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IL CANCRO UNA BREVE PRESENTAZIONE

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Academic year: 2022

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IL CANCRO – UNA BREVE PRESENTAZIONE

Cos’è il cancro?

La teoria prevalente, formulata alla metà del secolo scorso, interpreta il cancro come un insieme di circa 200 malattie caratterizzate da un’abnorme crescita cellulare, svincolata dai normali meccanismi di controllo dell’organismo.

Normalmente esiste un equilibrio tra proliferazione e morte cellulare programmata (apoptosi). Le mutazioni nel DNA che conducono al cancro portano alla distruzione di questi processi ordinati: questo dà luogo a una divisione cellulare incontrollata e alla formazione del tumore.

L’evento cancro richiede più di una mutazione a carico di diverse classi di geni. La perdita del controllo della proliferazione ha luogo solo in seguito a mutazioni nei geni che controllano la divisione cellulare, la morte cellulare e i processi di riparazione del DNA. Il nostro organismo è in grado, attraverso processi di riparazione e attivazione del sistema immunitario, di contrastare i processi di trasformazione ma, quando questa capacità viene meno, la cellula si trasforma, attraverso varie tappe, in cellula tumorale.

Sono necessarie quindi sia l’attivazione dei geni che promuovono la crescita (oncogèni) sia l’inattivazione dei geni che inibiscono la crescita (oncosoppressori). La cancerogenesi è un processo lungo e complesso:

raramente una singola alterazione genetica è sufficiente per lo sviluppo del tumore.

Quali sono i fattori di rischio dei tumori?

Le cause note delle alterazioni del DNA nella genesi del cancro sono di vari ordini: si ipotizzano cause di tipo ambientale, genetiche, infettive, legate agli stili di vita (tabacco, alcol, dieta, etc.) e fattori casuali. Anche l’ereditarietà può essere annoverata tra le possibili cause, ma ha un’incidenza molto bassa: meno del 2%

della popolazione e portatrice di mutazioni con sindromi ereditarie di rischio neoplastico.

Qual é il rischio di ammalarsi di tumore?

Una donna su tre e un uomo su due ha la probabilità di sviluppare un qualunque tumore nel corso della propria vita.

I tumori come causa di morte

I tumori sono la seconda causa di morte (29% di tutti i decessi), dopo le malattie cardiocircolatorie (37%).

Nel sesso maschile, tumori e malattie cardiocircolatorie causano approssimativamente lo stesso numero di decessi (34%) mentre nel sesso femminile il peso delle malattie cardiocircolatorie è più rilevante rispetto ai tumori (40% vs 25%).

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I TUMORI DELLA TESTA E DEL COLLO

Cosa sono

“Tumori della testa e del collo” è un modo di descrivere qualsiasi tipo di tumore che origini nella regione della testa o del collo, ad eccezione di occhi, cervello, orecchie ed esofago. Di solito origina nelle cellule delle superfici di rivestimento della testa e del collo, come la mucosa di bocca, naso e gola.

Ci sono più di 30 aree all'interno della testa e del collo in cui il cancro può svilupparsi.

Incidenza

La possibilità di sviluppare un tumore alle vie aerodigestive superiori (VADS) nell'arco della vita è pari a 1/46 negli uomini e a 1/197 nelle donne.

In Italia ogni anno sono diagnosticati più di 9.000 casi l’anno di cui più del 75% nel genere maschile. Anche se gli uomini hanno da due a tre volte più probabilità di sviluppare il cancro della testa e del collo, l’incidenza è in aumento nelle donne.

Questo tumore è più comune nelle persone di età superiore ai 40 anni (con circa il 24% dei nuovi casi diagnosticato in pazienti di età superiore a 70 anni), ma c’è stato un recente aumento tra le persone più giovani.

Se in Italia i tumori della testa e del collo rappresentano il 3% dei tumori totali, in Europa sono il settimo cancro più comune. Si tratta di circa la metà dei tumori del polmone, ma due volte più comune di cancro del collo dell’utero.

Mortalità

Nel 2016 i decessi per il tumore alle VADS in Italia sono stati 3.216, di cui 2.228 negli uomini e 988 nelle donne (Fonte: ISTAT 2016).

