazione e la esportazione passò da 253 milioni a 77 decrescendo sempre sebbene con oscillazioni — le se­ gnaliamo alla meditazione dei protezionisti e soprat­ tutto del senatore Rossi, il quale piange così ama­ ramente sulla condizione della industria nazionale, invoca le tariffe francesi perchè più alte, e non si ricorda di far sapere ai suoi lettori, cbe il deficit del commercio francese tra importazione ed espor­ tazione si misura a centinaia di milioni ogni anno, e non è come il nostro in diminuzione notevolis­ sima !

La denunzia obbligatoria èlle Ditte Commerciali

Non sono molli giorni che il Parlamento lasciava alcuno dei suoi oratori discorrere a lungo contro le Camere di Commercio, e che il Governo sembrò quasi dubbioso se dovesseo meno prendere Indifesa di queste istituzioni. — Non è inopportuno, finché l’eco di quella seduta ancora rimane, domandare un poco che cosa abbiano fatto e Parlamento e Governo per svolgere la vitalità delle Camere e quale pre­ mura abbiano mostrato per sciogliere le questioni che interessano di più questi Istituti i quali dovreb­ bero essere altrettanti centri intorno a cui si ac­ colgono e si manifestano i bisogni economici della nazione.

Fra i moltissimi argomenti che domandano una sollecita trattazione vi è quello della denunzia ob­

bligatoria delle D ite Com m erciali. Come è noto at­

tualmente il Codice defin sce in modo assai vago il negoziante, e la giurisprudenza è lungi assai dal—

I’ essersi accordata sul modo con cui interpretare le disposizioni della legge, tanto anzi che molte decisioni fanno a pugni col senso e colla lettera degli articoli del codice. Basterebbe questo motivo per far com­ prendere la necessità che venissero una buona volta fissate delle norme sieure e chiare per attribuire ad un cittadino la qualità, la quale si traduce anche in gran parte in privilegio, di essere negoziante. E tanto più questa necessità si impone quando si pensi che il mezzo por conseguire lo scopo sarebbe semplicis­ simo, quello cioè di obbligare coloro i quali vo­ gliono usufruire dei privilegi che accorda il Codice di Commercio, a fare espressa dichiarazione della loro condizione di commercianti davanti alla Camera dove hanno la sede dei loro affari.

Ma molti altri motivi consigliano anche I’ appro­ vazione di una simile misura. Primo tra tutti, quello di offrire ai cittadini un mezzo ufficiale per cono­ scere ed accertare la condizione davanti alla legge delle persone colle quali intraprendere degli affari. Quando le Camere di Commercio avessero un re­ gistro ne! quale si iscrivessero tutti i commercianti cbe esercitano nel territorio di loro giurisdizione, sa­ rebbe facile ad ogni altro commerciante aver notizie dolio qualità del proprio corrispondente, talvolta ignoto. La qual cosa se poteva ritenersi superflua nel tempo passato quando il numero dei negozianti era scarso, diventa importantissima oggi cbe i negozi occupano una parte così grande dell’ attività pubblica. Le Camere stesse allargherebbero conseguentemente la loro base e diventerebbero la espressione di tutta la popolazione commerciante, e. gli oneri cbe oggi impongono le Carriere ai loro contribuenti, verrebbero più equamente distribuiti. E in pari tempo sorrebbero agevolate le indagini che possono occorrere al Go­ verno ed alle stesse rappresentanze commerciali in­ torno al censimento dei commerci e delle industrie; e inoltre rendendo pubblica la istituzione e la ces­ sazione di ogni ditta commerciale, si renderà più sicuro il commercio stesso.

Tutti questi motivi e moltissimi altri che andreb­ bero ad appoggio di una disposizione la quale renda obbligatoria alle ditte commerciali la denunzia alle Camere, sono note al Governo ed al Parlamento. Nel 1867 il Congresso delle rappresentanze com­ merciali emise un voto unanime invocando un pro­ getto di legge per la denunzia delle ditte ; nel 1867 il Ministero presentò al Parlamento un disegno di legge, e ne fu presentato un’altro nell’ aprile°l870, ed un altro nel decembre dello stesso anno ; un nuovo progetto al Senato 1873, e poi ancora un’al­ tro nel decembre 1874, e finalmente un ultimo nel 1880. Nessuno potè percorrere tutti gli stadi della discussione per chiusura di sezione o per la rinno­ vazione della legislatura.

Il Parlamento in ben qu indici an n i non ha tro­ vato una mezza tornata da dedicare a così impor­ tante argomento, neanche uno di quei ritagli di tempo del quale pur profittano i Ministeri per far rapidamente votare le leggine.

Ora si veda un poco se nou sarebbe legittimo il sospetto nelle Camere di Commercio di essere tra­ scurate dal Governo e dal Parlamento, e se questo sospetto, in qualche modo fondato, non debba avere, anche involontariamente, uua influenza a diminuire l’attività delle Camere stesse.

(3)

atti-18 marzo atti-1883

L’ EC O N O M I S T A

163

vita, e lo preghiamo a cavare dalla polvere degli archivi uno o l’altro dei vecchi progetti di legge e di ripresenlarlo al Parlamento non solo, ma farlo discutere. — Non occorrerti nemmeno una rela­ zione; l’ultima, quella del 1880, diceva già che era mutile discorrere sopra un argomento che aveva avuto già sei relazioni ed era a tutti noto e sul quale tutti erano d'accordo.

E le Camere di Commercio non lascino di insi­ stere vivamente ed energicamente davanti al Mini­ stero; mostrino con ferma ed ¡stancabile costanza di volere questa importante riforma, e soprattutto facciamo comprendere al Governo con motivate cir­ costanze come sia giunto il tempo di mantenere una promessa che data da 15 anni.

D’altri parte la discussione di un simile progetto di legge darà occasione agli avversari delle Camere di Commercio di chiarire il loro intento, meglio che possa essere fatto in una discussione di bilancio. E nulla gioverà tanto alle Camere quanto il veder formulale le accuse che si fanno contro di esse, e discussa con larghezza la loro funzione.

IL P R O G E T T O DI L E G G E

per il bonificamento dell’ Agro Romano

( Come è noto ai nostri lettori al ministro Berti, d’accordo coi ministri Magliani e Baccarini, nella seduta del 2 decembre ultimo decorso presentò alla Camera un progettto di legge per il bonificamento deli’Agro romano. Riservandoci di esaminare in se güito il progetto, per il momento ci limitiamo a darne una notizia.

L ’Agro romano ha una superficie di 212,335 et­ tari, di cui, tolta la città di Roma ed il terreno occupato dalla vigne del subburbio, rimangono 203,548 ettari di area malsana che in gran parte è causa principale _della insalubrità di Roma. Questa grande zona di territorio è divisa 396 possessi con 204 proprietari ; dei possessi 360 sono grandi te­ nute, 36 sono minori di estensione ; in media i pro­ prietari hanno adunque più di 1000 ettari di pro­ prietà ciascuno.

La convinzione che la igiene pubblica della città di Roma esiga un bonificamento del terreno da cui è circondata, non è recente, ma molte volte se ne occuparono in epoche, anche lontane, i governi dei pontefici. Se non che o i provvedimenti contem­ plati dalle leggi emanate fossero insufiicenti, o, se anche ottimi, non trovassero esecuzione, fatto è che 1 Agro romano lungi dal risorgere a quella nuova vita da tutti desiderata, andò peggiorando sempre più, ove se ne eccettui un piccolo raggio intorno alle mura di Roma.

Ora la nuova legge tenderebbe a rendere vera­ mente efficace l’altra legge 11 decembre 1878 sul bonificamento agricolo. Verrebbe con essa dichia­ rato obbligatorio il bonificamento agrario della zona dei terreni compresi nel raggio di circa 10 chilo­ metri dal centro di Roma, ordinando al prefetto delle provincie di pubblicare entro sei mesi l’e­ lenco dei terreni compresi in tale zona di bonifica­ mento e quello dei rispettivi proprietari. Questi entro sei mesi dalla pubblicazione dovranno presentare al Ministero di agricoltura la descrizione dei loro

pos-sessi nella zona di bonificazione, indicandone i con­ fini, la esteuzione, il numero di mappa, le servitù, i pesi e le ipoteche di cui sono gravati i fondi loro, ed i i pari tempo dovranno unire una propo­ sta dei miglioramenti agrari che intendono di com­ piere per l’esecuzione della legge, cioè: aree da coltivarsi, piantagioni, numero e dimensioni delle strade, dei fabbricali, e tempo della esecuzione.

