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Calcolo variazionale

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Academic year: 2021

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Calcolo variazionale

Calcolo variazionale

antonino.polimeno@unipd.it

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Calcolo variazionale

Indice

Perchè, quando e come Il calcolo variazionale: basi Equazioni di Eulero

Applicazioni Bolle di sapone Equazioni di Hamilton Equazioni di Hartree-Fock

G.M. Ewing, Calculus of Variations with Applications, Dover (N.Y., 1985)

(3)

Calcolo variazionale Perchè, quando e come

Il calcolo variazionale: basi

I Il calcolo variazionale (o delle variazioni, calculus of variations in inglese) è una delle aree più interessanti dell’analisi matematica,

I Ha molteplici applicazioni in ambito fisico e chimico

I il calcolo variazionale fornisce un linguaggio elegante per la presentazione dei fondamenti dellameccanica classica

I per un chimico, il calcolo variazionale è importante per le sue applicazioni nellachimica computazionale quantistica

(4)

Calcolo variazionale Perchè, quando e come

Equazioni di Eulero

Consideriamo il funzionale J =

Z x2

x1

f [y1(x ), . . . , yn(x ), ˙y1(x ), . . . , ˙yn(x ), x ]dx

dove le funzioni yi sono vincolate ad assumere valori noti a x1e x2.

I Quale forma devono assumere le yi perchè J sia stazionario?

I Per rispondere, dobbiamo prima scrivere in modo esplicito una variazione infinitesima del funzionale. In generale, una

variazione infinitesimale di J è indicata come δJ = δ

Z x2

x1

f [y1(x ), . . . , yn(x ), ˙y1(x ), . . . , ˙yn(x ), x ]dx

I Quindi la risposta al problema (un tipico quesito del calcolo variazionale) è data dalle funzioniyi(x ) tali che δJ = 0.

(5)

Calcolo variazionale Perchè, quando e come

Equazioni di Eulero

Per procedere, possiamo immaginare che le funzioni yi siano dipendenti da un parametro 

y1(x , ) = y1(x , 0) + η1(x ) y2(x , ) = y2(x , 0) + η2(x )

. . .

yn(x , ) = yn(x , 0) + η2(x )

dove le yi(x , 0) sono la soluzione del problema. La condizione di punto stazionario per J è

δJ = dJ

d d  = 0 → dJ d 



=0

=0

(6)

Calcolo variazionale Perchè, quando e come

Equazioni di Eulero

Possiamo ora riscrivere la variazione di J nella forma:

δJ = dJ

d d  = Z x2

x1

X

i

 ∂f

∂yi

∂yi

∂d  + ∂f

∂ ˙yi

∂ ˙yi

∂d 

 dx =

= Z x2

x1

X

i

 ∂f

∂yi

− d dx

∂f

∂ ˙yi

 ∂yi

∂d dx

dove si è fatto uso delle relazioni Z x2

x1

∂f

∂ ˙yi

∂ ˙yi

∂dx = Z x2

x1

∂f

∂ ˙yi

2˙yi

∂∂xdx =

= ∂f

∂ ˙yi

∂yi

∂

x2

x1

− Z x2

x1

∂f

∂yi d dx

 ∂f

∂ ˙yi

 dx

(7)

Calcolo variazionale Perchè, quando e come

Equazioni di Eulero

Quindi si ottiene δJ = 0 →

Z x2

x1

X

i

 ∂f

∂yi

− d dx

∂f

∂ ˙yi



δyidx = 0

dove le δyi ≡ ∂yi

∂

=0d  sono indipendenti; ne consegue che

∂f

∂yi − d dx

∂f

∂ ˙yi =0 i = 1, . . . , n

Equazioni di Eulero-Lagrange: condizione necessaria e sufficiente perchè J sia stazionario.

(8)

Calcolo variazionale Applicazioni

Bolle di sapone

Problema della superficie minima (o problema di Plateau): qual è la forma della superficie che minimizza la tensione superficiale?

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Calcolo variazionale Applicazioni

Bolle di sapone

1. L’energia libera della pellicola è G = σS dove σ è la tensione superficiale e S è la superficie: all’equilibrio G è minima e quindi S è minima

2. Funzionale da minimizzare S =

Z

2πrds = 2π Z L

−L

r r

1 + dr dzdz 3. L’equazione differenziale corrispondente è

rd2r

dz2 =1 + r dr dz



4. La soluzione è

r (z) = c cosh z − z0

c



(10)

Calcolo variazionale Applicazioni

Bolle di sapone

5. Le condizioni al contorno sono r (±L) = R; per simmetria quindi z0=0

6. La soluzione è r (z) = c cosh zc con la condizione al contorno c cosh Lc = R

7. discutiamo le proprietà della soluzione usando R come unità di misura (r ← r /R, z ← z/R, l = L/R): r (z) = c cosh zc con la condizione al contorno c cosh cl = 1

I l = 1; la condizione al contorno diventa c = cosh 1c: nessuna soluzione! Significa che i due anelli sono troppo lontani, la bolla si divide in due dischi (soluzione di Goldschmidt)

I l = 1/2; la condizione al contorno diventa c = cosh 2c1: due soluzioni, c = 0.2350 (curva ’profonda’) e c = 0.8483 (curva

’piatta’). Solo la seconda è un minimo.

