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Cap. 3 Lo strumento del mestiere: LinkedIn

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Cap. 3 Lo strumento del mestiere: LinkedIn

1. Cercare e offrire lavoro su LinkedIn

1.1 Caratteristiche e funzionalità

LinkedIn è un social network nato nel lontano 2003 e rappresenta lo strumento online per eccellenza relativo al mondo del lavoro. Il successo è dato anche dai numeri e dalle statistiche che vengono riportate ogni trimestre; secondo l’ultimo report rilasciato dal social network e datato novembre 2015 il fatturato è aumentato del 37% (press.linkedin.com). Inoltre vi sono attualmente più di 400 milioni di utenti registrati sul sito sparsi in oltre 200 paesi; tra questi oltre 40 milioni sono studenti o neo laureati e rappresentano per LinkedIn la fetta di utenza con il più alto indice di aumento nell’ultimo periodo.

Per quanto riguarda l’Italia gli iscritti hanno sorpassato gli 8 milioni, portandoci al terzo posto in Europa e tra i primi dieci al mondo. Questo dato può fare ben sperare in un aumento costante delle persone nell’utilizzo del social network, in questo modo chi non è ancora convinto sulla possibilità di iscriversi sarà spinto in maggior misura dalla quantità di utenti presenti.

Il dato che però fa tornare con i piedi per terra queste statistiche riguarda il numero di utenti attivi mensilmente che si ferma a 100 milioni (Gini 2015). Questo vuol dire che solo una persona su quattro iscritta a LinkedIn vi accede almeno una volta al mese; un 25% che depotenzia le effettive possibilità di un social network che sembra dover ancora arrivare all’apice di un pieno e consapevole utilizzo da parte degli utenti.

LinkedIn è caratterizzato da finalità prevalentemente professionali, rivolgendosi essenzialmente a persone in età lavorativa; si tratta di un luogo dove intrattenere e sviluppare relazioni che possano essere utili per incrementare il business, sia che si tratti di un’azienda che di una persona.

I motivi per cui le persone decidono di iscriversi a LinkedIn sono diversi ma tutti direttamente correlati all’aspetto professionale (Rimedio 2014):

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- Ampliare la propria rete di contatti professionali; - Trovare un lavoro migliore;

- Incontrare risorse da inserire nell’organico della propria azienda; - Cercare nuove partnership;

- Promuovere la propria professionalità (personale e/o aziendale).

Le spiegazioni per cui gli utenti utilizzano tale strumento sono quindi varie ma riguardano tutte l’ambito lavorativo e le relazioni tra persone. Questo ultimo aspetto è fondamentale nel funzionamento del social network in quanto rappresenta il fulcro del suo essere; le persone entrano in questo spazio virtuale per continuare o far nascere rapporti umani che vengono trasportati nel quotidiano nelle interazioni faccia a faccia. La popolarità e il massiccio utilizzo di LinkedIn descrivono una naturale evoluzione e applicazione di teorie e pensieri enunciati anche mezzo secolo fa. Comprendere le fondamenta concettuali su cui poggia tale strumento è essenziale per un uso consapevole e funzionale agli obiettivi delle persone che lo utilizzano.

Il successo di questo social network è dovuto infatti alle basi teoriche che costituiscono le sue colonne portanti; la teoria dei sei gradi di separazione e i legami deboli.

La prima afferma che qualunque persona può essere collegata a qualunque altra attraverso circa sei intermediari. LinkedIn va oltre, usando il numero tre come cifra magica (Parez 2013); questo perché il sito suddivide i collegamenti in contatti di primo, secondo e terzo grado. Tale aspetto verrà approfondito meglio in seguito ma è rappresentativo del potenziale che lo strumento incorpora permettendo una connessione più efficiente ed efficace.

Per quanto riguarda i legami deboli LinkedIn riesce a sfruttarli al meglio ponendoli come pilastro della struttura relazionale dell’intero social network, questi verranno analizzati più nel dettaglio nel paragrafo successivo. Rappresentano il motore che fa girare l’intera rete, alimentandosi autonomamente semplicemente attraverso collegamenti spontanei. Questi legami trovano nel mondo professionale del lavoro nuova linfa vitale poiché è possibile entrare in contatto con persone, informazioni e opportunità professionali con più facilità e successo. Mantenere e sviluppare tali

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connessioni permette di incrementare il potenziale della rete di contatti con cui siamo in collegamento ampliando il raggio d’azione in termini di conoscenze e competenze. Quanto appena detto porta come conseguenza che LinkedIn non deve essere usato solo nel momento del bisogno; quando quindi una persona deve cercare lavoro, un’azienda vuole promuovere un suo prodotto o i recruiter hanno necessità di trovare candidati. Le possibilità che lo strumento offre vanno oltre e presuppongono un impegno costante di creazione e mantenimento di una rete di contatti in ambito lavorativo e professionale. I collegamenti che vengono instaurati rappresentano un valore aggiunto trasformandosi in un capitale sociale da consolidare con il tempo. L’utilità intrinseca di uno strumento del genere è quindi individuare connessioni trasversali e funzionali all’attività lavorativa da portare avanti, coltivare competenze e conoscenze stando attenti alla cura della reputazione e della credibilità. LinkedIn «facilita azioni e interazioni che compiamo nel mondo del lavoro per creare e mantenere una rete di contatti, offrire o cercare un lavoro e ricercare soluzioni e risposte di esperti a problemi di natura professionale» (Napolitano 2011, pp. 2-3). Il mondo del lavoro è sempre più immerso nella Rete, non farne parte risulta estremamente svantaggioso sia per una persona che per un’azienda. LinkedIn rappresenta la risposta a molte necessità, gli strumenti inclusi in esso devono essere compresi e adoperati in modo ponderato al fine di risultare efficaci per il conseguimento di obiettivi professionali.

Il primo passo per sfruttare al meglio le funzionalità di questo social network è quello di creare un profilo personale. Rappresenta un vero e proprio biglietto da visita e deve essere curato nei minimi dettagli per risultare convincente; la completezza è importante per vari motivi (Rimedio 2014):

- I profili completi vengono valorizzati dal motore di ricerca interno a LinkedIn: in questo modo possono essere rintracciati con più facilità e le opportunità professionali aumentano;

- Un profilo completo fa buona impressione: inserire informazioni incomplete o approssimative non aiuta a farsi un’idea della persona dall’altra parte, essere sinceri ed esaustivi in questo caso ripaga;

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- L’informazione mancante potrebbe essere quella che fa la differenza: è fondamentale mantenere aggiornato il profilo per incrementarne l’efficacia in ogni suo aspetto.

Risulta quindi necessario spendere un po' di tempo da investire nella costruzione di un profilo completo, interessante e accattivante. Per far questo vengono in aiuto alcune sezioni e funzionalità del social network in grado di trasformare la pagina nel primo strumento di business per raggiungere i propri obiettivi professionali.

Il primo aspetto fondamentale è la fotografia; le immagini hanno un alto potere comunicativo, è quindi importante scegliere con cura quella da inserire. La foto permette al profilo di acquisire credibilità nei confronti delle persone che lo visitano; l’anonimato è molto presente in Rete e per questo metterci la faccia è il primo step per risultare professionali. Nonostante non ci sia una vera e propria guida alla fotografia da inserire alcuni consigli risultano molto utili per comprendere il tono che deve assumere tale aspetto.

Tendenzialmente si preferisce un’immagine che trasmetta professionalità, di buona qualità e che ritragga la persona in primo piano. In ambito lavorativo un valore aggiunto è inserire sullo sfondo un ambiente riconducibile all’azienda, a esempio il suo logo; la scelta sarà influenzata anche dal tipo di lavoro e dall’ambiente in cui operiamo, questo ci potrà conferire più o meno libertà sul tipo di foto da inserire. L’immagine deve essere sempre riconducibile alla persona e quindi è necessario aggiornarla periodicamente. Un profilo LinkedIn che include una fotografia viene cliccato più spesso rispetto ad uno che non ce l’ha, incrementandone efficacia ed efficienza per quanto riguarda possibili opportunità professionali (Parez 2013); questo risulta essere un motivo più che valido per investire su una foto che esprima al meglio l’essenza della persona.