La possibilità di morire a causa di un tumore alle VADS in Italia è pari a 1/95 negli uomini e a 1/447 nelle donne.

Sopravvivenza (in Italia)

La sopravvivenza a 5 anni nei tumori del testa-collo è pari al 57%.

La probabilità di sopravvivere a 5 anni dalla diagnosi, essendo vissuti il primo anno, è del 68% negli uomini e 74% nelle donne, mentre la probabilità di sopravvivere dopo il 5° anno dalla diagnosi sale al 79,9% negli uomini e all’87,3% nelle donne.

La sopravvivenza a 5 anni, per gli uomini, non mostra differenze per area geografica; per le donne, si evidenziano livelli inferiori al Centro (54% - Nord 59% e Sud 57%).

La sopravvivenza a 10 anni è pari al 48%.

Fattori di rischio

L'alcol e il tabacco sono i due fra i più importanti fattori di rischio per lo sviluppo dei tumori della testa e del collo, in particolare per quelli del cavo orale, dell'orofaringe, dell'ipofaringe e della laringe. Si stima che il 75% dei tumori della testa e del collo sia causato dal tabacco e dall'alcol.

Gli uomini che consumano più di tre unità* e le donne che consumano più di due unità di alcol al giorno hanno un rischio significativamente più elevato di sviluppare il cancro della testa e del collo.

Le persone che fanno uso sia di alcol sia di tabacco sono a maggior rischio di sviluppare questi tumori rispetto a coloro che usano solo uno dei due fattori.

*un'unità è intesa come 250 ml di vino 12% vol.

Le infezioni da tipi cancerogeni di Papilloma Virus umano (HPV), soprattutto HPV-16, sono un fattore di rischio per alcuni tipi di tumori della testa e del collo, in particolare quelli dell'orofaringe che coinvolgono le tonsille o la base della lingua.

L'esposizione professionale alle polveri del legno è un fattore di rischio per il cancro rinofaringeo.

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Altri possibili fattori di rischio sono:

- inalazione polveri di amianto e sostanze chimiche di vario genere - dieta povera in vitamine del gruppo A e B

- scarsa o non corretta igiene orale, specie in soggetti portatori di protesi dentarie - virus di Epstein Barr (EBV), associato ai tumori del rinofaringe

- pregressa radioterapia a livello del distretto cervico-facciale - immunodepressione profonda e prolungata

- alcune rarissime malattie genetiche Sintomi

Nei tumori della laringe > in una fase iniziale si possono verificare alterazioni della voce; con l’avanzare della malattia la deglutizione diventa difficile e/o dolorosa.

Sintomi nei tumori della faringe > il paziente può avvertire la sensazione di un corpo estraneo o dolore alla gola, la presenza di noduli sul collo (linfonodi ingranditi), difficoltà nel deglutire, alitosi, voce nasale e salivazione eccessiva. Tra gli altri sintomi: disturbi uditivi (calo dell'udito, ronzii, fischi, sensazione di orecchio tappato, otiti ricorrenti), abbondanti secrezioni ed emorragie nasali. Nelle forme avanzate mal di testa, perdita dell'olfatto, visione ridotta e sdoppiata.

Sintomi nei tumori della bocca > i sintomi iniziali sono lievi: piccole vesciche dolorose, ulcere o ferite che non guariscono, difficoltà nei movimenti della lingua. Nelle forme più avanzate si arriva all’impossibilità ad aprire la bocca.

Sintomi nei tumori paranasali > frequente l'ostruzione nasale, secrezioni abbondanti ed emorragie. I sintomi di uno stadio avanzato sono dolore, alterazioni della sensibilità del volto, disturbi visivi e deviazione della lingua.

Come riconoscere i sintomi

I sintomi dei tumori della testa e del collo sono comuni ad altre patologie. Per questo motivo è necessario consultare il medico se da almeno 3 settimane persistono:

 mal di gola, bruciore o lesioni nel cavo orale

 raucedine, deglutizione dolorosa e fastidiosa e conseguente malnutrizione e dimagrimento

 naso chiuso o sanguinamento da una narice

 gonfiore nella regione del collo

 mal d’orecchie

Riconoscere i sintomi in tempo, specie se presenti in soggetti a rischio, è di fondamentale importanza per favorire una diagnosi precoce.