Tutte queste indicazioni o tutti questi progetti di ogni singolo proprietario vengono poi esaminati da una apposita Commissione nominata con decreto reale dietro proposta del ministro di agricoltura, che sarà composta di quattro commissari nominati dal governo, uno dalla provincia, uno dal comune ed uno dal Comizio agrario di Roma.

E lasciato un tempo di sei mesi alla Commissione predetta per esaminare queste proposte anche con visite individuali o collettive sui luoghi, e di de­ terminare le opere di miglioramento, la spesa pre­ suntiva ed il tempo concesso per ciascun proprie­ tario, il quale a mezzo del sindaco vieno notificato dal ministero di agricoltura di tale decisione della commissione. Verrebbero poi lasciati dal giorno della notifica due mesi di tempo ai proprietari per accettare o meno il metodo di bonificamento stabilito, e per di­ chiarare di assumersi la esecuzione dei lavori a proprie spese e per proprio conto nei termini pre­ fissi, ovvero per accettare bensì il metodo, ma la­ sciando la cura della esecuzione al Governo, obbli­ gandosi di pagarne la spesa in eguali contribuzioni per un ventennio. Nel silenzio del proprietario il governo avrebbe facoltà di occupare i terreni pa­ gando al proprietario durante il tempo dell’occupa­ zione l’attuale annua rendita, e poscia riconsegnando al proprietario stesso i terreni bonificati salvo rim­ borso delle spese in 20 anni, od anche avrebbe la facoltà di procedere alla espropriazione dei terreni.

Che se poi il proprietario, dopo aver dichiarato di assumersi esso stesso la esecuzione dei migliorameiiti decretati dalla Commissione, trascurasse di farlo, vi può provvedere il governo o chi per esso a danno del proprietario medesimo. Un’altro articolo del pro­ getto vieta il pascolo degli animali allo stato brado su tutti i terreni compresi nella zona predetta, tra­ scorsi 5 anni dalla promulgazione della legge.

Di fronte a questi oneri che verrebbero imposti al proprietario, la legge contempla alcuni benefici, e sono :

1° La esenzione per 10 anni dalla imposta sui fabbricati a coloro che nel termine di 20 anni dalla promulgazione della legge costruiranno nell’Agro ronnano fuori della cinta daziaria della città, fabbri­ cati ad uso di abitazione degli agricoltori ed opifici (e perchè no ai fabbricati ad uso abitazione dei pro­ prietari ?). 2° L’esenzione per venti anni dalla im­ posta fondiaria sull’aumento di rendita che si con­ seguisse coi miglioramenti introdotti nei fondi. 3° Dei premi in danaro ai proprietari che nell’ Agro romano costruiranno fabbricati comodi e salubri per gli operai e per gli animali ; attueranno indu­ strie agrarie, e coltiveranno secondo le migliori re­ gole dell’ agraria le piante arboree più adatte alle condizioni fisiche ed economiche della campagna

romana. °

Queste sono in breve le principali disposizioni contenute nei 21 articoli che formano il progetto di legge sul bonificamento dell’Agro romano. °

(4)

164

L ’ E C O N O M I S T A

18 marzo 1883

tuno, quando cioè si scorga qualche probabilità che la legge venga dalla Camera discussa, per orò non vogliamo presentare che una semplice osservazione.

E pratico, è giusto esigere che lutti i proprietari dell’agro romano, i quali, come osserva la relazione, hanno così estesi tenimenti, in sei m esi compiano gli studi necessari per le opere da farsi, e ciascuno decida in qual modo debba contenersi di fronte alla legge ? — Da quando mai si è veduto che, an­ che uomini competenti allestiscano in sei mesi un pro­ getto di bonificamento per una zona di ben 200,000 et­ tari di terreno, soprattutto se vi sono da mettere d’ac­ cordo ben 390 proprietari diversi, i quali possono avere interessi promiscui od opposti nei lavori che cia­ scuno vorrà compiere ? — Se occorrono 6 mesi a fare il progetto per costruire una casa I

E poi è presumibile seriamente che in sei mesi una Commissione (e si sa che cosa sono le Commis­ sioni in generale) possa esaminare tutte e sin­ gole 390 proposte, concili tutte le contradizioni, de­ cida sulle opere comuni ed a queste coordini le opere dei singoli proprietari ?

Ed infine è equo che questa sentenza della Com­ missione, la quale implica tutto un sistema di la­ vori, possa essere poi in due mesi accettata o no dal proprietario ?

Da questo lato temiamo che si sia proceduto con molta leggerezza a fissare i termini, c vorremmo che poi nou nascessero quelle illusioni che finiscono, come tante altre leggi votate su simili argomenti, in amare delusioni.

IL CREDITO POPOLARE A NAPOLI

I grandi istituti di credito di Napoli, quantunque tendano sempre a democratizzare le loro operazioni o a circondare il loro necessario rigorismo di una certa aureola di beneficenza, non possono esimersi da certe norme indispensabili alla conservazione della vita del loro vasto organismo. I loro grandi capi­ tali divisi e suddivisi nelle molteplici e varie ope­ razioni han bisogno di essere salvaguardati da una ben proporzionata e prudente saggezza amministrativa, la quale, se oltrepassa certi limiti, deve assolutamente mutarsi in sentimento di beneficenza. Le loro opera­ zioni non possono non limitarsi che a dare diretto impulso alle grandi industrie e al commercio più o meno grande, e debbono tenersi a certa distanza dalle piccole industrie e dal piccolo commercio. Non diciamo nulla della necessità che si debbano te­ nere abbastanza lontane dalle forze produttive del singolo operaio nullatenente. A questi ultimi gradini del credito la prudenza e le precauzioni, moltipli­ candosi sempre più, non permetterebbero che far mutar di nome alla beneficenza, chiamandola rischio.

I servizi speciali di credito popolare che qualcuno di questi istituti ha assunto sono appunto di codesta na­ tura, e come era da prevedersi, non danno che apparenti lusinghieri risultati. Nè han potuto servire eli espe­ rimento sicuro, e il principio di autonomia del cre­ dito popolare ci ha guadagnato. E ci ha guadagnato con fatti. AH’ombra, per così dire, delle grandi ope­ razioni del B an co d i N ap oli e della B a n ca N a p o ­

leta n a sorsero modeste alcune banche popolari. Ac­

canto alle timide pretese del meschino usuraio, capitalista di poche centinaia di lire (talvolta di poche diecine di lire) alcune di esse si fecero già auda­ cemente strada fra una classe di cittadini, ai quali non bastano da sole le forze della volontà e di una coscienza onesta per essere ammessi ai grandi e po­ tenti benefizi del credito.

La B an ca cooperativa degli o p er a i in N apoli, la

B a n ca d i credito op erajo in Sezione M ercato, la B an ca p o p o la re co o p era tiv a d i N ap oli, che hanno

avuto per ¡scopo di accordare nella maniera più de­ mocraticamente possibile il credito ai piccoli indu­ strianti, ai piccoli commercianti'e agli operai, sono ormai note. 1 nostri più onesti e laboriosi operai ne han fatto conoscenza salutare e, incoraggiati ad un facile risparmio, molti di essi son già azionisti.

Ma l’impulso a queste utilissime istituzioni è an­ cora debole. Ciononpertanto il bisogno della vita delle banche di credito popolare è sempre con abne­ gazione, pazienza ed amore studiato e soccorso. Dagli ostacoli ¡stessi, chi ha vero cuore di patriota, sa trarre i mezzi, ed una sola volontà energica può servire di leva potente.

Ce ne ha dato un bello esempio il sig. Giovanni Florezano, l’opera benemerita del quale nou vogliamo tener celala.

Concepita l’ idea della istituzione di una nuova Banca popolare, fondata sulle più sicure e vaste basi, non volle tralasciar mezzo alcuno intentato prima di raggiungere lo scopo. Consultò uno per uno quanti commercianti, operai e industrianti ha potuto, e credette indispensabile far sì che ai loro capitali si unissero i capitali dei ricchi, in maniera, però, che questi ultimi non potessero prendere esclusivo dominio. Apri da solo una sottoscrizione, e in poco tempo potè formare liste di numerosi sot­ toscrittori ad una B a n c a p op olare di ben 10 mila azioni. Radunati per opera sua in diverse assemblee quei sottoscrittori univansi ad altri gruppi di sotto- scrittori e restavano scissi da qualcuno di questi gruppi che ha creduto conveniente isolarsi e da solo costituirsi in società di credito anche popolare.