Altro importante elemento è l’headline o titolo, appare sotto il proprio nome e cognome e in tutte le comunicazioni tramite LinkedIn. Rappresenta la prima descrizione che le persone incontrano quando visitano il profilo, vi è la possibilità di inserire fino a 120 caratteri (Camporesi, Mossenta 2014) e per questo deve essere curato al massimo per rappresentare in modo esauriente la persona e gli obiettivi che vuole raggiungere. Deve risultare semplice ma accurato in modo da colpire subito all’occhio; per ottenere questo è importante inserire parole chiave, tali termini vengono tenuti di conto

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dall’algoritmo di LinkedIn preposto alla ricerca rendendo il profilo maggiormente rintracciabile (ivi).

Al di sotto della foto e del titolo si trova il campo “Riepilogo”, rappresenta un riassunto in cui presentarsi e inserire la propria formazione, nonché le competenze ed esperienze acquisite nel tempo e che possono risultare allettanti per possibili opportunità lavorative. Questo sommario se curato e descritto in modo efficace permette al profilo di acquisire valore aggiunto; le persone che andranno a leggerlo capiranno in poche righe chi è l’utente dietro a quel nome e cosa vuole raggiungere. In questa parte del profilo è possibile includere altre sezioni che arricchiscono ancora di più l’immagine che trasmettiamo; possono essere inserite esperienze di volontariato, riconoscimenti, brevetti, pubblicazioni, certificati e molto altro. Tutti questi elementi aggiuntivi rendono il profilo ancora più ricco nonostante possano riferirsi ad aspetti che esulano dall’ambito lavorativo, ma proprio per questo acquisiscono più importanza rendendo la pagina unica e facilmente identificabile.

In seguito vi è la possibilità di inserire il proprio curriculum all’interno del profilo come file scaricabile; tale aggiunta permette soprattutto ai selezionatori che visitano la pagina di poter confrontare con più facilità le informazioni presenti in modo da approvarne veridicità e fiducia. Se invece facciamo parte di un’azienda o siamo noi stessi recruiter questo documento risulterà estremamente utile per aumentare la reputazione e la trasparenza verso potenziali clienti o candidati.

Una tra le sezioni più importanti e corpose riguarda le esperienze lavorative, queste vengono inserite in ordine cronologico inverso, dalla più recente alla più lontana nel tempo. Per completare al meglio questa parte è essenziale tenere presente alcuni punti da soddisfare in modo accurato e dettagliato:

1. Nome dell’azienda; 2. Mansione;

3. Luogo; 4. Durata;

5. Breve descrizione;

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La descrizione risulta fondamentale in quanto è possibile evidenziare le attività svolte, le responsabilità e le competenze acquisite in quel determinato lavoro. Una persona può aver svolto molti impieghi durante la propria vita professionale, in questo caso è importante cercare di creare un «file rouge» (Rimedio 2014, p. 15) dando coerenza alle esperienze, sottolineando la crescita professionale ed evidenziando la molteplicità di abilità acquisite.

Le competenze possono essere inserite in un’apposita sezione per meglio evidenziarle e organizzarle. È possibile usufruire degli endorsement (Camporesi, Mossenta 2014), questi sono approvazioni delle abilità e competenze che pensiamo di avere da parte dei nostri collegamenti. Più persone confermano un tale aspetto della nostra professionalità più questo acquisisce peso e valore; tali sponsorizzazioni operano come referenze specifiche in modo da risultare più credibili agli occhi degli utenti che visitano il profilo.

Altre sezioni riguardano le lingue conosciute e la formazione. Anche in questo caso è utile dettagliare in modo preciso gli studi frequentati in modo da far risaltare la coerenza con le esperienze professionali precedentemente descritte. Tale aspetto risulta ancora più importante per studenti a inizio carriera, per questa eventualità è consigliato completare al meglio la sezione includendo attività svolte, foto, video o presentazioni che possano arricchire il percorso formativo.

Ultimi, ma non per importanza, i collegamenti che permettono alle persone di contattarci all’esterno di LinkedIn. Per questa sezione è utile inserire un proprio numero di cellulare e link che rimandano ai vari social media come Facebook, Twitter, Goggle+ e Youtube. In questo modo la completezza del profilo risulta massima permettendo a tutti di perfezionare la conoscenza dell’utente inserendo la presenza sociale nei vari siti. Le informazioni di contatto possono essere incluse anche all’inizio del profilo tra nome e riepilogo così da essere facilmente rintracciabili; in questo caso risulta utile inserire un indirizzo di posta elettronica che rimane lo strumento per eccellenza per le comunicazioni esterne a LinkedIn.

Dopo aver completato nel modo più efficace ed efficiente il profilo è necessario costruire e mantenere un network, una rete di contatti che consentirà di vivere appieno l’esperienza su questo social network. È utile cominciare ricercando le persone con cui abbiamo già un certo livello di conoscenza nella vita reale e su altri social, in questo modo si può creare una base da cui partire per poi poter ampliare la rete. LinkedIn

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dispone anche di una funzione che propone persone che si possono conoscere e a cui poterci collegare.

A questo punto vi è uno degli aspetti che caratterizza il social network rispetto ad altri, per esempio Facebook. Nel momento in cui vogliamo connetterci con un'altra persona viene chiesto di specificare in che modo siamo collegati a essa; le opzioni riguardano il fatto di essere colleghi, compagni di studi, ex colleghi, amici o altro, potendo anche inserire l’indirizzo e-mail se ne siamo a conoscenza. Per completare la richiesta si può personalizzare un messaggio di invio con cui specificare ancora meglio il modo attraverso il quale siamo collegati a suddetta persona. In questo modo la connessione avrà un senso e si baserà su un aspetto riscontrabile anche da parte dell’altro intermediario.

Si è accennato in precedenza ai sei gradi di separazione e come LinkedIn li abbia diminuiti a tre, questo perché il social network permette di visualizzare fino a tre gradi di separazione e i collegamenti possono essere così suddivisi (Rimedio 2014):

- Collegamenti di primo grado: contatti acquisiti attraverso una richiesta diretta di collegamento, rappresentano persone conosciute e con le quali si è connessi direttamente;

- Collegamenti di secondo grado: sono i contatti dei collegamenti di primo grado, persone con le quali condividiamo questa conoscenza;

- Collegamenti di terzo grado: sono le persone connesse ai collegamenti di secondo grado. Possiamo entrare in contatto con loro attraverso l’invio di un invito, un messaggio o una presentazione.

Questa suddivisione incarna appieno le potenzialità che LinkedIn offre per quanto riguarda scambi sociali e sviluppo di una rete di contatti; la possibilità di entrare in contatto con una quantità enorme di persone aumenta esponenzialmente le opportunità che possono nascere a livello professionale.

I contatti di queste categorie possono essere poi classificati a seconda della loro natura in attuali, passati o potenziali (Napolitano 2011). I primi riguardano quelle persone con cui abbiamo relazioni lavorative nel quotidiano e che quindi frequentiamo nelle attività di tutti i giorni. Le seconde si riferiscono a precedenti esperienze di studio e lavoro che ci hanno permesso di fare la conoscenza di persone con cui però abbiamo perso i

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contatti; grazie a LinkedIn possiamo avere la possibilità di ricollegarci a queste attraverso i suggerimenti dello stesso social network o con la specifica funzione di ricerca che permette, grazie a vari filtri, di ricercare con facilità tali utenti. Le ultime si riferiscono a contatti facenti parte del secondo o terzo grado e che lavorano in aziende o contesti che possono risultare interessanti in ambito professionale, collegarsi a tali individui aumenta le possibilità di ampliare in modo funzionale la rete.

