Introduzione
Nei pazienti con fibrillazione atriale (FA) sottoposti ad angioplastica coronarica (PCI) le linee guida rac- comandano l’utilizzo della triplice terapia (terapia anticoagulante orale in aggiunta a duplice terapia antiaggregante) per un periodo variabile da 1 a 6 mesi in base al profilo di rischio (tromboembolico ed emorragico) del singolo paziente, riservando la possibilità di partire fin da subito con la duplice te- rapia antitrombotica nel paziente con rischio emor- ragico prevalente [1,2].
La triplice terapia si associa a una frequenza elevata di sanguinamenti maggiori; nel tentativo di ridurre il rischio emorragico senza incrementare il rischio trombotico, negli ultimi anni sono stati diversi gli studi che hanno indagato nuove strategie terapeu- tiche, tra le quali la più promettente sembra essere l’eliminazione dell’acido acetilsalicilico (ASA) dal re- gime standard e l’utilizzo di un singolo inibitore del P2Y12 in combinazione con un anticoagulante orale (duplice terapia).
Lo studio danese WOEST, condotto in quasi 600 pa- zienti sottoposti ad angioplastica, randomizzati alla
triplice terapia (warfarin + ASA + clopidogrel) o alla duplice terapia (warfarin + clopidogrel), ha mostra- to come il dual pathway riduca drasticamente l’in- cidenza dei sanguinamenti senza incrementare gli eventi ischemici (morte, infarto, rivascolarizzazione, ictus e trombosi dello stent), endpoint secondario dello studio [3].
Lo studio PIONEER AF-PCI, che ha incluso circa 2000 pazienti con FA sottoposti ad angioplastica, trattati con un anticoagulante orale diretto (rivaroxaban) è uno studio esplorativo, nell’ambito del quale sono stati utilizzati dosaggi mai testati prima in ampie po- polazioni, in modo randomizzato, nella FA: rivaroxa- ban 15 mg (ridotti a 10 mg in caso di disfunzione re- nale) in associazione a clopidogrel versus rivaroxaban 2,5 mg in aggiunta a duplice terapia antiaggregante (ASA + clopidogrel). La durata della duplice terapia antiaggregante era decisa e dichiarata dal clinico pri- ma della randomizzazione in base al livello di rischio del paziente (a differenza dello studio RE-DUAL PCI, in cui la durata della terapia antiaggregante era pre- determinata in tutti i pazienti). I risultati dello studio hanno evidenziato che il dual pathway con rivaroxa- ban 15 mg riduce la frequenza di sanguinamenti che richiedono attenzione medica rispetto alla triplice te- rapia, senza incremento degli eventi ischemici [4].
Un altro importante studio che ha valutato i diversi regimi sopra citati è il RE-DUAL PCI, condotto dopo Andrea Rolandi
S.C. Cardiologia, Ente Ospedaliero Galliera, Genova
Indirizzo per la corrispondenza:
Andrea Rolandi
e-mail: andrea.rolandi@galliera.it
DOI: 10.19156/abtpn.2018.0054 2018; 4(1): 104-109
Qualcosa di cui (s)parlare
Qualcosa di cui (s)parlare
105 Il trial ha dato risultati positivi in termini di riduzio- ne dei sanguinamenti: dabigatran in duplice terapia antitrombotica ha ridotto i sanguinamenti maggiori e clinicamente rilevanti [alla dose di 110 mg, la ri- duzione del rischio relativo (RRR) era del 48%, alla dose di 150 mg è stata del 28%] rispetto a warfarin in triplice terapia. A differenza dei trial WOEST e PIONEER, il RE-DUAL PCI era potenziato per di- mostrare non solo la non inferiorità di dabigatran 110 mg e 150 mg in termini di sicurezza, ma anche la non inferiorità dei due dosaggi combinati con l’an- tiaggregante rispetto alla triplice terapia in termini di eventi trombotici o di mortalità o di rivascolarizza- zione non pianificata (endpoint combinato) [5].
Situazione clinica iniziale
La paziente, 85 anni, affetta da ipertensione, pre- gressa sindrome coronarica acuta (SCA) con stent- ing della discendente anteriore (2013) e FA per- manente in trattamento con dabigatran 110 mg bid dal 2015 (punteggio di rischio tromboembolico CHA2DS2-VASC = 5; punteggio di rischio emorragi- co HAS-BLED = 2), veniva ricoverata nel 2017 per
sincope con emiparesi facio-brachio-crurale asso- ciata a infarto miocardico (STEMI parete inferiore, asintomatico). Veniva impostato un trattamento con idarucizumab (avendo assunto l’ultima dose di dabi- gatran 3 ore prima). La TAC cerebrale risultava nega- tiva per emorragia.
Veniva effettuata l’angiografia coronarica (accesso radiale) dopo pretrattamento con ASA ev + clopido- grel 600 mg per os: l’esame evidenziava un’occlu- sione acuta della coronaria destra prossimale, in un quadro di malattia tri-vasale (malattia diffusa della discendente anteriore e di un importante ramo mar- ginale) [Figura 1].