Formulato e severamente discusso uno Statuto, la B a n c a fu già costituita e approvata con De­ creto del 3 ottobre 1882, e fin dal giorno 2 gen­ naio corrente anno funziona con lusinghieri auspici nella sua sede in via Santa Brigida n° 42.

Si propone di fare le seguenti operazioni

a ) accordar prestiti ai Soci, b) scontare le cambiali dei Soci,

c) ricevere depositi ed aprire conti correnti,

d) esigere e pagare nel Regno per conto dei

Soci,

e) scontare fatture accettate, f ) concedere prestiti d’ onore.

Nel suo primo mese di gestione ammetteva già 200 nuovi soci, e faceva sufficiente numero di pre­ stiti, sconti, depositi a risparmio, e conti correnti. E ha creduto per ora assicurare i suoi capitali depo­ sitandoli nelle principali Banche della città.

Il migliore elogio che di essa si possa fare è ap­ punto quello di accennare almeno ai più generali principi ai quali è informato il suo Statuto.

(5)

165

18 marzo 1883

L’ E C O N O M I S T A

legge non potrà più avvenire) non abbia diritto che ad un solo voto nelle Assemblee Generale, e che tutti gli azionisti, qualunque sia il numero delle azioni che essi posseggano, siano elettori ed eleg­ gibili a qualunque degli ufficii istituiti per rego- ¡are l’andamento della Banca.

Per facilitare il mezzo di acquisto delle azioni si è stabilito che esse siano pagale in rate mensuali anticipate di L. 5 ciascuna, oltre lo tassa di am­ missione, di altre L. 5 pagabili (poco vantaggiosa­ mente per gli operai) in una volta, e che i versa­ menti fatti durante l’ anno sull’ azione, quando ab­ biano raggiunto la quarta parte dell’ importo, fac­ ciano acquistare proporzionatamente il diritto al dividendo. La quota però, ottenuta con questo di­ ritto, finché il versamento non sia completato, sarà portala a credito dell’azionista nel Conto Azioni.

Nell’accordare ai soci prestili eccedenti i limili del valore delle loro azioni liberate o dei versa­ menti effettuati si è provveduto che il Comitato di Sconto possa nello stabilire le condizioni del rim­ borso consentire quel sistema che crederà più op­ portuno, non esclusa la richiesta garanzia di unoo due soci od anche di estranei, e che a parità di sicurezza e solvibilità, siano preferiti i prestiti e gli sconti più piccoli e quelli presentati da Associa­ zioni industriali operaie.

Pei prestiti di onore resta però, troppo generica­ mente, e quasi a solo titolo di beneficenza, stabilito che codesti prestiti possano erogarsi solamente ai Socii più bisognosi, sopra proposta del Consiglio di Amministrazione e nei limiti di una somma da sta­ bilirsi dall’Assemblea.

Ecco le principali norme alle quali è infor­ mata questa nuova Banca popolare, che speria­ mo possa servire di nuovo salutare stimolo al risparmio, e, per cosi dire, di educazione al credito fra le classi laboriose e di modesta fortuna, che ab­ biano la buona volontà di cercare la vera via del miglioramento economico, e quindi morale, nel solo onesto lavoro.

Non possiamo chiudere questa rassegna senza ricordare la parte importante che bau preso a que­ sto movimento molti banchieri e commercianti di primo ordine di quella città, i quali sottoscrissero in gran numero e per molte azioni nei limiti dello Statuto, ad iniziativa del comm. Arduin e del Be­ tocchi, coadiuvati dal conun. Elefanti e da altri be­ nemeriti cittadini.

La Banca Napoletana che avea fatto già con fe­ lici risultati esperimenti del credito popolare, quan­ tunque senza la forma della mutualità, ha smesso dal primo dell’anno in poi quelle operazioni, e quindi la sua clientela sarà una nuova ed utile clientela delle Banche popolari.

Ed ecco come da quella privata iniziativa è nato un movimento benefico e salutare che ha trovato per via molti seguaci, e promette un poderoso aiuto alle piccole industrie e al piccolo commercio napoletano.

M. Bosubgi.

I NOSTRI APPUNTI ALL’ ON. ROSSI

La bibliografia che abbiamo pubblicata nel N. 458 dell’ E conom ista sopra l’opuscolo dell’on. Senatore Alessandro Rossi : L a revisione delle tariffe d o ­

ganali, ha commosso quei periodici i quali difen­

dono le idee protezioniste del grande industriale di Schio. Chi ci accusò di irrispettosi, chi trovò poco seri i nostri argomenti, chi fece le viste di credere che noi volessimo solo assumere la difesa del Di­ rettore generale delle gabelle attaccato dall onor. Rossi, chi ci disse l’ultima vecchia guardia del li­ bero scambio ecc, eco.

Non avremmo mai creduto a tanto onore e rin­ graziamo i nostri avversari di aver tenuto a tanto calcolo quelle p.oche righe ; vorremmo solo che si sentissero punti altrettanto sul vivo, quando, come pure facciamo spesso, alle loro erronee dottrine . opponiamo i fatti più palesi e più patenti.

Ma anzitutto vogliamo fare alcune rettifiche alle accuse che ci furono mosse. — Non fummo e non volemmo essere irrispettosi o scortesi verso l’onor. Rossi, di cui, se non dividiamo le opinioni infatto di scambi internazionali, ammiriamo almeno la te­ nacità e la attività con cui egli le difende: e più volte anzi ci è occorso ripetere, che lo crediamo in buona fede, quantunque la sua posizione di grande industriale lo possa far passare agli occhi di molti più interessato che convinto.

Certo che le nostre parole furono vivaci ; ma ci si dica francamente se 1’ on. Rossi nelle sue pole­ miche, cogli avversari sia mai moderato, e si com­ prenderà tutta la opportunità di parlare con lui colla stessa vivacità di frase che egli adopera verso coloro, che non pensano alla sua maniera. Ed è tanto vero che noi non siamo mossi da alcuna per­ sonale opposizione a combattere le sue idee, che lo lodammo, quando ci parve avesse ragione, come allora che si tratto del lavoro dei fanciulli e delle donne e quando combatteva lo Stato banchiere.

Non è poi tutta colpa nostra, almeno dal nostro punto di vista, se poche volte fon. Rossi è dalla parte della ragione, quando lo fosse, non manche­ rebbe il nostro povero, ma franco elogio.

In quanto ai poco seri argomenti che si conte­ nevano nel nostro articolo, ammettiamo benissimo di non esser arche di scienze, ma anche con tutta la buona volontà di far meglio, non lo avremmo potuto, poiché noi intendemmo esaminare quello che c’ era nell’opuscolo e non quello che non c’era; ed anche qui non è colpa nostra se c’ era assai poco. Che dire infatti, oltre che mettere davanti agli occhi dei lettori la contraddizione senza com­ mentarla, quando fon. Rossi invoca le alte tariffe della Francia e della Spagna e dell’ Austria affine di diminuire il deficit tra la importazione e la espor­ tazione, mentre tutti sanno che quei paesi hanno un deficit molto maggiore del nostro, e in a u ­ mento mentre il nostro è in diminuzione? — Che opporre all’on. Rossi quando riporta dal C orriere d i

F iren ze la tabella del deficit e deplora quei mi­

(6)

166

L ’ E C O N O M I S T A

18 marzo 1883

paese, mentre poi lo biasima di aver chiesto l’ in­ competente parere delle Camere di Commercio ? Dovevamo mancargli di rispetto sino a supporre che volesse un plebiscito sulla tariffa ?

I dotti nostri amici del C orn er« d i F iren z e ci rimproverano di aver taciuto nel rettificare le cifre il deficit dell’anno 1880 perchè tornava sfavorevole la rettifica al nostro ragionamento. Si osservi però che noi citammo alcune cifre come esempio, d’ altron­ de, dedotti i metalli preziosi, differenza tra le cifre officiali che noi consultammo e quelle della tabella riportata dall’on. Senatore Rossi non ne esistevano che minime per il 4880, e lo dicemmo, noi igno­ ravamo a qual fonte fossero stati attinti quei dati.