Soprattutto per quest’ultimo tipo risulta utile adoperare la funzione di presentazione da parte di un contatto vicino. Tramite tale strumento possiamo chiedere a una persona con cui condividiamo un collegamento di primo grado di presentarci a un'altra e fare così da tramite; importante è integrare la richiesta con un messaggio che giustifichi tale azione e in caso di accettazione ringraziare entrambe le persone. Ciò che accadrebbe nella realtà attraverso una stretta di mano e la presentazione da parte di un amico o un conoscente avviene quindi online.

Mantenere e sviluppare la rete di contatti, cercando un giusto equilibrio tra l’ammontare dei collegamenti e la qualità degli stessi, permette di ottenere visibilità, credibilità e opportunità sempre maggiori.

LinkedIn si propone di offrire servizi per veri professionisti, infatti oltre agli account Basic (gratuiti) ne prevede quattro tipologie Premium a pagamento (Rimedio 2014):

- Job Seeker: rivolto agli utenti in cerca di un lavoro; - Sales Navigator: per i professionisti del settore vendite; - Business Plus: per professionisti e persone d’affari; - Recruiter Lite: per gli addetti alla selezione del personale.

Ognuno di questi presuppone specifiche funzioni aggiuntive, inerenti all’ambito di interesse, che permettono di raggiungere gli obiettivi sperati nel modo più efficace ed efficiente possibile.

Per l’oggetto della ricerca in corso è interessante analizzare l’ultimo tipo di account che si rivolge ai professionisti della selezione, sarà approfondito quindi in maniera a sé stante trattando nel merito le persone addette al recruiting.

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74 1.2 I recruiter su LinkedIn

I selezionatori utilizzano quotidianamente e in maniera massiccia LinkedIn per svariate attività; ricercare informazioni su aziende, su candidati e condividere offerte di lavoro. Secondo un report di Kelly Services (2013) il 93% dei recruiter utilizza questo social network per cercare talenti e di questi l’89% è riuscito ad assumere una persona in questo modo. I numeri, come si può vedere, sono elevati e questo trasmette l’alto potenziale che tale strumento può assumere per chi di lavoro deve ricercare il candidato giusto per il posto giusto.

Per riuscire a selezionare in modo efficiente ed efficace LinkedIn mette a disposizione servizi aggiuntivi che permettono un recruiting di qualità maggiore. I vantaggi per gli addetti ai lavori derivanti dalla sottoscrizione a un account premium Recruiter Lite sono molteplici come si può dedurre dalla pagina dedicata su LinkedIn:

- 30 messaggi personali con cui poter contattare direttamente qualsiasi persona nel social network;

- Tenere traccia in modo completo delle persone che hanno visualizzato il profilo negli ultimi 90 giorni con dettagli riguardo ad esse;

- Ricerca avanzata con filtri specifici progettati per il recruiting in modo da scovare i talenti migliori;

- Ricerca dei profili illimitata in modo da poterne visualizzare in enormi quantità e fino al terzo grado di collegamento;

- Tracking automatico dei candidati per non perderli mai di vista e tenere traccia delle posizioni aperte con i progetti a essi collegati;

- Assunzione integrata in cui gestire tutto il pool di candidati e semplificare il processo di selezione;

- Design specifico per la selezione, grazie a questo tutto ciò che viene visualizzato avrà come denominatore comune il recruiting e l’esperienza su LinkedIn sarà ancora più soddisfacente.

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L’insieme di questi servizi fa capire quanto il social network abbia potenziale anche in ambito di ricerca e selezione del personale. Le opportunità per gli addetti ai lavori di poter migliorare il processo semplificandolo rappresenta il motivo per cui viene utilizzato sempre di più.

Il servizio prevede un primo mese gratuito al quale segue, nel caso si voglia continuare a utilizzarlo, il pagamento di una quota pari a circa 75€ al mese. Tale spesa richiesta deve essere vista però come un investimento che verrà ripagato attraverso l’assunzione dei migliori talenti presenti in modo da soddisfare al meglio le necessità. La possibilità attraverso LinkedIn di poter selezionare i talenti migliori ha permesso agli addetti ai lavori di incrementare l’efficienza e l’efficacia del processo di selezione. I recruiter devono seguire però alcune accortezze strategiche in modo da ottimizzare la ricerca (Saini 2015).

Innanzitutto è compito dei selezionatori specificare in che modo i candidati debbano inviare il proprio curriculum. Per facilitare tale comunicazione è utile adoperare la sezione di Riepilogo del profilo LinkedIn in modo da spiegare accuratamente come e dove mandare la candidatura. Se si dispone di un account premium con Recruiter Lite è consigliato chiedere alle persone di indicare il profilo LinkedIn corrispondente; in questo modo sarà possibile ottenere molte più informazioni riscontrabili anche con un confronto con il classico curriculum.

Le società di selezione del personale hanno la possibilità di creare pagine aziendali in cui poter descrivere nel dettaglio i servizi offerti, l’iter di selezione, le modalità di invio candidature e curriculum. Per quanto riguarda i professionisti del recruiting la pagina serve anche a condividere notizie relative al settore di appartenenza; così facendo si può pubblicizzare al meglio la propria cultura e filosofia riguardo alla selezione e creare un primo rapporto di fiducia con i candidati e le aziende clienti. Tale attività di brand reputation permette di attrarre i migliori talenti e professionisti.

L’utilizzo studiato e strategico di tutte queste funzioni permette agli addetti ai lavori di andare a caccia dei profili passivi anche su LinkedIn; questi soggetti rappresentano un valore aggiunto per una selezione ancora più ricca e di valore. Strumenti come Recruiter Lite e i messaggi personali diretti permettono di andare alla ricerca di candidati in modo mirato, in questo modo il recruiter non subisce passivamente la richiesta dalla persona ma si attiva per andare a sondare possibili bisogni non espressi per un cambiamento in ambito lavorativo.

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Secondo uno studio condotto da LinkedIn Talent Solutions (2015) i trend principali per l’Italia riguardo al recruiting nel 2016 prevedono:

- Una maggiore attenzione alla qualità delle assunzioni come parametro per valutare il lavoro dei selezionatori;

- L’elaborazione di una strategia proattiva di Employer Branding in modo da aumentare reputazione e fiducia verso la società e il processo di selezione adoperato;

- La valutazione del recruiting universitario come punto centrale nella strategia di selezione.

Malgrado tali tendenze gli ostacoli nell’attirare i migliori talenti permangono e riguardano soprattutto la retribuzione commisurata alla posizione, fattore importante per le società di ricerca e selezione del personale. Inoltre il tipo di profilo può comportare maggiori o minori difficoltà se rimanda a job molto richieste nel mercato di riferimento. Per di più la competizione con altre agenzie specializzate si fa sempre più agguerrita e la lotta al talento migliore comporta spesso la creazione di ostacoli per entrambi i soggetti coinvolti nella ricerca.

I professionisti della selezione devono tenere a mente alcuni fattori essenziali; questi serviranno a mantenere costante la qualità della selezione e permettere alla società di espandere la propria attività attraverso la costruzione di un’immagine professionale e una reputazione solida.

L’utilizzo di social network professionali come LinkedIn rappresenta uno dei trend principali per un recruiting sempre aggiornato. Nel prossimo futuro inoltre risulterà sempre più importante aumentare la visibilità delle offerte lavorative su cui la società assume l’incarico; per riuscire in questo è necessario conoscere tutti gli strumenti più efficaci per raggiungere tale obiettivo. Inoltre la capacità di assumere candidati passivi risulterà sempre più strategica per una selezione soddisfacente e di qualità.

Il denominatore in comune tra tutti questi fattori è l’importanza riguardo alle relazioni con candidati, aziende clienti e altre società specializzate nella selezione. La creazione di un network altamente diversificato permetterà di raggiungere il successo per l’acquisizione dei talenti migliori.

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77 1.3 I candidati su LinkedIn

LinkedIn rappresenta uno degli strumenti più innovativi per chi è alla ricerca di un nuovo impiego. Le potenzialità di questo social network per trovare lavoro non sono ancora sfruttate appieno; la struttura e l’architettura risultano però estremamente funzionali a raggiungere tale risultato.

