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Al via la prima spremitura dell olio dell antica Roma. Oggi Igp. VIDEOSERVIZIO

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Academic year: 2022

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Al via la prima spremitura dell’olio dell’antica Roma.

Oggi Igp. VIDEOSERVIZIO

A poche settimane dal riconoscimento dell’Olio di Roma Igp da parte della Commissione europea scorre l’olio giallo tra i resti dell’Antica Roma.

Al via la spremitura nel parco del Colosseo in un frantoio collocato da Unaprol e Coldiretti all’ombra dell’Arco di Tito che darà vita all’olio degli antichi romani, dopo il riconoscimento dell’Igp Roma da parte dell’Unione europea. Una oasi dell’olio rinata grazie alla collaborazione tra il Parco Archeologico del Colosseo, Coldiretti e Unaprol, che provvedono alla cura degli alberi e alla raccolta delle olive nel pieno rispetto del loro ruolo paesaggistico e del contesto storico, oltre che della sostenibilità, con la produzione di un olio unico al mondo.

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“La rinascita parte proprio dal parco del Colosseo con il primo olio Igp di Roma dopo l’iscrizione in gazzetta ufficiale europea. Sicuramente oggi è un momento culturale, dove la cultura dà una possibilità alla produzione con l’innovazione”, spiega ad AGRICOLAE David Granieri, presidente Unaprol. “Dai territori possiamo ripartire – spiega – tenendo però a mente un dato: la produzione di olio è calata del 46% negli ultimi 30 anni, passiamo da 670 milioni di chili prodotti a 350 mln di chili mediamente. Dobbiamo allora fare in modo di tornare a crescere nelle produzioni perché siamo un grande paese consumatore ed esportatore di olio. Possiamo ripartire dalle denominazioni d’origine con 42 Dop e 7 Igp che per il 50%

vengono esportate, con una crescita del 55% a valore e questo

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significa ricchezza territoriale”.

Nel Parco archeologico del Colosseo nel paesaggio del Colle Palatino sono presenti ulivi di diversa epoca come accadeva nell’antichità. La civiltà romana – evidenziano Coldiretti e Unaprol – fu quella che più d’ogni altra contribuì alla diffusione dell’olivo e al perfezionamento delle relative tecniche di coltivazione e di estrazione. L’olio divenne una delle principali ricchezze dei Romani che conoscevano talmente bene il prodotto da mettere a punto tecniche e strumenti rimasti quasi invariati fino al XIX secolo e, per primi, classificarono gli oli in base alle loro caratteristiche organolettiche. Marco Porcio Catone (234-149 a.C.) e Marco Terenzio Varrone (116-27 a.C.) scrissero i primi “disciplinari di produzione” olivicoli, delineando i fondamenti teorici e tecnici che ancora oggi sono alla base delle produzioni di oli d’oliva di qualità con una gamma inimitabile di sentori, profumi, sfumature sensoriali e gradi di intensità.

“Questo è il terzo anno che il parco archeologico Colosseo con Coldiretti produce l’olio di Roma, un olio bio e di altissima qualità che ha avuto anche l’Igp e dalle radici antichissime.

Con Coldiretti curiamo tutta la filiera, dalla cura degli alberi di ulivo fino alla raccolta e alla produzione dell’olio. Queste attività sono aperte al pubblico e quindi i visitatori possono partecipare. Tutte attività che si pongono all’interno del parco green, un programma rivolto alla eco sostenibilità di tutte le nostre attività. Ed anche oggi il nostro pubblico potrà partecipare alla molitura delle olive e alla produzione dell’olio.”

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Così ad AGRICOLAE Alfonsina R u s s o , d i r e t t o r e P a r c o Archeologico Colosseo e Domus Aurea nel corso della prima raccolta con spremitura delle olive nel Parco del Colosseo.

L’Italia è la regina dei riconoscimenti di qualità in Europa con il suo patrimonio di 42 Dop e 7 Igp olivicole, pari al 40%

delle certificazioni comunitarie, mentre Spagna e Grecia inseguono il nostro Paese a distanza con appena 29 riconoscimenti. Più della metà della produzione nazionale di olii Dop e Igp viene esportata – spiegano Coldiretti e Unaprol – con il valore degli scambi cresciuto del +55% negli ultimi cinque anni, passando da 40 a 62 milioni di euro. Le tre denominazioni più importanti a livello produttivo sono la Dop Terra di Bari, l’Igp Toscana e la Dop Val di Mazara, ma le produzioni di qualità caratterizzano l’intera penisola da Nord a Sud nonostante le difficoltà legate ai cambiamenti climatici che però hanno anche alzato la “linea dell’olio” portandola ridosso delle cime delle Alpi con coltivazioni in Valtellina.

“L’Italia è leader mondiale nel turismo enogastronomico che vale oltre 5 miliardi con più della metà (55%) degli italiani che ha il cibo come principale motivazione di viaggio, quasi il triplo rispetto a cinque anni fa” spiega il Presidente di Unaprol e vice presidente nazionale di Coldiretti David Granieri nel sottolineare che “la ricerca dei prodotti tipici è un ingrediente irrinunciabile delle vacanze in un Paese come l’Italia che può contare anche su cinquemila “Sigilli di Campagna Amica”, da scoprire tutto l’anno grazie alla più grande opera di valorizzazione della biodiversità contadina mai realizzata in Italia dagli agricoltori”.

“Il consiglio ai consumatori – suggerisce il responsabile olio

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di Coldiretti Nicola Di Noia – è quello di diffidare dei prezzi troppo bassi, guardare con più attenzione le etichette e acquistare extravergini a denominazione di origine Dop e Igp, in cui è esplicitamente indicato che sono stati ottenuti al 100% da olive italiane o di acquistare direttamente dai produttori olivicoli, nei frantoi o nei mercati di Campagna Amica dove è possibile assaggiare l’olio EVO prima di comprarlo e riconoscerne le caratteristiche positive”.

Anbi: Roma è la capitale europea a maggiore rischio idrogeologico, ma la campagna elettorale sembra non accorgersene

“Roma è la capitale più a rischio idrogeologico in Europa, minacciata da circa 400 frane: ad esserne interessati sono un migliaio di ettari, su cui vivono oltre 400.000 abitanti”: a rilanciare il tema per i prossimi giorni di campagna e l e t t o r a l e è M a s s i m o G a r g a n o , D i r e t t o r e G e n e r a l e dell’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI), che propone, anche per la Capitale, quanto già in essere, con generale soddisfazione a Firenze ed a Milano.