Non risponderemo poi alla supposizione che il nostro articolo fosse una difesa del Direttore gene­ rale delle gabelle. Noi siamo fortunatamente così indipendenti da poter assumere la difesa e la ae cusa di chiunque sembri a noi possa meritare l’una o l’altra ; è un danno economico, se si vuole, ma è un immenso, inapprezzabile vantaggio morale del quale siamo e ci sentiamo fierissimi. Ma nel caso concreto vai la pena di notare che per lo meno non lesse i nostri articoli sul commercio italiano, chi ci sospetta di simili velleità. Molte osservazioni abbiamo mosse quando a quando alla Direzione ge­ nerale delle gabelle, tuttavia ci parve, più che vio­ lento, scortese, inconsueto nelle discussioni di inte­ ressi generali, il linguaggio dell’on. Rossi contro il comm. Ellena. E non abbiamo taciuto il dispiacere che ne provammo.

A chi poi credè di chiamarci V u ltim a vecchia

g u a r d ia del libero scam bio, rendiamo vive grazie

per l’onorifico appellativo, ma in pari tempo os­ serviamo che non siamo poi gli ultimi avanzi della vecchia guardia se i « meschini » appunti da noi messi all’on. Rossi, furono da altri « dati in pascolo ai propri lettori. » Dunque non siamo poi nè i soli, nè gli ultimi. — Ce ne congratuliamo colla causa della verità e della logica.

Rivista Bibliografica

Enrico Marion. — Lezioni di psicologia applicata

alla educazione — Lezioni di morale (Leçons de psicologie appliquée à l’éducation — Leçons de mo­

rale). — Paris, Colin et C., 1881-82.

Richiamiamo l’attenzione degli studiosi e soprattutto dei professori di E tic a Civile negli Istituti tecnici su questi due volumi nei quali il prof. Marion pub­ blica i corsi che egli ha fatti dinanzi alle allieve maestre di Fontenay-aux-Roses. In Italia vi è un insegnamento di filosofia nei licei ed uno di E tica

C ivile negli Istituti tecnici, ma, almeno per questi

ultimi manchiamo affatto di trattati, di libri, di testi.

Non si potranno chiamare certamente buone le pubblicazioui del Nuoci, dei Pertusati e meno che meno quelle del Valdarnini e dell’Errera ; in alcuni l’indirizzo è quasi totalmente antiscientifico, in altri vi è anche mancanza di metodo e di indirizzo; da una parte sono riprodotte senza sistema e discussione le più noiose disquisizioni scolastiche, da un’ altra si fa un

miscuglio di metafisica e di una pretesa scienza po­ sitiva, senza metter davanti agli alunni alcuna utile discussione intorno a problemi, ancora tutt’altro che decisi dalla scienza.

Il prof. Marion parte da un concetto elevato; e quantunque parli a giovinette non esita di affrontare i più ardui problemi psicologici e morali, di esporre le opinioni dei più rinomati filosofi, e di tener conto delle ragioni pro e contro le soluzioni proposte.

A dir vero qualche volta l’Autore viene esso stesso a conclusioni sue proprie, e non ha riguardo di esprimere la propria opinione, che, a sentirlo, do- vrebb eessere decisiva, ma che molto spesso uon resiste alla critica ; e a nostro credere I’ Autore avrebbe fatto meglio a lasciar insolute quelle questioni nelle quali la scienza è ancora impotente, mentre l’ im- \ maginazione è troppo feconda. Per esempio laddove discute del F a ta lism o ricavato dalla prescien za

divin a (pag. 109 e seg.) l’Autore non trova defi­

nitiva la nota soluzione proposta dal Bossuet e nep­ pure quella di Leibnitz, rosegli crede di far meglio di loro affermando « Dieu n’était pas forcé de créer l’homme; il pouvait ne pas faire la liberté; pourquoi ne pas admettre que, ayant jugé son oeuvre plus belle s’il créait un être libre, il ait accepté les conséquences de cette résolution, et renoncé à la pré­ vision des actes libres, préférant avoir le spectacle de cette liberté même qui était son oeuvre? »

A nostro modo di vedere un simile accomoda­ mento manca di serietà ; e crediamo che anche par­ lando a giovinette allieve maestre il docente debba piuttosto confessare la propria ignoranza e la im­ potenza della scienza che permettersi, in argomenti così ardui, delle conclusioni che sembrano piuttosto dei giuochi, o degli indovinelli.

Anche laddove parla e discute del « determ ini­

sm o psich ico o scientifico e del determ inism o p s i­ cologico o p ro p ria m en te detto » se, a parte la no­

menclatura che non ci pare opportuna, l’Autore è felicissimo nella esposizione delle dottrine, sia per la concisione che per la chiarezza con cui espone e critica quelle teorie, ci parve assai infelice nelle conclusioni « La seule conclusion legitime c’est que, notre liberté, devant compter avec des condi­ tions données, il y a lieu de veiller avec beaucoup de soin et de vigilance, afin de conserver le ma­ ximum possible de liberté au milieu des conditions dans les quelles nous sommes placés. » (pag. 120 e seg>.

E possibile che qualche allieva maestra abbia formulata essa stessa questa obiezione: ma la fa­ coltà di vigilare con cura e diligenza per conser­ vare il massimo di libertà non dipende dalle cause che determinano le nostre azioni : il clima, l’am­ biente, la salute, il temperamento ? — E allora non entriamo in un circolo vizioso ? — Quanto meglio concludere : scientificamente il problema non è ri­ solto !

Ed anche nella « morale » incontriamo qualche esempio della troppo grande facilità a concludere.

(7)

18 marzo 1883

L ’ E C O N O M I S T A

107

Malgrado queste mende, saremmo ben lieti di ¡ vedere pubblicato in Italia un libro così acce-sibilo anche a menti di limitata coltura, e nello stesso tempo così istruttivo, e del quale fu scritto: « Il libro del Morion, che non è punto audace (relati­ vamente ad alcune soluzioni pratiche della ipotesi trasformista) non si raccomanda poco per una certa originalità di buona lega. Egli ha realmente preso possesso di questo nuovo dominio, diventalo suo per diritto di primo occupante, egli è riuscito a volgarizzare, senza abbassarle, in una lingua popo­ lare e vivente, vedute elevatissime, personalissime; e il suo lavoro è di quelli che piace di consultare, poiché si sa che l’autore parla come pensa e scrive come parla, con squisita misura e con perfetta sin­ cerità. » Lo ripetiamo anche dissentendo da molte conclusioni che o sono arrìsciate o mancano di base, non si può a meno di ammirare la chia­ rezza e la originalità del lavoro.

Firenze, marzo 1883.

Prof. Arturo J. Db Joiunnis.

NUOVE PUBBLICAZIONI

Diamo qui sotto l’elenco di alcune delle opere ri­ cevute dalla direzione e delle quali sarà tenuto pa­ rola m\V Economista.

Vatlalà-Papale G. — Morale e diritto nella vita. — Napoli, Detken e Rocholl, 1882.

Puviani dott. Amilcare. — Del sistema economico bor­ ghese in rapporto alla civiltà. — Bologna, Zani­ chelli, 1883.

Virgilio J. — Principi di economia politica. — Geno­ va, tipografia del commercio, 1882, seconda edi­ zione.

Brunialti Attilio. — Guida allo studio del diritto co­ stituzionale. — Torino, Loescher, 1882.

Orlando V. E. — L a riforma elettorale. — Milano, Hoepli, 1883.

Bocardo Girolamo. — Gli eretici dell’economia e la legislazione sociale — prefazione al volume IX della terza serie della biblioteca dell’economista. — Torino, Unione tip. edit. 1882.

IL C O M I ) DELLA PROVINCIA DI REGGIO CALABRIA

n e l 1 8 8 1

La Camera di commercio di Reggio Calabria ha pubblicato separatamente la statistica di commercio interno, di cabotaggio della provincia, la statistica del commercio speciale, e la statistica del traffico fra Reggio e Messina. A questa pubblicazione sepa­ rata la Camera di Commercio è stata indotta dal fatto che il commercio speciale, quale apparisce dalla statistica doganale della provincia, non contiene la quantità delle merci che in realtà partono per Pesterò o ne giungono direttamente. Le condizioni speciali della provincia di Reggio, i cui centri di

') L 'Economista annunzia in questo bollettino e vende poi conto nella rivista bibliografica di ogni pubblicazione di cui gli venga inviato un esemplare dai signori editori od autori.

produzione agraria e industriale disiano appena 12 chilometri di mare da uno dei porti più importanti d’Italia che appartiene ad altra provincia, fanno si che gran parte di quel commercio diretto debba figurare fatto da quel porto, sia perchè di fatto il caricamento per l’estero si fa per conto di case commerciali di Messina, sia perchè anche quando si spediscono le merci direttamente dalla provincia di Reggio il luogo d’imbarco più facile, e più con­ veniente è sempre Messina. E per queste ragioni che la Camera di Commercio ha creduto dover permettere al commercio speciale la statistica del commercio di cabotaggio, dalla quale apparisce che la maggior quantità delle derrate della provincia destinate per l’estero sono invece con semplice la­ sciapassare esportate a Messina e a Napoli. E allo scopo poi di rendere più evidente questo fatto, essa fa seguire un prospetto particolare del cabotaggio fra Reggio e Messina, stralciando dal prospetto ge­ nerale del cabotaggio quella parte che riguarda le due coste di prospetto sul Faro, e che, assorbe la quasi totalità del traffico.

