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Inve e parlando di otti a non si ries e a fare a meno degli o hi

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Academic year: 2021

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(1)

L'alba vin eva l'ora mattutina

he fuggia innanzi, s he di lontano

onobbi il tremolar della marina.

Purgatorio, anto I

Introduzione

Insegnare otti a e piu diÆ ile di altri apitoli della si a. La ragione sta

prin ipalmentenelfatto henonsitrattasoltantodi si a: nell'otti asitrovano,

inestri abilmente onnesse, an he siologia e psi ologia.

Per intender i meglio, fa iamo un esempio diverso. Nessuno, insegnando

si a, penserebbe di fare termologia on le mani (organo di senso sensibile al

alore): laprima osa he s'insegnae he lemanisonoinaÆdabili,e hebisogna

sostituirle on uno strumento: il termometro. Inve e parlando di otti a non si

ries e a fare a meno degli o hi. Per he?

Unapossibilerispostae heglio hisonotroppoimportanti! Sonol'organo

disensopiu omplesso eri od'informazionidi ui disponiamo,quello dalquale

ri aviamo la maggior parte delle onos enze sul mondo ir ostante. Per io e

assai diÆ ile (e non sarebbe neppure giusto) pensare di farne a meno quando

si ragiona di otti a. Ma e proprio questo he ausa l'intre io di ui sopra: gli

o hi non sonosoltanto uno strumento si o.

Peroin uninsegnamentos ienti o o orresaperdistinguere io heappar-

tiene alla si a e io he va fuori; e insieme non rin hiudersi in una trattazione

ristretta all'aspetto si o. O orre tener onto delfatto heabbiamo gli o hie

li usiamo, nel bene e nel male. Dobbiamoad esempio tener onto he il nostro

uso degli o hi, lungo tutta la vita, i ha prodotto erte abitudini, erti modi

d'interpretare le sensazioni, he si tradu ono an he in pre on ezioni dal punto

di vistas ienti o.

Dettointerminipiupre isi: nonsi puoinsegnarel'otti asoltantoaforzadi

raggi,immagini, leggi, ignorandotutto quello he 'e dietro(sotto): il pe uliare

mododifunzionaredell'o hio,leabitudinieipre on etti heneabbiamotratto,

e . Allo stesso tempo, e ne essario mostrare he l'otti a he si studia aiuta a

interpretare io hesivede. Vedremo hequestisarannotemiri orrentidel orso.

Che os'e la lu e?

Prima di tutto, lalu e e un fenomeno si o. Noi vediamoper he

a) al unioggetti emettono lu e

b) altri oggettirimandano (in vario modo)la lu e he ri evono

) partedi questa lu e arriva aglio hi, he nellaretina ontengono rivelatori

iquali trasmettono segnali nervosi al ervello

d) il ervello interpreta questi segnali:::

(2)

un gio o omplesso, al quale parte ipano quattro gio atori: sorgente, oggetto,

o hio, ervello. Solo i primi due, e in parte il terzo, sono di ompetenza del

si o, possono essere studiati on gli strumenti on ettuali della si a; ma la

partitaesempre gio ata da tuttie quattro:::

Qui io uperemosoprattuttodia)edib).



Eimportante omin iarel'argo-

mento oiragazzi hiedendo esempie ontroesempi: disorgentidi lu e, di orpi

luminosi e non, dei vari modi in ui i orpi rimandano la lu e. A questo stadio

non e ne essaria la pre isione terminologi a: e solo importante la panorami a,

lapresa di os ienza on fatti he sonodi esperienza omune masu ui disolito

non i si so erma.

Ma di he osae fatta lalu e? None ne essariopronun iarsi. Per ora pos-

siamo pensarla ostituita di parti elle ( orpus oli). Chiamiamoli pure \fotoni,"

senzapretendere disaperedavvero he osasono. Questopotraessere unpunto

d'arrivonell'insegnamentodell'otti a(noninquesto orso);nonsara ertoquello

di partenza.

Sela lu e (i orpus oli, ifotoni) viaggia, avrauna velo ita. Las iamo stare

prove e misure; ontiamo sul fatto he tutti (?) sanno quanto vale la velo ita

dellalu enelvuoto. Possiamoan hedire heelastessavelo itadituttiisegnali

elettromagneti i. Ilpuntointerrogativopo osoprastavaaesprimereundubbio:

e proprio vero he tutti onos ono la velo ita della lu e? E omunque, quanti

hanno un'ideadi he osa quel numero signi hi?

Mie apitato di leggeretempo fa hela lu eviaggia a300:000km=hinve e

he a 300:000km=s. Propongo quindi un utile eser izio: se la lu e (e i segnali

e.m.)viaggiasserodavveroa300:000km=h, omepotremmoa orger ene? Quali

situazioni,fatti,esperienzedellavitaquotidianasarebberoradi almentealterati?

