Dipartimento di Scienze Umane per la Formazione "Riccardo Massa"
Corso di Laurea in Comunicazione Interculturale
Dispensa SCHEMATICA di:
VIGNATO, SILVIA, “Figlie delle catastrofi. Un'etnografia della crescita nella ricostruzione di Aceh” 2019
Antropologia Culturale
FRONTERETRO COPISTERIA VIALE SARCA, 191 - 20126 MILANO
orario: lunedì-venerdì 9-18 [email protected]
www.fronte-retro.it
4,50 Euro
Ril.-Dispensa non a cura del docente-
Il materiale che compone questa dispensa, non è stato preparato o visionato dal Docente.
Quindi non sostituisce
il materiale richiesto dal programma.
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di riferirsi sempre ai materiali originali, sia che siano testi, traduzioni,
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1
Dispensa basata sul TESTO:
Vignato, Silvia, “Figlie delle catastrofi. Un'etnografia della crescita nella ricostruzione di Aceh” 2019 Il materiale seguente è stato fatto da studenti, quindi, non è stato visionato dal docente.
Sommario
INTRODUZIONE ... 3
Studiare la crescita: un’etnografia del divenire e della pluralità del sé ... 4
Il genere della ricostruzione ... 5
Diventare poveri e marginali ... 5
Lo svolgersi della storia... 6
Catastrofi come matrici simboliche di trasformazione ... 6
Autonomia e accudimento... 6
Sessualità trasformativa ... 7
Diventare donne ma non lavoratrici ... 8
Gli errori conoscitivi e i soggetti in relazione ... 8
Nota sull’islam ... 8
Nota sulla scrittura ... 8
LUOGHI ... 9
La città ... 9
Orfanotrofi e scuole coraniche... 10
Kos ... 11
Villaggio ... 11
CAPITOLO 1: I BAMBINI SALVATI ... 13
Catastrofi sincrone ... 13
Discorsi di ricostruzione ... 14
Le vittime testarde: la “cultura locale” e la cultura locale ... 14
Bambini come capretti: vittime di valore ... 15
Orfanelli e orfanelle: violenza, santità e genere ... 15
Tre bambine ... 16
Salvarsi da soli: idee tradizionali e pensieri sofferenti ... 16
Concettualizzare il trauma ... 17
Catastrofe come matrice trasformativa... 17
CAPITOLO 2: METTERE GIUDIZIO: ACCUDIMENTO E AFFETTI NELLA RICOSTRUZIONE ... 19
Vite: ... 19
Il bambino globale e i bambini acehnesi ... 19
Il bambino istintivo e la madre diffusa ... 20
Bambini e bambine della classe media ... 20
Padri ... 21
Affidare per accudire: un’articolazione spaziale degli affetti ... 21
Polarizzazione di genere e relazione affettive nei collegi ... 21
L’infantilizzazione degli adolescenti ... 22
Sessualità e amoreggiamento nei collegi ... 22
La crescita affettiva nell’accudimento plurimo ... 23
2
CAPITOLO 3: RAGAZZE MADRI: SESSUALITÀ, GRAVIDANZE E MATRIMONI ... 24
Vite ... 24
Fertilità post-catastrofe: il discorso e la pratica ... 24
Lo “sguardo del colono”: progresso nazionale e pianificazione familiare ... 25
La fertilità come bene comune e dovere verso la comunità ... 25
Matrilinearità e matrifocalità: fare casa e parentela presso i malesi ... 26
Matrifocalità e uomini ... 26
Sposarsi “alla contadina” ... 27
Matrifocalità e ideologia matrimoniale ... 27
Sessualità e matrimonio polimorfo ... 27
Vigilantes ... 28
Peccato, colpa, inquinamento e purezza: necessità rituali ... 28
Genere e violenza ... 29
Vite ... 29
Aborti impossibili ... 30
Gravidanze solitarie ... 30
Sessualità autonomia: una matrice simbolica di trasformazione ... 30
CAPITOLO 4: LAVORATRICI POVERE E PRECARIE ... 32
Vite ... 32
L’ambiente lavorativo a banda aceh... 32
Mobilità come risorsa ... 33
Ricerca di lavoro, genere e mobilità ... 33
La cornice temporale della mobilità ... 34
Vita precaria nelle camere d’affitto urbane ... 34
Spazi domestici aleatori, legge morale e genere nella creazione del lavoratore precario ... 34
L’esperienza del “mondo notturno” ... 35
Il lavoro precario come matrice di trasformazione ... 35
CAPITOLO 5: PERSONAGGI E PERSONALITÀ CREATRICI ... 36