Questo network professionale crea un ponte tra il mercato del lavoro visibile e quello invisibile, questo vuol dire che non solo le persone in cerca di un lavoro possono essere trovate dai selezionatori e dalle aziende ma che possono essere esse stesse attive nel cercare l’impiego desiderato nel settore o impresa preferita (Camporesi, Mossenta 2014).

Secondo un report che analizza l’utente LinkedIn (powerformula.it 2015) il social network è stato d’aiuto più per ricercare persone e aziende (77% dei casi) e riconnettersi con vecchie conoscenze e colleghi (70%). Per quanto riguarda la ricerca di lavoro la percentuale è molto più bassa, solo il 39% degli utenti è stato aiutato da LinkedIn nello scoprire potenziali opportunità lavorative. Nonostante tale dato non entusiasmante il 34,2% delle persone intervistate all'interno del report considera il social network estremamente importante per trovare un impiego.

L’utilizzo da parte dei candidati è ancora poco elevato, il 51% spende massimo due ore alla settimana su LinkedIn, una maggioranza che pesa sulla reale percezione degli utenti riguardo alle possibilità offerte dal mezzo. Come qualunque altro social network anche questo deve essere adoperato in maniera ponderata ma funzionale; se ancora sono poche le persone che lo utilizzano per ricercare nuove opportunità professionali questo è dovuto anche al poco tempo speso all’interno per ampliare la rete di contatti con l’obiettivo di ricercare un possibile impiego.

Il candidato deve assumere quindi un ruolo attivo nella ricerca per aumentare le possibilità di trovare lavoro. LinkedIn mette a disposizione un utile strumento attraverso il menù a tendina e la selezione della voce “Offerte di lavoro”, qui è possibile avviare una ricerca dettagliata. I campi presenti sono vari e permettono di definire al meglio le caratteristiche ricercate in un impiego (Napolitano 2011):

- Parole chiave: molto utili per restringere il campo e ricercare un insieme di fattori;

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- Titolo: è possibile inserire il titolo professionale da ricercare;

- Azienda: se si ha già in mente un’impresa specifica su cui voler puntare si può adoperare tale filtro;

- Località, Paese: in questo modo si può circoscrivere il raggio della ricerca a seconda di dove si abita;

- Nel raggio di: se inseriamo il CAP possiamo includere un limite di distanza così da comprendere solo un’area prestabilita;

- Funzione lavorativa: si possono selezionare varie voci che includono l’attività principale da svolgere;

- Data di pubblicazione: risulta utile se si vogliono conoscere solo le ultime offerte pubblicate o se estendere la ricerca in un arco di tempo maggiore;

- Settore: qui si possono selezionare vari settori produttivi con cui affinare la ricerca scegliendo solo quelli di proprio interesse;

- Livello di esperienza: tale funzione permette di escludere o includere, a seconda della propria situazione professionale, alcune voci piuttosto che altre; - Retribuzione: questo parametro non è ancora disponibile in Italia ma

risulterebbe comunque utilizzabile solo da chi possiede un Account Premium, in questo caso Job Seeker.

Il risultato della ricerca, se si compilano i campi con precisione, sarà il più accurato possibile permettendo di valutare le migliori offerte presenti sul mercato. Le voci che appariranno potranno essere ordinate a seconda della pertinenza, della relazione professionale o della data di pubblicazione.

Oltre a questo strumento vi sono altri accorgimenti da tenere in considerazione per aumentare le possibilità di trovare un impiego adeguato al proprio profilo professionale. Innanzitutto è importante seguire e controllare le aziende che interessano visitando spesso la loro Company Page, la pagina personale dell’impresa. In questo spazio le organizzazioni pubblicano aggiornamenti su opportunità lavorative e su nuove assunzioni; è necessario quindi controllare in modo tempestivo tali notizie in quanto la risposta sarà massiccia in termini di curriculum inviati.

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All’interno della stessa Company Page è possibile visualizzare i profili delle persone che lavorano all’interno. Può accadere di trovare un contatto di primo o secondo grado appartenente alla nostra rete al quale poter chiedere informazioni sull’azienda o su possibili nuovi inserimenti futuri.

Passando poi al proprio profilo professionale uno strumento da tenere in considerazione è quello di “Chi ha visitato il tuo profilo?”. Questo servizio segnala le persone che hanno mostrato interesse e che possono rappresentare un potenziale alleato nella ricerca di un nuovo impiego. Risulta necessario quindi valutare ogni persona a seconda della funzione ricoperta e dell’azienda in cui opera.

Le opportunità per ricercare un lavoro sono molte, è necessario per il candidato comprendere al meglio le funzioni all’interno di LinkedIn; queste permettono di sfruttare al massimo le potenzialità offerte in modo da trovare il lavoro dei propri sogni.

1.4 Le aziende su LinkedIn

Delle prime 100 aziende nella classifica di Fortune ben 91 usano LinkedIn per la ricerca di candidati (Jacopetti 2014), tra queste si annoverano nomi come Apple, General Motors, General Electric e HP. Questo semplice dato fa capire quanto tale social network sia diffuso tra le grandi aziende e multinazionali del mondo; l’utilizzo da parte di tali imprese dovrebbe far riflettere chi ancora all’interno di consigli d’amministrazione trova inutile o troppo dispendioso investire in un tale strumento. LinkedIn infatti rappresenta un sito altamente funzionale anche per professionisti e aziende impegnate nel B2B (Business-to-business). In questo ambito viene usato dal 41% dei professionisti, ponendolo al primo posto nelle scelte, avendo superato Facebook. Per quanto riguarda i proprietari di aziende il 62% lo usa regolarmente nelle attività di marketing e ben l’81% di questi lo utilizza per il lancio di prodotti (Fracasso 2016).

I vantaggi offerti da LinkedIn per le aziende riguardano svariati aspetti (ivi):

- Visibilità: il social network permette di pubblicare molte informazioni sull’azienda attraverso la sua Company Page, quest’ultima verrà analizzata nel dettaglio in seguito;

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- Creare brand awareness e migliorare la reputazione: LinkedIn consente di aumentare la riconoscibilità e la reputazione online dell’impresa, mettersi in vetrina in modo intelligente può rendere migliore l’immagine aziendale verso l’esterno;

- Fidelizzare i clienti: grazie alla sezione Notizie del social network è possibile condividere news e aggiornamenti riguardanti l’azienda in modo da tenere un contatto costante con gli utenti interessati all’attività dell’impresa. Il rapporto diretto che verrà instaurato con queste persone permetterà di aumentarne la soddisfazione verso il prodotto o servizio offerto;

- Influencer Marketing: la possibilità data dallo strumento di fornire contenuti di qualità, partecipare a gruppi e rispondere a domande permette all’azienda di poter diventare opinion leader riguardo al settore di competenza;

- Networking: per quanto riguarda le aziende consiste nell’avviare relazioni di reciprocità con potenziali clienti, promuovendo indirettamente l’attività svolta, aumentando così le probabilità di concludere affari e creare business.

Nonostante gli evidenti vantaggi esistono alcuni problemi che impediscono il pieno sfruttamento del servizio offerto (Saini 2014). Apparte i recruiter che lavorano in società specializzate e nella consulenza tecnologica, gli addetti alla selezione negli altri settori produttivi utilizzano ancora poco LinkedIn (meno del 40%) per mancanza di fiducia e poca comprensione del funzionamento specifico riguardo al processo di selezione. Questo è dovuto soprattutto alle politiche aziendali interne che non sempre incoraggiano l’uso di tali strumenti, preferendo non investire tempo e denaro nella formazione dei professionisti; solo il 36% delle aziende infatti consiglia caldamente o obbliga i propri addetti alla selezione a utilizzare tale strumento di lavoro.

I problemi inoltre si fanno sentire a seconda della grandezza dell’azienda (ivi). Se, come abbiamo visto, quasi la totalità delle grandi multinazionali presenti utilizza il social network per la selezione di personale, i numeri tendono a scendere vertiginosamente se si prendono a esame piccole e medie imprese. In queste circa l’80% dei datori di lavoro lasciano carta bianca sull’adoperare o meno strumenti come Linkedin, tale dato risulta molto preoccupante poiché proprio queste tipologie di aziende dovrebbero investire maggiormente su social network del genere; in questo modo potrebbero

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contrastare in maniera maggiore le grandi organizzazioni e costruire un vantaggio competitivo.