“In queste due città è stata valorizzata la funzione di autogoverno del territorio, svolta dai locali Consorzi di bonifica, affidando loro l’assetto idraulico di importanti aste idriche urbane, quali il fiume Arno a Firenze ed i

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Navigli a Milano. Il risultato è stato non solo un’efficiente manutenzione degli alvei, ma il loro recupero come luoghi di fruizione sociale migliorando, ad esempio, la percorribilità delle sponde. Sono esperienze presenti anche in altre, numerose località e che saranno prime protagoniste della Settimana Nazionale della Bonifica dell’Irrigazione, che si terrà in tutta Italia dal 25 Settembre al 3 Ottobre prossimi. Perché non fare altrettanto per i 700 chilometri di canali, che attraversano Roma e per il fiume Tevere, le cui acque oggi sono tornate salubri, grazie alla rete di depuratori, costruita negli anni? Grazie all’Autorità del Bacino Distrettuale dell’Appennino Centrale – ricorda il DG di ANBI – si stanno progettando i cosiddetti laghi della tranquillità a monte della città, pensati per trattenere 60 milioni di metri cubi d’acqua, prima che si riversino sul centro urbano.”

Gargano conclude, appellandosi a tutti i candidati sindaco:

“Di fronte alla crisi climatica, è necessario che ciascuno faccia la propria parte, mettendo in campo le migliori risorse per non farsi dettare l’agenda dall’incedere di eventi calamitosi, già subiti anche da Roma e che annualmente comportano al Paese danni per più di 7 miliardi di euro, oltre all’incalcolabile tributo in vite umane.”

Roma, Patuanelli: nostro candidato è Virginia Raggi.

Al ballottaggio sia

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Zingaretti che Gualtieri la appoggeranno

“Il progetto che Giuseppe presenterà per il Movimento sarà un progetto di rilancio. Non mi sembra che il CentroDestra abbia già presentato tutti i candidati per Roma. Io credo che occorre guardare con oggettività a tutte le problematiche che le forze politiche stanno vivendo”.

Così il ministro Mipaaf Stefano Patuanelli a Porta a Porta in merito alle alleanze M5S-Pd sui candidati di Roma.

“Il nostro candidato sarà Virginia Raggi, sono sicuro che al ballottaggio sia Nicola (Zingaretti ndr) sia Roberto (Gualtieri ndr) appoggeranno Virginia Raggi”, conclude.

Approvata delibera “Food Policy di Roma”, Cursa:

Decisione importante e attesa. Realizzare una politica del cibo per rispondere a problemi attuali della Capitale

Dopo anni di attesa e di sollecitazioni, è stata approvata dall’Assemblea Capitolina la delibera per l’attuazione di una

“Politica del Cibo” per Roma Capitale, la cosiddetta “Food

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Policy”.

«È stata assunta una decisione importante: dare vita ad una politica del cibo consentirà di fornire risposte a molteplici problemi sul piano sociale, economico e ambientale, presenti sul territorio di Roma», commenta il professore Davide Marino, responsabile dell’accordo di collaborazione siglato dal Consorzio universitario CURSA con la Città Metropolitana di Roma Capitale per la “Costruzione del Piano del Cibo”.

La delibera, appena approvata, rappresenta l’ultimo tassello di un lavoro portato avanti in questi anni da diverse associazioni, ricercatori universitari, reti e singole personalità riuniti nel “Consiglio del Cibo”, espressione avanzata della società civile, come avviene in molte città europee e mondiali.

«La delibera va a sanare anche una ferita, una mancanza, in quanto il Comune di Roma aveva da diversi anni firmato il

‘Patto di Milano’, ossia l’accordo tra circa 220 città a livello mondiale impegnate a realizzare una politica del cibo nel proprio territorio», spiega il professore Davide Marino.

Porre l’agricoltura e il cibo al centro dell’agenda politica della Capitale significa valorizzare le risorse locali, combattere il consumo di suolo, aumentare l’occupazione qualificata e giovanile sia nella fase di produzione agricola sia in quella di distribuzione, favorendo il contatto diretto tra produttore e consumatori con le filiere corte.

Inoltre non dimentichiamo che la filiera del cibo è r e s p o n s a b i l e d e l 2 5 % c i r c a d e l l e e m i s s i o n i d i g a s climalteranti: un problema che può essere affrontato combattendo lo spreco alimentare e con una diversa gestione della frazione organica dei rifiuti solidi urbani, ma anche attraverso la promozione di un’agricoltura urbana sostenibile.

Roma è tra i più grandi Comuni agricoli d’Europa, con una superficie agricola totale di 57.948 ettari, pari a circa la

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metà dei 128.530 ettari totali; nel territorio di Roma Capitale sono presenti circa 2.656 aziende agricole, 127 mercati rionali, oltre 55 Gruppi di acquisto Solidale (GAS) ed esperienze consolidate di economia sociale e solidale e distribuzione alternativa, molte delle quali mettono in rete gli attori del sistema agroalimentare locale in attività finalizzate alla riduzione degli sprechi alimentari.

Infine, sul piano sociale il problema più evidente è quello della povertà alimentare: nel Comune di Roma sono circa 140.000 le richieste di aiuto alimentare delle famiglie all’anno: «la politica del cibo affronta questo nodo non solo in termini di assistenza, ma pensando a una diversa filiera della solidarietà», conclude Davide Marino.

Anbi: inserire la riqualificazione dei corsi d’acqua nei programmi dei candidati sindaci di Roma

“L’esperienza di Firenze, dove sono stati restituiti alla fruibilità urbana, migliorandone la qualità ambientale, tratti del fiume Arno e di suoi affluenti, dimostra che l’esperienza dei Consorzi di bonifica può essere positivamente messa a servizio anche di grandi agglomerati cittadini. Per questo lanciamo la sfida ai futuri candidati sindaci della città di Roma, affinchè inseriscano nei programmi la riqualificazione dei circa 700 chilometri di corsi d’acqua, che attraversano la Capitale”: ad avanzare la proposta è Massimo Gargano, Direttore Generale dell’Associazione

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Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI), evidenziando come la moderna Bonifica, grazie ad innovazioni come il telecontrollo da remoto delle reti idrauliche, sia quantomai in sintonia con gli obbiettivi europei della digitalizzazione e della transizione ecologica, indicati tra quelli prioritari del Governo Draghi.