Sipuo an heri ordare helavelo itadellalu einunmezzoe(solitamente)

minorediquella nel vuoto,ma l'ordinedigrandezzaelostesso. A questo punto

non o orre di piu.

Parentesi didatti a, he posso hiamare della \ si a a s ale." Intendo dire

he molte parti della si a non possono essere a rontate una volta per tutte,

e date per \fatte": una s ala i porta in alto, avvolgendosi su se stessa, e ri-

passando piu volte sulla verti ale dello stesso punto, ma a un livello superiore.

Allo stesso modo, si dovrebbe insegnare (non solo la si a, in verita) seguendo

unper orso eli oidale: a rontare un argomento a unprimo livello, prendere o-

nos enza on gli aspetti piu sempli i, oi fenomeni fondamentali; poi tornar i

sopra on strumenti teori ipiu so sti ati, interpretandopiu afondo i fenomeni,

i on etti, le teorie. Spero he sia hiaro io he intendo, senza bisogno he

allunghitroppo il dis orso.

La propagazione rettilinea: le ombre

La lu e viaggiain linea retta (vedremouna serie di esperimenti he lo pro-

(3)

vano). E moltoutile il onfronto ol suono: ome maisi puo sentire io henon

si vede? Altro eser izioutile oi ragazzi: proporre esempi di questa situazione.

La prova piu diretta della propagazione rettilinea sono le ombre. Si puo

sperimentare on le ombre prodotte dal Sole; an he se il Sole, ome pure molte

altre sorgenti luminose, non si prestano tanto bene all'esperimento (per he le

sorgentisonoestese: neriparleremo). E o quindiun asoin uiil si o ostrui-

s e una situazione arti iale ol pre iso s opo di sempli are l'indagine sulla

realta naturale.

Nel nostro aso, si tratta si studiare l'ombra di oggetti illuminati da una

sorgente\puntiforme"(levirgolettestannoari ordare heunasorgentedavvero

puntiforme non esiste, ma si er a di avvi inarsi quanto meglio si puo a questo

ideale). Una normale lavagna luminosa e gia una buona approssimazione, se si

mette l'oggettoabbastanza lontano dall'obbiettivo e vi ino allo s hermo.

Siveri anel asodisorgentepuntiformevi ina( omelalavagnaluminosa)

he l'ombra e simile all'oggetto ( g. 1{1). Inve e nel aso del Sole l'ombra e

uguale all'oggetto( g. 1{2).

Ho s ritto \simile" e poi \uguale"; ma bisogna ri ettere un po'. Sul \simi-

le"torniamo fra po o; main he senso ombrae oggetto sono\uguali"? O orre

invitare i ragazzi a pensar i sopra: he osa hanno di omune oggetto e om-

bra? In he osa inve e di eris ono? Che osa vuol dire \uguale" in questo

ontesto?

Per he 'e questa di erenza fra i due asi? A rigore, in entrambi i raggi di

lu e partono da un punto: per io l'ombra dovrebbe sempre essere piu grande

dell'oggetto. Come mai nel aso del Sole e uguale? Naturalmente la ragione e

heil Soleemoltodistante; masipuorenderequantitativaquestaosservazione?

Confrontiamo due esempi:

Esempio1: Proiettol'ombradellamanosullos hermo. Selamanomisura16 m,

la sua distanza dalla sorgente e 1 metro e quella dallo s hermo 50 m, quanto

sara grande l'ombra?

Esempio2: Una hiesaha due ampanili,le ui imedistano 30metri( g.1{3).

Esseproiettanolaloroombrasullapiazza,eladistanzafralepuntedei ampanili

e le loro ombree 80 metri. Quanto distano le due ombre?

Uso della similitudine

Cisono due diverse appli azioni della similitudinealle ombre:

{ L'ombra e simile all'oggetto (nelle ondizionigiuste).

{ Lalunghezza dell'ombradiunpalo (diunatorre:::)eproporzionaleall'al-

tezzadel palo (della torre :::).

Ilprimo asoe quello dell'esempio 1. La similitudine si ha se l'oggetto sta

in un piano parallelo allo s hermo ( g. 1{1). Allora, presi due punti qualun-

que A e B dell'oggetto, e le loro orrispondenti ombre A 0

, B 0

, i triangoli SAB,

(4)

SAB (dove S e la sorgente puntiforme) sono simili. In parti olare ries e utile

onsiderare il punto P he sta sulla perpendi olare da S al piano dell'oggetto,

eil orrispondenteP 0

sullos hermo: alloratuttiirapporti A 0

B 0

/ABsonouguali

alrapporto k =SP 0

=SP delledistanze dalla sorgente. Ilnumerok e il fattore di

s ala nella proiezioneoggetto ! ombra.