Risulta quindi strategico per le aziende affermare la propria presenza su questo social network attraverso la creazione di una pagina personale. Quest’ultima deve essere redatta in modo accurato e dettagliato poiché rappresenterà l’immagine dell’azienda. Vi sono più di 7 milioni e mezzo di pagine aziendali su LinkedIn (Gini 2015), tutte queste Company Page sono costituite essenzialmente da tre schede (Napolitano 2011):

1. Home: in questa sezione si presenta l’azienda con una breve storia, indicando i punti salienti dell’attività svolta e le competenze nell’ambito di riferimento. Si possono inserire informazioni aggiuntive come il link al sito web, l’indirizzo della sede principale, il numero di dipendenti e la data di fondazione;

2. Carriera: qui l’impresa inserisce contenuti volti a incrementare l’Employer Branding utilizzando video e notizie riguardanti l’azienda stessa e il suo approccio alla selezione. Inoltre vengono visualizzate le offerte lavorative con professione ricercata e luogo di lavoro così da risultare maggiormente comprensibili e fruibili. Vi possono essere poi collegamenti ad altri social come blog aziendale, Facebook, Twitter, Youtube.

3. Aggiornamenti recenti: all’interno vengono pubblicati tutti i post relativi alle attività dell’impresa riguardanti servizi, novità di prodotti, condivisione di contenuti inerenti al settore di appartenenza e molto altro.

Tutte le parti appena descritte devono essere curate e la presenza deve risultare costante, condividendo informazioni e notizie che possono attirare le persone verso l’azienda e poter così assumere i migliori talenti in circolazione. Compito dell’impresa è non sottovalutare i contenuti inseriti all’interno di questi spazi virtuali poiché, come già accennato, rappresentano il primo biglietto da visita da presentare a potenziali clienti o candidati. La reputazione e l’immagine stessa passeranno da questa pagina, riuscire ad alimentare discussioni e dibattiti interni risulterà un valore aggiunto per l’attrattività aziendale.

All’interno dell’organizzazione risulta quindi necessario investire tempo e risorse nella formazione di persone addette alla gestione di tale pagine; in questo modo sarà

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possibile sfruttare al meglio le potenzialità dello strumento consentendo all’impresa stessa di ampliare il proprio business e le reti di carattere sociale a essa associate.

2. Le reti sociali: protagoniste della ricerca e offerta di lavoro

2.1 Basi teoriche delle reti sociali

LinkedIn si basa essenzialmente sullo sfruttamento delle reti sociali per raggiungere obiettivi professionali, che siano di aziende, candidati o società di selezione del personale. Tutti questi soggetti fanno parte di una stessa collettività nella quale le relazioni si diramano come una rete; questa viene creata e ampliata dagli attori stessi che ne fanno parte andando a costituirne la forma.

La struttura delle relazioni definisce il contesto nel quale questi soggetti si muovono e le caratteristiche di tali rapporti possono essere utili per spiegare i comportamenti degli attori che compongono la rete stessa.

Quest’ultima si riferisce quindi a una particolare forma di legame sociale dotata di caratteristiche specifiche, distinguibile in due tipi (Rizzo 2008):

1. Reti organizzative: si tratta di modelli organizzativi in cui alcuni soggetti condividono obiettivi, relazionandosi nello scambio di beni o servizi. Tali obiettivi non possono essere raggiunti dai singoli membri, per questo si creano rapporti finalizzati a questo scopo andando a ricercare altri attori compatibili con tale fine;

2. Reti sociali: sono costituite da persone aventi in comune relazioni significative in cui avvengono scambi finalizzati al benessere. Gli obiettivi condivisi vengono perseguiti attraverso la costruzione di legami; la cooperazione risulta fondamentale per raggiungere il bene. Questo ha carattere esclusivamente relazionale in quanto non è utilitaristico, può essere prodotto e fruito solo insieme agli altri soggetti facenti parte della rete.

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Qualunque tipo di rete può essere rappresentata da un disegno costituito da punti connessi tra di loro. Se stiamo analizzando il tipo sociale tali punti rappresentano le persone, i luoghi in cui si incontrano o le attività che svolgono. Le connessioni che avvengono sono raffigurate da linee e indicano i trasferimenti che le persone effettuano per incontrare altri soggetti, recarsi in un luogo o svolgere un’attività.

La nozione di rete sociale viene definita da Mitchell (1969 cit. in Rizzo 2008, p. 12) come un “insieme specifico di legami che si stabiliscono fra un insieme ben definito di persone; le caratteristiche peculiari di questo legame permettono di comprendere e dare senso ai comportamenti sociali delle persone in esso coinvolte”.

In questa definizione il concetto di legame risulta fondamentale, questo può essere studiato utilizzando alcuni criteri specifici per meglio comprendere i rapporti che si instaurano tra i soggetti coinvolti (ivi):

- Multiplessità: quantità di ruoli o relazioni che mettono in contatto due individui; - Reciprocità: grado con il quale il legame è ricambiato;

- Simmetria: rapporto di potere o di favore che si instaura tra due persone;

- Intensità: grado di coinvolgimento in un legame avente un contenuto sociale forte o debole.

Queste connessioni possono essere tessute sia all’interno della stessa rete, cercando quindi affinità e semplificando così la creazione di relazioni, sia all’esterno creando dei ponti tra reti e permettendo in questo modo la nascita di nuovi rapporti. Per quanto riguarda la rete nel suo complesso e quindi l’insieme di tutti i legami, esistono altre caratteristiche, sottolineate da Rizzo (2008) da prendere in considerazione per studiare al meglio le relazioni che nascono all’interno:

- Ampiezza: numero di individui coinvolti nei vari legami, se tutti i soggetti sono connessi tra loro la rete viene identificata come una cricca;

- Densità: quantità di collegamenti effettivi diretti fra un soggetto e un altro rispetto a quelli possibili, questo si definisce centralità locale;

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- Interconnessione: numero di connessioni necessarie per collegare due persone utilizzando il percorso più breve;

- Settorialità: quanto una rete nel suo complesso può essere divisa in sottounità.

Lo studio delle proprietà dei legami e delle reti risulta utile per comprendere al meglio le relazioni che si instaurano, sottolineandone qualità e caratteristiche intrinseche. Tali rapporti nascono da un bisogno condiviso, una necessità esplicata da una particolare teoria definita teoria dello scambio (Homas 1961 cit. in Rizzo 2008, p. 14); questa giustifica la nascita della relazione proprio per il meccanismo di scambio sociale che si attua. I soggetti si attivano per fini utilitaristici perseguendo alcuni obiettivi:

- Profitto: il comportamento dell’attore sociale è giustificato dal profitto atteso, viene valutato ciò che si guadagna rispetto a ciò che si spende;

- Reciprocità: lo scambio sociale presuppone una regola interna, l’obbligo di ricambiare ciò che si è ottenuto dando qualcosa;

- Equità: i soggetti si aspettano ricompense eque, proporzionate quindi a quanto sentono di meritare e non egualitarie;

- Equilibrio: le persone facenti parte dello scambio si attivano per far sì che questo sia il più equilibrato possibile.

L’attore sociale considera ogni aspetto al fine di valutare se il legame che si vuole instaurare o la rete a cui collegarsi è meritevole al fine di perseguire l’obiettivo sperato. Ogni persona darà un peso diverso a tali fattori a seconda della natura della relazione in modo da rendere lo scambio sociale il più efficiente ed efficace possibile.

Questo modo di agire da parte dei soggetti facenti parte della rete definisce poi le caratteristiche che la stessa assumerà con l’andare del tempo; così facendo modi e usanze saranno la base che determinerà il successo della rete stessa e la sua capacità di adattarsi ed espandersi all’interno della società di riferimento.