Diagnosi precoce

La diagnosi precoce gioca un ruolo importante nei risultati a lungo termine del trattamento. Infatti, le neoplasie identificate in fasi precoci e soprattutto senza interessamento linfonodale hanno tassi di guarigione che vanno dal 75 al 100% dei casi.

Gli esami diagnostici previsti sono:

- endoscopia: è condotta con endoscopi rigidi o flessibili collegati a un monitor o a sistemi di registrazione;

- biopsia: prevede il prelievo e l’analisi microscopica di tessuto biologico per dare una corretta diagnosi, acquisire informazioni sul tumore e sul suo possibile decorso;

- esami radiologici: ecografia, TAC e risonanza magnetica (RMN) con mezzo di contrasto vengono utilizzati per valutare l’estensione locale, regionale o la diffusione a distanza del tumore.

Da alcuni anni, l’Associazione Italiana di Oncologia Cervico-Cefalica (AIOCC) patrocina campagne di sensibilizzazione sul tema che coinvolgono le principali città italiane.

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Diagnosi e trattamento

La diagnosi richiede l’esame istologico di lesioni sospette identificate in genere durante una visita specialistica otorinolaringoiatrica o maxillo-facciale.

La stadiazione richiede la pan-endoscopia della regione e la valutazione strumentale con TAC o RMN.

I tumori della testa e del collo, sulla base dello stadio di malattia, possono essere divisi in due grandi gruppi, che hanno prognosi e terapia differenti.

Il primo gruppo è rappresentato dalla malattia iniziale, stadio I e II, ovvero senza interessamento linfonodale e con massa principale ancora contenuta, generalmente meno di 4 cm di diametro massimo e senza estensione a più sottosedi. Ha prognosi favorevole, con tassi di sopravvivenza a 5 anni che possono variare fra l’80 e il 100%. Può essere trattato sia con chirurgia sia con radioterapia e la scelta può variare di caso in caso sulla base di numerosi fattori fra cui la sede della malattia e le preferenze del paziente.

Quando la malattia viene diagnosticata in fase avanzata, stadio III-IV, la prognosi peggiora drasticamente, con tassi di sopravvivenza a 5 anni che complessivamente si collocano intorno al 40%.

Di fatto, la differenza fra i due gruppi è data dall’assenza di interessamento linfonodale (stadio I e II) o dalla presenza di linfonodi metastatici (stadio III e IV).

Purtroppo la maggior parte dei tumori della testa e del collo si diagnostica in fase avanzata. Questi casi devono essere affrontati nell’ambito di team multidisciplinari prima di qualunque atto terapeutico.

Numerose pubblicazioni dimostrano che i pazienti il cui trattamento è deciso e impostato nell’ambito di un gruppo multidisciplinare hanno una prognosi significativamente superiore rispetto ai pazienti trattati dal singolo specialista.

Il trattamento di scelta dei tumori localmente avanzati può comprendere la chirurgia e/o la chemioterapia, mentre il trattamento radioterapico è di regola sempre indicato, o come alternativo alla chirurgia o come adiuvante alla stessa.

Tumori a genesi virale

Due tipologie di tumori della testa e del collo sono a genesi virale.

Il primo è il tumore indifferenziato del rinofaringe, chiamato in passato linfoepitelioma o tumore di Schmincke. È un tumore che si sviluppa nel rinofaringe ed è collegato al virus di Epstein-Barr (EBV). Si distingue dagli altri carcinomi squamosi per una spiccata aggressività sistemica.

Il secondo tipo è il tumore squamoso della tonsilla o della base lingua P16 positivo che è associato all’infezione da Papilloma Virus umano (HPV). Questa neoplasia colpisce soggetti giovani e non esposti ai classici fattori di rischio (fumo e/o alcol). È caratterizzata da un rapido interessamento linfonodale, ma anche da minori danni genetici, cosa che la rende particolarmente sensibile a chemioterapia e radioterapia.