“Vinceremo la sfida del futuro – prosegue il DG di ANBI – solo valorizzando il nostro territorio con le necessarie infrastrutture per uno sviluppo green. La moderna manutenzione idraulica, attenta alle esigenze della biodiversità, è esempio di una nuova cultura emergente soprattutto tra le nuove generazioni come dimostrano nuove tendenze, quali l’urban fishing o la riscoperta degli argini come luoghi di socialità all’aria aperta. Ambiente e ricerca sono le stelle polari di centinaia di progetti, che mettiamo a disposizione per contribuire a costruire un Paese ecosostenibile ad iniziare dalla sua capitale.”

Cinghiali uccisi a Roma:

Maturi (Lega), gravissima scelta di Raggi

“Ieri una mamma cinghiale e i suoi piccoli entrati in un parco di Roma sono stati brutalmente sterminati invece di essere catturati e liberati in un bosco fuori città. Siamo di fronte ad un fatto davvero grave che conferma l’inadeguatezza di un sindaco incapace di risolvere i problemi della città. La Raggi, invece di ordinare di uccidere una mamma e ai suoi piccoli, liberasse la città dai rifiuti e si adoperasse a tenere le strade più pulite e i cassonetti liberi dalla

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spazzatura. E’ risaputo infatti che i cinghiali si addentrano nella città alla ricerca di cibo, attratti dai rifiuti che ormai invadono anche le strade più centrali. Non solo: è gravissimo anche il fatto che in tutto questo tempo Raggi e Zingaretti non abbiano trovato un accordo per risolvere il problema dei cinghiali in città e il loro ricollocamento nei boschi della Regione”.

ASSEMBLEA CONFCOOPERATIVE ROMA: SERVIZI WELFARE A UN ROMANO SU 10. RAGGI: GRAZIE A VOI SOLIDARIETA E LEGALITA.

GARDINI: CORAGGIO PER RIDARE FIDUCIA

« V a n n o a 1 r o m a n o s

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u 10 i servizi di welfare delle nostre cooperative sociali e sanitarie. Sono infatti oltre 250mila i romani a cui vengono erogati servizi di welfare dai 14.000 lavoratori delle cooperative sociali e sanitarie di Confcooperative». È quanto e m e r g e d a l l a r e l a z i o n e d i a p e r t u r a d i A n d r e a F o r a all’assemblea di Confcooperative Roma che alla presenza della sindaca Virginia Raggi che eleggerà il nuovo presidente e gli organi del prossimo mandato.

«Anziani, disabili, donne e bambini – dice Fora – sono le categorie più fragili che spesso restano escluse dai circuiti tradizionali di assistenza e che trovano nella cooperazione la più valida risposta ai loro bisogni. Il nostro impegno sarà di tenere elevata la qualità dei servizi e ampliare la platea dei cittadini in chiave sussidiaria al pubblico. Non ci stiamo al fatto che possano curarsi solo le persone che possono pagare i loro bisogni di welfare (dalla sanità agli asili). Le cooperative hanno il know how per rispondere ai bisogni di salute, di assistenza, di inserimento lavorativo, di conciliazione vita – lavoro».

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«Quello di Confcooperative per la Capitale – continua Fora – è un progetto che fa leva su welfare, lavoro, giovani.

Nell’ultimo anno oltre 100 giovani hanno costruito progetti d’impresa e si sono resi protagonisti di percorsi di costituzione di cooperative in settori innovativi grazie a Coopup, il progetto di Confcooperative per le start up di imprenditoria giovanile in cooperativa.

Questi sono solo alcuni dei servizi che Confcooperative Roma Capitale offre alla città, forte di un tessuto imprenditoriale costituito da 440 imprese, attive in tutti i settori, che aggregano 82.220 soci, danno lavoro a 35.000 persone e realizzano un fatturato di 1,8 miliardi di euro.

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Imprese giovani, ma anche longeve. Il 42,9% delle aderenti ha oltre 20 anni, ma più di una cooperativa su quattro (il 26,7%) non ha più di 10 anni di attività. Forte la presenza di donne e giovani. Il 37,5% delle cooperative aderenti è femminile e il 59% degli occupati è donna. Il 7,5% dei soci delle cooperative aderenti ha meno di 30 anni di età e sono 103 le cooperative che hanno membri nella governance under 40 anni.

«Roma è la seconda provincia italiana per numero di cooperative, la prima per occupati nelle cooperative, la quarta per fatturato delle cooperative, la prima per numero di cooperative nate lo scorso anno. La forza dei numeri ci dimostra che la cooperazione può e deve giocare un ruolo strategico per lo sviluppo del territorio. Il filo conduttore è la promozione e il rafforzamento di una cooperazione di alta qualità e autenticità che aumenti notevolmente il contributo al lavoro e allo sviluppo. questo anche attraverso la lotta all’illegalità e il contrasto alle false cooperative. Sono oltre 9.000 gli occupati nelle nostre imprese iscritte all’Agcm per il rating di legalità, con una percentuale che è quattro volte superiore alla media degli occupati nelle srl».

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Rilancio delle relazioni industriali

Fondare imprese per creare occupazione rimette al centro il tema del lavoro. Attraverso il lavoro passano l’innovazione, la produttività, la qualità, la sostenibilità. Oggi sigleremo con i tre sindacati confederali regionali un rinnovato protocollo di intesa che rilancia le relazioni industriali tra Confcooperative Roma e Lazio e Cgil, Cisl e Uil. Rafforziamo le relazioni sindacali e la bilateralità anche per valorizzare figure specifiche dell’impresa cooperativa, come quella del socio-lavoratore, che stringe con l’impresa un rapporto associativo e di lavoro allo stesso tempo, nonché per estendere sviluppare e qualificare la contrattazione integrativa.