I Si verifica che per 0 < l < 0.528 la curva ’piatta’ è un minimo e quindi una soluzione; per 0.528 < l < 0.6627 è un minimo locale e la soluzione più stabile (area minore) e data dai due dischi separati;

per l > 0.6627 solo i due dischi separati sono una soluzione.

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Calcolo variazionale Applicazioni

Equazioni di Hamilton

Il principio di Hamilton, da un certo punto di vista, è la riscrittura delle equazioni del moto di un sistema classico nel linguaggio del calcolo variazionale.

1. Lafunzione lagrangianadi un sistema classico di N coordinate qi e velocità ˙qi è

L(q, ˙q) = T (q, ˙q) − V (q)

dove T è l’energia cinetica e V è l’energia potenziale.

2. Consideriamo la grandezza

I = Z t2

t1

Ldt

che è dettaazione(nel senso di Hamilton).

3. Principio di Hamilton: per una lagrangiana L(q, ˙q, t) le soluzioni qi delle equazioni di Lagrange sono tali che

δI = 0

(12)

Calcolo variazionale Applicazioni

Equazioni di Hamilton

4. Il principio di Hamilton afferma dunque che l’azione è stazionaria in corrispondenza delle traiettorie del moto che verificano le equazioni di Lagrange.

d dt

 ∂L

∂ ˙qi



− ∂L

∂qi

=0

5. Queste sono leequazioni del motodi un sistema in presenza di vincoli descritto dalle coordinate generalizzate qi e dalle velocità generalizzate qi per il quale sia definibile un’energia potenziale (le forze sono ottenbili come gradiente di V ).

6. N.B. Nequazioni di II ordine.

(13)

Calcolo variazionale Applicazioni

Equazioni di Hamilton

7. Definiamo lafunzione hamiltonianacome

H =X

i

pi˙qi− L

dove pi = ∂L

∂qi

8. N.B. È un cambio di variabile: da (q, ˙q) a (q, p) 9. Possiamo scrivere l’azione come

I = Z t2

t1

"

X

i

pi˙qi− H(q, p, t)

#

dt (1)

e considerare il problema variazionale nelle 2n incognite (q, p).

(14)

Calcolo variazionale Applicazioni

Equazioni di Hamilton

10. Allora si verifica subito che la soluzione del problema variazionale, ottenuta applicando le equazioni di Eulero-Lagrange, è data esattamente dalle equazioni di Hamilton.

˙qi = ∂H

∂pi

˙pi = −∂H

∂qi

11. Il principio di Hamilton afferma dunque che l’azione è stazionaria in corrispondenza delle traiettorie del moto che verificano le equazioni di Hamilton.

12. N.B. 2N equazioni al I ordine.

(15)

Calcolo variazionale Applicazioni

Equazioni di Hartree-Fock

L’approssimazione di Hartree-Fock è alla base del più usato metodo di calcolo ab initio per strutture elettroniche molecolari.

I L’hamiltoniano elettronico in unità atomiche per un sistema di N elettroni è:

H =ˆ

N

X

n=1

h(n) +ˆ X

n6=n0

1

|~rn− ~rn0| dove

h(n) = −ˆ 1

2∇2n−X

k

Zk

|~rn− ~Rk|

I l’hamiltoniano monoelettronico di “core” di ciascun elettrone è relativo all’energia cinetica e di interazione con i nuclei.

(16)

Calcolo variazionale Applicazioni

Equazioni di Hartree-Fock

I Approssimazione di Hartree: la funzione d’onda multielettronica (autofunzione dell’hamiltoniano elettronico) è unprodotto di Hartreedi N funzioni d’onda monoelettroniche.

I Approssimazione di Hartree-Fock(HF): la funzione d’onda rispetta ilprincipio di Pauli, assumendo che la sua forma sia un determinante di Slater.

I Nell’approssimazione HF, quali sono le funzioni monoelettroniche spaziali e di spin (spinorbitali) S1, . . . ,SN che assicurino che l’energia totale della molecola sia più vicina a quella esatta?

I Quali sono i migliori spinorbitali Si ?

(17)

Calcolo variazionale Applicazioni

Equazioni di Hartree-Fock

I Si impiega ilprincipio variazionale E0≤ hΨ| ˆH|Ψi

Il valore di attesa dell’hamiltoniano rispetto ad una funzione d’onda arbitraria è sempre maggiore del primo

autovalore del sistema.