Infatti la prognosi dei tumori orofaringei HPV positivi è decisamente migliore rispetto alle forme HPV negative. Mantiene però la stessa capacità di dare metastasi a distanza del tumore HPV negativo, anche se in tempi più lunghi. Una particolarità delle forme metastatizzate è la mancanza di organi bersaglio preferiti:

sono possibili metastasi in ogni organo e/o apparato.

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TUMORE TIROIDEO – DETTAGLI

La ghiandola tiroidea

La ghiandola tiroidea è una piccola ghiandola che si trova alla base del collo, subito sotto la laringe, costituita da due lobi con un ponte centrale denominato istmo. La ghiandola tiroidea rilascia nel corpo umano i seguenti ormoni: tiroxina (T4), triiodotironina (T3), calcitonina.

A volte la tiroide viene definita come ghiandola di “attività” poiché gli ormoni T4 e T3 contribuiscono a controllare la velocità dei processi corporei, ovvero l’attività metabolica. La ghiandola tiroidea è essa stessa stimolata dalla ghiandola pituitaria e dall’ipotalamo che sono i centri superiori nel cervello.

Il terzo ormone, la calcitonina, è coinvolto nel controllo del calcio circolante nel sangue.

Se la ghiandola tiroidea di un individuo non produce abbastanza ormoni, questi si sentirà stanco e letargico e potrebbe aumentare di peso. Questa condizione è nota come ipotiroidismo.

Se la ghiandola tiroidea produce troppi ormoni, il soggetto potrà avvertire una sensazione di fame e potrebbe sentirsi ansioso, con probabile perdita di peso. Questa condizione è nota come ipertiroidismo.

Incidenza del tumore tiroideo

Il tumore della tiroide è raro, con circa 53.000 nuovi casi diagnosticati in Europa ogni anno.

La possibilità di sviluppare un tumore della tiroide nell’arco della vita è pari a 1/134 negli uomini e 1/51 nelle donne.

Mortalità

Nel 2016 i decessi per il tumore della tiroide in Italia sono stati 536 (215 negli uomini e 321 nelle donne) (Fonte: ISTAT 2016).

La possibilità di morire a causa di un tumore della tiroide in Italia è pari a 1/1.334 negli uomini e 1/1.220 nelle donne.

Sopravvivenza

La sopravvivenza a 5 anni nei tumori della tiroide in Italia è pari al 93%.

La probabilità di sopravvivere a 5 anni dalla diagnosi, essendo sopravvissuti il primo anno, è del 97% negli uomini e del 99% nelle donne. La sopravvivenza a 5 anni non mostra importanti differenze geografiche per gli uomini; nelle donne non è presente gradiente Nord-Sud, si registrano valori leggermente più elevati nelle Regioni del Centro, 98%.

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Fattori di rischio

I tumori della tiroide si distinguono in:

 carcinomi differenziati, sono tumori epiteliali che originano dalla cellula follicolare tiroidea e includono i carcinomi papillari, i carcinomi follicolari e altre istologie più rare come il carcinoma a cellule di Hürtle;

 carcinoma midollare, origina dalle cellule C che derivano dalla cresta neurale ed è pertanto un tumore neuroendocrino;

 carcinoma indifferenziato o anaplastico, è un carcinoma epiteliale, molto raro e aggressivo.

L’insorgenza del carcinoma differenziato della tiroide è legata a fattori di rischio ambientali, genetici, ormonali e alle loro interazioni, anche se l’incremento di incidenza delle forme epiteliali registrato negli ultimi anni, in particolare per i microcarcinomi, è legato soprattutto all’aumento degli esami diagnostici.

Il carcinoma papillare è l’istologia più frequente dopo un’esposizione alle radiazioni ionizzanti; il carcinoma follicolare è invece particolarmente legato a una dieta povera di iodio.

I fattori di rischio per il carcinoma anaplastico sono pressoché sconosciuti. È un tumore estremamente raro (circa 0,7 casi su 100.000 in Europa); può insorgere ex novo oppure rappresentare l’evoluzione di carcinoma differenziato (20-25% dei casi). Alla diagnosi, l’80% dei pazienti ha una malattia localmente avanzata, cosa che rende difficile la possibilità di un approccio chirurgico con finalità curativa, e più della metà ha già metastasi a distanza. La sopravvivenza mediana dalla diagnosi è di 5 mesi.

