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Presentazione del portale del C.S.M. e del progetto di banca dati di merito

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Academic year: 2022

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Presentazione del portale del C.S.M. e del progetto di banca dati di merito Antonello ARDITURO

Componente della Settima Commissione del Consiglio Superiore della Magistratura (prima sessione convegno)

Buongiorno.

Anch’io ridurrò al massimo il mio intervento per questo importante impegno sopravvenuto.

Il Consiglio ha iniziato a occuparsi di questa materia, come tutti sapete, quando ha dovuto provvedere alle applicazioni extradistrettuali previste dall’articolo 18 ter della Legge 132 del 2015.

Questo istituto così particolare previsto dal legislatore, che tra l’altro il Consiglio Superiore aveva in qualche modo richiesto anche in sede di parere al Ministro di Giustizia, ci ha proiettati in questa delicata e complessa materia. Credo sarebbe opportuno che dal dibattito potesse venire qualche vostra impressione o indicazione su come questo istituto stia funzionando, nei casi in cui è stato possibile darvi un esito positivo. Poi magari potremo tornare, anche con il Presidente della Settima Commissione, il collega Cananzi, sulle difficoltà che in concreto si sono riscontrate nel darvi attuazione; si tratta in ogni caso di una soluzione da vedere con favore, positivo, a determinate condizioni, e che potrebbe essere l’antesignano di uno strumento di carattere più generale che possa consentire al Consiglio di intervenire nelle materie che richiedono un intervento di supporto per far fronte a situazioni emergenziali. Il nostro approccio al tema ha portato ad alcune verifiche, ad alcune riflessioni; ci siamo soprattutto scontrati con una difficoltà di carattere statistico, cioè di comprensione degli effettivi flussi e degli effettivi carichi di lavoro dei tribunali aventi competenza della materia, nella necessità di fare un approfondimento sul tema.

Abbiamo monitorato, sebbene in maniera non sistematica, anche le difficoltà che i tribunali hanno dovuto affrontare innanzitutto dal punto di vista organizzativo, cioè di scelte che venivano calate in un’organizzazione tabellare non pronta a questo tipo d’impegno e che ha visto quindi degli interventi di carattere provvisorio e immediato, salvo poi nel tempo la stabilizzazione di scelte più meditate. Questo credo sia interessante per voi e per noi dal punto di vista della riflessione di carattere generale preliminare. Poiché ci apprestiamo al nuovo triennio tabellare è chiaro che questo tipo di competenze e questo tipo di impegno dovranno essere in qualche modo stabilizzati; le nuove valutazioni sui flussi, sull’impegno, sulla capacità di inserire questo istituto nell’organizzazione tabellare sarà la sfida del prossimo triennio per i tribunali.

Allo stesso modo sarebbe opportuno fare una riflessione anche sulla utilizzazione dei magistrati onorari; se ci sono tribunali che lo hanno fatto e in che misura è stato necessario far fronte alla magistratura onoraria in una materia così delicata e complessa, che anche per il giudice togato presenta delle peculiarità così particolari dal punto di vista della specializzazione.

Questo è un po’ il quadro di riferimento di alcuni mesi di lavoro in Commissione, che ci ha portati poi alla delibera del 14 luglio 2016.

La delibera fa il punto della situazione su tutte queste difficoltà, ponendosi innanzitutto il problema di sollecitare il Ministero della Giustizia a migliorare l’assetto delle rilevazioni statistiche, quindi sia delle iscrizioni al SICID sia delle rilevazioni statistiche dei carichi di lavoro dei singoli tribunali.

In qualche modo si sollecita anche la possibilità di avere rilevazioni più precise dal punto di vista dell’esito dei procedimenti e quindi delle differenti soluzioni che danno sbocco al procedimento.

Nella delibera si sollecita poi, molto opportunamente, la Scuola Superiore della Magistratura a farsi carico di un impegno formativo che non sia soltanto a livello centrale, già esistente, ma soprattutto a livello di formazione decentrata. Un impegno che possa essere multidisciplinare e che in qualche modo coinvolga, dal punto di vista soggettivo, non soltanto i giudici ma anche i magistrati onorari e gli avvocati, magari con un’interlocuzione con le commissioni territoriali, perché è di tutta evidenza che ci muoviamo in un campo la cui particolarità richiede questo approccio multidisciplinare e di coinvolgimento plurisoggettivo.