Ci limiteremo a confrontare soltinto i resultati del commercio di cabotaggio, come quelli che per la massima parte comprendono anche le merci che realmente furono dirette per l’ estero. La quantità e valori si riferiscono al movimento commercialo del 1881.

Im portazion e.

Spiriti bevande ed oli. — Le merci che eb­ bero maggiore aumento nel 1881 in confronto del 1880 furono le seguenti. Vini in botti etlol. 971 e L. 43,693 ; vini in bottiglie N. 6700 e L. 20,000; spiriti dolcificati e aromatizzati ettol. 1146 e Li­ re 171,900. Oli minerali e di resina quint. 2998 e L. 8 9 9 4 0 ; oli volatili ed essenze di arancio e sue varietà chil. 3064 e Lire 91,920. Diminui­ rono gli oli di oliva fissi quint. 173 e L . 22995.

Generi coloniali droghe e tabacchi. — Au­ mentarono i caffè chil. 116,440 e L. 2 5 0 ,3 4 6 ; la cicoria chil. 2563 e L. 1 8 5 7 ; i zuccheri raffinati chil. 527699 e L. 448,344, il tabacco fabbricato chil. 113,354 e L. 1,020,186. Diminuì la ciocco­ lata chil. 1724 e L. 6896.

Prodotti ehimici generi medicinali, Resine e profumerie. — Aumentarono l’acido zolforico chil. 38540 e L. 5 0 1 0 ; il sale marino e salgemma chil. 2017494 e L. 1,1 6 9 ,2 2 2 ; lo solfato di ferro e di manganese chil. 10,613 e L . 1061 ; i fiammiferi di ogni specie chil. 6888 e L. 17220 ; i prodotti chi­ mici non nominati chil. 70613 e L. 3 5 3 0 6 ; la pol­ vere da fuoco ed altre materie esplodenti chil. 35313 e L. 183221 e le gomme resine di ogni specie chil. 50,293 e L. 116,644 Diminuirono le gomme resine indigene chil. 3000 e L. 840.

Colori e generi per tinta e concia. — In que­ sta categoria aumentarono la biacca chil. 8659 e L. 5 1 9 5 ; le vernici in genere chil. 3959 e Li­ re 11,577 e diminuirono i legni da tinta non maci­ nati chil. 7700 e L. 2310 e l’indaco cocciniglia chilogr. 233 e L. 3718.

(8)

168

L ’ E C 0 N 0 MI S T A

18 marzo 1883

L. 30,097 ; della stoppa di cordame chil. 5730 e L. 11,460, dei filati di lino e canape semplici crudi e lisci vati chil. 36,042 e L. 1 1 1 ,0 3 9 ; dei filati di lino semplici crudi chil. 11094 e L. 44,176, dei filati di lino, canape e juta ritorti a chil. 12,636, e L. 50,344 ; dei tessuti di juta gregei confezionati in sacelli n. 10,169 e L. 2 0 3 3 8 ; e (lei tessuti di lino e canape uniti tinti o fabbrificati con fili tinti chil. 25680 e L. 77,010. Diminuì I’ importazione dei tessuti di lino e di canape uniti crudi, imbian­ chiti, o misti di bianco chil. 8702 e L. 26125.

Cotoni. — Aumentarono il cotone in ovatte chil. 1426 e L. 2495 ; i filati semplici greggi chil. 88,062 e L. 258,872 ; i filati semplici tinti che non misu­ rano più di 20 mila metri per ogni mezzo chilo­ grammo chilogr. 19,741, e L. 61,197 ; detti da 20 mila metri fino a 30 mila metri chil. 17000 e L. 54,400 ; i filali ritorti imbianchili che non mi­ surano più di 10 mila metri per ogni 1(2 chilogr. chil. 36740 e L. 161,656 i filati ritorti da 20 a 30 mila metri per ogni chilogrammo chil. 45525, L. 1 8 7 ,1 8 9 ; detti da 40 mila a 50 mila metri chil. 33,522 e L. 154,201 e crebbero pure i tessuti di cotone di ogni specie. Le diminuzioni in questa ca­ tegoria non colpirono che alcune qualità di filati ritorti.

Lana crino e pelo. — Furono in aumento la lana in falde o bioccoli naturali lavata, pettinala, tinta, cascami di lane e borsa di lana chil. 12,128 e L. 5 4 ,9 3 7 ; il crino arricciato chil. 10,166 e L i ­ re 43939, i filati di lana e di pelo ritorti greggi, 0 imbianchili chil. 1506 e L. 7530 i tessuti di lana scardassata con la catena composta intera­ mente di filati di cotone chil. 32,630 e L. 260,040; detti di lana pettinata come sopra chil. 33000 e Li re 3 3 0 ,0 0 0 ; detti ricamati chi log. 8228 e L. 164,5 60; oggetti cuciti chil. 11,143 e L. 278,575. Diminui­ rono i tessuti di lana scardassati chil. 12,380 e L. 134,750.

Seta. — Aumentò l’importazione dei bozzoli chil. 7209 e L. 7 9 ,2 9 9 ; dei velluti di seta chil. 376 e L. 7 1 ,4 4 0 ; dei tessuti di seta nera e lustrini chil. 2 2 0 0 e L. 1 8 7 0 0 0 ; detti di filusella o seta misti chil. 4309 e L. 263,500, e degli oggetti misti chi­ logr. 1110 e L. 177,600, Diminuirono i tessuti di seta non nominati chil. 3993 e L. 479,160.

Legno e Paglia. — Aumentarono le botti nuove e vecchie N. 20,623 e L. 6 1 8 ,6 9 0 ; i mobili di legno chil. 10,000 e L. 20,000, i mobili di legno da ebanisti, impellicciati o intarsiati chil. 22,890 e L. 1 2 5 ,8 9 5 ; gli utensili di legno in genere chilo­ grammi 28,000 e L. 1 4 ,2 8 0 ; le mercerie di legno compresi i balocchi chil. 11,766 e L. 4 7 ,0 6 4 ; e i cappelli di paglia chil. 21,078 e L. 21,0 7 8 . Dimi­ nuirono il legno da ebanisti chil. 666 e L.;33,000 ; 1 lavori da panieraio e da stoiaio grossolani chil. 18,000 e L. 12,600.

Carta e libri. — In questa categoria ebbero au­ mento la carta colorata, dorata dipinta, e da parati chil. 28,520 e L. 6 2 ,7 5 4 ; la carta sugante e carta grossa per involti chil. 103,679 e L. 5 1 ,8 3 9 ; le stampe e le litografie chil. 4824 e L. 7 7 ,1 8 4 ; i libri legati in cartone chil. 19,284 e L. 113,704; e i libri non stampati (registri) chil. 14,600 e lire 26,028. Diminuì la carta bianca chil. 46,270 e L, 64,778.

Pelli. — Aumentarono le pelli crude, fresche e secche non buone da pellicceria chil. 20,813 e lire 5 2 , 1 3 3 ; le pelli inverniciate chil. 1131 e h . 2 2 ,6 2 0 ; le pelli conciate senza pelo, o rifinite non nominate chil. 174,000 e L. 1 ,2 6 3 ,2 5 0 ; le pelli conciate di capretto, o di agnello chil. 3490 e L. 94,230. Di­ minuirono le pelli semplicemente conciate chil. 16,670 e L. 9 3 , 3 5 5 ; le pelli marroeehinate chil. 32,759 e L. 368, 349 e i guanti di pelle chil. 2983 e lire 5974.