Diagnosi precoce

Attualmente non esistono attività di screening organizzato per il quale vi siano prove di efficacia nella riduzione della mortalità.

Sintomi

Un nodulo indolore al collo, che diventa lentamente più grande e/o voce rauca che dura più di qualche settimana. In casi rari, un nodulo tiroideo può esercitare una pressione sull’esofago causando difficoltà nella deglutizione o sulla trachea, causando difficoltà respiratorie.

È improbabile che il tumore della tiroide disturbi i livelli degli ormoni tiroidei circolanti.

Trattamento

Le possibili terapie per affrontare un carcinoma tiroideo sono:

 chirurgia: nei carcinomi differenziati per esempio la tiroidectomia totale è l’approccio chirurgico più frequente;

 terapia radiometabolica: il trattamento postchirurgico con iodio 131 è indicato in tutti i portatori di residuo tiroideo post tiroidectomia totale e/o di metastasi funzionali di carcinomi differenziati;

 radioterapia: ha un ruolo come trattamento palliativo, ad esempio in caso di localizzazioni ossee con dolore non controllato oppure in presenza di lesioni cerebrali;

 chemioterapia: è limitata a trattamenti postoperatori combinati con la radioterapia nel carcinoma anaplastico e a pazienti per cui non ci sono altre opzioni di cura;

 ormonoterapia: la somministrazione di levotiroxina (T4) ha come scopo principale la sostituzione ormonale in caso di tiroidectomia totale. La terapia ormonale non ha alcun ruolo terapeutico nei carcinomi midollari e nei carcinomi anaplastici;

 terapia a bersaglio molecolare: molti studi clinici hanno testato agenti inibitori di varie tirosinchinasi, cioè enzimi che regolano processi cellulari, quali la proliferazione e la differenziazione cellulare, coinvolti nel processo di oncogenesi di questa tipologia di tumori.

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TUMORE DELLA GOLA – DETTAGLI

Il tumore della gola non è una malattia medica definita, ma un termine spesso utilizzato per fare riferimento a un qualsiasi tipo di tumore che insorge nel retro della bocca, nella parte superiore dell’esofago e nella laringe. Le aree dove più comunemente possono svilupparsi i tumori della gola sono la laringe e la faringe, dove si incontrano l’estremità superiore dell’esofago e la laringe (la cui estremità inferiore è nota come ipofaringe).

Incidenza

Nel 2012 sono stati diagnosticati quasi 300.000 nuovi casi di tumore della laringe in tutto il mondo per cui risulta essere il 13° tumore più comune negli uomini. L’incidenza del tumore dell’ipofaringe è molto più bassa. Il tumore della gola è più comune negli uomini rispetto alle donne e si sviluppa con maggiore probabilità nelle persone di età superiore ai 55 anni; tuttavia, anche i pazienti più giovani possono sviluppare tumori in questi siti.

Fattori di rischio

Più dell’80% dei tumori della gola sono causati dal fumo e dal consumo di alcol. Maggiore è l’esposizione a questi fattori di rischio (sia in termini di quantità che di durata), maggiore è la probabilità di sviluppare un tumore. Anche la presenza di anomalie genetiche sottostanti svolge chiaramente un ruolo importante.

Recenti ricerche hanno inoltre dimostrato che l’infezione da Papilloma Virus umano (HPV) e un regime alimentare ricco di alimenti trattati e povero di frutta e verdura fresca possono aumentare il rischio di sviluppare il tumore della gola.

Sintomi

Poiché la laringe e la parte superiore dell’esofago si trovano una accanto all’altra, i sintomi che i pazienti manifestano per un tumore in uno dei due siti sono simili. I più comuni includono raucedine persistente per più di 3 settimane e difficoltà a deglutire il cibo (inizialmente per i cibi solidi e successivamente anche per i liquidi).