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Lavoro

Siamo una realtà imprenditoriale che mette al centro la persona. Una strada aperta al mercato e all’impresa per persone che ne rimarrebbero altrimenti escluse. La nostra sfida è un impegno attivo con le cooperative impegnate nell’agroalimentare e nella pesca, nelle attività turistiche e nei beni culturali e paesaggistici, nel tempo libero e nello sport, nei settori sociale e sanitario, nel lavoro, nella logistica, nel facility management, nei servizi alle imprese e alle persone, nella consumo e nel credito cooperativo con le BCC.

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Welfare e Terzo settore

Puntiamo alla costruzione di un nuovo welfare, a partire dall’ambito socio sanitario. Vogliamo salvaguardare e rafforzare l’accesso alle prestazioni sanitarie. La riforma del Terzo Settore e l’introduzione dell’impresa sociale costituiscono ulteriori driver di sviluppo che muteranno alcuni connotati dei mercati di welfare, su cui intendiamo puntare ed investire per offrire soluzioni innovative alla città di Roma.

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A S S E M B L E A C O N F C O O P E R A T I V E R O M A , R A G G I :

M E R I T O

V O S T R O

S O L I D A R I E T A E R I P R I S T I N O LEGALITÀ

Posted by Redazione× Pubblicato il 22/02/2018 at 11:42

“L’evento di oggi è la vigilia di un profondo rinnovamento, si segna un passo importante. Ripartire è sempre una sfida molto impegnativa, specialmente dopo mafia capitale, ma bisogna guardare al futuro con fiducia ed avendo chiari gli obiettivi.

La legalità è da perseguire sempre a testa alta e voi avete avuto il coraggio di ripartire segnando una discontinuità e continuando a puntare su solidarietà e mutualismo. Non era scontato ed è un merito vostro.”

Queste le parole del sindaco di Roma Virginia Raggi, intervenuta nel corso dell’assemblea di Confcooperative Roma.

“È stata gettata un’ombra di discredito da parte di alcune cooperative che male hanno agito, anche con la compiacenza politica ma l’obiettivo rimane un amministrazione che funziona, efficiente. L’elemento fondamentale, ha continuato la Raggi, è ricostruire il rapporto di fiducia tra

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istituzioni, cooperative e amministrazioni. Ci sono dei legami che si sono spezzati ed ora dobbiamo ricostruirli.

Abbiamo ripristinato e stiamo ripristinando la legalità, ha sottolineato il sindaco di Roma, attraverso i bandi pubblici.

Tutti meritano pari opportunità, inoltre migliorando la qualità dei soggetti partecipanti migliora anche la qualità dell’amministrazione. Abbiamo ricostruito attraverso il dialogo costante coi cittadini i temi sociali ed abbiamo creato un protocollo, “Fabbrica Roma”, coi sindacati, che si apre a tutte le forze sane e produttive per la ricostruzione della città. Stiamo lavorando, ha proseguito nel suo discorso la Raggi, alla digitalizzazione della P.A. per renderla chiara è accessibile a tutti i cittadini.

Serve però una legge speciale per Roma capitale, perché necessitiamo di maggiore supporto e di strumenti migliori.

Concludo dicendo che la persona deve essere sempre al centro delle nostre scelte, l’obiettivo deve rimanere il benessere, la dignità e lo sviluppo della persona.

ASSEMBLEA CONFCOOPERATIVE ROMA, G A R D I N I : C O R A G G I O E D E T E R M I N A Z I O N E P E R R I D A R E FIDUCIA ALLA CITTÀ

Posted by Redazione × Pubblicato il 22/02/2018 at 11:08

Si tratta di un’assemblea di ripartenza e servono coraggio e determinazione per fare nuova fiducia e speranza alla città di Roma. Voglio sottolineare che la cooperazione è inclusione e non esclusione. Ci deve essere sviluppo, lavoro, ripresa e su questi temi noi ci siamo. Queste le parole di saluto all’assemblea Confcooperative da parte di Maurizio Gardini.

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Guardiamo alle periferie con progettualità, come quando nel febbraio 2014 siamo stati ricevuti in 7000 da Papa Francesco, e dalle sue parole abbiamo dato vita ad una rete di assistenza e solidarietà. È nato così il primo progetto “Non ti scordar di me junior” con l’obiettivo di entrare lì dove le istituzioni non riescono più ad entrare. L’iniziativa poi si espanse agli anziani con il progetto senior. Parlo di queste sue iniziative, ha proseguito Gardini, perché sono progetti che danno il senso dell’attenzione alle periferie, dove gran parte della popolazione vive e e che non può essere esclusa.

È una giornata importante e storica perché abbiamo attraversato anni difficili. Il commissariamento e le azioni fatte su Roma e il Lazio sono state scelte difficili e dolorose, dobbiamo allora ripartire dalla nostra storia con sforzo e impegno comune. Dobbiamo fare della diversità un punto di forza, così il presidente Gardini a conclusione dell’assemblea di Concooperative.

S c e l t e d i f f i c i l i p e r c h é R o m a n o n e r a u n a p i c c o l a confcooperativa di provincia, Roma è la capitale ed è al centro costante dei riflettori, e su Roma ci si giocava la c r e d i b i l i t à c o s t r u i t a d a g e n e r a z i o n i d i t u t t e l e confcooperative. La scelta del commissariamento, ha continuato Gardini, fu dolorosa ma inevitabile, fatta con rapidità per preservare il patrimonio ideale e valoriale che ci caratterizza ed in questo modo abbiamo ricostruito il tessuto organizzativo.

Errori sono stati fatti in passato e dobbiamo imparare da quelli, abbiamo ora il dovere di ricostruire l’organizzazione per il bene della collettività e della cooperazione. Bisogna intraprendere un percorso comune da fare insieme, cosciente che si tratta di una sfida impegnativa.

In questi anni abbiamo lavorato su molti temi, come la fiscalità e il reddito agricolo e l’elenco è lungo, che danno responsabilità ulteriori, e dimostrano che non siamo una

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lobby.

Il compito che abbiamo di fronte adesso è di coniugare e distribuire in termini diversi la ricchezza che giunge dalla ripresa economica. È dunque tempo della cooperazione, di un nuovo impegno civile altrimenti il paese andrà alla deriva, come testimoniano i facili populismi e le disuguaglianze nelle ricchezze. Ci assumiamo, ha concluso il presidente Gardini, questo ruolo propositivo.