Approccio terapeutico
La paziente veniva sottoposta a stenting della coro- naria destra prossimale (CREATE 3 × 20 mm poly- mer-free DES).
Al follow-up post-procedura presentava condizioni cliniche soddisfacenti, ECG nella norma, funzione ventricolare sinistra normale, valvulopatia lieve, re- cupero neurologico precoce. Una TAC di controllo risultava negativa, escludendo complicanze neuro-
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>2,5 mg/dL 2,3-2,5 mg/dL 2,0-2,29 mg/dL 2,0 mg/dL
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Figura 1. Esito dell’angiografia coronarica eseguita al ricovero.
Coronaria destra Coronaria sinistra
A. Rolandi
logiche. Veniva impostata terapia con clopidogrel 75 mg, ASA 100 mg ed eparina a basso peso moleco- lare (LMWH) [dosaggio anticoagulante].
Al follow-up in 5ª giornata la paziente mostrava un’ottima ripresa dal punto di vista cardiologico e neurologico. La ripetizione della coronarografia con nitroderivato (per rivalutare la situazione dell’albe- ro coronarico a distanza dall’evento acuto) rilevava un’ostruzione coronarica residua, che è stata tratta- ta con inserimento di uno stent (2,5 × 20 mm poly- mer-free DES) solo sul tratto marginale, lasciando invariata la discendente anteriore (Figura 2).
La valutazione pre-dimissione evidenziava un rischio trombotico ed emorragico elevato (CHA2DS2-VASC = 6;
HAS-BLED = 4). Secondo le linee guida della Eu- ropean Society of Cardiology (ESC) in vigore al momento (Figura 3) [1], si impostava una triplice terapia (warfarin + clopidogrel + ASA) per 1 mese,
Al controllo dopo 6 mesi si confermava la triplice terapia (warfarin + clopidogrel + ASA) per diversa prescrizione da parte del medico cardiologo che ha effettuato visita cardiologica ambulatoriale.
Discussione
I risultati dello studio RE-DUAL PCI hanno dimostra- to un netto beneficio della duplice terapia con en- trambe le dosi di dabigatran testate, mostrando una riduzione dei sanguinamenti con dabigatran 110 mg e 150 mg + clopidogrel o ticagrelor a parità di eventi tromboembolici (Figura 4) [5].
Nonostante l’affidabilità dei risultati ottenuti, l’im- piego della duplice terapia antitrombotica al posto della triplice non è ancora una strategia consolidata nella pratica clinica corrente: l’uso radicato di ASA e
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<29 mL/min 30-59 mL/min
60-89 mL/min
>90 mL/min
>0,8 mmol/L 0,6-0,8 mmol/L 0,4-0,59 mmol/L <0,4 mmol/L
Figura 2. Esito dell’angiografia coronarica eseguita dopo il 1° e il 2° stenting.
Risultato finale dopo il 1° stenting Risultato finale dopo il 2° stenting
Qualcosa di cui (s)parlare
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n=30 (58%)
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>2,5 mg/dL 2,3-2,5 mg/dL 2,0-2,29 mg/dL 2,0 mg/dL
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>0,8 mmol/L 0,6-0,8 mmol/L 0,4-0,59 mmol/L <0,4 mmol/L
Figura 3. Linee guida della European Society of Cardiology (ESC): terapia antitrombotica dopo sindrome coro- narica acuta (SCA) in pazienti con FA che richiedono un trattamento anti- coagulante (modificata da [1]). AO, anticoagulan ti orali [antagonisti della vitamina K o nuovi anticoagulanti ora- li (NOAC)]; ASA, acido acetilsalicilico.
a La dupli ce terapia con AO e ASA o clopidogrel deve essere considerata in pazienti selezionati, in particolare se non han no uno stent o dopo un tempo pro lungato dall’evento indice.
b AO più un solo antiaggregante. c La duplice terapia con AO e un antiag- gregante (ASA o clopidogrel) deve essere con siderata in pazienti ad alto rischio di eventi coronarici.
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n=5 (10%)
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>2,5 mg/dL 2,3-2,5 mg/dL 2,0-2,29 mg/dL 2,0 mg/dL
<29 mL/min 30-59 mL/min
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Figura 4. Risultati dello studio RE-DUAL PCI: endpoint primario (modificata da [5]).
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Probabilità dell’evento (%)
40 35 30 25 20 15
5 10
0
0 90 180 270 360 450 540 630 720
Giorni al 1° evento
Triplice terapia con warfarin HR 0,52 (IC 95% 0,42-0,63)
p di non inferiorità < 0,001 p < 0,001
Duplice terapia con dabigatran
110 mg
40 35 30 25 20 15
5 10
0
0 90 180 270 360 450 540 630 720
Giorni al 1° evento
Triplice terapia con warfarin HR 0,72 (IC 95% 0,58-0,88)
p di non inferiorità < 0,001 p < 0,002
Duplice terapia con dabigatran
150 mg
SCA, in cui è necessario diminuire il rischio ischemi- co correlato non solo allo stent ma anche al rischio di recidiva infartuale, si ritiene che la triplice terapia assicuri una maggiore protezione nei primi mesi do- po la procedura.