Minerali metalli e loro lavori. — Aumentarono la ghisa lavorata in getti grezzi chil. 77,302 e •L. 2 1 6 ,4 4 4 ; la ghisa lavorata in getti piallati tor­ niti, stagnati ecc. chil. 25,640 e L. 1 9 ,2 3 0 ; il ferro greggio chil. 790,270 e L. 197,567 ; il rame lavo­ rato chil. 27,878 e L. 94,705 ; lo zinco in lamiera e foglie chil. 25,800 e L. 1 7 ,5 7 6 ; e le macchine non nominate o parti staccate di macchine chil. 68,827 e L. 93,337. Diminuirono il ferro laminato 0 battuto chil. 406,282 e L. 1 0 2 ,0 4 9 ; gli utensili e strumenti di acciaio chil. 75,220 e L. 8 2 ,7 4 2 ; i fucili completi chil. 4 e L, 320, e gli orologi da tasca N. 2430 e L. 53,460.

Pietre, terre, vasellami, vetri e cristalli. — Aumentarono il marmo greggio in blocchi chil. 2488 e L. 2 4 8 ; il marmo e l’alabastro di qualunque qua­ lità chil. 33,082 e L. 3 3 0 8 ; le pietre da costru­ zione chil. 24,779 e L. 1 7 3 4 ; le terre colorate chil. 261,750 e L. 26,175, le pietre non minerali chil. 14‘801 e L. 1 4 ,8 0 1 ; i laterizi chil. 239,021 e L. 9 5 , 6 0 8 ; i zolfi greggi e raffinati chil. 251,942 L. 27,713, il carbon fossile naturale o carbonizzato tonn. 13,713 e L. 452,329, i lavori di maiolica chil. 184,167 e L. 46,061, i lavori di vetro e di cristallo semplicemente gonfiati chil. 65,217 e lire 57,930. Diminuirono le lastre di vetro e di cristallo comune da finestre chil. 15,009 e L. 5854, e gli specchi incorniciati e lastre da specchio pulite e stagnate chil. 1027 e L. 3081.

Cereali, farine, paste e prodotti vegetali non compresi in altre categorie. — Aumentò l’impor­ tazione del granturco tonn. 8230 e L. 1 ,6 8 7 ,1 5 0 ; del grano tonn. 15,297 e L. 4,589,100, delle farine quint. 42,770 e L. 1 ,9 2 4 ,6 5 0 ; e delle paste di frumento quint. 17,980 e L. 1,077,560. Diminui­ rono le granaglie tonn. 3600 e L. 758,000 e delle castagne col guscio chil. 21,589 e L. 1374.

Animali, prodotti e spoglie di animali non compresi in altre categorie. — Nel 1881 non vennero importati che un asino e tre ovini. Sul resto abbiamo notato aumento nella carne salata o affumicata ece. chil. 9 8 4 4 a L. 24,410 ; ne pesci secchi o affumicati quint. 3208 e L. 1 6 3 ,4 0 0 ; nel formaggio chil. 39,975 e L. 8 3 ,9 4 7 ; nel burro fre­ sco chil. 2631 e L. 7093 e nella cera bianca la­ vorata chil. 14,573 e L. 78,265. Diminuì il grasso di ogni specie chil. 7650 e L. 9 1 8 0 ; i pesci in sa­ lamoia quint. 324 e L. 20,960, e la cera gialla non lavorata chil. 2925 e L. 9360.

(9)

18 marzo 1883

L ’ E C O N O M I S T A

169

I resultati generali del commercio interno d’ ini— portezione della provincia di Reggio Calabria fu­ rono i seguenti :

1881 L. 29,313,259 1880 » 19,076,821

10,260,118 in più nel 1881.

E sportazian e.

Spiriti bevande ed Olj. — Aumentò l’ esporta­ zione nel vino in botti o caratelli ettol. 18,689 e L. 811,003, nello spìrito non dolcificato nè aroma­ tizzato compreso il rbutn, l’acquavite, ettol. 12,993 e L. 909,630 nell’ agro cotto di limone chil. 281,900 e L. 422,830, e nell’olio d’ oliva quint. 91,618 e L. 8,705,360. Diminuì negli olj volatili ed essenze di arancio cliil. 103,978 e L 2,119,560, e nell’agro cotto di bergamotto chil. 689,689 e L. 887,624.

Generi coloniali droghe e tabacchi. — Aumen­ tarono i caffè chil. 3069 e L. 1594, gli zuccheri raf­ finati chil. 8200 e L. 6 9 7 0 ; e il tabacco fabbricato chil. 619 e L. 2104. Nessuna diminuzione in questa categoria.

Prodotti chimici, generi medicinali, resine e profumerie. — Aumentarono il nitro chil. 11,310 e L. 34 2 8 ; il sale marino o sai gemma chil. 37,938 e L. 456; il tartaro, gruma di botte e feccia di vino quint. 6458 e L. 839,593; i prodotti chimici non nominati chil. 13,951 e L. 6975 e i saponi comuni chil. 26,492 e L. 18,544. Anche in questa categoria nessuna diminuzione.

Colori e generi per tinta e per concia. — Au­ mentarono i legni, radiche, cortecoie, foglie, licheni, fiori e frutta per concio e per tinta chil. 3000 e L. 810 ; e detti macinati chil. 9100 e L. 2457. Di­ minuirono i legni, radiche, ecc., non macinati chi­ logrammi 13,880 e L. 3027.

Canapa, lino, juta ed altri vegetali filamentosi escluso il cotone. — Aumentò l’esportazione della canapa, lino e juta greggi, chil. 7623 e L. 10,675; dei tessuti di juta greggio confezionato in sacelli chilogr. 64,116, e L. 61,116 e degli oggetti cuciti chil. 4221 e L. 16,884. Nessuna diminuzione in questa categoria.

Cotone. — Aumentarono il cotone in bioccoli o in massa chil. 123 e L. 1 5 3 ; i filati e i tessuti in tutte le categorie, i bottoni, maglie e passamani chi­ logrammi 16,032 e L. 1 3 ,6 0 0 ; gli effetti d’ uso chilogr. 12,043 e L. 24,806 e gli oggetti cuciti chil. 53,784 e L. 269,027. Nessuna diminuzione in questa categoria.

tana, crino e pelo. — Aumentarono la lana in falde, o in bioccoli naturale, lavata, pettinata, tinta, cascami di lana e borra di lana, chdogr. 3038 e L. 12,843 ; il crino greggio o tinto e pelo di ogni sorta chil. 2932 e L. 8 7 5 6 ; i tessuti di lana petti nata chil. 2041 e L. 22,451.

Seta. — Aumentarono i bozzoli di chil. 130,452 e L. 2 0 8 ,7 2 3 ; la seta tratta semplice addoppiata o torta e greggia chil. 95,136 e L. 6,659,520, e i ca­ scami pettinati filati o tinti chil. 9424 e L. 301,368 e i tessuti di seta non nominati chil. 67 e L. 12,730. Diminuirono i cascami di seta greggi chil. 10,000 e L. 90,000.

Legno e Paglia. — Aumento 1 esportazione del carbone di legna quint. 52,931 e L. 423,608 ; il

legno in tavole o in quadrelli intarsiati per pavi­ mento N. 59,757 e L. 70,952 , detto rozzo, segato, squadrato semplicemente sgrossato o squadrato con l’ascia, metri cubi 4006 e L. 2 4 0 ,3 6 0 ; dello in as­ simili per scatole, stacci e doghe per botti, quin­ tali 33,188 e L. 1,991,280; botti nuove e vecchie N. 9221 e h . 2 7 6 ,6 3 0 ; legno squadrato in traverse per ferrovia N. 1800 e L. 108,000; lavori da pa- nieraiò r- da stojajo grossolani chilogr. 71,800 e L. 50,260; detti lini chil. 7853 e L. 19,625. Dimi­ nuirono i mobili di legno imbottiti chil. 3,127 e L. 5215.

Carta e libri. — Gli stracci diminuirono per quantità e aumentarono per valore chil. 139,546 e L. 62,795. Sugli altri articoli nessuna variazione d’importanza.

Pelli. — Aumentò l’esportazione delle pelli crude, fresche o secche non buone da pellicceria chil. 90,850 e L. 243,295 e dette crude fresche o secche da pellicceria chil. 38,226 e L. 210,243. Nessuna di­ minuzione in questa categoria.

Minorali, metalli e loro.lavori. — Aumenta rono i rottami, scaglie, e limature di ferro, ghisa ed acciaio chil. 15,285 e L. 1735; il ferro greggio di prima fabbricazione chil. 24,890 e L. 6222 ; il ferro ed acciajo in rolaje per ferrovie chil. 50,000 e L. 13,000; le macchine non nominate o partì stac­ cate di macchine chil. 30,200 e L. 42,280, gli oro­ logi da tasca in casse d’ oro N. 1012 e L. 80,960, gli orologi da tasca di qualsiasi altro metallo N. 2033 e L. 4 4 J 2 6 e i veicoli da ferrovie chil. 27,000 e L. 24,300. Diminuirono i minerali metallici d’ogni specie chil. 236 e L. 93.