Nel se ondo aso inve e stiamo onsiderando le ombre prodotte dal Sole,

e supponiamo he i raggi siano paralleli(v. esempio 2). Ilpalo (la torre) e sup-

postoverti ale,suunterrenoorizzontale;allora( g.1{4)itriangoliABB 0

,CDD 0

sono simili per he i lati sono a due a due paralleli, e ne seguela proporzione

AB:CD=AB 0

:CD 0

he permette di al olare CD (altezza della torre) dalla misura degli altri seg-

menti.

Questoe il metodo attribuitoa Taleteper lamisura dell'altezza dellapira-

midediCheope( g.1{5). Ilproblemae omemisurarelalunghezza dell'ombra,

visto he il piede della verti ale dal verti e della piramide non e a essibile.

La soluzione, sempli e quanto ingegnosa, onsiste nell'aspettare il momento in

ui il Sole sta perpendi olare a una oppia degli spigoli di base della piramide:

alloraallapartemisurabiledell'ombravasempli ementeaggiuntametadellato.

Il prin ipale problema didatti o in questo lavoro on le ombre e he si ra-

giona nello spazio.

DiÆ olta on le ombre

Purtroppo le ombre non sono sempre \nitide": per he? Suggeris o in par-

ti olare i seguenti problemi:

1. Per heseunaereovolabasso\fa"l'ombra,esevolaaltono? Quantobasso?

quanto alto?

2. Per he non si vede l'ombra di un oggetto sottile e alto (per es. una ro e

alla sommitadi una hiesa?

3. Volendo individuare nel modo migliore dove termina l'ombra di un palo,

heformadarestealla imadel palo? (tagliataortogonalmente? appuntita?

semisferi a? oppure?)

Ombra e penombra

Selasorgentee\puntiforme"unoggettoprodu eun'ombranetta;altrimenti

l'ombrae \sfumata": esiste ombra e\penombra" (pne umbra).

Per apire questo, onviene omin iare da una sorgente fatta di due pun-

ti (A e B): ias uno produ e un'ombra ( g. 1{6), e sullo s hermo esistono in

generale 4regioni distinte ( g.1{7):

(5)

2)

00 00 00 00

da A ma non da B: A^(:B)

3)

00 00 00 00

da B ma non da A: (:A)^B

4)

00 00

non arriva 00

ne da A ne da B: (:A)^(:B):

La regione 1 e piu illuminata, 2 e 3 sono illuminate a meta, 4 e al buio (puo

a adere he4nonesista,seledueombrenonhannopunti omuni,il hea ade

solo se le sorgenti sono suÆ ientemente lontane tra loro).

Se le sorgenti sono 3, le ose si ompli ano un po': possiamo avere lu e

ompleta, ombra ompleta, e penombra di due gradazioni, a se onda he arrivi

la lu e diuna sola sorgente o di due( g. 1{8).

Passando al aso di una sorgente estesa (e onnessa) dobbiamo aspettar i

due asi limite( g. 1{9):

{ lu e ompleta

{ ombra ompleta

separatidaunaregionein uiarrivalu emanondatuttalasorgente(penombra).

Si passa on ontinuita da lu e a ombraattraverso sfumature di penombra.

Il asopiusempli eeunasorgente ir olare, onoggettoan h'esso ir olare;

ma bisogna distingueredue asi:

a) Sorgente piu pi oladell'oggetto.

Alloral'ombrasullos hermodiventapiugrandequandolos hermosiallontana,

ede ir ondatada unanello dipenombraan h'esso progressivamente res ente.



E questo il aso di g. 1{9.

b) Sorgente piu grande dell'oggetto.

Allora esiste il \ ono d'ombra" dietro l'oggetto, ol verti e a una distanza he

poi al oleremo. Inve ela penombrasi allargasempre. Oltreil verti edel ono,

esiste solo penombra( g. 1{10).



Eistruttivomettersi\dalpuntodivistadellos hermo,"ossia hiedersi ome

e quantovede la sorgente unaformi a he sta sullo s hermo ( g.1{11).

{ Sestanell'ombra,nonvedelasorgente: questae operta(e lissata omeglio

o ultata) dall'oggetto.

{ Sesta inlu e, vede tutta la sorgente.

{ Sesta inpenombra, la vede in parte.

Sela sorgentee piugrande, daun punto posto nellapenombra oltreil verti esi

vede un\anello."

Nota didatti a:



E importante far vedere queste ose dal vero, e non solo on

gure!

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