A S S E M B L E A C O N F C O O PERATIVE ROMA, FORA: FILIERA AGROALIMENTARE SAPPIA COGLIERE MUTAMENTI. STOP CATTIVA COOPERAZIONE

Posted by Redazione × Pubblicato il 22/02/2018 at 12:12

La cattiva cooperazione va abolita, mentre la buona va promossa e sostenuta. Ci troviamo oggi a fare un passo decisivo, trovandoci di fronte alla necessità di intervenire per tutelare la tanta cooperazione onesta, e nel periodo di commissariamento abbiamo dato voce proprio a queste tante

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cooperative che non sono mai venute meno al loro impegno mutualistico. È una nuova fase di responsabilità ed abbiamo oggi una struttura nuova, giovane, determinata e responsabile.

Così Andrea Fora, commissario Confcooperative Roma, nel corso dell’assemblea.

Roma è la seconda provincia per numero di cooperative e prima per numero di occupati, e ciò testimonia il nostro interesse nel prenderci cura di Roma e delle periferie. Vogliamo lavorare sempre più con le istituzioni, senza dover chiedere alla P. A. ma proponendo e rilanciando.

Mafia capitale ha nociuto alla reputazione delle nostre cooperative, ha ribadito Fora, e siamo stati anche vittime di strumentalizzazioni criminali. Ma devo sottolineare che siamo sempre stati in prima linea nel combattere le false cooperative.

La filiera agroalimentare è sempre stato un settore strategico per Roma e la regione ma ora è in profonda crisi, e con esso il tessuto cooperativo che deve saper cogliere i mutamenti a seguito della globalizzazione e liberalizzazione dei mercati.

Sono cambiati gli stili di vita ma al centro deve rimanere il rapporto con il territorio e la tradizione. Servono investimenti pubblici e privati, ha concluso Fora, per integrare l’agroalimentare con le altre filiere: turistiche, ambientali, culturali. Solo lavorando insieme possiamo rilanciare lo sviluppo economico di Roma.

Con l’evento di oggi facciamo il punto sullo stato della nostra città e della provincia, Roma è a valle di un periodo estremamente difficile dal punto di vista economico e sociale, in cui abbiamo lasciato per strada molte certezze. Così il presidente della camera di commercio Tagliavanti.

Roma ha retto la prova ma bisogna fare ora delle scelte importanti per il futuro. La crisi ha fatto crollare tre importanti pilastri, primo fra tutti la domanda interna che si è pesantemente contratta, con i consumi alimentari in

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flessione.

Vi è poi la notevole riduzione e il blocco dei finanziamenti pubblici, che ha messo in crisi molte aziende e imprese che su quelli contavano. A questi due elementi di criticità, ha proseguito Tagliavanti, si aggiunge il blocco delle costruzioni edilizie.

Da qui deriva il calo del -7% della capacità di produrre ricchezza. Roma ha subito un evento traumatico ma ha saputo reagire, come testimonia l’aumento di 190000 unità di occupati e l’incremento delle imprese. Eppure non è aumentata la ricchezza, vi è dunque ancora molto da fare anche se non tutto è negativo.

In questa città non tutto va bene e lo dimostra il fatto che le grandi aziende lasciano Roma perché non più appetibile. Le cooperative devono allora dare nuovo impulso alla città, una città che ha necessità di ripartire da regole chiare, da trasparenza e dalla sicurezza. Queste le dichiarazioni di Paolo Terrinoni (Cisl).

Serve formazione e innovazione se vogliamo governare con successo i nuovi processi del mondo lavorativo che ci troviamo ad affrontare.

Dobbiamo metterci intesta che da soli si lavora male, ma se lavoriamo insieme si può andare avanti e più lontano.

Ci assumiamo una grande responsabilità, ha dichiarato Terrinoni, perché vogliamo dare una nuova prospettiva su giovani e alla città, serve però un impulso più forte per crescere e il mondo cooperativo deve continuare in questo processo di costante crescita.

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TURISMO, ISTAT: 2016 ANNO RECORD PER L’ITALIA. VENETO E ROMA AL TOP

Il 2016 è stato un anno di forte crescita del movimento turistico in Italia: gli esercizi ricettivi registrano il massimo storico di circa 403 milioni di presenze

Il 2016 è stato un anno di forte crescita del movimento turistico in Italia: gli esercizi ricettivi registrano il massimo storico di circa 403 milioni di presenze (+10 milioni sul 2015, pari a +2,6%) e 116,9 milioni di arrivi (+3,5 milioni, pari a +3,1%), consolidando così la ripresa che già aveva iniziato a manifestarsi nei due anni precedenti.

Negli esercizi alberghieri le presenze sono circa 267,7 milioni e gli arrivi 90,3 milioni (rispettivamente +1,8%

e +1,4% sull’anno precedente); la permanenza media, pari a 2,97 notti per cliente, è in crescita, seppur di poco, rispetto all’anno precedente (era 2,95).

Negli esercizi extra-alberghieri si contano 135,3 milioni di presenze (+4,2% rispetto al 2015) e 26,7

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milioni di arrivi (+9,5%), con una permanenza media di 5,07 notti (-0,26 sull’anno precedente).

Le presenze negli esercizi ricettivi dei clienti residenti in Italia sono 203,5 milioni, quelle dei non residenti 199,4 milioni (rispettivamente +1,6% e +3,5%

rispetto al 2015).

Nel 2016 si stima che i viaggi per vacanze rappresentino circa l’86% di quelli effettuati dai residenti in Italia negli esercizi ricettivi nazionali (+19,6% sul 2015). Il restante 14% è rappresentato dai viaggi di lavoro (-4,0%).

Il 40,3% delle presenze registrate in Italia si concentra in 50 comuni italiani, che assorbono da soli quasi un terzo delle presenze della clientela residente e quasi la metà di quelle dei non residenti.

È Roma la principale destinazione turistica con oltre 25 milioni di presenze (6,3% del totale nazionale);

seguono, molto più distanziate, Milano (2,7%) e Venezia (2,6%).

Gli aumenti più consistenti in termini di presenze si registrano in Abruzzo (+8,8% rispetto al 2015), Calabria (+7,1%), Lazio (+6,7%) e Lombardia (+6,4%).

Con il 14% di presenze registrate, la Germania si conferma il principale Paese di provenienza dei turisti stranieri in Italia; seguono Francia e Regno Unito con quote di poco superiori al 3%.

