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Chi è il padre del calcolo?Nel 1712 Newton accusò Leibniz di plagio.Chi è l’inventore del calcolo differenziale?

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Academic year: 2021

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Copyright © 2017 Zanichelli editore S.p.A., Bologna

Questo file è una estensione online dei corsi di matematica di Massimo Bergamini, Graziella Barozzi e Anna Trifone

Derivate

matematica e storia

Chi è il padre del calcolo?

Nel 1712 Newton accusò Leibniz di plagio.

Chi è l’inventore del calcolo differenziale?

la risposta Leibniz o Newton?

Leibniz arrivò al concetto di derivata di una funzione attraverso quello di tangente in un punto. Egli capì l’importanza del triangolo caratteristico, che in figura indichiamo con PRQ, in cui PR e QR rappresentano le «differenze» dx e dy, e sfruttò la sua similitudine con i triangoli ABP e PBN.

A x B N

R Q P

y

dx dy

Ricavò inoltre le principali regole di differenziazione, come quelle del prodotto e del quoziente, corrispon- denti a quelle che abbiamo studiato per le derivate:

( )

d x y xdy ydx d yx

ydx xdyy

e 2

$ = + = -

c m .

Newton, riferendosi ai suoi studi di dinamica, chiamò fluenti le quantità «crescenti con gradualità e in modo indefinito» e flussioni «le velocità con cui le singole fluenti aumentano a causa del moto che le genera».

Una fluente è quindi una funzione (continua) e una flussione una derivata. Newton calcola la flussione di una fluente attraverso quello che noi chiamiamo rapporto incrementale, considerando il valore da esso assunto quando numeratore e denominatore sono quantità «evanescenti», ovvero che tendono a 0.

La disputa

Il problema di determinare chi tra Newton e Leibniz fu il primo a ideare il calcolo infinitesimale è stata una delle questioni più controverse della storia della matematica.

Leibniz aveva iniziato i suoi studi dopo Newton, ma li aveva pubblicati prima, quindi parte della comunità scientifica riconosceva a lui la paternità del calcolo infinitesimale.

Alla Royal Society, società scientifica inglese presie- duta dal 1703 da Newton, si ipotizzava che Leibniz potesse essere venuto a conoscenza degli studi di Newton durante un suo viaggio a Londra.

Leibniz replicò rivendicando il primato nella pubbli- cazione e rivolgendo una protesta alla Royal Society, di cui lui stesso era membro straniero. La società in- caricò una commissione di occuparsi della questio- ne e, influenzata da Newton, pubblicò nel 1712 un Commercium epistolicum in cui Leibniz era ancora accusato di plagio e si riconosceva Newton come in- ventore del calcolo.

Leibniz non accettò questo verdetto e rimase solo nella sua battaglia, abbandonato anche dal duca di Hannover, del quale era stato consigliere e che era diventato re d’Inghilterra.

Oggi non ha molto senso porsi il problema di chi sia il padre del calcolo infinitesimale. È ormai dimostrato che Leibniz e Newton non furono dei veri e propri inventori del calcolo, ma piuttosto riuscirono, indi- pendentemente l’uno dall’altro, a riordinare il lavo- ro e le idee di diversi matematici del Seicento, quali Cavalieri, Fermat, Pascal, Wallis, Torricelli, Barrow.

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