Se queste erano e sono alcune delle più significative esigenze cui assolvere, ci siamo posti il problema di come fornire uno strumento di ausilio, soprattutto per i giudici che si occupano della

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materia. In quest’ottica, poiché il Consiglio di qui a pochi mesi pubblicherà un nuovo portale internet, con caratteristiche del tutto diverse da quello attuale, non solo dal punto di vista della grafica e della capacità di comunicazione ma soprattutto perché ha l’ambizione di porsi come un portale di servizio in alcune materie per i magistrati italiani, abbiamo previsto di dedicare una specifica area tematica alla protezione internazionale. Un’area tematica che dovrà essere innanzitutto un luogo di confronto, di acquisizione e di messa a disposizione di materiali; in particolar modo stiamo immaginando - la giornata di oggi e soprattutto la mattinata potranno essere utili ad avere spunti per come questo potrà essere uno strumento utile - un’area in cui ci sia una puntuale ricognizione delle fonti normative, seguendo il percorso di evoluzione normativo di riferimento. Abbiamo previsto un settore dedicato alla raccolta della giurisprudenza di merito, perché occorre facilitare al massimo grado la possibilità di scambio delle conoscenze, degli approfondimenti e anche delle soluzioni in concreto adottate nei diversi tribunali, nonché un’area destinata alla raccolta di materiale di carattere scientifico, che possa essere di ulteriore ausilio.

Più in particolare sarà utile prevedere - questo potrebbe oggetto di un’interlocuzione che potremmo avere anche con il Sottosegretario Manzione - la possibilità di mettere a disposizione dei giudici che si occupano di questa materia di una pubblicazione delle Country of Origin Information. È questo uno dei punti più delicati, perché il compito del giudice in questa materia è del tutto particolare nella misura in cui deve procurarsi da sé delle informazioni, che non sono informazioni giudiziarie ma sono di carattere internazionale. Poiché il Ministero degli Interni svolge un ruolo di raccolta, di approfondimento di queste tematiche e di questa documentazione, che deve essere utilizzata dalle Commissioni territoriali, uno dei punti nodali del contributo che potremmo dare può essere in questa direzione: raccogliere questa documentazione, renderla fruibile a chi ne ha diritto in quanto tecnicamente deputato a svolgere questo compito nell’ambito dei nostri tribunali e quindi aiutare a colmare un vuoto, una difficoltà operativa che ci è stata segnalata più volte. Credo che questi ambiti, che poi saranno gli ambiti di trattazione del portale, sono quelli che interessano e che hanno interessato per la maggior parte il dibattito di questi mesi, che veniva proprio dai magistrati impegnati in questa materia. Le difficoltà sono note a tutti; c’è anche in qualche modo la necessità di fare fronte a flussi e numeri di significativo impatto per alcuni tribunali.

La mattinata ci potrà essere utile per affrontare il tema, sia dal punto di vista delle soluzioni tecniche e giurisprudenziali, sia dal punto di vista delle soluzioni organizzative, perché il ruolo del Consiglio è quello di cercare di comprendere innanzitutto le difficoltà organizzative, quali soluzioni possono essere messe in campo e come la nostra attività - anche di normativa secondaria o comunque di stimolo e di interlocuzione con altre autorità istituzionali - possa contribuire a rendere più agevole il lavoro del giudice. In questo senso vi auguro una buona mattinata di lavoro. Il dibattito sarà moderato dai colleghi Giulia Spadaro, magistrato segretario della Settima Commissione, e Fulvio Troncone del nostro Ufficio Studi che prenderanno il nostro posto appena ci allontaneremo. Grazie.

Antonello ARDITURO

Componente della Settima Commissione del Consiglio Superiore della Magistratura (seconda sessione convegno)

È tardi quindi davvero pochissime battute.

Due considerazioni, due linee di tendenza.