Pietre, terre, vasellami vetri e cristalli. — Aumentarono i laterizi chil. 2000 e L. 200, lo zolfo greggio o raffinato chil. 56,610 e L. 6 2 0 0 ; i la­ vori di terra comune non nominati chil. 20,030 e L. 4,406 le lastre di vetro pulite non stagnate chil. 670 e L. 12,730 e i lavori di vetro e di cri­ stallo semplicemente soffiati, o gettati non colorili ne arrotondati ne incisi cliil. 21,890 e L. 13,234. Diminuì l’esportazione del vasellame di creta chil. 6000 e L. 150.

Cereali farine paste e prodotti vegetali non compresi in altre categorie. — Aumentò l’espor­ tazione del grano e frumento tonn. 157 e L. 57,100; delle castagne col guscio chil. 990,945 e L. 109,003; dette mondate chil. 42,845 e L. 1 7 1 2 ; delle pa­ tate chil. 253,741 e L. 2 5 ,3 7 4 ; delle farine quin­ tali 5390 e L. 3 4 2 ,5 5 0 ; della crusca quint. 2090 e L. 3 1 ,3 3 0 ; delle paste di frumento quint. 1269 e L. 78,436 ; delle frutta fresche non nominate quint. 13,820 e L. 207,300, dei lupini quint. 3884 e L. 6 9 ,9 1 2 ; dei fichi quint. 3636 a L. 145,440 ; dei prodotti vegetali (ortaggi legumi ecc.,) quin­ tali 1682 a L. 42,030 degli agrumi alla rinfusa quint. 44,243 a L. 1769,7 2 0 ; e degli agrumi in casse n. 625,985 e L. 4,381,895. Diminuì l’espor­ tazione delle frutta secche quint. 15 e L. 2923, e dei semi diversi chil. 59 e L. 2950.

(10)

170

L ’ E C O N O M I S T A

18 marzo 1883

e torelli n. 6361 e L. 1 ,2 7 2 ,2 0 0 ; dei vitelli n.490 e L. 3 8 ,8 0 0 ; del bestiame ovino e caprino n. 2878 e L. 4 6 ,0 4 0 ; dei porci del peso di 20 chilogr. n. 900 e L. 1 6 ,2 0 0 ; dei porci del peso sopra 120 chilogr. n. 7280 e L. 645,200 ; della carne fresca o pollarne chil. 6979 e L. 11166, dei pesci secchi o affumicati quint. 1047 e L. 3 3 ,2 5 0 ; dei pesci salamoja quint. 223 e L. 1 4 ,4 9 5 ; del grasso di ogni specie chil. 13,848 e L. 1 6 ,6 !7 e delle corna, ossa ecc, chil. 30,337 e L. 6071. Nessuno dimi­ nuzione d’importanza in questa categoria.

Oggetti diversi. — Aumentarono le mercerie comuni chil. 16,525 e L. 140,462 ; gli strumenti di ottica, di calcolo, di chimica, di chirurgia ecc, ecc., chil. 425 e L. 17000, e gli ombrelli di seta. Nessuna diminuzione.

I resultati generali del commercio interno di esportazione furono i seguenti :

1881 . . . . L. 40697,855 1 8 8 0 . . . . » 14886,300

L. 25,811,549 in più nel 1881

IL COMMERCIO DEGLI STATI UNITI D’ AMERICA

L ufficio di statistica ha pubblicato la relazione annuale del commercio esteriore degli Stati Uniti per l’anno fiscale che terminò al 31 giugno del 1882. 11 movimento generale del commercio esterno cioè a dire l’ insieme delle importazioni e delle esportazioni, comprese le monete si è elevato du­ rante l’esercizio suddetto a un miliardo e 567,071,700 milioni di dollari contro un miliardo e 673,071,700 nell'esercizio precedente; e ciò equivale a una diminuzione del 7 per cento circa, che deriva uni­ camente dalla minor produzione di alcuni pro­ dotti agricoli che viene valutata come segue : cotoni il 18 ° / 0 meno; grani il 24 ° / 0 ; granturchi il 30 per 1 0 0 ; segale il 14 ° / 0 ; l'orzo il 9 ° / 0. L ’ ef­ fetto prodotto sul movimento generale dalle ridu­ zioni di questa specie di esportazioni sarebbe stato più rilevante se non fosse stato in parte compen­ sato da un aumento nella esportazione del petro­ lio, e degli articoli manufatti. Quest’ aumento si è elevato a 27,488,909 di dollari. Quattro specie di articoli di esportazione formano il 77 % dell’ in­ sieme, cioè cotone, e cotonine il 2 0 % ; pane e ce­ reali il 25 % ; provvisioni il 16 % ; oh minerali il 7 % .

I principali oggetti di esportazione furono i se­ guenti ; cotone greggio doli. 1 9 9 ,812,644; farine e cereali 1 8 ,670,528; provvisioni 1 2 0 ,6 5 5 ,7 0 1 ; oli minerali 51,232,706 ; legname e suoi composti 2 4 ,0 1 2 ,0 2 8 ; tabacco e suoi composti 2 1 ,4 5 0 ,8 6 9 ; ferro, acciajo e loro composti 20,748,206 ; cotonine 1 3 ,2 2 2 ,9 7 9 ; animali vivi 9 ,7 2 0 ,1 1 6 ; cuoj e loro composti 8,999,227 ; carhon fossile in pani 6,302,828.

Un quadro comparativo dello esportazioni dei prodotti agricoli dal 1860 fino ad ora dimostra che questi articoli entrano per una proporzione presso a poco uniforme nel movimento generale di espor­ tazione ; è rare che essi sieno discesi al di sotto del 75 per cento e raramente hanno raggiunto 1’ 81 per cento. L’esportazione dei prodotti manifatturati è più che raddoppiata dal 1860 in poi.

Le importazioni delle varie categorie di merci durante l’ultimo anno fiscale si sono elevate a dol­ lari 724,639,574, e questa è la cifra più grande che sia stata raggiunta. Confrontando gli specchi di quest’ anno con quelli degli anni precedenti si trova : un aumento del 30 ° / 0; sul caoutchouc; del 13 ° / 0 sulla seta greggia; dell’ 80 ° / 0 sul grano e riso i del IO °l„ sulle cotonine; del 50 ° / 0 sui frutti; del 110 ° / 0 sull’acciajo in verghe; del 21 % sulle seterie ; del 7 % sugli zuccheri e metalli, e del 18 per cento sulle lane e lenerie. I principali arti­ coli d’importazione furono i seguenti: zuccheri e melassi più di 100 milioni di doli., seta e seterie 5 1 ,8 7 5 ,9 5 9 ; ferri e acoiaj 51,377,633, lane e la­ nerie 48,457,571.

Nel commercio esteriore l’Inghilterra vi figura per il 41 per cento; la Francia per il 4 2 ; le An tille per il 21 ; la Germania per il 7,50, e le c o ­ lonie inglesi dell’America del Nord per il 6,08

L ’immigrazione che è un fattore importante nel movimento internazionale fu nell’anno fiscale 1881-82 di 788,902 persone di cui 502,071 sbarcarono a Nuova York. Sul numero totale il 22 per cento è venuto dall’ Inghilterra compresa Flrlanda ; il 32 della Germania, e quasi il 12 dalla Svezia e dalla Norvegia. Gli arrivati erano stati 669,431 nel 1881 ; 457,237 nel 18 >0, e 177,826 nel 1879.