Affetto ed etica nella ricerca ... 36
Immaginazione scientifica: dare vita a un personaggio ... 36
Da centro simbolico a margine incarnato ... 37
Nota conclusiva ... 38
3
INTRODUZIONE
- Aceh: una regione dell’Indonesia → ricerca sulle pratiche di accudimento di bambini che, provenienti da ambienti poveri e marginali, sono rimasti soli a seguito dello tsunami del 2004 e conflitto civile (tra un movimento autonomista GAM - Movimento per la liberazione di Aceh, ed esercito indonesiano) durato trent’anni e giunto a termine nel 2005
- Forme storiche, culturalmente definite di cura dei bambini in difficoltà sono spesso più efficaci nel far fronte alle avversità individuali e collettive rispetto a modelli di aiuto più tecnici proposti dalle agenzie statali e dalle associazioni caritatevoli nazionali e internazionali → tali forme dialogano produttivamente con gli stati, si trasformano nel corso del tempo e contribuiscono a definire, fosse anche solo per opposizione, l’insieme delle pratiche contemporanee di accudimento ed educazione - Interessamento negli attori della situazione: i bambini e chi si occupa di loro → il peso che essi hanno
nel delineare forme innovative di vita familiare e sociale. I bambini sono considerati come trasformatori della società: non vengono solo riempiti da progetti altrui, li rielaborano man mano che crescono (il principale ostacolo al progresso è l’alto tasso di natalità → non tutti i bambini possono avere le stesse possibilità, fine anni 60)
Esempio: modello orfanotrofio indiano: come gestire una struttura di crescita per bambini soli → le strutture dialogano produttivamente con gli stati; pur mirando all’accudimento di una parte piccola della popolazione, contribuiscono a definire l’insieme delle pratiche di accudimento ed educazione
- I bambini sono categoria universale → tutti gli esseri umani hanno l’esperienza dell’infanzia
- Dinamiche tra istituzioni e società: società in cui i bambini sono obesi → pensati in relazione ad uno standard di cui sono la negazione (e quindi non aderiscono)
- Matrifocalità: la possibilità di organizzare la casa e gli affetti attorno a una donna e ai suoi figli → si è articolata creativamente grazie alle scuole coraniche residenziali, al sistema del soccorso e dell’aiuto umanitario internazionale e welfare nazionale
Scuole coraniche: dayah (acehnese) pesantren (indonesiano):
Un maestro (tengku) raccoglie gli studenti (santri) intorno a sé e a casa sua e insegna il corano - Aceh: per la guerra spesso erano le sole scuola a disposizione
- Da almeno 30 anni anche le bambine possono frequentare → scuola statale - L’essere umano per essere considerato tale deve studiare il corano
- Scuola di paese dove vanno i bambini la sera per imparare a memoria i versetti del corano: partendo da quelli considerati fondamentali; si impara a capire, leggere e scrivere l’arabo → specie di catechismo dei villaggi
- Scuola come villaggi, residenziali → i bambini entrano a 8/9 anni e ci stanno fino alla maturità (vivono lì per la maggior parte dell’anno)
- Genitore povero che riesce a trovare 9 euro al mese → accudire i figli grazie a degli insegnanti esterni alle scuole
- Scuole residenziali d’élite → cattoliche, stessa idea di quelle musulmane; parlano inglese, informatizzate, si impegnano per far passare gli esami agli studenti per andare a studiare all’estero - Le istituzioni per i poveri e collegio di lusso convivono
4
- Marginalità sociale: povertà economica, discriminazione di genere, commercio del corpo sessuale, sfruttamento lavorativo, abuso di sostanze psicotrope, carcere, tentata emigrazione → da uno stato di sofferenza locale si arriva ad uno stato di marginalità globale (situazioni diverse di catastrofe e ricostruzione in vari luoghi del mondo)
STUDIARE LA CRESCITA: UN’ETNOGRAFIA DEL DIVENIRE E DELLA PLURALITÀ DEL SÉ