In realtà, secondo i dati del registro danese relativi a 11.000 pazienti con FA in triplice terapia dopo an- gioplastica coronarica, i sanguinamenti si verificano più spesso nel primo mese (Figura 5) [6].
Da qui il vantaggio del dual pathway, che consente
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<0,4 mmol/L
>0,8 mmol/L 0,6-0,8 mmol/L 0,4-0,59 mmol/L
n=8 (100%)
n=4 (50%)
n=14 (100%)
n=3 (21%) n=22
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n=4 (29%)
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(20%) n=1
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n=7 (50%) 80%
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Basale Ultima visita Basale Ultima visita Fosfato sierico TmPO4/eGFR eGFR (MDRD) n=29
(30%) n=28 (28%) n=6 (6%)
n=36 (36%)
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n=55 (56%)
n=16 (16%) n=25
(25%) (27%) n=14 (15%) n=8
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(10%) n=5
n=30 (58%)
n=14 (27%)
n=3(5%)
n=9 (9%)
n=32 (31%)
n=61 (59%)
n=3(3%)
n=10 (10%)
n=59 (57%)
n=33 (32%)
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Basale Ultima visita
>2,5 mg/dL 2,3-2,5 mg/dL 2,0-2,29 mg/dL 2,0 mg/dL
<29 mL/min 30-59 mL/min
60-89 mL/min
>90 mL/min
>0,8 mmol/L 0,6-0,8 mmol/L 0,4-0,59 mmol/L <0,4 mmol/L ASA 75-100 mg/die Clopidogrel 75 mg/die
Paziente con FA che richiede AO dopo SCA
Rischio emorragico basso rispetto al rischio di SCA
o trombosi dello stent
Triplice terapiaa (IIaB)
Duplice terapiab (IIaC)
Monoterapia con AOc (IB) Monoterapia con AOc (IB) Triplice terapiaa (IIaB)
Rischio emorragico alto rispetto al rischio di SCA
o trombosi dello stent
0 Tempo dalla SCA
1 mese 3 mesi
6 mesi
12 mesi
AO
per tutta la vita
AoC
Duplice terapiab (IIaC)
AoC
A. Rolandi
di eliminare l’enorme rischio di sanguinamento as- sociato ai primi mesi di terapia.
Conclusioni
I risultati dello studio RE-DUAL PCI dimostrano un netto beneficio della duplice terapia con entrambe le dosi di dabigatran testate, grazie al raggiungimen- to di un equilibrio tra il rischio di sanguinamento e quello di eventi tromboembolici, che deve esse-
re modulato in relazione al rischio trombotico ed emorragico del singolo paziente.
Nel paziente con FA, in cui il rischio di sanguina- mento aumenta di 4 volte, l’adozione della duplice terapia anziché della triplice terapia immediatamen- te dopo l’evento acuto (secondo i dati del RE-DUAL PCI) o dopo 1 mese (secondo quanto ancora previ- sto dalle linee guida) può rivelarsi vantaggioso sul lungo periodo, garantendo un’adeguata protezione sia dagli eventi emorragici, sia dal rischio di trombo- si dello stent.
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(20%) n=1
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n=36 (36%)
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n=1(1%) n=1(1%)
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>2,5 mg/dL 2,3-2,5 mg/dL 2,0-2,29 mg/dL 2,0 mg/dL
<29 mL/min 30-59 mL/min
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Figura 5. Incidenza di sanguinamenti (fatali e non fatali) in 11.000 pazienti con FA, sottoposti a diversi regimi di terapia antitrombotica dopo angiopla- stica coronarica (modificata da [6]).
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Basale Ultima visita n=3 (38%)
>0,8 mmol/L 0,6-0,8 mmol/L 0,4-0,59 mmol/L
n=8 (100%)
n=4 (50%)
(100%) n=22
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Basale Ultima visita Basale n=6
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(12%) 80%
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n=28 (28%)
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Giorni dall’inclusione Tassi grezzi di incidenza (eventi per 100 anni-persona)
180-360 Triplice terapia
Antagonisti della vitamina K + un solo antipiastrinico Duplice terapia antipiastrinica
Antagonisti della vitamina K in monoterapia Antipiastrinico in monoterapia
Qualcosa di cui (s)parlare
109 Disclosure
Questa pubblicazione è stata resa possibile grazie a un grant non condi- zionante di Boehringer Ingelheim.
Il dott. A. Rolandi dichiara di non avere conflitti di interesse in relazione all’articolo pubblicato.
Bibliografia
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