Seguendo proprio questo ragionamento è comprensibile che esista una vasta tipologia di reti, la suddivisone viene determinata essenzialmente in base alla vicinanza fisica e relazionale rispetto a un soggetto e a quanto il rapporto sia formalizzato fra i membri facenti parte del reticolo.

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Principalmente possono essere distinte quattro tipi di reti (Rizzo 2008): 1. Reti personali (ego-centrate);

2. Reti Primarie (informali);

3. Reti Secondarie (formali e informali); 4. Reti totali.

Nelle prime viene posto l’accento su individui focali chiamati ego; lo studio si basa su come le reti siano percepite dalle persone che ne sono al centro. Il focus è incentrato su questo soggetto e su come interagisce con i legami stretti andando così a costituire dimensioni, composizione e molteplicità delle relazioni che mette in atto. L’analisi di questo tipo di rete è importante per capire come l’individuo si attiva tra i contatti nel momento del bisogno; quando deve ottenere un’informazione o qualunque altro tipo di aiuto come ricercare un nuovo lavoro. Inoltre l’ego può essere rappresentato da un’azienda che attira attorno a sé alcuni tipi di legami in modo da influenzarne le scelte e i modi di agire, che siano potenziali clienti o fornitori. Anche gli stessi recruiter possono essere il focus di tale rete circondandosi di rapporti volti a ricercare talenti nascosti e selezionare i migliori per portare al successo il processo di recruiting.

I reticoli informali sono costituiti da individui come entità collettive; queste persone si conoscono le une con le altre e ciò che li unisce sono legami di natura affettiva. Le connessioni sono basate sulla reciprocità e non si fondano mai su uno scambio monetario, ma sul favorire l’accesso a risorse non strumentali. Si tratta di un insieme dinamico che può mutare nel tempo a seconda delle relazioni interpersonali che si creno in alcune circostanze. Svolgono essenzialmente funzione protettiva, di sostegno e di sviluppo dell’identità personale; esempi sono la famiglia, i parenti, il vicinato, gli amici e i colleghi di lavoro.

Le reti secondarie formali sono formate dalle istituzioni sociali, queste sono caratterizzate da una precisa strutturazione, funzioni specifiche e servizi particolari. Gli individui stabiliscono legami con questi soggetti non in modo naturale ma per i ruoli che vengono ricoperti, di solito come clienti dell’istituzione stessa. Queste reti non sono caratterizzate da scambi di reciprocità, le connessioni sono realizzate a seconda del servizio da ricevere o fornire con un corrispettivo in denaro.

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Quelle informali nascono su iniziativa di soggetti facenti parte di reti primarie per risolvere problemi comuni; tali legami non vanno a costituire istituzioni in quanto non avviene scambio di denaro. Le persone si uniscono per trovare una soluzione a una difficoltà che hanno incontrato fornendo servizi all’interno della stessa rete.

Le reti totali si riferiscono ai rapporti che legano tutti i membri di un sistema sociale. Si trova così una mappa delle relazioni utile a far capire come i soggetti siano collegati tra di loro. Tendenzialmente oggetto di questi reticoli sono unità di vasta scala come grandi società, multinazionali e gruppi di interesse.

Altra rete oggetto di studi e ricerche è quella complessa, definita anche come small-world. L’autore che per primo se ne interessò fu Milgram con il suo “The Small-World Problem” del 1967.

In questa trattazione lo studioso parte da un concetto estremamente popolare, la possibilità di incrociare una persona collegata ai nostri legami sociali in un qualsiasi posto del globo. Per questa eventualità è nata la frase “com’è piccolo il mondo” che ne rappresenta appieno il significato; nonostante l’ampiezza della società e delle reti che vi abitano è ancora concepibile incontrare casualmente un individuo che in qualche maniera è legato alle nostre conoscenze.

Milgram tiene a precisare che esistono due diverse visioni filosofiche (pp. 62-63). La prima ammette la possibilità che due persone prese casualmente nel mondo possano essere connesse tramite conoscenze intermedie, risulta quindi possibile muoversi tra i vari gruppi sociali e i legami sono potenzialmente infiniti. La seconda confuta tale evenienza affermando che esistono divari che non possono essere colmati; questo accade perché le cerchie di conoscenze dei due individui non presentano necessariamente intersezioni tra di loro. I collegamenti possono non essere possibili per vari motivi; a causa della struttura della società, del genere e dell’appartenenza a un gruppo etnico, questi fattori influenzano la creazione di nuovi legami alimentando la chiusura della rete su sé stessa.

L’esperimento condotto da Milgram consisteva nel far arrivare un messaggio da una parte all’altra degli Stati Uniti così da scoprire quanti passaggi sono necessari per far recapitare la missiva. Grazie a questo test l’autore scoprì che le persone coinvolte non erano molte e poté così arrivare a due importanti conclusioni:

- all’interno della stessa cerchia le conoscenze non sono tutte uguali ma assumono diversa importanza, esistono quindi legami con più o meno valore a

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seconda dell’obiettivo che ci si pone di perseguire. L’accurata scelta di contatti con cui tessere relazioni risulta essenziale per la riuscita dello scambio sociale; - le comunicazioni sono limitate più dalle distanze sociali che da quelle fisiche.

Potenzialmente un messaggio può partire e arrivare da qualsiasi posto, sono le barriere elencate precedentemente che possono determinarne il successo o il fallimento.

Alcuni anni dopo un altro sociologo, Mark Granovetter, rimasto affascinato dai piccoli mondi descritti da Milgram e dalle sue considerazioni, cercò di analizzare un aspetto nascosto ma essenziale; la forza dei legami deboli.

Per comprendere al meglio il valore di queste connessioni l’autore parte dal concetto di forza di un legame interpersonale definendolo come una «combinazione della quantità di tempo, dell’intensità emotiva, dell’intimità e dei servizi che reciprocamente vengono offerti e che caratterizzano il legame» (Granovetter 1973, p. 1361). Gli esempi più emblematici sono la famiglia e il gruppo di amici, sono contraddistinti dal fatto di essere relazioni importanti e durature dove si può sia trovare che offrire aiuto quando ce n’è bisogno.

I legami deboli al contrario sono di breve durata, occasionali o addirittura casuali. Tale evento non giustifica la creazione di un rapporto duraturo ma molte volte sono fondamentali per il raggiungimento di uno scopo che va al di là della stretta cerchia di contatti. Una considerazione importante su questi tipi di collegamenti riguarda il fatto che tutti i ponti siano legami deboli. Un ponte «è una linea in una determinata rete che fornisce l’unico percorso tra due punti» (ivi, p. 1364); questi non potranno mai essere collegati da legami forti perché il rapporto che li unisce non ha la stessa natura. Tale caratteristica è fondamentale poiché in questo modo si permette il flusso di informazioni tra vari gruppi sociali che altrimenti non potrebbero entrare in contatto. Questo ragionamento porta a una semplice conclusione, la rimozione dei legami deboli in alcune circostanze risulta più dannosa rispetto a quella dei legami forti in quanto senza i primi non avremmo più collegamenti con gli altri mondi sociali e lo scambio si limiterebbe a una stretta cerchia.

Connessioni di questo tipo risultano estremamente strategiche in ambienti come LinkedIn e in specifiche attività, come la ricerca di un lavoro, le attività di marketing

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portate avanti dalle aziende e il recruiting di candidati effettuato dai professionisti della selezione. Per tutti questi soggetti i ponti sociali permettono di venire in contatto con individui di vari gruppi, selezionando poi i collegamenti che possono essere più utili ai fini del raggiungimento dello specifico obiettivo. Le possibilità aumentano esponenzialmente, gli scambi sociali si intensificano potendo entrare in relazione sempre con nuove persone; risulta quindi fondamentale, per gli attori che partecipano alle reti sociali, saper coltivare e valorizzare i legami deboli.