Anche nel 2016 l’Italia rimane il terzo Paese in Europa per presenze negli esercizi ricettivi dopo Spagna e Francia, con una quota del 14,0% sul totale dei Paesi della Ue28 (stabile rispetto al 2015).

Italia, Spagna, Francia e Germania insieme coprono oltre la metà (57,4%) delle presenze turistiche complessive dell’Ue28.

Si stima che i residenti prenotino direttamente circa il 76% dei viaggi negli esercizi ricettivi italiani, in forte aumento rispetto al 2015 (+33% per i viaggi di

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vacanza e +12,8% per quelli di lavoro) a discapito dei viaggi senza prenotazione che calano del 26,0% nel confronto con l’anno precedente e rappresentano circa il 15% delle partenze. Oltre la metà dei viaggi viene prenotato tramite Internet (54,5%), con un’incidenza maggiore nel caso dei viaggi di vacanza (57,0%).

Nel 2016 i residenti che pernottano negli esercizi ricettivi in Italia hanno speso in media 369 euro per viaggio e 82 euro per notte, valori sostanzialmente stabili nel triennio 2014-201

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2016: ANNO RECORD PER IL TURISMO

Dopo la crisi degli anni 2012 e 2013, si consolida la ripresa d e l s e t t o r e c h e s i e r a g i à m a n i f e s t a t a n e g l i a n n i immediatamente successivi. Nel 2016, infatti, gli esercizi ricettivi italiani registrano il massimo storico con oltre 116,9 milioni di arrivi di clienti italiani e stranieri e poco meno di 403 milioni di presenze (Prospetto 1).

Rispetto all’anno precedente, i flussi turistici aumentano del 3,1% in termini di arrivi e del 2,6% in termini di presenze (con oltre 10 milioni di notti in più). Le presenze risultano in crescita negli esercizi alberghieri (+1,8%), ma soprattutto in quelli extra-alberghieri (+4,2%) dove si sono registrati i maggiori incrementi. In questa tipologia di esercizi, infatti, il numero di arrivi è cresciuto di un terzo (+37,3%) rispetto al 2010, a fronte di un aumento del 13,7% del settore alberghiero (gli incrementi sono rispettivamente +8,7% e +6,6%

in termini di presenze).

Continua la dinamica positiva della domanda interna di turismo, con un aumento sia degli arrivi (+3,1%) sia delle presenze (+1,6%) di clienti residenti in Italia. L’incremento della clientela residente ha interessato in misura sostanzialmente equivalente sia gli alberghi (+1,8%) sia le

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strutture extra-alberghiere (+1,4%).

Questa tendenza appare confermata dai dati dell’indagine

“Viaggi e vacanze”, in base ai quali si stima che nel 2016 il 36,9% dei residenti in Italia abbia viaggiato sul territorio nazionale per vacanza (36,1% nel 2015) e l’1,4% per motivi di lavoro (1,2% nel 2015).

Un andamento positivo più marcato riguarda la componente non residente: gli arrivi salgono del 3,1% e le presenze del 3,5%.

In particolare, le presenze dei clienti non residenti aumentano in proporzione soprattutto nel settore extra- alberghiero (+7,2% a fronte del +1,8% negli alberghi) che, pur assorbendo solo un terzo dell’utenza straniera (33,8%), mostra gli incrementi maggiori.

La permanenza media, ossia il numero medio di notti trascorse negli esercizi ricettivi per ogni arrivo, è pari a 3,45 notti per cliente, in calo per la componente della clientela domestica (da 3,43 notti del 2015 a 3,38 del 2016) e sostanzialmente stabile per quella estera (3,50 nel 2015 e 3,51 nel 2016). La permanenza negli esercizi extra-alberghieri è in media molto più lunga che negli alberghi (5,07 contro 2,97 notti per cliente).

Nel 2016 si stima che le vacanze rappresentino circa l’86% dei viaggi effettuati dai residenti negli eserciti ricettivi italiani (92,6% delle notti), in aumento del 19,6% rispetto al 2015 (+3,0% in termini di notti). I viaggi di lavoro (14,3%

dei viaggi e 7,4% delle notti negli esercizi ricettivi) si riducono, invece, di circa il 4% (-3,2% in termini di notti).

Il 90% e più delle vacanze trascorse negli esercizi ricettivi in Italia avviene per ragioni di riposo, piacere o svago (+17,2% rispetto al 2015). Nel caso dei viaggi di lavoro, le strutture ricettive sono utilizzate principalmente per partecipare a congressi, convegni o altri eventi (15,1%), missioni di lavoro (14,1%), accogliere riunioni d’affari

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(13,5%), attività di rappresentanza, vendita, installazione o simili (12,6%). Circa il 21% dei viaggi di lavoro è legato ad altre motivazioni: dalla mobilità per ragioni professionali (autotrasportatori, autisti, ecc.) agli spostamenti per la ricerca di lavoro (concorsi, colloqui, esami per abilitazioni professionali, ecc.).

In Italia, i viaggi con pernottamento negli esercizi ricettivi sono effettuati per lo più utilizzando l’auto (la stima è pari a 71,5%, +23,2% rispetto al 2015), che è la scelta decisamente prevalente nel caso delle vacanze (76,5%), meno per i viaggi di lavoro (41,3%). Il treno e l’aereo sono più utilizzati per gli spostamenti di lavoro (rispettivamente 28,6% e 9,4%) che per le vacanze (6,6% e 5,2%).

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STABILI LE SPESE PER VIAGGI IN ALLOGGI A PAGAMENTO

Nel 2016 i residenti che pernottano negli esercizi ricettivi in Italia spendono in media 369 euro per viaggio e 82 euro al giorno, stime che rimangono sostanzialmente stabili nel triennio 2014-2016

Si stima che un viaggio entro i confini nazionali costa circa la metà di uno all’estero (739 euro in media), con una differenza di 39 euro al giorno (all’estero la stima della spesa media giornaliera è pari a 121 euro).

Il tipo di alloggio influisce molto sulla spesa complessiva delle vacanze sia per quelle trascorse in Italia sia per quelle all’estero. Nel 2016, si stima che la spesa media per una vacanza trascorsa pernottando negli esercizi alberghieri (pari a 483 euro) é superiore del 30% a quella riferita agli esercizi extra-alberghieri (377 euro).