Altri sintomi possono includere:

- mal di gola;

- mal d’orecchio persistente (soprattutto se colpisce un orecchio solo);

- respirazione difficile o rumorosa;

- perdita di peso involontaria;

- tosse con sangue;

- presenza di un nodulo sul collo.

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Diagnosi

I tumori della laringe e della parte superiore dell’esofago sono difficilmente accessibili, pertanto potrebbe anche essere necessario sottoporsi a un esame più approfondito attraverso un’endoscopia in anestesia generale.

Trattamento

I tumori della laringe allo stadio iniziale possono essere trattati con la chirurgia o con la radioterapia. Una combinazione di chemioterapia e radioterapia viene spesso utilizzata per tumori della laringe e dell’ipofaringe leggermente più estesi, mentre una malattia in uno stadio molto avanzato viene nella maggior parte dei casi trattata con resezione chirurgica.

TUMORE OROFARINGEO – DETTAGLI

Incidenza

Sono stati stimati circa 1.900 nuovi casi di tumori dell’orofaringe nel 2019, di cui 1.500 tra gli uomini.

Mortalità

Non sono disponibili dati di mortalità per i tumori dell’orofaringe.

Sopravvivenza

La sopravvivenza media a 5 anni dalla diagnosi si attesta intorno al 39%.

Prevalenza

La presenza del virus HPV, in particolare le forme 16 e 18, è stata dimostrata nei tumori di testa e collo a partire dagli anni '80, ma solo il tumore orofaringeo HPV correlato è un’entità nosologica con caratteristiche cliniche e prognostiche proprie.

Il paziente tipico è di età media sotto i 50 anni, di classe socio-economica elevata, non fumatore né bevitore. Si ritiene che un fattore di rischio maggiore sia rappresentato dal sesso orale.

Frequentemente la neoplasia è caratterizzata da una lesione primitiva relativamente piccola, ma associata a un importante interessamento linfonodale.

La prognosi dei pazienti con tumore orofaringeo HPV positivo è nettamente migliore di quella dei tumori equivalenti virus negativi. Ad esempio, la sopravvivenza a 5 anni riportata in uno studio inglese è doppia nei pazienti con tumore orofaringeo HPV positivo (circa 80%) in confronto ai pazienti HPV negativi (circa 40%).

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TUMORE DELLA GOLA E DEL CAVO ORALE – DETTAGLI

Il tumore della gola e del cavo orale insorge a livello della bocca, che comprende il rivestimento interno delle guance e delle labbra, i due terzi anteriori della lingua, la base della lingua, le gengive, il pavimento della bocca, il palato e la zona dietro i denti del giudizio.

Incidenza

Il tumore della gola e del cavo orale è una malattia sempre più comune ma ancora poco nota alla maggioranza della popolazione. La sua incidenza è aumentata del 25% negli ultimi 10 anni. I tumori della gola e del cavo orale rappresentano il 2% dei tumori in tutto il mondo, con 300.000 casi all’anno.

Sopravvivenza

Per i pazienti che vengono diagnosticati precocemente, i tassi di guarigione sono molto buoni (circa l’80%) e i problemi funzionali notevolmente ridotti.

Solo il 30-40% dei pazienti affetti da tumore in stadio avanzato possono guarire ma anche nei sopravvissuti ci sono effetti permanenti e inevitabili a livello della bocca e che causano problemi di masticazione, deglutizione ed eloquio.

Sintomi

I due sintomi più comuni di questo tumore sono:

- ulcere o noduli nella bocca che non guariscono (presente nell’80% delle persone affette) - disagio o dolore alla bocca persistenti

Altri sintomi possono includere:

- nodulo indolore sul collo, sempre più importante con l’aumento di casi correlati all’HPV;

- una macchia bianca o rossa in bocca o all’interno della gola che non si risolve nel tempo;

- difficoltà o dolore durante la masticazione o la deglutizione;

- sensazione della presenza di un corpo estraneo in gola;

- sanguinamento o intorpidimento all’interno della bocca;

- caduta dei denti per nessun motivo apparente;

- difficoltà di movimento della mandibola;

- difficoltà nel parlare;

- perdita di peso;

- alitosi.