2.2 L’importanza delle reti sociali per chi cerca e offre lavoro

Per sottolineare quanto siano fondamentali le reti sociali nel mercato del lavoro per tutti gli attori che vi operano (aziende, candidati e società di ricerca e selezione del personale) risulta utile un sunto di alcuni principi; questi possono essere ricondotti ad attività che riscontriamo in social network come LinkedIn e nelle dinamiche offerta-domanda di lavoro (Bellini 2009):

- Le reti sociali sono invisibili: nonostante i social network rendano visibili alcuni reticoli di cui le persone fanno parte, la privacy e la non copertura totale delle relazioni tengono nascosti molti contatti, questi quindi risultano non sempre accessibili. Sebbene non appaiano pubblicamente rappresentano per l’individuo fonte importante di informazioni e un valore aggiunto nei momenti di bisogno come la ricerca di un nuovo impiego. Sono fondamentali anche per l’attività di aziende e per i professionisti della selezione; questi devono però trattare con attenzione le informazioni da ricercare e quelle da condividere. Per questo è importante settare al meglio le impostazioni della privacy nei vari strumenti adoperati per portare avanti il proprio business;

- Simile cerca simile: in siti come Linkedin o Facebook si assiste al raggruppamento di persone che condividono un particolare interesse o una certa attività; questo fenomeno risulta naturale poiché gli individui saranno maggiormente attratti da quelle persone con le medesime inclinazioni. Tale comportamento si manifesta anche per la necessità di un lavoro in quanto all’interno di questi gruppi è possibile ottenere notizie aggiornate e utili per facilitare il processo. I legami appaiono deboli in quanto le persone possono essere accomunate solamente da un singolo fattore. Lo stesso fenomeno è

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riscontrabile tra i dipendenti di varie imprese e nelle società specializzate in recruiting. Questi soggetti si cercano a vicenda per condividere e ricercare informazioni utili per le loro specifiche attività, che sia l’analisi della concorrenza o la ricerca di candidati;

- Le informazioni possono restare intrappolate nei gruppi sociali: la diffusione di notizie e dati passa dai nodi comuni e dai ponti analizzati da Granovetter. Se questi legami sono assenti le possibilità di offrire o trovare un lavoro diminuiscono enormemente, risulta quindi importante cercare di colmare tale vuoto investendo tempo e risorse sullo sviluppo del capitale sociale, sia che si parli di un’azienda che di una persona;

- I nodi di rete e i connettori creano scorciatoie: come aveva scoperto Milgram non tutti i legami sono uguali, alcuni possono collegare le persone a reti molto remote e a una velocità maggiore. Saper selezionare questi nodi che connettono ad altri reticoli è fondamentale per uno scambio sociale efficace ed efficiente. Nel mondo del lavoro conoscere esattamente a quale individuo cercare di collegarsi influenza il raggiungimento dell’obiettivo da perseguire, che sia la selezione di un candidato o l’offerta di un lavoro;

- La Rete alimenta i legami deboli che diventano forti: i social network facilitano la creazione e il mantenimento di questo genere di collegamenti. I rapporti superficiali che avvengono su queste piattaforme sono l’emblema di quello che Milgram e Granovetter cercavano di studiare quasi mezzo secolo fa. Il rafforzamento di tali relazioni porta a una maggiore attenzione per la loro conservazione da parte di tutti gli attori che fanno parte della rete sociale. I candidati saranno interessati a mantenere questi legami in vista di un nuovo impiego, da ricercare utilizzando questi collegamenti. Le aziende attraverso questi rapporti potranno mantenere una presenza costante e costruire un Employer Branding mirato e diffuso nella rete. Per i recruiter sarà più facile individuare potenziali candidati attingendo i nominativi da connessioni deboli, queste permetteranno di arrivare alla persona giusta per il posto giusto.

Le implicazioni evidenziate mostrano come sempre di più le reti siano importanti per le attività di imprese, candidati e società di ricerca e selezione del personale. Le prime, utilizzano servizi come i social nertwork, hanno la possibilità di migliorare l’immagine

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aziendale all’interno dei reticoli sociali andando a collegarsi con realtà che ne aumentano la reputazione. Per le organizzazioni i clienti sono il fulcro di ogni sua iniziativa e riuscire a connettersi in maniera costante tramite scambi di informazioni risulta essenziale ai fini del successo dell’impresa. Inoltre dal mantenimento di questi legami scaturisce una migliore selezione del personale nel momento in cui vi è bisogno; tramite questi collegamenti è possibile trovare nel minor tempo possibile e con poco sforzo un candidato ideale semplicemente utilizzando il proprio network. I candidati trovano nei SN degli strumenti molto efficaci per la ricerca di un nuovo impiego in quanto la creazione di una rete fatta di connessioni deboli aumenta esponenzialmente le possibilità di trovare un lavoro proporzionato alle proprie competenze e alle esperienze acquisite. Compito delle persone è mantenere il maggior numero di porte aperte e saper selezionare i nodi maggiormente strategici a seconda dell’impiego da ricercare. Utilizzare sempre di più queste tecnologie in modo attivo risulta quindi di fondamentale importanza per entrare nel vivo della rete e usufruire di tutti i vantaggi che possono scaturire dall’adoperare tali strumenti.

Le società di ricerca e selezione del personale sono state partecipi di una vera e propria rivoluzione da quando siti come Linkedin si sono affermati. Queste tecnologie permettono di incrementare la qualità del processo di recruitment attraverso la creazione di reti sociali estremamente radicate e specializzate per il compito da portare a termine. Le opportunità offerte dai SN sono molteplici ed è importantissimo saper utilizzare tali strumenti al meglio per rafforzare ancora di più i legami deboli; in questo modo il servizio offerto risulta più efficiente ed efficace, sia per le aziende clienti che per i candidati.

3. LinkedIn nelle società di selezione: il caso Profili Toscana

3.1 L’utilizzo di LinkedIn nelle attività quotidiane

Il social network di stampo professionale rappresenta un costante compagno di viaggio nell’operato di Profili Toscana, un utile strumento in molte mansioni relative all’attività di recruiting e non solo. Nell’ultimo periodo la società è stata interessata da un importante

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investimento interno; questo è stato rivolto a migliorare la formazione dei consulenti interni riguardo alla piena comprensione delle funzioni di LinkedIn.

Il cambiamento di mentalità e filosofia nei confronti dello strumento ha interessato il ruolo che questo ricopre nel lavoro di Profili Toscana. Si è passati da un uso quotidiano ma incentrato solamente sulla ricerca mirata di candidati a un utilizzo ponderato e costante che riguarda svariate attività inerenti al business della società. Tendenzialmente i consulenti interni usavano LinkedIn il minimo indispensabile, senza soffermarsi molto, adoperandolo fino a massimo due ore nell’arco di un’intera giornata. Questo dato fa capire quanto lo strumento veniva sfruttato malamente, ignorando molte altre funzioni che permettono di migliorare notevolmente l’esperienza all’interno del social network e portare cambiamenti positivi all’operato della società.

I professionisti della selezione all’interno di Profili Toscana sono stati formati a utilizzare LinkedIn inseguendo tre obiettivi principali:

1. Social Recruiting: attirare talenti, nuovi collaboratori e acquisire nominativi ricordandosi che in quel momento si rappresenta l’intera società;

2. Social Selling: agganciare nuovi potenziali clienti (aziende), mantenere i contatti grazie ai messaggi diretti e condividere contenuti che possano attirare le persone;

3. Personal Branding: investire sulla reputazione personale attraverso un’attenzione particolare al profilo personale e alle attività effettuate all’interno del social network.