La prima: si è detto che è superfluo tornare sul tema delle riforme e delle risorse. Dovrò necessariamente tornarci, invece. All'esito della mattinata, rispetto al tema dell'isolamento del giudice, a cui si è fatto più volte riferimento e da cui anche noi nella delibera del 14 luglio avevamo preso in qualche modo le mosse, mi pare di poter dire che ci troviamo di fronte ad una sorta di schiacciamento del giudice di fronte alle sue responsabilità e con risorse che evidentemente oggi

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non sono adeguate. Su questo una riflessione deve essere fatta, perché è di tutta evidenza che la mancanza dei giudici e la mancanza del personale amministrativo non consente di far fronte tempestivamente a questo enorme impegno che è richiesto ai tribunali italiani. Noi dobbiamo dare atto - e lo facciamo sempre - al Ministero della giustizia di avere invertito la tendenza sul personale amministrativo e in parte la tendenza anche sul reclutamento dei magistrati, però abbiamo bisogno che si faccia di più. Mille unità di personale amministrativo sono un buon numero, ma noi partiamo da una scopertura di 9000 unità e a tacere, come dire, delle polemiche sulla mobilità dei barellieri della Croce Rossa, effettivamente abbiamo bisogno di concorsi, abbiamo bisogno di personale stabile e qualificato. Anche sul reclutamento dei magistrati abbiamo bisogno di più concorsi. Ora forse non siamo in grado di tornare ai due concorsi all'anno, però mettere a regime un'ipotesi di tre concorsi di reclutamento ogni due anni mi sembra una soluzione che può essere concretizzata.

Naturalmente c'è bisogno di risorse. Questo è un punto fondamentale insieme a quello che il sottosegretario Migliore ha opportunamente citato, cioè di fare un lavoro per mettere a disposizione mediatori ed interpreti; sono problemi anche del quotidiano che vanno risolti.

Il secondo aspetto, secondo me, deve essere connesso in parte a questo e collegato alla prospettiva di riforma che voi ci avete anche illustrato ed a cui si è fatto riferimento; del resto il Ministro della Giustizia vi ha fatto più volte cenno in occasioni anche istituzionali. Avverto una preoccupazione che è quella che a spezzettare gli ambiti di riferimento della procedura nella prospettiva di riforma e a prendere atto della mancanza di risorse poi viene a mancare quell'approccio culturale, che io naturalmente non posso che condividere, per il quale qui non parliamo di numeri e di statistiche ma della vita delle persone, quindi di procedure di estrema delicatezza. Pertanto anche l'inevitabile soluzione organizzativa di fare riferimento oggi ai GOT è chiaramente una scelta che deve essere considerata una situazione temporanea, di passaggio, ma ci preoccupa la possibilità di non vedere in prima persona i magistrati togati e professionali impegnati in quello che è per la magistratura un problema di coscienza, un problema di contributo alto da fornire al Paese. Allora facciamo attenzione, perché se le commissioni sono formate in quel modo che ci è stato descritto e con intrinseche criticità, se poi il primo grado è affidato ad un GOT e magari con l'audizione solo facoltativa dell'interessato e se aboliamo l'appello, mi sembra che alla fine della procedura, a valle di questo processo di riforme, potremmo avere un preoccupantissimo deficit di garanzie; invece mi convince l'approccio a cui faceva riferimento Migliore che si deve tenere bene in testa che parliamo di diritti fondamentali, parliamo dell'articolo 10 della Costituzione e quindi queste sono procedure prioritarie che devono avere un assetto di priorità.

Questo è stato anche l'approccio che la Settima Commissione ha avuto nel tema delle applicazioni che poi ha posti problemi che voi conoscete perché la coperta non è corta, è cortissima e oggi spostare un magistrato da un qualsiasi ufficio giudiziario italiano lo si fa con sofferenza, ma l'ottica è stata quella di andare nella direzione di considerare questa una priorità vera del sistema giustizia italiana. Del resto era lo stesso a richiedercelo, proprio perché prevedeva le applicazioni extradistrettuali di carattere straordinario.

Ecco, vi consegnerei la preoccupazione della magistratura, attraverso il Consiglio Superiore, di essere messa nelle condizioni adeguate per rispondere ad un'esigenza di giustizia che la magistratura stessa considera di straordinaria importanza per la specificità della materia, per il futuro di persone che evidentemente vengono da una situazione drammatica e complicata, con l'ormai purtroppo costante necessità di farvi fronte con risorse quantomeno limitate e, dunque, anche la preoccupazione che nel processo di riforma si tenga conto del contesto complessivo, perché l'assetto delle risorse incide anche sull’idea stessa che può sorreggere un progetto di riforma.

L’esempio che ho fatto, per cui potremmo trovarci con un primo grado affidato ad un magistrato on professionale, e l’abolizione del giudizio di appello, può essere indicativo di questa preoccupazione e ci auguriamo che il legislatore della riforma ne tenga conto. Grazie.

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