Trattamento

La maggior parte dei pazienti affetti da tumore della gola e del cavo orale allo stadio iniziale può essere trattata con interventi chirurgici minori che consentono un recupero spesso rapido. Per gli stadi più avanzati, il trattamento consiste in combinazioni tra chirurgia maggiore, radioterapia e chemioterapia. La ricerca ha portato a importanti progressi nella ricostruzione chirurgica e nella riabilitazione della bocca e a una migliore individuazione degli obiettivi per la radioterapia e la chemioterapia in modo da ottimizzare il trattamento e ridurre al minimo il disagio del paziente.

Il progetto è realizzato con il contributo non condizionato di

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SCHEDA DI APPROFONDIMENTO – HPV

Che cos’è il Papilloma Virus umano?

Il Papilloma Virus umano, abbreviato in HPV, è un virus molto comune che colpisce la maggior parte delle persone nel corso della vita. Può interessare la pelle e le membrane umide che rivestono alcune parti del corpo in diverse aree, tra cui:

 bocca e gola;

 ano;

 collo dell’utero;

 pene;

 vagina;

 vulva.

Sono stati individuati più di 100 diversi tipi di HPV, ciascuno dei quali viene identificato attraverso un numero. Alcuni tipi di HPV sono stati collegati a lesioni non maligne, altri invece sono conosciuti come causa di tumore. Per molte persone, le infezioni da HPV vanno e vengono senza alcun sintomo. Il virus potrebbe infatti rimanere inattivo per mesi senza alcuna evidenza; se non ci si libera dell’infezione vi è la possibilità di sviluppare un tumore. Tuttavia, molte persone risolvono l’infezione senza nemmeno saperlo, e pertanto, la probabilità che si sviluppi un carcinoma è bassa.

Quale è il legame tra HPV e tumore?

Alcuni tipi di HPV, noti come ad “alto rischio”, sono noti per aumentare il rischio di sviluppare particolari tipi di tumore, tra cui quelli dell’ano, del collo dell’utero, del pene, della vulva, della vagina e della testa e del collo. Recenti stime indicano che oltre il 5% di tutti i tumori e 45.000 nuovi casi di tumore del collo e della testa in tutto il mondo possano essere attribuito all’HPV.

L’HPV più comunemente collegato al tumore è l’HPV-16, responsabile del 50-60% dei casi di tumore del collo dell’utero e dell’80-90% dei tumori di altro tipo, come ad esempio il tumore della testa e del collo. Altri tipi di HPV ad alto rischio legati ai tumori della testa e del collo sono l’HPV-18, 31 e 33, ma questi sono molto più rari.

Quanto sono comuni i tumori della testa e del collo correlati all’HPV?

L’incidenza di tumori della testa e del collo correlati all’HPV sta aumentando velocemente in tutto il mondo.

I pazienti con tumore della testa e del collo correlato all’HPV sono generalmente più giovani, in buona salute, e possono anche non presentare una tipica anamnesi di abuso di tabacco e/o di alcol. È stato stimato in tutto il mondo che, di tutti i pazienti affetti da tumore orofaringeo, l’HPV ne è responsabile per il 18,5%- 90%. Il range varia nel mondo in base a differenze culturali, agli standard di pratica medica e ai tassi di diagnosi per Paese.

Una nuova ricerca ha individuato un collegamento tra il tumore della testa e del collo correlato all’HPV e il comportamento sessuale. Mentre l’HPV può essere trasmesso anche dopo un solo incontro sessuale, il rischio aumenta con il numero dei partner.

Posso essere vaccinato contro l’HPV?

Attualmente esistono tre vaccini a disposizione che forniscono protezione contro una serie di tipi di HPV.

Questi vengono attualmente raccomandati sia per gli uomini che per le donne, con età compresa tra 11 e 12 anni, per fornire protezione contro un numero di malattie causate dall'HPV, inclusi i tumori del collo dell’utero e della testa e del collo.

Tutti e tre i vaccini approvati hanno come bersaglio l’HPV-16; essi rappresentano una misura preventiva e non sono efficaci nel trattamento dell’infezione una volta che il tumore si è già sviluppato.

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