I
Introduzione
Quello della tutela del patrimonio boschivo è un tema sicuramente complesso ed ampio e tuttavia la natura insostituibile dei beni di cui si tratta rende, a mio parere, assoluta ragione dell’importanza di questo lavoro. L’insostituibilità dei boschi e delle foreste attiene sia alla loro sorprendente natura multifunzionale che alla loro capacità di contribuire in maniera consistente al perseguimento delle attualissime esigenze dello sviluppo sostenibile.
Ebbene, che a tali beni potessero essere riconosciute funzioni ulteriori rispetto a quella produttiva di legno, sughero, cortecce ma anche di fragole, mirtilli, funghi e tartufi e a quella protettiva dell’assetto idrogeologico del territorio, per mezzo degli alberi e delle loro radici nonché del cotico erboso, del humus, dei muschi e dei licheni, è stata un’acquisizione graduale, maturata soprattutto negli ultimi decenni del secolo scorso. Accanto, così, alle qualifiche sin da sempre e tradizionalmente riferibili ai boschi sono venute ad accompagnarsi anche quella di bene naturalistico e di bene paesaggistico-ambientale: in sostanza, l’attenzione per l’ambiente e la preoccupazione per il depauperamento delle risorse terrestri, a dispetto di uno sviluppo sostenibile delle stesse, hanno favorito il considerare il bosco non solo una semplice formazione vegetale, quanto piuttosto un bene composito e del tutto particolare di elementi biotici, abiotici e paesaggistici, un ecosistema completo di suolo, sottosuolo, fauna, flora, aria, clima, nelle loro reciproche interrelazioni, uno dei serbatoi più consistenti di biodiversità, una fondamentale risorsa ambientale dal punto di vista igienico-climatico, estetico, culturale e ricreativo e della tutela degli equilibri
II ecologici e, in quanto tale, da tutelare e salvaguardare imprescindibilmente.
Le molteplici esternalità positive riferibili, ormai pacificamente, ai beni e ai servizi, ora materiali ora immateriali, generati dai boschi, e di fondamentale importanza per l’umanità, hanno permesso, quindi, che, sia su quelli di proprietà privata che su quelli di proprietà pubblica, risuonasse un imponente interesse pubblico, a fronte del quale risultassero recessive le istanze individualistiche e fortemente limitate le facoltà di godimento dei privati insistenti sugli stessi, oltre che imposto un uso controllato e razionale plasmato sulla base dei principi di una gestione forestale sostenibile, volta a garantire, appunto, per le generazioni presenti e future, le
utilità e le potenzialità ambientali, ecologiche,
naturalistiche e protettive dei boschi, in primordine rispetto a quelle produttive.
La singolare sussistenza di plurimi profili funzionali sul medesimo bene bosco e il fatto che, peraltro, ciascuno di quelli venga a riferirsi ad interessi e a contesti normativi specifici e differenziati hanno reso peraltro impossibile costruire un unico e coerente quadro normativo di riferimento per il diritto forestale. Difatti, nel complesso, ciò che risulta è un intreccio difficilmente gestibile di norme regolatrici, competenze istituzionali, processi autorizzatori, come sottolineano non solo i diversi commentatori ma anche gli operatori del settore e, ancor più, i proprietari o possessori, a qualsiasi titolo, dei boschi, vittime imprescindibili del sistema così congegnato. A fronte di ciò, peraltro, il legislatore sembra stentare nel dare una risposta soddisfacente, dato che con i suoi interventi pare correre ai ripari con principi piuttosto generici e blandi come quelli di cooperazione e
III collaborazione tra le istituzioni e di coordinamento tra gli atti e le diverse disposizioni in gioco. D’altronde la materia forestale risulta una materia composita e dai contorni piuttosto labili, riconducibile – ma solo per specifici profili - ad alcune materie dell’art. 117 della Costituzione, quali il governo del territorio, la tutela dell’ambiente e la valorizzazione dei beni ambientali. Alla luce di tutte queste circostanze, e, cioè, dell’importanza e della complessità della materia, pare dunque utile riflettere ed interrogarsi sull’opportunità e sull’efficienza dell’impianto normativo vigente in materia di tutela dei boschi, in una prospettiva multilivello che tenga conto degli sviluppi che la materia ha avuto sia a livello internazionale che europeo e nazionale.