Il prodotto generale del novembre 1882 ascese a lire 16,741,369, costituito come segue:

V ia g g i a t o r i ... L. 6,743,198 Bagagli... » 296,168 Merci a grande velocità . » 1,558,317 Id. a piccola velocità . » 8,023,721 Prodotti diversi . . . . » 117,965

Totale L. 16,741,369 che si divide come segue :

•2 = = ( AB*3, Uab a • • L. S =2 3 ! Romane . . . » Ì ’” “’ ( Calabro-Sicule. » Ferrovie di diverse So­

cietà eserc. dallo Stato » Ferrovie Meridionali. . » » Venete . . . » » Sarde . . . » » Di ver s e. . . » Totale L. 1882 1881 8,440,008 L. 8,102.075 2,707,155 » 2,577,560 1,182,791 » 1,041,468 1,564,044 » 1,494,953 2,343,237 » 2,044,325 131,108 » 100,642 118,701 » 133,550 254,325 » 230,559 16,741,369 L. 15,725,132 1 prodotti poi dal 1° gennaio a tutto novembre 1882, confrontati con quelli dell’eguale periodo del 1881, furono i seguenti :

1882 .g = . ( Alta Italia . . L. 88,287,901

| =1 3 1 Romane . . . » 29,484,916 f i ’ " ( Calabro-Sieule. » 11,211,972 Ferrovie di diverse So­

(11)

18 marzo 1883

L ’ E C O N O M I S T A

171

Il prodotto ohilometrico delle diverse linee in eser­ cizio nel novembre 1882, confrontato con quello del 1881, fu il seguente: 1882 1881 u ( Alta Italia . . . , L. 3,187 L. 3,103 2 =§ ;§ i R o m a n e ...» 1,604 » 1,532 l ” ” ( Calabro Sicule . . » 880 » 783 » di Società esercite » dallo Stato . . . . » 1,672 » 1,598 » Meridionali . . . . » 1,479 » 1,396 » V en ete...» 956 » 734 » Sarde ... » 305 » 343 Ferrovie diverse . , » . 775 » 702 Media complessiva L. 1,849 L. 1,771 Finalmente il prodotto chilometrico dal 1° gen­ naio a tutto novembre 1882, confrontato con quello dell’eguale periodo del 1881, fu il seguente:

1882 1881 » ( Alta Italia . . . E. 33,723 L. 33,693 g = ■§ < Romane . . . . » 17,498 » 17,450 s£ ( Calabro Siculo . . » 8,341 » 8,041 » di Società esercite dallo Stato . . . . » 18,013 » 17,595 » Meridionali . . . . » 14,549 » 15,488 » Venete... ... » 7,651 » 6,886 » Sarde . . . > 3,357 » 3,539 Ferrovie diverse... * 8,777 » 8,544 Media complessiva L. 19,320 L. 19,487

BULLETTINO DELLE BANCHE POPOLARI

Banca agricola popolare di Ascoli Satriano

(provincia di Foggia) (au torizz. 1881). — Dalia situazione 28 febbraio che abbiamo sott’occhio rile­ viamo che questa Banca con un capitale versato di lire 61,595, diviso in azioni di lire 50 ed un fondo di riserva di lire 519, aveva conti correnti per lire 779 ad interesse e lire 9000 senza interessi, e depositi a risparmio per lire 1611. Con questi scarsi mezzi ha però un portafoglio di lire 93,465 ili effetti e di lire 8325 di anticipazioni. Sconta al 9 per cento, anticipa al 10, dà il 4 per cento ai risparmi.

Banca agricola commerciale ed industriale di

Savignano in Romagna

[autor. 1874). — Con un

capitale di lire 200,000 ed un fondo di riserva di lire 31,173, il 20 febbraio aveva depositi a rispar­ mio per lire 113,235 conto corrente per lire 14,449. Nel portafoglio troviamo lire 272,753 di effetti scon­ tati e lire 13,045 di effetti iu sofferenza. Dà il 5 per cento ai correntisti, il 4 con chèques.

Banca popolare di Todi

(provincia di Perugia)

[autor. 1882). — Questa Banca la quale non fun­

ziona se non da cinque mesi ha naturalmente pic­ cole cifre le quali però promettono molto per l’av­ venire. Infatti la situazione del 31 dicembre (due mesi dopo il principio delle operazioni) dava un capitale versalo di lire 22,500 (300 azioni da lire 75) e ben 97 depositi a risparmio per lire 33,855. Aveva in portafoglio 295 effetti scontati per lire 56,422; le rendite erano siate di lire 1310 e le spese di lire 1027, quindi un utile netto in due mesi dì

lire 282 di cui lire 198, cioè 7/10 agli azionisti, 2/10 al punto di riserva, cioè lire 56,59 ed 1/10 alla beneficenza cioè lire 28.24.

Banca cooperativa di Castelfrentano

provincia di Chieli (autorizz. 1882). — E una piccola Banca la quale non funziona se non dal settembre u. s. Le sue azioni da L. 30 furono versate quasi tutte per L. 5000 ; ha un fondo di riserva di Li­ re 256, dei depositi a risparmio per L. 2217 ; nel portafoglio aveva il 28 febbraio 81 cambiali per L. 4740 e 9 anticipazioni per L. 256. Dà il 4 per cenlo sui depositi a risparmio, sconta al 10 per cento ed anticipa al 6 per cento.

Banca mutua popolare di Dolo.

Prov. dì Ve­ nezia [autorizz. 1868). — Il capitale di questa Banca è di L. 30,3 5 0 diviso in 607 azioni in L .5 0 ; i conti correnti salivano il 31 decembre a L. 120,496, il fondo di riserva a L. 7090 ; il portafoglio aveva L. 143,841 di effetti scontati e L. 2266 di anticipa­ zioni su valori. Le rendile salivano a L. 3678, di­ vise tra i soci L, 998, a fondo di riserva L. 266 a favore degli impiegati L. 70 a scopo di benefi­ cenza; le spese aumentarono a L. 6956. — La Banca corrisponde il 4 coi depositi in conto cor­ rente, sconta al 6 1|2 e 1|8 di provvigione, anti­ cipa il 6 1|2 ed 1|4 di provvigione. — Le azioni della Banca valgono L. 61,50.

Banca popolare cooperativa di Giovinazzo.

Pro­ vincia di Bari [autorizz. 1882). — Questa Banca, nata da pochi mesi, Ita un capitale tutto versato di L. 20,000 diviso in 800 azioni da L. 25, ed un fondo di riserva di L. 421. Aveva il 1° marzo L i ­ re 10,930 di deposito a risparmio e L. 11,847 di buoni frutlferi. Nel portafoglio troviamo L. 55,709 di conti e L. 1.072 di anticipazioni. La Banca dà il 4 0(0 al risparmio e sconta al 7 per cento con 1|2 di provvigione.

Banca popolare di mutuo credito di Soncino

prov. di Cremona (au torizz. 1870). — Il capitale sociale ammonta a L. 197,600 diviso in 3952 azioni da L. 50, il fondo di riserva a L. 21,754. Il 31 decembre questa Banca aveva L. 492,764 di depo­ sito a risparmio e L. 64,987 a conto corrente. Nel portafoglio aveva L. 663,536 di effetti ; gli effetti in sofferenza giungevano a L. 9320. Gli utili notti salirono a L. 14,416 ripartiti per L. 200 all’offerta per ricordo al generale G. Garibaldi, L. 200 pei danneggiati dall’ inondazioni, L. 9 7 6 0 ai soci in ragione del 5,12 per cento, L. 2814 al fondo di riserva L. 1441 agli impiegati.

Da un prospetto che correda la situazione tro­ viamo che gli sconti nel 1882 salirono a L. 1,871,648. Le anticipazioni a L. 8020, i residui a risparmio a L. 492,764 quelli dei conti correnti a L. 64,987.

Riferimenti

Documenti correlati

— Abbiamo fatta questa osservazione, per rile­ varne la conseguenza che nel primo anno del suo esercizio la società di navigazione non ha potuto an­ cora

cato dei valori pubblici, determinando alternative di rialzi e di ribassi a seconda che le notizie sono più o meno favorevoli ad un immediato componi­ mento

Camera di Commercio di Catania. — Nella tor- nata^ del 4 aprile esauriti alcuni altari d’ indole am­ ministrativa il Presidente fece dar lettura della c ir­

.Ma l’ amento già monetato, che diventa disponibile per l’ avvenire costituisce tutto un di più in confronto del passato.’ l e r eliminare questa grande

Lasciando però queste osservazioni, che hanno im ­ portanza solo perchè in un lavoro di mole nuoce veder sprecate ingiustificatamente due pagine, e la­ sciando

le Casse di risp. Il suo impiego in titoli è esorbitante, come pure è troppo alto quello in portafoglio, e ciò a de- trimento dei mutui, i quali hanno scarsa parte del

Scendendo adesso a segnalare l’andam ento del m er­ cato finanziario negli ultim i otto giorni com incerem o col rilevare che è sem pre la borsa di P arig i, che

La Camera approvò ¡1- rapporto della Commissione, e deliberò di pregare gli onorevoli deputali e senatori delle provincia af­ finchè facendo presenti le