- Inseguimento dei cambiamenti: bambini che crescono, donne vittime della società post-catastrofe - Studio della donna come individuo → visione di sé come entità singola e coerente
- Studio della pluralità di elementi discordanti e linee evolutive che caratterizza le donne → la traiettoria morale dell’Islam, elementi individualistici relativi alle famiglie d’origine, il loro significato di maternità (salvifico)
- I contenuti psichici attorno ai quali si definiscono gli snodi esistenziali delle donne sono rappresentati da un testo di Deleuze (filosofo) e Guattari (psichiatra) “mille plateaux” (mille piani, 1980)che, rivisitando un testo di Freud, narrano di un paziente psicotico convinto di essere inseguito da “sei o sette lupi” → i due autori sono convinti che Freud abbia interpretato il sogno come se ci fosse un solo lupo (che sarebbe l’evento traumatico), negando le molteplicità persecutorie (impossibile: i lupi cacciano in branco). Condurre l’uomo ad una sola traiettoria incompiuta (un solo lupo) vuol dire renderlo incapace di muoversi e mantenere una sofferenza psichica → Freud non vedeva la pluralità dei piani di interpretazione, ma secondo Deleuze e Guattari un soggetto va preso in considerazione secondo vari piani
- Deleuze e Guattari parlano degli elementi consci e inconsci attraverso i quali si muove e tramite i quali si identifica un soggetto come di rizomi interconnessi → nella vita non si procede per tappe lineari ma per rizomi: crescita verso il prima + entrare in contatto con elementi del prima; come gli elementi si articolano non è fluido uno nell’altro, è un’espansione casuale che portano verso certe direzioni
- Biehl e Locke ritengono che a seguito di una catastrofe un soggetto assume identità e ruoli diversi col desiderio di sopravvivere (ad esempio la prostituzione, che è spesso una scelta delle ragazze per sopravvivere) e di scegliersi una certa vita
- L’autrice colloca nel movimento tra diverse immagini di sé la normalità dei suoi interlocutori (non la sofferenza) → ogni volta le persone diventano le proprie scelte in un senso o nell’altro ma non le contengono linearmente prefigurate
- Per molte persone è normale avere più identità e muoversi dall’una all’altra senza impazzire
Esempio: bambini e giovani: diventare una persona di un certo tipo costituisce una tensione esplicita, normale, continua e culturalmente definita
- Ideale da perseguire nella classe media: lavoro, casa di proprietà, mezzo di trasporto, famiglia con due figli - in Indonesia bambini dicevano di voler diventare poliziotti, entrare nell’esercito o diventare imam (potere della conoscenza); bambine ostetriche, infermiere o insegnanti di religione (cura degli
5
altri) → distinzioni di genere; incarnavano ideologie di genere o di economia politica di ordine diverso (spesso pericolosi o distruttivi)
- lavori malpagati perché non avevano soldi (esempio: per diventare poliziotto bisogna pagare) → abbracciavano la vita rischiosa del commercio di stupefacenti o del lavoro del sesso
- Tornavano nel villaggio o (i maschi) tentavano l’emigrazione → cambiavano costantemente piano nell’interpretazione e nella creazione di se stessi
-
Stile di esposizione: organizzazione narrativa → viene restituita (in modo evolutivo) una scena complessa con le persone che la compongono
IL GENERE DELLA RICOSTRUZIONE
- L’obbligo dell’autrice nel doversi circondare da sole donne in quanto bianca e miscredente → elemento di turbamento per i maschi e per gli educatori
- Ragione di principio, teorica → in un’etnografia della crescita il genere è un criterio di analisi fondamentale e trasversale a tutti gli ambiti