La spesa media per vacanza è più alta nel trimestre estivo (475 euro in media) e raggiunge il minimo (260 euro) nel quarto trimestre. Al contrario, in estate è più bassa la spesa

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media giornaliera (69 euro) poiché i soggiorni sono mediamente più lunghi.

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VENETO AL TOP PER LE PRESENZE TURUSTICHE

Complessivamente, nel 2016 le regioni con il maggior numero di presenze dei clienti sono il Veneto (16,2% delle presenze negli esercizi ricettivi italiani), il Trentino-Alto Adige

Considerando la dinamica dei flussi per regione di destinazione, nel 2016 gli aumenti relativi più consistenti in termini di presenze si registrano in Abruzzo (+8,8% rispetto al 2015), Calabria (+7,1%), Lazio (+6,7%) e Lombardia (+6,4%).

Viceversa, le regioni con la maggiore flessione in termini di presenze sono l’Umbria (-6,5%) e il Molise (-5,6%) (Prospetto 8).

La capacità di attrazione turistica dei territori è diversa in

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relazione alla tipologia e provenienza dei turisti. In Abruzzo (+7,7%), Calabria (+7,4%), Marche (+6,0%) e Lazio (+5,5%) si rilevano i maggiori incrementi di presenze della clientela residente mentre in Molise (-9,6%), Emilia-Romagna (-7,6%) e Umbria (-6,7%) si registrano flessioni importanti della componente domestica.

Le presenze dei clienti non residenti in Italia sono, invece, positive nella maggior parte delle regioni, pur con alcune eccezioni come la Toscana (-5,8%) e l’Umbria (-4,6%, che probabilmente risente degli eventi sismici di agosto e ottobre 2016). Gli incrementi più elevati riguardano Liguria (+12,3%), Lazio (+11,6%), Abruzzo (+10,1%) e Valle d’Aosta (+9,9%).

Complessivamente, nel 2016 le regioni con il maggior numero di presenze dei clienti sono il Veneto (16,2% delle presenze negli esercizi ricettivi italiani), il Trentino-Alto Adige (12,0%, con la Provincia autonoma di Bolzano al 7,8% e la Provincia autonoma di Trento al 4,2%), la Toscana (11,0%), l’Emilia-Romagna (9,4%) e la Lombardia (9,2%). In queste cinque regioni si concentra il 57,8% delle presenze turistiche in Italia, pari a oltre la metà (51,1%) dei clienti residenti e a quasi due terzi (64,6%) dei non residenti.

Alcuni territori italiani sono prevalentemente meta di una clientela straniera: la Provincia autonoma di Bolzano (68,6%), il Veneto (67,2%), il Lazio (61,0%) e la Lombardia (59,9%).

Alcune regioni del Centro e del Sud, invece, hanno un bacino di attrazione quasi esclusivamente nazionale: Molise (90,2% di presenze di clienti residenti sul totale regionale), Basilicata (89,3%), Abruzzo (85,7%), Marche (82,1%), Puglia (79,3%) e Calabria (78,3)

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NEI COMUNI COSTIERI OLTRE META DELLE PRESENZE

Nel 2016, i comuni[2] con meno di 5mila abitanti rappresentano poco più del 70% dei comuni italiani. Essi corrispondono

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frequentemente a contesti territoriali aventi caratteristiche tipiche di borghi”[3], cioè destinazioni di particolare interesse turistico. Sulla base dei dati sul turismo disaggregati a livello comunale (consultabili sul datawarehouse dell’Istat) emerge che tali comuni di minori dimensioni, in cui vivono oltre 10 milioni di residenti e che sono a volte distanti dai grandi poli di attrazione turistica, offrono nel loro complesso il 28% dei posti letto e assorbono il 22,2% delle presenze totali.

In particolare, i comuni italiani con meno di 2mila abitanti (44,1% del totale) offrono una capacità ricettiva pari all’11,6% dei posti letto presenti sul territorio nazionale e accolgono l’8,1% delle presenze complessive. Al contrario, nei 144 comuni di grandi dimensioni demografiche (oltre 50mila abitanti), che costituiscono meno del 2% del totale, si concentra un quinto dell’offerta ricettiva in termini di posti letto e quasi il 30% delle presenze registrate negli esercizi ricettivi.

Con riferimento all’impatto dei flussi turistici sui territori e sulla popolazione residente, si rileva che l’indicatore di

“pressione turistica”, calcolato come numero di presenze per abitante, aumenta al diminuire della classe demografica, passando da meno di 6 presenze per ogni abitante delle grandi città a circa 10 dei piccoli comuni.

La vicinanza al mare è una caratteristica molto importante per il contributo che l’industria turistica fornisce all’economia locale e al mercato del lavoro delle zone costiere. Benché i comuni costieri siano meno del 13% del totale e ospitino il 33,7% della popolazione italiana, offrono il 56% dei posti letto e contribuiscono per il 52,7% al totale delle presenze turistiche registrate nel 2016. In tali territori i fattori di concentrazione sono evidenti anche in termini di stagionalità.

Nei comuni costieri il 71,2% delle presenze si concentra nel periodo estivo (giugno-settembre), a fronte del 49% delle presenze rilevate nello stesso quadrimestre negli altri comuni

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italiani.

Nonostante i fenomeni di congestionamento delle destinazioni turistiche di maggiore attrazione, il turismo è una risorsa diffusa sul territorio nazionale, che interessa anche le aree meno accessibili e meno dotate di infrastrutture. Gli oltre 4.000 comuni che ricadono nelle “aree interne”[4] del Paese, che rappresentano circa tre quinti del territorio e poco meno di un quarto della popolazione, assicurano circa 2,2 milioni di posti letto (44,5% di quelli totali) e registrano il 36,1%

delle presenze dei clienti. In questi territori si riscontra una densità di presenze per abitante superiore alla media nazionale (10,9 presenze per abitante rispetto a 6,6 della media nazionale).

Tra le aree più fragili del territorio si annoverano, nel 2016, quelle colpite dagli eventi sismici avvenuti in agosto e ottobre, che hanno avuto riflessi diretti sul turismo. I 131 comuni interessati dal terremoto offrono poco meno di 42 mila posti letto, pari allo 0,8% di quelli disponibili in Italia.