I I migliori orbitali si possono ottenere cercandone la forma che rende minimo, e perciò più vicino al valore esatto, il valore di attesa.

(18)

Calcolo variazionale Applicazioni

Equazioni di Hartree-Fock

1. È dato il valore di attesa dell’hamiltoniano rispetto al determinante di Slater:

E = hΨ| ˆH|Ψi

2. Assumiamo che gli N spinorbitali S1, . . . ,SN siano ortonormali;

diciamo VHFil sottospazio generato dalla base S1, . . . ,SN; 3. per una variazione infinitesimale di ciascun spinorbitale

Si0=Si+ δSi

possiamo costruire lo spinorbitale

Ψ0 = |S01S20. . .SN0|

4. limitando lo sviluppo ai soli termini al primo ordine si ottiene Ψ0= Ψ +P

iδΨi dove δΨi = |S1. . . δSiSN|.

(19)

Calcolo variazionale Applicazioni

Equazioni di Hartree-Fock

5. Se le variazioni δSi sono ortogonali allo spazio VHF. la

variazione al primo ordine del valore di attesa dell’hamiltoniano rispetto al determinante di Slater) è

δE =X

i

hδΨi| ˆH|Ψi + hΨ| ˆH|δΨii

6. quindi la variazione infinitesimale δE è nulla al primo ordine (cioè E è minimo) se sono indipendentemente nulli i seguenti integrali

hδΨi| ˆH|Ψi = 0 (2)

7. cioè se unavariazione infinitesimale di un generico spinorbitale, ortogonale a VHF, dà un contributo nullo alla variazione del valore di attesa.

(20)

Calcolo variazionale Applicazioni

Equazioni di Hartree-Fock

8. La condizione (2) può essere ridotta al calcolo di un integrale monoelettronico:

hδΨi| ˆH|Ψi = 1 N!

X

P0,P00

Z

dq(−1)P0(−1)P00δΨiHartreeP0−1HPˆ 00ΨHartree

9. q è l’insieme delle pseudocoordinate del sistema e ΨHartreeè il prodotto di Hartree costruito con gli N spinorbitali (siè fatto uso della proprietà P= P−1).

(21)

Calcolo variazionale Applicazioni

Equazioni di Hartree-Fock

10. La sommatoria su P00può essere sostituita con la sommatoria su P = P0−1P00, tenendo conto del fatto che ˆH commuta con una generica permutazione, [ ˆH, P] = 0:

hδΨi| ˆH|Ψi =X

P

(−1)P Z

dqδΨiHartreeHPΨˆ Hartree

11. e quindi si può scrivere

X

P

(−1)P Z

dqδΨiHartree

ˆh(i) +X

n6=i

1 rni

PΨHartree

12. che può essere riscritto come hδΨi| ˆH|Ψi = [δSi|ˆh|Si] +X

n6=i

([δSiSi|SnSn] − [δSiSn|SnSi])

(22)

Calcolo variazionale Applicazioni

Equazioni di Hartree-Fock

13. Sono definiti i seguenti integrali mono e bi-elettronici:

[Sa|ˆh|Sb] = Z

d q1Sa(1)ˆh(1)Sb(1) [SaSb|ScSd] =

Z

dq1dq2Sa(1)Sb(1) 1 r12

Sc(2)Sd(2) 14. Possiamo definire glioperatori di Coulomb e di scambioassociati

all’n-esimo spinorbitale Jn(1)Sm(1) =

Z

dq2Sn(2) 1 r12

Sn(2)

 Sm(1) Kn(1)Sm(1) =

Z

dq2Sn(2) 1 r12

Sm(2)Sn(1)



15. In questo modo gli integrali bi-elettronici si possono scrivere come elementi di matrice monoelettronici degli operatori di Coulomb e di scambio

[SaSb|SnSn] = [Sa|Jn|Sb] [SaSn|SnSb] = [Sa|Kn|Sb]

(23)

Calcolo variazionale Applicazioni

Equazioni di Hartree-Fock

16. Finalmente (!) possiamo scrivere la variazione hδΨi| ˆH|Ψi nella forma:

hδΨi| ˆH|Ψi = [δSi| ˆF |Si] 17. dove ˆF è l’operatore (monoelettronico) di Fock:

F (1) = ˆˆ h(1) +X

n

hˆJn(1) − ˆKn(1)i

18. L’operatore di Fock dipende, tramite gli operatori di Coulonb e di scambio, dal set di spinorbitali che definisce VHF. La condizione di stazionarietà variazionale è espressa dall’equazione

h

δSi| ˆF |Si

i

=0

per tutti gli spinorbitali Si e qualsiasi variazione δSi ortogonale a VHF, che deve perciò essere uno spazio chiuso rispetto a ˆF ( ˆF Si ∈ VHF.

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