- Ogni immaginario sociale è anche un immaginario di genere → comprende un ordine morale sessuato e conferisce senso e legittimità a pratiche e forme culturali che sostengono l’azione di uomini e donne - Psicologia dell’età evolutiva (studia i modi di crescita di piccoli esseri umani): unanime nello spostare la costituzione di schemi mentali e corporei culturalmente costruiti legati al genere, ad un’età sempre più precoce
- La ricostruzione post-catastrofe ha determinato un’importante ri-significazione del genere sia come ideologia dominante, sia come ambito di contrasto e di contesa tra visioni diverse → processo
“ginecopoiesi”, ovvero la fabbricazione della femminilità: bambine che diventano donne (e di conseguenza la fertilità e la riproduzione)
- La costruzione di genere è un processo primario e precoce, per cui non si può sapere quando comincia una ginecopoiesi trasformativa, cioè quando una bambina si fa costruttrice di differenza rispetto alla sua famiglia
- Possibilità di fare casa perché è presente una madre → anche sola purché religiosamente sposata al momento del concepimento dei figli + possibilità per una figlia di portare a casa un ragazzo
→ messe in pratica tramite matrimoni religiosamente corretti ma al limite della legalità per lo stato
DIVENTARE POVERI E MARGINALI
- La povertà studiata dall’autrice, sebbene le persone conosciute siano rimaste povere, non è statica:
non è definita solo in termini di risorse materiali (il reddito, la casa), ma anche accesso all’educazione scolastica, cure mediche e prospettive di miglioramento
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- I figli della catastrofe, bambini rimasti orfani, sono coloro che costruiscono e qualificano i margini della propria società → nati poveri ma fiduciosi di un miglioramento
- Lo status di povero è descritto da Bourdieu come una modalità affettiva e percettiva che qualifica ogni aspetto della vita delle persone povere, destinando ogni politica di intervento a confermarne la condizione di subalternità
LO SVOLGERSI DELLA STORIA
- Il testo è organizzato in cinque capitoli, ognuno incentrato su personaggi principali e su un momento della loro trasformazione (da bambine ad adulte)
- Città di Banda Aceh
CATASTROFI COME MATRICI SIMBOLICHE DI TRASFORMAZIONE
- Tsunami (2004)
- Conflitto civile tra GAM ed esercito indonesiano (1975-2005)
- Le catastrofi sono un processo, non un evento → l’autrice mostra come tre bambine rimaste orfane di un genitore incarnino le azioni di salvataggio, le istituzioni locali e gli aiuti internazionali, diventando vittime e crescendo dal punto di vista di questa categorizzazione
- Diversità radicale tra la nostra società occidentale e privilegiata e la società islamica
- Le catastrofi vengono definite “matrici simboliche di trasformazione” per sottolinearne la portata di creazione di un percorso futuro e svincolarli dall’habitus (Bordieu, 1980), cioè una modalità di pensiero inconscia che condiziona ogni azione individuale esprimendo le strutture storico-sociali che la inglobano
- Le matrici simboliche che identificano progressivamente le giovani donne sono di carattere emotivo e inconsce; le esperienze emotive, corporee e intellettive sono interconnesse
AUTONOMIA E ACCUDIMENTO
- Benché sia impossibile disgiungere una tradizione da condizioni di guerra e catastrofi bisogna chiedersi quali siano le idee locali su come si devono accudire i bambini → accudire, crescere, essere accuditi: matrice trasformativa specifica → non si tratta di salvare o di essere salvati, si tratta di svilupparsi bene e diventare persone buone e sane
- Orfanotrofi (centri di accoglienza per bambini gestiti dallo stato indonesiano e da organizzazioni caritatevoli) e scuole coraniche (istituzioni tradizionali residenziali per l’apprendimento del Corano) sono istituti per bambini poveri → sono improntati al modello tradizionale acehnese della dayah (strutture dove gli studenti islamici risiedono presso la casa del maestro)