Ciò che risulta fondamentale per i consulenti di una società come Profili Toscana è uscire dalla logica dell’usare LinkedIn esclusivamente per cercare o contattare una determinata persona. Come altri ambienti sociali online è indispensabile, anche all’interno di questo social network, mantenere una frequentazione costante e attiva; in questo modo si aumenterà la conoscenza, la sintonia e la fiducia verso lo strumento. All’interno dell’uso quotidiano di LinkedIn vi sono tre azioni sociali fondamentali che i recruiter della società portano avanti con un semplice click: consiglia, commenta e condividi. Questi tre tasti, presenti nella home sotto ogni post pubblicato, permettono ai consulenti interni di presenziare al flusso di informazioni all’interno della rete sociale in

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modo proattivo ed efficiente. Tali azioni devono essere eseguite giornalmente, ciò che seguirà saranno vantaggi molto competitivi:

- Aumentare la portata dei messaggi: questi ultimi possono essere stati condivisi da un collega o dalla stessa società, in questo modo il messaggio avrà molte più possibilità di arrivare a potenziali clienti o candidati;

- Entrare in contatto con nuovi target: le semplici azioni di consigliare un contenuto, commentarlo o condividerlo possono essere il punto di partenza per creare un legame sociale e un rapporto duraturo;

- LinkedIn proporrà contenuti sempre più mirati: il social network capirà attraverso le nostre azioni gli interessi e agirà come un filtro per le notizie riportate sulla Home, in modo da avere a portata di click sempre le più inerenti all’attività svolta;

- Diventare il punto di riferimento della propria rete: ogni consulente interno a Profili Toscana porta con sé un bagaglio di contatti estremamente ampio. Attraverso una presenza costante all’interno dello strumento è possibile diventarne un trend leader, influenzando il flusso dei commenti e delle notizie all’interno.

Compito dei recruiter in Profili Toscana è quindi quello di mantenere una presenza costante su LinkedIn attraverso contenuti interessanti; questi risultano utili per incrementare la propria reputazione personale come consulenti e migliorare l’Employer Branding della società. Essere presenti sul social network presuppone anche il tenere d’occhio le notifiche che vengono visualizzate; se qualcuno ha visitato il profilo personale del selezionatore potrebbe rappresentare un potenziale cliente o candidato, se qualcun altro consiglia, condivide o commenta un contenuto sta esprimendo un forte interesse ed è utile collegarsi alla persona.

Uno degli aspetti su cui Profili Toscana ha investito in questo nuovo modo di vivere e vedere LinkedIn è la foto del profilo personale dei recruiter. Questa è stata rivoluzionata cercando di uniformare una stessa forma a tutti i consulenti della società in qualunque sede lavorino; si è deciso quindi di far apparire ogni persona con sullo sfondo il logo della società. Grazie a questo piccolo ma fondamentale accorgimento

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viene trasmessa professionalità, fiducia e senso di unità dell’azienda semplicemente attraverso un’immagine.

Esistono alcune attività che i recruiter compiono quotidianamente e settimanalmente all’interno di LinkedIn per ottenere una presenza sul social network professionale e smart. Per quanto riguarda le cose da fare giorno per giorno, i consulenti si impegnano a:

- Pubblicare 1-2 aggiornamenti preferibilmente nelle fasce mattutine; - Consigliare almeno 3 articoli dalla Home;

- Commentare 1 aggiornamento di stato; - Connettersi con 1 nuovo contatto.

Nell’ambito di un’intera settimana le attività da tenere in considerazione cambiano, i selezionatori si attivano nel:

- Eliminare o nascondere chi pubblica aggiornamenti poco interessanti; - Partecipare a 1 o 2 discussioni che avvengono nei gruppi;

- Rispondere ai messaggi privati ricevuti;

- Segnalare utenti offensivi e che condividono contenuti illeciti.

Quanto appena detto ha come diretta conseguenza che il tempo passato su LinkedIn dai recruiter si sia notevolmente incrementato rispetto alle circa due ore impiegate prima. Le attività che vengono svolte all’interno del social network si sono arricchite e la consapevolezza dei consulenti riguardo allo strumento e alle sue potenzialità è cresciuta. L’investimento intrapreso da Profili Toscana è indicativo dell’importanza che LinkedIn sta sempre di più assumendo per società di ricerca e selezione del personale; poter contare su un organico competente e preparato a utilizzarlo al meglio consente di ottenere un enorme vantaggio competitivo nei confronti della concorrenza.

Le attività prese a esame costituiscono la cornice entro cui vengono effettuate le due mansioni principali, la ricerca di nuovi potenziali clienti (aziende) e di talenti (candidati). Queste rappresentano il fulcro dell’operato di Profili Toscana sul social network, per

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questo meritano un approfondimento specifico in modo da inquadrare meglio il core business all’interno di LinkedIn.

3.2 La ricerca di aziende

La particolarità di una società di ricerca e selezione del personale come Profili Toscana sta nella sua continua attività promozionale rivolta alle potenziali aziende clienti. Questo vuol dire che, data la loro piccola dimensione, buona parte del suo operato è volto all’acquisizione di nuovi fruitori del servizio offerto; per fare questo vengono attuate vere e proprie politiche di marketing in modo da convincere le imprese ad avvalersi delle competenze acquisite in molti anni di esperienza.

La società può condurre questa particolare attività “a monte” o “a valle”; la distinzione nasce a seconda del momento di utilizzo di LinkedIn, all’inizio o solo a un certo punto del processo di selezione.

Per quanto riguarda il primo caso i consulenti interni di Profili Toscana si attivano come semplici candidati e utilizzano lo strumento di ricerca per offerte di lavoro all’interno del social network. In questo modo possono controllare e tracciare le aziende più attive sul mercato e capire i loro bisogni senza avviare necessariamente comunicazioni con i responsabili di suddetta impresa. Sostanzialmente questa attività è volta a proporre il servizio alle organizzazioni che dimostrano di voler ricercare una certa posizione. I filtri che la società utilizza nella ricerca avanzata di offerte di lavoro prevedono alcuni parametri specifici:

- Titolo: se la società possiede nel database molti candidati su un determinato ruolo è possibile inserire qui il titolo della posizione per un maggiore dettaglio dei risultati;

- Località: operando solo nel territorio della regione Profili Toscana è interessata solamente a quegli annunci relativi a posizioni all’interno della zona di sua competenza;

- Cap: utilizzando tale parametro è possibile restringere ancora di più la ricerca in modo da comprendere porzioni di territorio relative a determinate province o comuni della regione;

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- Nel raggio di: selezionando il Cap si attiva questa funzione che permette di variare l’ampiezza del raggio della ricerca in termini di distanza chilometrica.

Altro fattore per decidere se puntare o meno a quella determinata ricerca e azienda è il tipo di lavoro cercato; la società si attiva per lo più per figure di medio-alto livello professionale, è necessario quindi valutare con cura le proposte presenti. Questo serve anche a mantenere un certo livello di immagine e reputazione per quanto riguarda Profili Toscana.

Nel momento in cui la posizione è stata individuata l’attività si sposta su Internet; se sulla pagina LinkedIn non è presente il referente responsabile della selezione i consulenti interni devono, attraverso vari strumenti come siti web e social, raccogliere più informazioni possibili. Queste permetteranno alla società di comunicare con l’azienda e proporre il suo servizio attraverso una visita concordata.

Profili Toscana può utilizzare LinkedIn come primario strumento di ricerca di notizie riguardanti la potenziale impresa cliente, adoperare “a valle” il social network presuppone però alcuni accorgimenti.

Innanzitutto è necessaria la ricerca di un’offerta di lavoro su altro sito internet che prevede la pubblicazione di annunci lavorativi. A questo punto inizia l’attività sul social network professionale. I consulenti interni alla società controllano se la stessa offerta è presente anche su LinkedIn così da poter ottenere maggiori informazioni a riguardo. Nel caso non sia presente ci si attiva per cercare l’azienda attraverso l’apposita funzione interna; tramite la Company Page è possibile risalire alle persone che lavorano nell’impresa. Tra queste bisogna valutare quelle che hanno determinate posizioni decisionali all’interno dell’organizzazione stessa; la scelta migliore rimane comunque l’addetto alla selezione con il quale potremmo avere fin da subito una comunicazione diretta e mirata alle esigenze della società di selezione.

Al di fuori dell’offerta di lavoro LinkedIn viene adoperato da Profili Toscana per mantenere relazioni costanti con le aziende; così facendo i rapporti divengono funzionali alla costruzione di opportunità professionali che possono essere colte in futuro. Compito dei consulenti interni è quindi mantenere una certa presenza sul social network in modo da trasmettere professionalità e competenza ai potenziali clienti.

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