Nel 2016 registrano circa 2,1 milioni di presenze, con una flessione del 5,5% rispetto all’anno precedente e un andamento in controtendenza rispetto alla media nazionale.

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Roma è la principale destinazione con oltre 25 milioni di presenze, che rappresentano il 6,3% del totale nazionale

A ROMA PRIMATO DI TURISIT STRANIERI

Negli esercizi ricettivi dei primi 50 comuni italiani si concentrano circa 162 milioni di presenze, pari al 40,3% del totale. Queste destinazioni, nel loro complesso, assorbono un terzo delle presenze della componente residente della clientela (32,9%) e quasi la metà (47,8%) di quelle dei non residenti.

Roma è la principale destinazione con oltre 25 milioni di presenze, che rappresentano il 6,3% del totale nazionale. Se si guarda alla sola clientela estera, la quota di turisti stranieri ospitati nella Capitale raggiunge circa il 9% del totale. Milano è il secondo comune italiano per numero di presenze turistiche (2,7% sul totale nazionale), seguito da Venezia (2,6%), che si posiziona al secondo posto della graduatoria se si considera la sola clientela non residente (4,5% delle presenze straniere).

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Accanto alle grandi mete turistiche vi sono anche comuni che, seppur di dimensioni demografiche contenute, registrano in proporzione un numero di presenze rilevanti in quanto gravitano attorno a poli di forte attrattività, come ad esempio Cavallino-Treporti, Jesolo, Caorle e Rosolina, tutti localizzati in prossimità di Venezia

Data la specificità del nostro Paese, caratterizzato dalla presenza di comuni di piccole e medie dimensioni, è interessante focalizzare l’analisi sull’impatto che i flussi turistici hanno sul territorio in termini relativi per fornire un’indicazione della pressione antropica e sull’ambiente.

Si osserva che le prime cinque destinazioni turistiche italiane (Roma, Milano, Venezia, Firenze, Rimini) non rientrano tra i 50 comuni italiani per quota di presenze ogni 1.000 abitanti e che sono appena 11 i comuni che, risultando tra i primi 50 per presenze in valore assoluto, compaiono anche tra i primi 50 per incidenza sulla popolazione residente.

Ne deriva che nei comuni demograficamente più piccoli, anche se il turismo in valori assoluti appare più modesto, in proporzione ha invece un rilevante impatto dal punto di vista logistico e ambientale sul contesto locale. In particolare, i comuni con la più elevata incidenza di presenze per abitante si concentrano nelle regioni del Nord-est, in Lombardia e in Valle d’Aosta.

La maggior parte dei comuni italiani è prevalentemente meta di clientela residente in Italia, soprattutto al Sud e nelle Isole.

Una connotazione fortemente orientata alla clientela internazionale è visibile soprattutto, per il Nord, nei comuni della Provincia autonoma di Bolzano, nelle zone adriatiche del Veneto, nei comuni limitrofi al Lago di Garda, al Lago Maggiore e al Lago di Como, nelle Langhe e nelle Cinque Terre;

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per il Centro, nelle zone interne della Toscana e dell’Umbria, a Roma e nei comuni ad essa adiacenti; per il Sud, a Napoli, nell’isola di Capri, nella costiera sorrentino-amalfitana e a Matera; per le Isole, in costa Smeralda e nella maggior parte dei comuni costieri della Sardegna, a Taormina e nella costa ionica della provincia di Catania, a Palermo, a Cefalù e nella costa agrigentina.

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Anche nel 2016 è la Germania il principale paese di provenienza dei turisti ospiti degli esercizi ricettivi italiani: 14,0% delle presenze totali (in leggera crescita rispetto al 13,6% del 2015

CLIENTELA TEDESCA LA PIU NUMEROSA

Anche nel 2016 è la Germania il principale paese di provenienza dei turisti ospiti degli esercizi ricettivi italiani: 14,0% delle presenze totali (in leggera crescita rispetto al 13,6% del 2015); seguono, con quote di poco superiori al 3%, la Francia e il Regno Unito (Prospetto 16).

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Al contempo, si registra un forte incremento dei turisti provenienti da Danimarca e Spagna (entrambe +9,4% rispetto al 2015) e in misura più lieve da Polonia (+6,9%), Paesi Bassi (+6,3%), Germania e Romania (entrambe +6,1%). Diminuiscono, invece, i clienti provenienti da Giappone

(-17,1%), Cina (-16,8%), Brasile (-14%) e Russia (-8,8%).

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ITALIA TERZO PAESE IN EUROPA PER PRESENZE NEGLI ESERCIZI RICETTIVI

Nel 2016, negli esercizi ricettivi dei 28 Paesi dell’Unione europea si registrano 2,9 miliardi di presenze di clienti, in aumento del 3,4% rispetto al 2015.

La Spagna resta il primo paese per numero di presenze turistiche (15,8% sul totale dell’Ue28), in notevole crescita rispetto al 2015 (+7,9%). Seguono la Francia (14,1%), in calo rispetto all’anno precedente (-2,1%) e l’Italia (14,0%, con un +2,6%). La Germania si posiziona al quarto posto (13,5%), con un incremento delle presenze del 2,6% rispetto al 2015. Questi quattro Paesi insieme coprono più della metà delle presenze complessive dell’Unione europea (57,4%).

Rispetto al 2015, crescono in modo significativo le presenze in Polonia (+11,5%), Croazia (+7,8%) e Grecia (+6,0%) mentre diminuiscono in Belgio (-3,9%) (Prospetto 17).

I cali registrati da Francia e Belgio sembrano riflettere le conseguenze degli attentati terroristici che negli ultimi anni hanno colpito più duramente questi due Paesi.

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TURISTI ITALIANI ED EUROPEI IN LINEA SULLA SPESA

Nel 2015[5] si stima che i residenti nei Paesi dell’Unione europea di 15 anni e più spendano in media 68 euro per notte quando viaggiano (per vacanza o per lavoro) sia all’interno

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dei loro confini sia all’estero

Il valore più basso della stima è per i viaggi dei turisti residenti in Grecia (30 euro a notte) mentre sono gli austriaci a spendere mediamente più degli altri, 127 euro per notte. I turisti italiani e francesi spendono poco meno della media europea (rispettivamente 64 e 63 euro), i tedeschi si collocano al di sopra (87 euro per notte).

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